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Giornale di Taranto - EX ILVA-TARANTO/ Sindacati: Governo estrometta Mittal e chieda danni. Da domani 48 ore di sciopero
Martedì, 05 Dicembre 2023 17:23

EX ILVA-TARANTO/ Sindacati: Governo estrometta Mittal e chieda danni. Da domani 48 ore di sciopero In evidenza

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“Fermiamoli finché siamo in tempo, mancano poche ore”. È l’appello lanciato oggi al Governo per l’ex Ilva dai sindacati nazionali Fim, Fiom e Uilm con riferimento a socio di maggioranza di Acciaierie d’Italia (ex Ilva), cioè la multinazionale Arcelor Mittal. “Il Governo - dicono le sigle - non ha altra scelta: deve estromettere questo gruppo industriale per inadempienza contrattuale e deve fare una richiesta di risarcimento per gli ingenti danni subìti, reinvestendoli in azienda. Il Governo, con un provvedimento d’urgenza, deve acquisire la maggioranza e quindi individuare soluzioni industriali, precettando produttori nazionali, affidandogli, transitoriamente, la gestione di Acciaierie d’Italia e il salvataggio dei 20 mila lavoratori di tutti gli stabilimenti. In base alle conclusioni dell’assemblea dei soci di domani, siamo pronti - è la conclusione - a realizzare un presidio permanente al fine di essere ricevuti a Palazzo Chigi, a partire dal prossimo 11 dicembre”.

Intanto le tre sigle  hanno indetto oggi 48 ore di sciopero a partire da domani dei lavoratori di esercizio dell’area altiforni del siderurgico ex Ilva diffidando Acciaierie d’Italia dalla fermata dell’altoforno 2. Operazione, questa, le cui prime manovre sono scattate ieri. L’altoforno 2 resterà fermo, ha comunicato l’azienda, sino all’11 dicembre e lo stop temporaneo rientra in un piano di interventi di manutenzione che riguarda varie aree del siderurgico. Questa modalità di sciopero - dicono i sindacati - è “per impedire che Arcelor Mittal continui nel suo ricatto utilizzando i lavoratori e la fabbrica come scudo per ricevere ulteriori risorse pubbliche da sperperare sino alla chiusura dello stabilimento”. I sindacati non credono alle affermazioni dell’azienda circa uno stop momentaneo e citano al riguardo l’altoforno 1. “Questa - dicono le sigle - ormai è diventata una consuetudine” tant’è che “non vi è stata la ripartenza dell’altoforno 1”. Quest’ultimo è infatti fermo da agosto e sarebbe dovuto restare fermo solo un mese. Domani alle 15 torna a riunirsi di nuovo - dopo le sedute del 23 e 28 novembre - l’assemblea dei soci di Acciaierie d’Italia e il privato Mittal, che ha la maggioranza del 62 per cento, e la società pubblica Invitalia (Mef) che ha il 38 per cento, sono chiamati a trovare un accordo per un intervento finanziario urgente che assicuri la sopravvivenza dell’azienda.