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Giornale di Taranto - EX ILVA -TARANTO/ Ancora stallo in Cda, oggi ricorre il quinto anno da inizio della gestione Mittal
Mercoledì, 01 Novembre 2023 18:03

EX ILVA -TARANTO/ Ancora stallo in Cda, oggi ricorre il quinto anno da inizio della gestione Mittal In evidenza

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Acciaierie d’Italia (ex Ilva) resta in stallo. Il cda della Holding, tenutosi nelle scorse ore, non ha preso alcuna decisione, resta aperto tecnicamente e si è aggiornato a metà della prossima settimana quando si riconvocherà per vedere se ci sono i margini per un’intesa tra il socio privato di maggioranza Mittal e quello pubblico di minoranza Invitalia. C’è da decidere sul successore di Franco Bernabè alla presidenza della Holding (il manager ha rimesso il suo mandato nelle mani del Governo già da diversi giorni e confermato tale scelta anche alla Camera lo scorso 17 ottobre), ma soprattutto va visto come intendono muoversi i due azionisti, quello privato soprattutto, in relazione all’ulteriore fabbisogno di risorse espresso dall’ad Lucia Morselli e pari a 320 milioni. 

Su questo punto specifico, Invitalia - nella lettera dell’ad Bernardo Mattarella - ha chiesto se quest’ulteriore sostegno finanziario sia “sufficiente”, “come tale somma sia stata calcolata”, quali sono le prospettive, quale é la situazione finanziaria e di cassa “attuale e prospettica tanto di AdI spa quanto della Holding”. Se nel prossimo cda ci sarà fumata bianca, allora nei giorni successivi potrà essere convocata l’assemblea della holding per prendere atto dell’uscita di Bernabé e nominare il nuovo presidente, altrimenti lo stallo continuerà. E va detto che già un anno fa, in una situazione pressoché analoga, con l’azienda collassata finanziariamente, il cda rimase aperto da fine novembre sino ai primi di gennaio con una serie di sedute che andarono a vuoto non essendoci accordo tra i soci.

    Oggi, intanto, ricorre il quinto anno dell’avvento della gestione di Arcelor Mittal, gestione da tempo oggetto di forti critiche dei sindacati metalmeccanici che chiedono allo Stato di assumere la maggioranza di Acciaierie, passando al 60 per cento, per un effettivo cambio di passo. Critiche che riguardano la sicurezza sul lavoro, le manutenzioni carenti, lo stato degli impianti, la cassa integrazione elevata (peraltro oggetto anche di un intervento del ministero del Lavoro), i mancati investimenti e la produzione che quest’anno sarà di un milione di tonnellate in meno rispetto a quanto annunciato: circa 3 milioni contro i previsti 4. 

Ultima modifica il Mercoledì, 01 Novembre 2023 19:32