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Giornale di Taranto - Economia, Lavoro & Industria
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Economia, Lavoro & Industria

Economia, Lavoro & Industria (1919)

Nonostante la pioggia, sin dalle prime ore di questa mattina i lavoratori della polizia municipale USB si sono ritrovati in via Acton per un presidio. Così come già preannunciato nei giorni scorsi, i vigili urbani hanno incrociato le braccia e sono scesi in strada per far sentire la loro voce in merito ai diritti e alla sicurezza sul lavoro. “Speravamo di ottenere un minimo di promesse rispetto alle nostre richieste non solo salariali, ma anche di gestione del personale – afferma Marcello La Gioia, vicebrigadiere -. La settimana scorsa abbiamo incontrato il sindaco e l’assessore preposto e i tecnici e, nonostante le promesse del primo cittadino, ci siamo visti chiudere la porta in faccia per motivi burocratici. Come categoria siamo vessati da oltre dieci anni: su un corpo di 170 vigili urbani sono solo 37 quelli adibiti al servizio per strada. Il resto è impiegato in altre faccende, per cui chi sta per strada si sobbarca frustrazioni, rivendicazioni e proteste. Ed oggi con questo sciopero, che non vuole andare assolutamente contro all’organizzazione del concertone, chiediamo che anche le nostre ragioni vengano ascoltate e prese in considerazione”. “Noi siamo dei lavoratori e come tutti i lavoratori rivendichiamo i nostri diritti – dichiara il brigadiere Mary Pignatelli -. Vogliamo che si riconosca il diritto alla famiglia, perché lavorare tutti i festivi senza alcuna retribuzione è una cosa scandalosa. Inoltre è necessario che si lavori in sicurezza. Siamo troppo pochi per strada. Come possiamo garantire la sicurezza ai cittadini se siamo quattro gatti a coprire un territorio che va da Lido azzurro a Talsano?”. “Una bella giornata oggi nonostante la pioggia, ma i lavoratori hanno comunque deciso di scendere in strada per far sentore le loro voci attraverso questo sciopero organizzato dall’USB di Taranto – spiega Luca Puglisi, coordinamento regionale USB Pubblico Impiego -. Nel turno di questa mattina hanno scioperato sessanta vigili e ne sono previsti altrettanti anche nel turno pomeridiano. Questo ha messo in ginocchio il servizio di viabilità della città, tant’è che ci giungono informazioni che sono stati chiamati i volontari della protezione civile a supplire alle esigenze. Questo significa che quando ci sono giuste proteste i lavoratori si compattano. Oggi è una giornata particolare per Taranto – va avanti Puglisi – perché c’è il concertone del primo maggio. Noi vogliamo mandare un messaggio chiaro a tutti gli organizzatori e i partecipanti: USB è dentro i temi della manifestazione e siamo vicini a tutti coloro che stanno lavorando in questo momento. Però, protestare oggi, nel giorno della festa dei lavoratori, ci sembrava coerente con le nostre richieste e non è un’iniziativa contro ma a sostegno del concertone. Lo sciopero è l’unico strumento che ci è rimasto per ottenere ciò che vogliamo e ci batteremo finchè tutti i diritti dei lavoratori vengano accordati”. “Siamo venuti da Bari per sostenere i lavoratori tarantini, perché il loro diritto ad un lavoro sicuro e ben organizzato venga ascoltato e messo in pratica”, sottolinea Antonio Lampedecchia, Coordinamenteo USB enti locali Bari. “La nostra manifestazione vuole essere una rimostranza per tutto il comparto Ente pubblico che vive un disagio dovuto alla cattiva gestione delle norme contrattuali e delle progressioni economiche – afferma Angelo Ferrarese, responsabile USB pubblico impiego comparto Polizia Locale -. La data di oggi non è casuale. Non vogliamo essere in contrapposizione con le altre manifestazioni in corso, a cui comunque parteciperemo e a cui offriamo tutta la nostra solidarietà. Vogliamo solo ribadire la necessità di ottenere i nostri diritti e stigmatizziamo le sigle sindacali (CGIL, CISL e UIL) riunite in altra sede che, invece di tutelare i lavoratori, sono gli unici artefici insieme alla parte pubblica di un disastro epocale”.
I rappresentanti Usb e in lavoratori della polizia municipale di Taranto hanno incontrato questa mattina il sindaco Ippazio Stefàno, l’assessore  alle risorse umane Vincenzo Di Gregorio, il segretario generale Eugenio De Carlo e il vice segretario generale dirigente risorse umane Paolo Spano. Al vaglio la questione inerente lo sciopero del primo maggio della polizia locale.
“Abbiamo ottenuto dal sindaco e dall’assessore Di Gregorio un ampio riconoscimento dal punto di vista politico per la nostra organizzazione sindacale e sul diritto di fare le assemblee con la partecipazione dei lavoratori – afferma Francesco Rizzo, coordinatore provinciale USB -.  Inoltre hanno riconosciuto anche le nostre rivendicazioni in merito ai vari istituti contrattuali applicati male”. Il sindaco si è dunque impegnato verbalmente a rincontrare la delegazione formata da dirigenti USB e lavoratori, per affrontare una alla volta le questioni elencate durante l’incontro. “Ma quando ho chiesto di verbalizzare l’mpegno politico assunto sono iniziati valzer – continua Rizzo -. Il dott. Spano ha messo avanti una serie di difficoltà burocratiche, bloccando così ogni possibilità di impegno concreto e dunque di un dialogo costruttivo e di una possibilità reale di risoluzione delle problematiche, per questioni meramente tecniche. Ovviamente il clima è cambiato: i lavoratori sono rimasti molto delusi da questo atteggiamento ed ogni possibilità di revoca dello sciopero indetto per domenica prossima è ormai saltata”. 
Confermato dunque sciopero e presidio per il l’1 maggio da parte della polizia municipale.
“A questo punto siamo più determinati e convinti di prima che scioperare sia l’unica strada possibile, visto che la burocrazia mette i bastoni fra le ruote. Restiamo comunque disponibili, fino all’ultimo momento, ad un nuovo confronto, che però porti ad atti ufficiali che siano espressione di un impegno concreto. Non vogliamo credere che la burocrazia, dopo quattro ore di discussioni, possa prendere il sopravvento sminuendo così la posizione di Sindaco e assessore”, conclude Rizzo.

 

IL LAVORO: TRA PRESENTE E FUTURO

Modelli innovativi contro la frammentazione delle relazioni

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Il lavoro con uno sguardo al futuro

In un periodo storico di continuo mutamento e profondo smarrimento, soprattutto quando si parla di lavoro, la terza edizione del progetto Laboratorio Lavoro, intitolata “IL LAVORO: TRA PRESENTE E FUTURO – MODELLI INNOVATIVI CONTRO LA FRAMMENTAZIONE DELLE RELAZIONI” si dedica all’analisi delle cause e conseguenze della perdurante situazione di crisi globale, aggravata dall’eccessiva proliferazione delle norme che regolano il mercato del lavoro e incidono sulle relazioni industriali.

 

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http://www.laboratoriolavoro.it/p.php/6124/il-lavoro-tra-presente-e-futuro.html

 

La verità politica dei numeri spaventa il sistema dei partiti e degli affari.
Tra la campagna oscurantista del governo Renzi, il boicottaggio del Pd e il solito sostegno mediatico piegato alle lobby del consenso, il quorum non è stato raggiunto: un solo giorno di urne aperte, come prevedibile, non è bastato. E’ vero. Se fossimo in una democrazia reale, però, il voto di 15 milioni di cittadini (più di 13 milioni ha votato si') dovrebbe essere ascoltato. Dovrebbe avere un peso. 

Questo voto va rappresentato! 
Noi continueremo a farlo da Bruxelles alla Puglia, alla Basilicata, passando da Roma.
La nostra battaglia per un futuro migliore e pulito non si fermerà certo dinanzi all'ostruzionismo demagogico e servo di un Renzi qualunque.
Anzi, questa battaglia trova nuova linfa.Quella che arriva dai 70mila tarantini, ad esempio. La città dove l'attualesindaco è stato eletto tra 75mila votanti su 180mila aventi diritto. Dove il referendum 2011 registrò il 49% di affluenza. E dove, alle regionali 2015, voto' appena la metà del corpo elettorale.

Ieri, 70mila tarantini sono andati ai seggi e hanno lanciato un segnale.

RIPARTIAMO DA QUI!
RIPRENDIAMOCI LA CITTA’, SALVIAMOLA DALLA LOGICA DELL’AFFARISMO SENZA FUTURO!

La città simbolo della vertenza per l’ambiente, il lavoro e la salute, ieri si è espressa più di quanto il Pd e i suoi accoliti immaginassero: 43%.  
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Taranto è TRA I SIMBOLI di un Paese che ha spedito un messaggio importante dai seggi: 70mila persone si sono espresse sulle trivelle anche per dire BASTA all’arroganza del doverno dei decreti salva Ilva e delle vane promesse.


Insomma, i dati sull’affluenza contestualizzati in questo periodo storico del NON VOTO spaventano il sistema dei partiti.
Faranno finta di nulla, abbasseranno i toni… ma non serve.

Taranto, la Puglia e la Basilicata (regione che ha superato il quorum in pieno scandalo politico-affartistico, regione che evidentemente si ribella alle trivelle e ai veleni)  hanno trascinato quel si' che se avesse incontrato sul campo il suo avversario naturale, il fronte del no, oggi commenteremmo come una vittoria schiacciante.  

Ma hanno preferito astenersi. Il Pd e Renzi hanno preferito non giocare per non perdere. E credere di aver vinto.
Infine, Emiliano. Il governatore ha caricato di significato politico questo referendum.
Ma a noi la sua guerra personale e partitica ingaggiata con Renzi non riguarda. Non ci interessano le loro dispute di segreteria. Emiliano si dia una mossa: lasci stare i giochetti di partito e difenda le istanze dei pugliesi. Blocchi il progetto Tempa Rossa, alzi la voce sulla vicenda Ilva, magari palesando una posizione ferma e coerente.
Tuteli i tarantini, si concentri sulla regione.  

 

“Il referendum è, per antonomasia, lo strumento di consultazione popolare sul quale nessuno può immaginare di interpretare o costruire leadership personali. È stato sbagliato viverlo così sin dall’inizio, perseverare ancora anche sul risultato sarebbe un doppio errore: evitiamo di fare altri danni”. Lo dichiara il senatore Dario Stefàno, presidente del Movimento la Puglia in Più.

 

“È stato un errore a monte – spiega Stefàno – assecondando interpretazioni personali, vivere la battaglia referendaria come un braccio di ferro fra leader, come un’occasione per misurarsi. Ancor più sbagliato sarebbe se si perseverasse oggi, utilizzando l’esito del referendum come terreno di scontro, come la rivendicazione di un risultato personale".

 

" Il 30% del referendum benché lontano dal quorum - conclude Stefàno -  ha espresso una sensibilità diffusa, e anche politicamente trasversale, che poco si presta a utilizzi strumentali che, peraltro, rischierebbero di ripercuotersi anche sulla Puglia. D’altro canto, quello stesso 30% non può essere ignorato dal presidente Renzi ma, al contrario, tenuto dentro il disegno di politiche di governo innovative, nell’ottica di una politica energetica nuova di cui il nostro Paese ha urgente necessità. Basta bracci di ferro inutili e dannosi”. 

“Preso atto del mancato raggiungimento del quorum, non posso che essere soddisfatto dei dati dell'affluenza in diocesi. Sappiamo bene che gli elettori sono sempre meno inclini ad esercitare il diritto di voto; questa però è stata l'occasione per  sensibilizzare le persone su temi di grande importanza per la vita della nostra comunità e per approfondire il messaggio di papa Francesco sulla cura della casa comune nell'enciclica Laudato Si".

Così mons. Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto, all'indomani del responso elettorale del referendum sulle trivelle. Nonostante il quorum non raggiunto abbia, di fatto, disinnescato l'afflato ecologista, mons. Santoro sottolinea come "non si intraprendono solo le battaglie che si è sicuri di vincere,  ma anche quelle che ci sentiamo impegnati a perseguire per un obiettivo nobile, qual è la difesa del nostro mare e del bene comune. Rispettiamo il valore del gioco democratico e del suo responso e, allo stesso tempo, auspichiamo con ancora più forza un diverso modello di sviluppo in cui l'economia sia al servizio della persona e la terra, il mare e l'aria perché siano custodite per mezzo del lavoro umano e non depredate dalla logica del puro guadagno".

Secondo l'alto prelato, adesso "diventa ancora più urgente per la nostra arcidiocesi e proprio per tutti sostenere a fondo, soprattutto tra i giovani, il cammino di una vera "conversione ecologica" per essere "custodi dell'opera di Dio" come ci chiede papa Francesco".

Non siamo a un punto di arrivo,  ma ripartiamo per un affascinante cammino”.

“Taranto non diventi Bagnoli2” - il Segretario Generale della Fim Cisl Marco Bentivogli riporta l’attenzione sulla siderurgia italiana e la questione ambientale con un lungo intervento sulle pagine dell’Unità ripercorrendo la storia delle due aree industriali di Bagnoli e Taranto.
 
“Taranto e Bagnoli – dice il sindacalista - hanno molti punti in comune: sono nel Sud e sono aree a grave rischio ambientale -  Bagnoli,  dice è stato  capolavoro del benaltrismo italiano che ha portato un’area ad alto impatto ambientale ad un deserto di inquinamento, camorra e disoccupazione.  Dopo 28 anni, fatti di mille piani di riqualificazione dell’area, finalmente la scorsa settimana si arriva ad un piano. Una sfida in cui le istituzioni devono saper collaborare, a tutti i livelli e non ricercare visibilità nello scontro e nella polemica che in Italia distrugge tutte le speranze. A fronte dell’iniziativa del Governo,  dopo 28 anni di disimpegno, precisa il sindacalista - il sindaco di Napoli - come hanno fatto anche molti politici tarantini – non ha saputo fare altro, purtroppo, che replicare questo vecchio schema.  È una questione di cultura istituzionale – precisa -  le istituzioni, anche locali, hanno non la facoltà, ma il dovere di gestire i problemi e trovare le soluzioni.  Mi sono stufato - dice Bentivogli - di trovarmi in tutte le vertenze industriali, le istituzioni locali che ci appoggiano con posizioni oltranziste, dimenticando che spesso la loro azione  è stata la concausa di molte crisi.
Anche a Taranto dal 1971 – scrive Bentivolgi - si manifesta per l’ambiente. Uno scontro che, diversamente dal resto del mondo, ha dato visibilità ai contendenti e fatto litigare ambiente e acciaio a spese di lavoratori e cittadini.  Per questo abbiamo sostenuto, come avviene in tutto il mondo, che va responsabilizzato chi ha prodotto inquinando senza far pagare le persone oltre che con l’inquinamento con la disoccupazione.
Ecco - conclude nel suo intervento il sindacalista - Bagnoli e Taranto hanno in comune: una classe politica locale golosa di contrapposizioni perché è l’unico paravento alla loro irresponsabilità di gestione, perché nasconde quanto avrebbero dovuto fare e non hanno mai saputo né voluto fare.
Dopo anni in cui le regole del Patto di stabilità interno hanno fortemente limitato la capacità di investimento degli enti locali, determinando una fortissima riduzione della spesa in conto capitale delle Amministrazioni del territorio, gli investimenti in opere pubbliche tornano, finalmente, ad essere possibili.
 
Nei giorni scorsi l’ANCE Taranto ha scritto a tutti i Sindaci dei Comuni ionici per evidenziare l’opportunità che oggi è offerta dal superamento del patto di stabilità, avvenuto con la manovra di finanza pubblica 2016, creando le condizioni per sbloccare gli investimenti in opere pubbliche.
 
Il passaggio al pareggio di bilancio pone fine, infatti, a un meccanismo contabile che, introducendo vincoli ottusi e impedendo alle amministrazioni di spendere le risorse disponibili in cassa, ha ostacolato la realizzazione di interventi utili per tutto il territorio.
 
Spetta quindi ora ai Sindaci il compito di decidere, nel bilancio di previsione che sarà adottato entro il prossimo 30 aprile, come sfruttare i nuovi margini finanziari aperti dalla riforma investendo nel territorio e pagando le imprese.
 
Una decisione importante che deve favorire quelle scelte in grado di rimettere in moto il settore delle costruzioni, duramente penalizzato da anni di blocco della spesa, e migliorare la competitività del territorio.
 
Dopo anni di battaglie e denunce sugli effetti distorsivi e dannosi del patto di stabilità, che hanno visto impegnate a livello nazionale Ance e Anci, è stato dunque raggiunto un importante risultato, ma adesso bisogna dimostrare di saper vincere questa sfida.
 
Per Antonio Marinaro, Presidente di Ance Taranto, non ci sono dubbi: “le risorse che si sono liberate devono essere destinate agli investimenti e ai pagamenti alle imprese, perché solo così saremo in grado di recuperare crescita economica e occupazione. Per quanto di nostra competenza, vigileremo affinché questa occasione non vada sprecata ma siamo certi che  i nostri Sindaci sapranno cogliere l’importante opportunità che oggi si presenta dando nuovo impulso ai necessari investimenti di cui questo territorio ha assoluto bisogno”.
Mercoledì, 13 Aprile 2016 14:39

TARANTO - Cresce sempre di piu' la voglia di orto biologico

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Da anni cresce sul nostro territorio la voglia di coltivare con le proprie mani ortaggi e verdure da portare a tavola, un hobby al quale i proprietari delle ville destinano porzioni sempre più estese dei loro giardini.
Difficile quantificare quanto su questo fenomeno incida più la crisi, i più anziani ricordano gli “orti di guerra” cresciuti in ogni dove nella Seconda Guerra Mondiale, o una moda del momento, o più semplicemente il desiderio di mangiare cibi biologici e più gustosi di quelli in vendita nei supermercati, nonché la soddisfazione di portare in tavola qualcosa coltivato con le proprie mani.
Lo conferma Salvatore Maglie, responsabile di Pet Garden che ospita nel prossimo weekend la “Festa dei Fiori”: «sono diversi anni che vediamo crescere esponenzialmente la richiesta di semi e di piantine di ortaggi e verdure da parte di proprietari di ville che convertono a queste coltivazioni parte dei loro terreni, magari sul retro del giardino; in tanti chiedono consigli su come coltivarli, e non è raro che poi ci portino orgogliosi una rubiconda melanzana o una carota gigante per condividere i loro successi!».
 
La “Festa della Primavera” viene organizzata per la prima volta sul piazzale di Pet Garden, in Contrada Palumbo sulla Via per Leporano, appena fuori Talsano; con ingresso libero e gratuito, sarà aperta al pubblico dalle ore 16.00 alle ore 21.00 di venerdì 15 aprile, dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e dalle ore 16.00 alle ore 21.00 di sabato 16 aprile, e dalle ore 9.00 alle ore 13.00 di domenica 17 aprile.
Nell’area della manifestazione le organizzazioni di volontariato allestiranno un mercatino dell’artigianato locale e saranno presenti i volontari dell’Associazione “Gli amici di Spino”, attiva da anni nella protezione dei randagi, che porteranno alcuni cucciolotti per permettere ai più piccoli di “familiarizzare” con i nostri amici a quattro zampe; nell’occasione, inoltre, chi lo desidererà potrà donare qualche genere di conforto o alimenti per cani che i volontari de “Gli Amici di Spino” utilizzeranno a favore dei randagi.
 
Nell’occasione, infine, sarà presentato ai più piccoli il “nuovo arrivo” dello zoo didattico di Pet Garden: uno splendido esemplare di alpaca, un “parente stretto” del lama che vive nel Perù e nella Bolivia.
Salvatore Maglie spiega che «oltre a scivoli e giostrine per i più piccoli, a Pet Garden abbiamo realizzato uno zoo didattico in cui i bambini, oltre a poter ammirare in voliere pappagalli di ogni specie, nonché i cigni e le papere in uno stagno, potranno familiarizzare con pony, conigli, galline, maialini, asini, cavalli, arieti e un daino, tutti animali che vivono in ampi recinti; questa struttura può essere visitata gratuitamente tutti i giorni, domeniche comprese: abbiamo voluto donare a tutte le famiglie tarantine uno spazio verde in cui portare gratuitamente i loro bambini a giocare e ammirare animali che oggi vedono solo sui pc».
 

 

PREANNUCIATE ALTRA INIZIATIVE PER DOMANI 11 APRILE SOTTO IL PALAZZO DEL GOVERNO.


Scusate. Sì, vogliamo iniziare cosi, scusate.
Scusate se abbiamo alzato la voce, scusate se ci siamo arrampicati e dormito sui tetti, se abbiamo intralciato  e anche bloccato il traffico con i nostri cortei. Se abbiamo riempito i notiziari con le nostre proteste. Se abbiamo dormito, mangiato e vissuto 40 giorni in una chiesa, la nostra chiesa. Se per un po’ i giornali hanno parlato di noi nel bene e nel male.
Ma cos’altro avremmo potuto fare … Non prendiamo stipendio da 1 anno, nonostante siamo a tutti gli effetti dipendenti di una società pubblica, nata per stabilizzare lavoratori precari e finita in macerie perché amministrata malamente per favorire clientele politiche. Una società nata per svolgere TUTTI i servizi di competenza della Provincia che VOI e NOI paghiamo e continuiamo a pagare senza averne beneficio ALCUNO, visto che NON SONO ESPLETATI dalla Provincia di Taranto da 1 anno. Intanto continuiamo a PAGARE le accise e i contributi provinciali. E’ come pagare la bolletta della luce senza poter usufruire dell’energia elettrica o del gas in casa. Per esempio, continuiamo a pagare un aumento del premio dell’assicurazione auto che avrebbe dovuto favorire TARANTO ISOLAVERDE. Ma i soldi non ci sono. Vengono incassati, ma non ci sono … questo dice la nostra Provincia.
Taranto Isolaverde si poteva salvare, per esempio con un una gestione più attenta e oculata delle risorse economiche, espletando il servizio di verifica degli impianti termici che il Comune di Taranto aveva trasferito alla Provincia. Ma tutte le opportunità di salvare tanti posti di lavoro sono state vanificate da burocrazia, incompetenza, pigrizia e, a pensar male, anche dalla furbizia dei nostri politici e amministratori.
Avremmo dovuto essere licenziati il 26 novembre 2015. Ma ci fu offerta una speranza. Se il Governo avesse finanziato il Palazzo degli Uffici con fondi Cis, i fondi accantonati dall’Ente Provincia per questo scopo, con un atto di volontà politica, sarebbero stati svincolati e destinati a far uscire la società dalla liquidazione. Questo avrebbe permesso all’azienda di accedere a fondi regionali destinati alla nostra formazione e riqualificazione, nonché alla formulazione di progetti destinati a dare lavoro a 231 dipendenti e serenità alle loro famiglie. Con questa prospettiva, nonostante otto mensilità  non pagate, abbiamo accettato una sospensione non retribuita dal lavoro che non prevedeva neanche il versamento dei contributi previdenziali. Qualunque sacrificio, pur di salvare il posto di lavoro.
Il 5 aprile la presa in carico del restauro del palazzo degli Uffici con i fondi Cis si è finalmente concretizzata, ma la Provincia ha adottato un atteggiamento pretestuoso. Non basta più un impegno da parte del Cis, espresso attraverso il verbale della seduta e che dovrebbe arrivare entro pochissimi giorni. Adesso si richiede anche un trasferimento di risorse economiche che si sapeva già in partenza che non sarebbe arrivato in tempi brevi, sicuramente non nei tempi strettissimi che servono per salvare 231 posti di lavoro.
Al Comune di Taranto, coinvolto nel restauro del Palazzo degli Uffici in maniera ben più impegnativa della Provincia, è bastato quanto è stato detto nel corso della seduta per assumere impegni relativi alla messa in sicurezza del Palazzo e la riparazione del tetto. Invece, la Provincia  vuole la “CARTUCCELLA”, come la chiama il nostro Presidente.
Il parlamentare jonico di maggioranza Ludovico Vico, che con Donatella Duranti si è molto adoperato affinchè il Cis assumesse l’onere del restauro, messo al corrente delle difficoltà messe in campo dal presidente della Provincia è intervenuto al tavolo tecnico ed ha fornito un qualificato contributo chiarificatore e a nostro parere dirimente. I dirigenti della provincia devono assumersi la responsabilità e fare gli atti sulla base di quanto detto nella seduta del 5 aprile. Il verbale della seduta arriverà a giorni e può essere il punto da cui partire per predisporre gli atti per consentire l’uscita di Isolaverde dallo stato di liquidazione. Come promesso dal presidente Tamburano. Solo così la società avrà accesso ai fondi regionali per la formazione e per i progetti. Solo così si salveranno tutti i lavoratori. USANDO I SOLDI CHE CI SONO GIÀ E CHE DEVONO ESSERE SVINCOLATI SULLA BASE DEL VERBALE DEL CIS CHE ARRIVERÀ A GIORNI.
La nostra domanda ora è; “CHI DEVE CHIEDERE SCUSA ALLA CITTA’ OLTRE NOI?”

LUNEDI 11 APRILE ALLE ORE 9.00 ASSEDIO DI TUTTI I LAVORATORI DI TARANTO ISOLAVERDE AL PALAZZO DELL'ENTE PROVINCIA DI TARANTO.
 TARANTO NON PUÒ PERDERE ALTRI 231 POSTI DI LAVORO
LA CITTADINANZA È INVITATA A PARTECIPARE E A COMPRENDERE E TOLLERARE L'ENNESIMO DISAGIO CHE SI POTREBBE CREARE


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