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Giornale di Taranto - Artigianato, Commercio & Agricoltura
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Un successo di pubblico, di critica, di stile, di eleganza, di internazionalità alla 7^ edizione della manifestazione.

 

 

Grande successo per il Premio Moda “Città dei Sassi”, sensualità, passione, originalità, internazionalità nel segno dello stile e dell’eleganza, questi gli elementi che hanno caratterizzato la settima edizione del Concorso Internazionale per Stilisti dell’Alta Moda.Lo scopo del concorso èdi individuare, valorizzare e premiare creativi, designers per scoprire stilisti emergenti e/o di professionisti nel campo della moda femminile e di valorizzarne il talento nella splendida  cornice dei  “Sassi” di Matera (Patrimonio Unesco dell’Umanità e Capitale Europea della Cultura 2019).

La manifestazione, organizzata dalla Publimusic.com di Sabrina Gallitto con il patrocinio della Regione Basilicata, delComune di Matera, della Provincia di Matera, dell’APT Azienda di Promozione Turistica della Basilicata, del Comitato Matera 2019, del CNA-Federmoda, della Lucana Film Commission con la direzione artistica di Enzo Centonze, direttore format Paolo Fumarulo,  coreografie e regia di Stefania Coralluzzo, scenografie Marianna Coretti, coordinatore musicale Vincenzo Scasciamacchia, ufficio stampa Nicola Altomonte, assistenteIleana Mazzei, media partnersAgon Channel e Collezioni Haute Couture, testata di riferimento nel settore da circa trent’anni,è stata presentata dallaconduttrice televisivae showgirlVeronica Maya e si è svolta nella splendida Piazza San Francesco d’Assisi di Matera.

Otto i concorrenti in gara: Johanth Chacon, Stefano Montarone  e Carlo Cecchini,  Luca Tomassoli, Andrea Perrino, Bruno Jaison, Daniele Desiati, Annalisa Di Lazzaro, Priscilla Aceti.

Vincitore della settima edizione del Premio Moda “Città dei Sassi” è stato lo stilista tarantino Daniele Desiati  al quale è stato riconosciuto anche il Premio della Critica e  ilPremio Speciale “Collezioni Haute Couture” consegnatodall’executive fashion editorDina De Fina che l’ha scelto per “il sofisticato connubio tra sperimentazione e tradizione sartoriale, la couture contemporanea è il nuovo e la tradizione insieme, e Daniele ha dimostrato che tale simbiosi è possibile”

Il Premio Moda al Cinema, dedicato quest’anno all’attrice Anita Ekberg icona del cinema e dello stile nel mondo e il Premio Moda “Matera 2019” è stato assegnato allo stilista venezuelano Johanth Chacon.

Ha ricevuto il Premio alla Carriera la giornalista storica di Rai1 Paola Cacianti acuta osservatrice della moda e delle sue evoluzioni, attenta ai fenomeni economici e di costume che da più di 30 anni svolge la propria attività nel campo della moda con professionalità e passione mentre Cinzia Malvini giornalista de La7 e direttore responsabile di Book Moda ha ricevuto il Premio Speciale Giornalismo Moda per aver creduto sin dalle prime edizioni nella portata del Premio Moda “Città dei Sassi”  quale vetrina nazionale ed internazionale per la promozione del talento dei giovani stilisti.  

Altro Premio Speciale Giornalismo alla giornalista e conduttrice di origine lucana del TG Norba 24 Francesca Rodolfo per essersi distinta nel mondo del giornalismo portando il nome della Basilicata nel mondo con i suoi telegiornali.

Premio Speciale al Cinema è stato riconosciuto all’attrice di origine lucana Anna Rita Del Piano che ha saputo rappresentare l’operosità e le capacità professionale dei lucani nel mondo adoperandosi per la diffusione e la conoscenza dell’identità regionale. In tale occasione l’attrice ha presentato un mini-monologo immaginario di Fellini che parla di Matera, redatto dal giornalista e scrittore Damiano Laterza. Un lavoro molto serio, sono state sbobinate tutte le interviste a Fellini trovate in rete, le parole chiave che sono venute fuori, le più usate, sono quelle che costituiscono l’ossatura del testo; le stesse sono state riassemblate a formare un testo di senso compiuto su Matera; il lavoro è stato realizzato utilizzando come riferimento la sconfinata bibliografia critica felliniana e cercando di adattare il contenuto al pensiero del maestro, basandosi sulla psicanalisi Junghiana.

Una targa di riconoscimento alle maison Gattinoni che da oltre 70 anni della sua fondazione rappresenta stabilmente un nome di eccellenza nel panorama dell’Alta Moda Italiana e Chiara Boni per aver creato uno stile che va al di là “delle mode” per diventare linguaggio moderno del suo gusto, della sua eleganza, della sua cultura rappresentando nel mondo la vera preziosa unicità del Made in Italy

L’edizione 2015 si arricchisce di nuove e importanti collaborazioni con  l’organizzazione Russa “MKMM” (Mosca Concorso di Giovani Stilisti) . Al Premio Moda Città dei Sassi ha partecipato fuori concorso la stilista proveniente dalla Russia Ekaterina Samokhina che ha presentato “Illusion” la sua collezione primavera/estate 2015.

Ad aprire la serata con un video dedicato all’attrice Anita Ekberg tratto dal film “La Dolce Vita”, dopo la presentazione della giuria la serata è proseguita con la collezione autunno/inverno 2015-2016 de La Petite Robe di Chiara Boni, è una fotografia d’interno nella cornice di un’eleganza senza tempo. Lo stile, ispirato alla femminilità di tutte le epoche, viene tradotto nella contemporaneità delle donne.

Lo spazio poi è stato dedicato ai giovani stilisti con le sfilate dei primi concorrenti:  “L’inconnue de la Seine” il tema della collezione di Annalisa Di Lazzaro, “Costruzione del sogno”, incontro tra fluido e solido  Luca Tommasoli, “Miss Dolly” il mondo del teatro e sfarzo sovietico di Jaison Brown,  “Nature’s Beauty” collezione ispirata alla natura di Andrea Perrino, “Il Fiore della Vita” collezione ispirata all’amore dello stilista venezuelano Johanth Chacon, s’ispira all’ILVA lo stilista tarantinoDaniele Desiati, “Essenza” connubio tra magia e fantasia la collezione di Stefano Montarone e Carlo Cecchini. A chiudere la garaPriscilla Aceti con la sua collezione “Cose belle di una volta” s’ispira alla sartoria italiana.

Poi nuovamente protagonisti i veterani dell’Alta Moda con l’omaggio dello stilista di origine lucana Michele Miglionico alla città di Matera e alla Basilicata con undici outfits che si ispirano alle madonne venerate nella sua regione, già presentata una capsule collection nella precedente edizione e che vedrà la presenza dell’intera collezione all’Expo di Milano.

Il couturier ha scelto come base musicale, per narrare la terra di Basilicata, uno struggente canto dei Kailia “La Carpinese” del compositore Giovanni Chirico che offre uno spaccato vero di quella che era la società rurale nei tempi passati e mostra nella sua melodia i legami con altre culture musicali del Mediterraneo e ricca di colori ritmici, sfumature sonore che arrivano dal mare.

A fine evento si sono esibiti Federico Stefanacci (vincitore della 6^ edizione) che ha presentato una collezione dedicata alla Città di Matera designata Capitale Europea della Cultura 2019, a chiudere la serata l’eleganza e l’estro creativo della maison Gattinoni con la collezione alta moda primavera/estate 2015, firmata dal direttore creativo Guillermo Mariotto, che si ispira all’arte culinaria, una sinfonia di forme profumi e sapori 

Momento commovente è stato l’omaggio al cantautore lucano Mango scomparso recentemente seguito dalla lettura della lettera della moglie Laura Valente “Cari amici, un caro saluto a tutti e un grazie di cuore per l’omaggio che stasera avete voluto fare a Pino. Una serata dedicata alla bellezza che lui ha sempre cercato in questa vita, sia con la sua musica, sia nei piccoli gesti di tutti i giorni. C’è tanta bellezza in questa Lucania, affascinante e pura, la sua terra, le sue radici, il suo orgoglio, che è nostro! Un abbraccio a tutti”.

A decretare i vincitori una prestigiosa giuria di addetti ai lavori (giornalisti, stilisti, consulente d’immagini, associazioni di categoria ed istituzioni): La giuria composta dai creatori di moda: Chiara Boni, (stilista),Michele Miglionico(stilista),Paolo Fumarulo (stilista),dai giornalisti: Paola Cacianti (storica critica di moda, Rai1-Top Tutto quanto fa tendenza), Cinzia Malvini (LA7, Book Moda), Paola Acquati (X-Style Mediaset),   Dina De Fina (Collezioni Haute Couture),  Bea Spediacci (La7d), Veronica Timperi (Il Messaggero, Leggo),Edoardo Dé Giorgio (capo ufficio stampa della maison Gattinoni), da  Cinzia Scarciolla (direttore testata giornalistica online Aftertime.it), dai consulenti d’immagine: Nicola Acella e Antonio Riccardo, dalle associazioni di categoria: Leo Montemurro (CNA-Federmoda).

Il look delle modelle è stato curato da Cipriani & Nancy Group – Partner Ufficiale, per l’hair stylist Giampaolo Cipriani ed Enzo Estilo Di Liddo, per il make up - Partner Ufficiale Giuseppe Chiatante, entrambi concessionari dei marchi: Z One Concept e Voilà make up Diego della Palma,  le fotografie sono di Donato Cellamare, Enzo Dell’Atti, Antonio Dimita.

 

Una Matera diversa, piena di fascino e intrisa di evocazione, bellezza, lusso e internazionalità. Una eleganza, romantica e lieve, efficace per far conoscere culture diverse, per valorizzare e salvaguardare la Lucanità e il “Made in Italy” unico nel mondo.


 

 

Nella tardo pomeriggio di ieri, i Carabinieri della Stazione di Taranto Centro davano esecuzione ad un misura cautelare restrittiva, emessa dal GIP di Taranto, dott.ssa Patrizia TODISCO, su richiesta del Sost. Procuratore, dott.ssa Rosalba LOPALCO, nei confronti di un 30enne, pregiudicato, tarantino. Le indagini, avviate dagli stessi militari a seguito di una denuncia sporta dalla ex convivente dell’uomo, sono partite a fine marzo 2015, quando la donna si rivolgeva ai Carabinieri a causa dei continui maltrattamenti subiti dal suo ex, che non voleva rassegnarsi all’idea della cessazione della relazione. Pedinata, ingiuriata e picchiata, vessata  anche sul luogo di lavoro tanto da subire licenziamenti da più esercizi commerciali, l’assurda gelosia dell’uomo l’aveva costretta  a ridurre al minimo i suoi spostamenti, cessando qualsiasi relazione sociale o personale.  Le indagini facevano emergere, oltre ai maltrattamenti e alle percosse subite, anche un tentativo di violenza sessuale posto in essere dall’uomo nella prima decade del mese di aprile scorso. Con il suo arresto, per maltrattamenti e violenza sessuale, il  calvario della ragazza ha trovato finalmente una fine e potrà così riprendere una vita “normale” lontana dal terrore di essere costantemente pedinata o ancor peggio minacciata di morte. E’ imperativo e risolutivo rivolgersi alle Forze dell’Ordine quando si subiscono violenze del genere. Attualmente la donna è sostenuta e monitorata da personale dell’Arma dei Carabinieri e di un centro antiviolenza del territorio, che l’ha accolta, così come è stato fatto con numerose altre vittime di violenza, per far sì che possa iniziare una nuova vita, lontana dalla violenza che è stata costretta a subire.


 

Nell'impianto era rimasto gravemente ustionato e successivamente deceduto il giovane operaio Alessandro Morricella

 

PRESSO IL LOCALE STABILIMENTO SIDERURGICO ILVA, MILITARI DEL COMANDO PROVINCIALE CARABINIERI DI TARANTO CONGIUNTAMENTE A PERSONALE SPESAL DELL’A.S.L. DI TARANTO, HA DATO  ESECUZIONE A UN DECRETO DI SEQUESTRO PREVENTIVO D’URGENZA, SENZA FACOLTA’ D’USO, DELL’ALTOFORNO 2 “REPARTO AFO 2” IN CUI L’8 GIUGNO SCORSO, RESTAVA GRAVEMENTE FERITO L’OPERAIO MORRICELLA ALESSANDRO DECEDUTO IN BARI IN DATA 12 GIUGNO SCORSO A SEGUITO DELLE GRAVI USTIONI RIPORTATE. IL SEQUESTRO E' DERIVATO DALLA CIRCOSTANZA CHE IN ATTO LA LIBERA DISPONIBILITA’ DELL’IMPIANTO IN QUESTIONE, IN ASSENZA DELLE DOVUTE  E ADEGUATE PRECAUZIONI, IN ATTESA DI CONOSCERE LE CAUSE DELL’EVENTO ANOMALO A BASE DELL’INFORTUNIO, NONCHE’ DI QUELLI SUCCESSIVI DI MINORE ENTITA’ SEGUITI NEI GIORNI SUCCESSIVI, NEL DUBBIO DI UN MALFUNZIONAMENTO DEGLI APPARATI DI SEGNALAZIONE DI ANOMALIE, POSSA COSTITUIRE FONTE DI PERICOLO DI EVENTI E REATI ANALOGHI.


"L’incontro con i neoeletti consiglieri regionali della provincia ionica, organizzato dalla Camera di commercio di Taranto, ha costituito una prima e utilissima occasione di conoscenza e di confronto tra il mondo economico e gli esponenti della politica che nei prossimi cinque anni rappresenteranno le urgenze, i problemi, le necessità del territorio ionico in seno alla Regione Puglia. L’iniziativa dell’intera Giunta camerale ha centrato l’obiettivo: uscire dalle logiche di parte e avviare, finalmente, un percorso unitario che consenta a questo territorio di rivendicare e portare avanti con la giusta determinazione le istanze della collettività; un “Patto per Taranto”, appunto. L’incontro è stato tanto più utile perché si è svolto prima che i nuovi consiglieri comincino a svolgere, come è giusto che sia, il loro ruolo di maggioranza o di opposizione nell’Assemblea regionale e, quindi, non ha risentito di alcuna pressione politica".

Lo afferma, in una nota, il presidente provinciale di Confesercenti, Vito Lobasso secondo il quale "il percorso sarà ben più lungo e articolato, ma aver ottenuto la disponibilità e la collaborazione unanime dei consiglieri presenti alla riunione segna una nuova fase e incoraggia la Camera di commercio di Taranto a proseguire lungo questo cammino nell’esclusivo interesse della crescita e dello sviluppo del territorio ionico".  

Lobasso fa riferimento alle polemiche seguite alla riunione del 9 giugno. "All’incontro - aggiunge -  hanno partecipato tutte le categorie produttive, rappresentate nella Giunta camerale, sintesi istituzionale del mondo economico. Un luogo in cui si opera nell’interesse generale dell’economia provinciale. Il Consiglio camerale e la Giunta funzionano, infatti, secondo l’ordinamento che regola l’attività delle Camere di commercio e dovrebbe saperlo benissimo un’associazione che per anni ha guidato l’Ente camerale. Ma, forse, è più facile urlare, additare ad altri responsabilità proprie, ergersi a moralizzatori piuttosto che discutere, confrontarsi, avanzare proposte nelle sedi istituzionali. Nei consessi democratici ci sono le maggioranze e le opposizioni: chi si tira fuori, chi non partecipa, chi non svolge il proprio ruolo democraticamente non tutela i propri iscritti e non rende loro un buon servizio. Forse è questa la vera causa dell’emorragia di consensi che sta colpendo la Confcommercio di Taranto. La crisi, infatti, non può essere l’alibi per tutto, anche perché la crisi arriva da lontano ed è stata originata anche da scelte compiute in passato di cui la Confcommercio locale è corresponsabile. Ora il settore è in gravissima difficoltà, ma non basta contare le saracinesche abbassate per risolvere i problemi, occorre responsabilità e occorre, soprattutto, un territorio coeso che faccia valere con forza le sue ragioni nelle sedi istituzionali".  

"Purtroppo - prosegue Confesercenti - “nemo profeta in patria” e questo adagio sembra pensato e scritto su misura per Taranto. Di legittimi sospetti, di pregiudizi, di polemiche inutili, il territorio ionico rischia di morire. Questo è il vero pericolo. Sia chiaro: le critiche, anche le più feroci, sono utili purché abbiano senso e portino un contributo reale al dibattito. Quando, invece, sono pretestuose e faziose nel senso deteriore del termine, sono dannose e da bandire. Alcuni commenti pubblicati sulla stampa prima e dopo la riunione sono veramente paradossali e probabilmente spiegano perché i cittadini non hanno più fiducia nella politica. Per mia cultura, gli assenti hanno sempre torto, anche quando si tratta di rappresentanti della sinistra che, sottraendosi al confronto in maniera incomprensibile, sembrano comportarsi come i peggiori reazionari. Non solo. Questi stessi personaggi criticano chi tenta faticosamente di costruire una maggiore coesione sul territorio. Utilizzano un linguaggio offensivo nei confronti di chi, invece, ha ritenuto utile partecipare all’incontro, non considerando che i rappresentanti delle categorie economiche che governano la Camera di commercio e che erano presenti alla riunione sono anche cittadini ed elettori".

In chiusura un'ultima riflessione. "A molti fa difetto la coerenza visto che lanciano strali sulla Camera di commercio e su una riunione positiva sotto tutti i punti di vista, senza però brillare in tema di partecipazione vera sui problemi del nostro territorio. Forse, invece di avventurarsi in inutili prove muscolari per guadagnare un titolo sui giornali, ognuno dovrebbe occuparsi di svolgere correttamente il proprio ruolo".

 

 

 

 

 

L'opera della studentessa tra le dieci selezionate in un contest nazionale

 

Finale di anno scolastico sugli scudi per la sede manduriana del Liceo Artistico "V. Calò", unica scuola pugliese ad essersi fatta onore nella 5a edizione del prestigioso contest artistico nazionale afferente alla "Biennale ArteInsieme - Cultura e culture senza barriere" di Ancona.

L’iniziativa, promossa dal Museo Tattile Statale Omero del capoluogo marchigiano, ha visto tra le dieci opere selezionate quella di Martina Piccione, alunna della 5^D dell’indirizzo Arti Figurative. Sotto la guida del docente di riferimento, prof. Cosimo Piro, la giovane artista manduriana ha presentato al concorso una piccola scultura in tecnica mista, intitolata "Il filo rosso di Venere". Questa affermazione porta lustro al liceo manduriano, diretto dalla prof.ssa Brigida Sforza, soprattutto in ragione del fatto che il concorso era aperto anche agli universitari delle Accademie di Belle Arti.

Il contest rientra nello spirito della Biennale ArteInsieme, che «ha lo scopo di favorire l'integrazione scolastica e sociale delle persone con disabilità e di quelle svantaggiate per provenienza da culture altre e per condizione sociale». Per questo, gli artisti in concorso erano chiamati a esprimersi «sui temi della diversità nei suoi molteplici aspetti, da quelli inerenti alle situazioni di disabilità a quelle inerenti la cultura, la razza, la religione». Il regolamento, inoltre, chiedeva di trarre ispirazione dalla poetica dell’artista Giuliano Vangi, testimonial dell’evento, noto per le bellissime opere ammirabili in alcuni luoghi pubblici di Firenze e Siena, nei Musei Vaticani e nella nuova chiesa di San Giovanni Rotondo, dedicata a San Pio.

La scultura di Martina Piccione raffigura Venere, dea di amore, bellezza e fertilità, cinta da un filo rosso. Il riferimento è alla leggenda popolare di origine giapponese, secondo la quale ogni persona, dalla nascita, porta un filo rosso indistruttibile al mignolo della mano sinistra, che la lega alla propria anima gemella. Ma la Venere di Piccione ha perso le braccia e, con esse, anche l’amore.

Le dieci opere selezionate nel concorso saranno esposte sino al prossimo 23 agosto nella mostra "Frammenti d’umanità", allestita presso il Museo Tattile Statale Omero, nella


Domenica, 14 Giugno 2015 08:13

BREVI DI NERA DALLA PROVINCIA DI TARANTO.

Scritto da

 

INCENDIATA UNA MERCEDES DI UN NOTO ESPONENTE POLITICO SULLA LITORANEA SALENTINA. A STATTE SEQUESTRATA UNA DISCARICA ABUSIVA.

 

IN LIZZANO, LITORANEA SALENTINA, IGNOTI HANNO INCENDIATO 3 AUTOVETTURE (MERCEDES CLASSE E, ALFA ROMEO 147 E OPEL CORSA) PARCHGGIATE NEI PRESSI DI UNO STABILIMENTO BALNEARE. LE FIAMME, CHE HANNO DISTRUTTO COMPLETAMENTE LA MERCEDES, DI PROPRIETA’ DI UN AVVOCATO, ESPONENTE POLITICO LOCALE, NONCHE’ L’ALFA ROMEO, DANNEGGIANDO PARZIALMENTE LA TERZA VETTURA, SONO STATE DOMATE DAI VIGILI DEL FUOCO DI TARANTO INTERVENUTI SUL POSTO. NESSUN FERITO. INDAGINI IN CORSO A CURA DEI CARABINIERI DELLA LOCALE STAZIONE COAUDIUVATI DA PERSONALE DEL NOR DELLA COMPAGNIA DI MANDURIA. 

I Carabinieri della Stazione di Statte a conclusione di un’attività di controllo del territorio, finalizzata alla prevenzione e repressione reati inerenti l’inquinamento ambientale, hanno sequestrato un’area estesa circa 2000 metri quadrati, situata a ridosso del centro abitato, poiché adibita a discarica abusiva.

I militari, intervenuti sul posto, riscontravano che all’interno del sitointeressato erano stati raccolti e accantonati nel tempo diversi rifiuti speciali in plastica, legno e metallo.

Al termine degli accertamenti, la discarica è stata sottoposta a sequestro ed i due proprietari dell’appezzamento di terreno, entrambi tarantini, sono stati denunciati in s.l. alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Taranto per

il reato di gestione di rifiuti non autorizzata.

 


Domenica, 14 Giugno 2015 08:02

TARANTO/ Lo SVILUPPO delle PAROLE.

Scritto da

 

di Dante Capriulo, Consigliere Comunale e Provinciale di Taranto.

 

Il tema del futuro del nostro territorio è così importante che tutte le parole devono essere pesate. Ma

anche il silenzio rischia di essere pesante.

Non posso nascondere le mie perplessità sullo spettacolo andato in scena lo scorso 9 giugno nella

nostra città, con protagonisti i soliti noti.

Ancora più curiosità mi ha suscitato il fatto che che mentre in pompa magna in camera di commercio

erano stati chiamati i neo eletti consiglieri regionali, ospiti dell’ente camerale locale per discutere di un

“patto per lo sviluppo”, nel Palazzo di Città di Taranto si riunivano, quasi in maniera carbonara, il

Sindaco ed il Presidente della Provincia di Taranto, sottoscrivendo un documento denominato “Piano

degli interventi ed iniziative per lo sviluppo dell’area tarantina”.

Stesso tema, stesso giorno, riunioni separate e credo anche un po concorrenziali.

Quello che resta a noi è il solito profluvio di parole, in gran parte più volte già ascoltate.

Il problema vero è che tutti i soggetti promotori (Sindaco, Presidente della Provincia, Presidente della

Camera di Commercio, etc.) governano (con straordinari poteri) i rispettivi enti da molto tempo, con

risultati non certo entusiasmanti per il nostro territorio.

Dovrebbero, ognuno per la loro parte, rispondere delle cose concrete fatte, più che elencare le solite

stereotipate promesse:

il Comune è sostanzialmente da anni paralizzato sui temi dello sviluppo: da quello produttivo a

quello commerciale, da quello urbanistico a quello turistico; si procede con “stop and go”,

rincorrendo scadenze e suggerimenti più che con idee originali;

la Provincia è oramai al collasso, gestita unicamente per spartire poltrone e potere, con promesse

ventilate e con la scandalosa parentopoli delle partecipate, e con l’incapacità di risolvere anche i

problemi minimi (importanti opere pubbliche da completare, scuole, strade, etc.);

La camera di commercio locale, che dovrebbe svolgere (per attribuzione di legge) funzioni di

supporto e di promozione degli interessi generali delle imprese e delle economie locali, a Taranto è

apparsa più come un soggetto dedito a lotte interne di potere, ricerche di ruolo, autoattribuzioni

di attività e poche vere iniziative di sviluppo.

In mezzo la città e la provincia, con i suoi drammatici problemi: l’ambiente non risanato, il lavoro che

manca e se ne va, le opportunità che si perdono, i servizi che non funzionano, la scarsa qualità della

vita

Perciò mi sento di suggerire ai protagonisti del 9 giugno, di proferire meno parole e promesse e di

impegnarsi a far funzionare meglio e bene i rispettivi enti governati.

Abbiamo bisogno di fatti ed azioni concrete, di cambiamento, di idee nuove e vincenti, non delle solite

PAROLE sullo sviluppo, promesso ma ad oggi mancato.

 

 


 

 

Ci sarà anche un pezzo di Salento al prossimo Vinexpo,  l’attesissima biennale dei vini di  Bordeaux, che da domani al 18 giugno riunirà il mondo del wine business. Produttori, importatori, rappresentanti, sommelier e giornalisti si incontreranno in quella che è considerata una vetrina globale di enorme prestigio.  A rappresentare la Puglia e il Salento sarà “Oro di Emèra”, Primitivo di Manduria  DOP prodotto da Tenute Eméra, fresco di medaglia d’argento all’ultimo Concours Mondial de Bruxelles, che sarà protagonista del “wine tasting” in programma lunedì 15 giugno.  

“Il Primitivo di Manduria  - sottolinea il patron Claudio Quarta - ancora una volta porterà nel mondo, è il caso di dire vista la portata dell’evento che nel 2013 ha registrato 49.000 visitatori e la presenza di 44 Nazioni, l’orgoglio e la qualità dell’enologia pugliese. Siamo felici di contribuire anche noi con uno dei nostri vini di punta, che racchiude il carattere di uno dei vitigni autoctoni che identifica la Puglia in tutto il mondo”.

Oro di Emèrà 2013: Primitivo Di Manduria DOP, prodotto a Tenute Eméra la cantina di Claudio Quarta Vignaiolo, situata nel cuore delle DOP di Manduria e Lizzano, nel tarantino. 

MEDAGLIA D’ARGENTO - CONCOURS MONDIAL DE BRUXELLES 2015 e 2014

GRANDI ESORDI – GUIDA ORO I VINI DI VERONELLI 2015

GRAN MENZIONE - VINITALY 2015

MEDAGLIA D’ORO - IWSC  (International Wine and Spirit Competition, London) 2014

MEDAGLIA DI BRONZO - DECANTER WORLD WINE AWARDS 2014


"Con profondo dolore ho appreso la notizia della morte di Alessandro Morricella, il giovane operaio Ilva ustionato dalla fuori uscita di ghisa incandescente lunedì scorso, mentre svolgeva il suo dovere, nell’altoforno 2 dello stabilimento ionico". Così mons. Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto, commenta l'evento luttuoso che ha colpito la comuinità tarantina.

"Questa mattina, durante la celebrazione eucaristica di commemorazione delle vittime del lavoro, nel cimitero di Talsano, insieme al comitato promotore “12 giugno”, al Prefetto, ai rappresentanti di Comune e Provincia e a tutti i parenti delle vittime, - aggiunge mons. Santoro - avevamo ricordato Alessandro, nella preghiera, nella speranza che Dio gli facesse vincere la battaglia più importante. Purtroppo non è stato così. Stringo paternamente a me la moglie e le due figlie, di 6 e 2 anni. Non ci sono parole che possano dare conforto ad un dolore tanto grande ma nel giorno in cui la Chiesa celebra il Sacro Cuore di Gesù, ancora una volta, come ho fatto questa mattina, voglio ricordare, nella fede, se non ci fosse Cristo, la morte avrebbe l’ultima parola e potremmo dire di aver perso i nostri cari defunti per sempre, nel nulla. Invece non è così. Loro partecipano con Cristo alla sua Redenzione. Il nostro compito, a tutti i livelli, è quello di difendere la vita, il diritto dei diritti. Chiediamo al Signore- conclude l'arcivescovo Santoro -  di illuminare in particolare le autorità competenti, perché questi fatti che ci lasciano smarriti ed addolorati, non accadano più. Non si può morire mentre si lavora. Non è giusto. Non è tollerabile. Preghiamo Dio Padre perché nella sua grande misericordia, accolga Alessandro in paradiso".

Più duro il commento di Fulvia Gravame e Alessandro Marescotti, rispettivamente portavoce di Taranto e presidente nazionale di PeaceLink. "Questi impianti - affermano con forza - vanno fermati. La Fiom - aggiungono Gravame e Marescotti - ha rilevato, dopo un sopralluogo nell'Altoforno 2 (AFO2), che gli "ugelli di raffreddamento della cosiddetta 'macchina a tappare' (MAT) risultano in avaria da diverso tempo" e che anche il sistema di regolazione della quantità necessaria di "massa a tappare" presente sulla MAT risulta "in avaria", in tal modo "determinando un errato dosaggio della stessa". Tali rilievi, ha dichiarato la Fiom, sono stati segnalati allo Spesal che ha effettuato il verbale n.223/15/RL redatto il giorno dopo l'incidente. Sarà la magistratura - concludono - a fare luce su questa terribile storia. A noi spetta oggi il compito di gridare forte: mai più!".

Alessandro Morricella, il 34enne operaio Ilva rimasto ustionato investito da un getto di ghisa fusa fuoriuscito dall'Altoforno 2, non ce l'ha fatta. Il suo cuore ha smesso di battere proprio nel girono in cui Taranto celebrava, all'interno del cimitero di Talsano, la giornata nazionale delle vittime del lavoro con una cerimonia alla quale sono intervenuti in tanti - dai familiari delle vittime, alle istituzioni, alla Chiesa con la messa officiata dall'arcivescovo Filippo Santoro.

Alessandro si è spento nel Policlino di Bari, dove era ricoverato da lunedì scorso quando, mentre era in servizio nell'Afo2, è stato investito, come detto, da un getto di ghisa. L'epilogo dopo un consulto, cui i familairi avevavo sottoposto Alessandro, con un luminare il quale, però, non ha potuto far altro che constatare la drammaticità e la disperazione della situazione dal momento che, a quanto pare, molti organi interni risultavano irrimediabilmente compromessi.

All'interno dello stabilimento la tensione è tornata ad essere altissima con sindacati e operai sul piede di guerra. Come nel settembre di dieci anni fa quando, nel giro di cinque giorni, si registrarono tre incidenti uno dei quali mortali. Come nel caso del 25enne, Luigi Di Leo, rimasto vittima, secondo una icostruzione fornita allora dalle organizzazioni sindacali, nel Deposito bramme 1: Di Leo aveva concluso il suo turno di lavoro e stava attraversando il capannone per recarsi a timbrare per l'uscita, quando si sono scontrati due carri-ponte che trasportavano bramme. Una trave, cadendo da uno dei carri lo ha investito in pieno uccidendolo sul colpo. Nei precedenti erano rimasti feriti altri due operai. Il primo riportò ustioni di secondo e terzo grado all'addome e alle gambe, l'altro rimasse ferito alla gamba destra mentre tagliava un rotolo di lamiera da otto millimetri. E come non dimenticare la morte di Francesco Zaccaria il cui corpo, privo di vita, fu ritrovato dopo giorni e giorni di ricerca sui fondali antistanti il molo all'interno della cabina della gru, sulla quale si trovava, spazzata via come un fuscello dal tornado abbattutosi nella zona di Statte e dell'Ilva il 28 novembre del 2012.

Ma la lista delle morti sul lavoro all'inetrno dell'Ilva è lunga da dipanare. "La speranza", ha detto l'arcivescovo durante l'omelia recitata nella cappella del cimitero di Talsano in oaccasione della Giornata delel vittime sul lavoro e quando ancora il povero Alessandro era in vita, è che "non si ripetano più gravi fatti sul lavoro" sottolineando poi "come continui a fare più notizia il calo di due punti percentuali in Borsa piuttosto che la vita immolata sul posto di lavoro".

Ieri, intanto, era previsto l’arrivo nel siderurgico di un tecnico tedesco incaricato sia di esaminare l’altoforno 2, per chiarire i motivi dell’incidente, sia di assistere l’azienda nell’attuazione delle prescrizioni dello Spesal.

"Vogliamo che sia fatta chiarezza sulla dinamica di questo incidente mortale, affinché non si ripeta mai più", è stato il tempestivo commento di Marco Bentivogli, segretario generale della Fim-Cisl, il quale ha anche sottolineato come tutti i metalmeccanici della Fim Cisl "si stringono attorno alla sua famiglia ed esprimono il più profondo cordoglio".

Più laconico il comunicato sampa diffuso dall'Ilva: "L'azienda, che ha aperto anche un'indagine interna, - si legge - sta collaborando con la magistratura per accertare le cause dell'incidente".

Ad esprimere "il più turbato cordoglio" sono anche i segretari generali della Cisl di Taranto e Brindisi e di Puglia e Basilicata, Daniela Fumarola e Giulio Colecchia. "A nome di tutta la Cisl - scrivono - siamo vicini alla famiglia di Alessandro Morricella, vittima dell’incidente sul lavoro che si è consumato lunedì scorso all’Altoforno 2 dell’Ilva e che oggi ha dato un profondo dolore ai lavoratori del siderurgico. Il verificarsi di tragici incidenti come questo, . aggiungono - ci chiama ad interrogarci nuovamente sulle condizioni di sicurezza dei lavoratori e sulla cultura della prevenzione che non ha ancora raggiunto un livello di efficacia, consapevolezza e condivisione sufficiente ad evitare dolorosi drammi come quello che ha colpito la famiglia di Alessandro. Bisogna - concludono - intensificare le azioni preventive e quelle di controllo perché ancora una volta, vogliamo ribadirlo, la vita umana non è un fattore della produzione ma un patrimonio e un valore umano insostituibile e non commerciabile".
 

Alla moglie e ai due bimbi di 6 e 2 anni, le condoglianze e l'abbraccio forte della redazione del Giornale di Taranto.com

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