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Giornale di Taranto - Economia, Lavoro & Industria
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Economia, Lavoro & Industria

Economia, Lavoro & Industria (1923)

Tutto pronto per l’arrivo a Taranto martedì 2 dicembre della segretaria nazionale della Cgil, Susanna Camusso. Il leader della Cgil giunge nella provincia tarantina alla vigilia del grande sciopero generale che si terrà il 12 dicembre e per ascoltare dalla viva voce dei protagonisti il difficile momento che sta attraversando il mondo del lavoro anche nel territorio ionico. "Una iniziativa pensata e voluta come un racconto corale del disagio di giovani e anziani, disoccupati e precari", spiega Giuseppe Massafra, segretario generale della Cgil ionica.

L’arrivo della Camusso è previsto per la prima mattinata, alle 9.30 quando darà il via ai lavori dell’assemblea che si terrà nel cinema teatro Orfeo in via Pitagora a Taranto. Prima dell’incontro, però, il leader della Cgil sarà dalle 7.00 alle 9.00 in Ilva. Qui, nella sede del Consiglio di fabbrica, terrà una assemblea destinata ai lavoratori del siderurgico. All’incontro con i lavoratori sarà presente anche il segretario nazionale della Uil, Guglielmo Loy. 

"Abbiamo chiesto a uomini e donne del nostro sindacato di raccontarlo il loro rapporto con il lavoro, sempre meno stabile, sempre più precario e a rischio – dice Massafra – così la nostra segretaria nazionale sarà accolta da loro, da quelle vicende umane e sociali che attraversando tanti luoghi di lavoro, da quello nei campi, passando per una banca, e finendo al cosiddetto posto fisso fino alla cassa integrazione o il contratto a progetto, spiegano come una riforma seria non si possa fare affossando ancora di più vite al limite".

Da qui il titolo dell’iniziativa: “Lavori (amo) per i diritti di tutti”, con un richiamo sibillino al rischio di un ulteriore impoverimento dei diritti proposto del Job Acts di Renzi. Nel corso dell’assemblea ci sarà anche spazio per il teatro sociale con la messa in scena di un estratto breve dell’ultimo lavoro del regista Gaetano Colella “Capatosta”. In scena anche in questo caso generazioni e storie di lavoro a confronto con gli attori Andrea Simonetti e Enrico Messina.

Prevista anche la relazione del segretario Massafra. Le conclusioni saranno affidate ovviamente all’intervento della segretaria nazionale, Susanna Camusso.

"C'è gente che sfrutta la crisi dell'acciaio soltanto per fare campagna elettorale, senza avere la minima idea delle ripercussioni sociali ed occupazionali che sta provocando nei nostri territori. Siamo rimaste stupite e scioccate da quanto successo in questi giorni durante la Plenaria di Strasburgo: mentre un europarlamentare socialista francese (Eduard Martin) annuncia la visita all'AST di Terni e all'Ilva di Taranto, due luoghi del quale probabilmente ignora persino le coordinate geografiche, alcuni gruppi politici fanno a gara a prendersi meriti per aver sollevato la questione al Parlamento Europeo".

Lo affermano in una nota le europarlamentari del Movimento 5 Stelle, Laura Agea, e Rosa D'Amato.

"Premesso che l'AST di Terni e l'Ilva di Taranto sono due casi completamente diversi che non possono essere accumunati da un'unica soluzione, a questo punto riteniamo doveroso fare alcune precisazioni - continuano le eurodeputate pentastellate - É il Movimento 5 Stelle che ha chiesto ed ottenuto che la discussione sulla crisi dell'acciaio europeo non venisse affrontata soltanto dal punto di vista delle aziende e delle multinazionali, ma anche e soprattutto dal punto di vista ambientale e dei lavoratori, le prime persone da tutelare in casi gravi e drammatici come questi".

"Infine, sempre il Movimento 5 Stelle, ha chiesto ed ottenuto che alla discussione seguisse una proposta di risoluzione, che sarà votata a dicembre durante la prossima seduta Plenaria del Parlamento Europeo, per fare seguire fatti concreti e alle solite belle parole infarcite di vuota retorica" - concludono Agea e D'Amato. 

 

La categoria autotrasporto dello Sna Casartigiani Taranto ha deciso da lunedì 24 a venerdì 28 novembre il fermo dei propri mezzi con sit-in di protesta agli ingressi del porto di Taranto, con presidio principale presso l’ingresso del molo polisettoriale, dove la categoria distribuirà dei volantini con le motivazioni del fermo e le proprie richieste.

"Ricordiamo - spiega lo Sna Casartigiani - che tutto ciò a causa dello stato precario, economico di lavoro che gli imprenditori del settore stanno vivendo dopo la decisione di Tct- Evergreen di bloccare i traffici locali, motivando la stessa per gli imminenti lavori di dragaggio e per la  ristrutturazione delle banchine".

La questione, ampiamente discussa sui vari tavoli istituzionali locali, è giunta, ormai, a una situazione di non sopportabilità, che costringe le aziende del territorio, stanche, senza commesse e senza lavoro a rivendicare "il proprio diritto di sopravvivenza. Le nostre richieste - spiega Casartigiani - sono il coinvolgimento diretto della categoia ai tavoli istituzionali ministeriali  dove tutte le parti interessate siano coinvolte. La cassa integrazione per tutti i dipendenti del settore. La moratoria dei debiti fiscali e previdenziali delle aziende. Il nostro interesse è ottenere risposte serie, precise e trasparenti, sul futuro del porto di Taranto, al fine di salvaguardare le nostre aziende, famiglie e dipendenti. Inoltre - conclude Casartigiani - la categoria ha apprezzato lo sforzo dell’Autorità portuale di trovare una soluzione alla vertenza proponendo l’affido temporaneo del molo San Cataldo al fine di garantire il traffico locale di container ma gli autotrasportatori tarantini hanno chiesto la verifica della fattibilità tramite la costituzione urgente di un tavolo tecnico presso l’Autorità portuale con tutte le rappresentanze interessate alla questione". 

Puntare su una decisa semplificazione delle procedure di affidamento per accelerare la spesa ed aprire subito i cantieri; promuovere l’adozione di procedure, criteri e soluzioni in grado di sostenere la più ampia e qualificata partecipazione del sistema locale delle imprese alle opportunità offerte dall’amministrazione; contrastare il massimo ribasso ed le sue degenerazioni economiche e sociali; puntare sul partenariato e sulla collaborazione tra pubblico e privato, stimolando la capacità propositiva, progettuale e finanziaria, delle imprese; perseguire una piena cultura della legalità, a partire dalla garanzia del pieno rispetto della disciplina legislativa in materia di lavoro e di regolarità contributiva.

Sono questi i capisaldi di un'articolata proposta che l'Ance Taranto ha avanzato al presidente della Provincia, Martino Tamburrano, all'indomani dell'approvazione del piano triennale delle opere pubbliche. Un piano che Ance Taranto giudica positivo perchè, spiega il presidente Antonio Marinaro, segna il riavvio di un’azione amministrativa da parte di un ente che, anche a seguito della riforma, continua a tenere al centro delle proprie funzioni ed attenzioni le infrastrutture per la modernizzazione e riqualificazione del territorio. La capacità di spesa - aggiunge - qualifica un ente pubblico soprattutto in un territorio che conosce da anni una paralisi defatigante nel settore degli appalti, paralisi che naturalmente condiziona la vita economica del territorio. Dalla Provincia di Taranto si hanno notizie che riguardano la programmazione delle stesse opere pubbliche e la stessa programmazione deve mirare a eliminare quegli intoppi e quelle incertezze amministrative che spesso hanno inficiato anche le migliori intenzioni di ripresa".

Si apre, ora, la fase dell’attuazione e "come Ance - sottolinea Antonio Marinaro - abbiamo esigenze da rappresentare e proposte operative da portare all’attenzione dell’amministrazione provinciale per far sì che si possa sostenere il nostro sistema di imprese e si possa costruire - conclude - insieme un sistema locale degli appalti improntato ai principi di legalità e trasparenza, semplificazione, massima partecipazione delle imprese, qualità ed orientamento all’innovazione".

Gli autotrasportatori dello Sna Casartigiani Taranto hanno protestato, nei giorni scorsi, davanti alla Prefettura di Taranto per chiedere al prefetto Guidato di sensibilizzare, la presidenza del Consiglio dei ministri a prendere provvedimenti urgenti sulla risoluzione della vertenza Porto – TCT- Evergreen.

Era presente insieme agli autotrasportatori il segretario generale provinciale dell’associazione di categoria, Stefano Castronuovo, il quale ha sottolineato che "la situazione attuale della categoria  è giunta a un punto di non ritorno. Le due più importanti committenze, Ilva e porto, sono venute meno e il futuro della categoria e a rischio. Fino ad oggi - ha aggiunto Castronuovo - si è parlato solo dei 570 dipendenti diretti di TCT-Evergreen, trascurando tutto l’indotto composto da autotrasportatori, spedizionieri, agenzie marittime ecc. Un indotto che rappresenta 1000 famiglie che dal 4 dicembre, data in cui dovrebbe arrivare l’ultima nave porta contener, dopo di che se nulla varierà le nostre aziende saranno costrette al fallimento. Per questo motivo, chiediamo al governo di allargare il tavolo romano sulla vertenza anche alle rappresentanze dell’indotto che finora sono rimaste in balia delle strumentalizzazioni politiche sulla questione”.

L’agitazione della categoria nasce dallo stato economico precario  di lavoro che gli imprenditori del settore stanno vivendo dopo la  decisione di Tct- Evergreen di bloccare i traffici locali. "Non capiamo - conclude Casartigiani - quali siano le motivazioni per le quali Tct- Evergreen non voglia continuare a lavorare sul territorio. Come sappiamo, a gennaio dovrebbero iniziare finalmente i lavori al porto che, come previsto dal cronoprogramma e come comunicatoci dall’Autorità portuale, non bloccheranno contemporaneamente tutto il porto, ma si garantirà l’uso di alcune parti indispensabili per lo scarico dei container, cosi salvaguardando il trasporto locale essenziale per l’economia locale".

La Prefettura ha accolto le istanze degli autotrasportatori di Sna Casartigiani impegnandosi ad inviarle al Governo.

"Speriamo - ha aggiunto ancora Castronuovo - che entro pochi giorni il governo attui una soluzione seria alla problematica ma, in attesa di tutti gli iter burocratici, le aziende non posso morire per questo motivo abbiamo chiesto anche la cassa integrazione per tutti i dipendenti del settore e la moratoria dei debiti fiscali e previdenziali delle aziende. Infatti, ricordiamo che le imprese di autotrasporto per mantenere le aziende, hanno dovuto indebitarsi per sostenere i costi del personale trascurando i propri contributi previdenziali. Il nostro interesse - ha poi concluso Castronuovo - è ottenere risposte serie, precise e trasparenti sul futuro del porto di Taranto, al fine di salvaguardare le nostre aziende, i dipendenti e le famiglie". 

Expo 2015 è un’occasione irripetibile per il nostro Paese. Una vetrina internazionale anche per il  territorio ionico e per le nostre imprese. Il sistema delle Camere di commercio italiane ha varato un progetto per promuovere le eccellenze italiane. Si chiama Extreme Excellence Experience ed è coordinato da Unioncamere con il patrocinio dei Ministeri delle Politiche Agricole e Forestali, dei Beni e delle Attività Culturali e  dell’Ambiente.

Il braccio operativo del progetto è la piattaforma italianqualityexperience.it su cui saranno on line più di 700.000 imprese della filiera agroalimentare. Una ribalta in cui le aziende con più informazioni verranno riconosciute come più qualificate e quindi saranno  più visibili. Si  stima, infatti che la campagna di comunicazione  raggiungerà più di 60 milioni di persone in tutto il mondo.

La piattaforma sarà operativa dal prossimo 9 dicembre (attualmente è on line la versione di lavoro finalizzata alla strutturazione dei contenuti) e conterrà informazioni anche di carattere culturale, sulle aree protette, sulle opportunità turistiche. Si tratta, insomma, di una grande occasione di promozione del made in Italy, dei territori, delle singole aziende, anche le più piccole.

In www.italianqualityexperience.itsono già state inserite tutte le aziende del settore agroalimentare regolarmente iscritte al Registro Imprese. Quelle della provincia di Taranto già presenti nel database sono circa 11mila. E’ possibile aumentare il livello di visibilità inserendo informazioni in più rispetto a quelle di tipo anagrafico del Registro Imprese: marchi, foto, import/export, certificazioni di qualità, descrizione dei prodotti.

Migliorare il proprio profilo sulla piattaforma web è facile e a costo zero. Basta andare su www.italianqualityexperience.ite inserire il codice fiscale. Al ricevimento di una mail di riscontro, sarà possibile accedere alle varie sezioni ed integrare le informazioni già presenti per promuovere attività e prodotti.

Si può accedere anche attraverso il banner dedicato sul sito della Camera di commercio di Taranto www.camcomtaranto.gov.itSi tratta di un progetto importante che proietta le imprese, i prodotti agroalimentari, la loro elevata qualità, ben oltre i confini fisici dei padiglioni dell’Expo 2015 di Milano e che costituirà una vetrina globale permanente del made in Italy. 

Una lettera che suona come l'ennesimo accorato SOS lanciato da una città ormai sul punto di naufragare e in cui il livello di tensione sociale ha raggiunto livelli che rischiano di diventare incontrollabili. E' quella che il presidente di Confindustria Taranto ha scritto al premier Matteo Renzi, ricordandogli tra l'altro l'impegno preso durante la visita-lampo ("tornerò a Taranto prima di Natale").  Al centro del dramma la vicenda Ilva, sabato al centro di un lungo incontro svoltosi in Confindustria, con parlamentari, sindacati, associazioni, assessori e consiglieri regionali, provinciali, comunali.

Al termine della riunione,  durata tre ore, è stato deciso che se non dovessero arrivare segnali nel giro di una settimana, massimo dieci giorni, si adotteranno azioni clamorose di protesta.

 

Ecco il testo integrale della lettera

Egregio Presidente,

 

non sono abituato, per scelta personale e propensione caratteriale, a drammatizzare le situazioni con cui mi rapporto nei miei percorsi di vita.

Le condizioni che riguardano Taranto in questo momento particolarissimo della sua storia sociale ed industriale, tuttavia, non mi consentono di utilizzare inutili giri di parole: ci troviamo di fronte ad un dramma che, pur annunciato, avevamo sperato di evitare.

 

Così non è stato.

 

Pur ostinandomi a credere che non sia così, la parabola Ilva sembra essere arrivata al capolinea e con essa tutte le – già nel tempo ridotte – certezze ancora in piedi.

Come lei sicuramente saprà, al momento sono in discussione gli stipendi di dicembre dei dipendenti dello stabilimento, che è poi il “polso” reale dell’attuale stato di salute del sistema siderurgico jonico. 

 

Alla luce di questo, potrà intuire la situazione-limite che vivono le aziende dell’indotto: fra crediti pregressi non riscossi dalla prima tranche del cosiddetto prestito ponte e quelli maturati successivamente, la stima complessiva dei fondi ancora da esigere arriva a quasi 50 milioni di euro.

Alcune di queste aziende hanno già deciso di fermarsi perché non ce la fanno più. E non parliamo, purtroppo, di una resa incondizionata alla situazione Ilva, che le induce a sospendere le attività ancora in essere, ma ad una resa più complessiva rispetto ai mercati ed all’immediato futuro, che non riescono più ad affrontare perché travolte da un indebitamento senza ritorno.

 

 

 

 

 

Abbiamo apprezzato l’impegno che il management Ilva ha profuso affinché quella prima tranche di risorse arrivasse in tempi certi alle aziende del nostro indotto, sfiancate da mesi di attesa, così come abbiamo apprezzato, ancor prima, l’impegno del Governo affinché si producesse il prestito; tutto questo, tuttavia, non è bastato perché inficiato da una situazione che man mano si è fatta sempre più paralizzante; da un flusso positivo che sembra aver improvvisamente interrotto la sua continuità aprendo inevitabilmente a scenari di grande incertezza e di fortissima apprensione per tutto il complesso sistema che da sempre ruota attorno all’acciaio: persone, aziende, forniture, commesse, sopravvivenze.

Come le è noto, la seconda tranche di risorse è infatti fortemente condizionata alla definizione di un acquirente, che al momento – salvo notizie dell’ultimora – rimane ancora tutta da definire; altrettanto indefinito e complesso appare l’utilizzo – se mai dovesse realizzarsi –derivante dallo sblocco disposto dalla magistratura degli 1,2 miliardi sequestrati alla famiglia Riva.

 

Ci troviamo, insomma, davanti alla cosiddetta coperta troppo corta e soprattutto a tempi oramai ridotti al lumicino, che ci impongono scelte né facili né indolori.

 

La situazione di impasse coinvolge oramai tutti: non sarebbero solo gli operai, a breve, a poter scendere in piazza, ma – come è già successo ad agosto con il nostro corteo nelle vie della città, in cui a manifestare erano gli imprenditori  - potrebbero mobilitarsi da un momento all’altro le aziende e le loro famiglie, portando le loro recriminazioni a Palazzo Chigi e dando inevitabilmente la stura ad una protesta pesante e  senza soluzione di continuità.

Certo non potremo essere noi, Confindustria, a poter gestire e controllare il corso di tali eventi, laddove dovessero manifestarsi. Potremmo, però, come già accaduto in passato, evitare che la logica del confronto salti a favore di approcci più aggressivi ed esasperati.

 

Contiamo, per far questo, anche – e soprattutto – nel suo sostegno.

Nella sua ultima visita a Taranto, in Prefettura, dove ho avuto il piacere di conoscerla, ha promesso che nella città dell’acciaio, paradigma di un’Italia produttiva capace di rialzarsi a testa alta, ci sarebbe tornato, prima di Natale.

 

 

 

 

 

Ebbene, io – noi - crediamo che quel momento sia arrivato, e per questo contiamo su un suo autorevole intervento, che accoglieremo con grande ed estremo favore.

Le risposte che questo territorio attende investono il presente ma guardano soprattutto al futuro: oggi Taranto continua ancora a chiedersi se il suo stabilimento siderurgico è realmente determinante per il Paese e – se lo è – quali saranno le azioni da porre in essere in un orizzonte temporale di medio-lungo termine, quali  le strategie da adottare affinché esca dalle secche di un passato difficile, complesso e ancora fortemente vincolante.

In attesa di una sua risposta, che auspico vivamente possa essere di segno positivo, le auguro buon lavoro e la saluto cordialmente.

 

 

 

 

                                                                             Vincenzo Cesareo

 

Il commissario straordinario del Porto di Taranto Sergio Prete in una nota stampa informa che il 7 novembre scorso è stato trasmesso il cronoprogramma delle
opere aggiornato a tutte le Pubbliche Amministrazioni firmatarie dell’Accordo
Generale per lo sviluppo dei traffici containerizzati nel porto di Taranto per eventuali
osservazioni.
Alla scadenza indicata del 12 novembre  non sono pervenute richieste di
modifiche o integrazioni al documento in esame.
In considerazione di quanto sopra, il Commissario Straordinario ha provveduto, in
data odierna, a trasmettere le schede del cronoprogramma delle opere alla Presidenza
del Consiglio dei Ministri per l’avvio della fase successiva.
Tale fase, infatti, prevede la consultazione, da parte della Presidenza del Consiglio
dei Ministri, degli operatori ai fini della condivisione del cronoprogramma medesimo
e della individuazione di un percorso congiunto per la realizzazione degli interventi e delle attività ad essi collegate.

Il nuovo commissario per gli interventi urgenti di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto, Vera Corbelli, ha incontrato  il sindaco Stefàno a Palazzo di Città per fare il punto della situazione riguardo lo stato delle attività previste dal protocollo d’intesa del 26 luglio 2012 sottoscritto dal commissario straordinario, all’epoca l’ing. Alfio Pini e, tra gli altri, dal Comune di Taranto, nella persona dell’ing. Aniello Moccia, dirigente  della direzione Lavori pubblici del Comune di Taranto.

E proprio il contenuto di quel protocollo è stato l’argomento cardine dell’incontro nel corso del quale sono state affrontate le questioni più urgenti emerse nell’ambito delle analisi e delle verifiche dei procedimenti relativi agli interventi di ambientalizzazione. Il vertice della cabina di regia e il primo cittadino, alla luce degli esiti della conversazione, si sono ritrovati in piena sintonia sulla decisione di avviare un confronto costante per una strategia più complessiva dell’area di Taranto ed hanno altresì concordato una verifica del Protocollo d’intesa al fine di facilitare la gestione delle procedure e delle risorse disponibili.

"Ho apprezzato - ha sottolineato il sindaco Stefàno - la visita del commissario e l’attenzione che riserva alla città. Questa mattina abbiamo trovato pieno accordo nell’idea di avviare una strategia d’azione complessiva sulle problematiche legate all’ambientalizzazione per trasformare un’area di criticità in un’area di soluzioni".

“Un provvedimento per disciplinare in ragione della grave situazione ambientale, sanitaria e sociale, la procedura per l’applicazione del danno ambientale, l’avvio della messa in sicurezza e delle bonifiche nel sito di Taranto nonché il rilancio delle attività economiche e occupazionali”. E’ questo il contenuto del decreto “pronto all’uso” che il leader dei Verdi Angelo Bonelli ha presentato nel corso di una conferenza stampa nella libreria Ubik di Taranto.
“Visto i governi che si sono succeduti negli ultimi anni è così rapidi nell’approvare decreti salva Ilva, al punto che si sono succeduti ben sei provvedimenti per garantire la continuità produttiva, abbiamo pensato di agevolare il compito del presidente del Consiglio Matteo Renzi e dei ministri Galletti, Guidi, Padovan e Orlando preparando un provvedimento Salva Taranto pronto all’uso che può essere immediatamente approvato dal Consiglio dei ministri”. Ha dichiarato Angelo Bonelli, leader dei Verdi e consigliere comunale a Taranto.
 
L’articolato che si compone di 6 articoli e di un allegato con interventi specifici, ripercorrendo lo schema originale dei decreti legge, articola proposte specifiche e coperture per affrontare l’emergenza sanitaria e ambientale di Taranto "superando l’economia alla diossina che si è dimostrata incompatibile con la la vita. All’art. 2 del provvedimento - ha illustrato Bonelli - è previsto il sequestro e l’utilizzo dei beni dei Riva e dei soci dell’Ilva per il danno ambientale. L’oggetto del sequestro andrebbe utilizzato per garantire con urgenza l’avvio della messa in sicurezza e delle bonifiche a Taranto e per evitare che il danno ambientale e sanitario comprometta ulteriormente territorio e salute della popolazione”.
L’art. 3, oltre a prevedere misure di defiscalizzazione e rilancio dell’agricoltura, dell’allevamento e della mitilicoltura insieme ad artigianato, turismo e commercio, tratta della “conversione economica industriale da realizzarsi - ha spiegato il leader dei Verdi - attraverso la creazione di una struttura amministrativa, “Taranto Libera” dedicata alla conversione e alla diversificazione delle attività economiche. Questa struttura entro otto mesi approverà un piano per la conversione industriale dell’area di Taranto e Statte, e con bando pubblico internazionale indicherà criteri, termini per la presentazione dei progetti d’impresa".
 
L’art. 4 descrive la composizione della struttura "Taranto Libera”, che è composta da 15 membri scelti tra persone di comprovata esperienza, autorevolezza e professionalità a livello internazionale. "All’art. 5, invece, - ha proseguito Bonelli - troviamo una misura per i lavoratori dell’Ilva, il cui lavoro viene dichiarato altamente usurante, a cui viene garantito il diritto ai prepensionamenti dopo aver esercitato un’attività lavorativa di almeno 18 anni. Mentre per chi non esercita questo diritto viene inserito nell’elenco dei lavoratori che avvieranno i progetti di bonifiche attraverso il Fondo sociale europeo”.
 
Nell’allegato al Decreto, poi, sono trattate nel dettaglio tutte le proposte per avviare una conversione ecologica di Taranto "attraverso - ha poi concluso Bonelli - la No tax area, gli interventi di bonifica e rigenerazione urbana e ambientale, la bonifica e la confisca delle aree Ilva, il recupero della città vecchia, il Fondo temporaneo di sostegno per l’agricoltura e la mitilicoltura”.
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