Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator
Preferenze sui cookie
Giornale di Taranto -
×

Attenzione

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 154

Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità la proposta di legge Firmata da Anna Rita Lemma (consigliera regionale Pd)che  contiene disposizioni per la tutela delle donne affette dall’endometriosi.
Si tratta di una iniziativa legislativa che tende a migliorare la tutela della salute e le condizioni di vita, individuali e sociali delle donne  con campagne di prevenzione; incentivare la diagnosi precoce della malattia, nonché puntare al miglioramento della qualità delle cure.
Con questa legge la Regione Puglia tende a promuovere la conoscenza della patologia e dei suoi effetti in ambito sanitario, sociale e lavorativo; riconosce l’associazionismo e le attività di volontariato svolte in ambito regionale e finalizzate a sostenere ed aiutare le donne affette da endometriosi.
È prevista la nascita di un Osservatorio regionale sull’endometriosi con il compito di raccogliere dati e statistiche sulla fenomenologia della malattia nell’ambito del territorio regionale. È anche istituito il registro regionale dell’endometriosi per la raccolta e l’analisi dei dati clinici e sociali sulla materia.
Infine è istituita la giornata regionale per la lotta all’endometriosi da celebrare il 9 marzo di ogni anno.
L’endometriosi è una malattia molto diffusa, colpisce tre milioni di donne solo in Italia, circa una su otto, ma nella fascia compresa tra i 29e i 29 anni, una donna su due ne è affetta. Nel 2005 l’endometriosi è stata riconosciuta dal Senato come patologia di interesse sociale e ad ottobre del 2012  il Governo nazionale ha incluso la malattia nelle nuove tabelle dell’Inps come causa di invalidità civile.

Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità la proposta di legge Firmata da Anna Rita Lemma (consigliera regionale Pd)che  contiene disposizioni per la tutela delle donne affette dall’endometriosi.
Si tratta di una iniziativa legislativa che tende a migliorare la tutela della salute e le condizioni di vita, individuali e sociali delle donne  con campagne di prevenzione; incentivare la diagnosi precoce della malattia, nonché puntare al miglioramento della qualità delle cure.
Con questa legge la Regione Puglia tende a promuovere la conoscenza della patologia e dei suoi effetti in ambito sanitario, sociale e lavorativo; riconosce l’associazionismo e le attività di volontariato svolte in ambito regionale e finalizzate a sostenere ed aiutare le donne affette da endometriosi.
È prevista la nascita di un Osservatorio regionale sull’endometriosi con il compito di raccogliere dati e statistiche sulla fenomenologia della malattia nell’ambito del territorio regionale. È anche istituito il registro regionale dell’endometriosi per la raccolta e l’analisi dei dati clinici e sociali sulla materia.
Infine è istituita la giornata regionale per la lotta all’endometriosi da celebrare il 9 marzo di ogni anno.
L’endometriosi è una malattia molto diffusa, colpisce tre milioni di donne solo in Italia, circa una su otto, ma nella fascia compresa tra i 29e i 29 anni, una donna su due ne è affetta. Nel 2005 l’endometriosi è stata riconosciuta dal Senato come patologia di interesse sociale e ad ottobre del 2012  il Governo nazionale ha incluso la malattia nelle nuove tabelle dell’Inps come causa di invalidità civile.

Il risultato delle elezioni provinciali consegna alla cittadinanza ionica la rappresentazione perfetta di come l'attuale segreteria provinciale abbia gestito il Partito Democratico di Taranto.
Anna Rita  Lemma attacca e chiede la testa dei vertici provinciali Pd. 

'La sconfitta di Gianfranco Lopane, candidato alla presidenza dell'ente voluto dalla base e sostenuto dalla direzione e dalla segreteria regionale del Pd - e pubblicamente dallo stesso segretario provinciale - non è la vittoria della democrazia bensì degli accordi inizialmente negati, poi annunciati, difesi e ieri sera sanciti -  Sostiene la consigliera reginale e presidente dell'assemblea pugliese del Pd - Decine di consiglieri comunali del Pd hanno TRADITO la base, gli elettori e le indicazioni della direzione regionale che aveva detto NO alle cosiddette larghe intese con il centrodestra. 

Quanto avvenuto è grave ed impone decisioni proporzionate da parte dei livelli regionali e nazionali del partito.

Chi ha scelto di votare palesemente centrodestra deve lasciare il nostro partito! - e' il monito della Lemma, che poi avvisa - 

Per quanto mi riguarda, attenderò le decisioni che Bari e Roma intenderanno assumere, mi auguro a stretto giro. Decisioni che ritengo fondamentali per la prosecuzione del mio percorso politico all'interno del Partito Democratico.

Ci sono precise e pubbliche responsabilità politiche. 

Intanto, chiedo le dimissioni del segretario provinciale Musillo e del segretario cittadino Lucarella' chiude Anna Rita Lemma.

 

'Tre ragioni per evitare un gravissimo errore.
Intervenire con urgenza' sostiene Anna Rita Lemma che ieri ha allertato il sindaco Stefano e l'assessore regionale Sasso, scrivendo direttamente al rettore Uricchio e chiedendo conto degli accadimenti delle ultime ore. 
 
'Sono tre le ragioni per le quali bisogna opporsi, e lavorare alla conseguente soluzione, ognuno per la propria parte, alla paventata sospensione a Taranto dei corsi di laurea di Fisioterapia, Scienze Infermieristiche e Tecnico della Prevenzione Ambientale - spiega la consigliera regionale del Pd - 
La prima è di carattere generale: non si può perdere un pezzo di formazione che tra l'altro, un paio di settimane fa, ha registrato la partecipazione di centinaia di studenti ai test selettivi per l'accesso ai corsi (esempio, Fisioterapia): domande e offerta universitaria, quando possibile, anche a Taranto si incontrano efficacemente.
 
 
La seconda attiene alla realtà in cui questi corsi scientifico-sanitari vengono svolti: il capoluogo ionico ha caratteristiche purtroppo peculiari in termini di emergenza ambientale i cui effetti, qualora ve ne fosse ancora bisogno, sono agevolmente leggibili dall'aggiornamento statistico reso dallo studio ministeriale “Sentieri”. Documento che, è proprio il caso di dirlo, produce la fredda e dura radiografia degli effetti dell'inquinamento sulla salute dei tarantini, bambini in primo luogo.
 
 
La terza ragione è di merito - prosegue la Lemma -  la sospensione dei corsi sarebbe la naturale conseguenza dell'assenza di fondi come si evince dalla cortese risposta, ricevuta poche ore fa dal Rettore Uricchio, all'ennesima sollecitazione inviata sul tema dopo aver ricevuto l'allarme di genitori e studenti circa la paventata deriva della vicenda.
 
Da qui, due considerazioni.
Intanto, il rispetto che si deve agli studenti e alle famiglie tarantine, utenti di un servizio formativo di eccellenza e al tempo stesso residenti di un'area che per sue caratteristiche (purtroppo, ripeto) denuncia l'oggettiva necessità di potenziare, altro che tagliare, qualsiasi quota di formazione relativa a prevenzione, diagnosi e cura.
E poi la necessità di individuare il cuore del problema per intervenire in tempo, ognuno per la propria parte: dal Governo alla Regione, passando per il Senato Accademico e il Rettorato, affinché i fondi necessari si sblocchino per essere destinati dove previsto.
 
In questo senso, a cominciare dai parlamentari del territorio, l'azione di pressione e sollecitazione si rende urgente e quantomai opportuna - continua la consigliera Pd - 
Dalle notizie raccolte nelle ultime ore, intanto, i docenti hanno confermato lo stato di agitazione e la rinuncia ai corsi per i quali, a quanto pare, non avrebbero obblighi didattici.
Tutto ciò a causa dei ritardi nei pagamenti delle somme dovute dal Politecnico, a sua volta creditore della Regione che, a sua volta, attende i fondi dal Ministero Economia e Finanze.
Una stagnazione che rischia di bloccare il percorso formativo di centinaia di studenti e di cancellare tre corsi di laurea che per Taranto, come detto, rappresentano un punto di slancio e non un capitolo di bilancio di cui fare a meno “causa assenza fondi”. O, peggio ancora, “ritardo fondi”.
 
Bisogna potenziare, altro che tagliare!
 
Senza dimenticare che si stanno spendendo soldi pubblici per la realizzazione della sede definitiva dei tre corsi “sanitari” dove un tempo c'era il cosiddetto “ospedale vecchio”, nel pieno centro di Taranto' chiude Anna Rita Lemma.
 
Contributo di ANGELO DI LEO
 
Leggi il risultato e pensi che tutto sia stato facile. 
Ripensi alla gara e capisci che nulla, proprio nulla, e' stato regalato dai padroni di casa nella valle del Sinni dove solitamente la Puglia succhia l'acqua ed oggi il Taranto si e' bevuto in tre sorsi il Francavilla.
Zero a tre, raccontera' l'archivio. Tre a zero dice il pubblico rossoblu che da oggi pomeriggio ha una ragione di piu' per dare fiducia ad un progetto calcistico che non convince sino in fondo e che ha frettolosamente scritto e riscritto la campagna abbonamenti.
Tre gol, ad ogni modo, riassumono la valanga del gioco prodotto e della tattica vincente adottata.
Certo, Picci ha dato una mano sull'1-0 sparando il rigore sul balcone della signora del palazzo di fronte... ma il Taranto la sua vittoria l'ha sudata, voluta e meritata: pressing, fuorigioco alto, fasce più mobili e soprattutto Ciarcia' ai livelli d'abitudine.
il centrocampo a tre, come auspicavamo la scorsa sertimana, ha dato suoi frutti. Marsili e Conti cuciono, Ciarcia' ha licenza di costruire, Mignogna a disposizione pochi passi in avanti, e Genchi che di mestiere agli avversari fa male.
e male ha fatto due volte, oggi, dando esempio di piede e di testa.
Bello il vantaggio di Mignogna, l'uomo dei gol da raccontare. Un mancino che sfonda di destro. Non male al termine di un'azione perfetta.
Tre a zero, insomma. con la difesa che ha accusato piccoli sbandamenti nei primi minuti e poi ha respirato, in fin dei conti, dopo il penalty sbagliato da Picci.
domenica prossima allo Iacovone arriva il Bisceglie.
Meglio procedere giorno per giorno, comunque.
Squadra tutta ancora da scoprire e forse da completare. Il Francavilla in Sinni? Non pervenuto dall'errore di Picci in poi. 
Ps. Il rigore non c'era. 

Nuove contestazioni da Taranto per il premier Matteo Renzi. Una delegazione di lavoratori del Sistema camerale tarantino (Camera di commercio, Azienda speciale Subfor, CSA Consorzio Servizi Avanzati, Unioncamere Puglia e Società di sistema) ha partecipato sabato 13 settembre alla manifestazione di protesta svoltasi presso la Fiera del Levante a Bari contro la riforma delle Camere di commercio imposta dal Governo.

"Unendosi ai dipendenti delle altre Camere pugliesi - si legge nel documento dei dipendenti del sistema camerale tarantino - e portando un messaggio unitario sintetizzato in un documento, fra molte difficoltà consegnato al Presidente del Consiglio nel corso della inaugurazione della Fiera del Levante, anche i lavoratori tarantini hanno inteso ribadire la ferma opposizione ad un disegno di riordino che di fatto smantella il Sistema camerale italiano con gravissimi rischi per il già fragile tessuto imprenditoriale, per la tutela della legalità economica e per la promozione dei territori, nonché con certe e drammatiche ricadute occupazionali. Da mesi, ormai, va avanti, nella più assoluta indifferenza del Governo Renzi, una forma di protesta pacifica dei lavoratori camerali pubblici e privati, fortemente preoccupati innanzitutto per i tagli alle entrate delle Camere di commercio previsti dal D.L. 90/2014 (legge 114/2014), poi per i contenuti del Disegno di legge delega AS 1577,  attualmente in discussione nella I commissione Affari costituzionali in Senato, che, all'art.9, propone una incomprensibile riforma priva di vere ragioni economico – funzionali ed amministrative.In particolare, con riferimento al trasferimento del Registro delle imprese al Ministero dello Sviluppo economico, che si avvarrebbe di non ben definite amministrazioni a livello territoriale, perché togliere alle Camere di commercio un registro informatico e di gestione telematica della documentazione di indubbia efficacia, efficienza e con un alto grado di innovazione? Riforma che secondo Unioncamere comporterà un abbattimento del PIL nazionale e circa 2.500 esuberi nel Sistema camerale, cifra quest'ultima sottostimata secondo i lavoratori e che, a seguito dei tagli e delle novità eventualmente introdotte con il riordino, potrebbe essere addirittura superiore. In particolare, per l'area tarantina, già fortemente provata da un tasso di disoccupazione elevatissimo, ciò significherebbe l'ennesimo incremento nel numero delle persone disoccupate e, con ogni probabilità, anche considerata l'età media, non immediatamente occupabili".

I lavoratori della Camera di commercio di Taranto ricordano che "come già fatto con un documento trasmesso al premier, al ministro Madia e agli organi di informazione in estate e come ribadito insieme all'intero sistema camerale nazionale nelle manifestazioni nazionale del 23 luglio a Roma e regionale dello scorso sabato a Bari, i lavoratori della Camera di commercio di Taranto, dell'Azienda speciale Subfor, del CSA Consorzio Servizi Avanzati, dell'Unioncamere Puglia e delle Società di sistema chiedono nuovamente al Governo Renzi di interrompere una incomprensibile "congiura del silenzio" sull'argomento ed avviare un confronto diretto con loro e con le organizzazioni sindacali finalizzato ad analizzare gli elementi critici del D.L.90/2014 e del Ddl AS 1577 e a salvaguardare i livelli occupazionali".

Di seguito il testo integrale del documento consegnato a Matteo Renzi lo scorso 13 settembre.

CAMERE DI COMMERCIO:

VALORE AGGIUNTO PER L’ECONOMIA DEL PAESE

(NO ALLA DISMISSIONE DELLE COMPETENZE SI ALLA RIORGANIZZAZIONE)

 

Il progetto governativo di riorganizzazione delle Camere di commercio previsto dall’art. 9 del disegno di legge delega AS 1577 si sostanzia in una vera e propria rottamazione del Sistema camerale.

 

Il trasferimento del registro delle imprese al MISE e la soppressione del diritto annuale danno attuazione ad un percorso incomprensibile di smantellamento di un sistema di gestione telematica e digitale eccellente per efficienza ed innovazione.

 

La riforma così come proposta dal governo avrebbe una ricaduta sul sistema camerale in termini di servizi (impossibilità di erogare un qualsivoglia servizio) e sui livelli occupazionali (licenziamenti e mobilità) andando ad incidere negativamente su un sistema economico ed occupazionale che tutti gli indicatori danno già disastroso.

 

I dipendenti del sistema cameralecondividono la necessità di una riforma incisiva (con l’obiettivo di adeguare i servizi alle imprese ed ai territori di riferimento alle nuove sfide poste dalle straordinarie trasformazioni economiche che si sono manifestate negli ultimi anni), vogliono essere protagonisti del cambiamento e chiedono una riforma che rimoduli i compiti e le funzioni da svolgere.

 

Oggi il sistema delle imprese può disporre  di un ente:

  • vicino”, aperto e prossimo al territorio, fatto di persone e professionalità;
  • veloce”, con una media dei tempi di attesa migliore in assoluto rispetto alle altre Pubbliche Amministrazioni;
  • informato ed informatizzato”, dotato di un patrimonio di dati unico. Il Registro delle Imprese è l’archivio più completo ed aggiornato della realtà produttiva italiana, il cui funzionamento è preso come modello da adottare nel resto d’Europa. Inoltre, è strumento fondamentale per la tutela della legalità del sistema economico;
  • trasparente e virtuoso”, che non grava sulla spesa pubblica (anzi, contribuisce alle entrate statali cui versa quota dei suoi risparmi oltre agli oneri sociali e fiscali) e che si èadeguato alla normativa sulla trasparenza ed a quella sulla spending review, diversamente dalla gran parte delle Amministrazioni dello Stato;
  • che investe le risorse a favore della promozionedel territorio di competenza, ad esempio finanziando i Consorzi Fidi perché prestino garanzie alle imprese per l’accesso al credito, sostenendo l’internazionalizzazione, l’innovazione e l’aggregazione del tessuto produttivo e commerciale.

 

La vera riforma del sistema camerale deve prevedere losnellimento delle governance:

  • elezione diretta degli organi da parte delle imprese;
  • un numero limitato di consiglieri;
  • indennità di funzione (abolizione o drastica riduzione)
  • gratuità degli incarichi ricoperti in rappresentanza dell’ente.

 

I dipendenti del sistema camerale propongono che vengano ridefinite funzioni e compiti, che venga privilegiata una effettiva semplificazione amministrativa e vengano potenziate le attività di supporto, orientamento ed assistenza alle imprese (servizi specialistici).

 

La competenza e la professionalità dei dipendenti del sistema camerale devono essere utilizzate per un reale rilancio dell’economia (no alla rottamazione delle conoscenze).

 

CHIEDIAMO CHE VENGANO ASCOLTATE LE ISTANZE DEI LAVORATORI E DELLE LAVORATRICI DEL SISTEMA CAMERALE E CHE VENGA AVVIATO UN CONFRONTO DIRETTO CON I LAVORATORI E LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI.

PRESTAZIONI IN DAY SERVICE : NESSUN MALATO DI CANCRO PAGHERA' IL TICHET., è quanto spiega l'ex assessore alla Sanità della Refione Puglia, Elena Gentile, rispondendo alle accuse mosse ieri dai consiglieri regionali di centrodestra. 
l'La polemica politica quando si incardina su becere e strumentali argomentazioni diventa un'arma tagliente inferta nella carne di chi soffre - sostiene - la puglia si organizza per migliorare l'offerta delle prestazioni per renderle fruibili anche negli ospedali di comunita' , abbattendo il numero di ricoveri impropri salvaguardando ovviamente i soggetti piu' fragili anche dal punto di vista della contribuzione al costo.- continua l'ex assessore - ' nel 2013 sono state effettuate 60000 prestazioni ambulatoriali di chemioterapia in puglia. nessun paziente ha dovuto sostenerne il costo perché i malati di tumore sono esenti dal pagamento del tichet. chiedano dunque scusa ai pugliesi quei consiglieri regionali che hanno procurato allarme....NON E' GIUSTO...NON SI FA COSI' POLITICA !!!' Chiude Elena Gentile sulla sua bacheca di Facebook poco fa. 
Pagina 2 di 2