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Giornale di Taranto - giornalista2

Si svolgerà  il 19 febbraio prossimo dalle 10 alle 16 nella sede  Ascom Confcommercio (viale Magna Grecia  119) un seminario di alta fomrmazione a cura di Marcello Boccardo, filosofo e coach, inventore del metodo UpToYou consulente strategico e manageriale sul tems "Comunicazione efficace" .

L'incontro è organizzato da C&D for human
resources in collaborazione con  Morena Matichecchia.
Si tratta del primo appuntamento in città nell’ambito di un programma di
eventi nell’ambito dell’alta formazione che si svilupperà nel corso del 2016.
C&D for human resources è un’azienda certificata con sede ad Olbia
che si occupa, principalmente, di formazione manageriale.Il lavori avranno inizio alle 10.
Alle 14 ci sarà l'intervento di Mario Moioli (coordinatore nazionale Promozione e Sviluppo FonARCom) su "Come puoi finanziare la formazione dek Tuo studio e delle Tue Aziende!".

 

Quindi riprenderà il seminario che si concluderà alle 16.  Marcello Boccardo concentrerà la sua attenzione su diversi aspetti della comunicazione : parola e comunicazione, funzioni della comunicazione, potere della congruenza e linguaggio del corpo, analisi dei toni e delle modalità espressive più adeguate, prestare attnzione su stessi esugli altri, prendere e mantenere l'attenzione, saper interpretare i piani di comunicazioe del nostro interlocutore, produrre fascino e suggestione.

"Non credo nella bacchetta magica-  scrive Marcello Boccardo che porta avanti con dedizione il suo slancio nel "parlare con la gente"-  Credo che ogni trasformazione necessiti di volontà, impegno e dedizione".

La quota di iscrizione al seminario è di 120 euro, chi si iscrive entro il 31 gennaio  pagherà 100 euro. Per gli interessati questa è la mail di riferimento: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Due grandi manifestazioni sono state organizzate a Taranto per protestare contro l'accorpamento della Soprintendenza di Taranto a quella di Lecce. La prima contrassegnata dallo slogan "Giù le mani dalla Soprintendenza"  si svolgerà a partire dalle 10 nella Città vecchia con partenza davanti  alle Colonne Doriche e arrivo davanti alla Soprintendenza di via Duomo. 
 
La seconda indetta da Associazioni, Club Service, cittadini per dire no all'accorpamento della Soprintendenza di Taranto a quella di Lecce. #iostoconTaranto scrivono i promotori dell'iniziativa che avrà luogo sabato 30  gennaio a partire dalle 17 con partenza da via Di Palma all'altezza dell'incrocio con via Duca degli Abruzzi e si concluderà in piazza Della Vittoria dove verrà letto il seguente manifesto.
A seguire pubblichiamo l'elenco di quanti hanno finira derito all'iniziativa
 
 
 
 
 
 
 
 
MANIFESTO DELLA COMUNITA’ TARANTINA E JONICA PER LA MODIFICA
DEL DECRETO FRANCESCHINI FINALIZZATA ALLA CONSERVAZIONE E
ISTITUZIONE DELLA SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGICA, BELLE ARTI E
PAESAGGIO
• Preso atto che nel 1907 venne istituita nella città di Taranto la Soprintendenza
agli scavi e ai musei archeologici della Puglia come risposta a precise
esigenze di tutela e presidio dell’inestimabile patrimonio archeologico, nonché
a tutela del patrimonio architettonico, paesaggistico e ambientale di Taranto e
del territorio jonico;
• tenuto conto che la scelta storica di Taranto come sede della Soprintendenza
derivò dall’assoluta preminenza dell’interesse archeologico e quindi di tutela
della città e del suo territorio jonico;
• considerato che la presenza a Taranto della sede della “Nuova
Soprintendenza” con competenza sui diversi settori della tutela (archeologia,
beni architettonici, beni artistici e storici, paesaggio) è fondamentale in un
momento in cui si avviano importanti interventi di riqualificazione urbana come
previsto dalle legge 4 marzo 2015 n.20;
• rilevato che la Soprintendenza avrà un ruolo di notevole importanza sul piano
della collaborazione tra Istituzioni e nello stesso consolidamento e sviluppo del
Sistema Universitario Jonico, nonché delle prospettive occupazionali
si chiede
• l’integrazione del decreto con la conservazione e istituzione in Puglia della
Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio a Taranto;
• l’assegnazione del Chiostro di S. Domenico alla istituenda Soprintendenza
archeologica, belle arti e paesaggio di Taranto e/o al MARTA (Museo
Archeologico Nazionale di Taranto)
Al fine di realizzare tali obiettivi si ritiene che gli stessi debbano essere oggetto di
un Consiglio comunale monotematico della città di Taranto, allargato a tutti i
Sindaci della provincia jonica, ai Consiglieri provinciali e regionali e ai Parlamentari
di Terra Jonica, alla presenza del Ministro del MIBACT On. Dario Franceschini.
Taranto 26 Gennaio 2016
vers 1.0
Aderiscono al manifesto :
• Lions Club di Taranto Poseidon
• Lions Club di Taranto San Cataldo
• Lions Club di Taranto Due mari
• Lions Club Taranto Falando
• Lions Club di Massafra, Mottola Le Cripte
• Lions Club di Taranto Aragonese
• Leo Club di Taranto
• Leo Club di Massafra
• Rotary Club di Taranto
• Rotary Club Magna Grecia
• Fellowship Rotariana per la cultura Italiana nel mondo
• Soroptimist club di Taranto
• Associazione mogli medici Italiani
• Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari
• Team Italia sud est
• Comitato cittadini della società Dante Alighieri di Taranto
• Società di Storia Patria per la Puglia
• Serra Club
• Fondazione per la cultura
• Confederazione delle Associazioni Teichos
• Cooperativa Museion
• Cooperativa Novelune
• 2 Centro Studi Cesare Giulio Viola
• 2 Associazione culturale “La Carta Etica”
• Italia Nostra
• Associazione Italiana di Cultura Classica
• F.A.I. fondo ambiente Italiano
• Dopolavoro Filellenismo
• Redazione de “ L’Officine”
• Movimento Shalom
• Comitato Qualità della Vita
• Snals
• Associazione Italiana Maestri Cattolici
• U.C.A.I. Unione Cattolica Artisti Italiani
• Taranto Città Spartana
• Unione studenti
• Movimento studentesco di Taranto
• Federazione degli Studenti
• Movimento studenti di azione Cattolica
• Arcigay Taranto


ILVA stima perdite per circa 2 milioni di euro al giorno.

A rischio gli investimenti sulla linea 4 di zincatura se la fabbrica di Genova non riprenderà a funzionare regolarmente.

L'Ilva messa in ginocchio dagli operai, che con il blocco dello stabilimento di Cornigliano stanno creando danni elevatissimi. Il bollettino dell'azienda è nero. Intanto sindacati e lavoratori aspettanosegnali sul Governo ripetendo a gran voce che "l'accordo di programma non si tocca"

Di segiito il comunicato diffuso dall'azienda

Lo sciopero e le manifestazioni organizzate dalla Fiom presso lo stabilimento ILVA di Genova negli ultimi tre giorni stanno generando danni reputazionali oltre che di fatturato per il Gruppo.

La temporanea interruzione delle attività della fabbrica, infatti, oltre a compromettere la reputazione di ILVA, in particolare verso i clienti internazionali con cui negli ultimi mesi sono stati siglati importanti contratti di fornitura, sta causando perdite finanziarie, stimate in circa 6 milioni di euro per le tre giornate di fermo della fabbrica.

Queste perdite di fatturato ad oggi corrispondono all'ammontare delle risorse finanziarie necessarie per gli investimenti sulla linea 4 di zincatura del sito industriale di Genova, sui quali, alla luce dei fatti accaduti in queste ore, l'Azienda valuterà come procedere.

L'eventuale protrarsi del fermo anche nella giornata di domani potrebbe, inoltre, compromettere il funzionamento della fabbrica di Novi Ligure, e in particolare del decatreno, causando, di conseguenza, ulteriori danni al Gruppo, già sotto pressione a causa delle difficoltà interne e della debolezza del settore.

ILVA segnala, infine, che le manifestazioni in corso stanno impedendo alle chiatte, da giorni in stato di attesa presso le banchine del porto, di procedere con l’attività di scarico e carico di ingenti quantità di prodotti destinati alla lavorazione e all’esportazione.

Per queste ragioni, pur nel rispetto del diritto di sciopero dei lavoratori e delle scelte delle diverse sigle sindacali, la Società auspica che non venga ulteriormente ostacolato il normale svolgimento delle attività industriali dello stabilimento.

 

 

Loredana Bertè snobba Taranto; annullata all'ultimo istante la presentazione del suo Libro alla Libreria Ubik. I fans : "Siamo delusi ed amareggiati, comportamento da immatura"

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Traslocando è andata così, questo il titolo della Biografia che la cantante calabrese Loredana Bertè avrebbe dovuto presentare alla libreria Ubik di Taranto in pieno centro cittadino alle ore 18.00 di ieri pomeriggio.  In realtà, a "traslocare" nella giornata di ieri sono stati soltanto  gli appassionati della cantante provenienti da ogni parte della Puglia pur di poter incontrare la propria beniamina.  Questi ultimi, però, hanno dovuto far ritorno alle proprie abitazioni delusi in quanto la Bertè  ha deciso all'ultimo istante di disertare la "tappa" di Taranto.  Stando a quanto ci è stato riferito dai proprietari della libreria Ubik, ormai da qualche tempo molto attiva nell'organizzazione di eventi culturali di ogni genere, la cantante calabrese, gemella dell'indimenticata Mimì, dopo la tappa di presentazione  del suo libro autobiografico svoltasi ad Andria presso l'auditorium " Mons. di Donna" due giorni orsono,  ha deciso senza apparenti motivi di disertare l'appuntamento di Taranto senza fornire spiegazioni. A nulla sarebbero serviti i tentativi della casa editrice Rizzoli di convincerla sino a poche ore prima dall'evento in programma.  Un atteggiamento che ha lasciato interdetti  i proprietari  della stessa libreria  sita in via di Palma : " Il nostro intento- ci ha spiegato una delle responsabili- era quello  di organizzare un incontro con un personaggio trasversale.  Si deve tenere conto del fatto che la libreria non è uno spazio per concerti; Nonostante questo ci eravamo attivati già dalle settimane precedenti per far si che tutti gli aspetti organizzativi fossero curati nei minimi dettagli.  Ultimamente abbiamo ospitato autori e musicisti di un certo rilievo, per cui non ci resta che prendere atto con dispiacere di quanto accaduto. "

 

Una caduta di stile da parte della cantante di " E la Luna Busso" e " Il mare d'inverno" nei confronti di Taranto ma soprattutto degli appassionati del Fans Club, alcuni dei quali  provenienti da Lecce, Foggia e  persino da Reggio Calabria, come  il Sig. Francesco Tolomeo: " Sono partito ieri mattina da Reggio Calabria per poter giungere qui a Taranto  ed assistere alla presentazione del libro, ma al nostro arrivo siamo rimasti spiazzati. Sono molto deluso dall'atteggiamento di Loredana, non me lo aspettavo.

Dello stesso avviso un gruppo di ragazzi del Fans Club provenienti da Foggia:  " Abbiamo mandato alcune  mail qualche giorno fa al cast della cantante per confermare la nostra partecipazione. Quest'oggi, torniamo a casa delusi; la Bertè si è dimostrata una persona inaffidabile."

 

Solo in tarda serata, sono giunte  le scuse della cantante affidate ad  uno striminzito comunicato sulla pagina fb della Rocker, non nuova a questi colpi di scena. Gli appassionati della Bertè dovranno dunque attendere l'uscita del suo prossimo singolo scritto per lei da Luciano Ligabue la cui uscita è prevista  per le prossime settimane. In programma, anche un album di duetti con alcune delle più importanti cantanti della ribalta italiana, grazie alla collaborazione in atto con la sua amica Fiorella Mannoia.

Andrea Loiacono

Anche l'Ance interviene sul caso dell'accorpamento delle Soprintendenze ma lo fa con un  taglio diverso perchè va oltre la protesta e cerca di indicare la strada per far sì che Taranto esca dallo stato di debolezza in cui è sprofondata e di cui la serie di bocciature collezionate rappresentano una diretta conseguenza

Ecco di seguito la nota che i Costruttori Edili di Confindustria hanno inviato alla stampa

 

 

Si prende atto dell’apertura, pur se non del tutto convincente, fatta dal Ministro Franceschini in ordine agli effetti per Taranto del progetto di complessiva riorganizzazione delle strutture periferiche del Ministero dei Beni Culturali. A Taranto, dunque, sembra essere destinata una struttura operativa con competenze in ambito archeologico destinata a non lasciare, almeno in parte, quel vuoto da tutti giustamente denunciato.

 

Adesso si apre certamente la questione della significatività e la rilevanza di una tale apertura, ma quel che più preme, alla luce della ennesima bocciatura di Taranto a capitale culturale, è una seria riflessione sulla cronica debolezza di un sistema locale incapace di costruire e valorizzare una rete di luoghi, strutture e competenze al servizio della cultura e di una vocazione che ad oggi non si intravede ancora.

 

Le sconfitte ed i colpi subiti, sembrano dunque parlare chiaro.

 

Ed allora, la vicenda della Sovrintendenza si intreccia inevitabilmente con quella di una città vecchia, primario giacimento culturale oggetto sulla carta delle attenzioni di tutti, ma che rischia a questo punto di perdere una presenza istituzionale importante, fondamentale alla luce proprio di quei valori che si voglio preservare, valorizzare e porre a base di un’identità urbana collettiva che segni un futuro nuovo per la città.

 

Come ANCE Taranto ha ribadito in più riprese è necessario che sulla città vecchia convergano il meglio delle potenzialità di gestione politica ma anche di offerta imprenditoriale in linea con le determinazioni del Governo e con una generale visione di rinnovamento di tutto il tessuto urbano della città che non può che provocare anche e soprattutto una riqualificazione sociale quanto mai indispensabile.

 

Proprio in questi mesi l'eccellenza della sede universitaria, il prestigio delle presenze museali ed ecclesiastiche, la raffinatezza e l'importanza del recupero del Castello Aragonese e il preventivato e quasi ultimato ritorno della stazione dei Carabinieri nella città vecchia evidenziano un percorso che attende soltanto che il Comune faccia fino in fondo la sua parte recuperando alla dignità abitativa quelle parti degradate del centro storico. Un percorso che, ancora una volta, ANCE Taranto è disponibile ad accompagnare ribadendo l'impegno gia' profuso per concentrare l'attenzione e la conseguente operativita' nei confronti di un'area che rappresenta "il cuore" della Città di Taranto, il cui battito, ancora forte e chiaro, esprime tutto il fascino di una storia lunga secoli.

 

 

Accorpamento Sopraintendenze, il prof. Piero Massafra :   "Taranto merita delle risposte.  Se il Martà oggi  è un Museo di eccellenza, lo deve anche allo sforzo che l'editoria ha compiuto nel passato." 

 

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Intervenuto nel corso dell' Evento  svoltosi alla libreria Mondadori lo scorso 21 gennaio,  dal titolo "Taranto il Museo e i Suoi Tesori. Un futuro da scrivere" il prof. Piero Massafra, scrittore, Editore con la casa editrice "Scorpione" ha  espresso il suo parere in merito all' accorpamento della Sopraintendenza dei beni  archeologici di Taranto a Lecce.

"Sentiamo spesso parlare di Taranto come di una città che vuole divenire a vocazione Turistica. Se da un lato, con i finanziamenti in favore del Martà, il Governo dimostra la sua vicinanza all'arte ed allo sviluppo del nostro territorio, dall'altro l'accorpamento delle sopraintendenze non fa che andare in controtendenza rispetto a tale scelta. Allora mi chiedo, assieme alla maggior parte dei cittadini di Taranto se  le istituzioni del territorio che ci rappresentano abbiano un piano progettuale quinquennale  volto a far crescere lo sviluppo turistico di Taranto, come avvenuto per altre realtà a noi vicine quali Lecce e Matera. A Taranto abbiamo una risorsa, quella museale, che non comprende soltanto l'arte della Magna Grecia. Al suo interno vi sono infatti numerosi reperti dell'arte bizantina e romana di cui si parla troppo poco."

Tra tante domande e poche risposte, vi è però una certezza, rappresentata dal senso civico e di appartenenza di una città che si interessa, partecipa, insomma  è culturalmente viva, come dimostra la protesta inscenata in questi giorni da archeologi, studiosi e semplici cittadini.

"In tutti questi anni - sottolinea il prof. Massafra - ci siamo occupati malissimo di valorizzare il nostro patrimonio. Nonostante questo, l'avvento del direttore Eva degli Innocenti alla direzione del Museo e la sua presenza a questo dibattito è l'emblema della volontà di voltare pagina."

Il prof. Massafra ha  voluto  rimarcare  l'importanza del lavoro archivistico editoriale  svolto negli anni in cui non esisteva internet ne tantomeno gli attuali mezzi di comunicazione : "  Non esiste un'istituzione nella quale manchi la figura dell'editore.  Abbiamo ritenuto opportuno che il museo di Taranto dovesse avere dei cataloghi. Questi sono frutto, molto spesso di interi anni di  studio e lavoro. Era grazie ad essi che prima si poteva esportare l' immagine del Museo sul panorama internazionale.  Attualmente i cataloghi del Marta sono sette, con un ottavo che aspetta solo di essere pubblicato.  Anche le piccole monografie, come quelle sul " Caso Persefone"sono state a tal proposito,indispensabili. Tornando sul'accorpamento delle sopraintendenze, il Prof Massafra esprime tutto il suo disappunto: " La cosa che mi lascia perplesso è che proprio la città di Taranto, che da anni ha dato tanto all'archeologia, subisca uno smacco così grave.  Per quanto fatto sino a questo momento, Taranto meriterebbe quattro soprintendenze. La politica applicata alla realizzazione dei progetti ha cambiato pelle. Taranto neccessita di sinergie su più livelli; sono fiducioso che questo possa avvenire quanto prima.

Andrea Loiacono

Per una volta tutti d'accordo, tutti determinati a rivendicareil legittimo diritto di Taranto a non vedersi portare via la sede della Soprintendenza archeologica, per diventare una "succursale di Lecce", Taranto, la capitale della Magna Grecia in Puglia. Intanto cresce la mobilitazione tra istituzioni, associazioni, semplici cittadini. Per sabato mattina in Città vecchia è prevista una manifestazione.L'annuncio è stato dato anche attraverso un evento creato su facebook che sta facendo registrare numerosissime adesioni.
 
 
.Ecco quindi l'ordine del giorno del Consiglio comunale 
 
 
con riferimento al piano presentato dal ministro Franceschini, che prevede
l'accorpamento della soprintendenze archeologiche di Taranto a quella di Lecce, dopo
ampio ed appassionato dibattito, in cui sono intervenuti diversi consiglieri, deciso di
unire le diverse mozioni presentate e di fare sintesi delle proposte,
RITENENDO
inaccettabile
tale decisione che, qualora attuata, andrà a penalizzare ulteriormente un
territorio ed una comunità locale che invece vogliono puntare con forza al suo rilancio
socioeconomico
e, imprescindibilmente, culturale, dopo essere stati al servizio del
Paese con le presenze industriali e militari;
che
tale atto rappresenta un’ altra decisione forte, tremenda, perché mortifica la storia
della nostra città. Aggiungendosi alla chiusura della filiale della Banca d'Italia, della
Corte d'Appello;
che
tale ventilata decisione è irrispettosa di una intera città ed è irragionevole rispetto
agli stessi sforzi che lo stesso governo sta compiendo con l'attivazione del tavolo
strategico per Taranto e brucia la gloriosa storia della città, capitale della Magna
Grecia;
che
il decreto ministeriale varato dal ministro Franceschini accorpa archeologia, Belle
Arti e paesaggio in un'unica sede a Lecce. L'unificazione delle Soprintendenze
danneggia Taranto che perderà la sua sede ultracentenaria. Questo provvedimento è
una mortificazione alla nostra storia, questo spostamento è incomprensibile: basti
pensare al Museo Martà, al parco archeologico di saturo,al Castello Aragonese, al
patrimonio degli ipogei del borgo antico, al congresso internazionale della Magna
Grecia, che rappresentano una ricchezza culturale che ha la sottolineatura di Taranto
capitale della Magna Grecia, crocevia di cultura e storia ultramillenaria ;
che
Taranto ha una competenza ultrasecolare sotto il profilo Archeologico;
che
così facendo si sta mettendo a serio rischio il futuro ultra centenario di questa
città. Una struttura consolidata, che con i suoi 74 dipendenti, con la loro riconosciuta
professionalità e competenza;
che
non è così che si riducono i tempi ed i costi;
che
tutto ciò contraddice impegni ed interventi sulla città: se è vero che a Taranto si
trova il più importante museo della Magna Grecia, dove servirebbero più risorse per
avviare le attività del Marta.
che
tale decisione produrrebbe lo smembramento del personale nelle Soprintendenze
che restano, mettendo anche a rischio gli uffici della Soprintendenza archeologico,
che oggi sono situati nel prestigioso complesso monumentale, precisamente nel
convento di San Domenico, ove vi è anche la più importante biblioteca archeologica
con oltre 25.000 volumi che parlano tarantino.
IL CONSIGLIO COMUNALE DI TARANTO ,
VERIFICATO a nche il forte e motivato contributo di associazioni culturali, di studiosi, dei
dipendenti, di semplici cittadini, che stanno protestando in maniera vibrata,
FATTE PROPRIE l e preoccupazione dei diretti operatori, che ritengono l’intera riforma
in discussione non adeguata al presidio anche preventivo archeologico del nostro
patrimonio, ritenendo necessario anche un ulteriore approfondimento degli aspetti
dell’intera riforma.
IL CONSIGLIO COMUNALE DI TARANTO , per tutto quanto sopra esposto,
CHIEDE
Il
mantenimento della secolare presenza della Soprintendenza archeologica,
assolutamente funzionale anche ai progetti di recupero della città, del collegamento
con il sistema universitario esistente sul territorio, del sistema museale, essendo stato
deciso di puntare anche al turismo culturale, perché è bene ribadirlo, Taranto è la
capitale della Magna Grecia depositaria del patrimonio archeologico di tutto rispetto.
che
il Governo, la Regione, il Sindaco e tutti gli organi si attivino affinché la
Soprintendenza Archeologica

Anche Confindustria si associa al coro di “no” al trasferimento della Soprintendenza Archeologica di Taranto a Lecce, ritenendola una palese contraddizione rispetto ai processi di rilancio e valorizzazione del polo museale e più in generale del territorio di Taranto anche dal punto di vista paesaggistico e culturale

 

 

Poco meno di centodieci anni di storia cancellati in un arco brevissimo di tempo, in nome di una riforma condivisibile negli obiettivi ma incomprensibile nelle modalità di attuazione.

E’ questo il commento di Confindustria Taranto rispetto alla vicenda riguardante il trasferimento della Soprintendenza Archeologica da Taranto a Lecce,che ha già suscitato un coro di polemiche e che si auspica non possa definirsi ancora conclusa.

A parere di Confindustria, infatti, la decisione adottata dal Ministro Franceschini, pur giustificandosi in un ambito di riforma che mira alla razionalizzazione e quindi all’economicità degli enti, non trova alcuna giustificazione nell’individuazione di Lecce quale sede unica per il proprio territorio e per Taranto e Brindisi. E’ palese, infatti, l’enorme ricchezza di testimonianze storico-archeologiche che il capoluogo jonico vanta rispetto alla città barocca ed altrettanto palese è la maggiore estensione del territorio laddove compreso fra i requisiti che decretavano l’assegnazione della sede.

Altrettanto illogico appare privare Taranto di un’istituzione presente dal 1907 attorno alla quale si è formato, in circa 110 anni di storia, un ricco humus di professionalità, competenze, ricerche e passioni che hanno portato nel tempo, e ancora portano, alla formazione di singoli operatori culturali ma anche di associazioni  e cooperative giovanili dedite alla salvaguardia, al recupero e alla valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale territoriale.

E’ il caso di ricordare, inoltre, che, pur dotato di una propria autonomia e di una sua funzionalità, che investe anche un ovvio carattere turistico-culturale, lo stesso Museo Marta - annoverato fra i tre musei nazionali italiani del sud- deve la sua stessa esistenza, e nel tempo la sua forza, al lavoro – è il caso di dire sotterraneo – svolto dalla Sovrintendenza Archeologica di Taranto. Le funzioni dei due presidi, quello museale e quello archeologico, pur nelle loro ovvie differenze, vanno pertanto lette assieme perché è dall’uno che l’altro ha tratto la sua grandezza e il suo indiscusso valore. Un valore, peraltro, decretato anche dal Contratto istituzionale di Sviluppo di cui Taranto è destinataria e che annovera fra gli interventi di rilancio proprio l’importante polo museale, dando luogo ad un’altra palese contraddizione in rapporto alla recente scelta del ministero.

 

Pur non entrando, inoltre, nel merito delle funzioni per così dire più pratiche della storica sede della soprintendenza tarantina, val la pena ricordare che i ricorrenti ritrovamenti archeologici, spesso avvenuti nel corso di lavori stradali o edili di ordinaria amministrazione, hanno richiesto e continuano a richiedere una presenza costante da parte dell’ente, preposto, fra i vari adempimenti, come è risaputo, ad un ruolo ispettivo fondamentale rispetto alla salvaguardia – spesso a rischio - e alla corretta conservazione dei reperti.

Da qui la richiesta al Ministro di rivedere i criteri che hanno condotto alla scelta di Lecce quale sede unica.

 

Taranto, dal canto suo, oltre a fare fronte comune per la difesa di un’istituzione culturale di pregio, dovrà interrogarsi sulle cose fatte e sulle opportunità perdute, (fra tutte, la chiusura della facoltà di scienze dei beni culturali) e compattarsi attorno ad un progetto e ad una proposta corale, affinché la valorizzazione delle proprie prerogative non si limiti al passato ma  sia proiettata anche verso un presente in costante trasformazione e ad un futuro ancora da delineare.  

 

 

"L'accordo di programma non si tocca e i patti vanno rispettati". E' questo il senso della protesta scoppiata all'Ilva di Cornigliano dove i lavoratori hanno occupato la fabbrica e bloccato il Casello della A10. La manifestazione, indetta da Fiom e Failms nasce dalla necessità di mettere il Governo di fronte alle proprie responsabilità e di ottenere garanzie chiare e certe sul processo di vendita che, secondo i sindacati, non deve mettere in discussione l'accordo di programma. Insomma, è in atto un vero e proprio braccio di ferro. Attualmente impianti fermi, lavoratori per strada e una chiara ed esplicità richiesta: aprire una trattativa vera con il Governo, una trattativa politica. "Basta parlare con i tecnici, basta essere presi in giro!" Hanno ripetuto all'unisono sindacati e lavoratori. Insomma, Genova non ci sta a subìre i "capricci" di un Governo poco chiaro. E Taranto che fa, visto che il Governo ha parlato più volte di una sorta di vendita "in blocco" ritenendo le sorti dei stabilimenti Ilva legati tra loro?

Sarà Lina Ambrogi Melle a prendere il posto di Angelo Bonelli in seno al Consiglio comunale di oggi. Tutto questo alla luce della decisione dell'esponente dei Verdi di dimettersi da consigliere comunale a causa di problemi di carattere familiare che non gli 

consentirebbero di svolgere il proprio ruolo al meglio. Una donna, tarantina, da sempre e caparbiamente impegnata sul fronte ambientalista siederà quindi nell'aula di Palazzo di Città dove proprio oggi avrà luogo un Consiglio comunale con importanti punti all'ordine del giorno. "Grazie, ce la metterò tutta" ha risposto la Ambrogi Melle ai numerosi messaggi di auguri e congratulazioni che lesono pervenuti via facebook. Sposata con il dirigente della Provincia (in pensione dal 1 febraio prossimo) Luigi Romandini, Lina Ambrogi Melle è pronta a raccogliere l'eredità di Bonelli. 

"Il mio impegno sarà totale ,- ha dichiarato su fb-in linea con la strada tracciata da Angelo Bonelli, che tutti noi ringraziamo per l'impegno profuso per Taranto"

Intanto, come spiega nella lettera che di guito pubblichiamo, quello di Bonelli, come egli stesso ha dichiarato "Non è un disimpegno e non è un abbandono". 

Domani,lunedì, ci sarà il consiglio comunale a Taranto e io non potrò partecipare, come accaduto già nelle ultime due sedute, a causa della mia situazione famigliare relativa allo stato di salute dei miei genitori. E' un momento molto difficile per me e devo prendere una decisione. Non ritengo corretto per me e per chi sostiene con me le battaglie per una Taranto libera dai veleni, ad esporsi a inevitabili critiche relative alla mia assenza. Non sono più nelle condizioni di svolgere la funzione di consigliere comunale di Taranto e per questo ho deciso di presentare le dimissioni da consigliere. Avendo un ruolo pubblico devo spiegare pubblicamente le ragioni che mi hanno portato a questa decisione, che non hanno nulla di politico ma sono dettate dalla necessità di dare priorità, in un momento particolare della mia vita, all'assistenza ai miei genitori che vivono a Roma , dopo essermi dedicato al bene comune per anni e anni trascurando affetti e famiglia. Questo non significa assolutamente che abbandonerò l'impegno politico e la battaglia su Taranto: assolutamente no. Verrò a Taranto tutte le volte che sarà necessario per continuare la battaglia per la conversione economica che liberi la città da tutti i veleni. Ho parlato anche con i Verdi romani a cui ho garantito anche a loro un impegno a sostegno delle loro battaglie ed essendo Roma la mia città sarà anche più semplice farlo. Spero che la mia scelta possa essere compresa e non deve essere interpretata come un abbandono: anzi ribadisco il mio impegno per Taranto insieme a voi. Tutte le iniziative importanti che abbiamo costruito insieme in questi lunghi anni come il decreto “salva Taranto”, esposti, costituzione di parte civile nel processo Ambiente Svenduto e la scrittura del libro Good Morning Diossina dimostrano quanto sia stato importante e determinante il nostro impegno e quanto sia necessario continuare a proporre un modello di economia diverso e totalmente alternativo che io chiamo economia della vita. Abbiamo fatto tante battaglie insieme anche pagando un duro prezzo: ricordo la denuncia per procurato allarme e manipolazione di dati che l’ex ministro Clini annunciò contro di me il 18 settembre del 2012, per aver reso pubblici i dati sulla mortalità a Taranto- denuncia che non ha avuto alcun seguito perché infondata. Oppure la richiesta danni che presentò contro di me Riva per 500 mila euro per aver pronunciato in un’intervista a Servizio Pubblico la seguente frase: “ sono infami coloro che hanno venduto la salute dei tarantini”.
A Taranto c’è un patrimonio ricco di intelligenze, di risorse umane e di realtà associative che hanno un obbligo morale, dal mio punto di vista, di trovare una comune convergenza per vincere le elezioni della primavera 2017. Attraverso una consultazione popolare aperta a tutta la città si potrà individuare la candidata o il candidato sindaco ala guida di una alleanza democratica – civica ed ecologista che dovrà avere l’ambizione di dare un innovativo governo per un nuovo rinascimento di Taranto. Taranto e' la madre di tutte le battaglie.

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