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Giornale di Taranto - Giornalista1
“Gentile Assessore, gentile Presidente, negli ultimi due anni ampio è stato il dibattito nonché la corrispondenza intercorsa tra l’Ente camerale ed il Governo regionale in materia di trasporto aereo. A far data dal mese di gennaio 2012, infatti, data in cui è stato istituito presso la Camera di commercio di Taranto il Tavolo della Mobilità, l’Ente camerale tarantino, nel suo ruolo di promotore istituzionale dello sviluppo della provincia jonica - art. 2 della Legge 580/93 –, ha inteso farsi portavoce, con responsabilità e costanza, delle numerose istanze provenienti dal territorio jonico in materia di sviluppo infrastrutturale ed intermodale locale, particolarmente rivolte al pieno funzionamento dell’Aeroporto di Taranto Grottaglie. Un’attività intensa, e non sempre comoda, che la Camera di commercio di Taranto ha condotto perseguendo un’unica finalità: garantire al territorio jonico reali prospettive di crescita, complementari ed alternative, di cui necessita per ridisegnare con urgenza quello sviluppo economico e produttivo invocato da tutti gli stakeholder del territorio. La provincia di Taranto si ritrova, infatti, di fronte al bivio del proprio futuro. L’intero territorio spinge unanimemente verso lo sviluppo turistico, perseguibile solo con un aeroporto pienamente attivo e funzionante. “Senza aeroporto non c’è sviluppo”: una frase questa probabilmente ripetuta ed udita in molte sedi ma che, oltre a rappresentare il titolo di un inedito dossier redatto dall’Ufficio della Mobilità della Camera di commercio circa le caratteristiche e le enormi potenzialità dell’Aeroporto intercontinentale di Taranto Grottaglie, rappresenta una personale convinzione che sfido vivamente a confutare. Si apprende che è attualmente in corso la definizione del nuovo Piano dei Trasporti della Regione Puglia per le annualità 2014-2020. A tal proposito, in esito al percorso intrapreso dalla scrivente, alla corrispondenza ed ai colloqui intercorsi, ma anche alle dichiarazioni da Lei rilasciate e verbalizzate nel corso degli incontri della V Commissione Trasporti della Regione Puglia, vogliano le SS.LL. prender visione del documento allegato, predisposto e sottoscritto dall’Ente camerale quale valida proposta di cui tener conto nella prossima pianificazione regionale. Distinti saluti.” f.to Il Presidente(cav. Luigi Sportelli) “Premesso che:  la gestione dei quattro aeroporti pugliesi di Bari, Brindisi, Foggia e Taranto è assegnata, in regime di concessione totale quarantennale, con Convenzione n. 40 del 25/01/2002 e successivo Decreto interministeriale n. 4269 del 6/03/2003, ad Aeroporti di Puglia S.p.A.;  la Camera di commercio di Taranto, promotore istituzionale dello sviluppo della provincia jonica (art.2 della Legge 580/93), è, dopo la Regione Puglia, il primo tra i soci di minoranza della menzionata società;  il Distretto Logistico Pugliese – DI.LOG.-, che ha ricevuto il riconoscimento definitivo da parte della Giunta regionale in data 26 ottobre 2010, è presieduto dal cav. Luigi Sportelli, ad oggi Presidente della Camera di commercio di Taranto e firmatario per rappresentanza del presente documento; ricordato che:  la Regione Puglia è l’unico Ente regionale in Italia a detenere il 98% di una società che, dal 2003, gestisce tutti e quattro gli aeroporti pugliesi;  la citata Convenzione di concessione attribuisce alla Concessionaria i seguenti obblighi: art. 2 comma 5: a. promuovere il miglioramento ed il potenziamento di tutti gli aeroporti pugliesi, anche in relazione alle esigenze di traffico servito, promuovendo ed incrementando i collegamenti aerei per ciascun aeroporto in concessione; art. 4: a. gestire ciascun aeroporto adottando ogni opportuna iniziativa in favore delle comunità territoriali vicine, assicurando, dunque, pari opportunità a tutti i cittadini e le imprese pugliesi, tutelando l’interesse di tutto il territorio regionale e favorendo lo sviluppo equo di tutti gli scali in concessione, (incluso quello di Taranto); b. erogare con continuità e regolarità, nel rispetto del principio di imparzialità e secondo le regole di non discriminazione dell’utenza, i servizi di propria competenza; art. 14: a. dispone la revoca e la decadenza della concessione non solo nei casi di inadempienza degli obblighi attribuiti alla concessionaria ma anche nel caso di grave e immotivato ritardo nell’attuazione del programma di intervento e del piano degli investimenti per ciascun aeroporto in concessione; rilevato che:  la singolare modalità di gestione degli aeroporti pugliesi conduce la società in un evidente equivoco di fondo: quello di considerare i quattro aeroporti pugliesi un “sistema aeroportuale”, tale per cui sarebbe consentito ad un unico soggetto amministrativo di stabilire arbitrariamente vocazioni e funzionalità differenti per ciascuno dei quattro aeroporti;  l’art. 2 del D.Lgs. n. 18/99, definisce sistema aeroportuale “un raggruppamento di due o più aeroporti che servono la stessa città o lo stesso agglomerato urbano, come indicato nel regolamento (CEE) n. 2408 del Consiglio del 23 luglio1992;  ai sensi della predetta norma, gli aeroporti pugliesi non sono classificabili come un “sistema aeroportuale”, ma sono, al contrario, da considerarsi scali in concorrenza, il che presuppone, così come stabilito dalla Convenzione anticipata in premessa, la garanzia del pieno sviluppo di ciascun aeroporto in concessione, e quindi, anche di quello tarantino;  l’utilizzo improprio della definizione di sistema aeroportuale e la presenza di Alenia nei pressi dello scalo, ha portato la Società di gestione ad attribuire all’Aeroporto di Taranto – Grottaglie una riduttiva vocazione industriale che, attualmente, assurdamente configura l’intero scalo aeroportuale ad esclusivo servizio dell’impianto produttivo di Finmeccanica;  la strumentale ostinazione nei confronti di una riduttiva “vocazione industriale”, che, per altro, non preclude assolutamente la possibilità di sviluppare e potenziare anche il traffico passeggeri, ha negato negli anni il pieno sviluppo dell’Aeroporto di Taranto – Grottaglie, sul quale sono stati deliberatamente inibiti i voli civili, contrariamente a quanto avvenuto per gli Aeroporti di Bari, Brindisi e Foggia che annualmente hanno ricevuto notevolissimi investimenti in conto gestione e non solo.  con riferimento al Piano nazionale per lo sviluppo aeroportuale (Piano Passera), la subìta ed improduttiva assenza di traffico passeggeri, non solo non ha consentito allo scalo intercontinentale jonico di esprimere le sue reali potenzialità, ma annovera automaticamente l’Aeroporto di Taranto – Grottaglie tra gli aeroporti “non di interesse nazionale” destinandolo, pertanto, alle procedure previste dal decreto legislativo n. 85/2010;  tale categorizzazione va anche considerata quale esito di un’attività di analisi eseguita su dati certamente reali ma, al tempo stesso, fuorvianti; nello specifico, i dati forniti all’ENAC dalla concessionaria Aeroporti di Puglia S.p.A., ai sensi dell’art.4, comma 4 della convenzione di concessione, e di riflesso acquisiti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, non rappresentano valori riferiti alle reali caratteristiche, capacità e potenzialità dello scalo tarantino, ma al contrario, rappresentano il semplice prodotto di una scelta arbitraria effettuata a monte dalla Società di gestione sull’Aeroporto di Taranto, considerato che:  il diritto alla mobilità e alla libera circolazione rappresenta un diritto costituzionale, specificatamente disposto dall’art. 16;  il Master Plan degli aeroporti pugliesi del 2001, successivamente aggiornato in revisioni annuali, ed integralmente recepito dal Piano regionale dei Trasporti 2009/2013, prevedeva per l’Aeroporto di Taranto un traffico di linea limitato ai collegamenti con i due hub nazionali di Roma e Milano, ed un traffico cargo connesso all’attività portuale;  il Piano regionale dei Trasporti – Piano attuativo 2009/2013, approvato con delibera di Giunta regionale n. 814 del 23/03/2010, prevede “l’adeguamento dello scalo di Taranto in funzione dell’evoluzione del mercato” e mantiene inalterata la possibilità di “sviluppare un traffico passeggeri a servizio della domanda generata dal proprio territorio”;  secondo quanto riportato nell’AIP, il documento ufficiale predisposto da ENAV - Ente nazionale per l’assistenza al volo – nel quale sono raccolte tutte le informazioni tecniche utili alle compagnie aeree che intendano atterrare su un determinato scalo, alla data odierna l’Aeroporto tarantino risulta essere uno scalo efficiente ed aperto addirittura al traffico internazionale;  tale affermazione, apparentemente semplice sintesi delle notizie presenti nel rapporto AIP, rappresenta, in realtà, l’esito di una attenta procedura di controllo e vigilanza condotta dall’ENAC – Ente nazionale per l’aviazione civile cui è assegnato il compito di supervisionare in merito al corretto funzionamento dello scalo secondo quanto disposto dalla convenzione;  contrariamente a quanto asserito dalla Società di gestione, diverse ed importanti compagnie aeree, tra cui Alitalia, Ryanair, KLM exel, Turkisch airline, hanno manifestato l’interesse ad operare sull’Aeroporto di Taranto – Grottaglie;  il palese perseverare in una non condivisa politica di mancato utilizzo dello scalo ha penalizzato, e continua a penalizzare, l’intero territorio jonico al quale viene inibito di beneficiare degli effetti moltiplicatori, in termini turistici ed economici in generale, di un aeroporto pienamente attivo e funzionante; tanto premesso, ricordato, rilevato e considerato,  nella convinzione che uno scalo aeroportuale rivesta un ruolo determinante per l’economia di un territorio, rappresentando un inequivocabile ed irrinunciabile fattore di sviluppo territoriale;  in considerazione dell’attuazione della prossima pianificazione regionale in materia di trasporti a valere per le annualità 2014-2020, ad oggi in corso di definizione; la Camera di commercio di Taranto chiede a codesti spettabili Assessorato alle Infrastrutture e Trasporti della Regione Puglia e V Commissione consiliare della Regione Puglia di voler garantire, nell'ambito del Piano regionale dei Trasporti 2014 -2020, il pieno utilizzo per il traffico passeggeri del grande Aeroporto intercontinentale di Taranto Grottaglie attraverso l’attivazione di voli charter e di voli di linea, superando in tal modo gli innaturali limiti imposti allo scalo sino ad ora, ed ottemperando, in perfetta continuità con quanto già previsto nella precedente programmazione, ad oggi attuata solo parzialmente, a quanto disposto dalla Convenzione di concessione n. 40 del 25/01/2002.
Si è svolta a Ginosa lo scorso 9 settembre la manifestazione di protesta contro la chiusura del Tribunale di Ginosa. Purtroppo per i ginosini l'iniziativa non è stata tenuta in debita considerazione tenuto conto che dal 1 ottobre tutte le sezioni di tribunale sparse in provincia chiudono per passare carteggi e documentazione al Tribunale di Taranto.
Mentre proseguono i lavori di ristrutturazione e riallestimento del percorso museale, ancora per tutto il mese di settembre nei fine settimana sarà possibile visitare Il Museo Nazionale Archeologico di Taranto. Nel weekend dal 6 all’8 settembre le collezioni del MARTA saranno fruibili secondo il seguente orario: Venerdi 6 settembre: dalle ore 8.30 alle ore 19.30 (ingresso consentito fino alle ore 19.00) Sabato 7 settembre: orario continuato dalle ore 8.30 alle ore 23.00 (ingresso consentito fino alle ore 22.30; dalle ore 20.00 ingresso gratuito) Domenica 8 settembre: dalle ore 8.30 alle ore 19.30 (ingresso consentito fino alle ore 19.00). Anche sabato 7 settembre, nell’ambito del progetto OPEN DAYS essendo il MARTA promosso dall’Agenzia Puglia Promozione in accordo con la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia, dalle ore 20.00 alle ore 23.00 è previsto l’ingresso gratuito (accesso consentito fino alle ore 22.30). Personale tecnico della Soprintendenza effettuerà inoltre visite guidate gratuite alle ore 20.00 e le ore 21.30. Considerato l’afflusso di visitatori, è richiesta la prenotazione telefonica allo 099/4532112. Negli spazi destinati alle esposizioni temporanee, sarà possibile visitare, sempre con ingresso gratuito, la mostra Negli occhi della Gorgone. Il volto di Medusa sulle antefisse di Taranto.
Si terrà Domenica 8 settembre 2013 dalle ore 20:00 presso Piazza Maria Immacolata a Taranto Hair Style sfilata/progetto di rilancio dell’artigianato della Provincia di Taranto tra moda, spettacolo e acconciature. Casartigiani, intende valorizzare tutti i suoi associati e lanciare un messaggio forte: Taranto è Arte, Taranto è Artigianato” Style – Moda Hair Spettacolo e Artigianato, è un progetto di valorizzazione e programmazione che si inquadra nell'ambito di una serie di iniziative, della Rassegna Estiva 2013 del Comune di Taranto Aperti per Ferie. 

 L'obiettivo di Casartigiani è di "smuovere le acque" sul nostro territorio, facendo conoscere alla cittadinanza le varie forme di artigianato con le relative problematiche e punti di forza, creando dibattito tra istituzioni e addetti ai lavori, sensibilizzando l'opinione pubblica su problematiche quali l'abusivismo e l'avvento della concorrenza cinese.
Insomma, valorizzare le realtà artigianali e riscoprire gli antichi mestieri perché' Taranto non sia più soltanto sinonimo di siderurgia ma anche di Artigianato, dove il tempo ne ha distrutto l’identità, Artigianato da difendere e valorizzare. “Style non è una novità per il territorio, ma riprende una vera e propria vocazione storica della nostra città, in quanto negli anni 60 e 70 gli acconciatori tenevano a Taranto grandi concorsi che raccoglievano le eccellenze del territorio nazionale” cosi parla di style il Segretario Provinciale di Casartigiani Taranto Stefano Castronuovo, lo stesso continua “il nostro compito è far comprendere alla cittadinanza l’importanza di usufruire di ditta autorizzate e del nostro territorio, che rispettano le norme igieniche e assicurano standard qualitativi di alto livello, ma allo stesso tempo regalare alla città uno spettacolo unico che Casartigiani ha ridisegnato, innovato, negli anni che può essere sprono per le future generazioni per idee imprenditoriali nuove che possano dare slancio economico e sociale. “Style è un contenitore importante che avrà la presenza dei più importanti acconciatori di Taranto, Atelier e sartorie, ma anche tanto spettacolo e intrattenimento, infatti, l’evento presentato da due presentatori di Eccellenza: Maristella Massari e Angelo Caputo, ha l’intento di offrire 4 ore di puro intrattenimento, cercando anche di rivitalizzare il nostro centro”. Commenta Ivano Mignogna Coordinatore della Categoria Acconciatori di Casartigiani Taranto lo stesso continua: “ insomma un evento unico che dara lustro all’arte dell’ acconciatura e della moda. L’evento che inizierà alle ore 20:00 si dividerà in quattro momenti di sfilata e quattro di spettacolo con ospiti come Giuseppe Panarelli, inoltre musical e spettacoli di danza tutto per offrire a Taranto uno spettacolo nuovo e diverso con un messaggio di speranza per una nuova Taranto con nuove forme economiche e sociali.
In data odierna, dopo l’incontro con la direzione di Vestas Nacelles, si è svolta l’assemblea di tutti i lavoratori della stessa azienda. Nell’incontro sopra citato sono state illustrate le prospettive aziendali ed i carichi produttivi per i prossimi tre mesi. Si registra un notevole calo di commesse relative alle produzioni della navicelle “V90”. Questo dato si evidenzia ancor più a partire dal mese prossimo venturo, non a caso l’azienda, per sopperire al suddetto calo ha già annunciato l’apertura di una procedura di Cassa integrazione ordinaria. Tutto ciò preoccupa il sindacato in quanto, non avendo chiarezza sul piano industriale, a livello nazionale ha già chiesto l’incontro con i massimi esponenti aziendali attraverso le segreterie nazionali di Fim, Fiom e Uilm in quanto ritengono importate la posizione che Vestas vuole assumere a livello nazionale nel comparto eolico e dell’energia alternativa. Questa situazione ha determinato la convocazione, nella stessa giornata, dell’assemblea dei lavoratori, nella quale esposte le argomentazioni e le perplessità, all’unanimità l’assemblea ha deciso, a partire da domani 5 settembre c.a. di dichiarare lo stato di agitazione con il blocco dello straordinario e di tutte le forme di flessibilità. Fim – Fiom – Uilm e lavoratori, altresì, si danno reciprocamente atto di intensificare la protesta sindacale con scioperi e manifestazioni da programmare nei prossimi giorni. FIM – FIOM – UILM Cosimo Panarelli, Giuseppe Romano e Roberto Basile
“Da sempre impegnato sui temi della Sanità pugliese, continua la mia battaglia, a supporto delle criticità presenti nel Dipartimento di Medicina Trasfusionale di Taranto. In particolare problematiche afferenti al Centro trasfusionale (S.I.M.T.) P.O. SS. Annunziata, incaricato della validazione delle sacche di sangue provenienti da tutte le Strutture di raccolta della provincia, compreso il Centro di prelievo mobile con autoemoteca, nonché lavorazione di emocomponenti ed emoderivati del sangue stesso. Ciò oltre la normale attività di raccolta parimenti alle altre Strutture del Dipartimento. Gli stessi dirigenti manifestano da tempo doglianze sull’attività, svolta in condizioni di assoluta insufficienza operativa e di sicurezza, a fronte degli elevati carichi di lavoro. Ed inoltre, appare ragionevole e condivisibile, da parte della Struttura, chiedere all’Azienda ASL parte di quel 20% (proveniente dai rimborsi per cessione di sangue a Case di cura private), a copertura economica di quelle ore di lavoro eccedenti la capacità lavorativa, ma necessarie. Dopo essere intervenuto, con due recenti note, richiamando presso l’Assessorato regionale chi di dovere ad affrontare e risolvere le problematiche sollevate, lo scorso 31 luglio ho presentato un’interrogazione urgente a risposta scritta, nella quale chiedevo all’assessore alla Sanità quali erano le ragioni per le quali la ASL/TA non uniformasse il proprio comportamento a quello, per esempio, dell’ ASL di Lecce, considerando come libera professione (in situazioni di carenza del personale), l’attività di Medicina Trasfusionale a favore di Case di Cura private. Chiedevo, ancora, quali iniziative si intendeva porre in essere al fine di risolvere tale problematica, vista anche la situazione sanitaria e ambientale di Taranto, ponendo fine a dubbi interpretativi della Legge e a letture di comodo delle varie parti in causa. Sono determinato - conclude Laddomada - ad andare in fondo alla vicenda, anche perché le criticità inerenti la raccolta del sangue e sue successive fasi di lavorazione, coinvolgono anche il mondo del volontariato, che con grandi sacrifici si presta ad incentivare i cittadini alle donazioni”
Abbiamo un tavolo governativo permanente che si occupa di Taranto e delle sue criticità ambientali e occupazionali. Questo strumento, confermato dal primo ministro Letta, è un dato oggettivo che mostra con chiarezza i passi avanti compiuti da tutta la comunità tarantina al cospetto del dramma che mette di fronte a tutte le famiglie tarantine il binomio tra salute e lavoro. Una tappa, un passaggio intermedio delicato ma anche strategico, certamente non un punto d’arrivo che mostra come il cambiamento sia possibile a patto però che in questa fase non ci si attardi inutilmente nei distinguo e nelle primogeniture ma si miri diritto al cuore dei problemi, evitando strumentalizzazioni o screditamenti di una intera città e della sua classe dirigente. Città che in questa maniera rischierebbe di arrivare agli appuntamenti fondamentali per il suo futuro divisa, frastagliata e depotenziata. Abbiamo bisogno di tutti e soprattutto abbiamo bisogno di un periodo di pacificazione e dialogo per non sprecare l’alto tasso di attenzione che ora Taranto faticosamente (anche grazie alla grande capacità di mobilitazione di cittadini singoli e riuniti in movimenti) è riuscita a conquistare e per, come dice l’on. Michele Pelillo “allontanare gli sciacalli che utilizzano la dolorosa vicenda dei tarantini per farsi propaganda” o tessere “interessi di parte”. Per tale ragione sento di condividere l’invito di Mons. Santoro a fare bene e a fare presto, ma rilancio con un invito esteso a chiunque in questo territorio abbia ricoperto o ricopra ruoli di governo, amministrazione o anche solo guida sociale e spirituale, affinché nessuno si senta esente dalle responsabilità che il momento richiede. Ecco perché il tavolo interistituzionale per Taranto diventa la sede in cui esigere il credito che Taranto vanta nei confronti di tutto il paese e farlo con progetti, strategie di intervento, credibili, fortificanti, duraturi. Penso non solo al capitolo prioritario delle bonifiche e della rigorosa applicazione di tutte le prescrizioni enunciate dai dispositivi giudiziari e accolte dalla nuova AIA, ma anche a tutte le azioni che potranno puntare alla diversificazione economico-produttiva della provincia ionica, a partire dal porto e aeroporto, fino alle vocazioni tradite o perdute (acquacoltura, mitilicoltura, agricoltura, beni culturali, ricerca e turismo). Una sfida quella che attende Taranto che ha bisogno all’interno degli interventi improcrastinabili di soluzioni attive e celeri per problemi che sembrano lì da sempre e che altrove con Accordi di Programma ma soprattutto con la forza di comunità coese e meno litigiose, si sono trasformati non solo in ambienti più salubri, ma anche in numeri in grado di sovvertire i dati su disoccupazione, ricorso ad ammortizzatori sociali, sfratti per morosità e condizioni sociali ed economiche degradate. Abbiamo bisogno, infine, di sobrietà e di meno spettacolarizzazione. Di dati scientifici e di conforti autorevoli che ricollochino il tema dei temi, quello del rispetto della salute e della sicurezza di tutti i cittadini (a partire dai bambini delle scuole dei Tamburi) nell’alveo delle cose serie da affrontare con immediatezza, rigore, scrupolo, ma anche con una buona dose di realismo e pragmatismo utili a dettare tempi certi per la soluzione dei problemi. Perché in questo difficile momento per tutta Taranto un cantiere aperto può valere, in tanti sensi, di più di qualsiasi roboante protocollo d’intesa o rassicurazione ministeriale. E’ il tempo dei segni tangibili che la mia città attende da troppo tempo.
Il consigliere regionale PdL Pietro Lospinuso, ha rivolto al Presidente della Regione ed all’assessore all’Urbanistica un’interogazione a risposta scritta nelle cui premesse si evidenzia che: “Nello schema di Regolamento di attuazione della L.R. n. 44/2012 (disciplina regionale in materia di valutazione ambientale) di cui alla delibera di G.R. n. 1343/2013, si rileva dalla lettura dell’art.7 lettera e) “Piani urbanistici comunali esclusi dalle procedure di V.A.S.” l’esclusione delle nuove costruzioni riguardanti le destinazioni d’uso del territorio per attività produttive - industriali, artigianali, terziarie, turistiche, ricettive - che interessino superfici inferiori o eguali a 1 ettaro, oppure inferiori o uguali a 0.5 ettari (nelle zone ad elevata sensibilità ambientale), purché - lettera II - non comportino ampliamento o nuova edificazione di una volumetria superiore a 5.000 mc, oppure superiore a 2.500 mc (nelle zone ad elevata sensibilità ambientale). Ciò comporta che impianti produttivi superiori a 5.000 mc sono soggetti a V.A.S.” L’interrogante chiede pertanto di sapere “come si concili tale disposizione A) con l’art.7 della L.R. n. 44/2012 laddove dispone: “per le modifiche dei piani e dei programmi elaborati per la pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli conseguenti a provvedimenti di autorizzazione di singole opere che hanno per legge l’effetto di variante ai su detti piani e programmi, ferma restando l’applicazione della disciplina di V.I.A., la V.A.S. non è necessaria per la localizzazione delle singole opere”; B) con l’art.6 Comma 12 del D.Lg.vo n. 152/2006 - Codice dell’ambiente - laddove dispone: “Per le modifiche dei piani e dei programmi elaborati per la pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli conseguenti a provvedimenti di autorizzazione di singole opere che hanno per effetto di di legge variante sui su detti piani e programmi, ferma restando l’applicazione della V.I.A., la V.A.S. non è necessaria per la localizzazione delle singole opere”. “Tale disposizione del Regolamento - prosegue Lospinuso - risulta in contrasto e vessatoria in relazione al D.P.R. n. 160/2010 art.8 che disciplina le varianti urbanistiche puntuali per la realizzazione di singole opere di impianti produttivi e didi beni e servizi di tipo industriale, artigianale, commerciale, turistico-ricettivo. Un’ulteriore, forse definitiva, aggressione a quel che resta delle attività edilizie ed in genere produttive in Puglia, di questa fase delle politiche urbanistiche regionali sempre più segnate da una sorta di fondamentalismo reazionario sulla pelle dello sviluppo della Puglia e del lavoro dei pugliesi”.
“Nuovo anno scolastico, stessi temi. Tristemente... sempre gli stessi. Una boccata d’ossigeno, certamente, appare la disponibilità delle risorse ministeriali per l’edilizia scolastica. Occorre, però, che quelle risorse vengano distribuite sul territorio per comprendere quanto riusciranno ad incidere, ovvero a risolvere i problemi di un patrimonio immobiliare spesso obsoleto, comunque inadeguato. Si tratta, comunque, di risorse insufficienti al rilancio della scuola pubblica. L’azione di riforma degli ultimi Governi ha infatti impoverito la scuola italiana: meno docenti; aumento degli alunni per classe; riduzione significativa dei docenti di sostegno; riduzione, se non blocco delle risorse, per l’implementazione dei piani di offerta formativa; riduzione delle risorse degli enti locali per i servizi a sostegno del diritto allo studio (mense e trasporti in primo luogo) anche a causa della riduzione delle entrate comunali e dei trasferimenti statali; infine, sottodimensionamento dei profili amministrativi a fronte di un carico crescente di procedure ed adempimenti complessi. La Regione Puglia, in questi anni, si è mossa in controtendenza. Diritti a Scuola è stato, pur nelle difficoltà procedurali a volte riscontrate negli istituti, l’indicatore più evidente della capacità di investire nell’istruzione. Così come attestato dalle indagini Ocse-Pisa, la Puglia per competenze acquisite viaggia oltre la media nazionale (regioni centrali comprese) e supera di 20 punti la media meridionale. In Puglia, la partecipazione agli studi secondari superiori è maggiore di quella meridionale e supera di 3 punti quella nazionale. Una tendenza, tra l'altro, in crescita. Tutto questo è possibile solo attraverso investimenti costanti: al progetto sono stati destinati circa 26 milioni per il 2012 e 32 milioni per il 2013. Quanto al diritto allo studio, per i piani annuali la somma complessiva di 23.394.187 di euro. Senza dimenticare l’impegno confermato dal Consiglio regionale, lo scorso luglio in sede di bilancio, per l’offerta accademica pugliese (4.3 milioni, di cui 1.8 per la sede di Taranto). Intanto, auspico novità dall’annunciato decreto del ministro Carrozza, comunque tardivo rispetto l’avvio dell’anno scolastico. Così come auspico che il Governo torni a credere nella scuola pubblica e ad investire nella formazione. Infine, per ciò che attiene agli enti locali: occorre maggiore protagonismo. Ad esempio, è fondamentale dotarsi di strumenti di pianificazione delle politiche scolastiche così come, in sostanza, ha fatto il Comune di Taranto quando l’allora Consiglio comunale, nel marzo 2012, ha approvato all’unanimità il regolamento per l’istituzione della Consulta del Diritto allo Studio, uno degli strumenti che andrebbero utilizzati per uscire definitivamente dalla logica dell’emergenza e dalla conseguente estemporaneità delle azioni”
L'autopsia effettuata del Medico Legale Marcello Chironi, disposta dal PM Remo Epifani, ha accertato che la star del culturismo Daniele Seccarecci è morto per infarto del miocardio. Come è noto il corpo senza vita del body builder, 33 anni, nato a Livorno ma residente nella città dei due mari, fu trovato dalla madre nella cucina di un residence a Lama, una frazione a pochi chilometri dal comune capoluogo. Sul posto, intervennero immediatamente gli agenti della Squadra Mobile e gli uomini del 118 che riscontrarono subito la morte dell'uomo. L'esame autoptico ha quindi accertato che il decesso è stato causato da un malore improvviso e non invece dalla larga ferita rilevata alla testa che probabilmente è stata conseguenza della caduta dopo il malore mortale del Seccarecci..
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