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Giornale di Taranto - Giornalista1

"Incontro lungo, schietto, franco e costruttivo" al Mise tra l’ad di ArcelorMittal Italia, Lucia Morselli e il ministro per lo Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti.

    Nel corso della riunione - spiega il Mise - si è parlato soprattutto dell’impegno di ArcelorMittal e delle

conseguenze della sentenza del Tar di Lecce sulle prospettive aziendali.

    La prossima settimana il ministro si confronterà, come annunciato anche al tavolo Ilva con i sindacati, con il

sindaco di Taranto e il governatore della Puglia.

 "Il Consiglio di Stato ha disposto che la trattazione della richiesta della Società ArcelorMittal di sospensione della sentenza del Tar Lecce avvenga in sede collegiale alla camera di consiglio del prossimo 11 marzo e ha fissato l'udienza di merito per il 13 maggio". Lo afferma l'azienda in un nota. ArcelorMittal aggiunge che "in particolare il presidente della IV Sezione ha chiarito che, allo stato, non sussistono ragioni di estrema urgenza di adottare misure cautelari atteso che, prima della data dell'11 marzo 2021, non sussiste l’obbligo di avviare le "operazioni di fermata dell’area a caldo e degli impianti connessi". 

Da lunedì prossimo, Amat, azienda del Comune di Taranto,  effettuerà un servizio di trasporto gratuito a favore degli ultra ottantenni tarantini che devono recarsi presso le strutture individuate dall’Asl Taranto per la vaccinazione anti Covid-19. Dal lunedì al venerdì, dalle  6 alle 18, sarà attivo il servizio di prenotazione obbligatoria presso l’Ufficio Coordinamento di Amat Taranto al numero di linea fissa 0997356232 o al cellulare 3408974802. La richiesta, comunica l’azienda, dovrà pervenire almeno 48 ore prima del trasporto, al fine di consentire “una puntuale organizzazione del servizio”. Amat aggiunge che “tale servizio è stato attivato recependo le disposizioni del sindaco Rinaldo Melucci, concordate nel corso di una riunione con i responsabili della Asl Taranto”. “L’amministrazione  comunale - ha detto l’assessore alle Società partecipate, Paolo Castronovi - ha così inteso garantire la mobilità ai tarantini anziani, una categoria di cittadini fragili, che potrebbero avere problemi a raggiungere le strutture della Asl per vaccinarsi”.  L’iniziativa è stata apprezzata da Federfarma, l’associazione sindacale provinciale dei titolari di farmacia della provincia di Taranto che rappresenta le 176 farmacie private convenzionate con il Servizio sanitario nazionale.

 Il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, vuole sospendere la Tari per il 2021 per i dipendenti di Ilva in amministrazione straordinaria residenti a Taranto e attualmente in cassa integrazione straordinaria. Nel pomeriggio, Melucci ha inviato ai sindacati una comunicazione, convocandoli in Municipio per il pomeriggio del 25 febbraio per un confronto sul tema. Obiettivo dell’iniziativa è dare un sostegno economico a questi lavoratori, che sono fuori da molto tempo dal ciclo produttivo, non essendo stati assunti da ArcelorMittal, e  non hanno grandi possibilità  di rientrare in fabbrica perché gli ultimi accordi societari non fanno riferimento alla loro posizione. In tutto i dipendenti di Ilva in as dell’area di Taranto sono 1600 ma ora bisognerà vedere quanti risiedono effettivamente nel capoluogo. Verso i cassintegrati, il sindaco si era già interessando sollecitando il Governo ad assicurare loro l’integrazione economica al trattamento di cassa integrazione straordinaria, misura contenuta nel decreto Milleproroghe non ancora licenziato però dal Parlamento. Proprio oggi i commissari di Ilva hanno ufficializzato la loro disponibilità ad anticipare 200 euro dell’integrazione a tutti i cassintegrati che entro fine mese faranno domanda all’azienda. Un anticipo che ha la finalità di prestare un aiuto economico ai cassintegrati così come anche la misura relativa alla Tari 2021 che ha in cantiere il sindaco di Taranto. 

 La Scuola XX Luglio di Taranto è chiusa dal 17 febbraio scorso dopo che che indagini diagnostiche sui solai, eseguite dal tecnico hanno messo in risalto che in alcune zone, in particolare del terzo piano, c’è un fenomeno di sfondellamento del solaio con medio-alto rischio e conseguente potenziale pericolo di distacco degli elementi strutturali.

I lavori sono in corso. 

L’ordinanza del preside parla di una ripresa delle lezioni in presenza a partire dal 26 febbraio.

Nel corso del sopralluogo svolto dall’assessore comunale ai Lavori Pubblici Francesca Viggiano si è parlato della possibilità di anticipare il rientro.

 

«In collaborazione con la dirigente scolastica Wilma Romano – ha spiegato l’assessore –, e alla presenza dei rappresentanti dei genitori, abbiamo impegnato ulteriori risorse per consentire che l’interruzione delle lezioni, necessaria per effettuare i lavori, sia breve. Contiamo di riportare gli alunni nelle aule già dal prossimo lunedì 22 febbraio, garantendo prioritariamente la loro sicurezza e quella dei docenti».

La sentenza del TAR che legittima, sul piano formale e sostanziale, l’ordinanza del Sindaco di Taranto avverso lo stabilimento siderurgico ad oggi Arcelor/Mittal, oggi ci impone una riflessione nuova ma forse non inedita. Almeno non per noi che sia dentro che fuori quella fabbrica, da sempre, proponiamo di ripartire dal singolo operaio per vedere la questione da una prospettiva più veritiera e se vogliamo più contingente.

Il Governo, compreso l’attuale Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani che potrà certamente dare una mano, dovranno riconsiderare il tutto, dunque, partendo da un particolare non trascurabile: Taranto.

Non solo la fabbrica strategica, non solo la produzione d’acciaio, non unicamente i contratti e le penali, ma soprattutto Taranto e i tarantini, quelli che ci lavorano nella pancia del siderurgico e quelli no.

Lo diceva anche lo stesso neo Ministro del Governo Draghi, nelle sue rubriche di approfondimento su un notissimo giornale a tiratura nazionale: “in modi diversi, l’inquinamento dell’aria impatta sulla perdita del benessere globale”.

Una contaminazione che costa circa 5.100 miliardi di dollari e incide in termini di cure quasi il 6.6% del PIL mondiale.

La sentenza del TAR, a prescindere dunque dalla definizione giurisprudenziale di eventuali gradi successivi, parlando dei “cittadini che rimarrebbero a rischio cancerogeno” mostra, non solo un cambio di sensibilità della magistratura amministrativa che probabilmente si evolve seguendo anche il pensiero sociale e l’attenzione del mondo verso l’ambiente, ma costringe a cambiare radicalmente il punto di osservazione da cui ripartire per affrontare l’ormai annosa vertenza. Punto di osservazione che è Taranto, come luogo fisico e come comunità, come “territorio” si sarebbe detto con un termine forse abusato ma poco praticato in questi anni.

Rivedere il modello di produzione, di consumo energetico, di sviluppo non è “solo” sostenibilità ambientale, ma salvaguardia di un eco-sistema composto principalmente da uomini e donne che come ci ha tristemente insegnato questa pandemia, hanno bisogno della loro salute, della sicurezza nei luoghi di lavoro, per tornare ad essere attivi, produttivi e felici.

Ecco perché come CGIL dopo aver invocato per anni trasparenza sui processi decisori che hanno riguardato non solo il piano industriale ma anche il famoso addendum ambientale, oggi torniamo a chiedere centralità per Taranto chiedendo politiche nazionali adeguate ma anche di tornare al territorio, a quel punto di osservazione territoriale a cui le politiche di lavoro, ma anche di benessere sociale, vanno declinate.

Perchè se c’è una impresa che si aggiudica un contratto promettendo investimenti, ammodernamento o ambientalizzazione, non c’è crisi dei mercati che possa cancellare la responsabilità che deriva dal rischio di impresa. Rischio che ancora una volta non potrà essere pagato da quel fronte estremo che si chiama Taranto.

De Padova e Rubino: «Incontro positivo con Borzillo e il Consorzio Stornara e Tara»

Diminuire e differenziare le tariffe, stagione irrigua basata sull’andamento climatico

 

Taranto – Diminuire il costo delle tariffe irrigue, differenziare le stesse a seconda delle modalità di distribuzione dell’acqua, basare l’inizio e lo svolgimento della stagione irrigua in base alle necessità imposte dall’andamento climatico: sono queste le principali richieste che CIA Due Mari Taranto-Brindisi ha fatto presenti al Commissario Unico dei Consorzi di Bonifica Ninnì Borzillo e alla dirigenza del Consorzio di Bonifica Stornara e Tara.

Martedì 16 febbraio, infatti, proprio su richiesta di CIA Due Mari, si è tenuto un incontro in videoconferenza tra la declinazione provinciale di CIA Agricoltori Italiani e i rappresentanti delle autorità irrigue già menzionate; si è parlato delle tariffe irrigue, evidenziando che il costo per metro cubo praticato nel 2020 è elevato, poiché i considerevoli volumi di acqua utilizzati dalle aziende, a causa delle condizioni pedoclimatiche sfavorevoli (elevate temperature, esigenze agronomiche delle colture e caratteristiche fisiche del terreno), hanno fatto aumentare a dismisura il costo che le aziende pagheranno per ettaro.

Per tali ragioni le aziende agricole, per la stagione irrigua 2021, potrebbero non fare le prenotazioni irrigue al consorzio utilizzando i pozzi aziendali, allo scopo di ridurre le spese.

CIA Due Mari, inoltre, ha spiegato che sarebbe opportuno differenziare le tariffe fra i due impianti di distribuzione Sinni Vidis e San Giuliano, in quanto nei casi in cui l’acqua alle bocchette viene distribuita a pressione senza necessità di una pompa di spinta, il costo deve essere differente rispetto all’acqua che necessita di essere prelevata e immessa negli impianti aziendali, poiché non vi è pressione e ciò determina un aggravio dei costi per l’azienda agricola.

Peraltro, allo scopo di aumentare le prenotazioni, avvicinare e fidelizzare sempre di più gli utenti al Consorzio di Bonifica, oltre a ridurre il costo al metro cubo è necessario avviare la stagione irrigua seguendo l’andamento climatico e non altri parametri, erogando l’acqua già nei mesi di marzo/aprile, in particolare per le colture precoci.

«Per tale ragione abbiamo chiesto all’Assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia Donato Pentassuglia, che si è già attivato in tal senso, di rivedere gli accordi con la Basilicata – hanno dichiarato Vito Rubino e Pietro De Padova, rispettivamente direttore e presidente di CIA Due Mari – Riteniamo sia assurdo pagare 7 centesimi al metro cubo come ristoro del danno ambientale verso la Basilicata: le opere, all’epoca, sono state realizzate con soldi pubblici della collettività e destinate all’utilizzo sia della Basilicata che per la Puglia. È urgente rivedere i volumi da distribuire verso la Puglia con un calendario che parta dal mese di marzo e prosegua per tutto il mese di ottobre, sia per la Diga di San Giuliano che per la Diga di Monte Cotugno».

Nel corso dell’incontro la CIA ha evidenziato che bisogna intervenire per ridurre gli sprechi lungo la condotta: i trentacinque chilometri a cielo aperto del canale adduttore, opera ormai obsoleta, presentano numerose perdite aggravate dalla mancanza periodica di manutenzione e pulizia; tale condizione non fa altro che peggiorare ulteriormente il vettoriamento delle acque dalla Basilicata alla Puglia. Occorre affidare alle squadre di operai avventizi che conoscono la realtà territoriale la manutenzione/pulizia della rete idrica prima dell’avvio della stagione irrigua. Bisogna attivare la possibilità di attingimento dal fiume Bradano da utilizzare specialmente nei mesi estivi in caso di emergenza e/o riduzione della fornitura da parte della Basilicata. È necessario realizzare alla presa 4a una vasca di recupero, per far si che nei momenti di minori, attingimento di acqua da parte degli utenti anziché disperderla (come avviene ora nel corso della stagione irrigua) la risorsa idrica venga accumulata e reimmessa negli impianti. C’è la necessità di prevedere, laddove possibile, l’attivazione di integrazioni/collaborazioni con l’ARIF, recuperando vecchie opere inutilizzate, per consentire la distribuzione della risorsa idrica delle dighe, riducendo il prelievo dai pozzi e garantendo alle colture una qualità di acqua superiore.

È auspicabile valutare l’opportunità, in alcuni territori, di prelevare le acque reflue in collaborazione con Arif per immetterle nella rete irrigua. Occorre utilizzare, per ammodernare gli impianti, il finanziamento di diversi milioni di euro previsto con la delibera CIPE e destinato alle vasche della lama di Castellaneta fermo ed inutilizzato da diversi anni. È necessario monitorare tutta la rete degli acquedotti rurali e valutare la possibilità di abbassare il costo pagato dalle aziende zootecniche.

La CIA ha inoltre evidenziato che, per la prossima stagione irrigua 2021, occorre tener conto della presenza di criticità dovute alla crisi di liquidità che le imprese agricole stanno vivendo provocate sia da calamità diffuse che dalla mancata vendita di prodotti agricoli; occorre dare la possibilità di rateizzare i pagamenti, alle aziende che lo richiederanno, consentendo nel contempo di accettare le richieste di prenotazione per la stagione irrigua 2021.

Infine la CIA ha sottolineato la necessità di rivedere i piani di classifica relativi al tributo 630 e affidare alle imprese agricole la pulizia dei canali di bonifica, visto e considerato che le aziende agricole sono il presidio più importante per salvaguardare e manutenere il territorio.

«Ringraziamo il Commissario Borzillo per la sensibilità e la tempestività mostrata nel rispondere alla nostra richiesta d’incontro – hanno dichiarato Pietro De Padova e Vito Rubino dopo lo svolgimento dello stesso – Grazie anche alla dirigenza del Consorzio Stornara e Tara; i nostri interlocutori hanno accolto le nostre istanze e si sono resi disponibili a impegnarsi immediatamente per trovare le soluzioni adeguate alle questioni messe in rilievo».

Sulla vicenda Ilva-ArcelorMittal Italia, Confindustria Taranto scrive al presidente del Consiglio, Mario Draghi e chiede che le imprese possano essere, relativamente allo stabilimento dell’acciaio, “protagoniste di un cambiamento ancora possibile, partecipare ai processi di trasformazione che possano rilanciare la fabbrica e riaffermarne la sua centralità in ambito nazionale”. 

 

 Nella lettera al premier Draghi, il presidente di Confindustria Taranto, Antonio Marinaro, dice che “le imprese ancora oggi tornano ad assistere pressoché impotenti a una serie di vicende che arrivano a sovraccaricare di aspetti importanti e delicatissimi la già complessa ripartenza dello stabilimento siderurgico”. “Il riferimento - prosegue -  è, dopo la sentenza del Tar di Lecce che dispone a 60 giorni lo spegnimento degli impianti dell’area a caldo, la richiesta di confisca degli impianti formulata ieri dai pm nell’ambito del processo sui reati ambientali”. Per Confindustria, sono “aspetti che, al di là della evoluzione dei rispettivi iter giudiziari, riaccendono prepotentemente i riflettori sulla complessa storia del centro siderurgico e sui suoi risvolti sociali prima ancora che economici e produttivi. In questo momento così critico della storia del Paese, in cui, pur in presenza di una forte conflittualità politica ed in piena crisi  da emergenza epidemiologica, la Sua indiscussa capacità di essere collettore di varie istanze ha prodotto un’inedita convergenza fra forze politiche diverse per il bene comune Le chiediamo di mettere in atto per Taranto la stessa strategia, coinvolgendo le autorità locali del Comune, della Provincia e della Regione, affinché si giunga ad un percorso condiviso e lo si rispetti seriamente fino a compimento. Gli obiettivi di governo da Lei individuati – prosegue nella lettera il Presidente Marinaro - di rilancio, transizione energetica e modernizzazione sono riassunti nella storia industriale che più di altre ha caratterizzato, negli ultimi 56 anni, la città e la sua provincia. Taranto potrà diventare il simbolo della riuscita di questo ambizioso programma. Diversamente – questa la conclusione dell’appello, al termine del quale il Presidente Marinaro esprime fiducia nell’intervento del Governo - il rischio incombente è quello di una distruzione ambientale ed economica, che porterà, inevitabilmente, ad una pericolosa situazione di forte tensione sociale”.

 

In tutta la Puglia, tra sabato 20 e lunedì 22 febbraio prossimi, inizierà la vaccinazione del personale scolastico e dei cittadini di età over 80 contro il Covid-19. Le operazioni saranno coordinate dalle Asl provinciali d'intesa con i Comuni. Docenti, personale Ata e amministrativo saranno vaccinati soprattutto utilizzando i palazzetti sportivi. A Bari si aprirà la vaccinazione il 20 febbraio alle 9 al Palacarbonara con 800 persone al lavoro nelle scuole comunali della città; nella stessa data si dà il via anche a Taranto all'interno del Palaricciardi; scelta analoga anche nella Bat dove, domenica 21, si vaccinerà all'interno del Pala Disfida Borgia di Barletta, nel palazzetto dello sport di Trani e nel centro Dopo di Noi ad Andria. A Lecce, sabato 20 febbraio, le vaccinazioni partiranno nelle scuole comunali dell'infanzia e asili nido. A Brindisi si partirà domenica 21 nell’ambulatorio vaccinale del quartiere Bozzano e a Fasano (Br) nella sede del Presidio territoriale di assistenza. 

 

In ultimo, a Foggia, la vaccinazione sarà avviata lunedì 22 in “considerazione della geografia della provincia, della logistica, della disponibilità di locali idonei, oltre che delle scorte di dosi”, hanno specificato dalla Asl. “La rete è capillare anche grazie al contributo offerto dai sindaci, in sinergia con i volontari della Protezione civile”, aggiungono. Le vaccinazioni proseguiranno anche nei giorni successivi. “Si tratta di uno sforzo corale senza precedenti messo in campo dalla sanità pugliese in collaborazione con tutti i Comuni – dice l’assessore regionale alla Sanità, Pier Luigi Lopalco - uno sforzo che necessita della collaborazione di tutti anche nell’affrontare gli inevitabili inconvenienti nel rodaggio della macchina”. “L’augurio è che si possa contare via via sempre su nuove dosi di vaccino, in modo da allargare la platea nel minor tempo possibile. Nel frattempo, occorre ricordare che anche i vaccinati devono mantenere le precauzioni previste per legge e dal buon senso: distanziamento sociale, igiene delle mani, uso delle mascherine”, conclude. 

 Oggi in Puglia sono stati effettuati 10.033 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e ci sono stati 844 casi positivi: 326 in provincia di Bari, 88 in provincia di Brindisi, 59 nella provincia BAT, 102 in provincia di Foggia, 75 in provincia di Lecce, 185 in provincia di Taranto, 5 residenti fuori regione, 4 casi di residenza non nota. Sono stati inoltre registrati 37 decessi: 19 in provincia di Bari, 2 in provincia BAT, 3 in provincia di Brindisi, 4 in provincia di Foggia, 4 in provincia di Lecce, 5 in provincia di Taranto. Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 1468882 test, 98.484 sono i pazienti guariti e 35.729 sono i casi attualmente positivi. 

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