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Giornale di Taranto - Giornalista1

Da domani in Puglia prende il via la vaccinazione degli anziani over 80. Sono circa 160 mila i cittadini gli aventi diritto che si sono prenotati per la somministrazione del siero anticovid, pari all’80% del target di circa 200 mila persone prefissato dalla Regione Puglia. Le prenotazioni sui vari canali, Centro Unico Prenotazioni, Farmacup e sito Puglia Salute, resteranno comunque aperte.     Nell’area metropolitana di Bari sono state fissate 1528 vaccinazioni, predisposte nelle varie sedi Asl a partire dalle 9 del mattino. Orario analogo anche a Brindisi, dove si partirà dal quartiere “Bozzano” e alle 14.30 dal centro vaccinale territoriale di San Pietro Vernotico. A seguire sarà il turno del “San Francesco Hospital” di Foggia, del punto vaccinale del Consultorio familiare di Lecce, della sede del Dipartimento di prevenzione ad Andria (Bat) e dei 10 punti individuati nella provincia di Taranto, a partire dalla sede della facoltà di Medicina.

Ecco l’elenco dei punti vaccinali della provincia ionica : 

▪️Avetrana – Ambulatorio Vaccinale, Via Piave n. 101

▶ Castellaneta – Ambulatorio Vaccinale Ospedale San Pio, 

▶ Crispiano – Ambulatorio Vaccinale del Poliambulatorio, Viale delle Olimpiadi

▶ Fragagnano – Ambulatorio Vaccinale, Via Cesare Battisti n. 17

▶ Ginosa – Centro Anziani Polivalente, Via Angeloni ang. Via Roma

▶ Grottaglie – Ambulatorio Vaccinale presso SISP, Via Portelle delle Ginestre ang. Via I° Maggio

▶ Laterza – Cittadella della Cultura, Via Cesare Battisti n. 47

▶ Lizzano – Ambulatorio Vaccinale, Via Bruno Buozzi

▶ Manduria – Palestra Scuola Media Statale "Gl Marugj"

▶ Martina Franca – Centro Servizi Comunale, Piazza d'Angiò

▶ Maruggio – Ambulatorio Vaccinale, Piazza Marconi

▶ Massafra – Polivalente Massafra, Via Livatino

▶ Mottola – Ambulatorio Vaccinale, Via Silvio Pellico

▶ Palagianello – Ambulatorio Vaccinale del Poliambulatorio, Piazza Regina del Rosario

▶ Palagiano – Ambulatorio Vaccinale del Poliambulatorio, Via B. Egidio da Taranto n. 19

▶ Pulsano – Ambulatorio Vaccinale, Via Calani s.n.

▶ San Giorgio Ionico – Comune di San Giorgio Ionico, Via Tiziano Vecelio

▶ San Marzano di San Giuseppe – Ambulatorio Vaccinale del Poliambulatorio, Via Fanelli s.n.

▶ Sava – Ambulatorio Vaccinale, Via Cugini Cinieri

▶ Statte – Ambulatorio Vaccinale del Poliambulatorio, Corso V. Emanuele n. 126

▶ Taranto – Facoltà di Medicina, Piazza Ebalia

▶ Taranto – Ambulatorio Vaccinale, Viale Magna Grecia n. 418

▶ Taranto – Ambulatorio Vaccinale del Poliambulatorio Via Basta – Tamburi, Via Basta n. 7

▶ Torricella – Rsa San Raffaele, C. Da Forche Trav. per Lizzano

 

Per info sulle modalità di prenotazione, segui il link 

 L’aumento improvviso delle temperature fino ai 18 gradi in Puglia risveglia la natura con mandorli, peschi e prati fioriti che confermano i cambiamenti climatici in atto con il moltiplicarsi di eventi estremi, dal gelo al caldo improvviso. “E’ una finta primavera in Puglia, un fenomeno che ormai si ripete ogni anno, con mandorli e peschi fioriti prima del tempo, assoggettati a sbalzi termici improvvisi che spesso causano la perdita dei frutti- afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia- prati e piante mediterranee come il rosmarino in fiore, a pochi giorni da nevicate e gelate intense, la dicono lunga sul clima pazzo  che mette a rischio le produzioni agricole.  Il rischio è che gli alberi da frutto, impossibilitati a vivere adeguatamente la fase di quiescenza, possano subire un 'risveglio' anticipato, con fioriture anomale registrate già a partire da gennaio. A nulla vale più la programmazione degli orticoltori che in Puglia raccolgono broccoli, cavoli, sedano, prezzemolo, finocchi, cicorie, bietole, che maturano contemporaneamente con un evidente effetto anche sull’offerta”.

 

Con la natura sconvolta, a preoccupare è il possibile prossimo ed improvviso abbassamento della temperatura sulle piante in fiore con effetti disastrosi sulla raccolta dei frutti primaverile ed estiva. Se prima della fine dell’inverno – secondo Coldiretti  - ci sarà un brusco abbassamento della colonnina di mercurio al sotto dello zero sarà inevitabile una moria di gemme con i raccolti compromessi. Siamo di fronte in Puglia alle conseguenze dei cambiamenti climatici con una tendenza alla tropicalizzazione e il moltiplicarsi di eventi estremi con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense, siccità e alluvioni ed il rapido passaggio dal freddo al caldo che ha fatto perdere oltre 3 miliardi di euro in un decennio, tra cali della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.

   La tropicalizzazione del clima incide anche sui frequenti fenomeni siccitosi, in Puglia le aree a rischio desertificazione sono pari al 57% del territorio regionale con le carenze infrastrutturali e le reti colabrodo che contribuiscono a far perdere l’89% della pioggia caduta. Uno spreco inaccettabile, secondo Coldiretti, per un bene prezioso anche alla luce dei cambiamenti climatici che stanno profondamente modificando la distribuzione e l’intensità delle precipitazioni anche sul territorio nazionale.

“Stiamo analizzando tutti i possibili scenari e lavorando perché l'ordinanza sindacale conservi la sua forza nei confronti della tutela della salute dei nostri concittadini”. Lo dichiara il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, a proposito dell’ordinanza di febbraio 2020 che impone ad ArcelorMittal, ex Ilva, di spegnere gli impianti dell’area a caldo del siderurgico perché inquinanti. Dopo che il Tar di Lecce, sabato scorso, ha confermato l’ordinanza che era stata impugnata sia da ArcelorMittal, gestore in fitto degli impianti, che da Ilva in amministrazione straordinaria, il sindaco ha incontrato dirigenti e tecnici comunali interessati alla questione per un punto di situazione. 

 

 “Con il ministro dello Sviluppo Economico - dice Melucci a proposito dell’incontro previsto nella prossima settimana col ministro Giancarlo Giorgetti - comprenderemo se analogo intendimento sia nelle corde del Governo. Continuerò a occuparmi della salute dei tarantini - conclude Melucci - e da questo punto di vista nessuno si attenda cedimenti degli enti locali”. Dopo la sentenza di sabato 13 febbraio del Tar Lecce, su questo fronte dell’ordinanza si è avuto uno sviluppo ulteriore al Consiglio di Stato cui ArcelorMittal è ricorsa in appello contro la decisione dello stesso Tar. E il Consiglio di Stato, quarta sezione, ha deciso che ArcelorMittal dovrà aspettare in merito alla pronuncia dei giudici di secondo grado  sul ricorso che l’azienda ha presentato in appello. ArcelorMittal che ha presentato in tempi rapidissimi il ricorso ai giudici di Palazzo Spada con l’obiettivo di avere in tempi altrettanto rapidi la sospensiva del Tar, si è vista rinviare ogni decisione all’11 marzo. Sino ad allora, quindi, la situazione resta congelata. Non si avvia, quindi, lo spegnimento degli impianti e la richiesta di ArcelorMittal di stoppare quanto deciso dal Tar, rimane integra. Luigi Maruotti, presidente della quarta sezione del Consiglio di Stato, cui il caso è approdato, ha infatti ritenuto che non ci fossero i presupposti per decidere con un decreto monocratico del presidente - come da istanza aziendale - ma che si debba farlo “nella ordinaria sede collegiale”, considerate le “delicate questioni controverse tra le parti”. Di qui, dunque, la camera di consiglio dell’11 marzo mentre il secondo grado di giudizio sarà definito nell’udienza del 13 maggio.

 

La stessa ArcelorMittal spiega che “il presidente della IV Sezione ha chiarito che, allo stato, non sussistono ragioni di estrema urgenza di adottare misure cautelari”. Maruotti infatti ha scritto che “non risulta e non è stata comprovata la circostanza che, in assenza di immediate misure cautelari, per l’appellante si produrrebbe uno specifico pregiudizio irreparabile, prima della data dell’11 marzo 2021, anche perché prima di questa data non sarà decorso il “primo termine” di trenta giorni, con la conseguente insussistenza, prima di essa, dell’obbligo di avviare le operazioni di fermata dell’area a caldo e degli impianti connessi”. 

Oggi in Puglia sono stati effettuati 9.880 test per l'infezione da Covid-19 e registrati 905 casi positivi: 368 in provincia di Bari, 77 in provincia di Brindisi, 78 nella provincia BAT, 118 in provincia di Foggia, 86 in provincia di Lecce, 177 in provincia di Taranto, un residente fuori regione. Sono stati, inoltre, registrati 23 decessi: 5 in provincia di Bari, 8 in provincia BAT, 4 in provincia di Foggia, 5 in provincia di Taranto, un residente fuori regione. Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 1.487.903 test, 102.858 sono i pazienti guariti e 33.084 sono i casi attualmente positivi. 

Didattica integrata digitale al 100% in Puglia, dopo la nuova ordinanza del presidente Michele Emiliano, che entrerà in vigore lunedì 22 febbraio e avrà valore fino al 5 marzo. L'attività in presenza è riservata solo in relazione all'uso di laboratori o "per mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali, garantendo comunque il collegamento on line con gli alunni della classe che sono in didattica digitale integrata". L'ordinanza lascia alle istituzioni scolastiche la facoltà di ammettere in presenza gli alunni "che, per ragioni non diversamente affrontabili, non abbiano la possibilità di partecipare alla didattica digitale integrata, purché, complessivamente, non venga superato il limite del 50% della popolazione scolastica per ogni singola classe o sezione d’infanzia". 
“La variante inglese del coronavirus così come le altre varianti che man mano si stanno registrando in Italia, rappresentano un nuovo elemento di pericolosità per la salute pubblica, come ci dicono gli esperti, perché si trasmettono molto più velocemente. Con la nuova ordinanza sulla scuola cerchiamo di trovare un punto di equilibrio tra i due diritti costituzionali alla salute e all’istruzione": ha commentato  il governatore pugliese, Michele Emiliano, dopo aver firmato la nuova ordinanza. "Dobbiamo da un lato assolutamente limitare la circolazione del virus in queste settimane per evitare scenari imprevedibili e critici - ha proseguito - La regola base è utilizzare per due settimane la didattica digitale integrata in tutte le scuole di ogni ordine e grado. Da oggi sono partite le vaccinazioni del personale scolastico della scuola, fatto questo di fondamentale importanza. Avendo già i vaccini e avendo la possibilità della didattica digitale integrale rischiare la salute – soprattutto di insegnanti e operatori scolastici che per età sono più esposti alle conseguenze del covid – sarebbe irresponsabile. Essi hanno sino ad oggi consentito la didattica in presenza a chi lo chiedeva, mettendo a rischio la loro vita. Adesso è arrivato il momento di vaccinarli prima di esporli nuovamente ai pericoli legati alle varianti del covid”. 

"Condivisione nei confronti delle misure adottate dalla Regione Puglia" è stata espressa dall'Anp (Associazione nazionale presidi), tramite il presidente Roberto Romito, al termine della riunione con il presidente della giunta regionale, Michele Emiliano, durata fino a tarda notte. L'ordinanza - che sarà pubblicata in mattinata, stando alle comunicazioni dell'Anp - prevederà la didattica digitale integrata per il 100% delle scuole e la frequenza, solo in casi eccezionali (e con un massimo del 50% della capienza) decisa dagli istituti scolastici. "Viene quindi a cadere la cosiddetta libertà di scelta sulla frequenza scolastica concessa impropriamente alle famiglie dalle precedenti ordinanze", ha spiegato Romito. Questo "costituiva il principale motivo del nostro dissenso in quanto rappresentava una vistosa anomalia della nostra scuola rispetto a quella del resto del Paese, oltre che ad essere in clamoroso contrasto con i principi costituzionali e gli assetti ordinamentali della scuola italiana. Questa novità, unita all’avvio della campagna di vaccinazione di coloro che lavorano nelle scuole, ci permette invece di esprimere oggi - pur nell’avversa contingenza che porta le scuole stesse ad un’ulteriore restrizione - condivisione nei confronti delle misure adottate e un moderato ottimismo per una pronta ripresa del sistema scolastico pugliese". 

Per benedire i fedeli senza mancare di rispetto alle misure di distanziamento sociale, padre Tim Pelc - settantenne parroco di St. Ambrose Parish - ha deciso di ricorrere ad un oggetto non proprio familiare nelle cerimonie di culto: una pistola… ovviamente giocattolo.

 

Padre Tim accoglie le persone a bordo del loro veicolo vicino alla porta della sua chiesa nel Michigan, Stati Uniti, in una sorta di drive-through che in qualche modo potremmo definire “spirituale”. Da debita distanza benedice i fedeli “sparando” l'acqua santa attraverso il finestrino della loro auto con una vistosa pistola giocattolo.

Nelle foto, postate sul profilo Facebook della parrocchia di St. Ambrose Parish, Pelc compare – regolarmente munito di mascherina e visiera di protezione - con la Bibbia in una mano e la pistola giocattolo dai colori sgargianti nell'altra. Manco a dirlo, le immagini sono diventate immediatamente virali e si sono propagate su tutti i social network.

Come riporta il Daily Mail, il sacerdote ha rivelato che non era proprio sua intenzione finire sui social media, ma che ora la missione è diventata molto difficile (impossibile diciamo noi) dopo essere diventato addirittura un meme, inserito in divertenti falsi poster del film “Pandemic” e del gioco “Doom”. La trovata viene in mente a padre Tim durante la Settimana Santa di aprile: "L'idea originale era di fare qualcosa solo per i bambini della parrocchia, dal momento che avrebbero passato una Pasqua ben diversa da tutte quelle vissute fino ad allora". Per assicurarsi di non mettere a rischio sé stesso o i fedeli, Pelc si è affidato al consiglio di un amico medico, che non solo ha approvato l'idea, ma ha fornito al sacerdote l'equipaggiamento protettivo e ha portato i suoi figli a ricevere la benedizione.

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"Era un modo per continuare una vecchia usanza e alla gente sembrava piacere", ha aggiunto Tim Pelc, ormai travolto senza scampo da una notorietà sconfinata.

 

https://www.today.it/strano-ma-web/covid-benedizione-pistola-acqua-santa.html

 In vista della scadenza della terza rata Tari, 28 febbraio, Confcommercio Taranto chiede “un rinvio del termine di pagamento” e chiede “alle amministrazioni locali di rivedere le politiche tributarie nei confronti delle imprese del terziario” anche perché queste scontano i problemi di un anno di Covid. Il presidente Confcommercio Taranto, Leonardo Giangrande , in una lettera ai sindaci, evidenzia “come la emergenza sanitaria richieda misure concrete di sostegno alle imprese” e “sollecita un’attività di confronto immediato al fine di individuare dei percorsi atti a sostenere le attività, iniziando dall’avvio di politiche di riduzione, rinvio e laddove possibile esenzione, dei tributi locali”. Per Confcommercio, “è necessario che il confronto prenda in esame le disposizioni contenute nella legge 160 del dicembre 2019 che, a decorrere dal 2021, prevede l’adozione,da parte di Comuni, Provincie e Città Metropolitane - del “canone unico patrimoniale” che unifica il prelievo Tosap/Cosap (imposta comunale sulla pubblicità, affissione, insegne, occupazione spazi ed aree pubbliche ), impegnando i Comuni all’approvazione dei relativi regolamenti e delle tariffe per l’anno in corso”. Per Confcommercio, “gli interventi del Governo risultano del tutto insufficienti a garantire il superamento di questo difficile momento, aggravato dai riflessi sull’economia del territorio della crisi del settore industriale, e pertanto è necessario che le amministrazioni locali supportino le attività commercio, dei servizi e del turismo, attraverso l’adozione di politiche tributarie che sostengano le imprese in questa difficile prova di “resistenza” che sta impegnando il terziario tarantino”.  “Un primo concreto segnale - conclude Giangrande - lo si attende dal sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, ho chiesto di considerare la possibilità di prorogare il termine di pagamento della terza rata Tari”. 

“Vi vedo delusi, invece dobbiamo incoraggiare, dobbiamo essere positivi”. Lo ha detto, a proposito di Ilva e rivolgendosi ai sindacati, il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti. Lo riferisce ad AGI Rocco Palombella, segretario generale Uilm.

    “Giorgetti ci ha detto che deve chiamare Invitalia dicendogli di rispettare l’accordo e che dirà ad ArcelorMittal - aggiunge Palombella - di dar seguito al piano, di pagare le persone e fare le manutenzioni agli impianti. Giorgetti ha tuttavia ammesso che c’è una cosa che incombe sulla nostra testa ed é la sentenza", prosegue Palombella spiegando che il riferimento è al Tar di Lecce. "Proviamo però ad andare avanti, ci ha detto Giorgetti, ribadendo che il presidente del Consiglio ha indicato tra le priorità di Governo l’attenzione all’ambiente; al tempo stesso il ministro ci ha dichiarato che l’acciaio resta strategico e che il mercato ora sta ripartendo”.

    Palombella conferma ad AGI che “pagheranno i lavoratori ed è positivo”, in riferimento alla integrazione economica della cigs per i cassintegrati Ilva in amministrazione straordinaria, e che questo provvedimento entrerà a far parte di “un nuovo provvedimento economico che non si chiamerà più Ristori”.

 

 “Per quanto mi riguarda - sottolinea Palombella - ho detto a Giorgetti che siamo in una situazione drammatica e che sono cambiati tanti ministri da quando questa crisi è esplosa. Ho detto pure - prosegue il segretario Uilm - che nel momento in cui si assumono decisioni e non poi non vengono portate avanti, tutto inevitabilmente si complica. L’accordo di dicembre tra ArcelorMittal e Invitalia - rileva Palombella - noi l’abbiamo contestato circa i tempi e i contenuti. Oggi il ministro non ci ha detto che l’accordo non é più quello ma che forse è un po’ datato, visto che alcune cose nel frattempo sono cambiate. Ho quindi insistito:  o come Governo decidete le cose e le applicate, ma se ci sono tentennamenti, non è che si va avanti. Ci sono delle concrete alternative ai posti di lavoro in Ilva? Discutiamone - sostiene Palombella - perché venti anni di cassa integrazione e tempi infiniti io non li accetto”.

    In definitiva, conclude Palombella, “incontro  interlocutorio, ma d’altra parte i ministri sono appena arrivati, e anche il ministro Orlando ha ricordato che la cosa é complicata, essendosene lui occupato anni addietro come ministro dell’Ambiente: bisogna trovare soluzioni rispettose di ambiente e produzione”. 

La Puglia resta in zona gialla, grazie a un decremento dei contagi da Covid che prosegue ormai da quattro settimane e a un tasso di occupazione dei posti letto negli ospedali sotto la soglia di rischio, sia per le terapie intensive che per gli altri reparti Covid. Preoccupa la diffusione della variante inglese e anche il movimento di gente che potrebbe crearsi nel week-end, complice anche il bel tempo e il rialzo delle temperature, che nello scorso fine settimana si erano mantenute molto basse e avevano scoraggiato passeggiate e spostamenti. Già oggi, invece, l’assaggio di primavera ha portato molta gente fuori. A Bari, per esempio, molti bar stanno anticipando l’ora dell’aperitivo, visto che la chiusura resta imposta alle 18. I dati sui contagi, del resto, sono relativamente confortanti, considerato che a fronte di 9.141 test sono stati riscontrati 874 casi positivi, quasi la metà dei quali in provincia di Bari. Significa che i contagi sono oggi al 4,6% mentre fino a tre settimane fa erano al 6,2%. Anche i ricoveri sono sotto la soglia d’allerta: 27% di occupazione nelle terapie intensive (la soglia è il 30%) e 36% i reparti medici (pneumologie, infettivi e medicine, in cui la soglia è al 40%). Stando ai calcoli effettuati, in Puglia l’Rt (il fattore di replicazione del virus) è tra 0,97 e 1,04, quindi sotto la soglia dell’1 che ha portato altre regioni in zona arancione. Si attende ora che il presidente della Regione, Michele Emiliano, firmi la nuova ordinanza sulla scuola, per disciplinare la didattica, considerato che quella attualmente in vigore scade domani. 

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