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Giornale di Taranto - Giornalista1

Il sistema culturale tarantino, costituito da associazioni, promotori culturali ed imprese creative, si riunisce sotto l’egida della sigla “Taranto Viva, Viva Taranto” e si rivolge al nuovo Assessore Regionale alla Cultura Massimo Bray con l’intento di rivendicare la centralità di Taranto e della sua provincia all’interno del sempre più fiorente sistema culturale Puglia in previsione dei futuri  investimenti sul tema, dei protocolli stilati e al fine di “stimolare” il coinvolgimento delle associazioni , dei promotori culturali e delle imprese creative locali.

In allegato, la lettera firmata da “Gli artisti, i tecnici, gli operatori culturali e dello spettacolo, le imprese creative di Taranto e Provincia”, con la quale si rivendica l’importanza delle associazioni e degli operatori che da diversi anni ormai hanno deciso d’investire nella cultura e nella creatività puntando allo sviluppo alternativo del territorio.

Ecco il testo e i firmatari della lettera 

 

Egregio Dott. Massimo Bray, a scriverle queste righe sono gli artisti, i tecnici, gli operatori culturali e dello spettacolo di Taranto e provincia, quelli che da diversi anni sotto forma di associazione, partita iva, impresa hanno deciso di puntare sulla “Cultura” per creare reddito, occupazione e soprattutto cambiare la narrazione della nostra terra. Quelli che con coraggio hanno investito tutte le loro energie in una città che per troppi anni è stata deliberatamente tenuta fuori da qualsiasi rotta culturale, condannata alla sua unica vocazione, quella di fornire carne da cannone per gli altiforni del siderurgico.

E’ stato un processo lento ma inesorabile, nato dal basso e scollegato da qualsiasi coordinamento e intervento istituzionale, germogliato nella consapevolezza dell’enorme patrimonio storico e paesaggistico della città dei due mari e fiorito nei posti più difficili di una città difficile.

Ai teatri, i cinema e agli operatori culturali storici si sono affiancati “giovani imprenditori” e ovunque si sono accesi Caffè Letterari, laboratori artigianali, sale concerto, teatri, circoli fotografici, sono esplosi i festival, le rassegne, le mostre fotografiche. Si sono create le basi per sviluppare un importante indotto e consentire ai nostri ragazzi ( non solo artisti ma tecnici, grafici, social manager, fotografi, operatori audio-visivo, etc. ) di investire in se stessi sul territorio accantonando definitivamente l’idea di portare altrove il proprio talento.

Questa “Primavera Tarantina” che ha investito soprattutto le ultime generazioni e che ha fornito gran parte della materia prima che ha portato l’attuale amministrazione comunale a sfiorare il riconoscimento di “Capitale Italiana della Cultura 2022” ha come innesco una data ben precisa : 1 Maggio 2013.

Il movimento tellurico scatenato dalla prima edizione dall’”Uno Maggio Libero e Pensante”, un evento costruito dal basso che ha portato come per magia 50.000 spettatori provenienti da tutta l’Italia ad affollare un Parco archeologico all’epoca sconosciuto persino ai tarantini, ha generato l’onda che in questi anni è cresciuta diventando così potente da riuscire a coinvolgere partner istituzionali. Perché proprio surfando quell’onda Puglia Sounds ha avuto l’intuito di portare in riva ai due mari il Medimex, l’evento internazionale che ha definitivamente contribuito al cambio di narrazione del territorio, e Apulia Film Commission ad inaugurare finalmente il Cineporto di Taranto.

Caro Dott. Bray, come “assessore alla cultura” quello che le chiediamo è di continuare a puntare deciso sulla nostra città, di continuare a soffiare con noi su quel fuoco che arde. Certo, l’emergenza legata alla pandemia mondiale ha falcidiato il settore creando danni irreparabili al sistema, e le richieste di aiuto ad un settore in ginocchio sono incalcolabili

 

Ma noi non viviamo in una città come tutte le altre, noi viviamo in una città in cui tutti gli sforzi e i passi fatti in direzione di un futuro sostenibile vengono puntualmente vanificati e ad ogni incidente, sbuffo di vapore velenoso, giornata di wind-day, vittima del mostro, si torna alla casella di partenza.

Noi siamo a completa disposizione con la nostra passione, la nostra competenza, la nostra conoscenza del territorio e la invitiamo ufficialmente per un confronto, saremo ben felici di dimostrarle con quanto entusiasmo ed energia crediamo nella Cultura, “il modo migliore per costruire insieme un Paese in cui tutti ci possiamo riconoscere”.

Gli artisti, i tecnici, gli operatori culturali e dello spettacolo e le imprese creative di Taranto e provincia

Taranto, 22/02/21

 Associazione Culturale AFO6 ( Cinzella Festival, Spazioporto ) ;

Michele Riondino ( Artista ) ;

Diodato (Artista)

Studio Gaudio ( Impresa, studio di registrazione ) ;

Giorgio Consoli ( Artista ) ;

Ass. Il Gazebo esagonale ( La Factory handmade in Taranto ) ;

Mietta ( Artista ) ;

Renzo Rubino ( Artista ) ;

Alessandro Vitti ( Artista ) ;

Gabriella Martinelli ( Artista ) ;

Discordia ( Fiera del Disco ) ;

Ezia Mitolo ( Artista ) ;

Franzi Baroni ( Music selector, radio ) ;

Alberto Dati ( Producer ) ;

Terraross ( Muscisti ) ;

Puglia Rock ( Blog, magazine ) ;

Nunnari Grafiche ( Impresa, studio grafico ) ;

Davide Berardi ( Musicista ) ;

Cinology - Beyond Audiovisual Technology ( Impresa ) ;

Sinossi Film ( Impresa ) ;

Aracnea - Centro culturale ed artistico ( Ass. Culturale ) ;

Raimondo Musolino ( Divulgatore arte e fotografia ) ;

Awa ( Ass. Culturale ) ;

Think Ahead Studio ( Studio di registrazione ) ;

Cibo per la mente ( Caffè Letterario ) ;

Pro Loco Leporano ( Promotore Culturale ) ;

Francesco Grassi ( CEO “Love University Records” ) ;

L'Olifante ( Magazine ) ;

Massimo Cimaglia ( Artista, promotore culturale ) ;

Artesia di Ciro Merode ( “Sonora” organizzazione eventi ) ;

Giovanni Straziota Grafiche ( Graphic & Logo designer ) ;

Melga ( Musicista ) ;

Franco Cosa ( Artista ) ;

 

Cristiano Cosa ( Musicista ) ;

Elius Inferno & the Magic Octagram ( Musicisti ) ;

Francesco Lomagistro ( Musicista ) ;

Gabriele Benefico ( Artista ) ;

Alex Palmieri ( Dj, Producer ) ;

Casa Merini ( Caffè Letterario ) ;

Cinema Bellarmino ( Cinema ) ;

APS “Ammostro” ( Impresa creativa ) ;

Service Plus ( Service per eventi ) ;

Gold Stage ( Service per eventi ) ;

Fak-A ( Art container ) ;

Clamor ( Hub culturale ) ;

Ass. Culturale “Brigadoon - altre storie di cinema” ( Monsters, Taranto Horror Festival ) ;

Marc Urselli ( Sound engineer ) ;

Emanuele Barbati ( Musicista ) ;

Fabrizio Fichera ( Regista ) ;

Southern Sofa Film Factory ( Produzione audiovisivi ) ;

Teatrominimo ( Teatro ) ;

Valerio Cappelluti ( Videomaker ) ;

Francesca Gemmino ( Artista ) ;

Maurizio Greco ( Fotografo ) ;

Onehour ( Ass. Culturale ) ;

Sperimentàle ( Maker ) ;

Up to the Jefu ( Organizzazione eventi ) ;

Jlenia Mancino (Operatrice Culturale);

Tiziano Dragone (Bright Sound Studio)

Associazione “Volta la carta” (Aperitivo d’Autore)

Valentina Petrini (Giornalista, Conduttrice Televisiva)

Nella tarda serata di ieri a seguito della sentenza del TAR, il

Governatore della Puglia Michele Emiliano ha emesso una nuova ordinanza ecco cosa prevede:

1.Con decorrenza dal 24 febbraio e sino al 14 marzo 2021, ​salvo quanto previsto ai successivi punti 2 e 3, ​le Istituzioni Scolastiche di ogni ordine e grado e i CPIA adottano forme flessibili dell’attività didattica in modo che il 100% delle attività scolastiche sia svolto in modalità digitale integrata (DDI), secondo quanto previsto dal DM 89/2020 recante l’adozione delle Linee guida sulla Didattica Digitale Integrata di cui al Decreto del Ministro dell’Istruzione 26 giugno 2020 n.39, riservando l’attività didattica in presenza agli alunni per l’uso di laboratori qualora sia previsto dall’ordinamento, o per mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali, garantendo comunque il collegamento on line con gli alunni della classe che sono in didattica digitale integrata;

2. Le scuole dell’Infanzia, le Istituzioni scolastiche del ciclo primario e i CPIA ammettono in presenza tutti gli alunni che, per ragioni non diversamente affrontabili, non abbiano la possibilità di partecipare alla didattica digitale integrata;

3. Le Istituzioni Scolastiche secondarie di secondo grado ammettono in presenza tutti gli studenti che, per ragioni non diversamente affrontabili, non abbiano la possibilità di partecipare alla didattica digitale integrata, nel limite del 50% della popolazione scolastica, possibilmente per ogni singola classe;

4. I dipartimenti di prevenzione delle AA.SS.LL. attuano l’allegato Piano Vaccinale degli operatori scolastici entro la data di scadenza della presente ordinanza e comunicano al Dipartimento della Salute della Regione Puglia e all’Ufficio Scolastico regionale il grado di copertura vaccinale raggiunto, affinché i singoli Istituti scolastici, per disposizione del Dirigente scolastico, possano ritornare all’attività didattica in presenza, una volta completate le vaccinazioni dei rispettivi operatori scolastici che ne abbiano fatto richiesta;

5. Le Istituzioni Scolastiche devono comunicare, ogni lunedì della settimana, all’Ufficio Scolastico Regionale e al Dipartimento della

Salute, attraverso la procedura predisposta sulla piattaforma ​www.studioinpuglia.regione.puglia.it​, il numero degli studenti e il numero del personale scolastico positivi al COVID-19 o in quarantena, nonché tutti i provvedimenti di sospensione dell’attività didattica adottati a causa dell’emergenza Covid.

6. Le istituzioni scolastiche devono garantire, nell’ambito della propria autonomia organizzativa, le adeguate condizioni utili a consentire una idonea erogazione e fruizione della didattica digitale integrata. Ogni conseguente adempimento, ove necessaria una implementazione tecnologica ai fini della suddetta idonea erogazione e fruizione della didattica digitale integrata, deve avvenire con l’urgenza del caso.

È caos tra i dirigenti degli istituti scolastici pugliesi che si sono trovati, ieri sera, dinanzi alla sentenza del Tar Puglia che sospende l'efficacia dell'ordinanza del presidente della Regione Puglia che poneva, fino al 5 marzo, gli studenti in didattica digitale integrata. In attesa di una nuova ordinanza i dirigenti terranno tutti gli studenti, almeno per la giornata di oggi, in didattica a distanza. Tra le motivazioni anche l'insorgenza di febbre tra alcuni docenti, dopo la somministrazione della prima dose del vaccino AstraZeneca.

   Ad Acquaviva delle Fonti, nel Barese, il sindaco Davide Carlucci ha firmato un'ordinanza "che lascia, di fatto, tutto inalterato per un giorno. Questo per evitare il diffondersi del contagio e per evitare che si crei confusione nell'organizzazione della vita scolastica e delle famiglie acquavivesi".

    Intanto, i sindacati si sono mostrati subito in disaccordo con l'eventualità che il presidente Emiliano possa emanare una ordinanza con la quale "intende ripristinare la facoltà di scelta da parte delle famiglie sulla didattica in presenza o da remoto". In questo modo "si riconduce la scuola pugliese allo stato dell’ordinanza precedente, contro cui – scrivono in un comunicato unitario Claudio Menga, Roberto Calienno, Gianni Verga, Chiara De Bernardo e Francesco Capacchione - avevamo già indetto uno sciopero motivato anche dalla necessità di garantire salute e sicurezza dei lavoratori, degli alunni e delle famiglie in tutte le scuole pugliesi". Le sigle Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda di Puglia preannunciano che, "qualora dovessero concretizzarsi le suddette previsioni, riprenderanno lo stato di mobilitazione senza escludere, nuovamente, il ricorso allo sciopero regionale". 

 “La riunione di oggi pomeriggio in Prefettura per trovare una soluzione per i 130 di Infrataras, è finita male purtroppo. Da domani i lavoratori se ne vanno a casa perché il loro contratto a tempo determinato è terminato”. Lo dichiara ad AGI il segretario Uil Taranto, Giancarlo Turi, dopo il confronto odierno in video call promosso dal prefetto di Taranto, Demetrio Martino, in qualità di commissario di Governo per la bonifica dell’area di Taranto, con sindacati, Regione Puglia, task force lavoro della stessa Regione, Provincia e Comune di Taranto, Autorità portuale di Taranto, Infrataras. Quest’ultima è la società del Comune di Taranto, addetta a lavori e manutenzioni, che sinora ha impiegato i 130 in attività di bonifica leggera (progetto “Verde Amico”’) e che li ha in carico sino a domani, 24 febbraio. 

 

 Il progetto è durato 24 mesi ed é stato finanziato con fondi ministeriali, individuati dall’ex commissario alla bonifica, Vera Corbelli, più una ulteriore tranche resa disponibile dalla Regione Puglia. “Abbiamo suggerito agli enti locali - dichiara Turi - una serie di piste, di ipotesi di lavoro, e abbiamo detto loro: verificate che spazi ci sono. Purtroppo ci siamo trovati di fronte ad un vuoto di proposte di Prefettura e Comune di Taranto, mentre la Provincia oggi non si è nemmeno presentata. Ci è stato detto che non si può fare nessuna verifica perché il Governo si è appena insediato e non c’è ancora chiarezza sugli interlocutori”. “Il Comune - aggiunge il segretario Uil - ha riproposto la sua linea: dateci nuovi fondi e noi facciamo proseguire il progetto “Verde Amico” mantenendo i lavoratori in attività”. “Ci è stato anche riproposto un documento come quello che il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, e il governatore di Puglia, Michele Emiliano, hanno fatto settimane fa, col quale hanno chiesto altri fondi al Governo. Ma questa strada si è già rivelata senza sbocchi” commenta Turi. “Non è stata nemmeno accettata la nostra proposta di mettere in cassa integrazione Covid i lavoratori in modo da guadagnare tempo e costruire così un percorso, delle possibili soluzioni - conclude Turi ad AGI -. Adesso come confederazioni stiamo dettagliando per iscritto quelle che riteniamo le proposte cantierabili in modo che gli enti locali possano verificarle. Per ora il dato è che purtroppo domani termina il contratto a tempo determinato dei 130 ex IsolaVerde con Infrataras”. 

"In seguito all’odierno provvedimento del Tar di Bari, sto per emettere una nuova ordinanza per la prevenzione della 'variante inglese' e per la esecuzione del piano vaccinale nelle scuole". Lo ha comunicato il presidente della Reguone Puglia, Michele Emiliano. Il provvedimento in arrivo dovrà legare "la temporanea sospensione della didattica in presenza ad un termine per la esecuzione della campagna vaccinale nelle scuole".

 

"Sono costretto ad intervenire - ha spiegato - per evitare che domani le scuole siano improvvisamente invase, in mancanza di provvedimenti di regolazione sanitaria, da tutti gli studenti in presenza con danno gravissimo per la salute del personale scolastico in piena pandemia da 'variante inglese' che ormai sta sostituendo le altre meno pericolose e meno contagiose. La sospensione della didattica in presenza era stata richiesta unanimemente da tutti i sindacati, dalla stragrande maggioranza delle famiglie - ha ricordato il governatore - sul presupposto del pericolo che un’insufficienza della prevenzione di infortuni sul lavoro da parte delle scuole, potesse pregiudicare la vita e la salute del personale scolastico non ancora vaccinato. Proprio mentre i vaccini si sono resi finalmente disponibili".

    Per questo Emiliano ha annunciato l'arrivo di un'altra ordinanza che tenga conto "dei rilievi del giudice, tuteli comunque la vita del personale scolastico agganciando la durata della campagna vaccinale per le scuole al periodo di vigenza della ordinanza, rimuovendo il limite del 50% alla presenza contemporanea nelle classi". Emiliano assicura che "verrà comunque reintrodotto il diritto alla scelta della didattica integrata a distanza da parte delle famiglie che ne faranno richiesta nell’esercizio del diritto alla salute di ciascuno studente e della famiglia stessa per evitare che qualcuno possa essere costretto da interpretazioni errate a frequentare in presenza nonostante la grave pandemia in atto". 

Il Tar Puglia ha sospeso l'ordinanza con cui il 20 febbraio la Regione Puglia aveva imposto la didattica digitale integrata a tutte le scuole, consentendo la presenza solo per casi specifici decisi dagli istituti. 

“Se fosse vero che l’esigenza fondamentale è quella di consentire l’attuazione del piano vaccinale degli operatori scolastici, il provvedimento della Regione Puglia impugnato avrebbe dovuto avere un’efficacia molto più lunga”.

 

 

L’ordinanza era stata motivata anche con la necessità di evitare il dilagare possibile dei contagi nel momento in cui stava iniziando la vaccinazione agli operatori scolastici. La sua efficacia, però, era stata limitata fino al 5 marzo e questo - secondo i giudici - dimostra l’inconsistenza del motivo della vaccinazione in corso

La Commissione Pari Opportunità e la Consigliera di Parità della Provincia di Taranto, in rappresentanza delle famiglie ioniche, all'indomani dell'ordinanza regionale pugliese che ha disposto la didattica digitale integrata al 100% in tutte le scuole di ogni ordine e grado, ad eccezione di alcuni casi che, comunque, non devono superare il 50% delle presenze nelle classi, hanno inteso rivolgere al Presidente Emiliano un accorato appello: fermo restando l'emergenza sanitaria e la salute dei cittadini che rimangono la priorità assoluta nelle decisioni da adottare, chiedono una più puntuale e attenta programmazione a riguardo della chiusura delle scuole.

Arrivati a questo punto, non si può più sottovalutare il livello di stress accumulato dalle famiglie” - ha dichiarato la presidente della Commissione P.O., Sabrina Pontrelli - “di volta in volta, infatti, e in maniera sempre repentina e improvvisata,  mamme e papà degli studenti sono costretti a inventarsi soluzioni plausibili per garantire ai propri figli la continuità didattica, nel rispetto delle ordinanze emanate.”

“Sebbene la questione riguardi molto da vicino le donne” - ha sottolineato la Consigliera di Parità, Gina Lupo - “che si occupano oltre che della gestione della famiglia e del proprio lavoro e, in molti casi, anche dell'assistenza degli anziani, la problematica tocca da vicino anche tanti papà. E' una problematica complessa che va tenuta in considerazione, visto che le famiglie devono quotidianamente confrontarsi con questa impresa molto difficile.”

Gli organismi provinciali alle Pari Opportunità, tuttavia, oltre a voler evidenziare la difficoltà dei genitori nel dover conciliare i tempi del lavoro con quelli delle lezioni scolastiche, vogliono mettere in risalto anche un altro aspetto. Osservando quello che sta accadendo in ambito provinciale, si è constatato che molti istituti, sulla base del principio dell'autonomia scolastica, hanno disposto l'attivazione della Dad per il 100% della popolazione scolastica e, così facendo, hanno escluso ogni possibilità di inclusione ai ragazzi con disabilità o a quelli con bisogni educativi speciali.

“Il disagio diffuso sta portando molte famiglie a manifestare il proprio disappunto da remoto, disertando le lezioni a distanza” - ha denunciato la presidente Pontrelli - “e questo non può evidentemente durare a lungo. Pertanto invitiamo il governatore Emiliano a non sottovalutare quanto sta accadendo e a voler tener conto, nelle decisioni future, delle difficoltà che le famiglie della provincia di Taranto stanno  affrontando in maniera veramente coraggiosa.”

 

 

 

Nel processo in corso in Corte d’Assise a Taranto per il reato di disastro ambientale imputato all’Ilva gestita dal gruppo Riva, il Comune di Taranto, costituitosi parte civile con l’avvocato Rosario Orlando, ha chiesto oggi al collegio giudicante, di dichiarare la responsabilità penale di una serie di imputati ed ha ribadito la richiesta risarcitoria di 10 miliardi di euro. Quest’ultima era stata già avanzata nel 2014 come primo atto dell’udienza preliminare. All’udienza odierna ha partecipato il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci. Tra gli imputati per i quali il legale del Comune ha chiesto la condanna, come già fatto dai pm la scorsa settimana, ci sono, tra gli altri, gli ex proprietari ed amministratori dell’azienda, Fabio e Nicola Riva, l’ex presidente del cda Ilva, Bruno Ferrante, l’ex direttore di stabilimento di Taranto, Salvatore Capogrosso. Compaiono anche attuali dirigenti del siderurgico, in carica col nuovo gestore ArcelorMittal, e tra questi Adolfo Buffo, direttore generale. “Penale responsabilità” è stata chiesta anche per l’ex sindaco di Taranto, Ezio Stefàno.

 

Per l’avvocato Orlando, l’Ilva dei Riva è stata caratterizzata da “una prolungata attività inquinante derivante dalle immissioni di polveri di minerali, utilizzati nell'ambito dell'intero ciclo produttivo dell'acciaio. Questo  è in concreto potuto avvenire - ha dichiarato il legale nelle conclusioni depositate oggi - nel corso degli anni, anche e soprattutto in ragione delle soluzioni concordate con soggetti ai vertici dei vari livelli politico-istituzionali ed informativi”. Tutto questo ha consentito “la prosecuzione dell'attività produttiva ed inquinante senza il rispetto, anzi in totale spregio delle normative di settore”. Per Orlando, si è trattato “di un programma criminoso funzionale alla gestione dello stabilimento Ilva di Taranto, ed in particolare, dell’area a caldo e manutentiva, con la finalità di pervenire al conseguimento di massimi profitti a scapito delle oggettive criticità ambientali e di sicurezza dello stabilimento”. Per l’avvocato che rappresenta il Comune di Taranto come  parte civile, dall’istruttoria dibattimentale “la situazione dell’impianto siderurgico è risultata del tutto inadeguata rispetto agli standard richiesti dalle normative vigenti al momento della commissione dei reati, con risvolti drammatici per la popolazione ed i lavoratori. Per circa tredici anni - ha sottolineato Orlando -, Ilva ha operato in assenza dei presidi ambientali necessari”. Inoltre, ha aggiunto, “senza precedenti è risultata la campagna di abbattimento di migliaia di capi di bestiami e la distruzione di mitili per la presenza di sostanze cancerogene al loro interno, con evidenti gravi ricadute anche sul sistema economico del Comune e dei suoi cittadini”.  “Appare immediato - secondo il legale - il richiamo al danno di immagine per la città di Taranto, balzata con sinistra frequenza all'attenzione della opinione pubblica come territorio non solo contaminato, ma anche funestato da eventi lesivi in danno dei lavoratori, quale conseguenza della assoluta carenza dei presidi di sicurezza”. E per Orlando, “questa criminosa attività prolungata di sversamento ha determinato, nel corso degli anni, anche la contaminazione dello specchio acqueo del primo seno del Mar Piccolo di Taranto, cagionando l’avvelenamento da diossina, pcb e metalli pesanti di numerose tonnellate di mitili, distrutti per ragioni sanitarie”. L’avvocato Orlando ha infine fatto riferimento all’impatto delle polveri minerali e siderurgiche sul rione Tamburi di Taranto, vicino all’acciaieria, ed ha parlato di immobili che, “in diverse misura e consistenza economica, hanno subito un deprezzamento del valore commerciale o un danno da precoce ammaloramento dei materiali costruttivi in virtù di tali immissioni inquinanti. Rispetto all’ubicazione della fonte inquinante, la svalutazione commerciale degli immobili ricadenti nel quartiere Tamburi - ha evidenziato Orlando - assume un andamento via via decrescente man mano che ci si allontana dalla medesima”.

Confagricoltura chiede 10 milioni di indennità per i danni subiti

 

 Dieci milioni di euro per indennizzare “la lesione dell'immagine, del decoro, della struttura organizzativa e del patrimonio economico degli associati dell'Unione provinciale degli agricoltori di Taranto”: è questa la richiesta di Confagricoltura Taranto, Nello specifico Confagricoltura Taranto, attraverso l’avvocato Donato Salinari, ha chiesto al collegio giudicante di condannare gli imputati “al risarcimento dei danni cagionati alla parte civile costituita”. 

Per l’avvocato Salinari che ha difeso Confagricoltura, “il danno ambientale prodotto ha leso il diritto alla salute, alla proprietà ed all'iniziativa economica degli agricoltori associati all'Unione provinciale agricoltori di Taranto”. L'associazione di categoria contesta “pervicaci condotte lesive dell'ambiente poste in essere dall'Ilva  e dagli imputati” e parla di “discredito” per Confagricoltura Taranto “derivante dal mancato raggiungimento dei fini istituzionali dell'associazione potendo indurre gli associati a privarla del loro sostegno personale e finanziario”.

    La richiesta di Confagricoltura Taranto - unica organizzazione di agricoltori ammessa come parte civile nel processo - è di 10 milioni di euro con una provvisionale di 2 milioni di euro. “Confagricoltura Taranto", precisa il presidente Luca Lazzàro, "è intervenuta nel processo 'Ambiente Svenduto' per tutelare i propri iscritti ma anche per affermare un principio: l’agroalimentare non è un settore secondario all’industria. Anzi, oggi è parte fondamentale del processo di riconversione dell’area economica tarantina. Nell’agricoltura, nella pesca e nel turismo c’è il futuro nostro e dei giovani del territorio ionico e questo è un principio che va affermato e sostenuto dalla politica e dal tessuto sociale”. 

 Il prefetto di Taranto, Demetrio Martino, ha convocato per oggi, alle 16.30, in modalità audio video, un vertice per discutere della situazione dei 130 addetti di Infrataras, società del Comune di Taranto, che da domani rischiano il licenziamento. Il loro contratto di lavoro a tempo determinato scade appunto domani. 

    Il prefetto, che è anche commissario di governo per la bonifica dell’area di Taranto, ha inoltrato le convocazioni a Regione Puglia, task force lavoro della stessa Regione Puglia, Comune e Provincia di Taranto, Infrataras e sindacati.

    I 130, già in forza a Taranto Isola Verde, società della Provincia di Taranto messa in liquidazione tempo fa, hanno lavorato per due anni in un progetto di bonifica leggera (chiamato 'Verde Amico') che ha riguardato alcune aree della città. Sono stati impiegati per un tempo complessivo di 24 mesi, alle dipendenze della società comunale Infrataras, che si occupa di lavori e manutenzioni, grazie a fondi (1,5  milioni di euro) messi a disposizione dall’ex commissaria di governo alla bonifica, Vera Corbelli.

 

Dopo le prime risorse, Corbelli ha individuato delle economie di spesa nei progetti affidati alla sua struttura e nei mesi scorsi anche la Regione Puglia ha messo a disposizione circa 700 mila euro per arrivare sino alla scadenza del 24 febbraio 2021 e compiere così l’intero progetto. Ora, però, i fondi sono finiti e non c’è altra possibilità.

    Nelle scorse settimane, dopo che erano già intervenuti sia il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sia il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, chiedendo la prosecuzione del progetto, il commissario Martino ha scritto al ministero dell’Ambiente sollecitando risorse. Ma dal ministero la risposta è stata negativa. Anzi, è stato ricordato al nuovo commissario che il dicastero dell’Ambiente aveva già evidenziato all’ex commissaria Corbelli come l’uso di fondi per l’impiego dei 130 non fosse consono con le finalità per la quale sono stati stanziati finanziamenti pubblici per la bonifica di Taranto.

    Nel vertice di oggi pomeriggio, che arriva dopo altri incontri, si cercheranno soluzioni alternative per evitare i 130 licenziamenti da domani. Tra le ipotesi, la possibilità di utilizzare parte del personale in lavori di bonifica che stanno interessando l’area portuale - al vertice di oggi invitato anche il presidente dell’Authority, Sergio Prete - compreso lo yard ex Belleli dove dovrà prossimamente insediarsi l’azienda di yacht Ferretti. Ma si pensa anche alla possibilità di collocare i lavoratori in progetti finanziati con una quota dei 30 milioni che Mise e commissari di Ilva in amministrazione straordinaria hanno assegnato ai Comuni dell’area di crisi ambientale di Taranto: oltre al capoluogo, sono Statte, Massafra, Crispiano e Montemesola. Sono fondi distribuiti in un triennio, 20 milioni su 30 sono per Taranto, e riguardano per ora progetti di carattere sociale. Risulterebbero  impegnati allo stato 7 milioni su 30. Infine, in attesa di concretizzare queste possibilità, si pensa nell’immediato anche all’uso della cassa integrazione Covid per non interrompere da domani il rapporto di lavoro dei 130 addetti e guadagnare così tempo in vista di nuove soluzioni. 

 È morto a Bari Franco Cassano, sociologo di 78 anni, da tempo malato. Professore ordinario di sociologia all'università di Bari, è stato tra i precursori del 'Nuovo meridionalismo' e tra i protagonisti della 'Primavera pugliese', fondatore e presidente dell'associazione di cittadinanza attiva 'Città plurale'. Nel 2013 fu eletto alla Camera dei deputati con il Partito democratico. Tra le sue opere più note 'Il pensiero meridiano' da cui è tratto il passaggio che vi proponiamo 

““(…) Bisogna essere lenti come un vecchio treno di campagna e di contadine vestite di nero, come chi va a piedi e vede aprirsi magicamente il mondo, perché andare a piedi è sfogliare il libro, e invece correre è guardarne solo la copertina. Bisogna essere lenti, amare le soste per guardare il cammino fatto, sentire la stanchezza conquistare come una malinconia le membra, invidiare l’anarchia dolce di chi inventa di momento in momento la strada. Bisogna imparare a star da sé e aspettare in silenzio, ogni tanto essere felici di avere in tasca soltanto le mani.

Andare lenti è incontrare cani senza travolgerli, è dare i nomi agli alberi, agli angoli, ai pali della luce, è trovare una panchina, è portarsi dentro i propri pensieri lasciandoli affiorare a seconda della strada, bolle che salgono a galla e che quando son forti scoppiano e vanno a confondersi al cielo. È suscitare un pensiero involontario e non progettante, non il risultato dello scopo e della volontà, ma il pensiero necessario, quello che viene su da solo, da un accordo tra mente e mondo.

Andare lenti è fermarsi su un lungomare, su una spiaggia, su una scogliera inquinata, su una collina bruciata dall’estate, andare col vento di una barca e zigzagare per andar dritti. Andare lenti è conoscere le mille differenze della propria forma di vita, i nomi degli amici, i colori e le piogge, i giochi e le veglie, le confidenze e le maldicenze.

Andare lenti sono le stazioni intermedie, i capistazione, i bagagli antichi e i gabinetti, la ghiaia e i piccoli giardini, i passaggi a livello con gente che aspetta, un vecchio carro con un giovane cavallo, una scarsità che non si vergogna, una fontana pubblica, una persiana con occhi nascosti all’ombra. Andare lenti è rispettare il tempo, abitarlo con poche cose di grande valore, con noia e nostalgia, con desideri immensi sigillati nel cuore e pronti ad esplodere oppure puntati sul cielo perché stretti da mille interdetti.

Andare lenti vuol dire avere un grande armadio per tutti i sogni, con grandi racconti per piccoli viaggiatori, teatri plaudenti per attori mediocri, vuol dire una corriera stroncata da una salita, il desiderio attraverso gli sguardi, poche parole capaci di vivere nel deserto, la scomparsa della folla variopinta delle merci e il tornar grandi delle cose necessarie. Andare lenti è essere provincia senza disperare, al riparo dalla storia vanitosa, dentro alla meschinità e ai sogni, fuori della scena principale e più vicini a tutti i segreti.

Il pensiero lento offrirà ripari ai profughi del pensiero veloce, quando la macchina inizierà a tremare sempre di più e nessun sapere riuscirà a soffocare il tremito.

Il pensiero lento è la più antica

costruzione antisismica (…).”p

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