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Giornale di Taranto - Giornalista1

 Oggi in Puglia, a fronte di 11.604 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus, sono stati registrati 1.774 casi positivi: 714 in provincia di Bari, 75 in provincia di Brindisi, 119 nella provincia BAT, 281 in provincia di Foggia, 220 in provincia di Lecce, 352 in provincia di Taranto, 3 casi di residenti fuori regione, 10 casi di provincia di residenza non nota. Sono stati inoltre registrati 32 decessi: 12 in provincia di Bari, 1 in provincia di Brindisi, 4 in provincia BAT, 6 in provincia di Foggia, 3 in provincia di Lecce, 6 in provincia di Taranto. Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 1.672.408 test, 120.773 sono i pazienti guariti e 37.306 sono i casi attualmente positivi. 

“Ci appelliamo al presidente del Consiglio, Mario Draghi, al ministro della Salute, Roberto Speranza, e al ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, affinché sollecitino il commissario Domenico Arcuri e i commissari straordinari Ilva in amministrazione straordinaria a cominciare ad avere maggiore rispetto e considerazione di Taranto e dei suoi cittadini”. Lo dice per il Comune di Taranto l’assessore all’Ambiente, Paolo Castronovi, dopo che il Consiglio di Stato ha disposto oggi la sospensiva della sentenza Tar del 13 febbraio scorso circa lo spegnimento in 60 giorni degli impianti di ArcelorMittal, ex Ilva, a Taranto. Il Comune contesta che la società pubblica Invitalia, futuro partner di ArcelorMittal, ma anche Ilva in as, proprietaria impianti, i cui commissari sono espressione del Mise, abbiano chiesto nel giudizio di appello la sospensiva della sentenza Tar al pari della stessa ArcelorMittal. Con riferimento alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, Castronovi osserva che “mentre su ex Ilva, Strasburgo stigmatizza la mancanza di informazioni dal governo italiano, richieste un anno fa sull'attuazione effettiva del piano ambientale elaborato dalle autorità per garantire che il funzionamento attuale e futuro dell’ex Ilva non continui a mettere a rischio la salute dei residenti e l’ambiente, Invitalia, un pezzo di Stato italiano, si associa ad ArcelorMittal”. 

Il Consiglio di Stato ha accolto la richiesta di sospensiva avanzata da ArcelorMittal e da Ilva in amministrazione straordinaria in merito alla sentenza del Tar di Lecce che ha ordinato lo stop agli impianti per 60 giorni dal 13 febbraio scorso. Lo apprende l'AGI da fonti vicine al dossier. La sentenza del Tar non produce quindi i suoi effetti. 

 

 “Il Consiglio di Stato, all’esito della camera di consiglio dell’11 marzo 2021, ha disposto la sospensione della sentenza del Tar Lecce n.249/2021 con la conseguenza che ArcelorMittal Italia non ha l’obbligo di avviare la fermata dell’area a caldo dello stabilimento di Taranto e degli impianti connessi”. Lo ufficializza in una nota anche l’azienda sidedurgica. “L’attività produttiva dello stabilimento può dunque proseguire regolarmente”, aggiunge l’azienda nella sua nota. 

La Regione Puglia ha dato esecuzione alla disposizione di Aifa che ha vietato l’utilizzo del lotto ABV2856 del vaccino antiCovid Astrazeneca in via precauzionale. La disposizione è stata inviata alle Asl per la immediata trasmissione ai centri vaccinali. “Le attuali vaccinazioni - spiega l’assessore alla Sanità Pier Luigi Lopalco – proseguiranno con altri lotti. Vogliamo tranquilizzare i cittadini. Il sistema di sorveglianza attiva è stato attivato a largo raggio e non è necessario rivolgersi al sistema sanitario per informazioni sul numero di lotto di vaccino ricevuto. I vaccini sono sicuri, sono l’unico mezzo conosciuto per stroncare la pandemia e questi alert dimostrano che il sistema di sorveglianza ha livelli altissimi a livello europeo”. 

 Il Consiglio di Stato esamina oggi (quarta sezione) la richiesta di sospensiva che ArcelorMittal Italia e Ilva in amministrazione straordinaria hanno presentato relativamente alla sentenza del Tar Lecce del 13 febbraio. Quest’ultima, confermando una ordinanza del sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, dispone che gli impianti ritenuti inquinanti siano fermati entro 60 giorni a decorrere dal deposito della stessa sentenza. Il 19 febbraio il Consiglio di Stato ha delegato all’esame del collegio giudicante della quarta sezione l’esame dell’appello avanzato dalle due società ed ha respinto la richiesta di un decreto monocratico di sospensiva presentata dalla sola Arcelor Mittal. Il Consiglio di Stato, fissando l’udienza all’11 marzo, ha ritenuto che si è ancora nella prima parte dei 60 giorni indicati dal Tar ai fini dello spegnimento e che quindi nessun pregiudizio o danno irreparabile vi è, allo stato, per la stessa ArcelorMittal. Lo stesso Consiglio ha già fissato per il prossimo 13 maggio l’udienza finale. Giorni fa il sindaco di Taranto ha chiesto ad ArcelorMittal di far conoscere al Comune il cronoprogramma di fermata impianti ma l’azienda si è rifatta a quanto disposto dal Consiglio di Stato ed ha dichiarato che prima della decisione in sede di appello, non comunicherà nulla al riguardo, nè fermerà alcun impianto. 

 

Al Consiglio di Stato, ArcelorMittal ha evidenziato che “Ispra, unico ente deputato alla verifica del rispetto delle prescrizioni Aia vigenti sullo stabilimento AMI di Taranto, ha confermato il rispetto delle prescrizioni Aia e ha affermato che non vi è una dimostrabile correlazione tra gli eventi odorigeni di febbraio 2020 e le attività produttive di AMI”, sigla, quest’ultima, di Am Investco Italy, società di ArcelorMittal. Inoltre, per ArcelorMittal, “non solo il gestore AMI, ma neppure il ministero dell’Ambiente ed Ispra hanno individuato una correlazione tra gli eventi dei giorni 23 e 24 febbraio 2020 e il ciclo produttivo dello stabilimento siderurgico”. Ciò nonostante, si mette in risalto, nella sentenza del Tar Lecce del 13 febbraio 2021 si tralascia “la valenza tecnica delle affermazioni di Ispra come quelle del ministero Ambiente”. Anche Ilva in amministrazione straordinaria, in quanto proprietaria degli stabilimenti dati in fitto da novembre 2018 ad ArcelorMittal. Il Comune di Taranto, che ha chiesto al Consiglio di Stato la conferma della sentenza del Tar, è affiancato dalla Regione Puglia che al Tar non si era invece costituita. Ai giudici dell’appello, la Regione Puglia fa presente che “l'ordinanza del sindaco Melucci costituisce applicazione del principio di precauzione, che risulta nella specie correttamente applicato e rispettoso del principio di proporzionalità, sia nella parte in cui ha ordinato ad ArcelorMittal e ad IIva in As un approfondimento istruttorio ulteriore (rimasto privo di sostanziale riscontro), sia nella parte in cui ha ordinato procedersi ad avviare le operazioni di spegnimento degli impianti dell'area a caldo del siderurgico”. “La sentenza è perciò corretta e legittima e la Regione Puglia ha interesse acchè essa sia integralmente confermata” dice al Consiglio di Stato la stessa Regione. Gli esiti del Consiglio di Stato incideranno sia sulla continuità produttiva di ArcelorMittal (salvo provvedimenti ad hoc del Governo in caso di rigetto della sospensiva),sia sull’ingresso dello Stato, attraverso Invitalia, nel capitale dell’azienda dell’acciaio per acquisire il controllo del 50 per cento. Invitalia avrebbe già dovuto versare entro febbraio ad ArcelorMittal i primi 400 milioni come da accordo del 10 dicembre scorso, ma questo non è ancora avvenuto. ArcelorMittal - come si legge oggi su “Repubblica” - ha già evidenziato alla parte pubblica il mancato versamento di quanto pattuito ed annunciato che chiamerà in causa la International Chamber of Commerce. 

Il Protocollo anti Covid nei luoghi di lavoro ha mostrato di funzionare bene anche durante le fasi peggiori della pandemia, è ancora valido e secondo noi non va modificato. Ma serve ora una norma chiara sui comportamenti da adottare nei confronti dei lavoratori che, non vaccinandosi, mettono a rischio la salute e la sicurezza degli altri lavoratori. Questa è la posizione di Confartigianato espressa nel corso del confronto tra il Ministro del lavoro Andrea Orlando, i rappresentanti del Governo e le parti sociali sul funzionamento dei protocolli di sicurezza e sui vaccini nei luoghi di lavoro.

Il primo protocollo di misure per contrastare la diffusione del virus, firmato dalle parti sociali il 14 marzo 2020 e integrato il 24 aprile – spiega Fabio Paolillo, Segretario provinciale di Confartigianato – ha contribuito in maniera decisiva a mantenere aperte le attività fondamentali, costituite da imprese manifatturiere e dei servizi, consentendo ai lavoratori di continuare a lavorare in sicurezza. Possiamo dire, con soddisfazione, che anche sul territorio tarantino è stato profuso questo sforzo da parte di larga parte delle imprese, che hanno recepito ed investito per la salvaguardia del patrimonio principale dell’azienda e cioè i collaboratori. Certo, bisogna tenere sempre alta la guardia e Confartigianato resta al fianco delle imprese anche per questi aspetti. Ora, però, deve essere garantito agli imprenditori che il Covid contratto dai propri dipendenti, quando è considerato infortunio sul lavoro, non comporti per il datore di lavoro il rischio di defatiganti contenziosi in sede penale e civile, oltre all’azione di regresso da parte dell’Inail. Su questo aspetto, la normativa attuale è assolutamente insufficiente.

Confartigianato ha offerto al Governo la propria disponibilità per contribuire alla diffusione della campagna vaccinale anche tra i lavoratori e gli imprenditori delle micro e piccole imprese utilizzando in particolare la rete della bilateralità artigiana.

E’ altresì importante chiarire che, per quanto riguarda le attività produttive  e quelle artigianali, anche la recente normativa precisa chiaramente che per poter continuare ad operare occorre rispettare il Protocollo anti Covid-19 sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.

Come ribadito dall’articolo 4 del DPCM 2 marzo 2021, sull’intero territorio nazionale, tutte le attività produttive industriali, artigianali e commerciali, sono tenute a rispettare i contenuti del Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del Covid-19 negli ambienti di lavoro, sottoscritto da Governo e parti sociali il 24 aprile 2020 (nel DPCM 2 marzo è nell’Allegato 12).

Allo stesso modo per le attività in cantiere, le attività del comparto costruzioni, devono rispettare il Protocollo anti Covid-19 sottoscritto da governo e parti sociali dell’edilizia (nel DPCM 2 marzo è nell’Allegato 13).

E così anche le attività di trasporto e logistica devono rispettare il Protocollo sottoscritto il 20 marzo 2020 (nel DPCM 2 marzo è nell’Allegato 14).

Alla luce di quanto specificato sopra, e a patto che i Protocolli sulla sicurezza anti Covid-19 siano rispettati rigorosamente, la maggior parte delle attività produttive e commerciali possono continuare ad operare.

 

Dal 12 marzo e fino al l6 aprile è sospesa la didattica in presenza in tutte le scuole delle province di Bari e Taranto: lo ha stabilito l'ordinanza n. 74 del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, alla luce del peggioramento della situazione epidemiologica. "Le istituzioni scolastiche - prosegue l'ordinanza - devono garantire la didattica digitale integrata" e provvedere "agli adempimenti urgenti ove è necessaria l'implementazione tecnlogica". 

"Nelle province di Bari e Taranto si devono immediatamente chiudere tutte le scuole alla luce dell’ultimo dpcm del Governo": lo comunica il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, commentando i dati relativi alla situazione epidemiologica pugliese. I dati aggiornati ad oggi relativi al flusso aggregato della Protezione civile rappresentano un valore di incidenza settimanale regionale pari a 222 casi per 100.000 abitanti, aumentati del 22% rispetto ai 7 giorni precedenti. Solo due settimane fa il valore era di 135 casi per 100.000 abitanti. Lo stesso tasso di incidenza di Bari, negli ultimi 7 giorni, è ulteriormente cresciuto fino a 323 casi per 100.000 (+26%). A Taranto è pari a 285 per 100.000, con una crescita del 29%. Per questo il governatore ritiene che siano necessarie misure straordinarie. 

 

 "L'aumento dei ricoveri dei pazienti Covid negli ultimi giorni è stato tale da determinare una quasi completa saturazione dei posti letto dedicati nelle province di Bari e Taranto": lo ha detto il governatore pugliese Michele Emiliano, per motivare le misure restrittive che si appresta a prendere sulle scuole. "Anche nelle altre province pugliesi, se la curva epidemica dovesse continuare la sua progressione, si determinerà un ulteriore incremento di richiesta di ricovero e queste ultime non potranno più soccorrere quelle di Bari e di Taranto - ha proseguito -  Assai problematica rischia di diventare anche la gestione dei posti letto no-covid che continuano ad essere sacrificati per la necessaria devoluzione di posti letto alla rete covid". "La capacità espansive della rete ospedaliera, sono ormai al massimo della loro estensione a causa della mancanza di personale - ha detto ancora Emiliano -Sarà quindi indispensabile un maggiore supporto dei Medici di Medicina Generale e dei Dipartimenti di prevenzione per la assistenza domiciliare dei malati covid". 

Il CdA di AIFA ha approvato il giorno la rimborsabilità della terapia genica Zolgensma a carico del SSN per tutti i bambini affetti da SMA1 sotto i 13,5 kg di peso.

Il via libera definitivo è arrivato a conclusione di un lungo processo iniziato nel maggio 2020 con l’istanza negoziale presentata dall’azienda Novartis.

A novembre 2020, dopo che la Commissione Tecnico Scientifica di AIFA (CTS) aveva valutato come innovativa questa terapia, era stato deciso di ammetterla alla rimborsabilità per i bambini fino ai sei mesi di età alla luce degli importanti benefici attesi. In parallelo si è sviluppata la rigorosa negoziazione da parte del Comitato Prezzi e Rimborsi (CPR) per giungere a definire un prezzo del farmaco che fosse sostenibile per il SSN.

AIFA dichiara la propria soddisfazione per la possibilità di rendere disponibile nel nostro SSN una terapia genica che offre una prospettiva di vita radicalmente migliore per i bambini affetti da SMA1.

L’accordo con l’azienda Novartis ha inoltre incluso l’impegno della società a mettere a disposizione il farmaco a titolo gratuito all’interno di studi clinici per i bambini con un peso compreso tra i 13,5 e i 21 kg, allo scopo di acquisire su questi pazienti, in un setting controllato, dati ulteriori di efficacia e sicurezza.

Tra i bambini che sarà possibile curare c’è anche Federico Musciacchio, un bimbo di due anni di Taranto.

I suoi genitori, Saverio e Rossella, sono stati coraggiosi e non si sono mai arresi, dedicando tutte le loro forze ed energie per difendere il diritto alla vita del loro figlio.

 Chiusure anticipate dei negozi (esclusi i beni di prima necessità) alle 19 e divieto di asporto di cibi e bevande dalle 18: il sindaco di Bari e presidente Anci,  Antonio Decaro, ha firmato questo pomeriggio una nuova ordinanza che sarà in vigore da domani, giovedì 11, e fino a domenica 28 marzo. Dalle 18 sarà vietato asportare alimenti e bevande dalle attività di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie, food-truck, ecc.) e dalle attività di commercio al dettaglio di bevande in esercizi specializzati.

    Alle 18 saranno chiusi (fino alle 7 del giorno successivo) i distributori automatici h24 di alimenti e bevande. Alle 19 saranno sospese le attività di vendita al dettaglio (fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari, giornali e periodici, medicinali e articoli medicali, fiori e articoli florovivaistici, tabacchi, combustibili per uso domestico e carburanti per autotrazione, articoli funerari) sia negli esercizi di vicinato, sia nelle medie e grandi strutture di vendita, ancorché ricomprese nei centri commerciali. Restano immutate le chiusure nei giorni festivi e prefestivi. 

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