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Giornale di Taranto - Giornalista1
Si è svolta il 24 settembre 2013, un’audizione presso la VII Commissione della Camera dei Deputati sul Decreto Legge 104/13 (Misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca). Il Decreto, su cui la FLC CGIL ha tempestivamente pubblicato una scheda di approfondimento, è un positivo cambiamento rispetto alla lunga stagione dei tagli all’istruzione e al diritto allo studio. Ma il cambio di rotta che rappresenta non riesce ad essere radicale e molte delle questioni poste negli anni dalla nostra organizzazione vengono lasciate irrisolte. Positivi sono gli intenti di investimento: nel fondo delle borse di studio o per contrastare la dispersione scolastica e per potenziare l’offerta formativa ad esempio, ma uno dei maggiori punti critici del decreto è proprio l’incongruenza tra gli interventi previsti e le risorse stanziate. Negative le invasioni di campo da parte della legge nei confronti del contratto di lavoro e dell'autonomia scolastica e della libertà di insegnamento. L’audizione alla Camera è stata l’occasione per la nostra organizzazione per ribadire quelli che riteniamo essere i cambiamenti necessari al Decreto. Su questi punti proporremo i nostri emendamenti e lavoreremo per aprire in Italia un grande confronto pubblico che coinvolga sindacati, studenti, associazioni per ridefinire un nuovo rapporto tra conoscenza, lavoro e democrazia e tra essi e un nuovo modello di sviluppo.
Cala la sera e il Borgo di Taranto viene preso d’assalto dagli ambulanti abusivi, in particolare nel fine settimana. Se sino a qualche tempo fa la presenza degli ambulanti era limitata a qualche metro e a pochi teli stesi sui marciapiedi, da questa estate lo spazio delle merci in esposizione è cresciuto. Il fronte stradale dei negozi di via d’Aquino e via di Palma nelle ore serali è diventato ormai l’area destinata al commercio ambulante abusivo di borse, occhiali, cover per cellulari, bijouteria, etc.. I marchi delle merci esposte (ovviamente contraffatti) spesso sono gli stessi delle merci in vendita nei negozi. <> <>
"Avverto la necessità di spendere in serena coscienza, alcune pacate riflessioni sull’attuale situazione all’interno del PDL jonico e sul modo con cui viene attualmente gestita l’attività di coordinamento della provincia tarantina. Mi rivolgo in particolare agli esponenti del PDL pugliese che hanno dato prova in passato di atteggiamenti liberalisti riconoscendosi nei valori assoluti e fondanti del confronto democratico piuttosto che coltivare sentimenti di ottuso conservatorismo politico. Partendo da un’analisi oggettiva della situazione politica che oggi nel paese si è venuta a creare, devo ammettere che sento forte la preoccupazione per l’irreversibile processo disgregativo che ha colpito i partiti politici. Il movimento 5S “docet”. Molto spesso mi capita di ascoltare cittadini pugliesi con sensibilità politiche differenti i quali oltre a raccontarmi delle loro difficoltà economiche e dei conseguenti disagi esistenziali che devono affrontare quotidianamente mi fanno intendere altresì, che sono stufi di quella politica che si nutre quasi esclusivamente di una retorica superata, inutile e dannosa. E’ necessario dunque ripartire dal basso perché buona parte dell’elettorato oramai non va più a votare e la fiducia nei partiti politici è davvero ai minimi storici. E’ prioritario dunque riformare il concetto di politica ed è divenuto ineludibile cambiare il modo stesso di fare politica. Evitare l’assidua frequentazione dei cosiddetti “salotti buoni e raffinati della politica” o di alcuni ”circoli pseudo- culturali” dove si discute del ”nulla” anziché offrire soluzioni ai problemi della collettività, potrebbe costituire il giusto viatico per iniziare a mutare il modo di fare politica. Per rimanere in tema, devo ammettere che non mi appassiona sapere se il partito di cui faccio parte si richiamerà “Forza Italia” o manterrà l’attuale denominazione; penso piuttosto che le riunioni di partito a livello di coordinamento provinciale o regionale non debbano servire esclusivamente adecidere una linea di partito anziché un’altra o assumere iniziative legate al particolare momento politico locale, regionale o nazionale che si vive. Credo che dette assemblee debbano essere anche occasione per captare gli umori, le ansie e le aspettative dei cittadini del nostro territorio che chiedono risposte confortanti ai loro gravi problemi. A tal proposito ritengo che il coordinamento provinciale del PDL jonico dovrebbe procedere ad un “cambio di mentalità” poiché sarebbe sconfortante il solo immaginare che le convocazioni del detto coordinamento, potrebbero essere suggerite dall’alto e dettate unicamente dalla “necessità del momento”. E’ essenziale invece programmare una serie di incontri, specie in questo particolare periodo politico che stiamo vivendo, per meglio conoscere il punto di vista di ciascuno di noi in ordine ai tanti problemi che affliggono Taranto e la sua provincia e alle relative iniziative da intraprendere, percercare assieme soluzioni possibili ed adeguate. Sarebbe disdicevole se il detto coordinamento provinciale jonico si rannicchiasse su se stesso ed assumesse funzioni notarili al mero scopo di vidimare decisioni già assunte a monte, dagli organismi centrali o regionali del partito. Credo che solo in un’ottica di nuovi fermenti politici legati ad una maggiore partecipazione della nostra base elettorale, potremo seriamente giocarci le importanti partite politiche che ci attendono, rappresentate dalle elezioni amministrative, regionali ed europee. Ed è proprio in un contesto di maggiore partecipazione popolare che auspico un ritorno al sistema elettorale delle preferenze alle prossime politiche. Occorre superare il famigerato “Porcellum” perché i cittadini hanno voglia di tornare ad eleggere i propri rappresentanti anziché essere costretti a ratificare con una croce scelte integralmente calate dall’alto; una pratica questa che esprime con drammaticità l’autoreferenzialità e dunque la debolezza dell’attuale classe dirigente del PDL. A mio avviso il sistema delle preferenze rappresenta lo spauracchio di una classe dirigente cheper convenienze politiche preferisce avvalersi ancora del “Porcellum” proprio allo scopo di evitare dolorose cadute di consenso popolare o accidenti di “trombature” traumatiche. In questo modo ha disimparato però a raccogliere il consenso sul campo e ad accettare i rischi di una competizione elettorale senza reti di protezione. Non è possibile continuare dunque a premiare con elezioni certe e senza fatica personaggi politici del PDL ritenuti più “utili” che meritevoli alla causa del partito, ancor più nella considerazione che gli attuali “nominati” al Parlamento italiano cresciuti in un epoca di leaderismo, hanno dovuto pagare pegno di assoluta devozione e di sviscerata fedeltà, così privandosi di una sia pur minima, dignitosa autonomia decisionale. Del resto è risaputo che dalla contesa per le preferenze tornerebbero a contare la capacità di dialogo del candidato, la forza della sua proposta, la credibilità del suo nome. Con il sistema delle preferenze invece i cosiddetti “peones” dovrebbero lavorare faccia a terra sul territorio anziché limitarsi a frequentare assiduamente le stanze della segreteria nazionale per garantirsi la benevolenza del leader di turno. Gli alti dirigenti del mio partito, in occasione delle ultime politiche, avrebbero dovuto verificare piuttosto se i collocati nelle liste bloccate godessero per davvero di quel genuino consenso popolare, tale da giustificare poi i loro attuali importanti incarichi istituzionali. Mi preme altresì sottolineare che il ruolo dei leaders del PDL pugliese sarà importante e lo sarà ancora di più se gli stessi impareranno a conoscere meglio la lingua che i cittadini parlano ogni giorno; se avranno più tempo per ascoltarli e coinvolgerli nell’agone politico, così da non considerarli spettatori passivi, bensì presenza attiva ed insostituibile nella vita politica di ogni giorno. Se invece essi si piegheranno alla filosofia delle strategie politiche territoriali decise a tavolino e al chiuso di una stanza di partito, rischieranno perdita di credibilità e quindi di consenso. Il partito che vorrei non è costituito soltanto da Berlusconi, da Fitto o da Chiarelli, ma è anche quello rappresentato dai sindaci, dagli assessori e dai consiglieri comunali che guidano coalizioni di centro destra nella provincia tarantina; un loro maggiore coinvolgimento nelle dinamiche assembleari del partito ci permetterebbe di approfondire le varie e vaste tematiche socio-economiche territoriali che detti politici affrontano quotidianamente. In tale prospettiva, credo che l’attuale coordinamento PDL della provincia jonica debba riprendere la strada maestra che al momento sembra aver smarrito, poichè le convocazioni ad “horas” e per pochi “addetti ai lavori”, non vanno più bene. Nella gente c’è voglia di cambiamento e tocca a noi leggere e possibilmente soddisfare le aspettative sociali ed economiche che legittimamente avanza, mettendo in cantiere occasioni di dibattito in cui si riprenda l’abitudine all’ascolto, alla discussione e all’azione fattiva, quella che preveda quando è necessario, anche la protesta di piazza portata avanti attraverso l’esclusivo strumento della lotta democratica e con il coinvolgimento e la partecipazione personale ma spero non occasionale, dei massimi esponenti del PDL di area jonica. Anche i temi da me indicati ritengo che possano rappresentare un contributo serio adun’elaborazione programmatica capace di produrre iniziative per il bene della nostra collettività. Le eventuali differenze di accenti e di valutazione che i rappresentanti del mio partito dovessero trarne leggendo queste mie considerazioni formulate in assoluta buona fede, non possono e non devono costituire un ostacolo all’inizio di un confronto più costruttivo e più aperto ad ogni utile soluzione nell’interesse primario di centinaia di migliaia di pugliesi. Ed è per questo che chiedo la convocazione urgente del Coordinamento provinciale del PDL Taranto per discutere assieme all’on.le Raffaele Fitto, all’on.le Gianfranco Chiarelli, ai consiglieri regionali e provinciali, ai sindaci, agli assessori e ai consiglieri comunali tutti appartenenti al PDL di area jonica, delle future linee politico-programmatiche alla luce delle considerazioni da me esposte.
,L’unica cosa di unitario che la Fiom sa proporre a Fim e Uilm sono gli scioperi. Per fare scioperi insieme, bisogna avere come minimo piattaforme e obiettivi comuni, e una valutazione condivisa su come si fa sindacato e su come affrontare la crisi industriale nel Paese. Niente di tutto questo oggi ci unisce alla Fiom. Proporre scioperi generali confusi negli obiettivi sindacali e con ogni evidenza più pensati per il congresso della Cgil e la politica, non servono ai lavoratori e non aiutano per rilanciare l’industria e l'occupazione nel nostro Paese.
“Il recente incontro tenuto presso l’Assessorato alle Attività Produttive del Comune di Taranto, da noi fortemente sollecitato da tempo, non ha prodotto risultati particolari in ordine alla serie di questioni da noi poste all’Assessore al ramo, per cui esprimendo il nostro giudizio negativo sulla indeterminatezza di ciò che ci è stato chiesto persino di firmare, chiederemo di aggiornarlo al fine di approfondire tematiche strategiche che coinvolgono gli interessi della categoria del commercio su aree pubbliche e dei cittadini-utenti.” E’ perentoria la presa di posizione di Cosimo Giannattasio e di Giovanni Castellano, rispettivamente Coordinatori della Felsa Cisl e della Fivag Cisl territoriali Taranto Brindisi. “In particolare, per quanto attiene al quartiere Tamburi, permane lo stato di sofferenza logistica degli attuali operatori che danno vita al mercato settimanale del sabato, divenuti 250, a causa di abbandoni e revoche, dagli originari 300. Essi restano dislocati anche in vie adiacenti e perciò in modalità dispersiva e francamente antieconomica, a seguito della voragine apertasi a febbraio del 2012 le cui responsabilità sono ancora in corso di accertamento da parte della Magistratura”, scandiscono Giannattasio e Castellano “per cui abbiamo preteso dall’Assessore risposte certe e risolutive, che in verità non è stato nelle condizioni di fornirci, per quanto attiene al ritorno alla completa funzionalità del piazzale vecchio, oppure a soluzioni alternative che noi chiediamo di concertare perché si operino scelte condivise.” Su un’altra questione ancora, da anni posta dalla Felsa Fivag Cisl non è stato possibile, nel corso del citato incontro, ottenere risposte adeguate. “Si tratta della nostra pressante, storica richiesta di tenere in vita i mercati settimanali nella prima domenica di mese a Talsano e a Salinella o, in subordine, pensare ad una prima domenica a Talsano ed a una terza a Salinella o viceversa al fine di venire incontro ad eventuali difficoltà legate alla insufficienza numerica di Vigili Urbani da impegnare nella di sicurezza e nel controllo” proseguono i rappresentanti sindacali “ma l’Assessore ci ha opposto l’idea di istituire, sopprimendo dopo 20 anni i due mercati, una fantomatica, generica Fiera non meglio identificata e chissà in quali zone della Città ancora da individuare, di fatto volendo determinare una gratuita penalizzazione degli attuali complessivi 350 operatori, gran parte dei quali rimarrebbero senza lavoro e senza reddito. E, ovviamente, penalizzando anche i tarantini i quali aspettano la domenica dopo una lunga settimana di lavoro per fare acquisti a prezzi calmierati, cioè tipici di una offerta commerciale alternativa.” Su questi e su altri punti della vertenza aperta con l’Assessore alle Attività Produttive, che è in carica ormai da sei mesi, la Felsa Cisl e la Fivag Cisl continueranno ad incalzare l’Amministrazione comunale, chiedendo inoltre che venga riservato analogo impegno pubblico ed attenzione a 360°, cioè a tutto il comparto del commercio e non solo ad una parte di esso, considerate le peculiarità sociali ed economiche di quello su aree pubbliche.
Due giorni per comprendere la direzione che prenderanno i mercati, la strada della crisi e quella della ripresa. Per scattare la fotografia, formare e informare. E’ un cestino pieno di cose da prendere il Taranto Finanza Forum 2013 in programma il 27 e il 28 settembre. L’evento, promosso dalla Banca di Credito Cooperativo San Marzano di San Giuseppe, quest’anno ha celebrato la sua settima edizione ed è diventato un punto fermo nel panorama italiano per gli approfondimenti economico-finanziari. Al Relais Histò San Pietro sul Mar Piccolo. Nella prima giornata alle 9,00 si è analizzata la chiusura notturna dei mercati americani e quelli asiatici e fino alle 19, quando l’evento ha virato sulle progettualità locali contestualizzate in un’ottica green. In mezzo, senza soluzione di continuità, tavole rotonde, seminari, approfondimenti a 360° sulla gestione degli investimenti, il corretto utilizzo del proprio portafoglio e le tecnologie al servizio dell’operatività finanziaria. Nella prima giornata spazio, inoltre, per l’impronta Green del Gal Colline Joniche, partner qualificato dell’evento che ha proposto lo sviluppo possibile di agricoltura, turismo ed energia, proprio in ottica Green Road, il progetto varato giusto un anno fa all’interno del TFF e che comincia a far trasparire i primi risultati.

 

Sicurezza, rispetto per l’ambiente e risparmio energetico. La categoria “Impiantisti” di Casartigiani Taranto, focalizza, ancora un volta, l’attenzione di cittadini ed istituzioni su tali tematiche, con particolare riferimento, in questo caso, alla manutenzione delle caldaie domestiche.

Installare una buona caldaia e valutare insieme ai vari fornitori come Enel o Eni quali siano le migliori offerte gas presenti sul mercato sarà utile a garantire un cospicuo risparmio in bolletta. Prodotti di ultima generazione infatti, accompagnati da un'accurata manutenzione, possono alleggerire notevolmente gli importi in bolletta da pagare.

All’indomani dell’entrata in vigore dei D.P.R. n. 74 e n. 75 del 16 aprile 2013, l’associazione rappresentativa del mondo dell’artigianato ionico chiede che gli enti preposti ad attuarli, vale a dire Provincia e Comune, recepiscano la nuova normativa, rivoluzionando tempistica e scadenze di manutentori ed utenti, ad oggi ancora incerti su come operare in assenza degli appositi atti di indirizzo politico. Le nuove norme riguardano "l'esercizio, la conduzione, il controllo, la manutenzione e l'ispezione" degli impianti termici, intesi come gli impianti di climatizzazione invernale ed estiva (caldaie, condizionatori d'aria, etc.) con o senza produzione di acqua calda nonché quelli dedicati alla produzione di acqua calda per usi igienici e sanitari comprendenti eventuali sistemi di distribuzione e utilizzazione del calore (boiler, etc.). Fra le novità maggiormente significative di tale impianto legislativo (si evidenzia che con il D.P.R. 74/2013 l’Italia ha finalmente completato il recepimento della Direttiva 2002/91/CE, iniziato con il D.lgs. 192/2005) la variazione della cadenza periodica dei controlli:

Controlli per l’efficienza energetica → ogni due anni per le caldaie a combustibile liquido o solido sotto i 100 kw, ed ogni quattro anni per le caldaie a combustibile gas metano sotto i 100 kw; Controlli per la manutenzione ordinaria → restano invariati rispetto alla vecchia normativa in materia, con cadenza, quindi, annuale, evidenziandosi però che in ogni caso la periodicità del controllo viene stabilita da: 1)Costruttore, 2)Installatore dell’impianto, 3)Manutentore e viene indicata sul libretto di uso e manutenzione dell’impianto medesimo. Nell’interesse, orbene, tanto degli operatori del settore, quanto dei consumatori, Casartigiani Taranto spera, dunque, in un’unione di intenti con la Pubblica Amministrazione, al fine di adeguare, in maniera tanto partecipata quanto tempestiva, la regolamentazione vigente.

Agenti di commercio ed agenti di affari in mediazione: ultimissimi giorni per regolarizzare le posizioni. Lunedì 30, il termine ultimo. Come è noto il 12 maggio 2013 scadeva il termine previsto per effettuare l’aggiornamento della posizione (SCIA) nel registro imprese e REA, (tenuto dalle Camere di commercio) delle due categorie. Con decreto 23.4.2013 il Ministero dello Sviluppo Economico ha prorogato tale scadenza del 12 maggio 2013 al 30 settembre 2013, accogliendo in tal modo la richiesta proveniente dalla Confcommercio e dalle organizzazioni sindacali di categoria (F.N.A.A.R.C. e F.I.M.A.A.), e in considerazione anche del notevole ritardo accumulato dal sistema camerale nel mettere a disposizione degli iscritti gli strumenti telematici necessari per procedere all’iscrizione. Tale aggiornamento è necessario al fine di salvaguardare l’abilitazione all’esercizio dell’attività di quelle categorie prima iscritte ai ruoli professionali ora abrogati. Per gli associati Confcommercio, il servizio è erogato in modalità gratuita, presso gli sportelli dell’Associazione.
Il *Coordinatore* *della Commissione Politiche Agricole della Conferenza delle Regioni, Fabrizio Nardoni (Assessore della Regione Puglia) *sollecita ancora una volta il Ministro delle Politiche Agricole, Nunzia De Girolamo, ad un confronto più assiduo con il sistema delle Regioni. Le Regioni attendono ancora di parlare con il Ministro su un tema importantissimo e di grande strategicità per le politiche del settore, l'Expo 2015 che come si era concordato sarebbe stato oggetto di un incont= ro urgente per la costituzione di una task-force che avrebbe visto il sistema delle regioni fortemente coinvolto - afferma Nardoni. Accanto al pacchetto Expo il coordinatore Nardoni pone l'accento anche su= ltema delle politiche dedicate alla pesca. Su questo fronte - chiarisce l'Assessore Nardoni - si stanno redigendo i regolamenti comunitari relativi al nuovo Fondo senza che le Regioni e quindi i singoli territori abbiano potuto dire la loro.
"La storia degli ex lsu impiegati negli appalti pulizie delle scuole statali, le lavoratrici e i lavoratori della “Dussmann Service srl” e di “Euroservizi srl", viene da lontano - passando dagli anni del dissesto finanziario del Comune - ed esplode oggi in una fase ancora più critica e minata dalla logica dei tagli lineari. Raccolgo, dunque, l'appello di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti Taranto. Ed esprimo piena e convinta solidarietà nei confronti di chi oggi è in piazza perché il 31 ottobre 2013, per questi lavoratori, si chiude la proroga dei termini del precedente appalto, già scaduto, in attesa del nuovo affidamento. Un affidamento che potrebbe registrare un taglio di risorse pari al 50%: c'è il concreto rischio di assistere a 500 esuberi. Non sembra, inoltre, che i tavoli di confronto sin qui svolti presso il Miur abbiano portato ad una definizione positiva, netta, della vertenza. Non a caso, i sindacati paventano l'imminente affidamento di appalti che potrebbero non tener conto degli accordi sottoscritti negli ultimi mesi. Occorre, evidentemente, chiarezza. Certamente, un intervento del Prefetto non potrà che contribuire a tale scopo. Porterò la vertenza all’attenzione dell’assessore alle Politiche del Lavoro, Leo Caroli, perché la Regione assuma - anche in questo caso, così come sta facendo in merito a tutte le maggiori vertenze del nostro territorio - azioni mirate".
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