Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator
Preferenze sui cookie
Giornale di Taranto - Giornalista1
Martedì 17 settembre al Dipartimento per le Dipendenze Patologiche della ASL TA, alle ore 11.00, conferenza stampa di presentazione del progetto "No doping", ideato e gestito dalla Azienda Sanitaria, in collaborazione con Regione Puglia, dove è prevista, salvo impedimenti istituzionali sopraggiunti, la presenza dell'Assessore Regionale alle Politiche Sociali e Sanitarie Elena Gentile e del Direttore Generale ASL TA, Vito Fabrizio Scattaglia. Una iniziativa che si articola in diverse fasi, tutte finalizzate alla sensibilizzazione, informazione e prevenzione all'uso di sostanze dopanti: il 20 settembre Concerto Musicale del gruppo " UT New Trolls" c/o Piazza della Vittoria, in Taranto, con inizio fissato per le ore 20.30. durante il quale saranno proiettati contributi multimediali attinenti alla problematica del doping; nella settimana successiva, prenderà avvio c/o i campi Bellevue, messi a disposizione dall'ASSI (Alleanza Sportiva Sociale Italiana) di Taranto, la seconda edizione del trofeo di calcio a otto, "Per non finire in rete", con la partecipazione di squadre afferenti alle Comunità Terapeutiche del territorio e compagini di giovani sostenitori dello sport pulito, dell'accoglienza, del rispetto dell'ambiente. Il doping riguarda due aspetti principali: uno legato alla frode sportiva, ossia all'uso di farmaci o tecniche di modificazione artificiale delle prestazioni; l'altro legato ai problemi di salute connessi all'uso e all'abuso di sostanze che alterano l'equilibrio psicofisico dell'individuo. Alla luce del suo diffondersi sempre più tra giovani, e frequentatori di palestre, l'impegno che questo progetto intende assumersi, è quello di promuovere, informare, sensibilizzare. I principi guida dello sportivo, professionista e non, dovrebbero essere infatti: gareggiare con lealtà, ammettere di avere paura, cercare di ottenere un risultato senza ingannare se stessi e gli altri, non esporre l'organismo a rischi e non modificare la naturale evoluzione del proprio corpo. Con avvio del sito " No doping" il Dipartimento delle Dipendenze Patologiche ASL di Taranto, beneficiando del sostegno di Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità, Dipartimento Politiche Antidroga, intende veicolare quanto è stato realizzato nel settore ai fini della prevenzione e dell'informazione istituzionale e scientifica.
MASSAFRA. Vince il Mola, ma il Massafra, comunque, abbandona la scena a testa alta. Partita ricca di emozioni allo stadio “Italia”, tra due squadre desiderose di conquistare la vittoria. Meglio il Mola, apparso più fresco atleticamente, specie nel primo tempo, quando nel giro di tre minuti mette subito la gara in discesa. Il Massafra appare in ritardo di condizione e soffre sulle verticalizzazioni degli ospiti. Murianni, che deve rinunciare a centrocampo al forte under Deflorio (infortunato), si affida al 4-4-2, lasciando l’affaticato Castro in panchina. Dall’altra parte del campo mister Caricola (squalificato), presenta un Mola spregiudicato con un 4-3-3, ben diretto in mezzo al campo dall’evergreen Mastrolonardo. Che il Mola vuol mettere le mani sul match, s’intuisce sin dalle battute iniziali: pronti via e Signorile deve spazzare repentinamente la minaccia perpetrata in area da D’Ambruoso. Al 10’ Radicchio si fa spazio sulla destra e, giunto al limite, tenta la battuta a rete, ma la sfera termina fuori d’un soffio. Al 15’ gli ospiti passano in vantaggio con un’azione ben manovrata sull’asse Mastrolonardo – Pagnelli, con diagonale preciso di quest’ultimo, che non lascia scampo a Signorile. Il Mola si galvanizza e 3’ più tardi trova il raddoppio con Zonno, lanciato da Mastrolonardo. L’arbitro prima giudica irregolare la posizione di Crupi (fermato fallosamente) sulla linea dell’area di rigore, poi assegna una punizione (giusta) al Mola, con Mastrolonardo che esalta le qualità di Signorile. Ma il Massafra c’è e al 32’ accorcia le distanze con Radicchio, abile a trovare la zampata vincente sulla corta ribattuta del portiere. I giallorossi prendono coraggio e spingono sull’acceleratore. Si assiste ad un bel match con veloci capovolgimenti di fronte. Prima dello scadere, però, gli ospiti, approfittando di un’indecisione della difesa locale, trovano il terzo gol con Longo, bravo nel chiudere su assist di D’Ambruoso. In avvio di ripresa, al 2’, scambio in area tra Radicchio e Crupi con tiro di quest’ultimo che termina alto. Al 5’ il Massafra riapre il match con Guerrero, attento nel trovare in mischia il guizzo giusto sotto porta, in seguito ad un calcio d’angolo. La fucilata di Crupi, al 20’, è alzata in corner da Petruzzelli. E sulla traversa colpita, al 45’, dalla distanza da Lovece scorrono i titoli di coda.
Un gol su punizione di Clemente quasi allo scadere della partita apre la strada alla seconda vittoria del Taranto Calcio. La squadra campana del Mariano Keller guidata dall’ex rossoblù Ciro Muro ha dovuto arrendersi dopo essere passata in vantaggio per poi essere raggiunta sull'1 a 1 e quindi capitolare alla fine dell'incontro sul 2 a 1. Lo Stadio Iacovone di Taranto ha salutato con entusiasmo la bella affermazione dei ragazzi allenati da Maiuri che ora si apprestano ad una dura settimana di allenamento per affrontare quel Bisceglie che mercoledì scorso ha eliminato la formazione tarantina dalla Coppa Italia Dilettanti. Quella con il Mariano Keller è stata una partita molto intensa con un Taranto ed il tifo che hanno sempre creduto nell’impresa. Una prodezza di Clemente che ha trasformato un calcio di punizione dai 20 metri che ha regalato meritatamente i tre punti alla squadra rossoblù importanti che la proiettano ai primi posti del Gironei H della serie D. Un Taranto che ha creduto fine alla fine mostrando quel carattere che fa ben sperare per prendersi una bella rivincita domenica prossima a Bisceglie. Grande la soddisfazione del Presidente Fabrizio Nardoni (nella foto) e del socio di maggioranza Mario Petrelli
La Procura della Repubblica di Taranto ha fornito notizie precisazioni in relazione alle attività di sequestro effettuate nei giorni scorsi nei confronti di alcune società collegate al Gruppo RIVA che si allegano a questa news.
A Taranto l'appuntamento è per domenica 29 settembre a partire dalle ore 9 al quartiere Salinella, nella piazzetta tra le vie Lago di Monticchio e Golfo di Taranto: uno spazio abbandonato da anni, situato in una parte della città che versa in una grave situazione di degrado urbano e sociale, che Legambiente ha riqualificato e recuperato alla vivibilità. per informazioni vai su http://www.legambientetaranto.it/index.php/rifiuti/item/233-protagonisti-contro-il-degrado-puliamo-il-mondo-con-legambiente-in-tutta-italia-il-29-settembre-a-taranto.html I lavori di sistemazione dell'area, dopo il rifacimento dei marciapiedi e la messa a dimora di più di cinquanta alberi sono terminati con l'installazione di alcuni giochi per i bambini, panchine e rastrelliere per biciclette. Domenica 29 settembre, con Puliamo il Mondo ci sarà l'inaugurazione e sarà una festa...
Nel settore fiscale e penale - tributario, uno dei problemi principali è stabilire quando c’è la responsabilità penale e tributaria del cessionario nelle ipotesi di frode fiscale commessa dal cedente. Questo problema, logicamente, ha riflessi anche nel campo tributario, in quanto, in caso di compartecipazione del cessionario, quest’ultimo ne risponde anche ai fini fiscali. La Corte di Lussemburgo e la Corte di Cassazione hanno più volte affrontato l’argomento, stabilendo precisi principi che devono essere tenuti presenti sia dai contribuenti sia dagli uffici fiscali in sede di accertamenti. Tanto premesso, la responsabilità del soggetto cessionario per l’obbligazione tributaria derivante dal fatto illecito del cedente, o del terzo comunque inseritosi nella catena delle cessioni del bene, rimane esclusa secondo le pronunce della Corte di Lussemburgo dalla condizione essenziale che detto contribuente “non aveva o non doveva avere conoscenza” della frode (cfr Corte di Giustizia CE sez. III, sent. 12/01/2006 in cause riunite C-354/03, C-355/03 e C-484/03, Optigen Ltd, Fulcrum Elect. E Bond House): tuttavia la stessa Corte di Giustizia ha precisato che la buona fede del cessionario può essere riconosciuta soltanto agli “operatori che adottano le misure che si possono loro ragionevolmente richiedere al fine di assicurarsi che le loro operazioni non facciano parte di una frode”, in quanto solo all’esito di tale adempimenti può ravvisarsi un incolpevole affidamento sulla liceità di tali operazioni. Diversamente un soggetto che “sapeva o avrebbe dovuto sapere che con il proprio acquisto partecipava ad una operazione che si iscriveva in frode all’IVA non può allegare la propria buona fede a garanzia dei diritti di detrazione o rimborso vantati in relazione alle operazioni compiute (cfr Corte giustizia CE, sent. 6/7/2006, in cause riunite C-439/04 e C-440/04, Kittel e Recolta). L’applicazione del principio di buona fede a tutela del contribuente ingannato dall’illecito commesso dalla parte con la quale ha realizzato l’operazione risultata imponibile, è stata affrontata dal Giudice comunitario con specifico riferimento alle operazioni di cessione intracomunitarie per le quali la eliminazione delle barriere doganali tra gli Stati membri ha determinato la insorgenza della necessità di individuare procedure idonee a consentire agli operatori di verificare “ex ante” la regolarità fiscale delle operazioni che vanno a compiere, nonché la esigenza di definire i limiti di riparto, tra contribuente e Fisco, del rischio tributario determinato dalla condotta illecita del terzo (cfr Corte giustizia 27/92007 causa C-409/04, Teleos, punto 58; Corte giustizia 21/02/2008, causa C-271/06, Netto Supermarket GmbH, punto 28). Il punto di equilibrio è stato individuato dalla Corte di giustizia nelle seguenti duplici condizioni. 1- Della “buona fede” (che deve desumersi non soltanto dalla oggettiva estraneità del soggetto alla frode fiscale ma anche dalla ignoranza incolpevole delle intenzioni frodatorie attuate dall’acquirente o da terzi) che rimane, invece, esclusa laddove, dalle circostanze concrete, emergano indizi tali per cui il cedente, secondo una efficace sintesi verbale, “sapeva o avrebbe dovuto sapere” che l’operazione intracomunitaria veniva ad iscriversi in una frode fiscale (cfr Corte giustizia 11/05/2006, causa C-384/04, Federation of Technological Industries, punto 31-32), secondo cui la dimostrazione che il soggetto “era a conoscenza del fatto, o aveva ragionevoli motivi per sospettare che tutta o parte dell’imposta dovuta per tale cessione, ovvero per qualsiasi altra cessione precedente o successiva dei medesimi beni, non sarebbe stata versata” può essere data anche mediante prove presuntive semplici –juris tantum -, riversandosi in tal caso sul contribuente l’onere della prova contraria (Corte giustizia 21/6/2012, cause riunite C-80/11 e C-142/11, Mahageben kft e Peter David, punto 50 e Corte giustizia 6/9/2012, causa C-324/11, Gabor Toth, PUNTO 50-51, che precisano come la prova presuntiva debba essere fondata su “elementi oggettivi” e cioè indizi concludenti in ordine alla esistenza di una situazione che in quanto caratterizzata da irregolarità, anomalie, incompletezza informativa, imponeva al soggetto passivo di esperire ulteriori verifiche in ordine alla regolarità fiscale delle operazioni). 2- Della “preventiva” adozione da parte del contribuente di tutte le misure ragionevolmente esigibili al fine di assicurarsi che l’operazione che deve essere effettuata non lo conduca a partecipare ad un’evasione tributaria (cfr Corte giustizia 6/7/206, causa C-439/04 e C-44004, Kittel punto 51; Corte giustizia 21/6/2012 cause riunite C-80/11 e C-142/11, Mahageben kft e Peter David, punto 54): tale secondo elemento è all’evidenza strumentale alla dimostrazione della incolpevole ignoranza del fatto illecito altrui e non coincide con il mero esatto adempimento degli obblighi formali di legge richiesti dallo Stato membro per la regolare esecuzione della operazione (come la emissione e ricezione di una fattura dotata dei prescritti requisiti formali e le annotazioni nei registri contabili) che costituisce, invece, soltanto il presupposto necessario (in quanto in difetto della regolarità formale della operazione la condotta del terzo non riveste carattere decettivo) per procedere all’accertamento della condotta diligente prestata nel caso concreto (cfr Corte giustizia 27/9/2007, causa C-409/07, Teleos, punti 65-66; Corte giustizia 16/12/2010, causa C-430/09 Euro Tyre Holding BV, punto 38; Corte giustizia 6/9/2012, causa C-273/11, Mecsek Gabona Kft, punti 48-50). I suddetti, corretti principi, sono stati ultimamente ripresi dalla Corte di Cassazione – Sezione Tribtuaria – con la sentenza n. 20302 del 04/07/2013, depositata in cancelleria il 04/09/2013. Deve essere premesso che l’ipotesi di fatture per operazioni soggettivamente inesistenti è concettualmente diversa da quelle delle cd. frodi carosello e tale diversità si riflette sull’oggetto e sull’onere della prova. Le due ipotesi si verificano spesso congiuntamente nella pratica ma, ai fini della trattazione giuridica delle stesse, appare opportuno tenerne presente la distinzione. La fatturazione per operazione soggettivamente inesistente si ha quando la fornitura è stata acquisita effettivamente dal contribuente, ma essa è stata fornita da soggetto diverso dal fatturante. L’IVA che il cessionario assume di aver pagato al cedente per l’operazione soggettivamente inesistente (e cioè per la cessione non effettuata da quel preteso cedente) non è detraibile in quanto pagata ad un soggetto che non era legittimato alla rivalsa né era assoggettato all’obbligo di pagamento dell’imposta. Unica eccezione alla non detraibilità in questi casi potrebbe essere che l’acquirente non sapesse che il fornitore effettivo non era il fatturante ma un altro. Ipotesi non impossibile ma meramente di scuola e l’onere di provarla grava ovviamente sul contribuente che fa valere la detrazione. Al di fuori di tale caso, nell’ipotesi di fatturazione per operazioni soggettivamente inesistenti il Fisco, per escludere la detraibilità, ha solo l’onere di provare - e può farlo anche mediante presunzioni essendo principio di carattere generale che la prova dei fatti può essere data anche mediante presunzioni - che la cessione non è stata effettivamente operata dal fatturante. Questi corretti concetti sono stati precisati dalla Corte di Cassazione – Sezione Tributaria – con la sentenza n. 15741 del 21/02/2012, depositata in cancelleria il 19/09/2012. In conclusione, i contribuenti e gli uffici fiscali devono tener conto di tutti i suesposti principi, più volte ribaditi dalla Corte di Giustizia CE e dalla Corte di Cassazione – Sezione Tributaria –, sia nella fase di motivazione degli avvisi di accertamento e sia nella fase di redazione dei ricorsi nel processo tributario. Lecce, 14 settembre 2013 Avv. Maurizio Villani AVV. MAURIZIO VILLANI Avvocato Tributarista in Lecce Patrocinante in Cassazione www.studiotributariovillani.it - e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Illustrissimo Ministro, questa Amministrazione sta seguendo con particolare attenzione la verten= za che interessa 120 lavoratori della Vestas, azienda danese con stabilimento a Taranto, che oggi vede incerto il suo futuro. Per più di 30 anni, Vestas ha operato nel campo dell'energia eolica ed ha consolidato la sua posizione come il marchio leader nelle energie rinnovabili in un mercato caratterizzato da una forte concorrenza. I suoi lavoratori oggi manifestano la loro protesta dopo l'annuncio da parte dell'azienda dell'apertura delle procedura di cassa integrazione ordinaria a seguito della contrazione produttiva delle navicelle V90 a causa del calo delle commesse. Porto, dunque, alla Sua attenzione un=E2=80=99ulteriore sofferenza di questo territorio che somma crisi su crisi e vertenze su vertenze e che, quindi, necessita di un intervento energico da parte del Governo centrale. Mi faccio, quindi, interprete delle istanze dei lavoratori e delle loro famiglie rivolgendoLe la richiesta di una immediata convocazione, presso il Suo Ministero, di un apposito Tavolo di confronto con l'azienda Multinazionale, finalizzato alla ricerca di possibili soluzioni alla vertenza che ha di fatto aperto una nuova ferita al presidio dei livelli occupazionali del nostro territorio già duramente provato, nonché per trovare soluzioni in grado di elaborare strategie di concreto rilancio di una realtà aziendale di eccellenza nell'ambito delle energie rinnovabili. Sono, quindi, al fianco dei lavoratori e delle loro famiglie e la richiesta del Tavolo è un segnale tangibile di vicinanza e di solidarietà per il grave momento che stanno vivendo. Mi farò carico altresì di sottoporre questa situazione all'attenzione della prossima riunione del Tavolo interistituzionale sulle criticità dell'area jonica operante presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri come ulteriore emergenza del territorio tarantino.
Militari del Gruppo di Taranto, nell’ambito di controlli finalizzati al contrasto del traffico di sostanze stupefacenti, hanno fermato, nell’abitato del Comune di Statte (TA), un giovane che si aggirava con fare sospetto. Il ragazzo, B.A. di anni 22, residente nella stessa cittadina, al momento del fermo mostrava chiari segni di agitazione che inducevano i finanzieri ad approfondire i controlli. All’esito delle conseguenti operazioni di perquisizione, venivano rinvenuti, addosso alla persona, circa 100 grammi di hashish. B.A. veniva pertanto tratto in arresto per il reato di detenzione illecita di sostanze stupefacenti ed associato alla locale casa circondariale. L’attivita’ svolta dalle Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Taranto e’ il risultato del programmato quotidiano impegno profuso nell’esecuzione dei compiti demandati al Corpo in materia di polizia economico-finanziaria.
La Borsci San Marzano di Taranto, famosa per il suo amaro, dovrebbe passare finalmente all'imprenditore bresciano Gherardini. Si è svolta infatti ieri 13 settembre presso il Tribunale di Taranto l'Asta giudiziaria che ha visto confrontarsi fino all'ultimo tre società per acquisire il fitto del ramo d'azienda. Quella appunto di Ghiradini, l'Amaro Lucano, presente con i suoi legali e l'Amaro del Capo, la società calabrese presente invece con i titolari dell'azienda. Dopo una lunga battaglia alla fine l'offerta migliore è stata quella del Gruppo Ghirardini per un importo di 392mila euro partendo dalla base d'asta di 100mila euro. Sembra quindi che si stia avviando a soluzione una vicenda che va avanti da quasi 4 anni anni e che ha messo a serio rischio il lavoro dei suoi circa 25 dipendenti. Nei prossimi giorni si dovrebbero risolvere le questioni burocratiche e mettere la parola fine per la soddisfazione anche dei sindacati di categoria che si stanno battendo con forza per pervenire ad una soluzione defiinitiva.
Il calo dei consumi privati, le restrittive condizioni di accesso al credito, insieme ad una struttura finanziaria molto indebitata delle imprese italiane, stanno, di fatto, alimentando sul mercato interno la crescita dei debiti non onorati tra le aziende. La perdita di redditività delle imprese, connessa al ristagno dei consumi interni, aumenta esponenzialmente il rischio del credito e le restrizioni che le banche operano nell’offerta di denaro. La spirale recessiva si autoalimenta, rendendo di fatto difficile fare previsioni di ripresa in una situazione congiunturale particolarmente appesantita dalle incertezze politiche e dall’assenza di strategie a livello governativo. Strategie, politiche e strumenti per il rilancio dell’economia sono stati gli argomenti protagonisti della Giornata del Credito, che si è tenuta il 17 settembre tra le manifestazioni ufficiali della campionaria di settembre della Fiera del Levante, promossa da Obiettivo Finanza, l’iniziativa della Camera di Commercio di Bari per agevolare l’accesso al credito, organizzata da Promem Sud Est spa e l’E.A. Fiera del Levante, in collaborazione con Confindustria Bari e Bat e la partnership di Banca Monte dei Paschi di Siena, Ubi Banca Carime, Euler Hermes e Fidindustria Puglia. La contrazione della spesa operata dal ristagno economico si ripercuote fortemente sulla stabilità finanziaria delle imprese. In base ai dati dell’Osservatorio Findomestic nel 2012 la spesa per beni durevoli in Puglia è diminuita dell’11,8 per cento, più che nel 2011, risentendo del calo del reddito disponibile pro capite (-1,9 per cento su base annua; -2,1 in Italia), con punte di contrazione dei consumi che in alcuni settori, come ad esempio delle auto nuove, raggiunge il -21,6% (-19,8% in Italia). “Le imprese devono usare ogni possibile strumento per migliorare il proprio rating, prestando grande attenzione non solo alla elaborazione dei rendiconti periodici ma anche al monitoraggio della posizione in Centrale dei rischi”, ha dichiarato Vito BELLOMO, Presidente Promem e imprenditore edile, in apertura dei lavori. “Il settore in cui opero come imprenditore, continua Bellomo, è tra i più colpiti dalla congiuntura economica: nel secondo semestre 2012 i prestiti vivi alle imprese del settore edile si sono contratti del 7%, contro una riduzione del 3,3% per le imprese dei servizi e del 4% del manifatturiero (fonte elab. Ist. Tagliacarne su dati Banca d’Italia). È urgente una convergenza di fatti ed intenti da parte di tutte le forze in campo, ed è importante che anche gli imprenditori si attivino operando una trasformazione sistematica del modo di fare impresa.” E non si trascuri l’alta percentuale di indebitamento delle imprese rispetto alla loro redditività: secondo le stime di Banca d’Italia, nel 2013 il 48,2% dei debiti finanziari è detenuto da imprese che riportano un rapporto tra oneri finanziari e MOL (margine interno lordo) superiore al 50%. La Puglia appare meno infelice del resto del Mezzogiorno; pur assestandosi su valori negativi, è in linea con il resto del territorio italiano: i finanziamenti alle imprese con meno di venti addetti si sono ridotti dell’1,3 per cento a fronte di una lieve espansione di quelli alle imprese medio-grandi. “La situazione della Puglia sotto il profilo della domanda e dell’offerta di credito – ha illustrato Giorgio SALVO, Direttore sede di Bari della Banca d’Italia nella tavola rotonda moderata da Massimo Leone – deve essere inquadrata in quella più generale del paese, e in particolare delle regioni meridionali. In base ai dati più recenti, ancora provvisori, il credito si è ridotto a giugno di circa il 2 per cento rispetto a dodici mesi prima, sia presso le imprese sia presso le famiglie pugliesi, così come avvenuto nel resto del mezzogiorno. Vi ha contribuito la debolezza della domanda, soprattutto di quella legata agli investimenti, e un’offerta ancora selettiva. L’atteggiamento prudente delle banche risente anche del deterioramento della qualità dei prestiti, testimoniato dal peggioramento degli indici di rischiosità del credito, specie di quello alle imprese”. Un’alternativa all’indebitamento bancario è rappresentata dal private equity, che però nella nostra Regione non decolla. La capacità innovativa delle imprese pugliesi, nonostante la presenza di alcuni casi di eccellenza, è ancora bassa nel confronto col resto del paese, così come la presenza d’investitori specializzati, quali i fondi di private equity. Il divario è riconducibile alla minore quantità di risorse investite dal settore privato, a sua volta dovuta alla minore dimensione media delle imprese che, per la maggior parte, richiedono capitale per soddisfare esigenze di cassa piuttosto che per realizzare nuovi investimenti. “Obiettivo del Fondo Italiano di Investimento è quello di sostenere i programmi di crescita delle imprese italiane di piccole e medie dimensioni e di contribuire alla formazione di veri e propri medi campioni nazionali, in grado di competere con maggiore efficacia in Italia e all’estero – dichiara Roberto DEL GIUDICE, Investor relator Fondo Italiano d’Investimento -. In tale ambito siamo alla continua ricerca di imprese di eccellenza, che presentano interessanti piani di sviluppo ed una valida struttura manageriale in cui investire”. Il Fondo Microcredito d’Impresa, presentato da Loredana CAPONE, Assessore allo sviluppo economico della Regione Puglia, è lo strumento individuato dalla Regione Puglia per agevolare le microimprese sane che vogliono crescere e continuare a produrre ma non possono farlo perché nessuna banca concederebbe loro un prestito: le aziende destinatarie dell’intervento non hanno infatti né i requisiti minimi per ottenere credito dalle banche, né garanzie patrimoniali da offrire. Secondo le previsioni saranno 1.300 le imprese che verranno agevolate, nell’arco di tre anni, dalla dotazione attuale dell’intervento (19,5 milioni di euro). “La Camera di Commercio di Bari - ha dichiarato Massimo Leone amministratore delegato della Promem Sud Est Spa - ha sostenuto una iniziativa proposta dalla nostra società finalizzata ad istituire uno sportello dedicato a fornire gratuitamente assistenza alle imprese che vogliono migliorare il loro rapporto con le banche. Lo sportello – ha proseguito Leone – attraverso un brief test effettua una diagnosi sullo stato di salute dell’impresa e propone soluzioni concrete per risolvere le eventuali problematiche. Non si rivolge solo ad aziende in crisi ma anche a quelle che vogliono crescere avendo accesso al credito a condizioni agevolate. Lo sportello – ha concluso Leone – non è in concorrenza con i consulenti abituali dell’imprenditore ma collabora con loro per trovare le soluzioni più efficaci.”. Sul ruolo dei consulenti interviene il Prof. Giuseppe Pio MACARIO, Presidente della Commissione Studi “Pianificazione e controllo” dell’Ordine dei Dottori commercialisti ed esperti contabili di Bari: “Un ruolo particolarmente strategico è demandato al consulente aziendale nella figura del Commercialista - ha affermato -, quale esperto di economia d’azienda, secondo quanto previsto anche dalla stessa normativa nazionale (D.Lgs. 139/2005). Il Commercialista è e deve essere l’esperto aziendalista in grado di sapersi porre da “manager esterno”, quale interlocutore privilegiato con l’imprenditore in primis e con l’intero staff direzionale. Con riferimento precipuo al contesto finanziario di cui si discute, rappresenta il professionista che meglio può chiosare le competenze necessarie in tema di “pianificazione, gestione e controllo” delle dinamiche economico-finanziarie, che l’intero sistema oggi impone a tutto il tessuto imprenditoriale.” Prosegue Macario, ricordando che: “la liaison di un “Patto Sociale” alla base di ogni sistema economico-finanziario è salvaguardata solo in presenza di un’esaustiva, trasparente ed etica “comunicazione economico-finanziaria”, che parte da un’attenta pianificazione e programmazione economica, finanziaria e patrimoniale delle dinamiche gestionali e giunge alla conseguente rendicontazione aziendale: attività e competenze appartenenti, nella loro specificità, esattamente alla figura ed al ruolo del Commercialista, per i suoi studi e le sue competenze approfondite in tema di bilanci e di programmazione e analisi finanziaria.”. Oggi le banche sono in grado di offrire prodotti di alto profilo, gestendo esse stesse prodotti alternativi all’indebitamento, come i mini-bond per PMI. Il primo caso italiano di mini-bond è stato illustrato da Paolo ARNAUDO, Responsabile Spazio Imprese PMI - Area Crediti della BCC di Cherasco. "Ritengo che una banca del territorio come la nostra non possa mai dimenticare l’importanza che rivestono le PMI per il tessuto economico nazionale e locale – afferma Arnaudo - . Solo focalizzandoci con sostegni adeguati alle piccole realtà territoriali si torna a scoprire il vero motore economico dell’Italia. Con questa consapevolezza, Banca di Cherasco ha deciso di affiancare in veste di consulente tecnico, previa attenta valutazione e certificazione del bilancio, la C.A.A.R. srl nell’emissione di mini-bond, consentendo così il suo accesso ai nuovi strumenti di finanziamento per dare un impulso alla propria crescita e sviluppo, con conseguenti ricadute positive sul territorio. Collocarli tutti in poco più di un mese è stato un risultato davvero positivo che sottolinea l’importanza del ruolo delle banche nel consentire alle imprese locali di accedere ai nuovi strumenti di finanziamento per dare un impulso alla propria crescita, con conseguenti ricadute positive sul territorio.”. “Banca Monte dei Paschi di Siena attraverso l’iniziativa Minibond è in grado di offrire una soluzione innovativa volta a promuovere l’accesso delle PMI al mercato dei capitali - ha affermato Paolo PANARIELLO, Responsabile Ufficio Corporate Advisory e Origination di MPS Capital Services -. Con questo strumento le PMI potranno disporre di un canale di provvista alternativo per finanziare i nuovi investimenti migliorando la diversificazione delle fonti di finanziamento, ad oggi ancora concentrate sul ricorso all’indebitamento bancario.”. “Nell’attuale situazione economica e sul crinale di una possibile prossima inversione di tendenza verso segnali di ripresa, confermati da più osservatori non ultimo il Ministro dell’economia Saccomanni, oggi occorre propositivamente e rapidamente fare sistema, lavorare assieme sistema creditizio, in particolare le banche locali, le imprese, le istituzioni sul territorio, i centri di formazione e di ricerca, allungando lo sguardo su attività e progetti concreti. Oggi ciò che tutti dobbiamo invocare è che, in questo momento, vanno riannodati i fili del rapporto fra imprese, società civile, istituzioni, enti territoriali, Università , mondo della formazione d’eccellenza e sistema bancario - ha dichiarato Luigi MONTEMURRO, Direttore Territoriale Puglia Centro Matera UBI BANCA CARIME -. Il rapporto deve risaldarsi su di un piano comune di reciproca correttezza e di reciproca conoscenza ma anche con impegni progettuali concreti e credibili che superino antichi e non più attuali steccati. In questo senso il ruolo delle banche “locali”, ovvero quelle più radicate e presenti che hanno una approfondita conoscenza del territorio, possono essere un punto di riferimento, un punto di forza per il tessuto sano dell’economia e per la piccola e media impresa avendo una conoscenza specifica del territorio ed avendo un quotidiano rapporto con l’imprenditore”, ha concluso Montemurro. La situazione di sofferenza del sistema economico però rende il credito altamente rischioso, ed è palese che esso non possa essere caricato sulle sole banche. Per agevolare le imprese ci sono i fondi ed i cofidi. Il Fondo Centrale di Garanzia nel solo primo semestre 2013 ha garantito l’accesso al credito di 1.692 imprese in Puglia (3.086 nel 2012). “Il Fondo Centrale di Garanzia – ha affermato Carlo SAPPINO, Direttore Generale per l’Incentivazione delle attività imprenditoriali del Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica del Ministero per lo sviluppo economico – ha assunto un ruolo via via più significativo nel sostenere l’accesso al credito delle piccole e medie imprese. Negli oltre dieci anni di operatività del fondo sono state accolte 290.000 operazioni e concesse garanzie per 24.3 Miliardi di euro. Notevole è l’effetto moltiplicatore sui finanziamenti deliberati pari a circa 18 volte le risorse pubbliche utilizzate. Le modifiche normative di recente introdotte tendono ad allargare la capacità d’intervento del fondo sia tramite una maggiore incidenza percentuale della garanzia sui finanziamenti assistiti, sia mediante la revisione dei criteri di accesso che devono tener conto delle mutate condizioni economiche del Paese”. Non solo garanzia, ma anche consulenza in materia di credito e finanza agevolata: è ciò che fanno i cofidi. “Nel corso degli ultimi anni - h affermato Nicola POTERE, Responsabile Crediti Fidindustria Puglia intervenuto in vece del Presidente Andrea LEONE - le imprese che hanno scelto di utilizzare un consorzio fidi per ottenere nuova finanza, sono sensibilmente aumentate in percentuale al credito totale erogato alle PMI. Questo significa principalmente che le banche riconoscono e utilizzano la garanzia rilasciata dai consorzi per mitigare i propri rischi di credito, pur a determinate condizioni, e sono sempre più numerose le imprese che affidano ai confidi l’aspetto finanziario. Da quando la Regione Puglia ha stanziato i primi contributi a favore del rafforzamento patrimoniale dei Confidi, si è materializzata una grande opportunità per le imprese pugliesi e cioè quella di agevolare l’accesso al credito per prestiti finalizzati al consolidamento delle passività, alla patrimonializzazione, all’investimento e all’attivo circolante. La nostra attenzione nel tempo non è stata limitata alla semplice prestazione di garanzia ma abbiamo inteso assistere la clientela in un percorso di crescita finanziaria che rappresenta il punto debole della gestione imprenditoriale che si accinge a richiedere credito bancario. Infatti, Fidindustria Puglia fornisce assistenza tecnica a 360 gradi nei rapporti con gli istituti di credito, dando certezze, costi contenuti e tempi brevi. In una fase in cui il sistema bancario e quello imprenditoriale faticano a parlarsi, - ha concluso - il ruolo dei confidi è quanto mai fondamentale.” Anche le compagnie di assicurazione stanno curando prodotti studiati appositamente per aiutare le imprese a superare il più possibile indenni la presente congiuntura. “Lo scenario economico fortemente deteriorato su tutti gli indicatori macroeconomici, - ha spiegato Marco CASTIGLIONE, Responsabile Canale Partnership di EULER HERMES ITALIA – non ultimi quelli relativi ai mancati pagamenti tra imprese private, impone sempre di più alle aziende che intraprendono il business sui mercati domestici ed export di avvalersi di partner esperti nel rischio con una vision di medio lungo termine. Euler Hermes ha l’obiettivo di rendere sicure le transazioni commerciali tra le imprese e di favorirne lo sviluppo attraverso la creazione di filiere “solide” che includono il supporto degli istituti di Credito e delle Associazioni di categorie. La via del recupero economico passa anche attraverso la messa a fattor comune di idee e attività proattive da parte di tutti gli attori della “financial community”. Gli atti dell’evento gentilmente messi a disposizione dai relatori sono disponibili on line sui siti www.promem.it e www.obiettivofinanza.it
Pagina 912 di 931