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Giornale di Taranto - Giornalista1

Si terrà l’8 Settembre 2014 presso il Teatro Comunale di Massafra, a partire dalle 19,30, il primo Love Day Pugliese. Sarà un evento culturale moderato dalla psicosessuologa Antonella Palmitesta che, attraverso la presentazione di tre opere letterarie, entrerà nel vivo della natura umana scindendo il concetto di identità di genere (maschio/femmina) e orientamento sessuale (bisessuale, eterosessuale e omosessuale). I romanzi presentati saranno: LE PERVERSIONI DI NINÈ di Maddalena Costa , un libro erotico dove viene esplicitato il vissuto erotico/emotivo di relazioni eterosessuali e di un’ esperienza bisessuale. Una raccolta corredata da immagini erotiche dove il sesso ha con se aspetti psicologici, sociali e relazionali. CREDI IN NOI di Rita D' Onghia dove viene raccontato l’amore omosessuale di due donne in un paese del sud  evidenziando i vari episodi di omofobia, le "chiusure mentali", famigliari e socioculturali che lo contraddistinguono. Un libro che evidenzia la forza di due lesbiche che scelgono di essere, e non di apparire. RESTO UMANO di Anna Paola Lacatena dove con empatia e delicatezza viene raccontata la transizione di una donna che diventa uomo, il vissuto di un’ identità che non coincide con il corpo biologico. Un romanzo dove le emozioni non si razionalizzano ma si " sentono" e le persone non si guardano ma si " vivono". Nel corso della serata, che si aprirà con una performance dell’attrice Liliana Valente, verranno raccontate esperienze di vita vera dalla stessa voce dei protagonisti; tra le testimonianze quella di Miki Formisano, presidente NPS Puglia e personaggio principale del romanzo “Resto Umano”, Antonella Favia, presidente Arcy Lesbica Bari, Roberto De Mitry, presidente Arcy Gay Salento e Lucia Laterza, presidente Agedo Bari. Al termine del convegno la serata si concluderà presso Lido Impero, con il Love Party, ingresso gratuito.Sponsor dell evento birra idem la prima birra europea per i diritti delle persone LGBTIQ.E il patrocinio del comune di Massafra.

CONSIDERAZIONI DELL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE SUL PROGETTO TEMPA
ROSSA
Al fine di acquisire tutti gli elementi di chiarezza da parte di tutti i soggetti preposti alla
decisione sull'approvazione dell'eventuale variante urbanistica, e mi riferisco ai componenti
del Consiglio Comunale, organo preposto alla sua adozione, l'Amministrazione comunale in
persona del Sindaco Dr.Stefàno ha indetto in data 9.6.2014, presso la sala Giunta di Palazzo di
Città, una riunione con la Dirigenza ENI,
In quell'occasione, se da un lato la Dirigenza ENI ha illustrato tutti i particolari della
progetto, da parte dei consiglieri presenti sono state avanzate tutta una serie di questioni
fondamentalmente formulate per conoscere le ricadute e, quindi, l'impatto ambientale sul
territorio del progetto in questione.
Voglio ricordare che parliamo di una città venuta alla ribalta nazionale per le questioni
ambientali legate all'insediamento del polo industriale da parte ILVA – ENI- Cementir e
dell'Arsenale della Marina Militare (al Mar Piccolo).
Una città che in oltre cinquant'anni ha patito uno stupro ambientale determinando
gravissime ripercussioni sulla salute degli operai della grande industria e degli abitanti in
particolar modo di quelli del quartiere Tamburi.
Detto incontro si è concluso, dopo ampio dibattito, con la richiesta formale da parte dei
consiglieri presenti ai rappresentanti di ENI dell'acquisizione, in tempi brevi, di tutta la
documentazione allegata al progetto Tempa Rossa al fine di poter disporre di quegli utili
elementi per il dibattito consiliare in ordine alle scelte da intraprendersi.
La documentazione prodotta da ENI in data 25.6.2014 chiarisce solo e soltanto gli
adempimenti quanto alle tematiche di sicurezza e direttiva Seveso. In questa documentazione
vengono elencate tutte le autorizzazioni chieste da ENI nei vari tavoli tecnici regionali e
ministeriali nel rispetto delle normative.
Nell'unica nota tecnica allegata alla suddetta argomentazione viene unicamente
illustrata l'attività di monitoraggio delle sostanze emesse dalla Raffineria di Taranto, i
cosiddetti inquinanti odorigeni.
Non si fa cenno alcuno all'aumento degli inquinanti legati, ad esempio, alle emissioni
delle navi che in questo progetto Tempa Rossa aumenterebbero in numero evidente, con
liberazione in atmosfera di sostanze tossiche calcolate da alcune fonti in percentuali superiori
al 12%.
La città vive un momento di forte tensione sociale soprattutto all'indomani dei dati pubblicati dall'Istituto di Sanità e mi riferisco allo “Studio Sentieri” in cui viene riportato un incremento del 21% della mortalità infantile nel territorio di Taranto ben superiore ai dati del resto della Regione a parità di fascia anagrafica.
Peraltro, la scorsa settimana si è verificato nella rada del Mar Grande ed in particolare a ridosso della Base Navale, uno sversamento a mare di combustibili di navi militari che, per fortuna, è stato subito circoscritto e non ha prodotto un disastro ambientale che teoricamente poteva anche verificarsi.
Con lettera datata 4.7.2014, a firma del Sindaco Dott.Ippazio Stefàno, si è chiesto ad ENI di assumere iniziative idonee a pubblicizzare ai nostri concittadini le condizioni di impatto dell'intervento progettuale sotto tutti i profili ambientali, occupazionali, economici per offrire alla città un quadro di riferimento preciso con il quale confrontarsi.
Nel 2012 il Consiglio Comunale in apposita seduta si espresse all'unanimità contro la realizzazione del progetto Tempa Rossa ed a tutt'oggi le posizioni dei singoli consiglieri, che abbiamo avuto modo di ascoltare in merito, rimangono immutate anche se non è stato ancora elaborato alcun documento in tal senso vista la ripresentazione del progetto.
Ebbene, la città di Taranto è stanca di patire negatività ambientali con gravi ripercussioni sulla salute dei suoi abitanti, già fortemente provati e minati da un alto tasso di patologie strettamente derivanti dagli inquinanti industriali e chi vi riferisce esercita da ormai un quarantennio la professione di medico proprio nel quartiere Tamburi che, come è noto. si è visto erigere a ridosso tutta l'area del polo industriale tarantino.
Non siamo dunque disposti a barattare la salute dei nostri concittadini a nessun prezzo.
Dr.Vincenzo Baio – Assessore comunale all'Ambiente
Antonio De Padova, Responsabile Rete Athena e Presidente Retemicoroimprese,
rende noto che è stato firmato il Decreto del Direttore Generale per gli incentivi alle imprese
con il quale vengono individuati i termini e le modalità di presentazione delle domande
per l’accesso alle agevolazioni del Fondo per la crescita sostenibile. Tali agevolazioni
sono dirette a sostenere la realizzazione di progetti di ricerca industriale e di
sviluppo sperimentale negli ambiti tecnologici individuati dal Programma “Horizon
2020” dell’Unione Europea.
Le domande di agevolazione possono essere presentate a partire dalle ore 10,00 del
30 settembre 2014 utilizzando la procedura di compilazione guidata. I soggetti
proponenti possono iniziare la fase di compilazione della domanda e dei relativi allegati a partire dal 22
settembre 2014.
La dotazione finanziaria dell’interventi è pari a 300 milioni di euro, di cui il 60% riservato a progetti proposti da
imprese di piccole e medie dimensioni. I progetti di ricerca e sviluppo devono prevedere un ammontare
complessivo di spese ammissibili compreso tra 800 e 3 milioni di euro e possono essere presentati dalle
imprese singolarmente o in forma congiunta, anche con organismi di ricerca, fino a un massimo di 3 soggetti
proponenti. Le agevolazioni sono concesse nella forma del finanziamento agevolato per una percentuale delle
spese ammissibili articolata in relazione alla dimensione d’impresa, pari al 70% per piccole imprese, al 60%
per le medie imprese e al 50% per le grandi imprese.
Il finanziamento agevolato ha una durata massima di 8 anni, oltre un periodo di preammortamento di 3 anni e
prevede un tasso agevolato pari al 20% del tasso di riferimento stabilito dalla Commissione Europea,
comunque non inferiore allo 0,8%.
Le imprese interessate possono contattare la dott.ssa Patrizia Elia per concordare un incontro inviando una email
all’indirizzo di posta elettronica: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. .

È stato presentato giovedì 28 agosto durante il meeting di Rimini, il libro dell’arcivescovo di Taranto, Filippo Santoro dal titolo La forza del fascino cristiano.

Il vescovo dei Due Mari, per 27 anni missionario fidei donum in Brasile, offre ai lettori uno sguardo importante ed interessante su uno degli eventi dell’America Latina, indispensabile per capire il pontefice «venuto dalla fine del mondo» che sta cambiando il volto della Chiesa, la Conferenza di Aperecida

«Saluto volentieri questa pubblicazione, - afferma nella prefazione il cardinale Marc Oullet, prefetto della Congregazione dei vescovi - nella quale vedo una felice mediazione che permette di comprendere meglio il pontificato di papa Francesco, di partecipare al risveglio missionario sempre più diffuso in America Latina, affinché possa stimolare la ricerca europea per la nuova evangelizzazione. Inoltre, tale testo, ricco di una lunga esperienza pastorale, potrà divenire un valido strumento pastorale per le nostre realtà diocesane, per rilanciare le nostre comunità formando discepoli missionari attratti dalla bellezza del Signore Risorto».

Ancor il cardinale: «L’interesse di questo testo risiede sicuramente nella traduzione dell’esperienza missionaria personale, quella dell’autore, e della sua articolazione specifica per mezzo del Documento di Aparecida, del quale, non dobbiamo dimenticarci, l’allora cardinale Jorge Mario Bergoglio fu l’architetto. La prima parte di questo testo analizza la V Conferenza dell’Episcopato dell’America Latina e dei Caraibi, tenutasi ad Aparecida (San Paolo) dal 13 al 31 maggio 2007. Protagonista di tale simposio, monsignor Santoro offre una conoscenza approfondita di tale avvenimento, poiché dal 2004 era vescovo di Petropolis e quindi tra coloro che seguirono attivamente le fasi di preparazione di Aparecida e contribuirono alla riflessione e alla stesura del Documento conclusivo: Discepoli e missionari di Gesù Cristo, affinché in Lui abbiano vita».

Nel libro l’autore, professore di teologia, non manca della passione concreta per il popolo e per le sfide a cui il Signore chiama. Non poteva mancare quindi una citazione appassionata per la terra di Taranto lacerata da tanti problemi e comunque sia punteggiata dalla testimonianza coraggiosa e indispensabile dei santi. Alle ultime battute monsignor Santoro così descrive la sua attuale missione:

Senza andare a cercare situazioni complicate, sono esse che qui, come in Brasile, mi raggiungono e mi cercano e non posso chiudere gli occhi. Primo fra tutti l’ingiusto conflitto tra la salute e il lavoro, l’ambiente e l’occupazione e poi la città vecchia, le varie vertenze che stanno licenziando persone che perdono il lavoro e le file di disoccupati. Ma è soprattutto la fede del nostro popolo che mi interessa conservare e confermare, particolarmente nelle nuove generazioni. Ed è evidente

che l’annuncio non può essere proselitismo, ma attrazione, fascino, incontro e rapporto.

In questo ho dinanzi agli occhi la tradizione di fede e di religiosità popolare della nostra gente e soprattutto dei nostri santi: san Cataldo, san Francesco de Geronimo, sant’Egidio da Taranto. Questi, senza essere né politici, né economisti, né analisti sociali, hanno dato vera speranza alla gente, soprattutto ai più poveri. Con il loro esempio ed il loro aiuto chiediamo allo Spirito e alla Madonna della salute di crescere nella testimonianza pubblica del vangelo nella vita sociale e politica oltre che nelle splendide forme di religiosità popolare.

La forza del fascino cristiano

Il contributo di un testimone

della Conferenza di Aparecida

Ed Lev, Libreria Editrice Vaticana e Itaca

Anno 2014 pagine 160.

Biografia breve - Filippo Santoro Nato 63 anni fa a Carbonara, in provincia di Bari e appartenente all'Arcidiocesi di Bari-Bitonto, prima di partire come missionario per il Brasile, il nuovo arcivescovo di Taranto è stato responsabile di Comunione e Liberazione per la Puglia. E' infatti un discepolo di don Luigi Giussani e a Milano ha compiuto gli studi filosofici all'Università Cattolica ottenendo il dottorato in Filosofia. Santoro, autore di diverse pubblicazioni di carattere teologico e filosofico, in Puglia è stato anche direttore dell'Istituto Superiore di Teologia di Bari prima di trasferirsi in Brasile, nel 1984, come missionario "fidei donum". Da Rio, fino al 1996, ha anche coordinato la presenza di Cl nell'intera America Latina.
Nel 1992 è stato membro della Delegazione della Santa Sede per la Conferenza Mondiale sull'Ambiente e nello stesso anno ha partecipato come teologo alla IV Conferenza Generale dell'Episcopato Latinoamericano a Santo Domingo. Nominato da Giovanni Paolo II nel 1996 vescovo ausiliare di Rio è poi passato alla guida della diocesi di Petropolis nel 2004. All'interno della Conferenza Episcopale Brasiliana è annoverato nel Consiglio Permanente e nella Commissione Episcopale per la Dottrina della Fede. Inoltre, è Gran Cancelliere dell'Università Cattolica di Petropolis.
Missionario "fidei donum" divenuto vescovo di Petropolis in Brasile dopo essere stato parroco della prima chiesa costruita all'interno di un mega-centro commerciale a Copa Cabana e poi ausiliare dell'importante arcidiocesi di Rio de Janeiro, è stato nominato da Papa Benedetto XVI nuovo arcivescovo di Taranto.

 

 

In questa ultima settimana, abbiamo assistito a tre avvenimenti molto importanti. Il primo è rappresentato dallo sbarco a Taranto di circa 200 turisti francesi arrivati qui a Taranto con due charter. Il secondo si riferisce alle dichiarazioni di Michele Emiliano riguardo all'aeroporto di Taranto. Per ultimo, ma non meno importante, sono le dichiarazioni del nuovo amministratore delegato di Ryanair, l'italiano e precisamente bergamasco John Alborante,
John Alborante direttore responsabile Ryanair Italia il quale ha dichiarato che Aeroporti di Puglia non ha mai fatto menzione a Ryanair di voler sfruttare gli scali di Foggia e Taranto: «…Strano che interloquendo con Aeroporti di Puglia non se ne sia mai parlato. Anche perché noi pur di sviluppare il traffico cerchiamo anche vecchi scali militari dismessi da ammodernare».
Vogliamo soffermarci su questo ultimo punto che è molto importante. A noi risulta che Ryanair fosse informata su Taranto, anzi esiste un carteggio fra l'allora presidente della provincia Gianni Florido e la dott.ssa Melisa Corrigan
Facebook: https://www.facebook.com/event.php?eid=112104955488632
Blog: http://movimentoaeroportotaranto.blogspot.com/
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dott.ssa Melisa Corrigan
incaricata dalla Ryanair. Florido chiedeva a Ryanair che venisse presa in considerazione la base
di Taranto, Ryanair fece orecchie da mercante e ignorò la missiva.
mail di Ryanair a Gianni Florido
La situazione si è ripetuta diverse altre volte, vogliamo ricordare la compagniaAirItaly che
voleva volare da Taranto (erano già disponibili visto gli slot e gli orari). Aeroporti di Puglia,
come al solito non lo permise, e allora spostò a AirItaly per fare il Bari-Linate.
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Oppure, ancora, la recente KissFly (quando a volare furono gli…stracci) che si è
sentita rispondere: solo operando da Bari e Brindisi c’erano incentivi, altrimenti da Taranto
costi, moltiplicati per 3 volte!!!!!!
L'amministratore di Ryanair, appare molto bene informato sulle dimensioni delle piste di Foggia
e di Taranto, e mentre a Foggia dice che la pista non permette atterraggi Ryanair, sulla pista di
Taranto non può assolutamente non constatare che non ha nessun problema, anche perché è la
più lunga della Puglia ed è la quinta in Italia. Sicuramente, l'amministratore, conoscerà bene il
bacino di traffico della provincia ionica, magari facendo riferimento a studi di settore che
attribuiscono al comparto ionico un possibile bacino d'utenza di circa 3 milioni di passeggeri.
Fosse, anche solo 1 milione, rappresenterebbe comunque un numero ragguardevole per la
compagnia irlandese, senza contare, il traffico in entrata, relativo ai turisti che verrebbero a
conoscere Taranto in virtù di collegamenti facili e magari incentivati, visto che già nel 2008 la
Comunità Europea ce ne concedeva € 5 milioni.
Michele Emiliano, prossimo probabile governatore della regione Puglia, ha rilasciato
un'intervista che riprende sue vecchie considerazioni, che possiamo così semplificare:
 Taranto è il territorio più isolato della Puglia;
 Taranto ha necessità di maggiore mobilità, sia dei cittadini che delle merci;
 Taranto ha bisogno dell'aeroporto per poter avere uno sviluppo alternativo: il turismo;
 a Taranto si possono immediatamente spostare alcuni voli (sicuramente Roma e Milano)
per venire incontro alle necessità di mobilità dei tarantini;
 rendere partecipi le popolazioni dell'alta Calabria e della Basilicata, della possibilità di
usufruire dello scalo ionico, anche in considerazione dell’enorme ricettività delle strutture
alberghiere che insistono proprio nell'arco ionico.
Queste considerazioni, lo ripetiamo, l'ex sindaco di Bari le ha più volte espresse negli ultimi
anni, non sono dichiarazioni che vengono fuori ora, in concomitanza con le primarie. Anche
perché, proprio in vista delle elezioni regionali, sulla base e sulla pelle di ciò che ci hanno
…fatto, come potremmo votare Minervini, responsabile al pari di Vendola e di Di Paola delle
…sventure di Taranto, oppure lo stesso senatore Stefano, uomo molto vicino a Vendola,
assessore per diversi anni. Per quanto riguarda il candidato di centro-destra ancora non sono
stati fatti nomi, ma quelli che girano, non hanno certamente brillato per dichiarazioni a favore
di Taranto.

Pur nel rispetto, che è doveroso avere nei confronti di un organismo dirigente di un altro Partito, ritengo sconcertante la decisione assunta dal Direttivo provinciale del PD di Taranto mirante ad ‘allargare il tavolo delle intese’ per eleggere il prossimo Presidente della Provincia". E' quanto scrive in una nota il consigloere regionale di Sel Alfredo Cervellera.
Il Centrosinistra è preda della sindrome tafazziana- sottolinea Cervellera- riesce a farsi male anche quando ha i numeri e le personalità, come Ancona ed altri autorevoli Sindaci delle città rette dal Centrosinistra, per governare senza inciuci un importante e difficile territorio qual è quello della Provincia di Taranto.
Auspico l’intervento del segretario regionale del PD- conclude Cervellera- per far rivedere questa decisione e ricondurla nell’alveo naturale del Centrosinistra, visto le oggettive implicanze che essa potrebbe determinare anche nello scenario delle prossime elezioni regionali”.

Riceviamo e pubblichiamo un intervento dell'ex sindaco di Palagiano Rocco Ressa, sulla direzione provinciale e più in generale sul PD

Un Partito che vuole essere popolare, di massa, un partito che pensa di avere la vocazione di rappresentare trasversalmente l’universo sociale, un partito che, forse ipocritamente, riconosce al suo leader capacità ed efficienza nell’azione, idee chiare e rivoluzionarie, non può vivere senza il contatto con i cittadini, con gli elettori con gli organismi dirigenti di cui ancora usa servirsi.
All'indomani dell’elezione del nuovo segretario provinciale e degli organismi dirigenti previsti statutariamente, molti di noi hanno pensato che, grazie anche alla rivoluzione operata a livello nazionale, fosse possibile un cambiamento di rotta anche qui a Taranto, luogo in cui coesistono da sempre meraviglie naturali e mediocrità delle classi dirigenti; eccellenze culturali e gineprai di signori e signorotti da vecchio regime.
Io ero fra quelli che, pur consapevole che il Congresso avesse consolidato il potere di chi già lo deteneva, con tutto il carico della responsabilità che ne derivava rispetto elle disgrazie abbattutesi su un intero territorio, per non essere sempre il bastian contrario, ho preferito tirarmi fuori dalla mischia e dare un qualche credito al nuovo corso nella speranza che, finalmente, il Partito Democratico tarantino esprimesse qualcosa di diverso, di nuovo, di utile.
A distanza di molti mesi, mi accorgo che la speranza è stata tradita dai soliti comportamenti di personaggi in corsa per l’esclusiva conservazione del potere senza, però, mai aver dato conto dei risultati ottenuti attraverso la gestione del potere stesso.
E’ così che il nuovo corso avviato da Matteo Renzi sembra essere per la nostra realtà provinciale solo un miraggio oppure un bel quadro, di cui però non possiamo che ammirarne i soli contorni perdendo così tutta la forza ideale della rappresentazione reale.
Per parafrasare Fernando Pessoa ne: il libro dell’inquietudine: è come se il nostro Partito vivesse sempre il presente (e male). Non conosce il futuro. Non ha più passato. Non abbiamo speranze collettive né nostalgie sicché ognuno si chiude nel suo guscio mentre qualcuno svolazza intorno al principe di turno in cerca di un posto al sole.
Di fronte alla prima decisione da assumere collegialmente ri-emergono le fratture non sanate e tutto quanto il velo di ipocrisia che abbiamo costruito negli ultimi anni; riemerge con evidenza plastica la goffaggine di comportamenti mal celati tesi a cercare consenso in ogni dove pur di accaparrarsi una più facile se non certa vittoria elettorale futura.
E noi, se siamo liberi, se rappresentiamo ancora un’idea, se vogliamo superare il muro dei personalismi, del vincere facile, se non vogliamo essere “asini portati a capezza”, se vogliamo godere della nostra libertà di pensiero, se vogliamo costruire una nuova classe dirigente, se vogliamo credere in noi stessi e nelle nostre idee, se abbiamo a cuore il futuro del nostro territorio e dei suoi cittadini, se vogliamo costruire con i cittadini un nuovo patto fatto di chiari contenuti, dobbiamo ergere barricate contro questo modo arcaico di gestione del potere e spezzare le catene che ci costringono a subire scelte non condivisibili.
E così, per non uscire fuori tema, la questione che ci occupa quest’oggi ci appare in tutta la sua evidenza. La scelta del candidato alla carica di Presidente della Provincia, per quel che varrà dal punto di vista istituzionale e fino a quando la riforma costituzionale non cancellerà completamente questi enti, non può che appartenere al mondo del Partito Democratico o a quello del centro sinistra. Le cosiddette “larghe intese” o “liste uniche” mentre risolverebbero, solo apparentemente, le mira di qualche personaggio politico, rappresenterebbero per l’intera provincia una minaccia per la governabilità.
Dopo la Direzione Provinciale del PD tenutasi ieri sera in un clima a dir poco kafkiano, quando non violento e minaccioso, l’unico baluardo a difesa dei cittadini e del territorio sono i Sindaci e i Consiglieri Comunali di tutta la Provincia. A loro e solo a loro spetta ora garantire il bene del territorio. Lo facciano senza alcun indugio.
Rocco Ressa

A cura di Amedeo Cottino

 

Con il perdurare della crisi economica e la sempre minore propensione delle banche a concedere credito a imprese e famiglie, per queste aumenta il rischio usura. Il pericolo maggiore ancora una volta si presentaal Sud (Campania, Calabria, Abruzzo, Puglia e Sicilia) dove la disoccupazione sta raggiungendo livelli sempre più preoccupanti.

Accesso al credito

A lanciare l’allarme è stato il segretario della CGIA, Giuseppe Bortolussi:

«A seguito della forte contrazione dei prestiti praticata dalle banche alle famiglie e alle imprese, c’è il pericolo che l’usura, soprattutto nel Mezzogiorno, assuma dimensioni preoccupanti».

Le preoccupazioni sono sostenute dai numeri: tra la fine del 2011 e quella del 2013 si è verificata una diminuzione degli impieghi bancari alle famiglie e alle imprese di 97,2 miliardi (-9,6 miliardi pari al – 1,9% per le famiglie e 87,6 miliardi di euro pari al -8,8% per le imprese). Bortolussi spiega che

«Oltre agli effetti della crisi economica e al calo della domanda di credito questa forte riduzione dell’erogato è stata dovuta anche al deciso aumento delle sofferenze bancarie che a giugno di quest’anno ha toccato la cifra record di 168 miliardi di euro».

 

Livelli di usura

Nel 2013 in Campania, Calabria, Abruzzo, Puglia e Sicilia il fenomeno dell’usura ha raggiunto livelli di penetrazione drammatici. In considerazione di ciò e analizzando altri fattori quali la disoccupazione, i fallimenti, i protesti, i tassi di interesse applicati, le denunce di estorsione e di usura, il numero disportelli bancari e il rapporto tra sofferenze ed impieghi registrati negli istituti di credito è stato elaborato l’indice del rischio usura secondo il quale è nelle regioni del Mezzogiorno che il fenomeno dell’usura rischia di crescere maggiormente nel prossimo futuro.

«Con le sole denunce effettuate all’Autorità giudiziaria – conclude Bortolussi – non è possibile dimensionare il fenomeno dell’usura: le segnalazioni, purtroppo, sono ancora molto poche. Per questo abbiamo incrociato i risultati di ben 8 sotto indicatori per cercare di misurare con maggiore fedeltà questa emergenza. Ciò che pochi sanno sono le motivazioni per le quali molte persone cadono tra le braccia degli strozzini. Oltre al perdurare della crisi, sono soprattutto le scadenze fiscali a spingere molti piccoli imprenditori nella morsa degli usurai. Per i disoccupati o i lavoratori dipendenti, invece, sono i problemi finanziari che emergono dopo brevi malattie, brutti infortuni o a seguito di appuntamenti familiari importanti, come un matrimonio o un battesimo».

In media l’indicatore statistico del rischio di usura in Italia è pari a 100, ma la situazione peggiora nelle regioni dove la disoccupazione è più marcata, i tassi di interesse più alti, le sofferenze sono maggiori, gli sportelli bancari pochi e i protesti sono numerosi:

·         in Campania l’indice del rischio usura è pari a 164,3 (+64,3% rispetto alla media italiana);

·         in Calabria a 146,6 (+46,6%);

·         in Abruzzo a 144,6 (+44,6%);

·         in Puglia a 139,4 (+39,4%);

·         in Sicilia a 136,2 (+36,2%).

Le regioni più “virtuose” sono:

·         il Trentino Alto Adige, con un indice del rischio usura pari a 51,8 (-48,2% rispetto alla media nazionale);

·         il Friuli Venezia Giulia con 72,2 punti;

·         il Veneto con 73,1 punti.

Fonte: Cgia Mestre

 

Sette ore di caos. Così è stata definita, da chi c’era, la Direzione provinciale del Pd chiamata a decidere la linea del partito alle prossime elezioni provinciali. Nel braccio di ferro, drammatico e a tratti anche  violento non solo nei toni, tra i sostenitori delle “larghe intese”  e il gruppo che invece è  per un candidato unico espressione del centrosinistra, sono prevalsi i primi al termine di una tormentata votazione che si è chiusa con  64 a 27. Assente, fra gli altri, il presidente Serio, la Direzione è stata presieduta da Ennio Pascarella. A fronteggiarsi sono stati il documento di Carrieri, un testo che genericamente fa riferimento alla ricerca di “intese più ampie” senza parlare esplicitamente di centrodestra, e il documento pro-candidato unico del centrosinistra. Rivelatosi vano il tentativo di mediazione di Ludovico Vico, che aveva proposto di fare sintesi tra i due documenti, portando ai voti un testo unico, la discussione si è fatta sempre più accesa. Dalla genericità dei documenti si è alla fine arrivati al cuore del problema con scambi di accuse e chiari riferimenti a “larghe intese” col centrodestra, accordo Pelillo-Mazzarano-Tamburrano per l’elezione di quest’ultimo alla presidenza e via così, in un clima di grande tensione. Sotto il profilo formale, i due gruppi si sono scontrati praticamente su tutto: regolamento, modalità e diritto di voto, tra l’altro avvenuto a dibattito in corso, elenco degli aventi diritto al voto.

Tra coloro che, dopo aspra discussione, non ha potuto votare c’è stata la consigliera regionale e presidente regionale del Partito Anna Rita Lemma perchè “invitata permanente senza diritto di voto”.

Chiusa questa primo game che ha sancito ulteriormente una spaccatura grave all’interno del Partito, la macchina va avanti. In questa fase risulta decisivo il ruolo di sindaci e dei consiglieri comunali che sono poi coloro che materialmente eleggeranno il nuovo presidente della Provincia.

Tutti gli occhi sono  puntati sul sindaco di Taranto Ezio Stefàno, che con la sua autocandidatura a presidente della Provincia, è diventato ago della bilancia. In queste ore è in corso un incontro tra lo stesso primo cittadino e il segretario provinciale del Pd. Se Stefàno dovesse confermare l’autocandidatura, si potrebbero aprire nuovi e diversi scenari: Stefàno candidato con il sostegno della minoranza Pd e delle altre forze del centrosinistra contrarie alle “larghe intese”,  Stefàno candidato senza appoggio e candidatura espressione della minoranza Pd con l’appoggio delle altre forze del centrosinistra, marcia indietro della maggioranza Pd che non vuole rischiare crisi al Comune. Se invece Stefàno dovesse rinunciare si potrebbe profilare una candidatura sostenuta dalla minoranza Pd con l’appoggio dello stesso Stefàno e delle altre forze di centrosinistra, oppure si materializzerebbe l’accordo trasversale con Stefàno che si piega alle “larghe intese”.  Intanto il centrodestra continua a tacere… 

Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Giancarlo Girardi

Dobbiamo essere grati al sig. Andrea Iaia per aver avuto il coraggio di rendere collettivo il proprio dolore di genitore. Dal 22 aprile, giorno del suicidio della sua piccola nei pressi del monumento ai marinai, altri suicidi sono lì avvenuti, sembra essere una tragedia senza fine. Quando si muore o si sceglie di morire si appare, comunque, sempre soli. Il suo è un atto di accusa forte, argomentato. Propone uno sguardo sul nostro territorio ed offre una chiave di lettura sulla nostra città, cruda e vera. La sua rabbia deve essere la nostra perché la povertà che ci circonda ruba la speranza ai nostri giovani, ci impone la rassegnazione, ci consegna alla fatalità ed all’impotenza mentre il loro diritto ad un futuro degno viene violato. Divengono anelli, pronti a saltare perché deboli, di una immane catena di montaggio con un enorme esercito di riserva pronto e disponibile. Il suicidio ha la stessa dignità, a mio avviso, delle morti di quei giovani che sul loro posto di lavoro vengono uccisi dalla legge del profitto e quindi di un mercato predatorio di esseri umani e dell’ambiente. Questioni fondamentali, anche queste, presenti nella lettera del sig. Andrea. Oggi i nostri ragazzi appaiono invisibili per la società, lo sono anche a scuola, per la strada, quando cercano di inserirsi nel mondo del lavoro, a volte, purtroppo lo sono anche nelle proprie famiglie. Il sig. Andrea afferma che “uno si toglie la vita perché non ha futuro” e qui nella nostra città, questo piccolo esercito di invisibili sembra scegliere un “punto simbolo della città” quasi per dare visibilità maggiore al proprio gesto. In Italia nel 2011 ci sono stati tremila suicidi, morti per una guerra economica e sociale ufficialmente mai dichiarata. Le responsabilità lui le indica nella politica e in chi la rappresenta oggi. Verissimo. Parla della vera identità di una città da sempre marinara mentre si celebra il bicentenario dell’Arma dedicandogli un monumento nel luogo più caro ai tarantini. Parla del saccheggio del territorio e dell’amara verità della presenza di fabbriche nelle quali solo un pugno di cittadini sono lì direttamente impegnati. Parla della “indifferenza” e del silenzio rumoroso delle Istituzioni. Grazie sig. Andrea per aver reso pubblico il suo dolore affinché la sua piccina non sia morta invano.

 

                                                                                                          Giancarlo Girardi

 

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