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Giornale di Taranto - Giornalista1

Trentaquattro milioni di euro alle aziende dell'indotto Ilva per i crediti scaduti: questo il principale impegno assunto dal Ministro dello Sviluppo Economico Guidi e dal Commissario Gnudi in occasione dell'incontro a Roma con

il Presidente di Confindustria Taranto Vincenzo Cesareo. 

 

 

 

 

Il Governo tiene fede agli impegni assunti per Taranto con un primo, importante provvedimento che servirà a ridare ossigeno alle aziende dell'indotto stremate dall'assenza di risorse a causa dei crediti scaduti oramai da sette mesi.

Sono in arrivo, infatti, 34 milioni di euro (che fanno parte della prima tranche del cosiddetto prestito ponte) da destinare esclusivamente a questo importante segmento imprenditoriale che da anni si rapporta allo stabilimento siderurgico per fornitura di servizi, e che rischiava di essere definitamente smembrato da una crisi di liquidità senza precedenti.

A dare rassicurazioni al Presidente di Confindustria Vincenzo Cesareo circa l'effettiva erogazione dei fondi sono stati, in un incontro tenuto ieri a Roma, il Ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi ed il Commissario dell'Ilva Piero Gnudi, presente anche il Direttore dell'Area Mezzogiorno di Confindustria Massimo Sabatini.

Si tratta di un segnale importantissimo che va nella direzione auspicata e che fa seguito alle numerose sollecitazioni mosse proprio da Confindustria Taranto nei confronti del Governo centrale e culminate con la manifestazione pubblica di agosto scorso; a quest'ultima hanno fatto seguito, come è noto, la visita del Premier Renzi della scorsa settimana che ha di fatto recepito il pressing degli industriali jonici e in maniera ancora più diretta del Presidente Cesareo rispetto alle risposte da fornire alle troppe questioni irrisolte.

Alle rassicurazioni del Presidente del Consiglio ha fatto seguito la grande disponibilità dimostrata dal Ministro Guidi, la quale, peraltro anticipando i tempi di convocazione a Roma, ha fornito rassicurazioni rispetto all'erogazione dei fondi per le aziende dell'indotto.

Da parte del Ministro e del Commissario sono state recepite, inoltre, le forti sollecitazioni di Confindustria a mettere in campo tutte le azioni necessarie affinchè siano presi in carico i crediti già maturati (e in fase di maturazione) dalle stesse aziende anche nell'ipotesi, sempre più probabile, in cui la società dovesse essere acquisita da una nuova cordata industriale. Un punto sicuramente fondamentale sul piano degli scenari che potrebbero aprirsi a breve nella complessa partita dell'acciaio e che fa ben sperare circa le reali possibilità di ripresa di un settore strategico per Taranto e per il Paese; una ripresa che si auspica possa realizzarsi parallelamente ai processi di risanamento prioritari rispetto alla definizione di qualsiasi nuovo assetto imprenditoriale. Il Ministro Federica Guidi, intanto, ha annunciato a breve  la visita a Taranto, che potrebbe essere contestuale all'annuale assemblea di Confindustria Taranto.

 

 

 

 

Comunicato a firma dei MeetUp Jonici (Amici di Beppe Grillo di Taranto e provincia).

 

 

Laeroporto-di-Grottaglie.jpg

Un territorio, quando ben amministrato, sfrutta tutte le opportunità di sviluppo legate sia alle proprie naturali vocazioni e potenzialità che al trend di mercato nei settori strategici delle attività produttive che lo caratterizzano. Attirare economie nell’ottica di uno sviluppo sostenibile è, poi, un dovere imprescindibile, perché la crescita economica dovrebbe sempre essere coniugata con un’equa distribuzione delle risorse e con la tutela e la salvaguardia dei patrimoni e delle risorse naturali.

Purtroppo, però, se consideriamo uno dei più potenti volani della nostra economia, ovvero l’aeroporto “Arlotta” di Grottaglie - Taranto, anche solo per l’indotto che può generare, non possiamo di certo sentirci grati nei confronti della Regione Puglia che lo ha sempre trascurato non garantendo, quindi, uno sviluppo omogeneo ed equitativo di tutti e quattro gli aeroporti pugliesi. Una reiterata mancanza di rispetto di leggi e regole sottoscritte e  violate per anni impunemente hanno contraddistinto l’azione di una Regione che, per la sua politica poco lungimirante e la sua indifferenza verso la città di Taranto, continua a farla ricadere nel baratro ogni volta che tenta di risollevarsi, credendo nella sua possibile rinascita.

Per fare una breve storia, ricordiamo che i quattro aeroporti pugliesi sono gestiti da una società “l'Aeroporti di Puglia”, detenuta per il  99,4% dalla Regione e questo rappresenta un unico caso anomalo in Italia, perché in ogni regione ci sono più società, una per ogni aeroporto. Solo in Puglia c’è questa situazione anomala che vede 4 aeroporti gestiti da un’unica società, tra l’altro sotto l’egida della Regione.

La gestione dei quattro aeroporti pugliesi di Bari, Brindisi, Foggia e Taranto Grottaglie è stata assegnata, in regime di un’unica concessione quarantennale, con Convenzione n. 40 del 25/01/2002 e successivo Decreto interministeriale n. 4269 del 6/03/2003, ad Aeroporti di Puglia S.p.A.; ed è proprio tale Convenzione a non esser  rispettata ormai da 11 anni. Per citare solo qualche grave inadempienza, ricordiamo che la Convenzione di concessione attribuisce alla Concessionaria, tra gli altri, i seguenti obblighi:

art. 2 comma 5:

a. "La concessionaria definisce e attua le strategie e le politiche commerciali più opportune per lo sviluppo di ciascun aeroporto, anche in relazione alle esigenze del bacino di traffico servito";

(A tal proposito, è infatti da considerare la collocazione di Taranto in area strategica per le comunicazioni intermodali, a ridosso di  due Regioni (la Calabria e la Basilicata) che, non avendo aeroporti vicino, potrebbero sostenere la domanda di una notevole utenza per i voli passeggeri di linea; l’ampiezza del bacino di utenza è di 681.983 unità, quadrilatero compreso nelle province di Taranto, Matera e Cosenza situate a distanze maggiormente favorevoli rispetto agli aeroporti di Bari e soprattutto Brindisi. L’Arlotta può considerarsi, con facili collegamenti stradali e ferroviari, complementare agli aeroporti di Bari e Brindisi, potendo ospitare anche aerei intercontinentali, essendo con i suoi 3200 metri di estensione la terza pista più lunga d’Italia, potendo richiamare così anche le vivaci economie dell’estremo Oriente, dell’India, della penisola arabica);

art. 4:

a. "La concessionaria provvede, con onere a proprio carico, quale complesso di beni, attività e servizi
      organizzati destinati direttamente o indirettamente alle attività aeronautiche, adottando ogni
      opportuna iniziativa in favore delle comunità territoriali vicine, in ragione dello sviluppo
      intermodale dei trasporti e adottando altresì le iniziative dirette ad assicurare, d’intesa
     con l’E.N.A.C., anche mediante provvedimenti di ricollocazione all’interno del sedime
     aeroportuale, lo svolgimento delle attività di aviazione generale comunque compatibili
     con l’operatività aeroportuale;
b
.   "organizzare e gestire l’impresa aeroportuale garantendo l’ottimizzazione delle risorse
        disponibili per la produzione di attività e di servizi di adeguato livello qualitativo, nel rispetto
        dei principi di sicurezza, di efficienza, di efficacia e di economicità e di tutela dell’ambiente
";
        (L’eventuale problema di sostenibilità economico-finanziaria sarebbe ampiamente controbilanciato
         dai ragguardevoli benefici che l’aeroporto genererebbe a livello economico-sociale per la
         collettività, considerando gli effetti propulsivi sull’economia, sul turismo e sull’indotto
         occupazionale che conseguirebbero);

art. 14:

Nei casi previstidal Codice della Navigazione, nel caso di gravi ovvero reiterate violazioni della
  disciplina relativa alla sicurezza, in caso di mancata presentazione del Piano Regolatore Generale
  di ciascun aeroporto nei termini indicati, di mancato ed immotivato rispetto del programma di
  intervento e del piano degli investimenti o di grave e immotivato ritardo nell'attuazione degli stessi
  o al verificarsi di eventi da cui risulti che la concessionaria non si trova più nella capacità di
gestire
  gli aeroporti, l’E.N.A.C., con provvedimento motivato, dispone la revoca della concessione e
  contestualmente nomina un commissario per la gestione operative dell’aeroporto”.

Inoltre, diversamente da quanto disposto dall’art. 5, comma 1 lettera B) della menzionata Convenzione di concessione, dall’art.704 del Codice della Navigazione e dall’art. 7, comma 3, del D.M. 521/1997, alcun Contratto di programma sembra essere stato sottoscritto tra l’ENAC e Aeroporti di Puglia S.P.A. per l’Aeroporto di Taranto; quando, invece, l’affidamento in concessione è subordinato alla sottoscrizione della convenzione e del contratto di programma.

Gli unici Accordi di programma, al contrario regolarmente sottoscritti per gli Aeroporti di Bari e di Brindisi, non prevedono alcun riferimento alle linee programmatiche di sviluppo per l’Aeroporto di Taranto e di Foggia. Pertanto, non essendo stato sottoscritto alcun unico contratto di programma per i quattro scali pugliesi, a far data dalla sottoscrizione della Convenzione (2002) ad oggi, si evidenzia una grave irregolarità perpetrata nel tempo da parte di Aeroporti di Puglia S.P.A. e dall’ENAC.

Ciò che inoltre viene spontaneo chiedersi  è come sia possibile che la società ADP, oltre  a non rispettare una convenzione da lei sottoscritta, possa anche agire in deroga alle disposizioni della Comunità Europea che, tra l’altro, ha chiesto di migliorare le infrastrutture e le vie di accesso per gli aeroporti e ai principi della nostra Costituzione (art.16) che garantisce il diritto alla mobilità e alla libera circolazione.

Sembra invece che il "sistema aeroportuale" che la Regione Puglia vanta di amministrare abbia invece significato finora  possibilità per un unico soggetto amministrativo di scegliere quali aeroporti pugliesi sviluppare e quali dimenticare.

Ma noi vorremmo ricrederci! E’ infatti con nuova speranza che leggiamo delle nuove linee guida adottate dalla Commissione europea che prevedono oltre ad aiuti di stato per la costruzione e l'ampliamento di infrastrutture  per gli aeroporti,  anche aiuti al funzionamento degli aeroporti regionali con numero di passeggeri inferiori a 3 milioni (ai quali sarà concesso un periodo di transizione di 10 anni per permettere l'aggiustamento del modello di business in modo che al suo termine possano essere finanziariamente autonomi) e ad aeroporti regionali con meno di 700mila passeggeri per i quali ci sarà, invece, un regime speciale con più aiuti consentiti e un riesame della situazione tra 5 anni. Inoltre saranno permessi, anche se per un limitato periodo di tempo, aiuti pubblici alle compagnie aeree per avviare nuove rotte. Queste nuove misure di politica economica a vantaggio della mobilità dei cittadini, in Puglia, possono essere applicate per buona parte solo per l’aeroporto di Grottaglie-Taranto; se non si vorrà aprire l’Arlotta ai voli passeggeri di linea, molti di questi finanziamenti saranno persi, perché non possono essere dirottati o utilizzati per altri scali. Allora, se la Regione Puglia volesse dimostrare concretamente il suo impegno per lo sviluppo dell'area jonica, non potrà non sfruttare questa preziosa opportunità di sviluppo e crescita di una provincia che da tanto attende un meritato riscatto.

 


 

Nota del Segretario Generale della SLC CGIL, Andrea Lumino.                                                                                                    

 

Generalmente è facile pensare che gli episodi di sfruttamento(per usare un termine gentile) di lavoro, con condizioni improponibili ed oltre i limiti della dignità del lavoratore, siano lontani da noi e dalle nostre realtà: in questo caso, invece, denunciamo un call center che si trova a Taranto, in città, in una delle vie più trafficate.

Si tratta di un call center che lavora per la commessa “FASTWEB”, monocommittente, che, a seguito delle segnalazioni che ci sono state fatte dai collaboratori, sarebbe al di fuori di ogni limite di legge e di buonsenso nella gestione delle persone.

Per quanto ci è stato riferito, infatti, si tratterebbe di un' ”azienda” che non paga in base a quanto previsto dall'accordo sindacale del 2013, paga i compensi in base alle simpatie/antipatie del datore di lavoro che decide di premiare o penalizzare i collaboratori, che dice ai lavoratori che chiedono spiegazioni "questo è se ti sta bene altrimenti vai a casa", che ha le telecamere nelle sale puntate sui lavoratori e sui pc mentre lavorano(avranno rispettato la legge 300???), che manda a casa i lavoratori se chiedono spiegazioni sulle bustepaga fantasiose o se si trattengono un minuto di più nel bagno.

Peraltro, è un'azienda nella quale(e ce ne rammarichiamo), esisterebbe un accordo tra la stessa azienda ed un'altra sigla sindacale(sigh!) per cui i lavoratori che non raggiungono l'obiettivo di 1 contratto ogni 14 h percepirebbero un compenso di 2,5 euro all'ora, nemmeno i 5 pattuiti originariamente: come fa una sigla sindacale a firmare accordi capestro di questo genere e poi venire con noi a manifestare a Roma quando chiediamo regole uguali per tutti e più dignità per i lavoratori?

spiuchiamo quanto prima un intervento dell'Ispettorato del Lavoro, da noi sollecitato, altrimenti, nel giro di qualche settimana, indiremo una manifestazione fuori i cancelli di quell'azienda e porteremo i dirigenti della SLC CGIL di Taranto a manifestare contro chi è responsabile della giungla in cui versa questo settore e gridare rispetto e dignità per chi è costretto ad accettare quelle tristi condizioni di lavoro pur di avere un minimo reddito.

Ci piacerebbe che il Premier Renzi venisse a conoscere queste realtà, a vedere realmente cosa succede nel mondo del lavoro; parla di una sociuetà che non può avere lavoratori di serie A(al Premier ci verrebbe da chiedere se i lavoratori di TP e degli altri call center stabilizzati rientrano in questa categoria) e lavoratori di serie B: noi condividiamo, ma non vorremmo che la sua impostazione di rendere tutti uguali si volga verso il basso,cancellando l'art 18 e facilitando i licenziamenti, dove realtà come quella di questo call center siano legalizzate e normali

 

 

 

 

                                                                                  

 

"Da qui in Avanti": si apre stasera  la campagna elettorale delle Primarie per il centrosinistra pugliese del senatore Dario Stefàno. L’appuntamento è alle ore 19 al Palazzetto del Cus di Bari (Lungomare Starita 1 - fronte Fiera del Levante).

Con Dario Stefàno ci sarà anche Nichi Vendola. "Sarà il racconto di una storia straordinaria - spiega Stefàno -  che  è partita nel 2005 e che non vogliamo che si chiuda certo adesso. Anzi la vogliamo arricchire di idee, sogni e ambizioni per fare della nostra Puglia una terra ancora più moderna, efficiente, giusta e solidale. Dobbiamo continuare ad andare avanti. Tutti".



 

 

 

 

Credo nella difesa di ciò che è bello in quanto è questo ciò di cui tratta il sapere. Credo nella difesa del sapere in quanto è questo che converge nella bellezza. Credo fortemente in questa cosa, essendo nata e vivendo in una città abbastanza problematica come Taranto.

 Ci credono i rappresentanti del Liceo Statale Archita, l'istituto tanto flagellato e sofferente della città dei due mari, ci crede chi, pur frequentando lo stesso Istituto, studia in tre sedi dislocate tra loro, il corpo docente, gli ex alunni e chi, prima di raggiungere la pensione, ha lavorato diversi anni in quel palazzone di Piazza Garibaldi. Insomma, non ci crede soltanto l'amministrazione.

Per questo motivo lunedì 22 settembre si scende in piazza, nella nostra piazza, per dare voce a quel vecchio palazzone che, se potesse parlare, ne direbbe di cose poco carine! Alle 9:30 si aprirà la manifestazione con un discorso tenuto da parte del Comitato Studentesco, poi la parola passerà ai rappresentanti dell'Associazione di ex alunni "Aldo Moro" e saranno presenti al rapporto anche alcuni ragazzi dell'Associazione di Promozione Sociale di OffTopic, ragazzi che hanno affinità col "popolo" dell'Archita per la voglia di rivitalizzare luoghi abbandonati e per l'impegno nella difesa della cultura. Il Comitato Studentesco, come scritto in un comunicato del 5 Settembre scorso, chiede all'Amministrazione Comunale di istituire un tavolo di lavoro tra tutti gli organi competenti al fine di riuscire a riportare il Palazzo alla vecchia gloria e denuncia anche la difficile autorganizzazione nelle realizzazione dei progetti scolastici.

Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare per testimoniare ancora una volta come questo rappresenti l'ennesimo suicidio per una città che non riesce a decollare. Ricordiamo come i tantissimi libri di proprietà dell'Archita, libri su cui la scuola ha investito nel corso della sua lunga storia, non rappresentino più un bene comune! Ricordiamo come l'ubicazione del Liceo in Piazza Garibaldi angolo Via D'Aquino rappresentasse un importante centro commerciale nel Borgo cittadino! Ricordiamo come 142 anni di storia siano stati rovinati dalla vostra inerzia! È impensabile e ingiustificabile lo stile di vita così precario di questa scuola, che docenti, studenti e un'intera città debbano ancora ricevere delle risposte. Concludo con una citazione dello scrittore Italo Calvino: "Un Paese che distrugge la sua scuola non lo fa mai solo per soldi, perché le risorse mancano, o i costi sono eccessivi. Un Paese che demolisce la sua scuola è già governato da quelli che della diffusione del sapere hanno solo da perdere". Ipse dixit.

 

 


Allarme al Porto dove si è verificato lo sversamento di olio in mare, all'altezza del quinto sporgente. Attualmente sono in corso verifiche da parte dell'Ecotaras per accertare cause e provenienza del fenomeno. Allertata la direzione dell'Ilva. L'area colpita  è stata circoscritta.

Condivise in una riunione tra le Organizzazioni imprenditoriali e le Associazioni ed Enti del volontariato che operano nel settore della sanità ionica le preoccupazioni espresse nei giorni scorsi dalla Sezione Sanità Privata di Confindustria Taranto in merito agli effetti negativi sull’offerta sanitaria prodotti dai nuovi schemi contrattuali adottati dalla Regione Puglia. Si sollecita un pronto intervento dell’Assessorato per scongiurare ulteriori problematiche per cittadini ed operatori.
Confermate le preoccupazioni espresse nei giorni scorsi da Confindustria Taranto; i nuovi schemi contrattuali voluti dalla Regione Puglia per innovare il rapporto SSR / STRUTTURE ACCREDITATE / PAZIENTE rischiano di compromettere la regolare erogazione di prestazioni sanitarie a danno di cittadini ed operatori.
Sono queste le conclusioni della riunione organizzata da CONFINDUSTRIA Taranto lo scorso 16 settembre a cui hanno preso parte ARIS, ANDIAR, ANISAP, LANAP, SANITA’ FUTURA, SIREF, ANED, ASSOCIAZIONE DIABETICI IONICI, ANT e TRIBUNALE PER I DIRITTI DEL MALATO.
Un incontro condotto dal Presidente della Sezione Sanità Privata, Alberto Dimitri, che è servito ad analizzare a 360 gradi il nuovo quadro normativo che regolerà l’offerta sanitaria a partire dal prossimo 1° ottobre e a raccogliere il punto di vista anche di coloro che, quotidianamente, svolgono una incessante attività di assistenza e di accompagnamento del malato offerto dalla Coordinatrice del Tribunale dei Diritti del Malato, Prof.ssa Silvana Stanzione.
I nuovi contratti, imponendo limiti e prescrizioni inconciliabili sia con la corretta gestione delle strutture convenzionate sia con il fabbisogno di prestazioni sanitarie della comunità, rischiano di creare forti disagi ai cittadini già alle prese con una situazione di emergenza sanitaria non più sostenibile.
Sono state numerose le difficoltà operative nell’assistenza al paziente denunciate e condivise dalle Organizzazioni e dalle Associazioni presenti che hanno sottolineato, in particolare, come oltre alle note problematiche connesse alle lunghe lista d’attesa ed all’inefficace risposta del sistema ai nuovi fabbisogni emergenti, con i nuovi contratti potrebbe gravare sul cittadino l’onere di recarsi presso più strutture convenzionate per ricevere le prestazioni di cui ha bisogno a causa del forte irrigidimento della disciplina da parte della Regione Puglia.
Aspetti che si aggiungono alle ulteriori criticità nell’organizzazione dell’offerta sanitaria che appesantiscono il rapporto tra SSR e strutture convenzionate le quali dovranno anche fare i conti con clausole e restrizioni che nulla hanno a che fare con il contenimento della spesa e con il corretto esercizio della propria attività.
Proseguendo in tale direzione, sono stati analizzati anche gli effetti della DGR 1202/2014 sull’efficacia della risposta sanitaria pugliese. E’ apparso da subito assai evidente come la trasformazione del setting assistenziale di numerose prestazioni sanitarie - passate dal regime di ricovero a quello ambulatoriale - sia stata il frutto di una poco attenta valutazione delle prestazioni stesse che, per la complessità dell’intervento e per l’impatto sul paziente, sono incompatibili con il nuovo regime.
Sulla base di tali considerazioni, le Organizzazioni e gli Enti e le Associazioni presenti alla riunione hanno ritenuto necessario ed opportuno sollecitare un immediato intervento da parte dell’Assessorato regionale alla Salute finalizzato a sospendere gli effetti delle delibere di approvazione dei nuovi schemi contrattuali.
Al tempo stesso è emersa la necessità di aprire un confronto diretto tra la Regione Puglia e tutti gli operatori impegnati nella sanità - strutture accreditate, ordini professionali, mondo del volontariato e rappresentanza dei pazienti - per discutere nuovi modelli di regolamentazione della materia che assicurino trasparenza ed equità di accesso all’assistenza sanitaria senza tuttavia compromettere da una parte la libertà di paziente ed operatore di gestire congiuntamente l’erogazione delle prestazioni e, dall’altra, delle strutture accreditate di esercitare in pieno il ruolo di parte integrante di un sistema che non può seguire logiche e direttive contrarie allo sviluppo ed alla valorizzazione di una parte di esso.
 

Pubblichiamo di seguito un intervento del consigliere regionale di Forza Italia Arnaldo Sala su Tempa Rossa

 

Ho letto con grande interesse i numerosi articoli apparsi sulla stampa per la presentazione del progetto Tempa Rossa e, in pagine e pagine di giornale, non ho trovato una sola volta la parola che più mi interessa: royalties, ovvero le compensazioni industriali che le aziende devono dare al Territorio su cui insediano una nuova attività produttiva.

Lascio ai tecnici la discussione sul reale impatto ambientale delle emissioni dell’impianto a regime, peraltro esistono organismi pubblici preposti a questo, riservando all’esito ogni valutazione; la vera domanda che tutta la classe dirigente di una Comunità, unita e coesa, però dovrebbe farsi in una occasione come questa è: ma, ove accettato ed autorizzato il progetto in questione, quali ricadute avrebbe per l’intero Territorio?

In condizioni normali la Legge Marzano prevede che l’azienda insediante attui a favore del Territorio compensazioni pari al 2% del valore dell’operazione industriale, in condizioni normali appunto, ma quello di Taranto non è un Territorio “in condizioni normali”, è una Comunità che vive una straordinaria crisi economica e ambientale per aver pagato nei lustri un prezzo altissimo allo sviluppo nazionale nella siderurgia, nella raffinazione petrolifera e nella navalmeccanica militare.

Allora Taranto merita una attenzione particolare da parte del Governo, lo diciamo tutti da anni, ma sabato scorso il Presidente del Consiglio dei Ministri cosa ha detto o garantito sull’argomento? Ovviamente nulla!

Nessuno ha chiesto a Renzi, non fosse altro per l’attuale insediamento industriale, che ENI praticasse un reale sconto sulla benzina per dieci anni a favore di Taranto e della Provincia!

Sul sito istituzionale ENI si legge che “Eni partecipa attivamente alla vita culturale dei territori in cui opera, anche attraverso il sostegno a manifestazioni artistiche e il contributo a progetti di restauro e conservazione del patrimonio”: non ricordo che negli ultimi anni ENI abbia sostenuto manifestazioni o istituzioni culturali del nostro Territorio, o che abbia restaurato uno dei tanti monumenti tarantini, magari a partire dal medievale monastero di Santa Maria della Giustizia ubicato proprio a cento metri dalla raffineria!

Due anni addietro in solitudine segnalai che l’ENI sosteneva a Milano l’

iniziativa “Estate al Museo” consentendo, con un importante contributo, che per mesi i cittadini entrassero gratis in tutti i musei civici milanesi. Ma quale intervento di pari portata ha sostenuto l’ENI a favore della cultura sul nostro Territorio? Altrettanto ovviamente, nessuno!

 

                                                  Arnaldo Sala

Consigliere Regionale FI

Uva “buona” sui mercati interni e maggiore concertazione per battere la crisi.

La “Sagra dell’uva”, conclusa la prima giornata del 13 settembre a Castellaneta Marina, ha consegnato due indicazioni al dibattito autunnale su produzione e commercializzazione. Due temi, scaturiti dal convegno celebrato nell’auditorium “Stella Maris” e intitolato “Multifunzionalità dell’agricoltura e produzioni tipiche locali come volano del territorio”, frutto del confronto a più voci moderato dal direttore di “Studio 100 news” Walter Baldacconi.

 

L’UVA, “REGINA” DELLE PRODUZIONI LOCALI

Nonostante il cattivo tempo, che ha complicato lo svolgimento della mostra mercato di uva in piazza Selene, al convegno hanno partecipato diversi produttori e molti cittadini, incuriositi dal fatto che Italia, Vittoria, Palieri, Red Globe e altre decine di varietà tengano ancora saldo il primato produttivo dell’arco ionico occidentale. Che non è cosa scontata, ricordando la crisi, l’embargo imposto alla Russia, le calamità e la stretta creditizia.

Ecco perché, come sottolineato dall’assessore all’Agricoltura del Comune di Castellaneta, Gianrocco De Marinis, i produttori sono eroi e vanno premiati tutti. Decisione presa rompendo la consuetudine della sagra.

 

MEGLIO L’UVA DELL’ANANAS…

La manifestazione, voluta dall’amministrazione comunale e sostenuta dal Gal “Luoghi del Mito”, ha quindi permesso di approfondire alcune questioni sospese. Insomma, la sensazione è che l’uva “buona” parta per i grandi mercati dell’Italia settentrionale e dell’Europa, e che qui resti l’uva “meno buona”. Non è sempre vero, forse lo è di più il fatto che l’uva, nelle zone di produzione, non riesce ad avere appeal. L’immagine usata da Roberto Barberio, presidente regionale di “Turismo Verde”, rende meglio l’idea: «Se sulle tavole della nostra provincia si vuol fare bella figura – ha spiegato – è più facile trovare un ananas insipido che un grappolo d’uva».

 

LA SFIDA: RIBALTARE GLI EFFETTI DELLA CRISI

Bisogna ripartire da qui: trasformare l’uva in un prodotto appetibile. Per i turisti lo è già, per i bambini anche, deve diventarlo anche per ragazzi e adulti. L’aumento di consumo interno, a quel punto, potrebbe dare ulteriore spinta alla produzione permettendogli di attenuare gli altri contraccolpi.

Che sono quelli della crisi. Il Comune di Castellaneta, ad esempio, ha messo insieme altre sei municipalità e quattro associazioni di categoria per tutelare le aziende del territorio. E durante il convegno ha chiesto, per bocca del sindaco Giovanni Gugliotti, di sedersi a un tavolo tecnico con la Regione. Il presidente del Gal Paolo Nigro, invece, ha puntato alto: «Il premier Matteo Renzi deve intervenire a livello europeo – ha detto riferendosi soprattutto all’embargo – perché il libero mercato è un valore per tutti, non solo per alcuni».

 

GLI EFFETTI BENEFICI DELL’UVA

L’uva è mercato, quindi, ma è anche ricerca. Interessante il contributo portato nel convegno da Donato Antonacci e Rocco Perniola, direttore e collaboratore dell’Unità di Ricerca per l’Uva da Tavola e la Vitivinicoltura in Ambiente Mediterraneo di Turi. Attualmente l’unità è al lavoro su migliaia di incroci, per rispondere alle esigenze del mercato, continuando però a sperimentare gli effetti inaspettati di alcune varietà di uva, che sembrano essere ottimi precursori dell’apoptosi, processo alla base della morte delle cellule tumorali normalmente indotto con farmaci chemioterapici.

 

SCUOLE PROTAGONISTE NEL COOKING SHOW DEL 4 OTTOBRE

Il prossimo appuntamento con la “Sagra dell’uva” è per il 4 ottobre, con lo show cooking che coinvolgerà amministratori, tecnici e imprenditori del territorio in piazza Principe di Napoli a Castellaneta. Protagoniste, come lo sono state per il convegno di sabato offrendo un ricco buffet, saranno le scuole “Perrone” di Castellaneta e “Mondelli” di Massafra, dirette rispettivamente da Vincenzo Calabrese e Vito Giuseppe Leopardo.

Mercoledì  in V Commissione era prevista Audizione dell’Assessore ai Trasporti e Lavori pubblici della Regione, in merito alla paventata volontà del Governo di accorpamento di Autorità portuali di alcuni Porti della Puglia.
Sul tema, anche alla luce dell’art.29 (Pianificazione strategica della portualità e della logistica) del DL 133/2014, il Consigliere regionale Francesco Laddomada - preso atto della volontà governativa di migliorare la competitività del sistema portuale, agevolare i traffici, promuovere inter-modalità e accorpare alcune Autorità portuali esistenti - non manca di rilevare come lo stesso Decreto preveda che, entro 30 giorni dall’entrata in vigore della Legge di conversione (qualora ciò si avveri), le Autorità portuali devono presentare alla Presidenza del Consiglio dei Ministri un resoconto degli interventi correlati a progetti in corso o da intraprendere; con facoltà della Presidenza del Consiglio – entro i successivi 60 giorni – di selezionare gli interventi più urgenti o alcuni ritenuti sostitutivi.
Il Consigliere Laddomada fa notare che, nell’ambito del Piano regionale dei Trasporti 2009-2013, era previsto il potenziamento delle strutture di supporto al traffico crocieristico per Bari e per quello di linea; mentre per il porto di Brindisi era stato previsto lo sviluppo per il crocierismo charter e low-cost, in modo da garantire la competitività dei porti di Bari e Brindisi e coordinarli con gli scali aeroportuali. Il Piano prevede altresì un Servizio marittimo – denominato “Metrò del Mare”- basato sulla messa in rete di alcuni Porti regionali pugliesi, adiacenti a Località costiere ad elevata vocazione turistica, quali il Gargano e la costa ionico-salentina. Il Piano prevede ancora la promozione di una navigazione interna con finalità turistiche e di trasporto pubblico locale sul lago di Varano e nei Bacini portuali di Brindisi e Taranto; ed inoltre: un sub-sistema del Levante (coordinato dall’Autorità portuale di Bari), un sub-sistema del Salento (coordinato dall’Autorità portuale di Brindisi) e un sub-sistema dello Ionio composto da Porto di Taranto integrato con i poli logistici ad esso connessi (piattaforma logistica Distripark, Scalo Cargo dell’aeroporto di Grottaglie e Centro-merci di Francavilla Fontana), anche perché il mercato del trasporto combinato mare-aria è in fase di crescita.
Laddomada condivide la richiesta di audire in Commissione, sia i Presidenti delle Autorità portuali di Bari, Brindisi e Taranto, sia i Sindaci delle rispettive Città, affinché la Commissione abbia contezza delle problematiche afferenti le Aree portuali, alla luce del Piano regionale dei Trasporti e dei nuovi indirizzi della normativa nazionale.
 

 

 

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