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Giornale di Taranto - Giornalista1
Sette pini abbattuti in via Pio XI, la protesta di cittadini e associazioni alla ricerca di una ragione che giustificasse un'azione apparentemente ingiustificabile. A parziale chiarimento della vicenda interviene l'Amiu con una nota stampa.
<Gli abbattimenti di alberi ad alto fusto- scrive l'Amiu- non sono previsti dal contratto di servizio che lega
Amiu SpA e Comune ma sono disposti volta per volta dagli uffici comunali competenti. Nel caso
specifico, quindi, l’azienda ha rispettato un preciso mandato della direzione Ambiente, corredato
dalla relazione di un agronomo che certificava la necessità dell’intervento.
Gli alberi abbattuti, in ogni caso, saranno sostituiti con altre essenze arboree.>

“Renzi sostiene che l’Ilva sia questione nazionale. Ha ragione, ma alle parole devono seguire i fatti e l'Ilva non è l’unica grande vertenza che incombe su Taranto”. Lo dichiara il consigliere regionale di Forza Italia, Pietro Lospinuso.
“Domani – prosegue - si terrà la manifestazione per la raffineria, che dà lavoro a circa 500 persone dirette e altrettante indirette a cui sono vicino ed esprimo la mia solidarietà. Oggi, invece, a Gela Sindaci, sindacati, cittadini manifesteranno uniti contro  l’annuncio dell’Eni di voler bloccare gli investimenti, così come auspicato anche dal vescovo. Perché Taranto, appunto, non è solo Ilva, da cui dipende tra l’altro un intero indotto di riferimento, fatto di piccole e medie imprese, che stanno subendo la crisi dello stabilimento e dell’intero settore con dipendenti in attesa dello stipendio da mesi. Solo questo basta per definire i contorni di una vera e propria emergenza occupazionale ed economica. Assistiamo anche ad un inspiegabile ostruzionismo da parte delle istituzioni locali agli investimenti dell’Eni per la raffineria e per il progetto Tempa Rossa: investimenti che ammontano a circa 320 milioni di euro solo su Taranto e che avrebbe garantito 300 posti di lavoro. Una linea seguita dal Comune, anche dopo l’autorizzazione concessa dal ministero, che si pone in netta contraddizione con gli indirizzi decisi dallo stesso ente quando in passato diede il suo parere favorevole al progetto”.
“Non possiamo condividere le preoccupazioni sui rischi ambientali – evidenzia l’esponente del PdL-FI - giacché il traffico petrolifero di Taranto sarebbe di gran lunga inferiore a quello di tante altre città italiane ed il ministero ha autorizzato il progetto solo a condizione che non si superi l’attuale livello di emissioni. Tagliare le gambe all’iniziativa – in un momento in cui l’Eni sta chiudendo le raffinerie in tutta Italia perché in rosso nei bilanci - rappresenta una scelta scellerata per il nostro territorio che ha già perso metà flotta di Ever green e la Mercegaglia, per citarne solo alcune. Abbiamo anche dei pericolosi precedenti a farci impensierire sul futuro di Taranto: lo stesso copione si seguì, infatti, anche per l’Enipower, progetto strategico che avrebbe dato lavoro a centinaia di persone, prima approvato e poi bocciato dal Comune di Taranto. Con il brillante risultato di aver perso 300 milioni di euro di investimenti e 500 posti di lavoro. Per questo ci appelliamo al premier Renzi affinché valuti l’opportunità di intervenire anche a tutela dell’indotto petrolifero e dello sviluppo portuale. Un porto frequentato e trafficato, in linea con gli standard ambientali e sanitari, non può che giovare a tutta la nostra economia, dalla ristorazione al commercio”.
“Diversamente – conclude Lospinuso - rischiamo che vengano cancellati i segmenti produttivi di Taranto, mettendo in ginocchio imprese e lavoratori, per colpa di ritrosie ideologiche prive di fondamento che hanno già chiuso le porte ad altre importanti occasioni di crescita e sviluppo economico del territorio”.

<Sull'Orchestra Magna Grecia, come sulle altre ICO della Puglia, manterremo l'impegno.- è quanto scrive in una nota stampa il consigliere regionale Pd Michele Mazzarano.
In questi giorni di preparazione dell'assestamento di bilancio, che discuteremo e approveremo in Consiglio,- sottolinea Mazzarano- abbiamo condiviso con l'Assessore Silvia Godelli e con i consiglieri di Taranto, Bari e Lecce, la necessità di un'apposita destinazione finanziaria straordinaria alle ICO (Istituzioni Concertistiche Orchestrali) pugliesi per far fronte alle situazioni di criticità in cui versano.
Anche l'Orchestra Magna Grecia, istituzione blasonata e riconosciuta a livello nazionale, potrà beneficiare di tale possibilità.
L'impegno del Consiglio regionale - conclude Mazzarano-è mirato a far fronte alle situazioni debitorie ma soprattutto alla stabilita' lavorativa dei musicisti di tutte le ICO pugliesi>. 

La Fondazione SAN RAFFAELE CITTADELLA DELLA CARITA’ di TARANTO eroga per il sesto anno consecutivo  quattro  borse di studio della cifra di 1.000 euro cadauna, per un totale  di 4.000 €  per l’anno scolastico 2014/15,  a:

·         N. 2 studenti frequentanti le classi quarta e quinta  della Scuola Secondaria Superiore

·         N. 1 studente frequentante il Seminario Arcivescovile “Poggio Galeso”

·         N. 1 studente frequentante la LUMSA o l’Istituto Romano Guardini

·         N.1 studente frequentante il Centro di Formazione professionale “Mons. G.Motolese” di Malindi, Kenya, Africa.

 

Tutta l’attività del  corrente anno è realizzata in collaborazione con l’Arcidiocesi di Taranto. In occasione delle cerimonia di premiazione della quarta edizione, il 5 novembre 2012, l’Arcivescovo di Taranto, mons. Filippo Santoro, concludendo la cerimonia, disse:  “E’importante   mantenere viva la memoria di una personalità che è stata straordinaria sia per la Chiesa che per la città di Taranto. In questo momento abbiamo bisogno di esempi che ci aprano l’intelligenza e il cuore al bene comune, perciò  un concorso come questo rappresenta un momento interessante soprattutto per le nuove generazioni, perché  i ragazzi abbiano dinanzi agli occhi il positivo per affrontare le sfide del presente”.

 

Questo è lo spirito che guida il CDA della Fondazione, che vuole continuare a tenere vivo il ricordo di mons. Motolese,  grande testimone del 900, determinante nella storia, nello sviluppo sociale e nella spiritualità della città di Taranto per un periodo di tempo lunghissimo.  Ogni anno la cerimonia si tiene  il 5 novembre, suo genetliaco,  per stringersi idealmente alla sua figura, e  per esprimere riconoscenza per il suo operato. Il futuro si costruisce sulle fondamenta delle memoria storica, e si nutre dell’amore verso la propria terra, le proprie origini, le certezze del passato. I giovani hanno bisogno di conoscere le grandi figure che hanno caratterizzato la storia della città,  e che hanno donato tutto di sé per il bene comune.  Era questo mons. Motolese, un uomo che si spendeva per gli altri, che ha fatto del cristianesimo incarnato nel sociale il proprio impegno diuturno, che ha testimoniato con l’esempio l’amore per Cristo e la Chiesa Universale. 

La traccia del corrente anno, scelta dall’arcivescovo mons. Filippo Santoro, di concerto con il CDA della Cittadella della Carità, verte su : Taranto città di frontiera, città di accoglienza; San Cataldo patrono dei forestieri.  Gli studenti, per partecipare all’assegnazione delle Borse di studio, dovranno presentare un elaborato, a scelta tra  Articolo giornalistico /Tema o  Realizzazione multimediale entro le ore 12 del 22 ottobre 2014. La cerimonia di premiazione verrà effettuata mercoledì, 5 novembre 2014, alle ore 10.30.

Per partecipare al concorso gli studenti interessati possono rivolgersi al proprio Istituto di riferimento o chiedere informazioni all’ufficio U.R.P. – dott.ssa Gabriella Ressa, email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. , tel 099/4732294 (preferibilmente di mattina). Info sul sito della Fondazione San Raffaele Cittadella della Carità: www.cittadelladellacarita.it

 

Il 26 luglio 2012 esplodeva l'inchiesta Ilva. Un disastro ambientale di immani proporzioni per Taranto, provocato dalla grande industria, dinanzi al quale si resta ancora inermi e sul quale la magistratura e' stata costretta a intervenire dopo le decine di denunce degli ambientalisti. Quel giorno, la deflagrazione dell'inchiesta Ambiente Svenduto sembrava portare a una vera e propria rivoluzione cittadina, una di quelle rivoluzioni che avrebbe consentito un reale cambiamento. Così ad oggi non è. Le istituzioni continuano a restare in silenzio, quelle stesse istituzioni coinvolte a pieno titolo nell'inchiesta, i tarantini - gli stessi delle contestazioni e della manifestazioni - non hanno saputo utilizzare il prezioso strumento del referendum,  gli ambientalisti sono divisi, il processo è alle fasi iniziali e la difesa ha chiesto la remissione del processo. In due anni sono cambiati i vertici Ilva, c'è stato il braccio di ferro tra magistratura e Governo, c'è stato il decreto Salva Ilva e poi ancora le polemiche, le manifestazioni, la guerra tra lavoratori che pretendono il loro diritto a lavoro e salute e quella parte di cittadini che chiede la chiusura della fabbrica e le bonifiche e poi c'è l'incertezza dei lavoratori, del loro futuro, delle loro famiglie,  c'è il problema degli stipendi e del prestito.Ci sono i giornalisti coinvolti e intercettati in quell'inchiesta-scandalo, quelli che avevano rapporti con Ilva, ma anche oggi come due anni le strumentalizzazioni di giornalisti che cambiano come cambia il vento  e pure tante. Un giornalista o è coerente oppure non lo è.  Punto. E come loro tanti politici vecchi e nuovi. C'è Taranto, terra di conquista di tanti, Taranto sedotta e abbandonata da chi ha lucrato e poi è andato via, Taranto nelle mani - e non da adesso - di amministratori incapaci, incompetenti e menefreghisti, Taranto che ha delle enormi potenzialità inespresse.. Ci sono Taranto e i morti che reclamano giustizia, bambini che non vivranno più la loro vita, che non avranno una vita. C'e' una città che avrebbe bisogno di riscatto, ma non combatte per conquistarlo.Taranto è Ilva, morte, diossina, inquinamento. Inquinamento del mare, delle cozze, degli allevamenti, dell'aria, delle vite umane. Inquinamento dell'anima e del cuore di ciascuno di noi. Ed è su quello che tutti noi dovremmo cominciare a lavorare perché solo lavorando su anima e cuore i tarantini potrebbero svegliarsi e risvegliarsi, riappropriarsi della loro identità e della loro città.  Taranto non può e non deve essere solo questo, perché Taranto è molto di più. La lotta non può e non deve essere di pochi, la lotta deve essere di tutti. Facile a dirsi..ma il cambiamento deve avvenire prima dentro di noi altrimenti Taranto resterà nella melma che la sta affossando e nella quale sta cercando di districarsi con enormi difficoltà....

Il mio "racconto" termina quì, certo non ha lo stile delle favole e soprattutto non c'e' il tradizionale finale "E vissero felici e contenti". E mi chiedo cosa ne sara' delle generazioni future.  Io spero che, prima o poi, per Taranto ci sia un nuovo inizio.

Meno di un italiano su due in età da lavoro ha un impiego. È quanto rileva uno studio dell’Associazione Bruno Trentin della Cgil, realizzato elaborando i dati dell’Istat tratti dalla “Rilevazione continua sulle forze di lavoro”. Il nostro Paese, infatti, ha un tasso di occupazione del 48,7%, superiore solo a quello della Grecia, dove però il tasso di disoccupazione supera il 25%, e si colloca al penultimo posto nell’Eurozona. 
 
Lo studio analizza l’anomalia del tasso di occupazione. Nel nostro paese, infatti, a un tasso di disoccupazione sostanzialmente in linea con la media europea (12,2% in Italia e 11,9% nell’Eurozona a 18, secondo i dati del 2013) corrisponde un tasso di occupazione di quasi 8 punti inferiore rispetto alla media europea (48,7% in Italia, 56,2% nell’Eurozona a 18, secondo i dati del 2013). La peculiarità italiana appare ancora più chiara osservando i dati relativi ad alcuni dei paesi europei più colpiti dalla crisi, come Spagna, Grecia, Portogallo e Irlanda, dove il tasso di disoccupazione registrato lo scorso anno è superiore al nostro, ma anche il tasso di occupazione, con la sola eccezione della Grecia, è più alto di quello italiano. 
 
L’anomalia italiana è spiegata, dallo studio dell’Associazione Bruno Trentin, con l’altissima percentuale di popolazione inattiva, che nel nostro Paese supera il 44%, a fronte di una media europea del 36%. In Italia ci sono, infatti, circa 20 milioni di persone (In età compresa tra i 15 e i 74 anni) che si trovano in condizioni molto diverse e che comprendono anche studenti, pensionati, casalinghe o persone che semplicemente non cercano e non sono disponibili a lavorare. Tra queste, però, quelle inattive che vorrebbero lavorare, ricomprese dall’Istat nelle ‘forze di lavoro potenziali’, sono oltre 3,2 milioni. Queste persone, spiega l’Associazione della Cgil, non sono considerate ai fini del calcolo del tasso di disoccupazione, perché non possiedono le due principali condizioni per essere inserite tra i disoccupati standard ovvero essere disponibili ad iniziare a lavorare entro due settimane ed effettuare una ricerca attiva di lavoro, anche se la gran parte, circa 2,2 milioni, ne possiede almeno una e si dichiara esplicitamente come disoccupata. 
 
“Una loro progressiva emersione renderebbe gli indicatori del nostro mercato del lavoro più in linea con quelli degli altri paesi europei”, si sostiene nello studio dell’Associazione Bruno Trentin. Si tratta, infatti, di un consistente ‘esercito di disoccupazione di riserva’, che non sarebbe corretto sommare automaticamente ai dati ufficiali della disoccupazione ma che certo, sottolinea l'ABT Cgil, “insieme al tasso ufficiale di disoccupazione, salito al 13,6% nel primo trimestre dell'anno, fornisce un quadro reale di quella che è la drammatica situazione del lavoro nel nostro Paese”.

Riceviamo e pubblichiamo un contributo di Lino De Guido (Associazione Le belle città) sulla pista ciclabile di viale Ionio.

L’invito rivolto pochi giorni fa, è stato accolto dai solerti e sorridenti amministratori comunali. L’altro ieri ho percorso la ciclabile di viale ionio per la consueta quindici chilometri di corsa libera domenicale. La pista appariva, sino al ex stabilimento di “Praia a mare”, pulita, ordinata, senza più erbacce lungo il bordo. Piacevole sensazione di sicurezza. L’Associazione Le belle città auspica possa esserci un monitoraggio costante da parte dell’Amiu che assicuri la pulizia tutti i giorni.

Resta ancora da risolvere la rimozione dei paletti della segnaletica stradale. E’ possibile predisporre gli stressi lungo il muraglione del nuovo arsenale e/o lungo la barriera di color giallo che delimita la ciclabile dalla strada. L’associazione rinnova l’invito a compiere anche questa semplice ma efficace azione.

Non rimane che da sradicare l’inciviltà che segna, purtroppo, il modo di comportarsi dei cittadini. Responsabilità comune è quella di segnalare e combattere qualsivoglia forma di “gramigna urbana”.

Invitiamo i cittadini ad usare sempre più la bici quale mezzo per spostarsi in città. 

 

<Le notizie stampa sulla fiscalità locale  del Comune di Grottaglie non sono rassicuranti>. Così esordiscomo in una nota le segreterie territoriali di Cgil, Cisl e Uil che sulla questione si dicono pronte a mobilitare i cittadini.

<Ci aveva già meravigliato non poco leggere le dichiarazioni che il sindaco Alabrese ha rilasciato alla stampa già giovedì scorso,  nel giorno stesso nel quale si teneva un incontro con CGIL,CISL e UIL e le relative categorie dei pensionati, da lui stesso definito interlocutorio e propedeutico a decisioni riguardanti il bilancio da assumere dopo le ferie.

Leggere poi  che a quanto pare il Comune ritiene inevitabili ulteriori aggravi fiscali, dopo quelli che unilateralmente l’Amministrazione ha già deliberato oltre un mese fa sull’addizionale Irpef, ci indigna abbastanza.

Per chiarezza- sottolineano i sindacati- nell’incontro tenuto il 23 luglio scorso, proprio perché si trattava di incontro interlocutorio, il Sindaco e l'assessore ai Tributi del Comune di Grottaglie, hanno chiesto alle organizzazioni sindacati di esprimere un loro parere sui Regolamenti della TASI e della TARI inviatoci in bozza dalla Amministrazione.

Le Organizzazioni Sindacali, sulla base delle tensioni raccolte tra i cittadini, hanno in primo luogo contestato all'Amministrazione  metodo e merito del provvedimento di aumento dell'Irpef, assunto già a giugno, e hanno chiesto di rivedere, per quanto è possibile, la decorrenza del 1° gennaio scorso, rinunciando almeno in parte agli arretrati, mentre sulla Tasi e la Tari hanno chiesto al Sindaco di esaminare fino in fondo tutte le possibilità di evitare ulteriori aumenti della fiscalità locale e comunque di prevedere, come in altri Comuni, detrazioni adeguate, tanto sulla Tasi che ingloba I'IMU sulla prima casa, quanto sulla Tari che sostituisce la Tares.

In proposito – prosegue la nota di Cgil, Cisl e Uil- le organizzazioni sindacali hanno chiesto al Comune di percorrere fino in fondo la strada della raccolta differenziata, allo scopo di contenere i costi del servizio e quindi I'imposta sui rifiuti.

L’incontro si era chiuso con l’impegno del Sindaco a riconvocare le organizzazioni sindacali nel momento in cui l’Amministrazione sciolti i suoi nodi, appronti una ipotesi di imposte, con le necessarie detrazioni, tanto sulla Tasi, quanto sulla Tari e  prima di assumere deliberazioni su queste materie.

In assenza del rispetto di tale impegno – conclude la nota- saremo costretti a mobilitare i cittadini.

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