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Giornale di Taranto - Giornalista1

 

Il caso Scazzi. Il femminicidio. Il ruolo dei mezzi di comunicazione in una società che tende sempre più al voyerismo, alla spettacolarizzazione della sofferenza. I criminologi, o presunti tali. I politici corrotti. La questione ambientale. Il mondo dell’editoria e del cinema. Tutto questo, fino ad arrivare a una riflessione profonda sul male assoluto e sulla violenza. Sono i temi affrontati nel thriller “Dragon Town”, scritto dal giornalista tarantino Cosimo Dellisanti e pubblicato dalla casa editrice romana Ensemble.

Dopo essere stato esposto al Salone del Libro di Torino 2014, il libro verrà presentato a Campomarino domenica 17 agosto, alle ore 19, presso il lounge bar “All’ombra del vento”, situato lungo la litoranea salentina. Nel corso della serata, l’autore risponderà alle domande del pubblico e verranno offerti reading di brani tratti dal romanzo.

Spinto dai fatti di cronaca nera che hanno segnato negli ultimi anni la nazione e, in particolare, la provincia di Taranto, e ispirato dalla musica del leggendario rocker Alice Cooper, Dellisanti scrive il suo primo romanzo scegliendo i toni del noir e i ritmi del thriller d’azione con richiami all’horror, ma definisce la sua opera una “tragedia satirica”, in quanto conserva la divisione in tre atti tipica dei classici e offre in ogni capitolo una brillante satira dei personaggi tipici della società odierna, come i politici e i parcheggiatori abusivi.  

“Dragon Town” racconta, al confine tra realtà e finzione, del brutale omicidio di Alice, una giovane donna nota al pubblico come poetessa e attivista politica. I particolari sono così indicibili che giornalisti e cacciatori di fama si scatenano per accaparrarsi scoop e visibilità, ignari di nutrire un mostro letale. E sfidare un mostro, pericoloso e venefico come un drago, non porta mai nulla di buono.

Cosimo Dellisanti ha 24 anni. Ha conseguito la laurea in Lettere e Culture del Territorio con una tesi su Tommaso Niccolò d’Aquino, da cui è stato tratto il saggio “Tommaso Niccolò D’Aquino – Poeta et pastor”, recentemente pubblicato e conservato nell’archivio dell’Accademia dell’Arcadia. Dellisanti è anche giornalista pubblicista dal 2012; attualmente collabora con la redazione giornalistica del settimanale “Volta la Carta”. È socio fondatore dell’Archeoclub Taranto Onlus e promotore di molte iniziative per il rilancio della città di Taranto, in cui è ambientato “Dragon Town”. È fautore del NO-EAP – No all’Editoria A Pagamento.

L'Amiu farà lo "straordinario", e ben volentieri, per sostenere l'Isola che Vogliamo e il progetto di promozione dell'associazione Terra.
A cavallo dei quattro giorni (9, 13, 16 e 20 agosto) in cui si svolgerà l'evento, l'azienda garantirà una serie di attività per rendere ancor più fruibile il Borgo Antico, pacificamente invaso da migliaia di visitatori. Interventi concreti che faranno il paio con un vero e proprio supporto organizzativo, che porterà l'Amiu a essere protagonista diretta della manifestazione.
Al termine della discesa Vasto, infatti, sarà allestito un flagship point presidiato da un responsabile aziendale: questa postazione servirà agli utenti per segnalare criticità ed emergenze relative alle attività di competenza dell'Amiu e ospiterà il materiale informativo della manifestazione. Ma non solo, perchè da qui partiranno le ricognizioni dell'Apecar brandizzato "Borgo Antico", uno dei mezzi con i quali l'Amiu interviene già quotidianamente per preservare il decoro dell'Isola e che sarà a disposizione dell'organizzazione.
Entrando nel merito degli interventi concreti, invece, sono i numeri a parlare: ci sarà un centinaio di cassonetti carrellati in più per la raccolta differenziata e circa 20 bagni chimici saranno posizionati in piazza Castello, piazza Duomo, piazza Fontana, largo D'Enghien, discesa Vasto e largo San Gaetano. Per non parlare della frequenza con cui saranno effettuati spazzamento meccanico e manuale delle aree interessate: ci sarà un passaggio aggiuntivo nel pomeriggio di ognuna delle quattro giornate, più un anticipo dello stesso servizio a manifestazione conclusa. La raccolta dei rifiuti, poi, sarà ripetuta ogni pomeriggio per tutta la durata dell'Isola che Vogliamo, mentre il ritiro dei contenitori della raccolta differenziata sarà effettuato il giorno subito successivo. Infine, l'Amiu si occuperà anche del posizionamento di palchi e sedie.
«In questo modo - ha dichiarato il presidente dell'azienda, l'ingegner Federico Cangialosi - contribuiremo al successo di una manifestazione che, ci auguriamo, sarà accolta dalla cittadinanza con lo stesso entusiasmo dei suoi organizzatori. Gli sforzi dell'azienda, quindi, dovranno corrispondere alla civiltà dei tarantini: siamo certi che sapranno rispettare la preziosità dei vicoli dell'Isola».

Confindustria Taranto torna alla carica con una missiva. dopo la lettera scritta al premier Renzi questa volta il destinatario è il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Di seguito il testo integrale della lettera a firma del presidente Enzo Cesareo

Egregio Presidente,

ci duole scriverLe quanto di seguito in un momento in cui anche le più impellenti emergenze dovrebbero cedere il passo ad un fisiologico – e dovuto – periodo di pausa, ma le condizioni attuali non ci consentono purtroppo di rinviare né le iniziative e neanche le comunicazioni che – come questa  – riteniamo di prioritaria e fondamentale importanza.

Taranto registra una situazione, sul fronte economico-occupazionale, che purtroppo non possiamo che definire gravissima.

La nostra Confindustria, come le cronache le avranno riportato, ha messo in atto il 1° agosto scorso  una manifestazione di piazza, per la prima volta nella sua storia, per denunciare i rischi di una desertificazione industriale che si fa sempre più visibile e incombente, a salvaguardia delle nostre aziende, per invocare il rilancio degli investimenti e quindi dei progetti che riguardano il territorio di Taranto e della sua provincia.

Abbiamo, al termine della manifestazione, consegnato una lettera al Prefetto di Taranto, dott. Umberto Guidato, consegnata il giorno stesso al Premier Matteo Renzi. Nella stessa, oltre a denunciare l'imminente default cui va incontro tutto il sistema Taranto, entriamo nel merito delle progettualità ancora bloccate e di quelle che si potrebbero cantierizzare, del clima di conflittualità che vige oramai da due anni a Taranto (da quando, cioè, la questione Ilva è letteralmente deflagrata) e delle inadempienze che puntualmente si registrano, a livello istituzionale, da parte di chi dovrebbe in primis tutelare il lavoro e l'occupazione. Abbiamo chiesto, in questo senso, l'intervento del Governo affinchè intervenga con poteri sostitutivi a spianare la strada per la ripresa dello sviluppo. Uno sviluppo altrimenti inceppato non soltanto in virtù della critica situazione in cui versa lo stabilimento siderurgico ma anche in considerazione della totale assenza di programmazione che si registra da parte della locale amministrazione comunale, e, in più di qualche caso, alla luce del reiterato ostruzionismo che la stessa oppone a qualsiasi progetto, al di là del suo reale impatto ambientale. Fra questi, emblematico è il progetto “Tempa Rossa”, al momento il più avversato,  su cui val la pena spendere solo due righe. Lungi dal risultare solo ed esclusivamente propedeutico alla sua essenziale funzione (trasportare il greggio dalla Basilicata alla raffineria Eni di Taranto), l'oleodotto – di questo si tratta - assolve ad un ruolo che è moltiplicatore di molteplici attività accessorie alla presenza delle navi, e che impiegano altrettanto personale ad esse destinato, con ovvi vantaggi per il territorio. Dalla duplice condizione di progetto a basso impatto ambientale e produttore di ricchezza si deve pertanto partire per affermare quanto siano – purtroppo spesso – pretestuose e prive di fondamento molte delle affermazioni secondo le quali Tempa Rossa costituirebbe fonte di inquinamento e/o di rischio di incidenti rilevanti. “No alla città dei no” è, non a caso, uno degli slogan che hanno contraddistinto la manifestazione del 1° agosto, denominata “Industria Ultima Fermata” proprio perchè, in questi giorni, si decideranno le sorti di molte nostre imprese dell'indotto Ilva. La situazione di queste aziende è al momento la più drammatica. Allo stremo delle loro forze e dopo sei mesi di reiterato mancato pagamento dei lavori svolti da parte dell'Ilva, molte di queste piccole e medie realtà imprenditoriali hanno già pagato in termini di riduzioni drastiche del loro personale e in più di qualche caso di chiusure, che diventeranno di massa a breve. Occorre, per le stesse, lo sblocco immediato dei pagamenti dovuti. E' urgente garantire loro le risorse che attendono da mesi, e che ora diventano essenziali per poter attestare, alla ripresa della pausa estiva, la loro reale continuità lavorativa. Non sono serviti, in questo senso, gli ultimi provvedimenti governativi, né il finanziamento ponte, né le misure urgenti intraprese con l'ultimo decreto di luglio.E' questa la richiesta più urgente che abbiamo inoltrato al Presidente del Consiglio dei Ministri, ed è la stessa che rivolgiamo a Lei, signor Presidente, affinchè il crollo di una parte consistente del nostro sistema imprenditoriale – così come si prevede che accada se non vengono sbloccate le risorse – non porti con sé, in un effetto domino, altri pezzi della nostra economia già fortemente provata, altre catene della stessa filiera, altre imprese ed altre famiglie.

 

Le criticità che abbiamo sottoposto al Premier Renzi sono più d'una, e non staremo qui ad elencargliele. Ma sono anche, allo stesso tempo, le grandi potenzialità di cui dispone da sempre questo territorio e che esprime la sua storica vocazione industriale: il Porto, l'Arsenale, la raffineria. E la stessa siderurgia, che vede nello stabilimento di Taranto ancora la sua massima espressione a livello nazionale e nello scenario europeo.

Vogliamo che questo potenziale, che ancora oggi è nostro, non venga disperso, abbiamo la possibilità di agganciare la ripresa e risalire al meglio, ma non siamo più in grado di “pagare”, in nessun modo. Ci servono risposte immediate.

Noi imprenditori abbiamo cercato di evitare il peggio finchè abbiamo potuto. Abbiamo cercato di limitare i danni, di utilizzare gli ammortizzatori per non usare la scure drastica dei licenziamenti, di pagare di tasca nostra piuttosto che aspettare che arrivassero pagamenti  che non sono mai arrivati, pur di tener salde le nostre realtà, grandi e piccole. Oggi non ce la facciamo più.

Confidiamo, pertanto, in un Suo autorevole intervento, e per questo e per l'interesse che vorrà profondere nei nostri confronti, e quindi nei confronti di Taranto, La ringraziamo fin d'ora.

 

 

                                                                                              - Vincenzo Cesareo -

Ance Taranto

A condividere ansie e preoccupazioni per un presente difficile ed un futuro sempre più a rischio, nell’iniziativa dello scorso 1 agosto insieme alla alle imprese industriali dei diversi settori vi erano le imprese di costruzione dell’ANCE, imprenditori maestranze e mezzi a dimostrare la necessità di ripartire e riavviare gli investimenti.

 

Il progressivo collasso di un sistema territoriale non poteva che travolgere un settore afflitto, da ormai diversi anni, da nodi strutturali pesanti e da una crisi economica di contesto assai dura da superare. Cifre alla mano, abbiamo perso oltre 5 milioni di ore lavorate e almeno 5 mila lavoratori, abbattuto un intero sistema produttivo attraverso un ridimensionamento organizzativo delle imprese che sembra non aver mai fine.

 

Ritardati pagamenti e ribassi anomali, concorrenza sleale delle imprese fuori dalle regole, crisi immobiliare e stretta creditizia, grandi opere bloccate o avviate senza fattiva integrazione nella filiera delle pmi, restringimento degli spazi operativi e difficoltà finanziarie nelle manutenzioni edili nella grande committenza privata, questo il quadro nel quale stiamo cercando di sopravvivere.

 

Resistiamo ma senza volontà di sostenere il sistema delle imprese, senza disponibilità al dialogo e soprattutto senza voglia di fare non si fanno passi avanti, anzi si resta indietro.

L’irresponsabile immobilismo delle istituzioni non aiuta ed a livello territoriale i segnali non sono incoraggianti. Tra apatia, resistenze e divisioni, i procedimenti restano senza esito e la programmazione scorre così lenta che quando vedranno la luce i provvedimenti forse non ci saremo, qualcuno sarà altrove e qualcuno sarà impegnato in altro.

 

Non siamo così stolti da pensare che il passato possa ritornare, spesa facile e consumo del territorio, ma abbiamo un presente di cui occuparci con la massima urgenza per avere la possibilità, da subito, di cominciare a costruire un futuro diverso, affidandoci ai nuovi motori del mercato che per noi sono la collaborazione pubblico-privato, la rigenerazione urbana e la riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare.

 

Non si può restare solo a guardare. Se ci sono problemi, non serve prendersela con chi i problemi li ha messi sul tavolo. Serve invece mettersi al lavoro, tessere la tela della fattiva collaborazione per provare a superare criticità che non sono solo delle imprese, ma riguardano un territorio che dallo sblocco e dalla ripresa degli investimento può trovare occasioni di riscatto e di nuova coesione.

 

 

Antonio Marinaro

Presidente ANCE Taranto - Sezione Costruttori Edili di Confindustria Taranto

Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Giancarlo Girardi su "Tempa rossa"

Momento delicatissimo per la nostra città, del suo rapporto con le fabbriche che ospitiamo sul nostro territorio da cinquanta anni, per il nostro futuro che non si vuole ancora più incerto e drammatico sotto troppi aspetti. Il rischio, sempre più concreto oggi, è di una frattura insanabile tra industrie e territorio, tra i cittadini ed i lavoratori che fanno parte della stessa comunità. Per alcuni, Confindustria oggi, siamo la “Città dei No” e si chiede al governo nazionale di fare presto, che, letto in termini chiari, significa liberarsi di lacci e laccioli esautorando anche i poteri delle amministrazioni locali, quindi i cittadini, dei propri diritti e doveri sul territorio ed avocare a se quello del “Fare” ad ogni costo con decreti leggi spesso incostituzionali. Quindi si chiedono appalti, non si sa quali ma ne vale il principio,  per sopravvivere. Si usa l’arma del ricatto verso i lavoratori e li si mette, a comando, in permesso retribuito per manifestare questa volta contro la città e due anni fa, con l’Ilva, contro la magistratura tarantina. Il presente  è, però, come sempre, figlio di un passato, nel nostro caso pieno di tanti errori commessi da una città per decenni assente, indifferente e rassegnata nella tutela del suo territorio e dei rappresentanti dei lavoratori incapaci di porre “dal di dentro” la grande questione derivante dall’inquinamento, della salute e della vita dei lavoratori. Il nostro insediamento industriale, dal 1960, ha fatto parte delle partecipazioni Statali che nel solco della Costituzione ha sempre operato, grazie anche al controllo ed alle rivendicazioni sindacali oltre che della politica, con il fine sociale dell’impresa, quindi nel rispetto delle  tutele economiche, sociali ed occupazionali verso i lavoratori e cittadini. Ciò ha portato benefici alla collettività ma anche i disastri ambientali ed umani per il nostro territorio decretando il fallimento di un modello economico e sociale basato sull’uso gratuito dei beni comuni dei cittadini, il nostro capitale umano e naturale. Oggi conviviamo con gli interessi delle multinazionali qui presenti con sole ricadute salariali sempre più contenute ed a rischio. Va detto con chiarezza che il mercato globalizzato non conosce patria né onore ma guarda solo al profitto ed alla convenienza per investire nei siti ovunque essi siano nel mondo. Non tollera alcun controllo pubblico e per superare ostacoli si fa leva sul ricatto derivante dallo spostarsi con “armi e bagagli” altrove lasciando macerie umane e materiali. Eni, questa multinazionale, quattro anni fa voleva impiantare una centrale elettrica spropositata per le sue necessità per poterne esportare, quindi vendere, con gli allora benefici di legge, gran parte della sua produzione. Spostando in avanti a data da destinarsi tale progetto ne ripropone un altro con Tempa Rossa non con lo scopo di privilegiare il nostro territorio ma di sceglierlo per pura convenienza rispetto ad altri in Puglia, Basilicata e Calabria, utilizzando in larga parte un collettore già esistente e determinando un sito di solo stoccaggio e smistamento navale. Ovviamente solo poche ricadute occupazionali legate unicamente ai due anni di installazione del terminale ma con un aumento delle emissioni fuggitive del 12% rispetto alle attuali. Si aumenta il rischio di incidenti rilevanti in assenza di un piano regolatore del porto, di potenziale versamento di petrolio. Sbagliano i governi che sinora si sono succeduti che continuano a parlare  di “petrolio italiano” “Acciaio italiano”, o prodotti di bandiera varia, nei fatti operano a favore di interessi internazionali e sono incapaci di fare applicare articoli fondamentali della Costituzione quali il 41 ed il 43, volti invece a tutelare la dignità, la vita e la salute dei cittadini attraverso i vincoli sociali dell’impresa.

TarantiniTime4Pets 2014 – Un contest fotografico contro l’abbandono degli animali

“Io non abbandono”

 

Si è concluso ieri, 6 agosto, il concorso fotografico #TarantiniTime4Pets 2014 avviato lo scorso luglio. La comunità virtuale “Tarantini Time” (al motto di “E’ tempo di essere tarantini) presente in rete con un blog dedicato alla città di Taranto ed una pagina Facebook, decise di lanciare questo concorso per sensibilizzare contro l’abbandono degli animali, fenomeno purtroppo molto diffuso soprattutto nei mesi estivi. Ed è così, che si è scelto di dare un colore diverso a questa estate, tappezzando la nostra pagina Facebook con le foto dei nostri amici a 4 zampe. Le regole del concorso erano abbastanza semplici: bisognava inviare una foto del proprio animale domestico (cane, gatto, coniglio) e farla votare con i “mi piace” sulla nostra pagina Facebook. Le dieci foto più votate, avrebbero vinto il concorso e un premio. Un premio semplice, ma ricco di significato, altro non è che l’obiettivo finale di tutto: una locandina contro l’abbandono degli animali che ha per protagoniste le foto vincitrici. Ieri sera alle 20.00 è scaduto il termine per votare. Sono stati registrati i voti, con un risultato di 12 foto vincitrici su 35 pervenute (poiché vi erano due pari merito al 7° e 10° posto). I vari partecipanti hanno risposto con entusiasmo all’iniziativa, seguendola dall’inizio alla fine. Non solo tarantini hanno partecipato al concorso, sono arrivate foto anche dal brindisino e da Torino. #TarantiniTime4Pets è stato un primo esperimento, considerata la breve vita della comunità virtuale nata lo scorso febbraio. Il suo motto per questa prima edizione, è “Io non abbandono”. Più che un motto vuole essere un invito, per sensibilizzare, attraverso l’amore così evidente, presente negli occhi degli animali in foto. Che gli occhi di (in ordine di classifica) Birba, Chuck, Brenda, Laica, Birillo, Chanel, Iaco, Milù, Tommy, Lulù, Flock e Gigio, possano essere il simbolo di una bella estate, senza abbandoni.

L’Associazione Retemicroimprese, nata dall’estensione di Assoartigiani
Taranto, amplia il proprio raggio di azione con l’adesione di circa 150
panificatori di tutta la regione.
Nasce così una branca di Retemicorimprese, Retemicroimprese–
Panificatori Pugliesi con una propria identità individuata dal logo. Il
marchio dell’Associazione è infatti ampliato con l’esplicito richiamo ai
Panificatori Pugliesi, espresso con una grafica che evoca il calore del sole di
Puglia e il giallo intenso dell’oro che ravviva i suoi campi all’inizio dell’estate.
Circa 150 artigiani della lavorazione del pane e derivati hanno quindi scelto
l’innovazione per potenziare la propria capacità di proporsi con un profilo più
marcato rispetto alla concorrenza. Quella della rete è infatti una scelta
strategica per acquisire maggiore forza e poter usufruire di una serie di
servizi in grado di garantire maggiore competitività. Inserimento in una
piattaforma telematica, negozi on-line, gestione della contabilità e delle
buste paga, finanziamenti agevolati, formazione, internazionalizzazione dei
prodotti, sono le principali opportunità che si offrono a questi piccoli
imprenditori illuminati che possono così ottimizzare le performance delle
proprie aziende.
Inoltre, l’innovazione si sposa con la sensibilità ambientale all’interno di un progetto di utilizzo delle energie da
fonti rinnovabili che queste imprese intendono realizzare, partendo dalla valutazione della specificità
particolarmente energivora del ciclo di produzione.
Una nuova immagine e nuove opportunità dunque per questi artigiani che sono stati capaci di coniugare
tradizione e innovazione valorizzando, non solo le proprie aziende, ma anche l’immagine della propria terra.
Il responsabile Regionale di Retemicroimprese – Panificatori Pugliesi sarà il Rag. Nicola
Giannoccaro che annovera una esperienza trentennale nell’ambito della categoria dei panificatori. La sede è
a Bari, Via Peucetia, 78, tel. 080/5237023, e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. .

 

“Nelle scorse ore l'Autorità di Gestione del Ministero dello Sviluppo Economico per le risorse del cosiddetto POI Energia ha reso pubblico sul proprio sito l'elenco dei progetti presentati ed ammessi a finanziamento oltre ad un altro elenco di progetti ammessi 'ad una ulteriore fase di valutazione' per essere successivamente finanziati. Un elenco che premia la vivacità progettuale delle amministrazioni locali della nostra regione che, nello scorso mese di Marzo, avevamo invitato a produrre la documentazione per attività definite e pronte ad essere messe in campo coerenti con le tre linee di intervento:sostegno della produzione di energia da fonti rinnovabili nell’ambito per edifici ed utenze energetiche pubbliche o ad uso pubblico, della produzione di energia da FER nell’ambito di azioni integrate di sviluppo urbano sostenibile e dell'efficientamento energetico nell’ambito di azioni integrate di sviluppo urbano sostenibile”. Così l'Assessore alla Qualità dell'Ambiente Lorenzo Nicastro comunica gli esiti della valutazione delle istanza.

 

“Devo dire con orgoglio che 14 dei 17 progetti ammessi a finanziamento sono di amministrazioni pugliesi per un investimento che si aggira sui 10mln e 500mila euro a fronte di un totale di circa 18mln di euro messi a disposizione. Va detto ancora – prosegue Nicastro – che dei 59 progetti ammessi a successiva valutazione affinché possano beneficiare di ulteriori risorse disponibili ben 55 sono pugliesi. E' un segnale importante che ripaga lo sforzo degli ultimi mesi: oltre ottanta erno state le amministrazioni locali che, nel giro di pochi giorni, avevano risposto alla nostra richiesta di progetti immediatamente finanziabili per percorrere la via dell'efficientamento energetico e della progettazione di un modello più sostenibile per edifici pubblici e arredi urbani”.

 

“E' un modello di Puglia che ci piace, un rapporto di collaborazione proficua ed efficace tra le periferie e le strutture regionali che ha reso possibile – prosegue - questo risultato che può diventare cantiere immediatamente, dal momento che si tratta di interventi in una fase di progettazione definitiva o addirittura esecutiva. I fondi attingono dal Programma operativo Interregionale energie rinnovabili e risparmio energetico 2007-2013 destinato a Calabria, Campania, Puglia e Sicilia e sono già disponibili per avviare le attività”.

 

 

 

di Luisa Campatelli

Per avere la misura esatta di quanta strada ancora ci sia da fare per dare sostanza all'innegabile vocazione turistica di questo angolo di Puglia (la regione più bella del mondo secondo National Geographic e Lonely Planet) che chiamiamo Terra Ionica, basta partire dalla questione dei depuratori. Ogni anno, ogni estate, puntualmente scoppia un caso. Ieri  San Vito, oggi Marina di Pulsano, domani chissà....Proprio non si riesce a dotare la litoranea di impianti capaci di smaltire le acque secondo norme che evitino il proliferare di pericolosi batteri. Già il report di Goletta Verde aveva evidenziato criticità.

"Dei cinque  i prelievi effettuati in provincia di Taranto- si legge nella nota diffusa al termine del monitoraggio svolto lungo le coste italiane- due ha dato un risultato di "fortemente inquinato": alla foce del fiume Galeso e nei pressi dello scarico del depuratore a Marina di Pulsano. In entrambi i casi sono stati rilevati Enterococchi intestinali superiori a 4000 UFC/100ml  e/o Escherichia Coli  superiori a 1000 UFC/100mlEntro i limiti l'altro campionamento effettuato a Taranto (agli scogli di lido Bruno) e quelli a Castellaneta Marina (spiaggia libera Borgo Pineto) e a Palagiano (foce del fiume Lenne)."

E' come essere sempre ai nastri di partenza, sempre con qualcosa che manca, continuamente in balìa di superficialità, sciatteria, ritardi, in questo caso equamente distribuiti tra pubblico e privato.

Si investono ingenti somme per realizzare costose strutture dotate tutti i comfort con tariffe da categoria lusso e poi non ci si preoccupa di preservare  l'acqua limpida e cristallina di un mare straordinario....

A salvare la situazione arrivano le correnti e qualche giorno di tramontana ma, poi, tutto torna come prima....Finchè un villeggiante non decide di intervenire, effettua prelievi per far analizzare i campioni dell'acqua sospetta o chiama gli organi competenti per gli accertamenti di rito. 

Storie già viste, già sentite, già raccontate. Ma è bene che operatori, residenti e pubblici amministratori, si rendano conto che se vogliono fare turismo, fittare la loro villetta nel villaggio esclusivo a 5mila euro al mese, promuovere le spiagge ioniche devono cancellare una volta per tutte termini come fossa biologica, pozzo nero, scarico a mare, depuratore inadeguato dal loro vocabolario. Altra strada non c'è.

 

 

 

 

Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Taranto ha predisposto, nella corrente stagione estiva, specifici piani d’azione finalizzati ad una intensificazione dell’attività di controllo economico del territorio.
In tali contesti, i baschi verdi del Gruppo di Taranto, nel corso di mirati servizi eseguiti durante i festeggiamenti patronali del Comune di Leporano, hanno fermato il 45enne senegalese T.L. intento alla vendita ambulante abusiva di merce contraffatta.
Nella circostanza, sono state sequestrate nr. 10 paia di scarpe recanti segni distintivi falsi delle note aziende “NIKE”, “ADIDAS” e “FRED PERRY”.
A seguito di interrogazioni telematiche sul conto dell’extracomunitario fermato, è risultato che il medesimo aveva più volte in precedenza fornito generalità diverse (“alias”) ad altri Organi di Polizia e che a suo carico era riconducibile un ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale della Repubblica di Torino, dovendo scontare la pena di oltre 1 anno per il reato di spaccio di sostanze stupefacenti.
Pertanto il predetto T.L., oltre ad essere stato denunziato all’Autorità Giudiziaria competente per il reato di vendita di prodotti con segni falsi e mendaci, è stato tratto in arresto in esecuzione del suindicato ordine di carcerazione ed associato presso la Casa Circondariale di Taranto.
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