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Giornale di Taranto - Giornalista1
Proseguono i prolungamenti dell’orario di visita del Museo Nazionale Archeologico
di Taranto che ha arricchito in questo periodo le sue collezioni con sculture, quadri e
disegni di uno degli artisti più significativi del Novecento Giacomo Manzù, in
mostra nelle sale del Museo.
Anche in questo weekend di ferragosto sarà possibile usufruire delle aperture serali
del MARTA:
Venerdì 15 agosto, il Museo sarà aperto fino alle ore 22.00 (chiusura biglietteria ore
21.30). Alle ore 20.15 verrà effettuata una visita guidata gratuita alle collezioni
museali a cura di archeologi o di personale tecnico della Soprintendenza
(prenotazione telefonica al numero 099/4532112).
Ingresso a pagamento, riduzioni ed esoneri come da normativa.
Sabato 16 agosto, apertura fino alle ore 23.00 (chiusura biglietteria ore 22.30),
nell’ambito del programma Open Days promosso dall’Agenzia Regionale Puglia
Promozione. Le visite guidate gratuite sono fissate alle ore 20.15 e 21.30
(prenotazione telefonica al numero 099/4538639).
Ingresso gratuito dalle ore 20,00.
Taranto, 14 agosto 2014

Arpa in azione sulla litoranea. A seguito di una segnalazione giunta via fax, i tecnici dell'Agenzia regionale per l'ambiente hanno raggiunto la zona di Marina di Pulsano. L'autore della richiesta di intervento riferiva la presenza di sabbia dal colore anomale su una spiaggia a ovest di lido Silvana. Sono stati effettuati diversi sopralluoghi alla ricerca della zona incriminata alla scopo di prelevare campioni della sabbia sospetta da sottoporre a tutte le analisi del caso. Nei prossimi giorni sarà possibile fornire particolari sull'esito della verifica. 

Il punto di vista di Lino De Guido - Associazione Le belle città

 

“La Città Vecchia si sbriciola. La causa? Non regge più al peso delle chiacchiere e al pesante fardello a cui è sottoposta quotidianamente. Le costruzioni popolari e le dimore nobiliari, abbandonate all’incuria e all’inciviltà del privato e del pubblico, si ribellano e non sono più disposte a sopportare le nobili intenzioni, le roboanti dichiarazioni, gli interessanti convegni, i buoni propositi, le coraggiose iniziative, che durano lo spazio di un mattino, per continuare a vivere nel degrado”.  Incominciava così il comunicato inviato alle redazioni lunedì 10 febbraio u.s. all’indomani del crollo di via di mezzo.  

Sono trascorsi sei mesi e ci ritroviamo a fare i conti con un ennesimo cedimento strutturale, figlio dell’incuria e dell’inciviltà del privato, che scientemente ha deciso di abbandonare l’isola senza provvedere a mettere in sicurezza l’immobile.

In questo arco di tempo, la Città vecchia è stata teatro di un cartellone di convegni, che hanno visto il protagonismo delle Istituzioni e delle Associazioni di categoria e professionali. Chiediamo agli scienziati che si aggirano in Piazzetta San Francesco: quali benefici hanno prodotto? Quali le risultanze? E quali sono gli atti concretamente sperimentati? Perché non l’abbiamo ancora percepito.  

In merito all’ultimo crollo, vogliamo precisare che, a parer nostro, è falsa la rappresentazione della donazione, poiché l’atto compiuto dai proprietari dello stabile di via Duomo non ha nulla a che spartire con il gesto del dono; è più corretto affermare che dinanzi ad un serio problema abbiano deciso di consegnarlo alla responsabilità della Curia.

Dobbiamo essere consapevoli che nei prossimi mesi, a causa e a seguito delle copiose piogge che si abbatteranno sul territorio, si verificheranno altri episodi simili, poiché ci sono stabili tenuti in piedi da un fitto ingorgo di tubi innocenti.

Mettere in sicurezza il territorio è la priorità che comporta però investimenti economici non indifferenti per il Comune. E’ doveroso salvaguardare l’immenso patrimonio della Città Vecchia ed è necessario agire con cura e tempestività, prima che si verifichi l’imponderabile.

Ribadiamo, ancora una volta, che occorrerebbe agire in favore del terzo settore, stipulando convenzioni per la rigenerazione e la gestione degli spazi pubblici; agire nei confronti del privato, sanzionando le famiglie proprietarie dei palazzi che contravvengono alle regole della convivenza e della cittadinanza, e, allo stesso tempo, premiando gli atti e i comportamenti dei privati che valorizzano l’ambiente urbano; agire rapidamente per adottare soluzioni efficaci alla tutela del patrimonio pubblico.

Continuiamo a credere che tutto ciò che non può più essere salvaguardato, ristrutturato e rigenerato, debba essere demolito al fine di restituire decoro e bellezza al centro storico della nostra città. I ruderi sventrati, distrutti, privi di vita e pieni di rifiuti, puntellati da lastroni di acciaio, che ancora oggi abitano l’Isola, non hanno più alcun valoro storico-architettonico.

Lino De Guido

a cura di Amedeo Cottino

Le aziende che assumono giovani laureati, dottorandi e dottori di ricerca possono ricevere contributi e sgravi: tutte le informazioni del bando FIxO di Italia Lavoro.

Il bando FIxO “Scuola e Università” prevede l’erogazione di incentivi a favore dei datori di lavoro di tutti i settori economico-produttivi per l’assunzione di giovani (laureati, dottorandi e dottori di ricerca) under 30 con contratto di apprendistato di alta formazione e ricerca. Possono partecipare:

imprenditori individuali, liberi professionisti e lavoratori autonomi

·         società di persone, di capitali, cooperative

·         consorzi di diritto privato

·         enti privati con e senza personalità giuridica

·         imprese o enti privati costituiti all’estero non altrimenti classificabili che svolgono attività economica in Italia con almeno una sede operativa nel territorio nazionale.

NB: restano esclusi i soggetti sottoposti a forme di influenza pubblica tale da essere compresi nella fattispecie di organismi pubblici.

Gli incentivi

Il contributo economico per le aziende ammesse al bando è pari a 6.000 euro per ogni assunto a tempo pieno, 4.000 se a tempo parziale per almeno 24 ore settimanali. Inoltre sono previsti sgravi retributivi e contributivi:

·         applicazione aliquota del 10% della retribuzione imponibile per le imprese dai 10 dipendenti;

·         sgravio contributivo al 100% nei primi 3 anni di contratto (dal quarto si applica l’aliquota 10%) per imprese con meno di 10 dipendenti.

Le spese sostenute per la formazione sono escluse dalla base per il calcolo IRAP. Laretribuzione dell’apprendista deve essere definita dal CCNL dell’impresa e può essere: fino a 2 livelli inferiori identica a quella dei lavoratori addetti a mansioni che richiedono la qualifica alla quale è finalizzato il contratto; stabilita in misura percentuale rispetto a quella dei lavoratori addetti  a mansioni che richiedono la qualifica alla quale è finalizzato il contratto.

Requisiti apprendisti

·         età compresa tra 18 (17 se in possesso di qualifica professionale) e 29 anni (e 364 giorni).

·         non aver avuto nei 12 mesi precedenti l’avvio del contratto, rapporti di lavoro subordinato con l’azienda che riceve il contributo.

Apprendistato di alta formazione

L’assunzione deve avvenire tramite contratti di lavoro di apprendistato a tempo indeterminato (sono ammessi solo quelli sottoscritti a dal 24 giugno 2014), che consentono lo svolgimento di attività di ricerca ed esperienze professionali, nonché il conseguimento di titoli di studio di alta formazione:

·         diploma di istruzione secondaria superiore,

·         titoli per la specializzazione tecnica superiore (ITS e IFTS),

·         titoli di studio universitari (laurea triennale, magistrale e magistrale a ciclo unico, master di I e II livello, dottorato di ricerca). Una volta conseguito il titolo o al termine del progetto di ricerca, se non viene esercitata la facoltà di recesso il rapporto prosegue come subordinato a tempo indeterminato.

 La formazione in azienda

La formazione dell’apprendista deve svolgersi nell’ambito dell’orario di lavoro. L’impresa ha la possibilità di co-progettare il percorso formativo in ragione di proprie esigenze inserendo in organico profili medio-alti con competenze specialistiche, che possono contribuire a portare innovazione  e far crescere la produttività. La durata del periodo di formazione (minimo 6 mesi) è rimessa alle Regioni, in accordo con parti sociali e organi istituzionali tra cui università e istituzioni scolastiche e formative. Se non sia stata ancora regolata dalla Regione, la durata massima è rimandata a convenzioni tra datore di lavoro e/o associazione datoriale più rappresentativa e singola istituzione formativa.

Domanda

La domanda di contributo può essere presentata unicamente attraverso la piattaforma web FixoL4.italialavoro. C’è tempo fino al 31 dicembre 2014, salvo esaurimento fondi (che sarà comunicato sul sito di Italia Lavoro). Le aziende devono registrarsi per ricevere codice utente e password, insieme al PIN. Dovranno essere allegati:

·         documento id identità in corso di validità del legale rappresentante del soggetto beneficiario

·         dichiarazione sostituiva iscrizione alla CCIIA (o dichiarazione sostitutiva con cui l’interessato dichiara di non essere soggetto all’iscrizione; per iscritti ad albi professioni, deve essere indicato ordine e numero di iscrizione)

·         documento di identità in corso di validità del lavoratore assunto per cui si chiede il contributo

·         copia integrale del modello UniLav, UniSom

·         copia del piano formativo individuale associato all’attività del lavoratore.

Erogazione contributo

L’assegnazione del contributo avviene a sportello, seguendo l’ordine cronologico di presentazione delle domande. Fanno fede data e ora indicate nella ricevuta elettronica. Gli elenchi di imprese ammesse saranno pubblicati sul sito del progetto. Una volta ammessi, il contributo potrà essere erogato in due modalità alternative a scelta:

·         unica soluzione anticipata se con garanzia bancaria o assicurativa di almeno 24 mesi dalla data di assunzione, per l’intero ammontare del contributo richiesto; entro 60 giorni dalla pubblicazione dell’elenco di ammissioni va spedita un raccomanda a/r a “ItaliaLavoro Spa- FIxO S&U, via Guidubaldo del Monte, 60 00196 Roma con la richiesta di liquidazione del contributo a cui allegare garanzia fideiussoria  e copia di un documento di identità valido: il contributo arriverà entro 120 giorni;

·         unica soluzione posticipata; entro 60 giorni dalla chiusura del primo anno di apprendistato il beneficiario dovrà inviare con raccomanda a/r a ItaliaLavoro o tramite PEC all’indirizzo  Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.  la richiesta di liquidazione del contributo, allegando copia conforme all’originale del libro Unico del lavoro relativo alla 12esima mensilità a partire dall’assunzione e copia del documento di identità: il contributo arriverà entro 120 giorni.

Licenziamento/dimissioni lavoratore

Nel caso di licenziamento o dimissione volontaria del lavoratore nei primi 12 mesi, l’azienda dovrà entro 15 giorni:

·         comunicare la variazione a Italia lavoro

·         inviare copia della comunicazione telematica delle dimissioni o licenziamento

·         inviare copia conforme all’originale dell’attestazione relativa al titolo di studio conseguito nel corso dell’apprendistato.

Non si ammette la sostituzione dei lavoratori per cui è concesso il contributo. Nell’ipotesi in cui l’azienda abbia scelto l’erogazione anticipata, dovrà restituire a Italia lavoro:

·         l’intero contributo riconosciuto in caso di interruzione del rapporto di lavoro nei primi 6 mesi dalla stipula del contributo

·         un importo proporzionale al periodo intercorso tra la data delle dimissioni/licenziamento e il periodo di 12 mesi, qualora l’interruzione avvenga decorsi 6 mesi dalla stipula del contratto.

Non si dovrà restituire alcun contributo se il rapporto di lavoro si interrompe dopo il conseguimento da parte del lavoratore del titolo per il quale è stato stipulato il contratto di apprendistato e siano comunque decorsi almeno 6 mesi dalla stipula del contratto.

 

Il Sindaco di Carosino (Ta), Arcangelo Sapio insieme al suo Esecutivo, hanno tenuto una conferenza stampa, per illustrare la 48° edizione della Sagra del Vino, l’atteso evento dell’Estate carosinese che quest’anno si presenta differente e ben articolato nella 4 giorni in cui si dipaneranno varie iniziative inerenti l’economia pulsante di Carosino.

La Sagra, quest’anno, a causa del fresco insediamento dell’Amministrazione Arcangelo Sapio, la si è dovuta organizzare in tutta fretta e come al solito con la dolente nota delle magre finanze che ormai angosciano gli Enti pubblici. 

Ma il coinvolgimento della locale Pro Loco e altre Associazioni, fortemente voluto dal Primo Cittadino, per la maggior parte composte da giovani, tra l’altro anche lo stesso esecutivo conta presenze di giovani carichi di entusiasmo e di tanta voglia di fare, hanno fatto si che anche quest’anno si riuscisse a varare un programma di tutto rispetto.

L’essenza di questa edizione è un ponte tra passato e futuro che mescola l’antica tradizione vitivinicola locale con l’innovazione, per dare risposte lungimiranti all’economia del territorio.

La 48° Sagra del Vino, quest’anno sarà ancora più green

Com’è oramai tradizione consolidata, nell’apposita cerimonia di apertura, è prevista,  come ogni anno la spettacolare “accensione” della fontana monumentale da cui,  per l’irrefrenabile gioia del pubblico, al posto dell’acqua vedremo zampillare il tipico vino rosso di Carosino.

Una peculiarità tutta carosinese che ha sempre suscitato un indiscutibile interesse verso questa manifestazione sin dai suoi albori, richiamando dal circondario folle di giovani, adulti, comprese intere famiglie con bimbi al seguito, per essere presenti ad un evento che caratterizza indubbiamente non solo la realtà jonica ma l’intero territorio regionale.

Nel corso delle diverse serate della sagra, sono fruibili gratuitamente spettacoli di tutti i generi (musica, danza, show, INCONTRI artistico-culturali ) e le immancabili degustazioni enogastronomiche, tentando la valorizzazione della vocazione vitivinicola del territorio locale. 

Immancabile è l'appuntamento col ritrovato interesse per i “palmenti”, strutture vinicole una volta presenti quasi in ogni casa ed utilizzati dai caro sinesi per la loro innata passione di fare vino. Un cultura che ha attraversato  diverse generazioni, le quali, attraverso piccoli torchi e qualche malparato strumento ma  con la consapevolezza di un grande sapere atavico e genuino, tramandato di generazione in generazione, hanno prodotto ricchezza per il territorio.

Purtroppo non vi è la disponibilità per consentire la visita delle strutture presenti nel territorio e pertanto, verranno effettuate dimostrazioni pratiche sull'utilizzo di quelle metodiche, attraverso gesti oramai quasi dimenticati, che riemergeranno dal passato nella suggestiva cornice del giardino del Castello carosinese.

“Sfida durissima. Road map con il ministro Martina”. Riconoscere il Salento come "zona di insediamento della malattia”. Il preziosissimo lavoro della Regione consente di rispedire al mittente la decisione dell’UE di abbattere i nostri ulivi. Governo e Parlamento dovranno fare la loro parte. La Regione Puglia non sarà lasciata sola:  

E’ quanto ha dichiarato oggi il senatore Dario Stefàno al termine dei sopralluoghi negli uliveti di Gagliano del Capo, Ugento,  Racale , Alezio e Sannicola insieme ad un gruppo di produttori della zona colpita dalla  Xylella fastidiosa.

“Ho voluto stabilire un filo diretto con il ministro Martina – ha proseguito Stefàno - con cui mi sono confrontato telefonicamente apprezzando disponibilità e sensibilità. Da parlamentare sarò portavoce dei produttori presso il governo: l’eradicazione dovrà essere l’ultima ratio, perché qui è in gioco il passato, il presente ma anche il nostro futuro”.

“Condividerò subito questo proposito con l’assessore Nardoni, poiché Il lavoro fatto dalla Regione e dall’Osservatorio è preziosissimo: ci consente oggi di fare valutazioni e di rispedire al mittente la perentorietà della decisione dell’UE di abbattere indiscriminatamente i nostri ulivi. Oggi sulla scorta di quel lavoro possiamo formulare proposte alternative, concrete, operative e credibili”.

“La strategia, quindi, a mio avviso deve puntare dritta verso la soluzione di considerare il  Salento come "zona di insediamento" della malattia, e che dunque diventi un laboratorio di sperimentazione scientifica a cielo aperto, con il massimo coinvolgimento di tutta la comunità scientifica. Non possiamo lasciare pezzi di quella comunità fuori dalla discussione, anzi dobbiamo lavorare perché tutti si confrontino, anche aspramente, con l’obiettivo di indicare la soluzione migliore.  Non può, non deve essere la politica a farlo.  E se Bruxelles non condividerà questa linea il governo nazionale, con al fianco la Regione, dovrà rompere un approccio burocratico e distaccato non più tollerabile.  E lo faremo anche con i nostri europarlamentari, a cui chiederemo di battere i pugni se necessario”.

La road map indica tra le azioni più urgenti:

-        Subito un provvedimento legislativo urgente che dichiari lo stato di emergenza fitosanitaria e dia al Servizio Fitosanitario Centrale poteri straordinari e risorse per la gestione dell’emergenza

-        Istituzione immediata di un Comitato scientifico centrale che tenga insieme tutta la comunità scientifica: pugliese, nazionale ed internazionale

-        La Costituzione di un Gruppo operativo interministeriale per contrastare la diffusione dell’infezione che coinvolga con il Mipaaf e la Regione Puglia, anche Ministero dell’Ambiente, della Salute e dell’Interno.

“Perché – prosegue- l’infezione non interessa solo il territorio agricolo e vocato all'olivicoltura, ma anche piante da frutto come il ciliegio e il mandorlo (che risultano infetti ma non ammalati) ma anche ornamentali come l'oleandro e la poligala che crescono ovunque: giardini privati e pubblici, terreni incolti e abbandonati, strade comunali, provinciali e statali. Se seguissimo passivamente le indicazioni dell’Ue rischieremmo insomma la beffa di eradicare gli ulivi, sconvolgendo paesaggio, territorio e produzioni,  ma di lasciare gli oleandri infetti nei giardini o sulle strade pubbliche”.

“Certo occorrerò metter mano al tema delle risorse, anche in termini di ristoro per agricoltori e vivaisti. Ma sarà un passaggio conseguente alla individuazione di una strategia. Qui serve un impegno forte del  governo anche nei confronti di Bruxelles, affinché l’Ue condivida con noi immediatamente un approccio differente su una situazione pericolosa e dannosa  per l’ambiente e l’agricoltura  d’Europa”.

“Per questo mi impegno a condividere questa proposta con tutti i parlamentari pugliesi, perché la contesa politica o peggio ideologica su questo tema non scada nella strumentalizzazione. Potrebbe essere letale più del fenomeno”.

Un gruppo di circa quaranta persone non ha potuto imbarcarsi sulla prima corsa per l’isola di San Pietro a causa del numero di passeggeri eccedente la capienza consentita dalla legge. Chi è rimasto a terra ha usufruito delle corsa successiva.

L’inconveniente è dovuto alla contemporanea presenza degli acquirenti del biglietto (vincolato per giorno e orario) e dei possessori di abbonamento (svincolato da giorno e orario) tutti appartenenti alla Marina militare. La prima categoria di viaggiatori è contingentata, la seconda no. L’improvviso e imprevisto afflusso di un numero superiore alla media di abbonati ha creato questa mattina il parziale disservizio.

Quest’anno l’Amat garantisce il servizio di collegamento con l’isola mediante una sola nave nonostante le grandi difficoltà a reperire personale di bordo in possesso dei titoli di legge. L’impossibilità di utilizzare la seconda nave di conseguenza non ha creato, come gli anni passati, le migliori condizioni per gestire il collegamento.

“In questa situazione – commenta il presidente Walter Poggi – l’azienda mette in campo tute le risorse organizzative per garantire ai cittadini e alla Marina il miglior servizio possibile. Auspico la più ampia collaborazione degli utenti perché non si determinino nuovamente condizioni di soprannumero in particolare nella prima corsa del mattino”.  

RISCONTRATE ANCHE VIOLAZIONI AL TESTO UNICO DELLE LEGGI BANCARIE..ACCERTATI “PRESTITI” CON INTERESSI APPLICATI FINO AL 60%.
Militari del Gruppo di Taranto, su disposizione del G.I.P. presso il locale Tribunale, hanno eseguito, alle prime luci dell’alba, 2 ordinanze di custodia cautelare in carcere ed un sequestro preventivo ex art 321 c.p.p. di due immobili, due autoveicoli, 1 motociclo per un valore complessivo di oltre 270 mila euro, nonché di disponibilità finanziarie.
La custodia cautelare riguarda due coniugi tarantini, M.F. di 41 anni e B.S. di 36 anni, per i reati di usura, abusivismo finanziario, evasione e intestazione fittizia di beni.
L’attività di servizio ha tratto origine da un arresto in flagranza per stupefacenti, operato dalla Fiamme Gialle nel 2012 nei confronti del predetto M.F..
A seguito degli approfondimenti investigativi scaturiti dall’esame della documentazione rinvenuta in sede di perquisizione domiciliare eseguita nell’occasione del predetto arresto, è emerso che M.F., in concorso con alcuni suoi congiunti ed altre persone, ha posto in essere un’illecita attività di finanziamento nei confronti di operatori nel settore del commercio ambulante.
GUARDIA DI FINANZA
COMANDO PROVINCIALE TARANTO
Guardia di Finanza Punto di contatto: Ten.Col. Domenico MALLIA
Comando Provinciale Taranto Tel. 0997202110
via Scoglio del Tonno, n. 31 – 74100 - Taranto
M.F. si è reso responsabile anche del reato di evasione dalla detenzione domiciliare disposta per l’arresto del 2012, per motivi connessi alla sua attività delinquenziale di usuraio.
E’ stata accertata l’applicazione di tassi usurari, a fronte delle somme di denaro prestate, fino al 60%, nonché una sproporzione tra il valore dei beni mobili ed immobili nella disponibilità dei predetti coniugi, intestati anche ad interposte persone, e i redditi dichiarati dagli stessi.
In tale contesto, altre due persone sono state denunziate a piede libero all’A.G. inquirente per i reati di favoreggiamento personale ed intestazione fittizia di beni.

 

DICHIARAZIONE DELL'ASSESSORE NARDONI

Gli esiti dei monitoraggi effettuati nell’ultimo periodo registrano la presenza di piante con sintomi di Xylella fastidiosa, in allargamento rispetto alle aree infette originarie.

Infatti, i confini delle zone infette, specialmente quelli dell’ampia zona di Gallipoli, sono da ritenersi ormai superati,considerato che la manifestazione sintomatica dell’infezione è purtroppo in progressione verso le aree vicine in quanto, molto probabilmente e in base alle conoscenze scientifiche attuali, oggi si stanno manifestando i sintomi su piante di olivo già infette da qualche tempo ma sinora asintomatiche.

Le istituzioni scientifiche, non solo regionali,dal momento del rinvenimento della Xylella fastidiosa in Provincia di Lecce (avvenuto ad ottobre 2013) sono fortemente impegnate nel lavoro di ricerca dai cui esiti hanno tratto origine: le prime note tecniche adottate con delibera 2023 della giunta regionale in data 29 ottobre 2013.; le “Linee Guida regionali”; e il conseguente piano operativo che potrà essere oggetto di  modifiche e/o implementazioni in relazione all’evolversi delle conoscenze scientifiche, considerato lo stato iniziale delle conoscenze e soprattutto  l’unicità dell’evento fitosanitario che costituisce il primo caso di infezione a livello europeo.

Considerata l'importanza dell'evento la regione Puglia ha ritenuto sin da subito di regolare la comunicazione mediante specifici incontri presso gli uffici provinciali dell'agricoltura di lecce, e comunicati stampa a cura dell'osservatorio fitosanitario regionale. Ciò anche al fine di evitare pericolose speculazioni da parte di altre regioni o di paesi europei concorrenti nel settore che potrebbero avere ricadute economiche sull'olivicoltura pugliese ben più gravi della stessa malattia.

Va fatta chiarezza su quanto si sta assistendo nella espansione delle infezioni, precisando che i sintomi che si stanno evidenziando in questo periodo non sono infezioni verificati in questi pochi mesi, ma per quanto è noto sulla evoluzione delle infezioni della X.fastidiosa, sono la conseguenza di infezione avvenute nelle precedenti annate e per le piante ormai completamente disseccate da almeno 3 anni. Ciò determina la possibilità che si assista ad un ulteriore incremento delle infezioni specialmente nelle aree contigue a quelle già con elevata presenza di infezioni del batterio e per le quali non è al momento possibile utilizzare mezzi e strumenti in grado di bloccare gli effetti.

Da quando abbiamo scoperto l’infezione del batterio da quarantena molto è stato fatto e va ricordato l’impegno dei funzionari regionali e di quelli del Ministero sul difficile e serrato confronto con la Commissione Europea dove siamo riusciti a mitigare gli effetti di una decisione che altrimenti sarebbe stata devastante.

Come si ricorderà, infatti, la Commissione Europea aveva inizialmente proposto il blocco di tutte le attività di commercializzazione e movimentazione di ogni tipo di pianta non solo nell’area del contagio ma anche nelle aree attigue delle province di Taranto e Brindisi.

Solo con una intensa attività di ricerca da parte delle istituzioni scientifiche e di monitoraggio che  non ha precedenti, per l’organizzazione e la elevata intensità capillare sul territorio, è stato possibile produrre circa 16.000 analisi che hanno permesso di individuare in pochi mesi le aree interessate e produrre un “Piano di azione” che è stato presentato al Ministero e alla Commissione europea e ha, anche, consentito di presentare entro aprile un importante lavoro di redazione del “Dossier Solidarietà” al fine di accedere alle risorse economiche messe a disposizione dalla Commissione europea e che a tutt’oggi è in fase di definizione e approvazione.

Specifica attività di eradicazione è stata messa in atto specialmente nelle zone focolaio puntiformi, così come previsto dalle decisioni comunitarie, dove dono state estirpate al 15 di aprile le 104 piante individuate infette a tale data.

La Regione ha anche immediatamente avviato programmi di ricerca impegnando risorse proprie per circa 250,000,00 € al fine di studiare e il comportamento di un parassita da quarantena che se anche presente un qualche altro continente non è mai stato studiato con la tipologia simile a quella presente nel nostro territorio sull’olivo. Su tale fronte numerose sono state le risposte ottenute dalle istituzioni scientifiche riuscendo a definire e identificare un ceppo specifico che si differenzia da tutti gli altri presenti nel mondo (Xylella fastidiosa subspecie pauca ceppo CoDiRO).

Notevole e l'impegno finanziario assunto sino ad ora dalla regione Puglia che ha stanziato 2 milioni di euro con la legge di bilancio 2014 e ulteriori 2 milioni di euro con l'ultima legge di assestamento.

L’Osservatorio fitosanitario regionale ha emanato le precitate “Linee guida” sulla base delle conoscenze tecniche e scientifiche ad oggi acquisite ed avvalorate dalle istituzioni scientificheche stanno conducendo i lavori di ricerca e con la condivisione dei soggetti istituzionali, economici e sociali presenti sul territorio, individuando quanto è necessario porre in essere al momento per contrastare nel modo più efficace possibile la diffusione della X.fastidiosa.

Tali Linee guida riportano gli aspetti fondamentali su cui si basa la prevenzione e il contenimento della diffusione della Xylella fastidiosa che sono essenzialmente due e consistono prevalentemente sul controllo dei vettori (insetti che trasmettono il batterio da una pianta infetta ad una sana) e la eliminazione, per quanto possibile, di tutte le piante infette. L’attuazione di tali misure consente sicuramente di abbassare la quantità di inoculo presente nel territorio e conseguentemente di ridurre notevolmente il possibile avanzamento della malattia.

E’ assolutamente opportuno precisare che l’attuazione del piano operativo per ridurre la popolazione (consistenza numerica) del vettore non comporterà un diffuso ed incontrollato utilizzo di insetticidi in quanto i principi attivi e le dosi da utilizzare agiranno esclusivamente e specificatamente sull’insetto (appartenente alla famiglia dei Cicadellidi) che, in base alle conoscenze attuali,costituisce il vettore prevalentedella X.fastidiosa, senza alcuna negativa interazione su altra microfauna presente.

Pertanto, si ritiene utile contestualmente all’avvio del piano operativo attuare una capillare azione divulgativa sul territorio e prevalentemente verso gli agricoltori e i vivaisti mediante uno specifico piano divulgativo da attuare congiuntamente alle organizzazioni agricole presenti sul territorio che deve interessare in immediato gli agricoltori delle aree infette e delle aree tampone vicine alle stesse ma che deve necessariamente essere esteso con la stessa urgenza a tutte le altre aree della provincia di Lecce, compreso le zone limitrofe ai vivai per garantire una status fitosanitario indenne,  nonché a tutto il territorio pugliese a scopo informativo e preventivo.

Gli esiti del monitoraggio effettuato sino ad oggi sui vettori e sulle piante sono stati riportati in cartografia e sono stati illustrati e discussi unitamente al piano di azione da attivare con immediatezza nel corso dell’ultimo incontro tenutosi all’inizio di agosto presso il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali,nel quale è stata condivisa, tra l’altro, la necessità di emanare urgentementeun Decreto che dichiari lo stato di emergenza fitosanitaria in atto nella Provincia di Lecce e che consenta di agire con poteri straordinari nell’attuazione del piano operativo individuato dalla regione e consistente prevalentemente nel monitoraggio costante delle aree contermini a quelle infette, nel trattamento contro i vettori e nell’abbattimento delle piante infette (principalmente e prioritariamente nelle aree che costituiscono focolai isolati e in quelle cosiddette tampone che sono in continuità con le stesse).

Inoltre, a scopo preventivo e in base alle conoscenze attuali è stata prospettata in tale riunione la necessità di individuare a confine della provincia di Lecce una fascia continua avente una larghezza di circa 2 Km che taglia trasversalmente la penisola salentina dall’Adriatico allo Ionio nella quale effettuare costantemente un capillare monitoraggio allo scopo di confermare, in primis, l’assenza di vettori e di piante infette e successivamente una eventuale presenza di vettori o piante infette..

In sostanza con il supporto del sistema informativo territoriale della regione puglia, è stata individuata una fascia in relazione alle caratteristiche del territorio (bassa densità demografica, utilizzo agricolo, ecc.) estesa complessivamente circa 9.000 ettari che in base alle conoscenze attuali non risulta infetta e comunque posizionata ad una adeguata distanza di sicurezza rispetto a quella infetta. Tale fascia assumerà funzione di area di sicurezza ad alta sorveglianza fitosanitaria e potrà costituire concretamente barriera ad eventuale avanzamento della infezione verso nord.

In tale fascia sono previste specifiche attività di monitoraggio, sia con telerilevamento che con campionamenti in superfice, su insetti e piante, al fine di confermare l’assenza della infezione e di porre in essere una elevata sorveglianza fitosanitaria atta a garantire nel tempo la sanità della stessa. A ulteriore protezione di tale fascia saranno anche monitorate vaste aree contermini della provincia di Lecce nelle quali saranno immediatamente messe in atto misure di eradicazione in caso si accerti la presenza di infezioni.

Nella fascia di sicurezza saranno programmati esclusivamente interventi per limitare la presenza dei vettori con l’utilizzo di insetticidi a basso impatto ambientale e tossicologico già utilizzati ordinariamente dagli agricoltori per contrastare altri parassiti; tali interventi devono essere effettuati anche nelle aree tampone.

L’eventuale presenza di altre aree focolaio nelle zone vicine a quelle infette comporterà una rimodulazione delle zone tampone.

In ogni caso,allo stato, è necessario ed urgente attuare quanto stabilito dalla Decisione Comunitaria emanata per contrastare l’avanzamento del batterio e per non compromettere o procrastinare la definizione e l’approvazione del piano di cofinanziamento comunitario che consentirà concretamente di rafforzare ed intensificare tutte le forze in campo e di porre in essere concrete azioni per il ristoro del danno subito dagli olivicoltori, dai vivaisti e da eventuali alti soggetti della filiera olivicola salentina interessati dall’emergenza fitosanitaria nonchè per il recupero del potenziale produttivo danneggiato che costituisce fonte essenziale per la rinascita del territorio così fortemente e improvvisamente colpito.

L’Assessore Fabrizio Nardoni su relazione dettagliata da parte del suo Ufficio Osservatorio fitosanitario, nella quale è stata evidenziata l’ulteriore gravità della situazione, ha allargato la maglia delle competenze chiamando in causa gli uffici regionali preposti al paesaggio, alla sanità e all’ambiente e ancora una volta abbiamo suonato l’allerta nei confronti del Ministro Martina al quale è stata inviata la dettagliata relazione sul tema oltre a precise richieste nel predisporre misure urgenti che allo stato attuale non possono essere affrontate a livello locale ma hanno necessità di un livello decisionale molto più alto.

In sintesi nell’incontro del 4 agosto riprogrammato al 27 dello stesso mese è stato proposto di:

•    approvare urgentemente di un provvedimento legislativo che

dichiari lo stato di emergenza fitosanitaria per la X. fastidiosa, in analogia a quanto già attuato in situazioni simili che hanno richiesto il riconoscimento di stato di calamità naturale, che dia al Servizio Fitosanitario Centrale poteri straordinari e adeguate risorse finanziarie per la gestione dell’emergenza;

•    istituire a livello centrale di un Comitato Tecnico Scientifico

allargato anche ad altre istituzioni nazionali e internazionali al fine di fornire indirizzi e indicazioni ai soggetti che operano sul territorio e di promuovere e/o condividere programmi di ricerca specifici sulla X. fastidiosa al fine di dare precise risposte ai numerosi quesiti ancora irrisolti.

•    costituire a livello ministeriale di un Gruppo operativo

inter-istituzionale che comprenda le Istituzioni che hanno competenza per l’attuazione delle misure necessarie a contrastare la diffusione della X. fastidiosa (Ministero dell’Ambiente, Ministero della Salute, Ministero dell’Interno).

•    impegnare risorse dedicate e adeguate per fronteggiare il mancato

reddito causato dalla fitopatia ad agricoltori e vivaisti dalle azioni conseguenti in adozione o da adottare, oltre all’immediato trasferimento delle somme già stanziate (fatto subito dopo la riunione) e al supporto nell’approvazione del “Dossier di solidarietà” in sede Comunitaria, di un livello di cofinanziamento non inferiore al 75% e, con la possibilità di ottenerne l’erogazione anche nella forma di anticipo.

In questi giorni si sta predisponendo una revisione del “Piano di azione” per concordarlo e approvarlo nella riunione stabilita al Ministero il 27 agosto e contemporaneamente si sta lavorando per individuare quanto necessario per avviare le attività già dalla fine di agosto.

E evidente a tutti il grado di difficoltà che comporta affrontare una infezione batterica così diffusa che interessa non solo l'Ulivo ma anche alcune piante da frutto e alcune ornamentali come l oleandro, e che interessa un area molto estesa nella quale vi sono non solo i terreni agricoli coltivati ad olivo ma i giardini pubblici e privati, le are incolte, le strade provinciali e comunali.

Ciò comporta la necessità che tutte le istituzioni si sentano coinvolte ad ogni livello e che ciascuno svolga la propria parte.

Spero, conclude Nardoni, che l'interesse dei vari parlamentari, europei e nazionali non si concluda con qualche intervento polemico sulla stampa ma possa accompagnare il lavoro della regione Puglia che, tra mille difficoltà prosegue incessantemente anche in questo periodo feriale.


Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta al senatore Dario Stefàno a firma di Davide De Fazio

Caro Senatore , sono giorni ormai che vari esponenti politici attaccano ingiustamente l ' assessore Fabrizio Nardoni e ne chiedono le dimissioni. Nardoni da quando ha preso il suo posto come assessore alle risorse agricole della Regione Puglia , ha svolto un ottimo lavoro riconosciuto da tutti a livello regionale e nazionale . Il suo operato è stato costellato da tantissimi successi e la sua progettazione ha dato una nuova spinta al settore agricolo della nostra Puglia, soprattutto per quanto riguarda le politiche giovanili. Credo anche che il suo comportamento nell'emergenza Xylella che ha colpito i nostri ulivi , sia stato ineccepibile. Dico questo, perché in vista delle primarie posso comprendere i comportamenti scorretti e i duri attacchi nei confronti dell'assessore Fabrizio Nardoni da parte dell'opposizione , ma non riesco a comprendere come Lei quando è uscito pubblicamente sull'argomento Ulivi e emergenza Xylella, non abbia ritenuto opportuno esprimersi sull'operato di Nardoni, che per altro rappresenta elettoralmente il Suo partito in Taranto e provincia. In considerazione della stima, che nutro nei Suoi confronti, mi permetto di suggerire l'opportunità da parte Sua, di un suo comunicato chiarificatore sull'intera vicenda.

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