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Giornale di Taranto - Giornalista1
E' un appello accorato quello che il presidente  provinciale delle Acli Aldo La Fratta rivolge a chiunque voglia sostenere la sopravvivenza dell'associazione "Sos Alzheimer" che rischia di chiudere.
Ecco il testo.

 

"SOS è un nome davvero appropriato...
L'associazione "SOS Alzheimer" sta per chiudere, suo malgrado, nonostante gli sforzi faticosi ed
encomiabili fatti dal presidente Mimmo Lopresto e dallo staff di volontari che lo hanno
coadiuvato.
Nel suo laconico comunicato, pubblicato sui giornali locali, l'amareggiato e dignitoso Mimmo
conclude chiedendo scusa agli utenti dell'associazione, a quegli utenti che ogni giorno hanno
rappresentato, e rappresentano ancora, la sua ragione di vita vissuta nel dono e nella
fratellanza. A quegli utenti che, oltre a sopportare il loro stato di disagio fisico, devono sopportare
l’ignavia e la vergogna delle istituzioni, sanitarie e non solo.
Le Acli non accettano assolutamente questo epilogo e lanciano un appello a tutti coloro che
possono, e vogliono, trovare una soluzione per questi nostri concittadini e per le loro famiglie.
Anche perché ci troviamo di fronte ad un vero e proprio paradosso: i quotidiani titolano
"Alzheimer: trovato il meccanismo che scatena il morbo" e l'associazione "SOS Alzheimer" di
Taranto chiude.
Per dare sostanza al loro appello, le Acli hanno messo a disposizione di chiunque l'indirizzo
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. , dove potranno confluire proposte, sollecitazioni, indicazioni utili a far
ripartire anche il cuore dell'associazione "SOS Alzheimer"."

Parcheggio chiuso, introiti azzerati, impossibilità di assumere un addetto alla sorveglianza e ….aumento dei furti. Questo è quanto sta accadendo al Parco Archelogico di Saturo area di grande rilevanza grazie all’impegno e al lavoro svolto dal lavoro svolto da chi ne ha assunto la gestione passando in sei mesi a 0 a oltre 10mila visitatori. Oggi il parco archeologico di Saturo può considerarsi  a tutti gli effetti l'unica area archeologica della provincia di Taranto con continuità gestionale ed una strategia precisa di valorizzazione e un’immagine che ogni  cresce a livello nazionale. Insomma, un patrimonio da difendere e sostenere .

Alla luce di quanto sta accadendo, Giancluca Guastella, presidente della Soc.Coop.Polisviluppo- Servizi Archelogici, punta dritto l’indice contro l’operato del Comune di Leporano.

“Nella notte del  22 agosto- scrive Guastella- c’è l’ennesimo furto al Parco Archeologico di Saturo, tra le più importanti aree archeologiche della Puglia, nell'area Arkeogiochi. E' il terzo furto che subiamo in circa tre mesi....Vista la situazione, quello che vogliamo lanciare è  un SOS alle Istituzioni ed alle forze dell'ordine perché si faccia qualcosa per porre fine a questa serie di “visite indesiderate”… “ . Secondo Guastella una delle principali cause di questa serie di incursioni notturne è da ricercare “nella sconcertante decisione, da parte dell'Amministrazione Comunale di Leporano, di chiudere l'area parcheggio del Parco, causando un mancato introito, anche se minimo dato il numero limitato di posti auto, che, ad ogni modo, permetteva alla Cooperativa Polisviluppo di assumere un responsabile del servizio di guardiania notturna. Ed ecco i risultati.....Estate 2013 nessun furto, Estate 2014 tre furti, che pian piano stanno svuotando l'area di attrezzature che la cooperativa ha negli anni faticosamente acquistato per la regolare conduzione del Parco Archeologico. Oltre alla regolare denuncia al locale comando dei Carabinieri-sottolinea il presidente - la cooperativa non mancherà di denunciare l'accaduto alla Soprintendenza Archeologica della Puglia, alla Direzione Regionale ed allo stesso Comune di Leporano. Ci aspettiamo che qualcuno faccia qualcosa, in virtù del fatto che la Polisviluppo dal 2006 conduce il parco AUTOSOSTENENDOSI FINANZIARIAMENTE, non chiedendo il benchè minimo finanziamento pubblico. Ci aspettiamo risposte certe e risolutive, poiché gestire un'area così importante comporta costi notevoli e non potendo contare su piccole entrate economiche, anche se previste da contratto, impone tagli di personale essenziale per la salvaguardia e la tutela del Parco stesso. 
Ai posteri l'ardua sentenza.......” 

 

Lavoro, 530mila in cassa integrazione

530mila lavoratori in cassa integrazione,per un totale di 650 milioni di ore richieste e autorizzate, cosi come emerge nel rapporto di luglio dell'Osservatorio Cig della Cgil nazionale, sono il chiaro segnale di una crisi che colpisce la struttura portante del sistema lavoro in Italia
 
Una situazione che, come si legge nei dati contenuti nel rapporto, emerge chiaramente dall'andamento della cassa straordinaria e dalla bassa percentuale di percorsi di reinvestimento e rinnovamento delle imprese in crisi con un preoccupante processo di deindustrializzazione e quindi di impoverimento dell'economia nazionale.

Il mese di luglio conferma la tendenza all’aumento delle aziende che fanno ricorso ai decreti Cigs

(+27,86%), sono in aumento anche le unità aziendali territoriali coinvolte (+32,25%).

Le aziende sono 4.897 con un aumento del +27,86% sullo stesso periodo del 2013, e riguardano 9.084

unità aziendali territoriali (+32,25%). A Taranto, le Aziende/Gruppi presenti sul territorio che hanno chiesto e ottenuto la cassa integrazione straordinaria sono 29, mentre è pari a 59 il numero delle unità aziendali territoriali coinvolte.  Nel contesto pugliese il capoluogo ionico risulta secondo solo a Bari con 55 Aziende /Gruppi  e 120 Unità aziendali territoriali coinvolti.

Dei 29 decreti Cigs firmati per Taranto 4 sono per l’applicazione dei contratti di solidarietà, 24 per crisi aziendale e 1 per fallimento.

Sono diciotto le Regioni, che in questo mese, fanno registrare un aumento dei ricorsi alla Cigs, mentre in

due diminuiscono.

L’aumento è ormai diffuso su tutto il territorio nazionale, in questo mese, l’aumento maggiore è della

Basilicata (+200,00%), le altre sono; il Friuli (+58,82%), La Valle d’Aosta (+50,00%), il Trentino (+48,84%),

l’Abruzzo (+48,19%), la Sardegna (+46,15%), la Liguria (+44,74%), il Piemonte (+44,17%), il Molise

(+40,00%).

In aumento i ricorsi per crisi aziendale +5,18%, con 2.354 decreti, sono il 48,07% del totale.

In aumento il ricorso al fallimento +44,86%, aumenta il ricorso al concordato preventivo +195,24%.

I contratti di solidarietà continuano ad aumentare, e torna ad aumentare anche la percentuale sul totale

dei decreti rispetto ai valori del 2013.

I ricorsi con i contratti di solidarietà aumentano del +57,44% e costituiscono il 33,92% del totale dei

decreti, nel 2013 erano il 27,55% del totale.

Le domande di ristrutturazione aziendale aumentano sul 2013, (132; +3,94%), le domande di

riorganizzazione aziendale sono (149; +8,76%), nel complesso si conferma una nuova contrazione su

queste causali e con un numero troppo limitato.

 

Gli interventi che prevedono percorsi di reinvestimento e rinnovamento strutturale dell'impresa,

continuano ad essere irrilevanti e in diminuzione, sono solo il 5,74% del totale dei decreti, nel 2013 erano

il 6,89% del totale.

“Resta questo- si legge nel rapporto- uno dei segnali più evidenti del persistere di un processo di deindustrializzazione in atto nel

nostro Paese, ma continua ad essere sottovalutato.” 

L.C.

 

 

 
 
 
 
 
 

e dalla bassissima percentuale di percorsi di reinvestimento e di ristrutturazione delle aziende in crisi.



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Siamo nel cuore di quello che dovrebbe essere il "salotto buono" di Taranto, il Borgo, la foto è stata scattatta in via Duca degli Abruzzi angolo via Principe Amedeo. Sono anni che l'edificio che occupava quell'angolo non c'è più ma malgrado il tempo trascorso quello spazio rimane un triste monumento al degrado e all'abbandono in quanto sembra che i proprietari del terreno non riescano a mettersi d'accordo sul da farsi....

Tra Michele Emiliano e Dario Stefàno, entrambi candidati alle primarie del centrosinistra per rinnovo del Consiglio regionale pugliese, è botta e risposta a distanza. Questa volta è Stefàno a rivolgersi al suo antagonista- invitandolo a mantenere la calma-in una lettera pubblica che di seguito pubblichiamo. 

“Caro Michele sono sorpreso della tua stizzita reazione. Io ho solo ricordato un fatto noto a tutti i pugliesi: da oltre due anni ti sei posto l'obiettivo di succedere a Nichi Vendola, avviando con incomprensibile anticipo la tua campagna elettorale. È inevitabile aver sottratto tempo alla tua città.

 

Detto questo, la rivoluzione qui in Puglia è stata avviata ben 10 anni fa da Vendola e dal centro sinistra. Io ho intenzione di portare avanti la realizzazione di quel progetto di innovazione profonda e di intervenire per migliorarlo. Il piano del candidato Michele Emiliano, invece, qual è? Buttare in mare il bambino con l’acqua sporca, cassare tutte le cose buone già fatte? Beh, a mio avviso, questo non dovrebbe essere il piano di chi, dal centrosinistra e da leader del principale partito della coalizione, che ha espresso sempre il maggior numero di assessori regionali, si propone alla guida della Regione.

 

I pugliesi non chiedono di avere un sindaco regionale, ma un Presidente che sia amministratore affidabile e competente, che ascolti le persone, ne comprenda i disagi e  raccolga i pensieri e le proposte, che tenga insieme territori e sensibilità differenti, che conservi e migliori quanto di buono  è stato fatto e che realizzi concretamente quanto ancora  c’è da fare. 

 

Io in serie A, come dici tu, ci sono arrivato attraverso il consenso degli elettori pugliesi. Non ho solo dichiarato che ci sarei andato, ma ho dimostrato di poterci giocare calcando campi molto delicati e difficili. Ottenendo riconoscimenti unanimi sulla mia fermezza, serietà ed affidabilità. Qualità che mi erano già state riconosciute nella precedente esperienza di assessore regionale. Anche da te, pubblicamente ed in più occasioni. Anche per questo mi sento pronto ad affrontare la sfida. 

 

Ti invito, insomma, molto affettuosamente, a non buttarla in “rissa”, perché nascondere la verità non è quello che serve ai pugliesi. Che si aspettano, anche da te, di valorizzare il lavoro fatto. Perché è stato un lavoro che ha coinvolto e tenuto insieme un’intera comunità. 

 

Pensiamo quindi al futuro della Puglia. Ai contenuti, ai valori. Alle idee. Quelle buone però”.

 

 

 

Musica, shopping, gastronomia, artisti di strada, spettacoli e tanto divertimento caratterizzeranno la seconda edizione della Notte Bianca a Ginosa, uno degli eventi più attesi del calendario estivo.

L’amministrazione Comunale di Ginosa, in collaborazione con Radio Web Ginosa e l’associazione Swift Relation, presenta l’evento che si svolgerà  sabato 23 agosto 2014, in Corso V. Emanuele dalle ore 21,00 alle 05,00.

“L’auspicio è quello di vedere nuovamente le strade della nostra città invase da persone in festa per trascorrere - ha commentato il Sindaco Dott. Vito De Palma - una notte spensierata di puro divertimento in tranquillità e sicurezza”.

“La Notte Bianca è un’occasione per riscoprire la cittàe le sue peculiarità commerciali, turistiche e di intrattenimento” – ha sottolineato l’Assessore alla cultura Mario Toma.

Con questa iniziativa, infatti, il Comune di Ginosa, ha l’obiettivo di far conoscere la rete del commercio locale, senza dimenticare il

proprio patrimonio artistico ed enogastronomico.

 

A firma della Dott.ssa Annamaria Maiellaro è stata pubblicata sul BURP  n. 113 del 21-08-2014 la DETERMINAZIONE DEL DIRIGENTE SERVIZIO TURISMO 6 agosto 2014, n. 73 con la quale è stato approvato l'Albo Regionale delle Associazioni Pro-loco 2014 dal quale risultano escluse per varie motivazioni le  PRO LOCO di MARINA di GINOSA, PALAGIANO, MARTINA FRANCA e MOTTOLA. Sul provvedimento regionale si legge testulamnte che risultano possedere i requisiti per l’iscrizione all’Albo regionale 2014 n. 17 Associazioni Pro-loco della Provincia di TARANTO e che sono AVETRANA, CAROSINO, CASTELLANETA “Domenica Terrusi”, CRISPIANO, LAMA “Lama e le sue contrade”, LIZZANO, MANDURIA, MARUGGIO, MASSAFRA, MONTEIASI, MONTEMESOLA, PULSANO, SAN GIORGIO JONICO, SAN MARZANO Dl SAN GIUSEPPE “Marcianti”, SAVA, TARANTO, TORRICELLA. Sono escluse dall’iscrizione all’Albo regionale delle Pro - loco di Puglia, per le motivazioni specificate, le Pro Loco di: MARINA di GINOSA, PALAGIANO: hanno presentato documentazione incompleta MARTINA FRANCA e MOTTOLA: numero dei soci comunicato inferiore a 50. Sono situazioni queste che non vorremmo mai sentire in quanto contribuiscono a dare una immagine del nostro territorio sempre più sconfortante. Non è possibile che aree turisticamente all'avanguardia come ad esempio Marina di Ginosa e Martina Franca per l'anno 2014/2015 non avranno le Pro Loco. Ci chiediamo sarà possibile ovviare a questa situazione? Come mai le locali Amministrazioni comunali non hanno vigilato su questa vicenda? 

 

 

 

 

Dario Stefàno non andrà a Guagnano per consegnare la cittadinanza onoraria all'imprenditore bergamasco Guglielmo Alessio. Non lo farà perchè in quel contesto avverrà la consegna del premio "Terre del Negroamaro" al leghista Flavio Tosi, sindaco di Verona. 

"Per chi come me ha lavorato a lungo per tenere unito un sistema intorno a un suo simbolo, a valori e a obiettivi comuni- scrive il senatore di Sel- non è facile sposare una scelta che divide.

Dopodomani avrei dovuto consegnare personalmente, per conto del Comune, la cittadinanza onoraria a Guglielmo Alessio, un bravo imprenditore bergamasco, titolare dell'azienda agricola "Jentu", insediata proprio a Guagnano. 
Ma non lo farò, nonostante fossi felice e onorato di poterlo fare perché credo sia un'altra bella storia imprenditoriale legata a questo territorio. Ai nostri prodotti. Alla sostenibilità.

Non posso farlo per una ragione ben precisa. Perché la cornice è quella della consegna del premio "Terre del Negroamaro" a Flavio Tosi.

Non aggiungo nulla di più alle ragioni della disapprovazione, giusta e legittima, che si è sollevata tra l'opinione pubblica, tra gli addetti ai lavori, e nella stessa comunità salentina.

Dico solo- prosegfue Stefàno- come ho spiegato direttamente al sindaco di Guagnano in una email di qualche giorno fa, che le motivazioni forzate, dietro la scelta di assegnare il riconoscimento ad una personalità politica, che non risulta abbia contribuito direttamente alla crescita o alla affermazione di questo nostro vitigno, hanno snaturato il senso stesso del premio.

Ma, cosa ancor più grave, rischiano di spingere su di un crinale di fragilità e di divisioni tutto un sistema vitivinicolo che, negli ultimi anni, ha trovato energie e ambizioni straordinarie proprio nell'unità e nella condivisione di strategie e obiettivi. 

Il Negroamaro è un "nostro" vitigno. E' una delle bandiere, un ambasciatore autorevole e credibile del Salento e della Puglia in tutto il mondo. E' l'emblema della riscossa di un settore che ha saputo fare squadra intorno a qualità e autoctonia e che in questa occasione, invece, viene purtroppo esposto ad una polemica dannosa. 

Sono profondamente dispiaciuto. Ma per quanto amo questo nostro pezzo di storia produttiva, non posso fare diversamente.

Con la mia assenza- conclude Stefàno- difendo una dimensione armonica che insieme abbiamo contribuito a costruire in questi anni. E che andrebbe rafforzata e mai esposta a polemiche e divisioni".

Di fronte alla pesante crisi che ha messo in ginocchio l'autrasporto ionico, la segreteria provinciale di TRASPORTOUNITO FIAP lancia un appello a imprese e consorzi del territorio perchè denunci la grave situazione della categoria e aderisca alle proposte contenute in un articolato documento.

"Tale situazione di assoluto disagio - scrive il segretario provinciale Biagio Provenzale- scaturisce dal protrarsi del ritardo nei pagamenti da parte di ILVA Spa per i trasporti già effettuati e dal mancato raggiungimento di un accordo per il contratto ENI da parte del gruppo LTS, assegnatario diretto del 50% dei trasporti c/ENI e dell'ulteriore 25% ribaltati in subappalto dai neoaffidatari dei trasporti di prodotti petroliferi, BT TRASPORTI e G&A Spa (cordata Bertani/Gavio).
Il documento - sottolinea Provenzale-  vuole rappresentare un invito alla categoria ad esperire un'azione sindacale di carattere collettivo atta ad ottenere risposte chiare ed immediate e scongiurare il rischio imminente di chiusura per decine di imprese". 
 
Pubblichiamo di seguito il testo integrale del documento inviato agli imprenditori del settore.

"La pausa estiva si è rivelata occasione per cogliere, inequivocabili, i segnali di un lento e inesorabile declino delle aziende di trasporto del territorio.

Ne è testimone la recentissima manifestazione organizzata agli inizi di agosto da CONFINDUSTRIA TARANTO “ULTIMA FERMATA”, a descrivere l’ultimo stadio di una malattia apparentemente incurabile vissuta dalle aziende locali, molte delle quali legate a doppio filo alle sorti – ad oggi imprevedibili – dello stabilimento siderurgico ILVA che, nell’onorare giustamente il pagamento delle retribuzioni, dei rimborsi 730 e dei premi di produttività per i propri dipendenti, trascura ormai già da qualche mese l’indotto e, per quanto attiene l’autotrasporto, il pagamento delle competenze dei vettori locali che hanno già sostenuto le spese “vive” (stipendi, gasolio, pedaggi, ecc.) per l’esecuzione dei trasporti.

La manifestazione confindustriale, ad ogni buon conto, ha denunciato una situazione di inerzia delle istituzioni locali verso qualsivoglia riqualificazione in chiave produttiva del nostro territorio; la presenza di tanti trasportatori (e di TRASPORTOUNITO) all’”ULTIMA FERMATA” denota che i presupposti della protesta siano ampiamente condivisi dalla categoria degli autotrasportatori.

A ben vedere, però, l’autotrasporto tarantino (calcando le orme dell’andamento nazionale), soffre una manifesta arretratezza imprenditoriale, oltre che concettuale: mentre i best competitor a livello nazionale ed europeo crescono in fatturato e dimensione, ricorrono all’internazionalizzazione, alla specializzazione/diversificazione dei servizi offerti, le aziende locali basano la loro strategia competitiva, tout court, sul ribasso (a volte imposto, altre voluto) del prezzo del trasporto, mentre i costi di esercizio aumentano esponenzialmente. Per di più, il capoluogo ionico è terra di conquista per una moltitudine di vettori non residenti che lavorano con i nostri committenti mentre i nostri mezzi sono fermi per carenza di commesse. Inaccettabile!

Per effetto di tali circostanze si è innescata una spirale distruttiva per il settore, apprezzata da qualche “furbo”  committente che ha potuto incrementare i suoi margini di guadagno, “sorvolando” distrattamente i diritti di un’intera categoria:

E’ stato leso il diritto di ricevere un equo pagamento per i trasporti effettuati, nonostante latutela normativa offerta dall’art. 83 bis L. n. 130/2010, recante disposizione sui “costi minimi per la sicurezza dell’autotrasporto” per i quali, pur in attesa dell’imminente sentenza della Corte di Giustizia Europea che si esprimerà sulla loro compatibilità con le direttive europee, diversi fori (Lecce, Pavia, solo per citare gli ultimi in ordine di tempo) si sono già espressi in senso favorevole all’autotrasportatore per l’ottenimento della compensazione per le minori somme pagate dal committente (rispettivamente 70 mila e 460 mila euro).

E’ stato leso il diritto di essere indennizzato per le soste prolungate dei veicoli al carico/scarico, a causa dalle  inefficienze logistiche della committenza.Ancora una volta, è una precisa previsione normativa, la D.D. n. 69/2011, a riconoscere l’obbligo del committente di effettuare lo scarico entro 2 ore dall’arrivo del veicolo e di pagare un indennizzo per i tempi superiori di attesa al carico/scarico nella misura di € 40,00 all’ora.

 

 

 

 

E’ stato leso il diritto alla certezza dei pagamenti con tempi d’incasso,  fino a 150 gg., per cause imputabili alle crisi della grande industria o, in altri contesti, dell’operato indegno di sedicenti trasportatori estranei al territorio. Tutto questo, in palese violazione della direttiva comunitaria n. 7/2011 che obbliga il committente, in assenza di deroghe tra le parti, al pagamento delle fatture entro i 30 gg. dal loro ricevimento.

Non si ritiene opportuno, in questa sede, invocare ulteriori interventi a pioggia per il settore da parte del Governo, in quanto le attuali previsioni normative – che di per sé potrebbero già migliorare le condizioni del trasporto - sono puntualmente disattese dagli stessi trasportatori per il timore di perdere le poche commesse rimanenti sul territorio.

Di concerto con le imprese associate, è intendimento della segreteria provinciale di TRASPORTOUNITO FIAP, esperire ogni azione di carattere sindacale utile a sostenere a tutti i livelli (sindacale, istituzionale, industriale) le richieste avanzate dagli autotrasportatori ionici. Già in sede di Consiglio Nazionale lo scorso 19 luglio a Civitavecchia, quale rappresentante per la città di Taranto lo scrivente ha richiesto al Presidente F. Pensiero ed al Segretario Generale M. Longo una particolare attenzione per la città di Taranto, che vive questo momento così drammatico: l’incertezza ILVA, la questione ENI, il ritardo nell’avvio dei lavori di riqualificazione del porto, solo per citare i più noti.

TRASPORTOUNITO FIAP, dal suo canto, prosegue – a livello nazionale -  la tutela degli interessi della categoria, ricorrendo al tavolo della concertazione (possibile peraltro a seguito dell’ingresso in CONFETRA, la Confederazione Generale dei Trasporti e della Logistica), sostenendo e richiedendo al Governo una serie di interventi su tematiche di indiscussa validità per l’autotrasporto:

  1. Forma scritta del contratto di trasporto, come elemento fondamentale di chiarezza nei rapporti tra le parti;
  2. Trasparenza dei “rating” di legalità” introdotti dalla legge “Cresci Italia”, cui collegare elementi di premialità/penalizzazione nella scelta del partner logistico;
  3. Certezza dei tempi di pagamento mediante l’introduzione contrattuale di una clausola penale;
  4. Tracciabilità dei pagamenti per contribuire a contrastare le pratiche illecite;
  5. Limiti al ricorso alla subvezione, per evitare lo sfruttamento dell’ultimo anello della filiera;
  6. Promozione di clausole di durata per stabilizzare i rapporti;
  7. Riconoscimento certo, non negoziabile, del costo del gasolio e dei pedaggi come costi fissi non dipendenti dalle capacità imprenditoriali;
  8. Semplificazione delle controversie attraverso il tentativo di mediazione presso le Associazioni di categoria mediante clausole arbitrali;
  9. Razionalizzazione del regime assicurativo della merce trasportata.

 

Certo che anche tu vorrai far valere i tuoi diritti, ti invito ad aderire alle iniziative di  TRASPORTOUNITO FIAP e ti saluto cordialmente.


In spiaggia fino ad ottobre, in Puglia? Sì, ma con le stesse condizioni di sicurezza e di balneabilità della stagione estiva. Il presidente del Consiglio regionale, Onofrio Introna, ritorna sulla sua proposta di tenere gli ombrelloni aperti a settembre e ottobre sulle spiagge pugliesi, per salvare un’estate difficile, a causa del meteo avverso e della crisi economica che falcidia i redditi degli italiani.
“Ho verificato con compiacimento - sottolinea - che la mia ipotesi di allungare la stagione balneare ha aperto un utile dibattito sul sistema turistico balneare e sui problemi del settore”.
Sono però necessarie alcune precisazioni, secondo il presidente Introna, innanzitutto sull’obiettivo dell’intervento, che puntava intanto a mettere a disposizione degli stabilimenti balneari un periodo più ampio di apertura ufficiale. ”Nel proporlo, non pensavo a un semplice assenso alle richieste di deroga degli operatori interessati, ma alla completa estensione a tutto settembre ed anche ottobre delle garanzie di controllo dei bagnanti e delle acque. So bene che il turismo pugliese è già destagionalizzato, come ha fatto notare la collega Godelli, ma dobbiamo anche interrogarci su quanti se ne avvalgono e sugli effetti concreti”.
Le norme, fissate dalla legge regionale 17/2006 e dal decreto 116, prevedono un periodo di apertura obbligatorio che va dal quarto sabato di maggio alla seconda domenica di settembre. “È obbligatorio – osserva Introna – proprio perché sulle spiagge devono essere obbligatoriamente garantiti i servizi di salvataggio e di assistenza sanitaria a tutela dei bagnanti e per l’intera durata si svolgono i controlli periodici dell’ARPA sulla qualità delle acque di balneazione”.
Quando si chiede l’allungamento oltre i quattro mesi, si intende realizzarlo estendendo fino ad ottobre sulle spiagge anche il salvamento, i presidi medici e i prelievi ARPA. “È per questo che ho chiesto all’assessore al demanio di verificare con l’ANCI, le Capitanerie e le organizzazioni sindacali degli operatori la fattibilità di un ampliamento concordato del periodo obbligatorio di apertura”.
Un’altra precisazione: tanto la destagionalizzazione che il nuovo il progetto di allungare la stagione balneare si rivolgono al turista straniero più che ai bagnanti pugliesi. “Se il discorso si limitasse alle famiglie locali, resterebbe improduttivo, con la riapertura delle scuole nella prima metà di settembre. Opportunamente – osserva Introna - non ho fatto riferimento ad una revisione del calendario scolastico, non sarebbe sensato pensare di prevedere modifiche a metà agosto. Semmai la proposta potrebbe essere presa in considerazione in previsione del calendario 2015-2016”.
‘A ottobre spiagge attive in Puglia” è un messaggio per il mercato internazionale, “mi sembra uno spot efficace per pubblicizzare in tutti i continenti una ‘Puglia quattro stagioni’ e per arricchire la destagionalizzazione con le attrattive vincenti della limpidezza e trasparenza delle nostre acque e con la sicurezza delle nostre spiagge”. 

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