Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator
Preferenze sui cookie
Giornale di Taranto - Giornalista1

Mentre è in corso la delicatissima e immaginiamo incandescente Direzione provinciale del Pd, quattro consiglieri comunali e un assessore del Comune di Mottola lanciano il loro assist alla linea in un candidato unico del centrosinistra per la Provincia.

Ecco il testo integrale della nota.

"L’appuntamento che in queste ore condurrà all’individuazione del nuovo Presidente della Provincia servirà anche a definire il ruolo che il Partito Democratico intende ricoprire nel territorio. Da qui nasce l’esigenza che sia lo stesso PD a farsi carico in prima persona dell’individuazione della figura più idonea ad amministrare la Provincia nei prossimi mesi.

Questo processo non può prescindere dall’utilizzo degli strumenti che hanno sempre caratterizzato – ad ogni livello – la vita del Partito: partecipazione, apertura al contributo di ognuno, dialogo programmatico.

Per queste ragioni non si possono condividere i tempi, i modi e la logica di talune strane trame che avrebbero come solo effetto l’investitura di un Presidente “delle larghissime intese”, al di fuori di un serio confronto su una nuova “visione” di Provincia. Su di esse non si intende esprimere giudizi, ma non può non osservarsi come siano lontane dalle istanze di trasparenza e condivisione che provengono ormai da tutti i cittadini.

Su questi aspetti interroghiamo anche la Segreteria e la Direzione Provinciale del Partito, nella ferma convinzione che impediranno al PD di abdicare ai propri principi.

Il PD Jonico è formato da amministratrici e amministratori seri, competenti ed amati: per il bene della nostra terra, si riparta da loro!

Mottola, 26 agosto 2014

f.to

Giovanni Bello – Ass. LL.PP. e Sport al Comune di Mottola

Carmelo D’Auria – Consigliere Comunale, Mottola

Giorgio De Crescenzo – Consigliere Comunale, Mottola

Palmo Matarrese – Consigliere Comunale, Mottola

Pietro Rella – Consigliere Comunale, Mottola

 

""Nella serata di giovedì, alle ore 21.55, durante una manovra routinaria di trasferimento di due carri siluro
- dagli altoforni verso l'acciaieria 1 - contenenti ghisa liquida, all'altezza di uno scambio ferroviario,
si è verificato il deragliamento di uno dei due carri siluro trasportati. Ciò ha causato lo sversamento
di ghisa liquida contenuta nel carro, provocando un principio di incendio prontamente domato
dall'intervento dei Vigili del Fuoco." Questo è quanto si legge in una nota diffusa alla stampa dall'Ilva.
"L'evento ha generato la momentanea impossibilità di trasferimento dei carri siluro dall'area degli
altoforni verso l'acciaieria 1. In conseguenza, è stata ridotta la produzione di ghisa negli altoforni e
di acciaio in acciaieria 1.
 All'ora della diffusione di questa nota- prosegue il comunicato dell'aziernda- la linea di collegamento ferroviario tra
l'area altoforni e l'acciaieria 1 è stata parzialmente ripristinata, con conseguente ripresa dell'attività
produttiva in acciaieria 1.
Quanto accaduto non ha comportato alcun danno a persone o all'ambiente, ed è stata data
tempestiva comunicazione alle autorità competenti*.
L'azienda si riserva di dare informazione sulle cause all'esito di una indagine prontamente avviata
avendo all’uopo costituito una commissione di esperti interni."

A cura di Amedeo Cottino

La cartella esattoriale di Equitalia arriva via PEC anche ai professionisti e alle Partita IVA: il nuovo servizio e il vademecum aggiornato sugli strumenti per il contribuente.

Equitalia estende alle ditte individuali e alle persone fisiche titolari di Partita IVA la notifica delle cartelle esattoriali via PEC. Si tratta di una possibilità che fino ad ora l’agente della riscossione riservava alle imprese (società di persone e di capitali) e che permette di verificare in tempo reale l’invio delle cartelle, nonché di conoscere con immediatezza ora e giorno di notifica.

Notifica PEC

La notifica delle cartelle esattoriali è pienamente conforme poiché la PEC permette di inviare mail con valore legale: la notifica è equiparabile alla raccomandata con ricevuta di ritorno.  Pertanto, le cartelle vengono inviate nella casella PEC che il professionista ha inserito negli elenchi previsti per legge. Ecco perché il primo consiglio che Equitalia fornisce è quindi di controllare quotidianamente la propria casella di posta elettronica certificata.

Rateazione

L’Agente della riscossione coglie l’occasione per fornire al contribuente un nuovo vademecum aggiornato su semplificazione e strumenti e disposizione per favorire la compliance fiscale, ovvero il dialogo fra Fisco e cittadino. 

Innanzitutto, se il contribuente è in difficoltà nel pagare debiti fiscali il principale strumento a disposizione è rappresentato dalla rateazione. Il piano ordinario è di sei anni (72 rate mensili di 100 euro), ma in alcune particolari situazioni (casi di grave e comprovata difficoltà), è possibile diluire il pagamento in dieci anni. I criteri per accedere al piano straordinario sono dettagliati nel decreto del Mef del 6 novembre 2013. E’ anche possibile la proroga di una rateazione già in corso (portandola ad esempio da 72 a 120 rate mensili), oppure chiederne una nuova nel caso in cui arrivino nuove cartelle. Attenzione: è scaduta lo scorso 31 luglio la possibilità, prevista dal Dl 66/2014, di chiedere una nuovo piano di rateazione per i contribuenti che erano decaduti dal beneficio perché non avevano pagato delle rate.

Se il debito è inferiore ai 50mila euro basta presentare una semplice domanda, senza fornire altra documentazione. Se la somma è più alta, la concessione delle rate è subordinata a verifiche sulla reale situazione economica del contribuente, di cui il Fisco controllerà la documentazione.

Sul sito di Equitalia sono disponibili i moduli per chiedere la rateazione, che vanno poi spediti via raccomandata oppure consegnati a uno sportello fisico. Secondo gli ultimi dati forniti dall’agente della riscossione, relativi al luglio 2014, la rateazione si conferma il maggior strumento utilizzato dal contribuente per pagare i debiti con il fisco: 156 mila richieste nello scorso luglio, con una media settimanale pari a circa il doppio di quella registrata nei primi sei mesi dell’anno, 2,4 milioni di rateazioni attive nel complesso per un controvalore di 26,6 miliardi di euro. In pratica, più della metà delle riscossioni avviene tramite il pagamento dilazionato.

Compensazione

I contribuenti che hanno crediti erariali o commerciali nei confronti della pubblica amministrazione, possono utilizzarli in compensazione per pagare eventuali cartelle esattoriali. Equitalia assicura tutta l’assistenza necessaria per procedere. Il creduto deve essere certificato sull’apposita piattaforma del Mef, il ministero delle Finanze.

Sospensione riscossione

Se il contribuente ritiene di non dover pagare una cartella esattoriale, può chiedere la sospensione della riscossione direttamente a Equitalia, che si fa carico di inoltrare all’ente creditore la documentazione presentata. Questa possibilità è stata introdotta con la Legge di Stabilità 2013 (legge 228/2012). Il modello per fare questa richiesta è disponibile online, e presso tutti gli sportelli Equitalia.

Tutela contribuente

Come è noto, Equitalia davanti a un contribuente inadempiente può avviare procedure esecutive, che vanno dal fermo amministrativo al pignoramento dei beni mobili ed immobili.

Ci sono però una serie di tutele: non può essere sottoposto a fermo amministrativo il veicolo che il contribuente utilizza per lavoro. Non è possibile pignorare la prima casa, mentre di può procedere su altri immobili ma solo per debiti superiori a 120mila euro. Equitalia può ipotecare beni solo di chi ha debiti superiori ai 20mila euro. Infine, non si può pignorare il conto corrente su cui viene versato lo stipendio o la pensione (nel caso, bisogna distinguere fra stipendio e altre eventuali somme depositate). E comunque nel caso di stipendi e pensioni il massimo pignorabile è pari a un quinto, che scende a un decimo in alcuni casi (dipende dalla disponibilità economica).

Dialogo con il Fisco

Equitalia mette a disposizione dei contribuenti gli sportelli sul territorio, aperti solo la mattina (dalle 8.15 alle 13.15). In tutti i capoluoghi di provincia è attivo lo Sportello Amico, che fornisce consulente specifiche. Esiste anche uno Sportello Amico Imprese, la cui rete è stata recentemente ampliata: PMI, commercianti, artigiani, possono trovare consulenza, informazioni, aiuto nelle operazioni. Equitalia ha anche 200 convenzioni attive con associazioni e ordini professionali, che individuano anche particolari modalità di rateazione. Il sito web di Equitalia fornisce comunque le informazioni dettagliate relative a ogni singola operazione, permette di scaricare la modulistica e di effettuare i pagamenti online. Fra gli altri servizi, si segnala Estratto conto, che consente di verificare la propria posizione, effettuare pagamenti con carta di credito, scrivere al Servizio contribuenti, simulare un piano di rateazione, inviare una richiesta di sospensione della riscossione e scaricare la
modulistica. Infine, c’è il numero verde 800.178.078, attivo 24 ore su 24, gratuito da rete fissa, mentre per la rete mobile o dall’estero ci si può rivolgere allo 02.3679.3679 (a pagamento) con servizio operatore dal lunedì al venerdì, dalle ore 8 alle ore 18.

Pagamenti

Le cartelle si possono pagare online con carta di credito: sul sito c’è un apposito servizio, con un menù a tendina da cui si seleziona la provincia di residenza, e poi si seguono le istruzioni. Altre modalità di pagamento: uffici postali, sportelli bancari, tabaccai convenzionati, ricevitorie Sisal e Lottomatica, servizi home banking di banche e Poste Italiane.   

A cura di Amedeo Cottino

Dal 1° settembre iscrizione immediata al Registro Imprese per le richieste alle quali sia allegato un atto notarile: i dettagli.

Entra in vigore dal 1° settembre l’iscrizione immediata delle aziende e degli atti notarili al Registro Imprese prevista dal DL 91/2014 (convertito in Legge 116/2014), a patto però che alla richiesta sia allegato un atto notarile (sia atto pubblico che scrittura privata autenticata). L’art. 20 comma 7 bis del Decreto prevede infatti l’iscrizione immediata al Registro Imprese in caso di richieste spedite per via telematica con allegato un atto notarile, con l’obiettivo di facilitare le procedure per l’avvio delle attività economiche.

Ad essere escluse da tale opportunità sono le altre richieste delle società (nomina di amministratori o di esercizio della attività) e le iscrizioni delle imprese individuali e delle Spa. In tutti questi casi continua a valere il termine dei 5 giorni dall’arrivo della pratica. Diventano invece più veloci le procedure di iscrizione degli atti costitutivi e modificativi di società di capitali e di persone. L’articolo del DL va a modificare l’articolo 2189 del Codice civile nella parte in cui stabilisce che

«prima di procedere alla iscrizione, l’ufficio del Registro deve accertare (…) il concorso delle condizioni richiesta dalla legge per l’iscrizione».

La novità consiste nel fatto che dal 1° settembre il conservatore del Registro non dovrà più effettuare tale controllo di legalità che verrà effettuato esclusivamente dal notaio, per questo l’iscrizione veloce al Registro viene limitata alle richieste che presentano in allegato un atto notarile. In ogni caso il giudice del Registro potrà eventualmente ordinare la cancellazione della richiesta, nel caso in cui su segnalazione del conservatore verifichi che il notaio non ha rispettato la legge.

 

Egregio direttore del Giornale di Taranto,

sono Andrea Iaia, genitore di Alessandra, che si è tolta la vita in quella nefasta sera del 22 aprile e, quanto mai, vicino al dolore dei familiari, perchè so come ci si sente, e non come  chi propone a destra e a manca palliativi destinati a fallire. Oltre al dolore di un figlio che non c'è più, dobbiamo sopportare lo sconcerto di chi ci mette la buona volontà di fare cose che in realtà non hanno nulla di risolutivo e sono destinati a fallire. 

Senza la testa non si va da nessuna parte, e leggo che l'Asl vorrebbe scendere in campo con un telefono rosso. Per fare che? Il suicida dovrebbe prenotare una seduta psicologica e sentirsi rispondere, faccia la richiesta, che il mese di Pappagone la prenotiamo e ci porti 47 e spiccioli di euro per ascoltarla? 

Per una postazione fissa del 118, in modo che il suicida vada dal lato opposto ad ammazzarsi? Per mettere una persona di guardia 24 ore su 24?

E la folle idea della Marina? Che vorrebbe innalzare una rete di protezione, che solo quello sa fare, cioè innalzare muri e veti e ha reso questa città una gabbia dorata solo per i suoi interessi e non fa nulla di concreto se non ascoltare una banda all'ammaina bandiera solo per coccolarsi?

Smettiamola di dire cose insensate e pensiamo seriamente al da farsi, partendo a monte dei problemi di questa città da veri uomini e non da "mezzi". Perché mezzi uomini sono tutti coloro che propongono e non fanno mai nulla di utile per capire il problema.

Anche tu, mezzo sindaco, hai le tue colpe, come le hanno i mezzi busti della Marina. Ti do’ del tu, perché ci siamo conosciuti per una iniziativa di un progetto e ti spiegherò dopo il perché uso il termine mezzo sindaco. 

In città c'è un grande disagio e si fa finta di valutarlo, mentre di cose se ne possono fare, a partire dal domandarsi, perché scelgono di farla finita in un punto che è un simbolo della città. E non ci vuole lo psicoterapeuta con le sue analisi a capirlo: quel monumento non appartiene alla città ma è chi se ne è appropriato.E’, in pratica, un luogo simbolico. Quando mia figlia si è lanciata, malgrado a 10 metri ci fosse una tenda di lavoratori di una ditta di pulizia che protestavano per un mancato rinnovo di contratto, nessuno ha visto niente, tutti ad occuparsi dei fatti loro e l'indifferenza paga. Ma, non voglio incolpare alcuno e la mia voce che può sembrare offensiva non è rotta dal dolore, ma dal bisogno di chi vuol fare veramente qualcosa. La speranza insomma per questi giovani.

Torniamo a monte del problema: il tarantino si sente escluso non solo per la mancanza di un lavoro, ma anche perché bloccato da veti assurdi. E allora, visto non non può andare ad togliersi la vita davanti ai colossi industriali che già ce la tolgono con l’inquinamento, scelgono il simbolo della città.

Che si può fare? Togliere il monumento che anziché del marinaio è diventato quello del suicida? No! Però. Io da semplice genitore un'idea l'avrei e lancio il sasso in mare per alcune iniziative che dovrebbero partire da te mezzo sindaco. E non ti sto attaccando, ma voglio che ti rivaluti come sindaco intero e che chi ti ha votato sappia che stai facendo qualcosa.

Per ora, sei assente ingiustificato, occupandoti di cose inutili. 

Domandati quanti tarantini lavorano nei colossi industriali: pochi, anzi, pochissimi perché i posti sono tutti occupati dai cosiddetti forestieri che arrivano dappertutto. E non è un filo illogico razzista il mio, ma una soluzione! Perché quando deliberi un appalto, devi metterci la condizione che chi lo vince, deve attingere personale della città e non che una ditta di fuori si porta tutto il paese a lavorare e il tarantino resta al palo!

 Non me ne vogliano i forestieri che sono gente per bene e che stimo. Ma vedo ditte appaltatrici di altri luoghi che si portano le loro risorse e... francamente, siamo stufi di vederci oltraggiati!

Tu vieni a lavorare nella mia città! Occupi la mia città ed è giusto che le forze siano distribuite in modo da favorire l’occupazione dei tarantini. Altrimenti, l'appalto è nullo, passa ad un altro. E vale anche per te industriale: se occupi il territorio, quelle sono le condizioni. Altrimenti, vai altrove! Siamo stufi di chi violenta la città e non utilizza le risorse della città. Come il monumento ai marinai, anche il monumento dedicato al bicentenario dei Carabinieri… Che senso ha? Potevi dedicarlo al Capitano Basile morto per la mafia, oppure ordinare un'altra scultura dedicata al simbolo vero di Taranto che è il pescatore con una grande nassa o alla cozza tarantina! 

E invece... dà lavoro un monumento? Danno lavoro i lustri e gli sfarzi solo per apparire? Ecco perché sei mezzo sindaco e non volermene, ripeto, ti sto dando l'occasione per diventare un sindaco intero. E tu, Marina, invece di occuparla la città, di porre veti e muri,  occupati di cose che potrebbero rivalutarti e rivalutare questa città come realtà marinara. Organizza dei corsi di formazione gratis a questi giovani, che potrebbero favorire un eventuale ingresso nel mondo del lavoro. Visto che lo stato taglia la scuola, hai mezzi e i posti per offrire strumenti di crescita. Hai aree demaniali che potresti utilizzare per formare ausiliari del mare che controllano la costa, le spiagge e multare chi sporca ed è incivile.  Potresti affiancarli alla guardia costiera e utilizzare le risorse del mare. Così il giovane si sentirebbe utile e motivato a fare qualcosa di bello! La gente non ha soldi per iscrivere un proprio figlio ad una scuola privata, lo vogliamo capire questo? Che il tasso di disoccupazione è altissimo? E al di là delle motivazioni, uno si toglie la vita perché non ha un futuro. Quindi, smettiamola di proporre cose insensate e cominciamo a lavorare per queste iniziative. 

E' così che si costruiscono veri uomini!

Mi perdoni per l'intrusione, ma la voce di chi è stato colpito da questo lutto è una voce non da disperato ma di chi offre invece dal cuore.

 

Andrea Iaia

 

riceviamo e pubblichiamo un intervento di Vito Massimano

Comincia a scorgersi all’orizzonte il fatidico momento delle elezioni comunali e, proprio per questo motivo, fervono, con congruo anticipo, i preparativi più o meno sotterranei per non farsi trovare impreparati all’appuntamento.

E’ tutto un ribollire di iniziative, preparativi, conferenze stampa, incontri, presentazioni, progetti suggestivi nati apparentemente senza un motivo ma con un chiaro fine recondito: sostituire a tempo debito il decotto Ippazio.

Attenzione però, cari candidati, perché ci sono una serie di cose da non fare assolutamente.

Il primo consiglio spassionato, poco autorevole e non richiesto consiste appunto nell’evitare di spararla grossa: a Taranto servono serietà, operosità   e fatti concreti per cui “astenersi perditempo” ed evitare di fare i “pronunciatori di frasi fatte” o di idee tanto suggestive quanto irrealizzabili.

Un candidato che voglia lavorare per la città, prima di abbozzare qualsiasi proposta, dovrebbe fare quella che coloro cha hanno studiato alle “scuole grosse” chiamano due diligence e cioè un’operazione verità sui bilanci del comune per capire lo stato dell’arte e quindi l’entità delle risorse disponibili.

Sappiamo bene che è fin troppo facile in campagna elettorale fare i Cetto Laqualunque ma le condizioni di Taranto impongono che, per una volta, la politica locale sia seria e professionale perché ai candidati potrebbe presentarsi lo spiacevole scenario di dover fare le nozze coi fichi secchi non avendo un soldo bucato nelle casse del Comune.

Serve serietà appunto: ragion per cui ai candidati suggeriamo inoltre di ripassare su un qualsiasi manuale di diritto quelle che sono le competenze dell’Istituzione Comune.

Sparare in campagna elettorale di voler puntare sul turismo, sulle bellezze archeologiche, sul superamento della Taranto industriale, sull’enogastronomia e roba simile rivoluzionando l’attuale scenario, significa affermare cose discutibili sul piano politico ma sicuramente irrealizzabili in punta di diritto.

Le competenze del comune sono ben altre e, sinceramente, ci accontenteremmo di un candidato Sindaco in grado di far funzionare la macchina amministrativa, utilizzare i fondi europei in materia di recupero urbano, disciplinare la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti in maniera civile, sovraintendere al corretto funzionamento dei depuratori, assicurare il diritto allo studio, curare la viabilità, sviluppare il trasporto pubblico ed assolvere a tutte le prerogative in tema di igiene e salubrità del territorio. Sembra poco? No affatto.

Ovvio che l’Amministrazione comunale possa creare le condizioni perché certe iniziative si sviluppino ma sarebbe poco serio promettere un futuro radioso ad una città prostrata ed in cerca di speranza.

Sì, perché gli interventi infrastrutturali sono quasi tutti di competenza Statale e Regionale mentre, per tutto ciò che afferisce ai grandi disegni di rinascita socio economica del territorio, è necessario che i cospicui investimenti per realizzare i progetti siano privati e dunque prescindano dalla volontà pubblica.

Visto quindi che l’Amministrazione Comunale non ha poteri in materia, c’è qualcuno che vi dia la ragionevole certezza che l’aeroporto Arlotta venga aperto, che la nostra tratta ferroviaria diventi ad alta velocità e che ci siano privati pronti ad investire molti milioni sul turismo? Avete una mezza speranza in tal senso o state sognando ad occhi aperti ed a voce alta? C’è un qualcuno pronto ad assicurarvi che il porto di Taranto diventi zona franca? E’ onesto basare le promesse elettorali su questa mole enorme di se e di forse? Questo è giusto che i tarantini lo sappiano prima di decidere se abbandonarsi al sogno o affrontare la realtà .

Vi piacciono gli effetti speciali? Volete spararla proprio grossa? Ok ma sarebbe utile almeno non arrivare ad ipotizzare rinascite basate sul marketing territoriale perché esse presuppongono una serie di considerazioni logiche che quantomeno rendono il processo di portata decennale.

A prescindere dalla (fondatissima e nobilissima) bontà del proposito, ricordiamo che parlare oggi  di marketing territoriale presuppone l’obbligo di dover spiegare perché fino a ieri parlavamo di veleni: il turista si domanderà se è vero ciò che affermiamo oggi (il paradiso da scoprire) o se era vero l’inferno ecologico che descrivevamo ieri.

A patto che tale criticità si possa superare, puntare solo su progetti di così ampio respiro presuppone anche che lo smantellamento industriale cominci immediatamente, che esso non si fermi ai preliminari come è sovente successo altrove, che nel frattempo le migliaia di lavoratori impegnati nelle numerose aziende inquinanti  insistenti sul territorio possano ricollocarsi (senza aspettare i tempi dei progetti maestosi) e che i privati siano pronti ad attendere la deindustrializzazione programmando gli investimenti di qui a dieci anni almeno.

Il consiglio è quello di studiarsi bene i dossier aperti su Taranto (Cementir, Ilva, Arlotta, Tempa Rossa, Università, Ospedale per citare i più scottanti) sapendo di dovervi astenere da fantasiose improvvisazioni e di poter incidere poco dal punto di vista amministrativo ma tuttavia moltissimo dal punto di vista politico a patto che, come Sindaco in pectore,  abbiate un consistente peso politico nazionale.

Ecco appunto, il peso politico nazionale del Sindaco, l’unica cosa che serve ad una città come Taranto, luogo ricco di idee, ricco di opinioni, ricco di bellezze, ricco di storia, ricco di ambizioso (o superficiale?) dibattito  ma che non ha mai contato nulla nel panorama politico italiano. 

 

 

 

Si è svolta oggi al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali la riunione convocata dal Ministro

Martina per affrontare l’emergenza dell’organismo nocivo Xylella fastidiosa che ha colpito la Provincia di Lecce. Nel corso dell’incontro grande apprezzamento è stato espresso nei confronti del lavoro svolto da tutti gli

organismi di ricerca coinvolti a vario livello nello studio e monitoraggio del

fenomeno e sull’importante attività di coordinamento dell’Osservatorio

Fitosanitario Regionale. Abbiamo trovato un ampio margine di

condivisione e accoglienza rispetto alle nostre richieste da parte del Ministro

– spiega l’Assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, Fabrizio

Nardoni – a cominciare dal risultato assolutamente non scontato che allontana

definitivamente, anche rispetto alle ipotesi formulate dallo stesso Ministero

nell’incontro dello scorso 4 agosto, la soluzione più drammatica per la Puglia,

cioè quella dell’eradicazione. Pensiamo di aver difeso strenuamente non solo un

comparto produttivo ma anche l’immagine stessa della nostra terra – continua Nardoni

– e per questo lo stesso Martina si è detto disponibile ad accompagnare e

sostenere la nostra battaglia contro le decisione assunte da Bruxelles. Dunque tranne nella zona cuscinetto l’eradicazione

sembra oggi una soluzione definitivamente tramontata. Ma mentre la Puglia

conquista tempo e difende a spada tratta i suoi ulivi occorre far presto sul

fronte dell’individuazione delle soluzioni.

Nella riunione di oggi ancora una volta la Regione ha ribadito la necessità di rendere l’emergenza salentina una

questione nazionale e internazionale – dice Nardoni - con il coinvolgimento di

una rete di esperti e ricercatori ancora più estesa e in grado di accogliere

pareri e risultanze anche da parte di organismi internazionali specializzati

nel settore. Una decisione che riconosce il grado di gravità della situazione e

crea un grado di attenzione massima per un patogeno che va assolutamente

circoscritto e combattuto nell’attuale area di infezione ma con il supporto di

tutti coloro che tengono al bene dell’agricoltura e dell’olivicoltura nazionale

ed europea.

L’Assessore Nardoni avrebbe inoltre avanzato la richiesta di rimpinguare il plafond di spesa nazionale individuato

per affrontare l’emergenza e avrebbe raccolto una disponibilità di massima in

tal senso da parte dello stesso Ministro Martina. La riunione ha

preso in esame gli adempimenti conseguenti alla Decisione della Commissione

europea del 23 luglio scorso, che chiedeva 

di identificare le “zone infette” e le zone circostanti denominate “zone

cuscinetto”. Nelle zone così identificate, si devono adottare adeguate misure

fitosanitarie.

A tale riguardo, sulla base degli ulteriori rilevamenti, la Regione Puglia ha indicato la gran parte della Provincia

di Lecce “zona infetta”; in tale zona proseguiranno le azioni di monitoraggio e

di contenimento della diffusione del batterio ad esclusione dell’eradicazione

delle piante di olivo.

 Inoltre, la Regione ha proposto un

cordone sanitario (barriera lunga dallo Ionio all’Adriatico) per impedire la diffusione

a Nord del Salento, costituita da una zona "cuscinetto" nella quale

procedere ad incisive azioni di lotta al batterio ed ai vettori.

Il piano di interventi da attuare è così articolato:
 a)  attuazione interventi sulla nuova zona cuscinetto,

tramite un monitoraggio costante a maglie strette, abbattimento degli insetti

vettori ed estirpazione di eventuali piante infette, d’intesa con i Ministeri

della Salute e dell’Ambiente;

 b)  potenziamento controlli sull’eventuale presenza

dell’infezione nei vivai e blocco della movimentazione dei prodotti “a rischio”

identificati nella Decisione UE;

 c)  potenziamento attività di ricerca, finalizzate

anche all’individuazione delle piante ospiti, di varietà immuni o resistenti e

di eventuali ulteriori modalità di trasmissione del batterio;

 d) allargamento all’intero territorio nazionale del programma di monitoraggio;
 e) individuazione di idonei strumenti, anche finanziari, finalizzati al ristoro dei danni subiti dagli agricoltori e dai

vivaisti colpiti dall’infestazione del batterio;

 f)  attivazione eventuali procedure derogatorie nei

confronti dei soggetti che hanno aderito a metodi di produzione biologico o a

basso impatto ambientale;

 g) idonea campagna di comunicazione ed informazione;
h)  istituzione di un Comitato scientifico, a

supporto del Servizio fitosanitario nazionale, a cui dovranno partecipare i

maggiori esperti della materia, nazionali e internazionali.

 I lavori de Comitato scientifico saranno sottoposti all’approvazione del Comitato

fitosanitario nazionale, già convocato per il 15 settembre 2014 e

rappresenteranno la struttura di un nuovo decreto nazionale di lotta obbligatoria

alla Xylella fastidiosa, nel cui

contesto saranno indicati eventuali strumenti straordinari, anche di natura

legislativa, che si dovessero rendere necessari, ivi compresa l’individuazione

di un Commissario incaricato di coordinarne l’attuazione.

Le misure di emergenza individuate, formeranno

oggetto di ulteriori controlli da parte del Corpo Forestale dello Stato e

dell’Ispettorato centrale per la tutela della qualità e la repressione delle

frodi, soprattutto per quanto concerne la movimentazione del materiale “a

rischio”.

Stante la diffusione dell’infezione

allargata a gran parte della Provincia di Lecce, si è infine deciso di aprire

subito una nuova fase di confronto con la Commissione europea per adattare,

modificare o integrare le misure oggetto della richiamata Decisione del 23

luglio nell’ambito delle “zone infette”, e quindi aggiornare ed attivare

concretamente il Piano d’azione nazionale già presentato alla Commissione Ue.

Le indagini genetiche, condotte in collaborazione con i maggiori esperti mondiali di Xylella, hanno confermato che il ceppo identificato a Lecce è da

ritenersi una variante atipica della sub-specie pauca, il cui areale di origine è stato individuato in Centro

America. Per quanto concerne la gamma delle piante a rischio, sono state

riscontrate infezioni, oltre che su olivo, a carico di oleandro, mandorlo,

vinca, e più recentemente, ciliegio, mentre non sono risultate suscettibili

vite e agrumi.

Sedici ore fa, sulla propria bacheca di facebook, Mimmo Cotugno dava per chiuso davanti al notaio l'accordo Pelillo-Mazzarano-Tamburrano con cui il Pd si sarebbe impegnato ad eleggere Tamburrano presidente della Provincia. Oggi il fronte dei "no" all'interno della Direzione provinciale del Partito dà la sua stoccata con una lettera aperta che ribadisce principi assolutamente non negoziabili. E quindi centrosinistra alternativo al centrodestra : "Le risorse in campo sono i sindaci del PD, i Sindaci delle alleanze alternative al Centrodestra e con loro va costruita una Alleanza Democratica alternativa al Centrodestra".

Sessanta i firmatari di una lettera che, alla vigilia di una  Direzione provinciale che si preannuncia incandescente, piomba sulle scrivanie del segretario PD Jonico, dei componenti la Direzione provinciale PD, del Segretario PD nazionale e del segretario PD Puglia, "quale contributo al dibattito della Direzione Provinciale del PD Jonico, già convocata per giovedì 28 agosto, con all'Odg: Presidente del nuovo Consiglio Provinciale di Taranto."

Ecco il testo integrale e l'elenco dei firmatari

 

Al segretario Provinciale PD Jonico

Ai Componenti la Direzione Provinciale

E.p.c.

Al Segretario PD Nazionale

Al Segretario PD Puglia

 

In qualità di componenti la Direzione Provinciale del PD Jonico, abbiamo ritenuto opportuno produrre questa breve nota, quale contributo alla discussione in Direzione, già convocata per giovedì 28 agosto, con all'ordine del giorno: Presidente del nuovo Consiglio Provinciale di Taranto.

Purtroppo rileviamo, che in questi ultimi mesi, nessun organismo e' stato convocato, per discuterne nel merito l'iniziativa del PD provinciale, ne' l'assemblea dei Consiglieri Comunali di terra Jonica, ne' i Segretari di circolo. Questo, nonostante le sollecitazioni rivolte al Segretario Provinciale  fin dal 3 luglio u.s. e successivamente dei Circoli di Martina Franca, Grottaglie, Faggiano , dei Giovani Democratici ed altri.

Nel merito di una discussione fin qui mai svolta, i sottoscritti ritengono quanto segue:

 

1) La nuova Provincia di 2* livello ( avremmo preferito l'abolizione    totale), resta un livello istituzionale di governo elettivo di area vasta, riservato ai Consiglieri Comunali dei 29 Comuni Jonici;

 

2) Il Programma di Governo, il Campo delle Alleanze, il Ruolo del PD e del CentroSinistra Jonico, restano le prerogative ed i compiti del nostro partito;

 

3) Il CentroSinistra Jonico, che vede nel PD la formazione strutturata e presente su tutto il territorio, ha il dovere di costruire un'ampia alleanza democratica e progressista alternativa al CentroDestra Jonico;

 

4) Le risorse in campo sono i Sindaci del PD, i Sindaci delle alleanze alternative al CentroDestra;

 

5) La costruzione di una Alleanza Democratica alternativa al CentroDestra e' adesso il compito del PD Jonico, come lo sarà per le prossime elezioni Regionali e quelle politiche quando anch'esse si svolgeranno. Tale costruzione e' programmatica quanto coerente con tutte le elezioni amministrative comunali che si sono già svolte in terra Jonica, In quei Comuni, i Sindaci sono alternativi tra CentroSinistra, CentroDestra e Ftalvolta solo di Centro.

 

Auspichiamo che la Direzione Provinciale del PD Jonico  assuma tale orientamento, coerente con il ruolo e la funzione del PD: una Forza Democratica Nazionale e Popolare alternativa al CentroDestra.

 

I Componenti la Direzione Provinciale PD Jonico Alabrese Ciro, Ancona Angelo, Artuso Debora, Annicchiarico Paolo, Battista Francesca, Bibba Angelina, Birardi Mimmo, Bisignano Vincenzo, Bitetti Felice, Blè Gaetano, Brigante Aida, Brigida M.Antonietta, Cannata Franco, Caramia Floriana, Cardinale Lorenzo, Cassone Angelo, Cotugno Mimmo, D'Amico Umberto, De Pasquale M. Grazie, De Valerio Michele, D'Erchie Carmelo, Di Sarno Elisabetta, Gallitelli Antonio, Giannico Enzo, Gillo Angelo, Lemma Anna Rita, Lodeserto Chiara, Lopane Gianfranco, Gulino Paolo, Laddomada Giuseppe, L'Assainato Adina, La Gioia M.Antonietta, Leone Anna Rita,  Lupoli Alba,  Malagnini Carmelita, Mangione Baldassarre, Marangella Aurelio, Marino Mimino, Miali Maria, Miccoli Angelo, Orlando Ivan, Orlando Salvatore, Palumbo Paoloantonio, Papa Valerio, Pentassuglia Cataldo, Pignatelli Flora, Ressa Rocco, Sampietro Carlo, Santoro Luciano, Santoro Eva, Schiavone Nunzia, Serio Massimiliano, Sferra Flora, Sforza Carlo, Tomaipitinca M. Cristina,  Vacca Lucia, Vergine Michele, Vico Ludovico, Zotti Riccardo

 

 

 

 

Come il Governo può pensare di imporre sul territorio di Taranto una scelta come quella di Tempa Rossa, una scelta che pregiudicherebbe quel tentativo di cambiamento che la città sta cercando di esprimere e realizzare? E' quanto si chiede il consigliere regionale del Pd Anna Rita Lemma che invita l'Esecutivo a fermarsi in quest'azione sempre più verticistica e sempre meno partecipata. La consgliera regionale rilancia anche la proposta di costituire a Taranto un Tavolo permanente interistituzionale per gestire l'emergenza e raccogliere le istanze che partono dal capoluogo

La vicenda Tempa Rossa - scrive la Lemma-apre ad una serie di riflessioni che ritengo abbiano ormai a che fare con il principio di rappresentanza ed il legittimo diritto di determinazione del proprio futuro degli stessi territori attraverso e al di la' delle stesse rappresentanze istituzionali elette.
L'inizio delle procedure è del 16 aprile 2010, il via libera del Governo (ministeri Ambiente e Sviluppo Economico) giunge lo scorso 17 luglio.
I pareri di Comune, Provincia e Regione sono obbligatori ma non vincolanti.
Secondo il Cipe, il  giacimento consentirà di coprire  il 10 per cento del fabbisogno nazionale per 20 anni garantendo «un notevole contributo alla riduzione della dipendenza del Paese dall’estero per l’approvvigionamento energetico». 
In Mar Grande giungerà  il greggio dalla Basilicata attraverso un oleodotto che sarà collegato a  due  maxi-serbatoi di stoccaggio da realizzare. Prevista anche la realizzazione di una nuova piattaforma offshore.  Potranno così attraccare, secondo le stime previsionali navi con capacità minima di 30.000 tonnellate e massima di 45.000 tonnellate (greggio Val D’Agri) e navi sino a 80.000 tonnellate (greggio Tempa Rossa).
Quando si avviarono le procedure il dibattito fu aperto ma non coinvolse, come sta avvenendo in questi giorni una parte, la  più attenta,  della città.
E a Taranto sembra che da allora sia trascorsa  una infinità di anni.
Il nostro è un territorio in cui  il  tema ‘lavoro che non c’è’ si coniuga, senza possibilità di smentita, con quello di un  ‘ambiente sano’.
La prima osservazione- conclude la Lemma- è la seguente: come è possibile che il Governo creda di poter  imporre ai territori e ai cittadini, che patiscono sulla propria pelle i danni di politiche industriali superate, scelte che come Tempa Rossa ormai rappresentano ulteriore peso ambientale e soprattutto impedimento definitivo al tentativo di sottrarsi alla monocultura dell’acciaio e della grande industria?
Non ascoltare il nuovo corso di un territorio che non ha mai brillato per grande capacità di trasparente protagonismo, e che oggi vuole provare a farlo, è un errore,
Taranto è emblematica e certamente non è sola nel voler rappresentare la volontà  di condividere  le scelte di politica industriale, energetica ed ambientale che la riguardano.
Voglio sperare che anche la posizione di Confindustria, in fondo, questo voglia rappresentare: c’è   una classe imprenditoriale alla ricerca di una legittimazione e che  inevitabilmente dovrà essere pronta a sostenere la sfida del rischio di impresa, dello sviluppo tecnologico e dell’innovazione.
Un anno fa- scrive ancora la consigliera regionale del Pd- senza trovare purtroppo alcuna solidale ed operosa condivisione almeno nel mondo politico, chiesi l’apertura di un tavolo interistituzionale permanente a Taranto.
Esperienza già vissuta quando la città attraversò la fase  del dissesto del Comune.
Rilancio la  richiesta,  non solo per gestire l’emergenza ma quale metodo per ascoltare le istanze dei territori, forte questa volta della posizione assunta anche dal gruppo consiliare del PD al Comune di Taranto, dei nostri assessori in Giunta e, ad onor del vero, anche dall’allora assessore al Bilancio oggi on. Pelillo che non partecipò alla Giunta regionale per la valutazione d’impatto ambientale.
Tempa Rossa sancirebbe la fine di un progetto di riscatto del nostro territorio, della reale possibilità di investire sulla enorme potenzialità del porto e di inserirsi in un trend ormai significativo per una Puglia scelta per mare, enogastronomia, arte e natura.
E non può essere una conferenza di servizi tenutasi a Roma, e peraltro di composizione unicamente tecnica, a decidere per un territorio.
Il Governo si fermi in questa spericolata azione sempre più verticistica e sempre meno partecipata riguardante scelte per il Paese.
Sì al cambio di verso... ma del verso giusto.
Magari ripartiamo dal definire quali politiche industriali, energetiche e ambientali questo Governo vuole delineare per tracciare il profilo del nostro Paese nei prossimi 20 anni.
Nella cornice complessiva - conclude la Lemma -il contenuto si potrà arricchire del responsabile contributo dei territori.
Viceversa, il nostro diventerà un Paese sempre più ingovernabile e sempre meno competitivo”.

a cura di Amedeo Cottino

Presentazione del modello 770/2014 entro il 19 settembre per i sostituti d'imposta, dopo la pubblicazione del Decreto di proroga in Gazzetta Ufficiale.

Dopo l’emanazione dell’atteso decreto di proroga e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del 4 agosto, la scadenza del modello 770 è fissata per il 2014 al 19 settembre (dal 31 luglio), dando seguito alle richieste dal mondo delle professioni – Commercialisti e Consulenti del Lavoro in testa – per uno slittamento della presentazione del modello di dichiarazione delle ritenute effettuate nel corso dell’anno da parte di imprese, enti previdenziali e sostituti d’imposta in generale. Inizialmente il governo sembrava orientato a negare la proroga del modello 770 (chealla fine, in pratica, viene concessa ogni anno), ma dopo il coro di proteste si è visto costretto a fare marcia indietro.

La situazione era stata sottoposta al premier Matteo Renzi, al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Del Rio e al ministero dell’Economia Pier Carlo Padoan. Il rinvio si motiva sostanzialmente nel gran numero di scadenze fiscali che si sono sovrapposte a fine luglio: l’ostacolo intravisto dal Governo era la valutazione della conciliabilità con gli aspetti tecnici e con il progetto di dichiarazione dei redditi precompilata, evidentemente poi superata. Eppure:

«Tutti gli anni siamo costretti ad inseguire la proroga. Bisogna arrivare a razionalizzare il calendario fiscale e su questo ho l’impegno per l’istituzione di un tavolo tecnico già nel mese di settembre, in modo da impedire che si crei la stessa situazione ogni anno», aveva commentato a fine luglio la presidente dei Consulenti del Lavoro, implicitamente richiamando la proposta di spostare definitivamente la scadenza per la presentazione del modello 770 al 30 settembre di ogni anno. 

Staremo a vedere. Intanto, per quest’anno il DPCM 31 luglio 2014 “Differimento, per l’anno 2014, del termine per la presentazione in via telematica delle dichiarazioni dei sostituti d’imposta – modello 770/2014”  è consultabile in GU Serie Generale n.179 del 4-8-2014.

 

Pagina 816 di 913