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Giornale di Taranto - Giornalista1

Sulla vertenza che riguarda i lavoratori della Cittadella della Carità è scontro tra sindacati e Cda della Cittadella. Le segreterie territoriali di FP Cgil, Cisl FP, Uil FPL e UGL Sanità in una nota congiunta stigmatizzano  "le dichiarazioni rese dal  C.d.A. della Cittadella della Carità soprattutto poiché non aderenti alla realtà dei fatti cosi come si sono composti. E' assai sconcertante- si legge nella nota- l'invito al confronto e alla collaborazione per risolvere le difficoltà finanziarie della Fondazione, come se le organizzazioni sindacali non l'avessero già chiesto, detto  e fatto , ma abbiamo ricevuto tra tante rassicurazioni,  la raccomandata con avviso di ricevimento con oggetto: " avvio di procedure per la riduzione del personale ex lege223/91( comb. disp. art. 24, art. 4 commi 2 -12, commi 1-5)"  per il licenziamento di 41.5 unità produttive (lavoratori).

           " La Diocesi di Taranto - prosegue la nota- biasima il comportamento sindacale che con la manifestazione di protesta  "seppur legittima"  del 15 maggio avrebbe ritardato a esclusivo svantaggio delle casse della Cittadella il processo di riordino economico.

            In quanto al "un serio tavolo di confronto" da mesi, è vero, veniamo convocati e investiti a più riprese da sermoni più o meno prolissi, ma, nessuno del C.d.A. o della Curia, al tavolo di confronto ha portato uno straccio di piano di riordino delle attività interne ed esterne, un piano di riorganizzazione delle risorse umane, una prospettiva di impegno futuro, il famosissimo piano "industriale". Ad oggi di tutto ciò non si registra nemmeno un accenno,  il  rilancio così tanto sbandierato passa sulle sofferenze e l'agitazione  che provano i lavoratori.

            La manifestazione sindacale noi crediamo che sia stata "pur scomoda" e in verità ci saremmo aspettati di essere invitati all'avvio di un confronto serrato, partecipato ed intelligente.

            Le esternazioni emotive- concludono i sindacati- non vengono fatte nelle manifestazioni, manifestare un dissenso soprattutto di questa portata è un diritto sancito dalle regole dello Stato Italiano a cui le scriventi aderiscono".

 

Distinti Saluti.

 

 

f.to

 

 

                 FP CGIL                                   CISL FP                                            UIL FPL                               UGL SANITA’ 

In relazione alle notizie apparse circa le azioni di contrasto al fenomeno del caporalato , messe in atto dalle forze dell’ordine nelle campagne della nostra provincia , che ha portato al sequestro di un furgone e alla denuncia a piede libero di due caporali , una donna rumena ed un italiano , frutto della nostra azione e coinvolgimento dei lavoratori che hanno denunciato il fenomeno oggetto di indagine , la flai Cgil rivendica l’impegno a contrastare il fenomeno del caporalato e dello sfruttamento nelle campagne che riguarda i lavoratori stranieri , ma anche i braccianti agricoli italiani sottoposti non solo a continui ricatti occupazionali ma anche a minacce e ritorsioni .

 

Denuncia una situazione non più tollerabile per le continue violazioni da parte di quelle imprese agricole che si rivolgono ai caporali per evadere e contravvenire alle norme contrattuali e di legge , facendo ricorso alla intermediazione illegale di manodopera agricola per schiavizzare i braccianti e renderli simili alle bestie .

 

Recentemente , si sono avuti incontri con le istituzioni ( Prefetto , Guardia di Finanza , Carabinieri , Ispettorato del lavoro ) per attivare piani di contrasto all’intermediazione illegale di manodopera agricola.

 

La Flai Cgil , in prossimità delle grandi campagne di lavoro che vedranno coinvolti centinaia di lavoratori agricoli della Provincia di Taranto chiede alle Istituzioni preposte un maggiore impegno per contrastare le situazioni di grave irregolarità e di sfruttamento presenti nella nostra provincia alla luce degli scarsi risultati avuti negli anni .

 

DISTRETTO PRODUTTIVO REGIONALE DELLA PESCA E DELLA MITILICOLTURA

Oltre 1mln di euro per Distretto e Osservatorio della Pesca

 

La Regione Puglia ha presentato a Taranto, attraverso l’Assessore alle risorse agroalimentari, Fabrizio Nardoni, il resoconto delle attività che hanno riguardato il settore della pesca e dell’acquacoltura. Un bilancio che coincide anche con un passaggio importante per la città bimare: il trasferimento da Manfredonia al capoluogo jonico della sede del Distretto Produttivo regionale della pesca e della mitilicoltura.

Sono stati anni di grande impegno in questo settore, e da tarantino, ma anche da uomo di mare, consideravo indispensabile restituire a Taranto il ruolo di territorio capofila nelle dinamiche che riguardano la risorsa mare e il suo utilizzo – dice l’Assessore Fabrizio Nardoni, nella conferenza stampa che si è svolta nella Sala del Mare della Camera di Commercio di Taranto – una scelta che segna la chiave di volta di un progetto che punta a dare a questa provincia una economia diversificata e integrata che possa coincidere anche con le dinamiche legate alle bonifiche e alla riqualificazione ambientale.

Il Distretto della pesca e della mitilicoltura, attualmente presieduto dal Presidente regionale di Confcooperative, settore Pesca, Nunzio Stoppiello, giunge a Taranto, però con nuova linfa.

Il destino dei distretti ha avuto sempre alterne fortune – spiega Nardoni – mentre io volevo che questo in particolare funzionasse e fosse subito un agile strumento di emancipazione del settore, abbinando ai ruoli tradizionali, anche quelli legati alla ricerca scientifica, all’innovazione e all’analisi. Per questa ragione – continua l’assessore regionale – il Distretto e il nascente Osservatorio Regionale della Pesca avranno una destinazione di risorse economiche immediata pari a 1milione e 57mila euro (557mila euro per l’Osservatorio e 500mila euro per il Distretto).

Uno strumento di grande importante per il settore che dunque candida Taranto a diventare il luogo simbolo delle nuove politiche per la pesca di tutta la regione.

Ma politiche per la pesca significano anche piani di monitoraggio continuo riferite agli indicatori tecnico-biologici e socio-economici rilevanti per il settore – spiega Fabrizio Nardoni – ciò vuol dire che puntiamo ad uno sviluppo del settore strettamente connesso alla qualità ambientale di questo e di tutti gli altri territori regionali coinvolti, ma partiamo da Taranto perché è qui che oggi va compiuto lo sforzo più grande.

Un passo in avanti per il settore che coincide anche con gli importanti risultati raggiunti dalla Regione Puglia nell’ultimo anno di programmazione dei fondi FEP (Fondo Europeo per la Pesca).

Abbiamo certificato solo nel 2014 oltre 19milioni di euro, e abbiamo conquistato a livello nazionale ed europeo la leadership della spesa tra tutte le regioni europee – dice Nardoni – Abbiamo speso di più e meglio degli altri – conferma – e a Taranto questa importante accelerata è valsa oltre 10milioni di euro assegnati tra le misure di acquacoltura, trasformazione e commercializzazione e quella sui porti e i punti di attracco.

 

 

Nel dettaglio le somme riferite al FEP destinate a Taranto hanno riguardato per la Misura Acquacoltura 4.491.256mln di euro, per la Misura dedicata alla trasformazione e commercializzazione 4.715.369 mln di euro e per la Misura 3.3 Porti e Luoghi di sbarco 899.487mila euro.

Una somma che sarebbe potuta lievitare se non fossimo stati costretti a registrare rinunce per oltre 4 milioni e 300 mila euro – specifica Fabrizio Nardoni – segno di una debolezza del settore bancario che continua a non sostenere in generale le imprese e quelle di pesca in maniera particolare.

Ora però con il Distretto intendiamo premere sull’acceleratore dello sviluppo del settore mare – dice ancora l’assessore regionale – perché oltre a finanziare lo sviluppo dell’impresa, abbiamo l’opportunità attraverso il Bando per l’Osservatorio in fase di emanazione di coinvolgere non solo il mondo della pesca con le associazioni di categoria, ma anche quello della formazione e della ricerca.

Nei prossimi giorni sarà stipulato tra la Regione Puglia, Assessorato alle risorse agroalimentari e pesca, e il Distretto l’Accordo di programma che sancirà definitivamente l’avvio di tutte le attività.

 

 

Presentato in concorso a Cannes 68 “The Sea of Trees”

 

 

 

DI MASSIMO CAUSO

 

CANNES - Passava in concorso a Cannes 68 nello stesso giorno di “Mia madre” di Nanni Moretti, e con quello costituiva un bel dittico sull’elaborazione del lutto e sulla ricostruzione della vita. Parliamo di “The Sea of Tree”, il nuovo film di Gus Van Sant, che è stato accolto sulla Croisette con qualche perplessità, ma che merita una attenzione di certo non superficiale. Il regista americano, Palma d’Oro a Cannes dieci anni fa con “Elephant”, torna infatti a lavorare sulla tensione spirituale, proponendoci un’opera in cui il vero punto focale è un mondo che vorrebbe non riconoscere la prospettiva dell'anima, ma alla fine si ritrova immancabilmente a fare i conti con essa.

Ancora un dramma alle prese con la morte, come era avvenuto in L'amore che resta, e ancora un percorso di accompagnamento verso la scelta di porre fine alla propria esistenza, come avveniva in Last Days seguendo il fantasma terminale di Kurt Cobain. Solo che in The Sea of Trees Gus Van Sant elabora un cammino di morte e rigenerazione seguendo i passi estremi di un uomo che, non reggendo il dolore per la tragica scomparsa della moglie, si reca in Giappone, ai piedi del sacro Monte Fuji, nella Foresta di Aokigahara, luogo sacro per tradizione ai suicidi. Il film è tutto costruito sul duetto tra Matthew McConaughey e Ken Watanabe: il primo è Arthur Brennan, un matematico universitario che, dopo la morte della moglie, Joan (interpretata da Naomi Watts), ha scelto di porre fine alla sua vita recandosi nella foresta Aokigahara. Il suo proposito, però, si riflette e finisce col dissolversi nella presenza tra quegli alberi di un uomo giapponese che vaga sfinito in cerca di una via di uscita dalla foresta. L'incontro si configura ben presto per quello che è, ovvero l'occasione offerta ad Arthur per ritrovare il senso della propria esistenza, per ritracciare una mappa nel buio di quella foresta capace di ricondurlo verso la vita. Gus Van Sant interpola il cammino di Arthur con i flash back che ricostruiscono la sua relazione tempestosa con quella moglie che ha perso e che tanto ha amato, ma con la quale ha vissuto anni difficili, di incomprensione e di rimpianti.

The Sea of Trees à un film segnato da una dimensione melodrammatica pura ed essenziale, in cui il tema costante del cinema di Gus Van Sant si cristallizza: la gestione del dolore come percorso rifondativo dello spirito, l'elaborazione della realta' in una chiave spirituale piena e tangibile, il senso morale delle azioni. Tanto l'omologo Gerry era un film terreno e immanente, immerso nel deserto e nel silenzio, tanto questo è un film sospinto verso lo spirito. E' infatti il vero percorso di rigenerazione cui questo uomo di scienza, che pretende di non conoscere nessun dio, consiste nella finale cosapevoleza di un versante spirituale dell'esistenza, in cui bisogna avere fiducia.

Massimo Causo

 

... Ma l'opposizione è rimasta in silenzio.... Perché ????

 

Venerdì 22 maggio la giunta alle 8,30 del mattino (orario insolito per non far partecipare i cittadini )  scaricherà al consiglio il l'approvazione del rendiconto di gestione dell'esercizio finanziario 2014 , quindi responsabilità che non mi appartengono ...

In un periodo di crisi economica come questo , in cui le risorse delle pubbliche amministrazioni diminuiscono c'è bisogno di rendere più efficienti gli enti , tagliando le spese superflue ; A pulsano le inefficienze e gli sprechi sono ancora tanti; I troppi soldi spesi per incarichi esterni a carico dei cittadini ( avvocati e tecnici esterni ) ;

- i mezzi in dotazione non utilizzati ;

- la mancanza di un adeguata programmazione della spesa ;

- l'assenza di un monitoraggio periodico finalizzato a rendere più efficienti processi dell'ente ;

- la mancanza di un controllo di gestione efficace ;

Tutto ciò ha portato un po' di tempo  fa,  la corte dei conti a fare dei rilievi delicati nel nostro comune ...dopo gli ultimi consigli comunali è emersa solo una ordinaria attività di riscossione delle entrate tributarie ; inoltre è poco chiara la valutazione di convenienza economica delle esternalizzazioni rispetto alla gestione diretta dei servizi   , infatti non si verifica mai la qualità dei Servizi erogati e non sono state adottate metodologie per la misurazione  della soddisfazione degli utenti esterni ed interni all 'ente ...

È trascorso molto tempo  da quando I magistrati contabili hanno inviato la relazione al sindaco, al presidente e a scoppio ritardato ai consiglieri, ma la giunta  non ha avuto informare periodicamente i consiglieri ... Perché ???

Oltre al fatto che L'articolo 227, comma 2, del Dlgs n. 267 del 2000 prevede che il rendiconto è deliberato dall'organo consiliare entro il 30 aprile, ma ciò non è avvenuto e il prefetto di taranto ha scritto una nota al comune sollecitando ad adempiere, entro i giorni previsti dalla legge, ai suoi doveri ...

Ma come fa un ente che non è capace di gestire i conti in casa propria a pretendere dai cittadini rispetto delle leggi ???

La classe politica Pulsanese in genere ha un urgente bisogno di rinnovamento  e soprattutto di persone competenti che siano presenti nel palazzo , ma soprattutto tra la gente ...

 


 

 

Emilio Solfrizzi, Sebastiano Somma, Carmen Russo fra le 16 eccellenze per celebrare il mito del cinema

 

Sono sedici eccellenze, sedici nomi che hanno lasciato il segno. Nella casa pugliese del cinema, il Cineporto di Bari, la Fondazione Rodolfo Valentino ha svelato gli ultimi nomi dei personaggi che il 24 maggio, durante la serata di gala al cineteatro Valentino di Castellaneta, riceveranno l’ambito Premio Rodolfo Valentino Italian Excellence. Ai primi sette nomi, quindi, se ne sono aggiunti altri nove che impreziosiscono ancora di più l’elenco dei premiati, tenendo fede alla sfida lanciata dagli organizzatori: essere all’altezza dell’edizione 2014.

Durante la conferenza stampa di presentazione ufficiale dell’evento, il presidente della Fondazione Rodolfo Valentino che organizza l’evento, Anna Maria Galgano, ha confermato l’impegno nei confronti di questo appuntamento che, alla seconda edizione, mostra già il profilo di un evento imprescindibile per la promozione del territorio. “Questo premio vuole essere un riconoscimento a coloro che, nei loro campi, si sono distinti per aver raggiunto livelli di preminenza, portando onore e lustro al nostro Paese; un premio dedicato a quello che, ancora oggi, a distanza di un secolo, è considerato uno dei più grandi interpreti dell’allora nascente settima arte, il cinematografo”.

Al presidente Galgano, inoltre, è toccato l’onore di svelare gli altri nomi dei premiati.

Una terna di uomini ha completato la categoria degli attori: Emilio Solfrizzi, interprete di fiction, cinema e indimenticabile nel duo comico Toti & Tata; Sebastiano Somma, premiato soprattutto per la sua prova da regista in un cortometraggio dedicato alla tutela dei diritti dei bambini, “Chi sa chi sarò”, in parte girato a Castellaneta; Mariano Rigillo, attore della tradizione teatrale napoletana.

Gli altri nomi spaziano dal mondo della cultura a quello della moda, passando dallo spettacolo: Silvia Fumarola e Mariella Milani, rispettivamente firma della pagina nazionale degli spettacoli di Repubblica e volto del Tg2 specializzata nel settore della moda; Carlo Capasa, presidente della Camera Nazionale della Moda, fratello di Ennio con cui ha fondato il marchio Costume National; la Cia Confederazione Italiana Agricoltori per il ruolo di promozione del made in Italy enogastronomico nell’anno dell’Expo; la coppia formata da Yanina Quinones & Neri  Piliu, maestri di tango di caratura internazionale; Carmen Russo, soubrette e sex symbol degli anni ottanta.

Questi nomi completano il parterre delle eccellenze, aggiungendosi ai nomi di Michele Riondino, Luca Barbareschi, Giuliana Lojodice, Gigi Mastrangelo, la fiction “Braccialetti Rossi”, Francesca Neri e Franco Scaglia.

Per il sindaco di Castellaneta Giovanni Gugliotti, affiancato dall’assessore comunale allo spettacolo Anna Rita D’Ettorre, il Premio Rodolfo Valentino Italian Excellence rappresenta sicuramente un evento su cui investire in termini di risorse e progettualità. “Stiamo puntando sempre più sulla valorizzazione del nostro patrimonio culturale, naturalistico,  storico e paesaggistico e questo premio rappresenta un tassello importante per questo percorso – ha affermato il sindaco – Per Castellaneta è un grande momento, per il territorio: per il suo mito, di cui a breve uscirà anche il film nei cinema, interamente girato nella nostra cittadina, per le sue bellezze e per le sue risorse. Il 2015 segna anche il ritorno della bandiera blu sulle nostre spiagge confermando che Castellaneta è un territorio d'eccellenza”. “Siamo orgogliosi di accogliere una manifestazione di così alto livello, un appuntamento di caratura nazionale, che rafforza il valore sociale e culturale del nostro territorio – ha sostenuto la D’Ettorre – Ritengo che, tale evento, possa offrire nuova ricchezza sociale al nostro territorio che guarda all'eccellenza attraverso questi esponenti”.

A Graziano Galatone, infine, il compito di anticipare qualcuna delle novità che caratterizzeranno la serata di gala del premio, quest’anno condotta dalla nota showgirl Nathalie Caldonazzo. Una delle quali, sicuramente tra le più importanti, sarà la partnership con la Fondazione ANT 1978 Onlus. “Ci sarà un tributo a Charlie Chaplin che era amico di Valentino – ha sostenuto Galatone – Una concezione anglosassone di spettacolo”.

www.premiovalentino.it


DI MASSIMO CAUSO

 

 

 

 

 

CANNES   “Les italiens!” E’ di sicuro il loro anno (il nostro…) a Cannes 68. Lo sappiamo anche troppo, magari poi alla fine si rischia di andare via a mani vuote… Oppure no, a giudicare dall’accoglienza calorosa riservata ai primi due film italiani già presentati sulla Croisette, Garrone ovvero “Il racconto del racconti” (che potete vedere anche a Taranto, al Cinema Bellarmino) e Moretti ovvero “Mia madre”.  Premi prossimi venturi a parte, intanto godiamoci l’accoglienza affettuosa riservata dalla stampa a entrambi. Un po’ più a Moretti, a dire il vero, che a Garrone, che invece sembra aver suscitato qualche perplessità.

Anche a vederlo in conferenza stampa, del resto, Moretti è uno che sulla Croisette, e in Francia in generale, è di casa: subito superata una certa tensione iniziale, Nanni ha sfoderato la sua classica presenza eccellente: il film è stato salutato da grandi applausi e Moretti è apparso sicuro di sé: “E’ la mia settima volta a Cannes – ricorda – e qui, come anche in tutte le situazioni internazionali, i miei film vengono visti sempre per ciò che sono, senza quelle interferenze che caratterizzano il giudizio sui miei lavori alla loro uscita in Italia: i miei atteggiamenti, il mio personaggio pubblico, le mie posizioni politiche…”. In conferenza stampa insieme a lui erano presenti anche gli interpreti, John Turturro e Margherita Buy. Su Turturro, Moretti dice che ci teneva ad avere lui “perché è anche un regista e a me piace lavorare da sempre con altri registi come interpreti. Poi Turturro ha anche un rapporto privilegiato con l’Italia, la conosce bene, come dimostra “Passione”, il bellissimo documentario sulla musica napoletana che ha realizzato un paio di anni fa”. Per il personaggio di Margherita Buy, il regista dice di aver pensato subito a lei per quel ruolo: “Anche se si tratta di un personaggio femminile, volevo ci fossero quelle che sono le caratteristiche dei miei personaggi: quella spigolosità, un certo nervosismo costante, il senso di inadeguatezza…”. A chi gli chiede il perché di un film che parla di vita e di morte, Moretti risponde che “Mia madre” è piuttosto un film “su ciò che resta di noi vivi su questa terra e sui ricordi che abbiamo di chi se ne va: gli scatoloni, i libri, le lezioni di latino…”. Il nervosismo e i timidi sorrisi che Moretti mostra a inizio conferenza ben presto si stemperano nel calore delle domande della stampa internazionale. Tanto che si lancia in qualche rilievo sullo stile del suo film: “Ho voluto che la macchina da preso avesse dei lenti avvicinamenti agli attori, sentivo che dovevo insistere su questi movimenti”. Per quanto riguarda la musica, invece, rivela che “mentre monto il film, mi capita di usare una musica già esistente e anche questa volta mi sono reso conto che non volevo una colonna sonora composta appositamente: è qualcosa di istintivo, però, non chiedetemi di teorizzare…”.

Sorride quando un giornalista brasiliano gli chiede se la battuta “A  domani” detta dalla madre in chiusura del film possa essere interpretata come un riferimento alla situazione politica europea, mentre non risparmia la soddisfazione per il fatto di essere in Concorso a Cannes in un anno in cui la presenza del nostro cinema è così importante: “Però credo che questo risultato non sia il frutto di una strategia, quanto piuttosto di iniziative singole di registi e produttori: quello che manca in Italia è un’attenzione concreta, meno distratta, al cinema”. A chi gli chiede infine come mai i suoi film sappiano far ridere e piangere allo stesso tempo, Moretti risponde che “non si tratta di una strategia”. E qual è allora per lui il compito del cinema? “Quello di fare buoni film, che siano soprattutto innovativi: non sono tanto importanti le tematiche, quanto il modo in cui vengono affrontate”.

Matteo Garrone, dal canto suo, ha dovuto rispondere alla curiosità sulla scelta di un soggetto apparentemente così lontano dalle sue corde, una fiaba fantasy ispirata per giunta al testo di Gianbattista Basile che è scritto in napoletano del ‘600: “Un dialetto che oggi non viene letto nemmeno dagli stessi napoletani: è stato un atto di incoscienza portarlo sullo schermo”, ammette lo stesso regista, che però poi precisa quello che a lui sembra un percorso artistico naturale: “Nei miei film di solito sono partito dalla realtà per trasfigurarla, questa volta ho fatto il percorso inverso. Del resto prima di intraprendere la carriera da regista ero un pittore, quindi la dimensione fantastica mi ha sempre affascinato, anche se va riconosciuto che questo è un genere poco frequentato in Italia”.  A chi sottolineava la scelta di utilizzare scenografie e effetti speciali così lontani dalla produzione contemporanea, Matteo Garrone risponde che assieme allo scenografo Dimitri Capuani “si è tentato voluto fare una ricostruzione di ambienti iperrealista, ma ovviamente non abbiamo rinunciato ad utilizzare le location naturali offerte dal nostro sud, la Puglia in particolare: volevamo imprimere loro un taglio iperrealista, da puro artificio. Quanto agli effetti speciali abbiamo voluto renderli quasi materici, per cui abbiamo affiancato all’indispensabile uso del digitale anche un ritorno al versante più artigianale”.

 

Massimo Causo

 

di Vito Massimano

 

 

Sono diventato avido di spot elettorali locali, manco fossi Fantozzi davanti alla tribuna politica.

Certo, rispetto alla scena evocata, non ci sono Spadolini, Berlinguer, Almirante o Craxi ad indicarmi i programmi e, grazie al cielo, forse neanche io sono troppo simile al famoso personaggio di Paolo Villaggio.

Fatto sta che lo stupidario pre elettorale sarebbe veramente avvilente se non si fosse immediatamente consolati da quella vena di malinconica comicità intrinsecamente connessa al basso profilo di molti candidati.

Le parole d’ordine sono fiducia, insieme, noi, la nostra generazione, il candidato giusto, l’esperienza, l’entusiasmo, i cittadini protagonisti, le istanze del territorio, le problematiche gravi che necessitano di progettualità, uniti si vince e via cazzarando.

Questi candidati sono come l’orso bruno: vivono in letargo per cinque anni, bivaccano nei loro ambienti chic lontano dalla plebaglia, vengono eletti e spesso non intervengono in aula per manifesta inadeguatezza o per disinteresse.

Il ritorno di fiamma con la gente scoppia proprio in occasione del consueto appello finalizzato ad ottenere la fatidica X sulla scheda elettorale.

La passione civile è come il raffreddore, viene in determinati momenti e non si sa mai bene come curarlo.

Loro lo curano con gli stereotipi e con la presunzione di apparire appassionati ai problemi del territorio, locuzione tanto vacua quanto abusata.

Piacerebbe sapere se per i problemi di Taranto non dormano ogni notte come vogliono far credere o se l’insonnia li assalga solo in determinati momenti.

Propendiamo per questa ultima ipotesi e non riusciamo a capire se, oltre recitare a mò di rosario frasi senza senso come il problema della portualità, del turismo, dell’ambiente, dell’occupazione , dell’industria, i trasporti, la crisi, itinerario enogastronomico, ricambio generazionale o piastra logistica, costoro sappiano anche in cosa si sostanzino tali tematiche e quali potrebbero essere le soluzioni compatibili con le politiche di bilancio.

Troppo complicato studiare vero? Molto meglio il metodo collaudato anche se già obsoleto da almeno quarant’anni: ti fanno mangiare, ti fanno sbevazzare, ti invitano a dire la tua (ma mentre tu parli loro pensano che a casa mancano latte, biscotti e detersivo per i piatti) e lo sfogatoio è servito.

Diranno che la tua considerazione è acuta e che molto si è fatto ma molto resta da fare per vincere le resistenze dei potentati che minano la democrazia ma che con il tuo voto puoi contribuire a spazzare via per cui adesso mangia la bruschetta e vota sereno perché al resto penseranno loro.

La tattica è vecchia ma funziona a tal punto da indurti a dubitare che, alla fine, sia proprio questo che chiede la gente.

Rimosso questo cattivo presentimento, non si può non sottolineare che gli spot proposti dai candidati sulle emittenti locali sono veramente brutti: mal recitati, zeppi di luoghi comuni, naturali come una busta di plastica, carichi di inflessioni dialettali, con le solite inquadrature da statista pensoso o da sbarazzino in maniche di camicia e giù con musiche e slogan originali come gli zigomi di Gabriel Garko.

Eppure gli spot dovrebbero essere curati in maniera maniacale perché sono il biglietto da visita di un politico, sono l’emblema della cura e della competenza con cui costoro fanno le cose.

Ecco, appunto. Adesso torna tutto.

 

 

 

DI AMEDEO COTTINO

 

Il nuovo ISEE, indicatore della situazione economica equivalente, dopo la riforma scattata il primo gennaio 2015 comporta l’utilizzo di nuovi modelli di DSU, la dichiarazione sostituiva unica. I cambiamenti riguardano l’impostazione stessa della DSU, per la quale la Riforma ha introdotto una sorta di organizzazione a moduli. C’è infatti un modello base, la cosiddetta DSU mini che serve per la maggior parte delle prestazioni, più una serie di altri modelli che invece vanno compilati esclusivamente per alcune tipologie di prestazioni. Vediamo una breve guida che può essere utile al contribuente.

Per identificare con maggior semplicità i diversi modelli di cui si compone il nuovo ISEE si parla di ISEE UniversitàISEE SociosanitarioISEE minorenni e via dicendo. Ricordiamo che l’ISEE serve ad accedere a prestazioni di welfare (iscrizione all’asilo, all’università, prestazione sanitarie, assistenziali ecc.). Il contribuente compila la DSU, la consegna direttamente all’ente che eroga la prestazione oppure al Comune, CAF o all’INPS, ed è proprio l’istituto previdenziale che alla fine calcola l’ISEE.

In tutto, i moduli di cui si compone la DSU sono otto: due fanno parte del modello base, gli altri servono per eventuali situazioni particolari:

·         Modulo MB1: è la parte fondamentale della cosiddetta DSU mini, in pratica la dichiarazione base, che devono presentare tutti. Vanno inseriti i dati relativi al nucleo familiare e quelli relativi alla casa di abitazione;

·         Modulo FC1: è la seconda parte della DSU mini, che quindi devono compilare tutti. Si compila per ogni componente del nucleo familiare, e contiene oltre alla sue generalità, le informazioni su reddito, patrimonio mobiliare e immobiliare. In pratica, bisogna indicare qui tutti i dati utili a calcolare l’ISEE. Una delle principali novità della Riforma prevede che alcune informazioni importanti relative al reddito, che prima erano auto-dichiarate, adesso non rientrino più invece nella DSU, perché l’INPS va a chiederle direttamente all’Agenzia delle Entrate (esempio: il reddito che risulta dalla dichiarazione).

E passiamo ora agli altri moduli, che invece si compilano, in aggiunta ai due appena descritti, per particolari tipologie di prestazioni o in determinate situazioni.

·         Modulo MB2: si compila solo per accedere alle prestazioni per il diritto allo studio universitario e per quelle relative ai minorenni nel caso in cui i genitori non siano coniugati e non convivano. Ad esempio, questo modulo si compila per l’iscrizione all’università, per altre eventuali prestazioni legate agli studi universitari, per l’iscrizione all’asilo. Si compone di due quadri, per ognuna delle due tipologie sopra descritte, e serve per indicare la situazione del nucleo dello studente universitario (se convive o meno con i genitori e via dicendo), piuttosto che del minorenne.

·         Modulo MB3: si compila solo per le prestazioni socio – sanitarie residenziali, come il ricovero presso RSSA (residenze per anziani). Si inseriscono i dati sul beneficiario della prestazione, sui familiari, sui figli non ricompresi nel nucleo familiare (che calcoleranno poi componenti aggiuntive), e su eventuali donazioni di immobili.

·         Modulo MB1-rid: questo in realtà è un modulo che si può compilare in alternativa al modulo MB1, nel caso in cui si preferisca fare riferimento a un nucleo familiare ristretto, composto solo da coniuge e figli, possibilità che è concessa nei seguenti casi: prestazioni socio – sanitarie per persone con disabilità e/o non autosufficienti maggiorenni, prestazioni connesse ai corsi di dottorato di ricerca.

·         Modulo FC2: si compila solo nel caso in cui ci siano nel nucleo familiare persone con disabilità o non autosufficienti. Si inseriscono generalità, livello di disabilità (in base alla classificazione stabilita dalla norma), spese per prestazioni.

·         Modulo FC3: si compila solo se nel nucleo familiare ci sono persone esonerate dalla dichiarazione oppure in caso di sospensione degli adempimenti tributari per eventi eccezionali. Si inseriscono i dati di reddito.

·         Modulo FC4: vale solo per calcolare la cosiddetta “componente aggiuntiva“, rappresentata ad esempio dal genitore non convivente nel caso di prestazioni per i figli minorenni, oppure dal figlio del beneficiario di prestazioni socio assistenziali. Si inseriscono i dati del nucleo familiare della componente aggiuntiva.

Segnaliamo infine che c’è anche una DSU specifica per calcolare il cosiddetto ISEE corrente, che rappresenta una delle novità fondamentali della Riforma. In pratica, è riconosciuta la possibilità, che prima non era prevista, di correggere l’ISEE nel corso dell’anno. Per farlo, bisogna appunto richiedere un nuovo indicatore, che si chiama appunto ISEE corrente, compilando un’apposita DSU. È necessario che siano intervenute consistenti variazioni della situazione economica rispetto a quanto precedentemente dichiarato.

Di Amedeo Cottino

 

Da lunedì 11 maggio è possibile presentare domanda all’INPS per il bonus bebè, l’assegno per ogni figlio nato dal primo gennaio 2015 al 31 dicembre 2017 introdotto con la Legge di Stabilità 2015: le istruzioni operative sono contenute nella circolare 93/2015 dell’Istituto di previdenza. Il riferimento normativo preciso è l’articolo 1, commi da 125 a 129 della Legge 190/2014, che istituisce il bonus bebè per ogni figlio nato o adottato fra il 2015 e il 2017 per i primi tre anni di vita del bambino o per i primi tre anni dall’ingresso in famiglia del figlio adottivo.

Il beneficio è pari a 960 euro (80 euro al mese per 12 mesi), per le famiglie con ISEE non superiore a 25mil euro annui, e sale a 1.920 euro (160 euro al mese per 12 mesi), per valori ISEE fino a 7mila euro.

Presentazione domanda

La domanda si presenta all’INPS, esclusivamente per via telematica, utilizzando una delle seguenti modalità:

web: servizi online INPS accessibili direttamente dal cittadino tramite PIN dispositivo. Bisogna seguire il seguente percorso: -> Servizi per il cittadino -> Autenticazione con PIN -> Invio domande di prestazioni a sostegno del reddito -> Assegno di natalità – Bonus bebè;

·         Contact Center Integrato: numero verde 803.164 (gratuito da rete fissa) o numero 06 164.164 (numero da rete mobile con tariffazione a carico dell’utenza chiamante);

·         Patronati.

La domanda va presentata entro 90 giorni dalla nascita o dall’adozione, e l’assegno decorre dal mese di presentazione. Per le nascita o le adozioni avvenute fra il primo gennaio 2015 e l’entrata in vigore del decreto attuativo (il 27 aprile 2015), la domanda va presentata entro il 27 luglio. Nel caso di presentazione tardiva, l’assegno decorre dal mese di presentazione della richiesta.

Bonus bebè, aventi diritto

Può presentare domanda il genitore, anche affidatario, in possesso dei seguenti requisiti:

·         cittadinanza italiana o di uno Stato dell’Unione Europea. In caso di cittadino di Stato extracomunitario, permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo (di cui all’articolo 9 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286). Ai fini del presente beneficio ai cittadini italiani sono equiparati i cittadini stranieri aventi lo status di rifugiato politico o lo status di protezione sussidiaria (art. 27 del D.Lgs. 19 novembre 2007, n. 251);

·         residenza in Italia;

·         convivenza con il figlio: il figlio ed il genitore richiedente, devono essere coabitanti ed avere dimora abituale nello stesso comune (art. 4 del Decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 1989, n. 223);

·         ISEE del nucleo familiare di appartenenza del richiedente, oppure del minore nei casi in cui lo stesso faccia nucleo a sé, non superiore ai 25.000 euro all’anno.

Se il genitore è minorenne, la domanda può essere presentata dal legale rappresentante. Se il figlio è affidato temporaneamente a terzi, la domanda può essere presentata dal genitore affidatario.

Cause di decadenza

Il diritto al bonus bebè decade in tutti i casi in cui si perde anche uno solo dei requisiti di legge sopra descritti per gli aventi diritto, oppure nelle seguenti situazioni:

·         decesso del figlio;

·         revoca dell’adozione;

·         decadenza dall’esercizio della responsabilità genitoriale;

·         affidamento esclusivo del minore al genitore che non ha presentato la domanda;

·         affidamento del minore a terzi.

(Fonte: circolare INPS 93/2015).

 

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