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Giornale di Taranto - Giornalista1
SCOPERTA FRODE ‘’CAROSELLO’’ NEL SETTORE DEL COMMERCIO DI AUTOVETTURE.Il Nucleo di Polizia Tributaria di Taranto ha concluso una verifica fiscale nei confronti di una società operante nel settore della compravendita di autovetture con sede a Manduria (TA). I militari hanno contestato una rilevantissima frode all’I.V.A. attuata mediante l’interposizione fittizia di società e l’utilizzo di fatture per operazioni soggettivamente inesistenti per un ammontare complessivo di 16,6 milioni di euro, con un’evasione di I.V.A. per 3,3 milioni di euro. L’attività delle Fiamme Gialle è scaturita da precedenti indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Taranto e conclusesi con l’esecuzione di misure cautelari reali a carico degli amministratori di fatto e di diritto dei soggetti economici coinvolti, delle stesse società beneficiarie del sistema di frode, nonché di prossimi congiunti degli indagati cui erano stati intestati beni mediante trasferimenti o separazioni legali fittizi. Gli ideatori della frode si erano avvalsi di tre entità allocate tra le province di Taranto e Foggia, la cui unica funzione era quella di acquistare formalmente i veicoli, emettere in parallelo fatture fittizie in favore dei reali commercializzatori, per poi scomparire senza versare l’I.V.A. all’erario. Del resto lo Stato non avrebbe mai potuto eseguire alcuna azione di recupero dell’imposta nei confronti di ditte prive di qualsiasi consistenza economica, finanziaria e patrimoniale. Chiaramente i venditori effettivi hanno dedotto l’I.V.A. sulle fatture emesse dalle “cartiere”, ottenendo un vantaggio che gli ha permesso di collocare le vetture sul mercato ad un prezzo impraticabile per i concessionari che operano nel rispetto delle norme. È evidente quindi che simili sistemi di frode alterano le regole della concorrenza e danneggiano gli operatori economici regolari, specie in un momento storico di forte contrazione del settore automobilistico. All’esito della verifica fiscale è stato pertanto recuperato a tassazione ai fini delle imposte sui redditi, un imponibile di 646 mila euro, quale costo indeducibile perché non inerente l’attività commerciale esercitata, e corrispondente ai compensi pagati alle “cartiere”, sotto forma d’intermediazioni, ma, di fatto, costituenti il prezzo delle fatture fittizie emesse. .
Si rivolge ai rappresentanti istituzionali del territorio presenti in Parlamento il Consigliere Francesco Laddomada, che continua a sostenere con ogni mezzo e a ogni livello politico -istituzionale il mantenimento e il riconoscimento del Servizio di trasporto oncologico in provincia di Taranto e non solo. Un Servizio – come altri di Assistenza Territoriale e Domiciliare - capace di fornire, ai malati oncologici nello specifico, un supporto efficace e prezioso. “Inviare una nota ai nostri parlamentari – afferma il Consigliere Laddomada – si è reso necessario e opportuno anche a causa della gestione poco efficace della Asl di Taranto su questo delicatissimo argomento. A partire dal dato di fatto che solo parte delle risorse stanziate per il Servizio sono state utilizzate, mi chiedo a cosa servano gli sforzi che quotidianamente si producono a livello regionale, se poi a livello locale non si è in grado di utilizzare al meglio le risorse già di per sé esigue. Pertanto continuo con forza a sostenere questo indispensabile e fondamentale supporto assistenziale alla popolazione del territorio che beneficia di questo Servizio. “Si tratta di patologie – continua Laddomada nella nota – che necessitano di cure e assistenza che vanno oltre la presa in carico ospedaliera e rientrerebbero nei cosiddetti Servizi territoriali alla persona – ambulatoriali e/o domiciliari. Poiché la Commissione nazionale è a lavoro per la definizione e l’aggiornamento dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), nella mia nota inviata ai Parlamentari pugliesi, che ben conoscono la vicenda di Taranto riguardante il Servizio di Trasporto Oncologico che con mille sforzi è stato finalmente riavviato pochi mesi fa, ho chiesto che anche questo Servizio sia inserito nei LEA; ciò, oltre che garantire il mantenimento del Servizio nella provincia di Taranto, ne determinerebbe l’istituzione su tutto il territorio nazionale, con grande vantaggio per tutti gli utenti oncologici del nostro Paese. Intanto – conclude Laddomada – ho chiesto che, nell’ambito degli stanziamenti in favore della Città di Taranto, previsti dal Disegno di Legge in discussione al Senato, sia destinata una somma in favore dell’ASL di Taranto, con la precisa indicazione di far proseguire il Servizio di Trasporto oncologico e quindi, tutelare sia gli ammalati che ne fruiscono, sia l’occupazione degli operatori autisti e OSS. E, a seguito della nota, ho già ricevuto risposta da alcuni parlamentari che hanno condiviso questo mio appello. L’auspicio è che anche a livello nazionale ci sia da parte di tutti i nostri rappresentanti istituzionali unicità di intenti su un tema così importante.”
Il percorso di realizzazione dei DUC, i Distretti Urbani del Commercio, passa alla fase due. I comuni della provincia di Taranto si preparano ad adottare questo importante strumento – istituito con L .R. 11/2003- di valorizzazione e promozione del commercio urbano nei centri cittadini e negli ambiti commerciali naturali. Dopo un percorso di conoscenza ed approfondimento delle questioni inerenti la loro organizzazione, le modalità operative, di elaborazione dei regolamenti e soprattutto di primo confronto con le amministrazioni comunali – attori primari dei DUC, assieme alle associazioni degli operatori commerciali- Confcommercio si prepara ora a dare avvio alla seconda fase dell’iter procedurale, determinante per la costituzione vera e propria del distretto. Condizione indispensabile infatti è l’accordo stipulato tra l’associazione dei commercianti e l’amministrazione comunale, o più amministrazioni comunali, nel caso di comuni con popolazione inferiore a 25 mila abitanti e con meno di 200 esercizi commerciali. Espletata la fase di analisi delle problematiche e di costituzione dei comitati di commercianti, organizzati da Confcommercio nelle principali aree commerciali urbane del comune capoluogo e dei comuni della provincia (quelli pronti a recepire il nuovo organismo), si entra ora nella fase operativa, cioè di realizzazione degli accordi con gli enti locali. L’accordo dovrà contenere: l’indicazione dell’area; gli obiettivi di riqualificazione; l’indicazione dei progetti e delle attività che si intende realizzare all’interno del DUC; il regolamento del Distretto; i compiti e le responsabilità dei partner; le modalità di finanziamento. Successivamente sulla base degli accordi ( che per alcuni comuni della provincia sono in fase più avanzata, anche se non definita, come ad esempio per il comune di Taranto) si passerà ai progetti operativi, per i quali è possibile accedere alle agevolazioni finanziare regionali. Tuttavia, uno dei nodi che si frappone alla realizzazione dei DUC in molti comuni , è dato dal fatto che buona parte dei comuni della provincia non sono dotati di Piani del Commercio. Uno strumento indispensabile per la pianificazione e programmazione del commercio nelle aree urbane. Un ostacolo che le amministrazioni comunali devono necessariamente rimuovere, assumendo tale impegno come priorità assoluta. Tale problematica assieme agli altri aspetti tecnico-operativi sarà posta al centro del convegno organizzato da Confcommercio per il 30 gennaio p.v. ed al quale sono stati invitati a prendervi parte i sindaci e gli assessori competenti dei comuni del territorio provinciale. Interverrà l’assessore allo Sviluppo Economico della Regione, Loredana Capone, assieme ai dirigenti regionali del settore Pietro Trabace e Teresa Lisi. Vari gli interventi previsti, tutti finalizzati ad offrire una lettura tecnica ed operativa dei DUC: Ivano Ruscelli (direttore Iscom Group); Aldo Manzulli (presidente Imprese ICT Confcommercio Taranto; Fedele Congedo (Associazione Città Fertile). Coordinerà i lavori il segretario di Confcommercio Puglia, Giuseppe Chiarelli, dopo l’intervento di saluto del presidente provinciale di Confcommercio, Leonardo Giangrande.
BCC SAN MARZANO DI SAN GIUSEPPE NASCE LA FILIALE INTELLIGENTE. IL PRESIDENTE FRANCESCO CAVALLO: «I NOSTRI CLIENTI POTRANNO ENTRARE IN BANCA ANCHE DI NOTTE». IL DIRETTORE GENERALE EMANUELE DI PALMA: «UNA TAPPA IMPORTANTE PER UN PERCORSO AVVIATO DA TEMPO» // Nasce la filiale intelligente. La BCC San Marzano di San Giuseppe, vara un programma di nuovi servizi alla clientela avviando i lavori che porteranno, entro pochi mesi all'avvio di un progetto pilota orientato verso la filiale intelligente. Il prototipo dell'iniziativa nasce a San Marzano di San Giuseppe e sarà inaugurata a giugno. Il nuovo modello di filiale prevede un'area self-bank evoluta (disponibile 24 ore al giorno, anche durante l'orario d'apertura degli uffici, mentre durante la chiusura e nelle ore notturne sarà possibile accedere facilmentee in maniera riservata) i cui bancomat potranno essere utilizzati non solo per prelievi e versamenti, ma anche per gli assegni. Le somme di denaro versate, inoltre, dopo apposite verifiche gestite in maniera autonoma dalla macchina, saranno rese disponibili per gli utenti che potranno prelevare, annullando di fatto il rischio dell'esaurimento di euro dalla cassa. E,ancora, una serie di totem collegati con gli uffici di consulenza della Banca potranno fornire in tempo reale la possibilità di un collegamento audio-video per i servizi desiderati. Così, un cliente che desidera avere informazioni sull'andamento titoli potrà farlo collegandosi direttamente con l'Ufficio Titoli della Banca. Lo stesso totem, infine, offre la possibilità di utilizzare il servizio home banking (anche a notte fonda) direttamente all'interno dell'Istituto con pagamenti F24, effettuazione bonifici in Italia e all'estero. Questo per agevolare i clienti che non hanno disponibile un computer o l'attivazione del servizio su smartphone. Il capitolo sicurezza prevede, l'ingresso rapido della clientela con riconoscimento visivo e un moderno sistema di anticamuffamento. «La strada verso la filiale intelligente -- spiega il Presidente della BCC San Marzano di San Giuseppe, Francesco Cavallo -- è un passo che la nostra Banca compie con lo spirito di fornire alla clientela un servizio sempre più ampio e qualificato. Ma, il contributo, è anche orientato verso la corretta educazione tecnologica e l'utilizzo di strumenti innovativi sempre più necessari in ottica moderna. In questo modo contiamo di mettere a disposizione una rete sempre più efficiente in un contesto orario senza soluzione di continuità per tutta la durata della giorno, i nostri clienti potranno entrare fisicamente in banca anche in piena notte». «Con il nuovo layout di filiale -- dice il Direttore Generale, Emanuele di Palma -- continuiamo un percorso intrapreso da tempoorientato a utilizzare strade nuove per essere in grado di rispondere sempre meglio e in maniera più tempestiva alle esigenze di clienti sempre più evoluti e indirizzati verso l'utilizzo di strumenti hi-tech. In questo modo, oltre a fornire un servizio di eccellenza nella sua qualità e immediatezza, siamo anche nella condizione di ottimizzare l'impegno quotidiano dei nostri collaboratori, risorse primarie e insostituibili».

Ben 6 minuti di recupero non sono serviti al Busceglie ad evitare la sconfitta contro un Taranto devastante. La partita e' terminata 4-2 per il Taranto calcio ma poteva essere un punteggio molto più alto se non ci fosse stato in porta della squadra barese un portiere under che ha fatto miracoli. La sconfitta casalinga contro il Manfredonia con due vittoria di grande rilevanza. Ora la squadra allenata da Mister Papagni e' ad un solo punto dalla capolista Marcianise vittoriosa in casa per 2-0, ed a pari punti a 35 con il Matera che ha vinto per 3-0 contro un Brindisi  in ombra. Grande soddisfazione a fine gara del Presidente Nardoni che crede sempre più nel salto di categoria. Forza Taranto

I Carabinieri della Stazione di Sava, durante un controllo della circolazione stradale hanno fermato un 30enne del posto con precedenti di polizia, il quale, a bordo della propria auto, trasportava varia attrezzatura per il giardinaggio (un decespugliatore, un tagliasiepi, ecc.) e i lavori di edilizia (4 smerigliatrici, 2 trapani, 2 avvitatori, 2 generatori di corrente, ecc.) della quale non dava giustificazione. Il veicolo e tutta l'attrezzatura sono stati sequestrati, mentre l'uomo è stato denunciato in stato di libertà per ricettazione.
Il varo da parte del MIPAAF del provvedimento sul riconoscimento delle calamità naturali nelle Regioni Puglia, Emilia Romagna, Toscana e Basilicata, che abbiamo così fortemente richiesto, sia come Regione, sia nell’ambito del tavolo di coordinamento di tutte le regioni italiane, è un riconoscimento importante ad un territorio che da anni vive una emergenza continua.Così l’Assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia e coordinatore nazionale di tutti gli assessori al ramo nazionali, Fabrizio Nardoni, che nella doppia veste commenta la dichiarazione dello stato di eccezionali avversità atmosferiche decretata proprio ieri dal Ministro Nunzia De Girolamo. Un risultato importante anche per la Puglia e per le zone del tarantino dove il dramma dell’alluvione dello scorso ottobre ha portato disagio ma anche morte e distruzione – dice Nardoni – e un segno di attenzione verso una comunità che recentemente è stata nuovamente colpita con crolli e devastazioni ormai intollerabili. Secondo la dichiarazione gli agricoltori che a seguito di tali eventi hanno subito danni alle produzioni agricole, alle strutture aziendali e alle scorte, potranno così accedere alle provvidenze inserite nel Fondo di Solidarietà Nazionale. Un risultato non assolutamente scontato – termina l’Assessore Nardoni – visti i tempi che solitamente accompagnano tali riconoscimenti e che questa volta invece arrivano celermente almeno a lenire parte del disagio di comunità, come quelle del versante occidentale della provincia di Taranto, tenace e laboriosa. Ora, però, si lavori al più presto per la prevenzione del rischio e il controllo delle situazioni di pericolo. Secondo il decreto del MIPAAF anche gli enti gestori potranno, sempre con oneri a carico del Fondo, ripristinare le infrastrutture a servizio delle attività agricole, danneggiate dagli stessi eventi. Le domande di intervento potranno essere presentate dai beneficiari alle autorità indicata dalla stessa Regione entro il termine perentorio di quarantacinque giorni dalla data di pubblicazione del decreto nella Gazzetta Ufficiale.
I militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Taranto, nell’ambito di specifici controlli eseguiti nel decorso anno 2013, hanno individuato 19 persone che operavano, senza averne titolo, con mansioni infermieristiche presso 6 laboratori di analisi ubicati in Taranto e provincia, accreditati con il Servizio Sanitario Nazionale. L’attivita’ ispettiva eseguita dalle Fiamme Gialle rientra in un vasto ed articolato piano d’azione in materia di tutela della spesa pubblica nel comparto sanitario. I Finanzieri hanno accertato che i prelievi di sangue avvenivano: - “a domicilio”, da parte di infermieri dipendenti pubblici, di ex infermieri ormai in pensione, nonché di persone prive di qualifica; - presso alcuni dei laboratori oggetto d’indagine, da parte di “operatori sanitari” sprovvisti dei titoli professionali. Spesso, nei casi di prelievi domiciliari, le provette venivano trasportate in condizioni non idonee a garantire l’integrita’ dei campioni. Le norme in tema di prelievo e trasporto di sangue prevedono, infatti, che questo debba essere raccolto da infermieri professionali iscritti all’albo e che il trasporto, dal luogo del prelievo alla struttura sanitaria di analisi, debba avvenire rispettando precise regole, tra le quali l’uso di contenitori impermeabili a tenuta stagna, l’adozione di rastrelliere per provette e di kit specifici per disinfezione in caso di eventuali rotture. Tra le violazioni riscontrate vi e’ stato anche un caso di sottrazione di materiale sanitario a danno dell’ospedale di Manduria (TA), in quanto uno degli infermieri in servizio presso l’ASL ha utilizzato materiali sanitari illecitamente prelevati dalla struttura pubblica. Nei confronti di 14 operatori sprovvisti delle necessarie qualifiche professionali e’ scattata la denuncia all’Autorità Giudiziaria per “esercizio abusivo della professione”, mentre 5 infermieri dipendenti di ospedali pubblici della provincia di Taranto sono stati segnalati alla locale ASL per l’adozione dei conseguenti provvedimenti disciplinari. Due dei laboratori coinvolti hanno gia’ subito la revoca della convenzione da parte della Regione Puglia; per altri tre sono state avviate le procedure di revoca; ad un altro laboratorio, infine, è stata notificata l’intimazione da parte dell’ASL di avvalersi di personale qualificato.
Il recente successo della Vinci nella Terra dei Canguri ripropone alla cronaca una bella iniziativa , quella di far ritornare nella sua città la campionessa tarantina per una grande esibizione tennistica da tenere al Palamazzola. Una grande e bella idea messa a punto dalla Associazione TERRA che per tre anni fra complessità e difficoltà ha organizzato, direi con significativo successo, i mercoledi dell'Isola. Una attività dicono dalla Associazione che ha assorbito per intero le nostre possibilità operative: era fondamentale assicurare continuità a un'iniziativa che dura un mese ma che presuppone un lavoro ideativo e amministrativo lungo un anno. Senza trascurare la manifestazione, riteniamo i tempi siano maturi per un'azione a più ampio raggio". Promozione turistica e valorizzazione del territorio restano al centro del nuovo corso di "Terra". Siamo convinti - ribadiscono - della necessità di mettere in campo più percorsi di valorizzazione. Uno di questi passa necessariamente dalle esperienze dei tanti tarantini che hanno saputo costruire le proprie fortune fuori dai confini provinciali e che, troppo spesso, questa terra dimentica. 'Nemo propheta in patria' è un modo di dire che ben si adatta a una terra che guarda spesso con eccessiva distanza, quando non con sospetto, a coloro i quali dovrebbero invece diventare ambasciatori della città. Da loro, dalle loro storie, vogliamo cominciare a riportare tutto a casa. Tra i tanti concittadini capaci di dare lustro alla città, "Terra" non ha dubbi a individuare quello da cui partire. "Vorremmo cominciare da una piccola tarantina di sei anni, dalla racchetta che quel giorno teneva in mano per colpire la prima di decine di migliaia di palle", spiega Nausica Pesari, responsabile del settore sportivo ed anima della prima delle iniziative messe a calendario dall'associazione. "Quella piccola tarantina si chiama Roberta Vinci ed oggi è una grande realtà del tennis internazionale femminile, alla quale Taranto deve il giusto tributo. Nelle ore in cui la numero 12 al mondo, numero 1 nel doppio, ha vinto la sua ennesima finale WTA, riteniamo giusto dire a Roberta che la aspettiamo a Taranto, per tributarle il giusto riconoscimento per i suoi successi". Un invito, quello alla tennista, che è spunto programmatico. "Abbiamo osservato in tre edizione de L'Isola che Vogliamo quanto lo sport possa fare in termini turistico e sociali per la città. Tra i vicoli della Città Vecchia abbiamo visto l'entusiasmo della Fondazione Taras trasformarsi nel primo supporters trust italiano. Abbiamo visto i campioni della Rari Nantes trasformare con cuffie e pallone il Mar Grande", osserva la referente sportiva di "Terra". "Ora collaboriamo alla possibilità di pensare al beach tennis nell'Isola, consapevoli della importanza formativa ed agonistica di uno sport individuale dall'alto valore educativo e della necessità di sfruttare quell'enorme patrimonio naturale che per Taranto è il mare". Beach tennis come primo seme di un progetto per il quale, spiega Nausica Pesari, si auspica un raccolto ben più grande. "Guardiamo al passato del Taranto Open, al tennis e allo sport come strumento di promozione e attrazione. Crediamo fortemente alla possibilità di rinverdire quella tradizione, quella storia che racconta un passato di industria di Stato, con la Vaccarella e l'Ilva al centro dell'organizzazione del torneo, e che oggi può diventare simbolo futuro di rinascita e risveglio dal sonno di uno sviluppo imperniato sulla sola siderurgia. In tal senso abbiamo avviato i primi embrionali contatti per dar vita dal punto di vista economico ed istituzionale il progetto,ottenendo subito il patrocinio di “Officine Taranto” ,a cui ci auguriamo seguiranno tanti altri". Se il sogno del Taranto Open richiede tempo e lavoro, l'invito a Roberta Vinci è il primo passo verso un sogno. "Alla Vinci inviamo un sentito invito. Quello di venire a raccogliere l'applauso che questa città sente di doverle tributare in un incontro/esibizione, magari con le sue colleghe/amiche Francesca Schiavone, Sara Errani e con la brindisina Flavia Pennetta. Sarebbe importante far tesoro dell'esperienza della rappresentante tarantina di questo team da favola che tante soddisfazioni regala all'Italia del tennis, riportando sullo Jonio il grande tennis, con incasso da devolvere interamente a diversi enti di beneficenza ed in particolar modo alla formazione tennistica e sportiva di ragazzi del Borgo Antico. Un torneo/esibizione incredibile dove la citta potrebbe ammirare alcune tra le più grandi giocatrici al mondo. A loro e alla città tutta Roberta può raccontare una semplice verità. Credendoci, sudando, combattendo si può crescere, diventare primi al mondo. Anche attraverso lo sport". Sulla proposta interviene l'ASSESSORE ALLO SPORT DEL COMUNE DI TARANTO GIONATAN SCASCIAMACCHIA. "Ci uniamo all'applauso virtuale e all'invito dell'Associazione Terra a dare la sua disponibilità per un torneo-esibizione con incasso da devolvere in beneficenza e come Comune di Taranto attendiamo Roberta Vinci in riva allo Jonio per tributarle il giusto riconoscimento". Lo afferma Gionatan Scasciamacchia, assessore allo Sport del Civico Ente, dopo l'invito rivolto dall'Associazione Terra alla tennista tarantina. "Abbiamo un debito di riconoscenza nei confronti di Roberta Vinci - spiega Scasciamacchia, ricordando la disponibilità dell'atleta a sposare l'organizzazione de "Lo Sport in Piazza" dello scorso anno. "In quella occasione Roberta accettò di essere madrina di un'importante manifestazione, con la quale il nostro sport e le nostre associazioni sportive hanno invaso i nostri quartieri. Non riuscimmo allora a tributarle il giusto applauso, causa il concomitante impegno in un torneo internazionale. Ci pare giusto, di conseguenza, restituire quel gesto di disponibilità, saremo da subito al fianco dell'associazione Terra per contribuire all'organizzazione e a mettere in campo le risorse e le sinergie ideali per raggiungere insieme l'obbiettivo". "Mai come in questo momento storico - prosegue l'assessore allo Sport - Taranto ha bisogno di valorizzare le sue eccellenze sportive, non solo calcistiche, anche facendo leva sull'associazionismo. Siamo convinti che sia questa la strada giusta per porre lo sport al centro di un più vasto momento di rilancio dell'immagine cittadina"."Provo a pensare ad una città che può ammirare la sua beniamina,in quello sport,il tennis,che l'ha portata a nei più prestigiosi tornei del mondo e a vincere ripetutamente la Federation Cup...Provo ad immaginare l'entusiasmo dei nostri concittadini e di tutti i turisti che arriverebbero in città per ammirare dal vivo la numero 12 al mondo e le sue colleghe.Immagino un Torneo che un tempo era finanziato dall'industria diventare un simbolo di alternative e di sviluppo per una città che da un pò di tempo prova a combattere contro l'inquinamento." Pieno supporto da parte di Scasciamacchia anche rispetto al progetto a lungo termine messo in campo dall'Associazione Terra, quello di avviare il percorso che riporti a Taranto gli Open di Tennis Internazionale femminile. "Come mostrato con il giro d'Italia, è preciso obiettivo di questa amministrazione riportare a Taranto lo sport che conta. Riportare a Taranto gli Open Wta vorrebbe dire restituire al Sud Italia il suo torneo di tennis principale, per questo affiancheremo questo progetto con determinazione e siamo pronti a portarlo sui tavoli della Regione Puglia con gli ideatori da subito. Sogno di rivedere a Taranto gli Open e sogno di rivederli magari proprio alla Vaccarella. Dopo le ombre e i veleni degli ultimi mesi sulla struttura mi pare la giusta metafora di una città che, attraverso lo sport, si riappropria di se stessa. Dai giovani talenti del Taranto Fc al Maricentro, al tennis alla Vaccarella: lo sport per Taranto può davvero diventare strumento di riscatto"
I lavori di costruzione del parcheggio a Cimino sono – da tempo- praticamente terminati. Quello che pochi ricordano è che nell'area dove è stato realizzato il parcheggio erano presenti, oltre agli olivi che ci sono ancora, i 100 pini piantati dai volontari di Legambiente e dai ragazzi degli istituti superiori tarantini Cabrini, Lisippo, Righi e Vittorino da Feltre che celebrarono con Legambiente proprio a Cimino la Festa dell'Albero dell'ormai lontano 22 novembre 2008. L'area dove mettere a dimora i pini era stata indicata come disponibile dal Comune di Taranto e l'intervento di piantumazione regolarmente autorizzato. Nel novembre 2009 i pini che non avevano attecchito furono sostituiti da Legambiente e dai ragazzi del Liceo Ferraris durante un'altra Festa dell'Albero e anche questo intervento fu portato a conoscenza dell' Amministrazione Comunale. Il 28 dicembre 2009 la Regione Puglia finanziò la "Creazione di un sistema integrato di linee veloci riservate al trasporto pubblico urbano e di parcheggi di scambio ad essi connessi. Primo stralcio funzionale: parcheggi in località Cimino – Croce", uno dei progetti della Area Vasta Tarantina. Quando venimmo a sapere che l'area del parcheggio coincideva con quella utilizzata per piantare i pini rimanemmo perciò esterrefatti: era un classico esempio, per noi, di mano destra (quella che autorizzava la piantumazione dei pini) che evidentemente ignorava quello che nel frattempo stava facendo la sinistra (che nella stessa area pensava di realizzare un parcheggio). Le Feste dell'Albero erano infatti entrambe successive al Forum svoltosi nel luglio del 2008, argomento "Logistica e Sistemi della Mobilità", in cui l'AMAT presentava il documento "Progettualità per la mobilità sostenibile" al cui interno era contenuto anche un progetto di parcheggio di scambio a Cimino; Forum organizzato da Area Vasta Tarantina di cui proprio il Comune di Taranto era Comune Capofila, nell'ambito delle attività volte a redigere il Piano Urbano della Mobilità ed il Piano Strategico. Ovviamente non rimanemmo "fermi a guardare" e dopo una serie di incontri svolti nei primi mesi del 2010, di fronte alla prospettata riduzione dell'inquinamento conseguente all'istituzione delle linee veloci ed alla costruzione del parcheggio, accettammo a malincuore il progetto del Comune ottenendo l'assicurazione che, oltre a "salvare" gli olivi esistenti nell'area, i pini (che nel frattempo avevano attecchito, erano cresciuti e davano già l'idea della bella pineta che di lì a pochi anni avrebbero potuto costituire) sarebbero stati ricollocati in buona parte sempre a Cimino e per la parte restante in altre aree della città. Ad oggi dei pini non c'è traccia. Né c'è più traccia delle "linee veloci". Sono bastate le proteste di pochi commercianti e l'Amministrazione Comunale ha "abbandonato" il progetto che le riguardava senza minimamente farsi carico di pensare ad altre soluzioni. Il parcheggio a Cimino, nato come parcheggio connesso alle "linee veloci" (e realizzato mentre le linee veloci, con un colpo di bacchetta magica, sparivano), dopo la loro scomparsa risulta palesemente destinato a non essere utilizzato se non in modo del tutto residuale dal traffico automobilistico proveniente dall'area orientale. Esso, perciò non produrrà alcun effetto in termini di desiderata riduzione di traffico diretto al centro di Taranto e dell'inquinamento da esso dipendente. Da qui, nei mesi passati, il dichiarato "disinteresse" di AMAT e CTP alla sua gestione. Da qui, pensiamo, la recente idea di realizzare a Cimino un terminal per gli autobus extraurbani: un modo per "riconvertire" e destinare a qualcosa un'opera altrimenti del tutto inutile, ennesimo monumento al nulla ed allo spreco di danaro pubblico. Ma il Comune di Taranto con cosa pensa di sostituire il progetto delle "linee veloci"? O – come siamo portati a pensare visto l'assoluto silenzio in proposito - non se ne preoccupa affatto? Il problema di un trasporto pubblico migliore, veloce, capace anche di contribuire ad abbattere l'inquinamento da traffico, per il Comune di Taranto esiste o non fa parte dei suoi pensieri? Ma torniamo ai cento pini che non ci sono più e che –cresciuti- avrebbero dato un piccolo ma significativo contributo ad incrementare il verde pubblico in una città che ne è quasi sprovvista: solo 1,7 metri quadrati per abitante secondo l'ultimo Rapporto Ecosistema Urbano. Tra l'altro, a causa delle potature selvagge effettuate negli anni passati, su cui siamo più volti intervenuti denunciandole, una parte di questo già esiguo patrimonio arboreo versa in cattive condizioni. Per non parlare dei limoni in vaso che l'amministrazione guidata dal Sindaco Rossana Di Bello collocò in via Di Palma al posto dei mandaranci, anche in questo caso con la nostra ferma e ahimè inascoltata voce contraria, e che versano in pessime condizioni, esattamente come avevamo previsto e denunciato, o sono già morti. Certo: la morte di un albero non è la morte di un uomo. Ma in una città come Taranto, con gravissimi problemi di inquinamento, è assurdo che non ci sia – da parte di chi la governa- una particolare attenzione all'accrescimento ed alla cura del verde pubblico esistente. Noi crediamo che un intervento programmato volto a incrementare costantemente ed a manutenere adeguatamente lo scarso patrimonio di verde a disposizione dei cittadini avrebbe costi bassi e sostenibili e potrebbe coinvolgere attivamente i cittadini stessi, perlomeno i più interessati e sensibili. Lo dimostrano le numerose iniziative che hanno visto protagonisti, in questi anni, associazioni e cittadini di Taranto. Per questo, a fine novembre del 2013, chiedemmo agli assessori all'Ambiente ed ai Lavori Pubblici quale fosse stato il destino dei pini (tra l'altro piantati e cresciuti senza alcuna spesa per il Comune di Taranto) e cosa intendesse fare concretamente, in proposito, l'Amministrazione Comunale. Ci rispose, dopo soli quattro giorni, l'Assessore all'Ambiente dicendo, tra l'altro che "In un tempo successivo la Direzione Urbanistica ha sviluppato il parcheggio di scambio nella stessa area per favorire la sosta delle auto in arrivo e l'utilizzo del mezzo pubblico da parte dei cittadini, il tutto finalizzato ad abbattere nell'intera città quella quota di inquinamento anche consistente dovuto alla circolazione delle autovetture" e che ci sarebbe stata "la sostituzione, mi dicono, a breve nella stessa area di un numero maggiore di alberi". La risposta ci lasciò profondamente insoddisfatti per tutto quello che non c'era: nessun rimpianto per i 100 alberi spiantati ed, evidentemente, seccati, né spiegazioni per le motivazioni che avevano portato l'Amministrazione Comunale prima ad indicare un'area per piantarvi cento (non uno, ma cento) alberi e poi ad individuare la stessa area per realizzare un parcheggio. Nessun riferimento alla questione del verde pubblico a Taranto. Nessuna indicazione, programma, impegno verificabili nel tempo. Per non parlare delle considerazioni sulle finalità del parcheggio di Cimino, palesemente contraddette dalla decisione di accantonare, senza sostituzioni, il progetto delle linee veloci. Per questo tornammo a scrivere, il 30 novembre per contestare le affermazioni, chiedere risposte precise e non impegni generici, almeno sui pini, a domande semplici e chiare: Quanti alberi sarebbero stati piantati? Quando? Dove? Perché, come abbiamo scritto, non vorremmo che, all'Amministrazione Comunale sembrasse "normale" spiantare gli alberi, come quelli forniti per l'intervento di rigenerazione urbana alla Salinella, realizzato gratuitamente da CSV e Legambiente, per permettere la costruzione di un palazzo, o di un altro parcheggio. Perché ci chiediamo se sopravviveranno ai lavori in corso e, per alcuni, al trasferimento annunciato gli alberi di Viale Magna Grecia, rimossi per realizzare una pista ciclabile che, senza un asse di penetrazione ciclabile da e per il centro della città (asse che allo stato è del tutto inesistente), non darà neanch'essa alcun apporto alla riduzione del traffico e, quindi, dell'inquinamento.
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