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Giornale di Taranto - Giornalista1

Tamponi orofaringei e mascherine respiratorie per proteggersi dal rischio contagio a tutti i farmacisti e ai loro collaboratori: sono queste le richieste avanzate dalla Consulta regionale degli Ordini dei Farmacisti della Puglia al presidente della giunta regionale, Michele Emiliano, in merito all’emergenza sanitaria per la pandemia da Covid-19. I presidenti degli Ordini che nei giorni scorsi avevano ricevuto rassicurazioni dal direttore di dipartimento per la Salute, Vito Montanaro, rivolgono a Emiliano un accorato appello “affinché anche ai farmacisti pugliesi operanti nelle farmacie di comunità, negli ospedali e nelle parafarmacie, e ai loro collaboratori, possa essere garantito il diritto di proteggersi dal contagio, tenuto conto che essi operano in una evidente condizione di sovraesposizione al rischio”.

 

 I presidenti degli Ordini dei Farmacisti pugliesi, Luigi d’Ambrosio Lettieri (Bari e Bat), Antonio Maria Di Noi (Brindisi), Alfonso Bevere (Foggia), Domenico Di Tolla (Lecce) e Francesco Settembrini (Taranto) invocano rassicurazioni da parte del presidente considerato l’annuncio dell’arrivo imminente di ingenti quantità di dispositivi di protezione. “Per restare sul campo, al servizio della comunità, come fanno ogni giorno, con coraggio, con generosità e con competenza – sottolineano - è necessario operare in condizione di sicurezza fisica e senza traumi psicologici. Si renda conto, Presidente – scrive la Consulta nella lettera - che le farmacie di comunità sono rimaste l’unico presidio sanitario del territorio e ad esse si rivolge la gente comune per avere risposte e conforto ai propri bisogni di salute e alle proprie ansie. Se un farmacista o un suo collaboratore restano contagiati, una luce si spegne e, con essa, anche la speranza di un presidio sanitario che dà sicurezza e garantisce un servizio fondamentale”. I farmacisti chiedono, inoltre, a Emiliano di valutare “la possibilità di sottoporre i farmacisti e i loro collaboratori a uno screening con tampone orofaringeo. L'estensione del test con tampone a tutti i medici e sanitari – precisa la Consulta - anche se asintomatici dopo aver avuto contatti a rischio, per rilevare la positività al coronavirus, è un espresso invito dell'Oms che sollecita le competenti Autorità ad operare in tal senso”.

ArcelorMittal ha rinviato a domani mattina il previsto incontro di oggi pomeriggio con i sindacati metalmeccanici per discutere del passaggio della cassa integrazione nel siderurgico di Taranto da quella ordinaria (in corso) a quella Covid 19 (da attivarsi). Il rinvio dipende dal fatto che si attendono le decisioni del prefetto di Taranto, Demetrio Martino, circa l’eventuale sospensione dell’attività produttiva dello stabilimento. Il prefetto tra ieri e oggi ha raccolto le valutazioni sul problema dei sindacati confederali, delle sigle metalmeccaniche, di ArcelorMittal, di Ilva in amministrazione straordinaria, di Spesal Asl, Confindustria Taranto, Camera di Commercio di Taranto e custode giudiziario della fabbrica. Il cambio di tipologia di cassa integrazione alla luce della vicenda Coronavirus è già stato comunicato via lettera ai sindacati da ArcelorMittal. Si tratta di passare dagli attuali 1273 addetti a circa 5mila.

ArcelorMittal e commissari in call conference col prefetto “Per evitare danni allo stabilimento impianti in comandata per tre giorni al massimo”

 

“Puoi mettere gli impianti siderurgici in comandata, col fermo, avendo in fabbrica circa 1500 dipendenti, solo per due-tre giorni al massimo, poi devi necessariamente ripartire. Andare invece per un periodo superiore, magari 15 giorni, significherebbe danneggiare in modo forte gli impianti stessi di ArcelorMittal”. Lo dicono fonti vicine all’amministrazione straordinaria Ilva dopo la 'call conference' di questa mattina che il prefetto di Taranto, Demetrio Martino, ha tenuto con diversi soggetti per fare il punto sul siderurgico ex Ilva alla luce di quanto prevede il Dpcm in materia di attività produttive e Coronavirus.

 

 I commissari di Ilva erano tra i partecipanti. Le fonti riferiscono che sul fatto che ci possano essere le comandate agli impianti - quindi un presidio di sicurezza e di vigilanza - solo per un periodo temporalmente contenuto, si sono dichiarati concordi  tutti i tecnici che, questa mattina, erano in 'call conference' col prefetto di Taranto, e quindi, oltre a Ilva in amministrazione straordinaria, proprietaria degli impianti, anche ArcelorMittal, che è gestore in fitto. “Il vertice è stato positivo, c’è stato un confronto proficuo - spiegano le fonti -. Il prefetto di Taranto ora valuterà e deciderà, ma stamattina gli è stato presentato il quadro della situazione”. Collegata anche l’amministratore delegato Lucia Morselli che, riferiscono le fonti, ha detto “che in questo momento mio interesse è ridurre produzione e addetti impiegati perché non si sta vendendo nulla e perché è tutto fermo, ma se scendiamo sotto la soglia minima sulla quale già siamo attestati, creiamo un danno a tutto allo stabilimento”. Fonti vicine a Ilva in as aggiungono infine che i rappresentanti di Spesal Asl hanno dichiarato che ArcelorMittal si è attivata,che le direttive in materia di prevenzione e di sicurezza sono state applicate dall’azienda, e che sono state riscontrate delle criticità, nel senso di misure non applicate o non applicate correttamente, solo per alcune realtà dell’indotto. 

 Effetto quarantena: un italiano su due avrà (o ha già) disturbi emotivi anche seri, che oltre al disagio in se' potrebbero anche abbassare la risposta immunitaria al virus. Lo sottolinea Fabrizio Starace, presidente della Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica (SIEP) e membro di direzione dell’Associazione Luca Coscioni. Starace ha contribuito in maniera significativa all’innovazione organizzativa e gestionale nel sistema di cura per la salute mentale in Italia, tema dunque al centro dell’intervento sulle conseguenze psicologiche del Coronavirus su persone a rischio, sui positivi, ma anche sugli operatori, che stanno pagando tributo enorme in termini di vite stroncate e livelli di stress ai limiti della tollerabilità. Ne ha discusso con Filomena Gallo, Marco Cappato e il Prof. Michele De Luca, vertici dell’associazione che si batte per le libertà civili e di ricerca e autodeterminazione. "In questo delicato periodo storico - ha spiegato - viene meno la cosa più importante: il "darsi una mano" e il sostenersi reciproco. L'impatto sulla salute mentale colpisce tutta la popolazione, non abituata agli effetti che le costrizioni e le misure restrittive stanno avendo sulla popolazione, insieme alla continua esposizione a informazioni e notizie che colpiscono significativamente la parte emotiva. Questo ha un effetto deflagrante in ciascuno di noi destinato prima o poi a emergere, in particolare coinvolge chi già viveva un momento di fragilità, dovuto magari a una situazione instabile, che può degenerare in disturbi emotivi, manifestazioni di ansia e depressione. I sintomatici vengono totalmente isolati dal loro contesto, in solitudine, divenendo facile preda di sensi di colpa dovuti al contagio di altre persone. Accanto alla possibilità di verificare quotidianamente le condizioni fisiche delle persone, andrebbero verificate anche le condizioni psicologiche di chi è in quarantena. Secondo la letteratura oltre il 50% di chi vive in isolamento poi sviluppa disturbi emotivi che incidono significativamente sulla risposta fisica al virus". 

 

-Per questo, spiega lo psichiatra, "bisogna offrir loro un sostegno. Diversi organismi si stanno attivando in questo senso: la società che presiedo ad esempio ha pubblicato, in assenza di indicazioni istituzionali, delle istruzioni operative e organizzative, nel tentativo di proteggere le fasce più vulnerabili. Basti pensare che solo i pazienti psichiatrici in cura con i nostri servizi sono oltre 850 mila, i cui percorsi terapeutici oggi sono tutti sospesi. Occorre attivare modalità per mantenere un contatto continuo e costante con queste persone, non interrompere visite e l’approvvigionamento farmaci, evitando al contempo il far aumentare percezione di discriminazione nei confronti di queste persone che già si sentono discriminate". Poi ci sono gli operatori, "chiamati ogni giorno a fronteggiare situazioni molto provanti, cui vanno forniti oltre ai presidi "fisici" anche dispositivi di protezione emotiva, psicologica. Un sostegno on demand riservato a chi chiede via telefono o via e-mail di essere aiutato. Bisogna offrire risposte. Iniziative come corsi online per la gestione dello stress, counseling a richiesta, possono essere utili ma hanno target molto limitato. Più efficaci e invece sarebbe l’allestimento di zone relax e decontaminazione emotiva nei luoghi stessi di lavoro, dove gli operatori possono soddisfare le loro esigenze primarie e disporre di strumenti e protocolli di gestione che garantiscano sicurezza verso pazienti non collaborativi. Inoltre si rende necessario costruire un ponte tra i servizi pubblici e privati per evitare azioni duplicate, come risulta necessario consentirgli di condividere, con persone vicine e familiari, le loro ansie e le preoccupazioni". Non è sufficiente un intervento blando al fianco di queste figure, come una sola telefonata: "Bisogna negoziare e condividere con loro e con i famigliari le ansie e le preoccupazioni, individuando le aree di intervento da sostenere alleviando il peso psicologico. A maggior ragione sulle persone in quarantena, il progetto dev’essere ancora più intenso. Occorre inoltre programmare sin da oggi il post epidemia, senza cadere nell’ errore di sottovalutare le evidenze scientifiche a disposizione, prevedendo gli interventi e le patologie che sicuramente si manifesteranno sotto forma di disturbi post traumatici da stress". 

 

 Alla Asl Taranto attiva task force 21 psicologi 

 

Asl Taranto avvia una task force di 21 psicologi per aiutare a gestire le reazioni emotive all’epidemia, alleviare la pressione, affrontare l’ansia, prevenire il verificarsi di “eventi estremi" quali fughe impulsive, abuso di alcol, farmaci, tabacco e  cibo. È la stessa Asl ad annunciarlo affermando che il  progetto intende sostenere le “fragilità sociali” quali soggetti quali bambini, anziani, disabili.

 

“I cittadini - dice Asl Taranto - devono essere informati sulle molteplici reazioni psicologiche possibili all’emergenza e devono avere la possibilità di parlare dell’accaduto per elaborarlo e sviluppare/potenziare strategie di coping. Si rende necessario, a tale scopo - annuncia Asl -, l’attivazione di una linea telefonica di consulenza psicologica per il territorio della Asl Taranto e per gli  operatori sanitari”. “La finalità - si spiega - è quella di contenere il disagio psicologico dei singoli di fronte alla pandemia da coronavirus. Il diffondersi del Covid 19 è infatti da considerarsi - sostiene Asl - un evento traumatico, critico ed impattante, per i cittadini del territorio e per gli operatori sanitari”. Asl Taranto precisa che “la  linea telefonica alla quale rivolgersi, troverà come interlocutori psicologi specializzati. L’iniziativa - si evidenzia - è il risultato dell’attenzione che il management aziendale rivolge al territorio ed agli operatori sanitari impegnati a diverso titolo nel fronteggiare l’evento Covid 19”. Il  nuovo servizio Asl Taranto è attivo dal lunedì al sabato dalle  10 alle 14 e dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 19. Il numero da chiamare è 099.4786499. 

 ArcelorMittal ha ufficializzato con una lettera ai sindacati metalmeccanici - inviata per conoscenza anche a Confindustria Taranto - la revoca della procedura di cassa integrazione guadagni ordinaria per 13 settimane e il passaggio alla normativa speciale dettata dal dl 18 marzo 2020, n. 18. Si tratta della cassa integrazione Covid19 che tutte le aziende stanno utilizzando a seguito dell’emergenza coronavirus. ArcelorMittal nella lettera spiega che “le sopravvenute esigenze di sicurezza, normative e di conseguenza produttive connesse all’epidemia Covid 19 hanno mutato - sul piano oggettivo e soggettivo - l’ambito delle sospensioni necessarie”.

 

Da qui - aggiunge l’azienda - la necessità di operare il confronto sindacale in ordine a detta sopravvenuta situazione previo mutamento della causa di intervento della cassa integrazione guadagni”. ArcelorMittal avrà già nel pomeriggio odierno un confronto con i rappresentanti sindacali. Sul piano pratico si tratta di passare dalla cassa integrazione ordinaria per crisi di mercato che in fabbrica a Taranto era in corso da luglio scorso, attraverso proroghe ogni 13 settimane, per 1273 addetti (numero massimo, ma di fatto mai sinora raggiunto) alla cassa integrazione per coronavirus coinvolgendo però 5mila addetti, più della metà della forza organica dello stabilimento (8200 diretti). È in corso infine la call conference col prefetto di Taranto, Demetrio Martino, circa la situazione del siderurgico di Taranto alla luce del Dpcm relativo alle attività produttive. Il prefetto, dopo aver ascoltato i sindacati, adesso sta ascoltando Confindustria Taranto e ArcelorMittal, rappresentata dai suoi vertici e dirigenti, insieme ad altre parti interessate alla fabbrica.

 Dopo aver ascoltato, in call conference, nella giornata di ieri sia i sindacati confederali che quelli metalmeccanici, il prefetto di Taranto, Demetrio Martino, effettuerà questa mattina nuove audizioni in relazione alla situazione di ArcelorMittal, l’ex Ilva, in ordine all’applicazione del Dpcm del 22 marzo su attività produttive e Coronavirus. C’è la possibilità che l’attivita della fabbrica dell’acciaio sia sospesa o ulteriormente ridotta rispetto alle riduzioni fatte già da ArcelorMittal con la fermata di una serie di impianti. In mattinata, il prefetto ascolterà Confindustria Taranto, ArcelorMittal, Spesal Asl Taranto e il custode giudiziario della fabbrica, Barbara Valenzano (gli impianti, di proprietà Ilva con ArcelorMittal gestore in fitto, sono infatti sotto sequestro da luglio 2012 con facoltà d’uso). Una decisione sul siderurgico e sulle aziende collegate è dunque attesa nelle prossime ore.

 

 Il prefetto, in una comunicazione inviata ad alcuni ministeri, “non esclude di dover procedere alla sospensione dell’attività produttiva” in base all’articolo 1 della lettera G del Dpcm 22 marzo 2020. A tale sospensione, precisa, “conseguirà analogo provvedimento per le imprese dell’indotto”. Il prefetto scrive che “particolare rilievo assume la comunicazione prodotta dalla società ArcelorMittal, gestore degli impianti ex Ilva, con la quale ha sostenuto, in relazione alla tipologia di impianto connotato da ciclo continuo, la legittimità della prosecuzione dell’attivita produttiva che al momento impiega circa 4000 dipendenti (50 per cento dell’ordinaria forza lavoro).  Collegate alla continuità della ex Ilva - dice il prefetto di Taranto - le comunicazioni fatte pervenire da alcune aziende dell’indotto”. Il prefetto annuncia inoltre di aver incaricato i Vigili del Fuoco “per una valutazione tecnica sualla effettiva necessità di mantenere la produzione attuale, quale misura indispensabile per non compromettere la sicurezza e la funzionalità degli impianti”. Ieri sera, al termine dell’audizione delle sigle metalmeccaniche Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm e Usb, queste hanno congiuntamente dichiarato che “il prefetto ha ribadito che un eventuale assetto di marcia sarà consentito solo per preservare gli impianti insieme alla incolumità dei lavoratori”. “Per quanto ci riguarda - hanno sostenuto le federazioni metalmeccaniche - la salute dei lavoratori e delle loro famiglie viene prima della produzione”. 

 I parlamentari M5S De Giorgi, Cassese e Vianello al prefetto “la produzione va ridotta”

 

 

 I parlamentari M5S di Taranto chiedono che lo stabilimento siderurgico ArcelorMittal di Taranto, ex Ilva, sia messo al minimo tecnico a causa del Coronavirus. In una lettera al prefetto di Taranto, Demetrio Martino, che oltretutto ha in valutazione il caso del siderurgico, i deputati Rosalba De Giorgi, Giampaolo Cassese e Giovanni Vianello affermano: “Crediamo che la proposta delle sigle sindacali metalmeccaniche, riguardo la possibilità che la fabbrica di Taranto entri in regime di comandata, quindi passando al minimo tecnico anche a livello di personale, sia un provvedimento necessario affinché venga scongiurata la condizione di “pregiudizio di impianti e di pericolo di incidenti” prevista nel Dpcm del 22 marzo scorso”. Inoltre, scrivono i parlamentari M5S al prefetto di Taranto, questo può “permettere la riduzione di possibilità del contagio tra i lavoratori, le rispettive famiglie e comunità dislocate in due regioni”. “Sebbene sia diminuita la forza lavoro a seguito dei confronti con i sindacati nelle scorse settimane, la stessa forza lavoro attualmente impiegata in fabbrica - dicono i deputati De Giorgi, Cassese e Vianello - è ancora composta da diverse migliaia di lavoratori. Tale circostanza - secondo i parlamentari - rappresenta appunto un potenziale rischio di contagio da Covid 19”. “Ci accodiamo a quello che potrebbe essere definito un comune sentire - dicono i parlamentari al prefetto -. Oggi, data l’emergenza sanitaria che tutti a più livelli siamo chiamati ad affrontare, la produzione dello stabilimento siderurgico di Taranto non rappresenta un bene necessario ai fini della sopravvivenza del Paese”. “Abbiamo anche appreso - rilevano ancora i parlamentari M5S - che presso lo stabilimento di Taranto sono in fase di installazione i cosiddetti ‘termoscanner’ per la misurazione della temperatura corporea di tutti i dipendenti, tuttavia la suddetta strumentazione non può rilevare i soggetti asintomatici”.

 

Masseria Fruttirossi, l’innovativa azienda agritech di Castellaneta Marina, principale produttore italiano di melograno, ha donato all’ASL Taranto una fornitura del proprio prodotto di punta, puro succo di melagrana senza zuccheri e conservanti aggiunti.

Il primo importante quantitativo di succhi è stato consegnato all’Ospedale “Giuseppe Moscati”, presidio COVID-19 di Taranto, con tutte le cautele e nel rispetto delle prescrizioni previste dalla normativa.

La consegna è avvenuta alla presenza dei dirigenti e funzionari della ASL Taranto; nell’occasione il Direttore Generale, Avvocato Stefano Rossi (nella foto), ha dichiarato «è con grande piacere che accogliamo questa donazione da parte della famiglia De Lisi dell’Azienda Masseria Fruttirossi. Rappresenta un esempio di stretta collaborazione tra economia reale e strutture sanitarie nel momento più difficile. Un presidio di genuinità e salubrità, i succhi di melagrana, che mettiamo subito a disposizione sia del personale medico e paramedico che dei pazienti ospiti della struttura”.

 

Con questa donazione Masseria Fruttirossi intende sostenere il grande, incessante e commovente lavoro che tutto il personale sanitario della ASL Taranto sta profondendo, in queste settimane di emergenza nazionale, per curare e assistere i pazienti affetti dal coronavirus.

Ricco di vitamine e di minerali, il succo di melagrana funge infatti da immunostimolante, aumentando così le difese immunitarie. È una evidenza scientifica che, con altre che vedono nel melograno un ottimo alleato per quanto riguarda numerosi aspetti del benessere e della salute, è stata conclamata in un recente convegno scientifico organizzato, presso il Castello Aragonese, da Masseria Fruttirossi in collaborazione con la ASL Taranto.

L’azienda Masseria Fruttirossi ha reso noto di avere in esame altre donazioni di succo di melagrana a strutture impegnate, a livello locale e nazionale, nell’emergenza COVID-19.

 

LE SPREMUTE LOME SUPER FRUIT

 

Nel modernissimo stabilimento di Castellaneta Marina, Masseria Fruttirossi produce la spremuta di melagrana “Lome Super Fruit”, 100% solo purissimo succo di melagrane coltivate nei 350 ettari di proprietà dell’azienda.

La spremitura avviene rigorosamente a freddo e poi le bottigliette vengono sottoposte al trattamento HPP (High Pressure Processing) nella macchina Hyperbaric 420 al cui interno si sviluppa, sempre a temperatura ambiente, l’enorme pressione idrostatica di 6.000 bar.

Il processo HPP permette di distruggere la carica batterica delle spremute senza doverle portare alle elevate temperature della pastorizzazione, preservandone così tutte le straordinarie proprietà nutraceutiche e organolettiche in termini di odore, colore, sapore e contenuti salutistici

Recentemente Masseria Fruttirossi ha affiancato al succo mono-referenza Melagrana 100%, con cui l’azienda ha esordito nel 2018, le nuove soluzioni Clementina 100% e Arancia 100%, nonché cinque nuovi mix: “Linea” con melagrana, zenzero e limone; “Energia” con melagrana e goji; “Detox” con melagrana e arancia; “Vitality” con melagrana e clementina; e “Depura” con melagrana, arancia e zenzero".

"È un'emergenza nell'emergenza: le gelate delle ultime ore e le nevicate primaverili sono il colpo di grazia per l'agricoltura pugliese. Gli effetti dei cambiamenti climatici si materializzano davanti ai nostri occhi. Non c'è pace per i produttori sull'altalena delle calamità, già alle prese con le ripercussioni dell'emergenza Coronavirus. Inizia per noi l'ennesima conta dei danni provocati da un repentino calo delle temperature che non lascia scampo alle nostre colture". Ad affermarlo dopo le precipitazioni nevose fuori stagione delle ultime ore e le temperature in picchiata è il presidente regionale CIA Puglia Raffaele Carrabba. Per il momento la perturbazione ha risparmiato solo il Salento. Si teme soprattutto per le colture orticole, rape, cavoli, broccoli, carciofi, fave novelle. A rischio i mandorli, i ciliegi in fiore e le varietà precoci di uva da tavola. Sono in pericolo anche gli ulivi: dovessero abbassarsi ulteriormente le temperature si riconfigurerebbe lo scenario del 2018, quando il freddo ha compromesso la campagna olivicola e le piante. Le colture cerealicole, già provate dalla siccità, ora rischiano un colpo mortale per le gelate.

 

 Le zone a Sud Est della provincia di Bari risultano le più colpite. Carciofi e ortaggi, nel Brindisino, in molti casi, sono rimasti nei campi: le aziende del Nord non ritirano più la merce. Si riscontrano problemi nella commercializzazione anche nei mercati ortofrutticoli di Fasano e Francavilla. Nella zona occidentale di Taranto gli agrumi erano in piena fioritura ed eventuali danni si potranno quantificare solo tra qualche giorno. Lo stesso dicasi per i vigneti, in particolare quelli sotto copertura, che sono nella fase di ripresa vegetativa. Tanta paura per le mandorle in fioritura o da poco terminata, a seconda delle varietà. Per fortuna, il vento, seppur problematico, attenua il rischio di eventuali gelate notturne. Nel Tavoliere delle Puglie, una delle principali piazze italiane del grano, sono proprio le colture cerealicole le osservate speciali. La pioggia tardiva, pure prevista in questi giorni, darà ossigeno ai grani in buono stato, gli altri potrebbero essere già spacciati. Gli asparagi, in procinto di essere raccolti, potrebbero aver subito i danni del freddo. I raccolti giornalieri, bloccati, si rivedranno tra due settimane."La bizzarria del tempo è dimostrata nei fatti: non piove ormai da mesi, i giorni scorsi sono stati caldi ed ora siamo ripiombati nell'inverno. Tutto ciò dimostra, qualora ve ne fosse ancora bisogno, che non c'è più tempo da perdere e occorre garantire con polizze adeguate le colture da tutti i vari rischi a partire dal primo gennaio fino al 31 dicembre, visto e considerato che l'agricoltura è una fabbrica a cielo aperto, come ormai ripetiamo inascoltati da diversi anni. Il settore - conclude il presidente Carrabba - non si sta risparmiando in questa emergenza Coronavirus, ma servono risorse consistenti per fare ripartire più forte di prima la nostra agricoltura".

 

 Necessario avviare subito le procedure per richiedere lo stato di calamità per il settore florovivaistico che a causa dell’emergenza Coronavirus registra danni pari al 100% della produzione. E’ quanto chiede Coldiretti Puglia alla Regione Puglia per dare sollievo al comparto dei fiori e delle piante fiorite, un patrimonio andato perduto per l’azzeramento delle vendite in Italia e all’estero e per l’aggravio dei costi a carico delle aziende che devono garantire anche il corretto smaltimento. Il settore florovivaistico in Puglia con il distretto in provincia Lecce di Taviano e Leverano che si estende anche ai comuni limitrofi di Alliste, Maglie, Melissano, Nardò, Porto Cesareo, Racale e Ugento e quello della provincia di Bari con al centro della produzione e degli scambi Terlizzi, Canosa, Bisceglie, Molfetta, Ruvo di Puglia e Giovinazzo registra un danno incalcolabile con milioni di fiori e piante rimaste invendute.

 

 

 “La stima del danno supera di gran lunga i 200 milioni di euro, perché l’emergenza Coronavirus malauguratamente si è abbattuta sul settore proprio nel momento di maggiore produzione di un comparto caratterizzato da prodotti stagionali,  considerato che da marzo a metà maggio si concentra il 70% delle vendite annuali. I due poli florovivaistici pugliesi della provincia di Bari e Lecce sono al collasso. Coldiretti ha già predisposto un modello di autocertificazione per il calcolo e l’attestazione del danno”, denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia. Il comparto florovivaistico pugliese – aggiunge Coldiretti Puglia - conta una Produzione Lorda Vendibile (PLV) di oltre 300 Milioni di euro e circa 2 milioni di lavoro di giornate di lavoro, un segmento importante dell’economia agricola pugliese che va sostenuto con ogni strumento disponibile.

 

“Lo stato di calamità consentirebbe di avere un ristoro immediato, oltre a contributi in conto capitale fino all’80% del danno accertato, prestiti ad ammortamento quinquennale, proroga dei crediti agrari fino a 24 mesi, agevolazioni previdenziali fino a 12 mesi “, dice il presidente Muraglia. Le imprese florovivaistiche sono quelle che più hanno subito l’impatto delle misure di prevenzione adottate a livello nazionale – denuncia Coldiretti Puglia - che hanno visto andare in fumo completamente, nel momento più importante dell’anno, la produzione di fiori recisi e in vaso per effetto del divieto alle cerimonie e della chiusura ei negozi. “E’ blocco totale nel polo florovivaistico di Lecce con l’azzeramento degli ordini del 100%, parliamo di milioni di piante già pronte alla vendita che nel giro di pochi giorni bisognerà buttare, con le serre piene e la mancanza di spazio per fiori e piante già programmate per l’estate”, insiste il presidente di Coldiretti Lecce, Gianni Cantele. “Parliamo di milioni e milioni di steli quotidianamente buttati, di ranuncoli, anemoni, statice, garofani del poeta, lilium, strelitzie, craspedia, miniature, solidago, gipsophila, gerbere e altri. Il settore florovivaistico in provincia di Lecce è già in crisi di anni e questa ulteriore tegola rischia di far chiudere i battenti a decine di aziende con il conseguente licenziamento di centinaia di lavoratori”, aggiunge il presidente Cantele.(AGI)

Sono arrivate 100mila mascherine chirurgiche donate alla Regione Puglia da parte del Governatore della Provincia del Guandgong Ma Xingrui.

Altre 100mila mascherine chirurgiche sono arrivate dal Distretto di Futian. La Protezione civile regionale ha prelevato il materiale sotto bordo dell’aereo, giunto nell’aeroporto di Bari Palese ieri in tarda serata, e lo ha trasportato nei depositi dove sono stati posti sotto sorveglianza e distribuiti alle Asl per il loro utilizzo. Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha ringraziato il Governatore della Provincia del Guangdong, Ma Xingrui, con una lettera nella quale esprime sincera gratitudine per questo dono, rinnovando i sentimenti di amicizia nei confronti del popolo cinese.  Un’altra lettera di ringraziamento da parte del presidente Emiliano è stata inviata al Distretto di Futian. L'operazione è andata a buon fine grazie anche al supporto di Agenzia delle Dogane, Guardia di Finanza, Poste Italiane e Aeroporti di Puglia

Canton dona a Bari 100mila mascherine e termometri

 

In piena emergenza da Coronavirus in Cina, lo scorso 10 febbraio, in virtù di un antico gemellaggio (1986), il sindaco di Bari Decaro ha scritto una lettera al sindaco Wen di Guangzhou (Canton), per rappresentare la propria preoccupazione e testimoniare la solidarietà del popolo barese ai cittadini di Canton. Ora che Canton progressivamente sta tornando alla normalità, il sindaco Wen ricambia la vicinanza dei cittadini baresi donando alla città 100.000 mascherine e 200 termometri a infrarossi, in un momento in cui i DPI (dispositivi di protezione individuale) scarseggiano sul mercato italiano. Il carico è stato consegnato ieri mattina, grazie all’impegno della società Apulia Logistics (che ne ha curato la spedizione gratuita da Milano a Bari), presso il Comando della Polizia locale, dove il sindaco Antonio Decaro si è recato personalmente.  “Ringrazio il sindaco e la città di Canton, con la quale siamo gemellati da quasi 35 anni - dichiara il sindaco Decaro -. Li ringrazio di cuore per questa donazione perché è difficile trovare le mascherine sul mercato italiano e ne abbiamo davvero bisogno in questo momento di grave emergenza sanitaria. Questa donazione ci conferma, una volta di più, il valore della collaborazione tra Bari e Canton, un gemellaggio che significa non solo relazioni economiche e culturali ma anche spirito di amicizia e collaborazione, soprattutto in tempi difficili come questo. Molte di queste mascherine serviranno per proteggere il personale dell’amministrazione comunale impegnato in prima linea: quindi gli agenti di Polizia locale, i dipendenti delle aziende municipalizzate a contatto con il pubblico, come gli autisti dell’Amtab, o che lavorano per strada, come i lavoratori di Amiu, ma anche gli impiegati dell’ufficio Anagrafe. Altre, invece, saranno distribuite agli ospiti delle case di comunità e delle strutture di accoglienza notturna, oltre che alle centinaia di volontari che ogni giorno dedicano il loro tempo per sostenere chi è in difficoltà. A loro, come agli amici di Canton, va il nostro più sentito ringraziamento, con la speranza di poterci abbracciare tutti molto presto”.

 

Dai vescovi Puglia 15mila euro per terapie intensive

 

 

I vescovi delle diocesi pugliesi, di fronte all’emergenza sanitaria in corso, hanno deciso di partecipare come Conferenza episcopale pugliese alla raccolta fondi organizzata in Puglia per rafforzare la terapia intensiva negli ospedali con un contributo di 15mila euro alla Regione Puglia. A darne notizia è la stessa Conferenza episcopale pugliese, in una nota della Commissione regionale cultura e comunicazioni sociali, nella quale si spiega che questo contributo collettivo vuole rappresentare “un segno di paterna vicinanza alle strutture sanitarie del nostro territorio che si stanno tanto prodigando per prevenire e curare”, soprattutto nelle città dove risiedono diverse persone contagiate dal Covid-19. I vescovi pugliesi hanno, inoltre, stanziato un contributo di 5mila euro anche per ciascuno degli ospedali della regione che figurano tra gli enti ecclesiastici: l’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza a San Giovanni Rotondo, l’azienda ospedaliera “Cardinale Giovanni Panico” a Tricase e l’ospedale generale regionale “Miulli” di Acquaviva delle Fonti. “Questo piccolo contributo – spiegano i vescovi delle diocesi pugliesi - intende manifestare la prossimità delle diocesi pugliesi a queste realtà ecclesiali che testimoniano in prima linea sul fronte della sanità la vicinanza di Cristo, buon samaritano, alle persone che vivono nella sofferenza”. 

 

In merito all’ospedale San Pio di Castellaneta (Taranto), “su circa 500 tamponi effettuati, ne sono stati processati 230 test con 20 casi positivi”. Lo dichiara il sindaco di Castellaneta, Giovanni Gugliotti, che è anche presidente della Provincia di Taranto. Il bilancio è riferito ad oggi pomeriggio. Proprio al San Pio è sorto un caso a seguito del contagio diffusosi tra alcuni medici e operatori sanitari. Da qui la decisione di venerdì scorso di effettuare 500 tamponi per capire l’entità del contagio. “È arrivato un nuovo lotto di referti dell'ospedale San Pio di Castellaneta assieme ad una integrazione dei dati. L’integrazione - spiega Gugliotti - riguarda una errata corrige dell’elenco dei negativi: tre tamponi sono stati rielaborati e risultano – purtroppo - positivi. Fra loro, anche una operatrice socio sanitaria di Castellaneta”. Il sindaco però precisa che “stanno tutti bene, sono asintomatici e osserveranno il periodo di isolamento in casa. Con questa integrazione - rileva Gugliotti - il numero di positivi è pari a 20”. E ci sono, aggiunge, “buonissime notizie per il nuovo lotto di tamponi arrivato questo pomeriggio: 22 referti tutti  negativi”. “Quindi, ricapitolando - afferma ancora il sindaco di Castellaneta - i dati parziali di oggi pomeriggio sono i seguenti: su circa 500 tamponi effettuati, sono stati processati 230 test con 20 casi positivi. Più che ai numeri, tra l'altro parziali, voglio pensare in questo momento - sottolinea Gugliotti - a tutte le donne e agli uomini del San Pio: a chi ha ricevuto la notizia di essere positivo; a chi, invece, è ancora in attesa di conoscere i risultati e vive quest’attesa assieme ai propri cari”. “A tutti loro - conclude il sindaco di Castellaneta - vorrei che arrivasse il calore della nostra comunità, un lungo e forte abbraccio virtuale, con la convinzione che andrà tutto bene”. 

 

Contagiati 25 operatori sanitari ospedali salento

Sono 25 i casi di contagio da Covid-19 accertati tra gli operatori dell'apparato sanitario della provincia di Lecce. Lo comunica la Asl, precisando che il dato è aggiornato a ieri, lunedì 23 marzo. Il contagio degli operatori sanitari salentini è una delle principali problematiche che i vertici dell'Asl sono chiamati a gestire in questi ultimi giorni, in modo da garantire la massima operatività possibile alla rete ospedaliera. Centinaia di tamponi sono stati effettuati per accertare eventuali nuovi casi di positività tra le varie categorie di lavoratori.

 

In particolare, 12 casi positivi sono segnalati nell'ospedale di Copertino, sette al Vito Fazzi di Lecce, tre al Distretto sociosanitario di Lecce, tre nell'ospedale di Gallipoli. Di questi operatori, dall'inizio dell'epidemia, 10 hanno richiesto il ricovero ospedaliero.     Ogni volta che si individua un nuovo caso subentrano tutte le verifiche necessarie – avverte la Asl - ossia, allontanamento fiduciario del personale che ha avuto contatti stretti con il caso positivo ed esecuzione dei relativi tamponi.

    “L'episodio registrato nel reparto di Chirurgia toracica del Vito Fazzi è stato affrontato immediatamente in modo efficace, con la sanificazione del reparto e la messa in sicurezza dei pazienti che nei prossimi giorni saranno dimessi”, rassicura la Asl. In via precauzionale sarà posto in isolamento fiduciario, per i prossimi sette giorni, il personale in servizio, anche se già risultato negativo al primo tampone. “Rispetto agli altri reparti non si riscontrano particolari criticità – precisa l'azienda sanitaria salentina - in quanto il lavoro ordinario è stato garantito, nonostante il collocamento in isolamento fiduciario di alcuni medici e infermieri. È il caso di Ortopedia e Radioterapia del Fazzi. Sulla scia dell'andamento regionale, il quadro epidemiologico è in evoluzione anche nella nostra provincia”. 

Sanitari contagiati al Policlinico di Bari 

 

 Sono stati riscontrati alcuni casi di positività al Covid19 tra il personale del reparto di Chirurgia del Policlinico di Bari: il personale sanitario era in servizio al padiglione Balestrazzi. Precauzionalmente sono stati allontanati dal servizio medici, infermieri e sanitari che hanno avuto contatti con i colleghi positivi. È stato, inoltre, organizzato lo screening per Covid19 degli operatori sanitari posti in quarantena. Gli ambienti del reparto sono stati sanificati e sono stati predisposti turni di guardia con il personale medico non a rischio per garantire l’assistenza ai pazienti degenti. 

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