Nel quadro dello sciopero nazionale unitario di quattro ore, proclamato per venerdì 15 novembre p.v. da Cgil, Cisl, Uil perché il Governo apporti consistenti modifiche al DDL di Stabilità 2014, le Segreterie confederali organizzeranno a Taranto un presidio territoriale di lavoratori e di pensionati con volantinaggio, in via Anfiteatro, presso la Prefettura, dalle ore 9.30 alle 12.00. I Segretari generali, Luigi D’Isabella (Cgil), Daniela Fumarola (Cisl), Giancarlo Turi (Uil) chiederanno di incontrare, nel corso della mattinata, il Prefetto Claudio Sammartino, per illustrare le ragioni della protesta e consegnare un documento unitario.
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Economia, Lavoro & Industria
Inoltrata la richiesta di ripristino delle fermate dei treni Sud-est in frazione San Paolo-Martina Franca, da parte del Consigliere regionale Francesco Laddomada alla Direzione di esercizio e all’Amministratore unico delle Ferrovie Sud-Est S.p.A, nonché all’Assessore regionale Traporti e al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti.
Tale iniziativa è stata sollecitata da gran parte della popolazione della Frazione di San Paolo di Martina Franca (TA).
Il Consigliere sottolinea che “La Comunità di San Paolo lamenta i gravi disagi creati – anche ai ragazzi che frequentano le scuole di Crispiano e Martina – dalla soppressione delle fermate del treno nella stazione storica di San Paolo. Si verifica, purtroppo, che i treni da Taranto-Crispiano per Martina-Locorotondo-Alberobello-Noci-Putignano-Bari, non effettuano più la fermata di pochi secondi che permetteva agli utenti di San Paolo di raggiungere le citate località; località ove insistono ospedali e scuole, oltre centri di lavoro ove i cittadini della Comunità sanpaolina si recano.”
“Si può immaginare - spiega Laddomada - cosa sta comportando alla Comunità la circostanza, per molti aspetti paradossale, dato che una fermata di pochi secondi non implica nessun aggravio di spesa, alla citata Comunità”.
Si tratta dell’ennesimo richiamo all’Azienda, da parte del Consigliere Laddomada - anche in qualità di componente-segretario della V Commissione permanente regionale (Trasporti) - a difesa e garanzia di una migliore condizione di mobilità per i cittadini, per richiamare l’Azienda ai suoi doveri in qualità di concessionaria di un Servizio pubblico e per non incorrere, eventualmente, nella fattispecie legalmente rilevante delle interruzioni di Pubblico Servizio.
Laddomada confida in un’attenta valutazione da parte dei Dirigenti Sud-Est e dell’Assessore regionale, affinché venga ripristinata la fermata dei treni nella Frazione di San Paolo.
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Economia, Lavoro & Industria
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Microsoft Italia, leader nel software, nei servizi e nelle tecnologie Internet e il Politecnico di Bari hanno inaugurato oggi, 13 novembre, con la collaborazione della Camera di Commercio barese, un nuovo luogo d’incontro nel campus universitario. E’ il Laboratorio di Esperienza Digitale, spazio dedicato, dove le piccole e medie imprese potranno intraprendere un percorso d’innovazione e permetterà ai giovani di acquisire competenze professionali e ricevere formazione gratuita sulle tecnologie di ultima generazione.
Bari è infatti una delle prime città coinvolte nel nuovo progetto di Microsoft per la digitalizzazione del Paese, con cui ci si pone l’obiettivo di raggiungere capillarmente sul territorio un milione di Piccole e Medie Imprese e 200.000 giovani italiani per dare avvio a un circolo virtuoso di occupazione e crescita che faccia leva sulle potenzialità delle nuove tecnologie.
In questo primo anno verranno sviluppati progetti concreti in 13 Regioni d’Italia con l’obiettivo di coinvolgere direttamente 300.000 aziende. La Puglia è una delle prima regioni da cui prende il via l’iniziativa. Accedendo alla nuova piattaforma digitale (digitalipercrescere.it), PMI e giovani potranno interagire con gli esperti e i Partner Microsoft e usufruire di strumenti come il check-up digitale della propria impresa e la formazione virtuale.
L’iniziativa intende ridurre il divario digitale, attraverso un proficua partnership tra attori del sistema pubblico. Il ruolo del Laboratorio di Esperienza Digitale (LED) si rivela essenziale per mostrare attraverso un approccio esperienziale il valore delle nuove tecnologie.
Uno strumento grazie a cui le PMI pugliesi potranno condividere esperienze e trovare strumenti utili per il proprio percorso d’innovazione è la piattaforma digitale www.digitalipercrescere.it. Attraverso essa, le aziende potranno verificare il proprio livello di digitalizzazione, conoscere i progetti di successo di altre imprese e partecipare a veri e propri corsi di formazione in un’aula virtuale. Inoltre, la piattaforma rappresenterà un punto di riferimento anche per i giovani pugliesi, che potranno trovare tutte le informazioni utili sulle opportunità di formazione e sui programmi di Microsoft volti a promuovere la creatività e l’imprenditorialità giovanile.
Contestualmente all’inaugurazione dell’iniziativa, si è tenuto, presso la sede del Politecnico in Via Amendola, a Bari, il convegno “Digitali per crescere: esperienze e tecnologie per cambiare il tuo business”. L’evento si rivolge alle PMI e ai professionisti pugliesi per aiutarli ad acquisire consapevolezza delle opportunità offerte dalle nuove tecnologie e a intraprendere un percorso d’innovazione che faccia leva sul Cloud Computing, quale strumento in grado di dare avvio a progetti IT avanzati con tempi e costi accessibili.“La formazione gioca un ruolo chiave per garantire ai giovani un futuro migliore. Per questo siamo orgogliosi di collaborare con Microsoft a questo progetto e di ospitare presso il nostro ateneo il Laboratorio di Esperienza Digitale. I nostri studenti potranno confrontarsi con gli esperti del mercato IT e con le imprese del territorio e consolidare competenze utili per il proprio percorso di crescita” – ha affermato Eugenio Di Sciascio, Rettore del Politecnico di Bari. “Siamo sicuri – ha continuato - che questa esperienza si rivelerà strategica per mettere in moto un circolo di produttività e occupazione a vantaggio del territorio pugliese. Grazie al know-how che matureranno presso il LED, i nostri laureati saranno in grado di rispondere in modo ancora più mirato alle esigenze delle PMI locali e, perché no, potranno dar vita ad attività imprenditoriali di successo sfruttando le potenzialità del Cloud Computing e delle nuove tecnologie”.
“Con ‘Digitali per crescere’ - ha dichiarato Vincenzo Esposito, Direttore della Divisione Piccola e Media Impresa di Microsoft Italia - intendiamo promuovere in Puglia e in tutta la Penisola una cultura dell’innovazione funzionale a un vera ripresa. Il nuovo Laboratorio di Esperienza Digitale di Bari si propone quale luogo d’incontro e di condivisione per far decollare l’innovazione sul territorio pugliese, consentendo a Piccola e Media Impresa e giovani di toccare con mano il valore strategico delle nuove tecnologie. Nel difficile contesto attuale – ha concluso - le PMI pugliesi devono affrontare sfide, quali la scarsità di risorse e il ritardo infrastrutturale, e i giovani della regione lottano contro la disoccupazione, perciò è fondamentale un cambio di rotta che deve essere responsabilità condivisa di tutti i protagonisti del tessuto socio-economico”.Il Laboratorio di Esperienza Digitale di Bari, segue quelli inaugurati, Napoli e Torino. L’iniziativa è patrocinata dal Ministero dello Sviluppo Economico e sostenuta dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
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Scuola, Università & Formazione
“Finalmente ci siamo! Dopo anni di tribolazioni dovute al “sequestro” dei fondi ex FAS (a seguito dell’accanimento verso la Regione Puglia da parte dell'ex Governo Berlusconi), smentite le false accuse da parte del Centrodestra per aver perso i 49 milioni assegnati dall'Accordo di Programma Quadro, le risorse per il Quartiere Tamburi sono oggi di nuovo rese nella disponibilità del Comune di Taranto.
“Pacta servanda sunt!”
Vorrei in questa occasione ringraziare particolarmente l'Assessore Angela Barbanente, che come Vendola sempre attenta a Taranto, non solo ha mantenuto gli impegni assunti nel 2009 con il sottoscritto, nella qualità allora di Vice Sindaco e Assessore all'Urbanistica nella Giunta Stefàno, ma anche ha aumentato notevolmente le risorse necessarie per la riqualificazione del Quartiere Tamburi.
Il progetto originario dell’Amministrazione Di Bello, come ho avuto modo più volte di dire alle varie “Cassandre” del Centrodestra, era sbagliato poiché mentre prevedeva l'abbattimento di centinaia di case nei pressi dell'Ilva ( via Lisippo, via Machiavelli, ecc.), non stanziava manca un euro per la loro ricostruzione.
La Giunta Vendola, una volta che sono stati “restituiti” i fondi con Delibera CIPE alla programmazione regionale, ha stanziato (con apposita deliberazione) 20 milioni per interventi di edilizia residenziale sociale, 47 milioni e mezzo per la rigenerazione urbana al Quartiere Tamburi, 500.000 euro per attività di accompagnamento e monitoraggio, oltre ai 10 milioni già assegnati nel 2008 e in parte utilizzati (5 per il nuovo mercato e 5 per le indagini ambientali), per una somma complessiva di ben 78 milioni di euro.
Vorrei precisare che non c’è da parte mia nessun trionfalismo nel dare questo annuncio: quelle risorse erano dovute alla Città per sanare le ferite di un territorio devastato dal tremendo inquinamento provocato dall’Ilva sul suo contiguo quartiere.
Se a questa somma si aggiungono i 24 milioni di euro ricevuti dal Governo per il c.d. Piano Città (da utilizzare sempre ai Tamburi per la forestazione urbana ed altro) e i 7 milioni dati dalla Regione per la rigenerazione urbana del Borgo antico e per il Teatro Fusco, ci troviamo di fronte ad ingenti risorse che se utilizzate al meglio possono rappresentare una svolta per Taranto.
Una svolta, soprattutto, per l’assetto urbanistico della Città reso finalmente eco sostenibile nel suo quartiere più a rischio.
Per non vanificare questo imponente intervento della Regione Puglia e dello Stato sul quartiere Tamburi molto dipenderà dall’esito del Piano Ambientale presentato nei giorni scorsi per le osservazioni della Città e delle Associazioni ambientaliste, che saranno discusse presso l’omonimo Ministero retto dal Ministro Orlando, e da quello Industriale che adotterà l’Ilva nelle prossime settimane.
Le fatiche di Sisifo, però, siano risparmiate a Taranto: non si potrà continuare ad inquinare dopo aver ultimato il risanamento del nostro territorio.
Non lo consentiremo!!!
Non entro nel merito di quale modello di fabbrica sia meglio se Duisberg o Linz o Bilbao o altra città siderurgica: l’unica cosa di cui sono convinto è che la scelta sia il frutto di un ragionamento scientifico che abbia come supporto negli scenari che saranno prefigurati la mia Legge sulla Valutazione del Danno Sanitario, poiché lì al primo posto viene considerata la salute del cittadino e poi tutto il resto.
Il primo Rapporto redatto dall’Arpa, dalla Asl e dall’Ares, non è molto rassicurante al riguardo.
Ne tengano nel dovuto conto al Governo !!! “
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Cronaca, Politica & Attualità
Parto da una chiosa, che reputo fondamentale, di Gigi Marzullo nella sua Prefazione al libro di Pierfranco Bruni dedicato a Franco Califano, pubblicato in questi giorni. Marzullo scrive: “In questo libro l’inquieto Califano viene annoverato tra i “poeti maledetti”, un’interpretazione, questa di Bruni, della quale non si potrà fare a meno. Chi ha conosciuto Califano, come me, oggi sarebbe contento di trovarsi tra le parole di Bruni. Il sogno è nella vita. La vita richiama la speranza. La metafora del rito è una speranza che continua. Chi conosce Bruni, come me, sa che questo libro è stato scritto con il cuore e con l’approccio critico di uno scrittore che misura le parole passo dopo passo. Califano ha vissuto la vita, dopo tutto, passo dopo passo”.
Condivo parola dopo parola. Tra le pagine che Bruni dedica a Califano si vive una interazione che non è soltanto questione di linguaggio e di struttura critica. Si tratta di una cromatura emozionale. Sensazioni, percezioni, vissuti. Sono tre fessure che raccolgono due vite: quella di Califano e quella di Bruni su due concetti chiave: la malinconia e il rapporto tra amore – disamore.
Bruni fa suo Califano. Ma è già nel dato formativo della cultura bruniana, il linguaggio cesellato di un Califano, che attraversa le mediazione e la meditazione della noia per approdare alla consapevolezza del riso del dolore e dell’accettazione di un’esistenza giocata sul possibile ritorno e sull’impossibile gioco delle nostalgie.
È un libro, ha ragione Marzullo, importante. Sia perché offre una chiave di lettura attrezzata sul viaggio poetico di Califano sia per lo stesso Bruni. Io che conosco, come Marzullo, Bruni so che dopo questo libro non sarà più come prima. Di tempo ne è passato da “Via Carmelitani sino a “Paese del vento”. Tutto quel tempo che va da “Quando fioriscono i rovi a “La bicicletta di mio padre” sino ad “Asmà e Shadi”, splendido mosaico di un Oriente e di un mondo magico – sciamanico che passa attraverso una piccola plaquette, molto intima, dal titolo “Come un volo d’aquila” e prima ancora per un libro appassionante come “Ti amerò fino ad addormentarmi nel rosso del tuo meriggio”.
Ma Bruni è anche l’autore di un libro “forte” su Fabrizio De André. Questo “Sulla punta di una matita non sono passati secoli” (Il Coscile editore), ovvero Franco Califano, richiama il “Cantico del sognatore mediterraneo”, ovvero il De André di Bruni, ma gli ultimi capitoli sono una confessione e una lenta sofferenza cucita dentro la sua anima. Potrei dire una resa dei conti che Bruni fa con se stesso. Sono gli ultimi capitoli che lo rendono irripetibile ed hanno una bellezza di parola straordinaria oltre ad avere un marchio che è quello, appunto, di una profonda venatura “maledetta”.
Bruni, come Califano, diventa anch’esso un poeta maledetto proprio nel momento in cui si confronta con un testo nel quale il “cantico” della preghiera è struggente. È come se Bruni si identificasse in Califano. Ma non è così. Bruni si identifica sempre con se stesso e parla di sé filtrando i suoi compagni di viaggio. Califano è stato il suo compagno di viaggio degli anni universitari in una Roma “carnale” e “amante” come avrebbe detto Alberto Bevilacqua, al quale Bruni è stato molto legato.
Questo libro, giunto all’improvviso mentre il suo camminare andava e va oltre e altrove: nei suoi Orienti, scompagina anche chi conosce Bruni, ma bisognava aspettarselo, comunque, che l’uomo, lo scrittore, il poeta ribelle e costantemente in rivolta resta imprevedibile. Bruni lo è. Nella vita e nel suo “mestiere di scrivere”, per dirla con il suo amato Pavese. Non bisogna leggerlo soltanto questo suo Califano. Occorre, necessariamente, sottolinearlo e conservare frasi, brani, concetti. Bruni si “recupera” in Califano, un Califano, forse meno conosciuto, il Califano poeta.
Alla presentazione prevista a Firenze il prossimo 25 novembre, stia tranquillo Pierfranco, io ci sarò e cercherò di porre la sua scrittura davanti ad uno specchio. Ma il successo di questo libro da dove nasce? Non lo si può chiedere all’autore. Sono convinta che tra l’analisi, l’interpretazione del testo e la biografia Bruni abbia scelto la sensualità delle emozioni. Ha fatto centro.
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Cultura, Spettacoli & Società
E' legittima la richiesta proveniente da più parti (istituzioni, mondo agricolo, enti di ricerca) di approfondimenti e incontri specifici sul tema così preoccupante dell'infezione da batterio "Xylella Fastidiosa" che sta coinvolgendo migliaia di ulivi nel territorio del Salento, ma la delicatezza del tema, gli effetti che potrebbe generare sul sistema economico produttivo agricolo della Puglia presente e futuro, ci impongono rigore e prudenza anche sulle modalità di comunicazione e diffusione dei dati’.
É quanto afferma l'Assessore alle risorse agroalimentari della Regione Puglia, Fabrizio Nardoni, che annuncia a partire da oggi l'avvio di una comunicazione istituzionale che porrà in essere direttamente l'Assessorato in stretto contatto con il Comitato Nazionale Fitosanitario, l'Unione europea DG Salute Consumatori, e l'Osservatorio Fitosanitario Regionale, organo, quest'ultimo deputato all'attività di controllo e coordinamento.
‘Ho ritenuto necessario porre un argine all'emorragia di informazioni, a volte anche fuorvianti, sullo stato dell'arte e sulle azioni che si stanno mettendo in atto sia per l'eradicazione che per il contenimento dell'infezione - sottolinea Nardoni - Riservando all'Osservatorio e ad incontri periodici che terremo nella sede dell'Ufficio Provinciale Agricoltura di Lecce con tutte le parti coinvolte, la funzione di aggiornamento e informazione puntuale sul tema’.
‘É mia intenzione però - conclude l'assessore regionale - mantenere un costante contatto con le organizzazioni professionali agricole e il sistema delle cooperative per un confronto aperto e proficuo sulle azioni migliori da mettere in cantiere al fine di superare al meglio la situazione di attuale emergenzialitá’.
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Economia, Lavoro & Industria
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Militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Taranto, in collaborazione con funzionari del Dipartimento di Prevenzione dell’Asl di Taranto, hanno eseguito un accesso presso un Centro Medico Poliambulatoriale di Massafra (TA). Nel corso dell’intervento e’ stata accertata l’assenza dei titoli autorizzativi necessari per lo svolgimento delle prestazioni mediche. La situazione di totale illegalita’ è risultata aggravata dal fatto che il poliambulatorio ha continuato ad operare senza alcun Direttore Sanitario che potesse garantire la qualita’ e l’adeguatezza delle prestazioni mediche. Peraltro, la titolare della struttura sanitaria non aveva ottemperato ad un’ordinanza già emessa, dal Sindaco del Comune di Massafra nel mese di Febbraio del corrente anno, con la quale si disponeva la revoca dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività in argomento, nonché la chiusura del poliambulatorio medesimo. La predetta responsabile è stata denunciata all’Autorità Giudiziaria per il reato di cui all’art. 650 del Codice Penale (Inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità).
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Cronaca, Politica & Attualità
L’idea in sé è lodevole e meritoria: definire in modo chiaro e inequivocabile i requisiti che dovranno possedere le imprese editoriali pugliesi dell’
informazione e della comunicazione, in pratica quelle aziende che editano telegiornali, radiogiornali, quotidiani, periodici e testate on line e agenzie web, per poter beneficiare di interventi regionali di sostegno, ovvero di qualsiasi tipo di beneficio e agevolazione finanziato dalla Regione Puglia con fondi a valere sul proprio bilancio autonomo.
In pratica si vuole evitare che aziende “borderline” create per l’occasione o, peggio, che vessano e sfruttino i propri dipendenti non rispettando le normative del settore, con qualche “artifizio” riescano ad accedere ai finanziamenti regionali, a tutto detrimento delle aziende del settore sane.
A tal fine l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale pugliese recentemente ha elaborato un disegno di Legge che dovrebbe iniziare il suo iter per poi arrivare alla trasformazione in Legge regionale.
Nella sua prima stesura il testo indica una serie di requisiti, pienamente condivisibili, che dovrebbero garantire la “serietà” dell’azienda editoriale, tra i quali “attività giornalistica svolta esclusivamente da personale iscritto all’Ordine dei Giornalisti”, “redazione giornalistica con almeno tre giornalisti dipendenti con contratto a tempo indeterminato a tempo pieno”, e ovviamente regolarità contributiva e retributiva documentabile.
Il disegno di Legge regionale, tuttavia, lascia presagire che saranno penalizzate le aziende editoriali tarantine e quelle delle altre province pugliesi “figlie di un dio minore”… Nella voce “e” dell’Articolo 3 relativo alla stampa quotidiana e periodica, infatti, come requisito viene richiesto che “il prodotto venga diffuso in almeno un terzo dei comuni pugliesi”: in pratica così nessuno dei tre quotidiani tarantini potrebbe accedere ai finanziamenti regionali!
Pur comprendendo la necessità di sostenere maggiormente le imprese editoriali più grandi, non si possono penalizzare tout court quelle a “dimensione provinciale” che, tra mille difficoltà, garantiscono il pluralismo dell’
informazione su territori, come quello tarantino, in profonda crisi economica.
È opportuno, invece, prevedere un sistema che garantisca a tutte le aziende editoriali pugliesi, anche se in modo proporzionale alle loro dimensioni, di accedere ai finanziamenti regionali.
Invito pertanto i Consiglieri regionali tarantini che nelle varie Commissioni dovranno esaminare il testo del Disegno di Legge regionale, a vigilare con me affinché si eviti l’ennesimo danno alla pluralità di informazione, oltre che alla nostra economia.
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Cronaca, Politica & Attualità
Ieri sera incontro operativo fra il Presidente Fabrizio Nardoni, il socio di maggioranza Mario Petrelli, e il Direttore Generale Domenico Pellegrini per valutare la prossima campagna acquisti e le esigenze della squadra anche alla luce dei risultati ottenuti sin qui dalla formazione rossoblù. Le ultime partite con allenatore Mister Papagni hanno convinto sia i dirigenti che i tifosi e domenica scorsa allo Iacovone si è assaporato un campionato in ascesa. Ci ha pensato Molinari, con un gol su rigore allo scadere del primo tempo a siglare il gol vittoria del Taranto sulla Gelbison, conquistando un buon piazzamento in classifica che, anche alla luce di alcune vittorie sfuggite a tempo quasi scaduto, poteva essere ancora migliore. Ma già domenica la formazione ionica è chiamata a vincere e convincere a Matera, una squadra quella lucana che sta facendo molto bene e che quindi si presenta molto ostica. Ma il Taranto ha tutte le potenzialità per uscire vittoriosa da una macth che può significare molto dal punto di vista psicologico perché si andrebbe a battere una diretta concorrente per la promozione.
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Cultura, Spettacoli & Società
Piano ambientale Ilva: oltre settanta le richieste di modifica presentate da Legambiente
Oltre settanta le Osservazioni al Piano ambientale Ilva prodotte da Legambiente in un documento di sedici pagine (la versione integrale è disponibile in allegato) articolato in cinque capitoli e redatto per l'associazione da Leo Corvace.
Dopo alcune prescrizioni di carattere generale vengono fornite indicazioni dettagliate per quello che riguarda l'Aria (e, quindi, gli impianti Cokeria, Altiforni, Agglomerato, Acciaierie ed il Piano di controllo e monitoraggio ambientale), le Acque e gli Scarichi a mare, Rifiuti e Discariche, le Bonifiche e, infine, i Rischi di incidenti rilevanti.
Legambiente ribadisce innanzitutto che, ad un anno dall'approvazione del provvedimento di riesame dell'AIA, si registrano ritardi spesso del tutto intollerabili nell'attuazione delle prescrizioni ivi contenute. La revisione dei loro tempi di esecuzione attribuisce al "piano ambientale" valenza di vera e propria sanatoria per quanto riguarda il comparto "aria". In termini generali l'associazione chiede l'adozione di prescrizioni volte a ridurre, drasticamente e nei tempi più celeri le concentrazioni dei vari inquinanti immessi nell'ambiente, adottando le nuove MTD (Migliori Tecnologie Disponibili) approvate dalla Commissione Europea nel febbraio 2012, le migliori tecnologie in assoluto e limiti di emissione molto più rigorosi rispetto a quelli previsti dalla legislazione nazionale e regionale; l'associazione chiede inoltre di dare attuazione alla legge regionale n. 21 sulla Valutazione del Danno Sanitario, nonché il ricorso all'innovazione tecnologica nel processo produttivo.
Seguono poi i singoli Capitoli con richieste precise che entrano nel merito dell'intero Piano degli esperti. Per l'ARIA vengono formulate undici richieste: di particolare rilevanza l'incapsulamento degli impianti responsabili delle emissioni diffuse e fuggitive, l'adozione generalizzata di filtri a tessuto alle varie fonti di emissione, il monitoraggio in continuo presso gli impianti maggiormente inquinanti, la riduzione della capacità produttiva autorizzata, l'implementazione del sistema di video – sorveglianza, uno studio di fattibilità da presentare entro sei mesi circa l'adozione di tecnologie innovative e meno impattanti sul piano ambientale, l'emissione di fideiussione di importo adeguato a coprire futuri interventi di dismissione e bonifica.
Entrando ancora più in dettaglio Legambiente si sofferma poi su alcuni elementi, a partire dai ritardi inaccettabili nella Copertura dei parchi primari e nella Chiusura dei nastri trasportatori e sul quadro poco chiaro e incerto degli interventi previsti per gli Altiforni 2 e 5, che sembrano dipendere più dall'andamento del mercato che dalle esigenze di tutela della salute pubblica, per arrivare poi alla necessità di adozione del sistema di spegnimento a secco del coke, più efficace in termini di riduzione delle emissioni, rispetto a quello ad umido, ed alle grosse perplessità sulla captazione e il convogliamento delle emissioni al raffreddatore per cui verrebbe meno la copertura completa dell'impianto e sui camini si andrebbero ad installare elettrofiltri che, rispetto ai filtri a tessuto precedentemente previsti, offrono minori garanzie.
Per la Cokeria l'iindicazione di Legambiente va verso l'adozione di innovazioni tecnologiche nel processo produttivo che possano eliminare o notevolmente ridurre l'utilizzo di coke. In mancanza l'associazione richiede la chiusura di almeno quattro delle batterie dal maggior impatto ambientale e dalla minore efficienza tecnologica e la redazione di uno studio di fattibilità circa la possibilità di una ricostruzione della cokeria in una zona più distante dal centro abitato . In ogni caso Legambiente richiede l'adozione di sistemi di abbattimento delle emissioni dai camini, di sistemi automatici di manutenzione e regolazione della tenuta delle porte dei forni a coke, di videocamere mirate al controllo delle emissioni.
Per gli Altiforni le principali richieste sono l'adozione di filtri a tessuto in tutti gli altiforni, misura del resto obbligata per rispettare il limite di 10 mg/Nmc imposto nel riesame dell'AIA e la copertura dei canali di colata. Per l'Agglomerato Legambiente ribadisce l'importanza del campionamento in continuo delle emissioni di diossina dal camino E 312 e richiede che la misura venga adottata dal 1° gennaio 2014, mentre per le Acciaierie pone l'accento soprattutto sull' uso distorto delle torce, anomalia che va decisamente superata con le eventuali opportune modifiche di processo e/o adozione di adeguati sistemi di captazione.
Il capitolo dedicato ad ACQUE E SCARICHI A MARE parte dalla constatazione che, allo stato attuale, il prelievo dei campioni per le analisi della qualità dei reflui avviene dopo la confluenza degli scarichi dei singoli impianti nei due canaloni e quindi dopo aver subìto una diluizione con le acque di raffreddamento. La prima richiesta di Legambiente è che i prelievi vengano effettuati a "piede" di ogni impianto e che i valori di concentrazione debbano essere rispettati non solo dai reflui scaricati a mare ma anche da quelli dei singoli impianti interessati (cokeria, altiforni, ecc) prima della loro miscelazione con le acque affluenti nei due canaloni. Per l'associazione non è assolutamente tollerabile che le concentrazioni riscontrate a piè di impianto e la presenza del selenio nelle acque di cokeria risultino ancora superiori alle indicazioni delle nuove Bref o delle BAT.
Un altro punto rilevante è la richiesta di una razionalizzazione dell'utilizzo delle acque ad uso industriale. L'Ilva, per il raffreddamento dei suoi impianti e per necessità di processo, utilizza ingenti quantità di acque prelevate da varie fonti : Mar Piccolo in primo luogo. Di contro le acque reflue trattate dei depuratori Gennarini e Bellavista vengono scaricate a mare. L'AIA del 2011, recependo le indicazioni della Regione Puglia, ha prescritto all'azienda l'uso dei reflui depurati ed affinati provenienti dai depuratori Gennarini e Bellavista in luogo delle acque del Sinni attualmente impiegate per il suo processo produttivo. E' scandaloso come nonostante siano trascorsi 29 mesi dal rilascio dell'AIA, l'Ilva non si sia ancora adeguata a questa prescrizione e come il Governo non abbia agito d'autorità al riguardo. Si rileva come lo stabilimento di Piombino già utilizzi reflui depurati ed affinati nel proprio ciclo produttivo. Occorronno quindi l'adozione di sistemi di massimo riutilizzo delle stesse acque di raffreddamento e di processo dell'azienda ed il reimpiego a scopi industriali dei reflui depurati dagli impianti di Gennarini e Bellavista nel più breve tempo possibile e senza ulteriori rinvii.
Per ciò che attiene RIFIUTI E DISCARICHE Legambiente ritiene che in nessun modo, per le nuove discariche, si debba derogare dalle procedure previste dalle leggi in materia e dai requisiti tecnici richiesti dalle BAT per la costruzione di impianti di smaltimento. In questo ambito occorre che l'azienda fornisca le fideiussioni previste, aspetto di recente oggetto di ulteriori provvedimenti giudiziari da parte della Procura di Taranto. Nel documento viene inoltre segnalato che il sistema di monitoraggio della falda sottostante le discariche in esercizio nell'area "Mater Gratiae" dell'Ilva risulta inadeguato e si chiede che siano posizionati dei piezometri a monte ed a valle dei tratti di falda interessati. Si chiede inolttre l'Ilva presenti un piano di recupero paesaggistico di tutto il fronte delle discariche dismesse o attualmente in esercizio con particolare attenzione all'area della gravina di Leucaspide nei decenni passati utilizzata come discarica senza gli accorgimenti attualmente imposti dalla normativa in vigore.
In merito alle BONIFICHE Legambiente sottolinea come l'intera procedura sul SIN (Sito di Interesse Nazionale) d Taranto, pur essendo stata avviata da oltre un decennio, risente di gravi ritardi. Dal "piano ambientale" emerge come la caratterizzazione del suolo non abbia interessato le aree degli impianti e dei parchi minerali. Si ritiene grave che la conferenza nazionale dei servizi sul SIN non abbia ritenuto di dover prescrivere analisi anche in questo ambito. Legambiente richiede che tale provvedimento , anche a tutela della salute dei lavoratori, sia imposto nel "piano ambientale". Per dare impulso alle opere di bonifica è inoltre necessario stipulare un accordo di programma come già effettuato per altri territori
Infine la DIRETTIVA "SEVESO" SUI RISCHI DI INCIDENTI RILEVANTI. Legambiente ritiene che Taranto debba rientrare, per la complessità del suo apparato industriale ed il rischio costituito dalle sua attività, tra le aree "ad elevata concentrazione di stabilimenti " con l'elaborazione, quindi, di un unico Piano di Emergenza Esterno (PEE) di area. Nelle more dell'assunzione di tale provvedimento, ritiene necessario che si debba coordinare ed integrare il PEE dell'ILVA con quelli dell'ENI e del porto per garantire maggiore sicurezza al territorio. In particolare ritiene che il PEE Ilva debba integrarsi con quello delle centrali termoelettriche CET/2 e CET/3.
Da segnalare la riflessione sui fatti accaduti il 28 novembre scorso quando un tornado ha provocato una vittima e gravi danni al territorio. L'impatto prodotto dal suo passaggio per Legambiente deve portare ad un'analisi specifica per questo tipo di rischio.
Per l'associazione, inoltre, è del tutto intollerabile che un'azienda di questa portata, anche in possesso delle certificazioni ambientali, possa operare sul territorio senza essere in perfetta regola con le normative vigenti in materia di rischio ed in particolare che sia ancora sprovvista del Certificato di Prevenzione Incendi. Vengono ritenuti infine inaccettabili i tempi concessi al gestore per l'espletamento della fase istruttoria necessaria al suo ottenimento (giugno 2016) e se ne richiede una drastica riduzione avendo già la stessa azienda usufruito di un lungo periodo per mettersi in regola.
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