Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator
Preferenze sui cookie
Giornale di Taranto - Giornalista1

Festa dell'Architetto, riceviamo e pubblichiamo un  bilancio dell'evento dell'arch.Massimo Prontera, presidente del Consiglio del'Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Taranto

 

 

 

Oltre tre mesi di organizzazione per tre settimane di impegni, 14 date, 5 tappe.

42 eventi in totale di cui 3 mostre collettive di architettura, 5 mostre fotografiche, 3 mostre d'arte, 7 visite guidate, 7 tavole rotonde. E poi 2 presentazioni di libri, 1 concorso fotografico, 1 estemporanea d'arte, 1 videomapping 3d. E ancora, 4 concerti musicali, mostre di design e serate su design e cinema, 1 pomeriggio per ragazzi ed altro ancora.

Decine di ospiti intervenute alle tavole rotonde, decine di architetti impegnati nell'organizzazione, 10 associazioni partner dell'evento, oltre 40 aziende sponsorizzatrici.

Questi i numeri della “Festa dell'Architetto 2014”, giunta alla sua seconda edizione e conclusasi lo scorso 14 luglio dopo aver tagliato il nastro il 26 giugno e aver toccato, in modo itinerante, Taranto, Martina Franca, Manduria, Massafra ed in ultimo anche Grottaglie.

Una “carovana” di iniziative culturali ed istituzionali con le quali l'Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Taranto ha voluto portare in piazza, tra i cittadini, lo spirito della propria professione per trasmettere così, in modo più efficace i valori profondamente etici e sociali di un mestiere e dei temi che sono propri dell'architettura.

Anche quest'anno abbiamo fortemente voluto che questa manifestazione, nata lo scorso anno per volontà del nostro Ordine su sollecitazione del nostro Consiglio Nazionale per i 90 anni di istituzione degli Ordini degli Architetti italiani, si svolgesse nuovamente in piazza, portando gli architetti e le architetture fra i cittadini. Una novità assoluta per un Ordine professionale che, con uno sforzo organizzativo che non ha precedenti, decide di uscire dai propri studi e uffici e mantenendo il proprio assoluto ruolo istituzionale, sceglie di promuovere le peculiarità della propria professione fra la gente. Un modo nuovo di comunicare l'architettura ed una professione che ancora, nonostante per secoli sia stata considerata una delle discipline più nobili, vive da troppi anni una crisi di identità e di considerazione pubblica nella nostra società.

Oltre che a Taranto, quindi, quest'anno la Festa ha fatto tappa nei comuni più rappresentativi della nostra  provincia che, dal versante occidentale a quello orientale, presenta peculiarità, differenze, qualità, bellezze paesaggistiche ed architettoniche che, attraverso i riflettori accesi sul nostro evento, abbiamo provato ad evidenziare e promuovere.

Nelle tre settimane della Festa, si è parlato di buona architettura, pianificazione urbanistica, centri storici da rigenerare, periferie da riqualificare. Si è parlato di città finalmente accessibili ed inclusive per tutti, si è parlato di design, del rapporto tra città e cinema e tra design e cucina. Si sono organizzate varie visite guidate ai meravigliosi centri storici, al meglio dell'offerta culturale e turistica che le nostre città offrono e che meriterebbe  migliore valorizzazione. Abbiamo varcato il muro fisico e mentale dell'Arsenale Militare così come abbiamo scoperto le meraviglie del castello aragonese e delle architetture dei primi anni del XX secolo.

Abbiamo dialogato di professione e professioni, di crisi e  nuove occasioni di sviluppo del nostro territorio, provando a ragionare in modo corale sui temi che non sono solo propri della nostra professione ma che rappresentano i temi di tutti perchè propri dell'abitare le nostre città.

Il tema scelto per quest'anno, "Architettura è felicità", parafrasava, anche in modo provocatorio, il celebre scritto di Alain de Botton, sul tema del rapporto tra l'ambiente in cui viviamo e il nostro benessere, tra la bellezza degli edifici e la felicità dei loro abitanti. Noi abbiamo voluto sostituire alla congiunzione “e” il senso profondo dell'affermazione. Per noi Architettura è felicità e abbiamo provato ad esprimere questo assunto raccontando ai cittadini come l'architettura, la nostra disciplina, i nostri temi, l'attenzione al bello ed al funzionale, la tutela del paesaggio che ci circonda, la propensione verso la ricerca di un mondo migliore in cui vivere, producano senza dubbio felicità.

Perchè, per dirla con de Botton, “Ciò che cerchiamo in un'opera architettonica non è diverso da ciò che cerchiamo in un amico. Gli oggetti che definiamo belli sono versioni delle persone che amiamo”.

Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Vito Massimano

Tutti gli indizi portano a supporre che Fitto abbia ragione a puntare i piedi sulla vicenda riforme.

Per questo motivo ha scritto una lettera aperta al leader di Forza Italia che ovviamente verrà fatta passare -  dal canile pieno zeppo di Dudù scodinzolanti di cui il Cavaliere si è circondato ultimamente -  come dichiarazione ufficiale di tradimento da parte del Parlamentare Pugliese e del suo gruppo.

Si tratta di una visione mistificatoria della realtà, pensata apposta dal cerchio magico per togliere al Capo qualsiasi possibilità di confronto, illudendolo che sia tutto a posto e che la sua tattica sia quella giusta (tanto la musata la piglia il Capo e nel frattempo è così contento per il battimani da elargire copiosamente prebende ai fedelissimi).

 Da dove arriva questa certezza? Perché l’abbraccio con Renzi è mortale? La risposta arriva dal  ragionamento di Fitto esplicitato nella lettera aperta a Berlusconi, messo a sistema con la missiva indirizzata allo stesso destinatario scritta questa volta da Massimo Mucchetti (giornalista e parlamentare PD) su L’Unità.

Facendo una lettura ragionata dei due documenti in sequenza, infatti, si ricava facilmente la ricostruzione della strategia di Renzi  che non mira a null’altro se non a fottere Berlusconi su tutta la linea condannandolo ad una fine indecorosa dopo averlo usato a dovere.

Proviamo a capire: la riflessione di Fitto parte dal Patto del Nazareno; esso prevedeva un’intesa sul sistema elettorale ed in subordine sulle riforme istituzionali. “Invece, come per magia, - prosegue il pubblico ragionamento di Fitto -  settimana dopo settimana, il quadro è cambiato fino ad essere capovolto: il sistema elettorale frutto di quell’accordo non c’è più”  mentre “in primo piano è apparsa una modifica costituzionale che tuttora fa molto discutere e non convince la gran parte dei nostri parlamentari”.

Come se non bastasse, “il secondo aspetto che crea perplessità è la fretta con cui si vuole procedere. Come se ci fosse un decreto-legge in scadenza. Come se il mondo finisse tra qualche ora. Perché?” –  si chiede Fitto – ipotizzando quasi che Berlusconi paia ipnotizzato da Renzi ed in posizione di passiva subalternità .

Perché? La risposta arriva dalla pubblica missiva che Massimo Mucchetti  invia a Berlusconi, colto quasi da una Sindrome di Stoccolma mista a pietà verso un uomo avversato per tutta la vita e visto ora come indifeso predestinato ad uno spietato ed indecoroso epilogo sotto i colpi delle procure, dei consiglieri non all’altezza e di un gigantesco tradimento mascherato da patto bipartisan sulle riforme.

Massimo Mucchetti parte, guarda caso,  dalla stessa perplessità di Raffaele Fitto che si può sintetizzare con due domande: ma i patti con Renzi  non riguardavano prima l’Italicum ed in seconda battuta la riforma del Senato? Come mai la propedeuticità è stata invertita?

“Temo che lei abbia preso un abbaglio” – dice Mucchetti ad un  Berlusconi che si fida troppo della parola di Renzi -  perché,  a differenza dell’uomo d’affari , “ per l’uomo politico la parola data vale principalmente per gli altri, assai meno per se’ stesso” e per questo Renzi tradirà il Cavaliere al momento giusto così come ha fatto con Enrico Letta che doveva stare sereno.

La tattica renziana, a parere dell’estensore della lettera, è la “politica del carciofo” secondo la quale il Presidente del Consiglio userà Berlusconi come un tram dal quale scendere non appena portata a casa la riforma del Senato partorita secondo le sue convenienze.

Ottenuta da Berlusconi una riforma del Senato capace di semplificargli la vita, Renzi sarà pronto a scaricarlo un minuto dopo per fare la riforma elettorale con Bersani, Calderoli e Alfano.

Ciò gli consentirà di portare a casa il duplice vantaggio di  ricompattare il PD ed indebolire l’opposizione attraverso un sistema elettorale che garantisca la sopravvivenza ai piccoli partiti di centrodestra rendendo quest’ultimo un arcipelago debole perché frammentato ed incontrollabile dal Cav.

In tal modo, con un Senato reso marginale e con una legge elettorale fatta su misura, Renzi vincerà facile e potrà così eleggersi il nuovo Capo di Stato, cui Berlusconi, in virtù dei servigi resi, conta di pietire la grazia che probabilmente non arriverà sia perché egli non servirà più al Pd renziano sia perché “non ci vorrebbe una grazia – dice Mucchetti -, ma ce ne vorrebbero tre o quattro: una per ogni condanna che le potrebbe arrivare dai processi in corso”.

Morale della favola: Berlusconi si è fatto imporre il patto del Nazareno, si è fatto imporre le modifiche all’accordo, si è fatto imporre il cambio del cronoprogramma (il Senato prima a la Legge elettorale poi) e adesso minaccia i suoi Parlamentari di mandarli nel Nuovo Centro Destra se non voteranno compatti questo scempio destinato paradossalmente anche a penalizzarlo.

Berlusconi sta facendo la Velina di Renzi, polverizzando il centrodestra e comportandosi di fatto come un Alfano qualsiasi. Solo che se i patti li fa Angelino, allora “non ha il quid” ed è un traditore (che poi è anche vero) mentre se lo stesso Berlusconi si consegna alla sinistra, lo fa perché è un Padre Costituente e traditori sono tutti coloro che non gli dicono che è il più ganzo del Palazzo anche se si suicida.

Spiace dirlo ma Berlusconi con il suo comportamento remissivo sta dando ragione ad Alfano, sta implicitamente dimostrando che il NCD ha fatto bene a rimanere schiacciato sul centrosinistra non fornendo una linea alternativa di centrodestra da opporre ad un Premier che (sulle riforme e sul Governo) detta la linea a maggioranza e opposizione. E invece avrebbe dovuto marcare la diversità perché è più influente un’opposizione capace di interdire rispetto ad un’opposizione subordinata alla maggioranza.

A meno di un coup de théâtre, Berlusconi sta sacrificando il destino di un’intera area politica in cambio (forse) dell’ennesima falsa promessa di un salvacondotto e questo appare ormai chiaro oltre che difficilmente ammantabile con la bella scusa del bene del Paese. Sarà l’ennesima mediazione “giannilettiana” che finirà in tragedia? Ci sono fortissime probabilità e la storia dovrebbe averglielo insegnato.

E ci voleva Fitto, che scrive pubblicamente al suo Leader e Mucchetti, che scrive al suo avversario per consigliargli di non fidarsi del suo leader,  per capire che si tratta di una fregatura? No, ci voleva buon senso.

Non sappiamo bene cosa spinga  Berlusconi  a “fare la donna arrendevole” nella coppia di fatto con Renzi: sarà forse il frutto di un calcolo clamorosamente sbagliato o sarà forse la voglia matta di sperimentare nei fatti il nuovo corso di Forza Italia sui diritti civili? Non lo sappiamo

 
 
 
Il Ministero della Salute ha diffuso il documento  adempimento “Mantenimento dell'erogazione  dei LEA” del 2012. Attraverso un set di indicatori ripartiti tra l’attività di assistenza negli ambienti di vita e di lavoro, l’assistenza distrettuale e l’assistenza ospedaliera, si riesce a conoscere e cogliere le
diversità ed il disomogeneo livello di erogazione dei livelli di assistenza.
I LEA - Livelli Essenziali di Assistenza, sono stati definiti a livello nazionale con il decreto del presidente del Consiglio dei Ministri del 29.11.2001, entrato in vigore nel 2002. Successivamente la riforma del titolo V della Costituzione ha previsto per le Regioni la possibilità di utilizzare risorse proprie, al fine di  garantire servizi e prestazioni aggiuntive, ma mai inferiori a quelle incluse nei LEA.
I LEA sono cioè costituiti dall'insieme delle attività, dei servizi e delle prestazioni che il Servizio Sanitario Nazionale  eroga a tutti i cittadini, gratuitamente o con il pagamento di un ticket, indipendentemente dal reddito e dal luogo di residenza. L’Associazione dei Fisioterapisti di Puglia (A.I.FI.), dopo aver letto attentamente il documento, esprime il proprio disappunto per l’andamento della sanità, che viene controllata anche attraverso i LEA, nonostante la Puglia abbia visto migliorare la propria qualità di servizi erogati nel corso di anno. “In Puglia la riabilitazione non è ancora garantita. Anche l'Assistenza Domiciliare Integrata, l’ADI, non copre una capillare diffusione regionale.” Ad affermarlo il presidente regionale dell’A.I.FI. Dott. Eugenio D’Amato. “Se non saranno garantiti la sanità in Puglia non decollerà mai - continua. I LEA possono essere diversi da Regione a Regione, fermo restando che quelli definiti a livello nazionale devono essere garantiti in tutto il territorio nazionale”.
Prevenzione Cura e Riabilitazione sono i tre pilastri della gestione di una buona sanità, e sono previsti dalla  legge 833/78 per l'istituzione del sistema sanitario nazionale.
“Investire ad esempio nell'ADI significa – continua D’Amato - risparmiare sulle spese di ospedalizzazione, permettendo alla popolazione di usufruire delle terapie direttamente al proprio domicilio, oltre a garantire la salute e il benessere dei cittadini. La Puglia ora è fuori dal piano di rientro, e di questo siamo profondamente lieti, tuttavia riteniamo sia fondamentale garantire i Livelli Essenziali di Assistenza così come avviene in otto regioni (Basilicata ,Veneto, Marche, Lombardia, Emilia-Romagna, Liguria, Umbria e Toscana)  su sedici monitorate. Questo è il momento appropriato per garantire i LEA. Per offrire qualità, competenze e umanizzazione della cura”.

"Mi candido perché sono orgoglioso di questa Puglia. A Roma e dovunqe la Puglia è vista come una straordinaria esperienza. Dobbiamo cercare il miglior candidato che prosegua il lavoro di Vendola, con una Puglia plurale e democratica . Un impegno che comincia dal capoluogo ma che porterò in giro per tutta la Puglia".

Con queste parole Dario Stefàno ha lanciato la propria candidatura alle primarie del centrosinistra che si svolgeranno domenica 30 novembre a turno unico. Ieri mattina conferenza stampa a Bari.

Si profila quindi una gara a tre con Stefàno, il sindaco di Bari Emiliano, l'assessore regionale Minervini o l'ex assessore regionale attuale parlamentare europeo Gentile.

Queste primarie, arrivano dopo l'avvio di una rivoluzione lunga dieci anni, in cui la nostra regione ha modificato lo sguardo, le ambizioni, la capacità di proporsi al mondo e di includere gli ultimi”. Inizia così il suo annuncio il Senatore Dario Stefàno, in una affollata conferenza stampa convocata alle 10.30 nel capoluogo pugliese, in vista delle primarie del centrosinistra che si terranno il 30 novembre.
 
“In questi dieci anni - continua Stefàno - siamo riusciti a contrastare la crisi meglio di altri e a dare segnali di crescita importanti attraverso politiche d’avanguardia. Abbiamo fatto della Puglia la regione del Mezzogiorno con le migliori performance, un modello di riferimento in Italia e persino in Europa. Un percorso che ha saputo investire ed alimentare vecchie e nuove energie, dalle masserie didattiche all’avionautica, tenendo insieme in un percorso virtuoso storia e futuro, tradizione e innovazione. In una epoca in cui si sono registrati attacchi sistematici dei governi nazionali ed europei, abbiamo lenito il disagio dei più deboli, abbiamo accompagnato chi aveva un passo più lento, senza però mai rinunciare alla ambizione di innovare, investendo anche sullo sviluppo di nuove filiere, dalla cultura al turismo passando per le energie rinnovabili e la lotta al dissesto idrogeologico. E ora dobbiamo proseguire questa performance straordinaria già avviata”.

 
“Anche se oggi svolgo un ruolo istituzionale a Roma, non ho mai distolto lo sguardo da questa splendida regione. Ho continuato ad attraversarla, così come ho avuto già il piacere di fare in passato da assessore. La campagna di ascolto “La Puglia in più”, condotta in questi mesi, mi ha dato modo di continuare a conoscere criticità, esigenze, sogni e progetti dei pugliesi. Ma anche di continuare a conoscere e meglio esperienze ed eccellenze”.
 
“Durante il tour - prosegue Stefàno - ho ricevuto moltissimi stimoli ed indicazioni ma anche tante sollecitazioni ad un mio impegno diretto. Ora sono qui, con modalità e forma più trasparenti possibili, ad assicurare a tutte quelle persone che io ci sono, orgoglioso di questa terra e di quello che abbiamo già fatto perché sento anche il dovere di interrompere un pericoloso cortocircuito che potrebbe scrivere la parola fine a un’esperienza bellissima”.


 
“Mi candido alle primarie del centrosinistra - continua Stefàno - non da senatore di Sel, non da fondatore e presidente de La Puglia per Vendola ma con l’ambizione di essere il candidato della coalizione di centrosinistra pugliese”.


 
“Le primarie non sono il luogo per la selezione della leadership di partito. Serviranno a trovare il candidato migliore per rappresentare una intera coalizione, una regione, a far esprimere le ambizioni di un grande territorio, dei più deboli e dei giovani a cui dobbiamo garantire un futuro migliore. Ma anche del sistema produttivo che ci chiede di essere accompagnato sulla frontiera della competizione globale. Mi candido con lo sguardo rivolto a loro e a tutti quegli elettori pugliesi che dal 2010 ad oggi hanno smesso di guardare al centrosinistra. Non si deve sprecare questa occasione: facciamo di questo passaggio un autentico processo democratico, liberandolo da alchimie e regole ispirate ad altri obiettivi”.
 
“Se pensassimo di dover cercare un candidato uguale a Vendola, con lo stesso curriculum, con la stessa storia, commetteremmo un errore. La sua leadership è irripetibile, unica. Dobbiamo cercare un candidato che dia seguito e fiato a questa esperienza di governo, alla Puglia innovativa, plurale, inclusiva. Dobbiamo dimostrare la capacità di continuare a mobilitare scienze e coscienze”.


 
“Nei prossimi giorni e settimane - conclude Stefàno - continuerò ancora ad ascoltare i territori, attraversandoli, e chiederò ai pugliesi di raccontarmi difficoltà, ma anche i loro progetti con una metodologia inclusiva, innovativa per dimostrare che la politica riesce ad ascoltare per rispondere alle esigenze dei cittadini”.


 
“Il mio è un atto d’amore nei confronti della Puglia e del centrosinistra. Sono qui per dire che mi candido per vincere le primarie”.

 

Pubblichiamo di seguito un intervento del Segretario Generale Filca Cisl Taranto Brindisi Vito Lincesso

 

 

Le recenti considerazioni di Ance Taranto, in ordine alla crisi del settore edilizio nel territorio ionico, originata  il 2008 da quella economica mondiale di cui almeno nel Mezzogiorno non si scorge ancora la fine, confermano le nostre analisi, più volte riproposte, circa le conseguenze nefaste di una disoccupazione qui irrefrenabile e della morte del  40% di imprese manifatturiere e dei servizi.

I numeri ufficiali sono implacabili, se si considera che nel 2007/2008 i lavoratori edili censiti alla Cassa Edile di Taranto erano 8.551 mentre a consuntivo del 2013 se ne sono contati 4.657, ovvero 3.984 in meno e se si tiene conto che a fronte di 1.353 imprese edili censite ufficialmente nel 2008, a consuntivo 2013 ne risultano cancellate 410.

Aggiungiamo noi che migliaia tra lavoratori e lavoratrici rischiano di restare non solo senza lavoro ma anche  senza alcun sostegno al reddito a causa della poca sensibilità finora dimostrata dal Governo nazionale e delle scarse risorse a disposizione, nei cui confronti le Cgil Cisl Uil hanno programmato due giornate di mobilitazione per i prossimi 22 luglio (Regioni del Nord) e 24 luglio (Regioni del Centro e del Sud) presso il Ministero del Lavoro per sollecitare il rifinanziamento della Cig speciale in deroga che con la Cig ordinaria è cresciuta su scala nazionale del 5,6%.

Vanno da subito agevolati i percorsi di riqualificazione e ricollocamento, portate avanti politiche per la crescita e lo sviluppo, rilanciati gli investimenti pubblici e privati, attivate politiche industriali nei settori manifatturiero, turistico, agro-alimentare, green economy, affrontando contestualmente le tante criticità di sistema per aumentare la capacità attrattiva del nostro Paese e sostenere un’occupazione di qualità.

Ance Taranto poi, al netto dell’unica nota positiva del bonus fiscale per le ristrutturazioni edilizie, al 23,6% su cui si è spesa fortemente anche la Filca insieme con la Cisl, ha anche messo in evidenza l’aumento esponenziale della pressione fiscale sulla casa, aumentata del 200% in soli tre anni.

Basterebbe, infatti, considerare come nel 2011 il gettito Ici era stato di circa 9 miliardi mentre nel 2014 il prelievo Imu + Tasi è stimato in 25 miliardi.

L’edilizia rappresenta una fetta importante della ricchezza nazionale, circa il 10% del Pil ma sta pagando un prezzo altissimo alla crisi.

Occorre che il Governo ponga in essere una seria Politica delle infrastrutture con interventi mirati su casa, scuola e territorio, sbloccando quelle opere pubbliche incompiute in tutta la Puglia, per quanto ci riguarda, altrimenti quelle risorse non saranno più utilizzate ma dirottate altrove.

Detto questo è del tutto evidente come anche la Regione Puglia deve svolgere fino in fondo il proprio ruolo, per evitare che il suo disimpegno lasci spazio improprio a comunità locali minoritarie e, ancor peggio, a comitati e comitatini autoreferenziali ancorché particolarmente rumorosi, di decidere le sorti infrastrutturali ed occupazionali del territorio e della stessa regione.

Il progetto Tempa Rossa, il raddoppio della Centrale Eni, il revamping della Cementir (di cui si è persa traccia), sono i tre casi emblematici ultimi nel tempo, per quanto riguarda Taranto, rispetto ai quali la comunità ionica a cominciare dai rappresentanti delle Istituzioni, deve rapportarsi non già dicendo sempre dei no ma, al contrario, confidare negli Enti strumentali pubblici, nell’Università, nel mondo della conoscenza scientifica per ottenere certezze circa l’impatto ambientale delle rispettive realizzazioni sul territorio, ovvero sui lavoratori e sui cittadini in generale.

E una volta fatto questo, senza ulteriori perdite di tempo, consentire la realizzazione di opere che, se si guarda bene, sono a dimensione quasi sempre interregionale e spesso inserite nelle reti europee e, pertanto, coinvolgono i destini dello sviluppo di milioni di persone.

Analogo atteggiamento, da ancorare più decisamente al rapporto concertativo tra Istituzioni, Parti sociali e Associazioni datoriali del territorio ionico deve riguardare infine sia l’iniziativa comune per l’accelerazione dell’inizio lavori infrastrutturali al Porto, all’Arsenale MM., sia la regolazione degli appalti pubblici e non solo, scoraggiando il massimo ribasso e privilegiando l’offerta economicamente più vantaggiosa.

E, a proposito di concertazione che tanto di positivo ha prodotto in questo territorio, pensiamo che essa vada decisamente rilanciata, recuperandone la periodicità ed un luogo condiviso.

 

                                                                                               Vito Lincesso

 

 

Un autunno all'insegna della promozione con 'Expo Maestrie, la prima rassegna delle eccellenze di terra ionica, che si svolgerà a Grottaglie dal 30 ottobre al 2 novembre prossimi.L'iniziativa è promossa da Expo Co. Group ed è sostenuta da Comune di Grottaglie, Camera di commercio di Taranto, Gal Colline Joniche.

<Nell’ambito delle iniziative a favore della crescita socio - economica del territorio e della internazionalizzazione dei sistemi produttivi locali- si legge in una nota stampa- la Camera di commercio di Taranto ha inteso sostenere con il proprio patrocinio morale la prima edizione di Maestrie Expo 2014 in programma il prossimo autunno. La campionaria ha la particolarità di offrire una vetrina alle eccellenze ioniche in settori che possono costituire una reale occasione di sviluppo per la nostra provincia.>

L'iniziativa è stata presentata nel corso di una conferenza stampa nel corso della quale sono stati illustrati finalità e obiettivi di una vetrina da cui ci si aspetta un ritorno non solo di carattere economico.

<Le aziende aderenti- ha sottolineato il presidente della Camera di Commercio di Taranto Luigi Sportelli- potranno avere un’opportunità in più per ampliare i propri contatti commerciali sia sul mercato nazionale, sia su quelli esteri.

Maestrie Expo 2014 - ha proseguito Sportelli-sarà, infatti, l’occasione per parlare, in una cornice particolarmente bella, degli aspetti positivi del nostro territorio ricco di risorse e capacità di tipo tradizionale e vocazionale (l’artigianato e l’agroalimentare), ma anche innovative (le energie rinnovabili) che vanno adeguatamente supportate e promosse pure con strumenti espositivi come questo che richiamino l’attenzione degli operatori nazionali ed internazionali. Anche il turismo, comparto di grande rilevanza nelle politiche camerali, sarà opportunamente messo in risalto con un padiglione dedicato.

Ottime, dunque, le premesse e auspicabilmente positivo il risultato di questa ambiziosa sperimentazione>.

Sinergia e condivisione per valorizzare e favorire l'accesso al delle diverse realtà produttive presenti sul territorio. E' questa, in sintesi, la filosofia di Expo Maestrie. 

<L’Ente camerale - ha detto ancora Sportelli-prosegue, in tal modo, a valorizzare i settori produttivi che presentano maggiori potenzialità per un rapido ed efficace rilancio dell’economia ionica, operando peraltro in modo sinergico con altre Amministrazioni pubbliche ed avviando best practice di condivisione necessarie a superare gli ostacoli che impediscono la ripresa.>

 

 

E' partita ieri presso la Facoltà di Giurisprudenza, ex Caserma Rossarol, la raccolta di firme voluta dal Rettore Antonio Uricchio, e dai responsabili del Dipartimento jonico al fine di chiedere un finanziamento straordinario nella prossima legge di stabilità, al posto dei tagli che si profilano. Il Rettore Uricchio e i presidi Pagano e Notarnicola hanno chiamato a raccolta la comunità ionica perchè aderisca in massa all'appello. La crescita di un territorio passa attraverso la formazione di eccellenza e un ridimensionamento del polo Universitario ionico, che rappresenta oggi una realtà imprescindibile da consolidare e arricchire, significherebbe penalizzare e soffocare quest'occasione di crescita. L'appello ha già ricevuto numerose adesioni da parte del mondo istituzionale, economico, culturale. Chi vuole partecipare alla raccolta di firme può inviare una mail al seguente indirizzo mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Pagina 833 di 913