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Giornale di Taranto - Giornalista1

Non c'è il capogruppo, non ci sono tanti consiglieri. Gli unici presenti nel Salone degli Specchi sono Cotugno e Di Todaro. Alla fine arriva anche Brunetti. Non c'è il segretario provinciale, Musillo. Non c'è l'onorevole Pelillo.

Aria di tradimento in casa Pd. 

Emiliano arriva a Taranto per ricordare a tutti che la direzione regionale ha deciso di non fare accordi con Forza Italia, sovvertendo la decisione (contesta dalla base e di fatto sovvertita) assunta dalla direzione provinciale ionica che aveva votato per le cosiddette larghe intese (elezione di Tamburrano, Forza Italia).

Il Pd e il centrosinistra domenica prossima sceglieranno dunque il sindaco di Laterza, Lopane. 

A Taranto ci sono, accanto al primo cittadino Stefano, tutti i sindaci del centrosinistra e soprattutto, come detto, c'è Michele Emiliano che accusa: 'non c'è spazio per decisioni personali, tutti gli amministratori dovranno votare per il nostro candidato. A chi dovesse subire ragionamenti, spero non pressioni - spiega il papabile governatore di Puglia - non coerenti con la volontà di 12 sindaci su 12 della terra ionica, dico di scegliere in coerenza e votare Lopane perché il Pd ha preso una decisione e tecnicamente lo ha fatto a furor di popolo. Soprattutto a Taranto è nata la discussione per la strana scelta imposta anche ai colleghi del centrodestra, che avvertono l'imposizione di Tamburrano sostiene Emiliano, 'figurarsi noi!'.

Poi, un appello per certi versi anomalo. 'Nessuno abbia paura di esprimere il proprio voto'. 

Emiliano ricorda infine le parole del segretario provinciale del Pd, Musillo, alla festa democratica di Grottaglie. 'Ha detto pubblicamente che il partito vota Lopane. Il suo e' un ruolo difficile e ho apprezzato le sue parole'.

Applausi in sala, tante però le sedie vuote.

Aria di tradimento. 

Domenica sera vedremo. Lopane e' apparso sereno e realista. Attende anche lui di contare le schede. Occhio a quelle viola: saranno quelle della verità, quelle che conterranno i voti dei consiglieri comunali tarantini il cui peso specifico (1 voto equivale a 1051 voti di coefficiente territoriale) sarà determinante.

'Questo è un sistema elettorale il cui voto è segreto... Per modo di dire. Se lo ricordino è il monito dell'ex sindaco di Bari, segretario regionale Pd. 

I medici ISDE esprimono con forza la propria contrarietà alla realizzazione del progetto “Tempa Rossa” a Taranto. La loro posizione, che di seguito riportiamo, è stata formalizzata e motivata durante l'audizione presso la Regione Puglia. Ecco il documento

 

Il giudizio sulla realizzabilità dell’opera non può prescindere dalla sua collocazione in un’area con acclarate e rilevanti criticità di tipo ambientale che, come dimostrato da più fonti e da anni, hanno generato e continuano a generare, in assenza di bonifiche, danni sanitari ai residenti.

 

La realizzazione del progetto, che interesserebbe tra l’altro aree gravate da vincolo paesaggistico, ulteriore sentinella a tutela dell’ambiente naturale e culturale e fonte di potenziali risorse occupazionali, determinerebbe un ulteriore inquinamento delle matrici ambientali a causa dell’emissione di numerose sostanze tossiche sia in fase di cantierizzazione dell’opera, sia in fase di piena operatività.

 

Nonostante i proponenti sostengano l’ipotesi dell’“impatto zero” dell’opera, come risulta desumibile dalla stessa documentazione proposta a fini autorizzativi la realizzazione del progetto “Tempa Rossa” comporterà, in fase di esercizio, emissioni diffuse, fuggitive e convogliate di numerosi inquinanti estremamente pericolosi per la salute umana.

 

I proponenti citano in particolare il benzene (incremento previsto rispetto alla situazione attuale: sino a 5mg/Nmc di emissioni) e prevedono un incremento complessivo dei COV pari a circa 36ton/anno.

 

È necessario sottolineare a questo proposito che la stima delle emissioni fuggitive effettuata dai proponenti potrebbe essere stata sottostimata. È stato infatti dimostrato che la misurazione diretta delle emissioni fuggitive di idrocarburi può essere sino a 15 volte maggiore di quella stimata (1). È stato inoltre dimostrato che, tra tutte le attività di raffinazione, lo stoccaggio è quello che presenta il maggior contributo alle emissioni fuggitive di idrocarburi (12).

 

Tutti gli inquinanti che saranno emessi in conseguenza della realizzazione dell’opera (anche quelli dotati di azione teratogena e cancerogena) non hanno una soglia al di sotto della quale non siano dannosi per la salute umana.

 

L’incremento del rischio sanitario è proporzionale al loro incremento (anche minimo) nelle matrici ambientali dell’area, anche a causa dell’interazione con le numerose sostanze tossiche già presenti e prodotte dallo stesso impianto ENI e dalle numerose altre sorgenti inquinanti presenti in una ristrettissima area geografica in immediata contiguità con zone intensamente urbanizzate.

 

Il rischio di inquinamento non riguarda solo le emissioni in atmosfera ma anche la potenziale contaminazione di acque e suolo. Non sono infatti da sottovalutare i danni generati da sversamenti al suolo (oil spill) durante le fasi di manutenzione delle valvole o da sversamenti in mare durante le operazioni di trasferimento.

 

L’incremento del rischio sanitario avrà valenza variabile a seconda della suscettibilità dei soggetti esposti. Questo significa che in soggetti anziani, defedati, nelle donne in gravidanza, in epoca fetale e in età pediatrica l’incremento del rischio sanitario dipendente dall’aumentato carico di inquinanti sarà più marcato.

 

È stato dimostrato, ad esempio, che il rischio di tumore polmonare e di linfoma non-Hodgkin è proporzionale alla distanza della residenza dai siti di stoccaggio di petrolio soprattutto in età avanzata (3).

Dunque, è possibile che in quella fascia di età la realizzazione dell’opera comporti un aumento del livello dirischio di cancro tra i residenti nelle aree limitrofe all’impianto.

 

Inoltre, è stato ben dimostrato che l’esposizione durante al gravidanza a COV induce importanti conseguenza patologiche a livello fetale (45) e che l’esposizione a benzene aumenta il rischio di leucemia linfatica acuta, di leucemia mieloide (6) e di retinoblastoma (7) in età pediatrica.

 

Anche qualora l’incremento del rischio fosse moderato (ipotesi non verificabile sino all’attuazione di una Valutazione di Impatto Sanitario e/o di altre indagini di risk assessment), questo sarebbe comunque inaccettabile in una zona i cui residenti continuano da anni ad essere oggetto di grave danno sanitario da cause ambientali ed in cui vi è la necessità di riportare il livello di rischio almeno a livelli comparabili a quelli della popolazione regionale.

 

Alle sostanze tossiche direttamente prodotte dalle infrastrutture previste nel progetto, deve aggiungersi il carico di inquinanti da incremento del traffico navale (previste circa 90 navi all’anno in arrivo e in partenza dal porto di Taranto), che causerà inevitabilmente sia un peggioramento della qualità dell’aria che un potenziale aggravamento del livello di contaminazione di mare e fondali, a causa della sospensione dei sedimenti da movimentazione delle navi e di possibili incidenti nelle operazioni di trasferimento.

 

È opportuno ricordare che le emissioni da traffico marittimo comprendono ossidi di azoto, diossido di zolfo, diossido di carbonio, idrocarburi e particolato e gli effetti su ambiente e salute possono incrementarsi in zone soggette ad intenso traffico marittimo (8) (come è il porto di Taranto), nelle quali è stata dimostrata un’elevata frequenza di malattie respiratorie e cardiovascolari, di tumore al polmone e di morti premature (9) direttamente dipendenti dall’entità del traffico stesso.

 

Da ultimo, non è da trascurare che la realizzazione del progetto aumenterà il rischio di incidente rilevante in un impianto già classificato a rischio da ISPRA e Ministero Ambiente (e collocato in prossimità di altro stabilimento a rischio), oltre a generare, in fase operativa, un considerevole quantitativo di rifiuti speciali pericolosi (previsione di circa 165 ton/anno) che dovranno essere smaltiti in discariche ovunque al limite della capacità massimale e causa, a loro volta, di incremento del rischio sanitario per i residenti nei territori limitrofi.

 

La necessità di risanamento del SIN di Taranto è riconosciuta per legge e contrasta in maniera evidente con la possibilità di realizzare nel territorio in oggetto ulteriori insediamenti inquinanti o modifiche ad opere esistenti che, come descritto, anziché essere migliorative incrementerebbero il carico di inquinanti ambientali e, dunque, il rischio e il danno sanitario, oltre ai costi (a carico sia degli enti locali che degli stessi cittadini) generati da tali danni.

 

L’aspetto sanitario è minimizzato e non adeguatamente valutato nella documentazione presentata dai proponenti a fini autorizzativi ed è invece identificabile come fattore di enorme rilievo ai fini della decisione sulla realizzabilità dell’opera.

 

Gli Autori dell’aggiornamento dello studio Sentieri, che ha recentemente confermato e arricchito le evidenze di rischio sanitario già da tempo documentate nell’area di Taranto (10), commentando i risultati affermano che questi “possono considerarsi già utilizzabili per indicare e modulare cogenti misure di prevenzione primaria”. È dunque eticamente inaccettabile qualunque intervento infrastrutturale che si muova in direzione opposta a questa, quale sarebbe la realizzazione del progetto “Tempa Rossa”.

 

Il ristoro ambientale e le royalties offerte dai proponenti non riuscirebbero a coprire neanche in parte i costi sanitari diretti e indiretti generati dalle mancate bonifiche e dall'amplificazione del danno che continuerebbero a gravare sulle casse regionali, né i costi affettivi e di vita (difficilmente calcolabili), che continuerebbero a gravare a carico dei tarantini.

 

In base alle considerazioni esposte nel presente documento, al fine di tutelare la salute pubblica, nel rispetto delle esigenze di bonifica, dei principali strumenti di pianificazione ambientale e sanitaria e del principio di precauzione, ben codificato dagli indirizzi internazionali e nazionali di tutela ambientale, è opportuno opporsi con fermezza e in ogni sede alla realizzabilità dell’impianto proposto.

 

Dott. Agostino Di Ciaula                                                                 Dott.Gianfranco Orbello

ReferenteRegionale per la Puglia di ISDE Italia                                   Presidente ISDETaranto

 

A cura di Amedeo Cottino

 

 

Requisiti soft per eco incentivi auto 2014 di imprese e professionisti: no a limiti su rottamazione e possesso, sì a veicoli uso promiscuo, massimali più elastici.

Il Dl Sblocca Italia (articolo 39 , Dl 133/2014) ha modificato le regole per gli eco incentivi auto 2014 riservati ad aziende e professionisti. Per la rottamazione i vincoli si fanno meno stringenti, i requisiti per essere ammessi all’agevolazione sull’acquisto di veicoli ecologici a basse emissioni si allentano, i massimali di sconto diventano più elastici. Per adeguare le piattaforme alle nuove norme sugli eco-incentivi, il Ministerodello Sviluppo Economico ha sospeso le prenotazioni; nel frattempo è possibile confermare o annullare quelle già effettuate.

Eco-incentivi: nuovi requisiti

·         Il veicolo da rottamare per poter accedere all’acquisto agevolato di quello nuovo non deve essere necessariamente stato immatricolato da almeno dieci anni né è necessario che sia posseduto dal almeno 12 mesi dall’impresa che chiede l’incentivo (nemmeno nei casi di locazione finanziaria);

·         gli incentivi per veicoli destinati all’esercizio di attività di impresa, arte o professione sono estesi anche a quelli dati in uso promiscuo ai parenti e non più esclusivamente per l’attività strumentale d’impresa;

·         i massimali di sconto fino al 20% del prezzo d’acquisto per veicoli acquisti nel 2014 diventano: fino a 5mila euro per i veicoli con emissioni di CO2 non superiori a 50 g/km, fino a 4mila euro se le emissioni complessive non superano i 95 g/km, fino a 2mila euro per emissioni fino a 120 g/km;

·         i massimali di sconto fino al 15% nel 2015: fino a 3.500 euro per veicoli con emissioni entro i 50 g/km, fino a 3mila euro per emissioni entro i 95 g/km, fino a 1.800 euro per emissioni non superiori a 120 g/km.

Nel 2014 il contributo del 20% del prezzo del veicolo continua a venire corrisposto dal venditore (fra quelli convenzionati) al momento dell’acquisto.

I contributi statali previsti dal Decreto Sviluppo 2012 (Dl 134) riguardano auto, veicoli commerciali leggeri, ciclomotori e motocicli a due e tre ruote, quadricicli. Per il triennio 2013-2015 sono stati stanziati 120 milioni di euro, nel 2014 ci sono risorse per oltre 60 milioni di euro, nel 50% dei casi destinati a imprese e Partite IVA.

 

A cura di Amedeo Cottino

 

 

Bando “Tranched cover” per le imprese pugliesi che promuovono investimenti immateriali: domande entro il 10 ottobre 2014.

Ammonta a 125 milioni di euro il plafond di risorse stanziato per il nuovo bando “Tranched cover”, l’iniziativa promossa dalla Regione Puglia per offrire alle imprese le garanzie necessarie a ottenere finanziamenti dalle banche. Finalità del nuovo avviso è quella di sostenere le micro e PMI che vogliono investire sull’innovazione e sullo sviluppo tecnologico e non su beni immobili e materiali, spesso penalizzate dagli istituti bancari più restii a concedere finanziamenti.

Tranched cover

«La Puglia – afferma l’assessore regionale allo Sviluppo economico Loredana Capone – è la seconda regione d’Italia, dopo il Veneto, ad avere adottato il “Tranched cover”. Vogliamo che tutte le imprese pugliesi interessate a investire in attività innovative possano accedere ai prestiti bancari. Lo vogliamo perché siamo convinti che questo sostegno sia indispensabile e perché è umiliante e frustrante rivolgersi a una banca, in Italia, e non ricevere il trattamento riservato, invece, alle imprese della Silicon Valley o di altri Paesi in cui innovazione e ricerca sono ormai considerate il motore dell’intera economica territoriale. Solo le aziende che innovano hanno la forza di combattere la crisi. Solo le aziende che innovano possono affrontare la sfida del futuro e dell’internazionalizzazione ed essere, quindi, competitive. È fondamentale, allora, non lasciarle sole».

Finanziamenti e Garanzie

Le risorse regionali sono erogate a favore delle banche per limitare il rischio di credito, agevolando così la concessione di prestiti alle imprese anche grazie al il rilascio di una garanzia sul portafoglio. Se da un lato le aziende avranno a disposizione maggiore credito, dall’altro lato le banche beneficeranno di un abbattimento dell’assorbimento patrimoniale e dell’efficentamento dei rischi assunti.

Bando e modulistica

Le domande per accedere al bando devono essere inviate entro il 10 ottobre 2014 scaricando la modulistica pubblicata sulportale di SistemaPuglia.

Contributo di Michele Cristella

 

 

Un vuoto da riempire.
Nel millennio scorso, 1998, scendeva da Alba un imprenditore tessile, Franco Miroglio, per aprire due stabilimenti, uno a ridosso della gravina, un altro in una fertile piana agricola. Il territorio che va da Castellaneta a Ginosa luceva di speranze e progetti di futuro. E nei capannoni, con tecnologia di ultima generazione, il lavoro ferveva come non mai. Ma, passati i cinque anni imposti dalla legge che aveva incentivato quegli insediamenti, l’imprenditore che era sceso dalle sue valli se ne risalì, non in disordine e senza speranza, come l’esercito austriaco di Diaz, ma carico di profitti.
Dal 2004 ad oggi quei capannoni sono stati un monumento della insipiente miopia della politica e dei sindacati e del calpestio di una legge economica, quella di Myrdall, secondo la quale lo sviluppo di un territorio avviene soltanto con l’innovazione e il potenziamento delle sue vocazioni economiche.
Da allora ad oggi andirivieni Sud-Nord degli operai, anzi dei cassintegrati, tavoli nei ministeri, business plan per ottenere gli ok a creare lavori nei capannoni: tutto lavoro infruttuoso.
Ieri a Castellaneta un piccolo summit fra l’assessore Giuseppe Angelillo, il Tavolo Verde con Franco Parisi, e l’ex parlamentare Pds Paolo Rubino in veste di consigliere di Agromed.
Nel capannone Miroglio, un ettaro e mezzo coperto di acciaio e ferro e plastica, la desolazione: buio, polvere, ruggine, rame trafugato, porte forzate. Angelillo espone la situazione al momento: ho partecipato, sempre a mie spese, ai vari summit romani, da ultimo tutti i seduti al tavolo, ministero, Regione e sindacati, volevano regalare il capannone, ora proprietà del Comune, a chi vi avesse portato un po’ di lavoro, ma egli ha detto no. Il Comune, ha sottolineato Angelillo, può dare il capannone solo in comodato d’uso, facendo così risparmiare all’azienda subentrante le tasse di proprietà. Al momento, ha concluso Angelillo, ci sono proposte che, però, bisogna valutare nei dettagli.
Il motivo della visita di Agromed e Tavolo Verde con Rubino e Parisi? Dice Rubino: Agromed ha dieci milioni da spendere che però sono in banca. Alcuni vogliono spenderli in altre colate di cemento, ma io vado guardandomi intorno per vedere se e come sia possibile utilizzare gli spazi coperti inutilizzati.
Ma con che cosa e come utilizzare questo immenso capannone, che richiede migliaia di euro per essere rimesso a norma, bonificato e adeguato al nuovo lavoro?
La nostra agricoltura, dice Rubino, ha un disperato bisogno di passaggi di trasformazione e commercializzazione per risorgere. E vado cercando sedi e possibilità per realizzare queste idee.
Questo interessamento contiene un particolare molto importante per le esangui finanze regionali. La Regione ha stanziato 10 milioni per chi presenti un piano realizzabile di rianimare quei capannoni. Dieci milioni da togliere ad altre iniziative. Invece Agromed ha dieci milioni inutilizzati e da spendere in maniera produttiva, invece d’essere buttati in colate di cemento destinate a rimanere superflue, dopo aver devastato il territorio.
Angelillo e Rubino, concordi che quel vuoto è da riempire con scelte efficaci, si son salutati dandosi un arrivederci.

foto di Michele Cristella.
foto di Michele Cristella.
 

Il quartiere Paolo VI si arricchisce della nuova chiesa di San Massimiliano Kolbe, istituita circa trenta anni fa e affidata ai padri dell’Ordine dei Francescani Minori Conventuali.

Domenica 5 ottobre, alle ore 18.00, l’Arcivescovo Mons. Filippo Santoro, alla presenza delle autorità civili e militari e del popolo dei fedeli, presiederà la solenne concelebrazione di Dedicazione della Chiesa e dell’Altare.

La Chiesa, ubicata ai confini dei confini della città di Taranto, in una realtà urbana e sociale notevolmente complessa, è presenza fortemente radicata nel territorio, segno di speranza e forza di rinnovamento.  

La Parrocchia viene istituita e dedicata a San Massimiliano Kolbe dalla lungimiranza episcopale di Mons. Guglielmo Motolese il 10 ottobre 1982, nello stesso giorno in cui il Papa Giovanni Paolo II, oggi Santo, elevava il francescano polacco agli onori degli altari e nella stessa area destinata nell’ultimo conflitto mondiale a campo di concentramento proprio dei prigionieri polacchi. 

La nuova Chiesa è stata l’ultima opera proposta dallo scomparso arch. Claudio Adamo, attuata con la direzione artistica della moglie, arch. Lucia D’Ammacco.

La realizzazione della Chiesa è stata fortemente voluta da Mons. Benigno Luigi Papa e da Mons. Filippo Santoro, che si sono succeduti sulla Cattedra di San Cataldo, dai Frati Francescani Minori Conventuali della Provincia Pugliese, soprattutto grazie all’efficace coordinamento dell’infaticabile Mons. Emanuele Tagliente, vicario episcopale per gli Affari Economici e incaricato diocesano per l’Edilizia di culto, sia alla persistente volontà di p. Salvatore Santomasi OFM Conv., parroco dal settembre 2005.

I lavori, iniziati con la posa della prima ppietra da parte di Mons. Benigno Luigi Papa il 3 ottobre 2011, sono stati eseguiti dall’Impresa ISEL S.r.l. di Talsano, con la direzione dell’ing. Gianfranco Tonti.

La costruzione della nuova Chiesa è stata possibile in virtù dei contributi dell’8‰ destinati alla Chiesa cattolica e, in particolare, all’edilizia di culto e in virtù della carità dei fedeli della devota comunità parrocchiale.

La Chiesa disporrà di una sala assembleare in grado di ospitare oltre 300 persone, con un Altare ben visibile da ogni punto della sala, come lo stesso Fonte battesimale, collocato alla sinistra del Presbiterio.

Il parroco, p. Salvatore Santomasi ofm conv., i cooperatori francescani p. Giovanni Iuliani e p. Giuseppe Rolli, il consiglio postorale parrocchiale e tutta la comunità concorrono, con grande gioia, alla preparazione della dedicazione della nuova Chiesa e dell’Altare con un itinerario di Fede che vede, nell’accoglienza e adorazione delle reliquie di San Massimiliano Kolbe e di Sant’Antonio di Padova, nella festività di San Francesco d’Assisi e in alcuni incontri da tenere nell’attuale salone parrocchiale, secondo il seguente calendario, i momenti pienamenti significativi:

Mercoledi 1 ottobre - Ore 19,00

La nuova chiesa di San Massimiliano Kolbe a Paolo VI: dall’idea progettuale alla realizzazione

- Arch. Claudio Adamo e Arch. Lucia D’Ammacco, progettisti;

- P. Michele Pellegrini, Ministro Provinciale OFM Conv.;

- Mons. Emanuele Tagliente, Vicario Episcopale e Incaricato diocesano per l’edilizia di culto;

- Ing. Gianfranco Tonti, Direttore dei Lavori.

Giovedi 2 ottobre - ore 19.30

La Chiesa secondo l’esortazione apostolica Evangelii Gaudium di Papa Francesco

- Mons. Benigno L. Papa, Arcivescovo Emerito Di Taranto;

- P. Salvatore Santomasi ofm con.

Venerdi 3 ottobre- ore 19.00

Gli arredi sacri e il rito di dedicazione della chiesa

-  Mons. Alessandro Greco, Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Taranto;

- Mons. Marco Gerardo, Direttore dell’Ufficio Liturgico Diocesano;

-  Suor M. Agar Loche pddm, Direttore Artistico ‘Domus Dei’ - Roma.

Commemorazione del Transito di San Francesco

Sabato 4 ottobre- Solennità di San Francesco D’Assisi - Ore 18,30

Santa Messa e Accensione della Lampada della Pace

Adorazione Eucaristica e Venerazione delle Reliquie di San Massimiliano Kolbe e di Sant’Antonio di Padova

- Presiede Don Filippo Urso, Vicario Episcopale per la Vita Consacrata.

Frozen - Un atto d’amore può sciogliere un cuore di ghiaccio

- Musical dei ragazzi del Vides

 

 

Il Lions Club Taranto “Poseidon”, di cui è Presidente per il corrente anno,  Flora Lombardo Altamura, nell’ambito delle attività di servizio programmate, ha deciso di rivolgere la sua attenzione anche ai giovani della Città Vecchia e di ripristinare gli impianti sportivi della  Chiesa di San Giuseppe (Campi di Calcetto e di basket) attualmente inagibili.

L’impegno economico per tale opera (60.000 euro circa) è notevole, ma il risultato che se ne potrà ricavare sarà senz’altro importante.

“Abbiamo deciso – afferma la Presidente Flora Lombardo Altamura – di realizzare una serie di iniziative finalizzate alla realizzazione dell’obiettivo. E’ stata già realizzata una  manifestazione di moda e spettacolo,  svoltasi nell’arena della Villa Peripato con una presenza di 600 spettatori. Domenica 28 settembre il Lions Poseidon  organizza un concerto con “Francesco Greco Ensemble” – ore 20.30 - che si terrà sui campi sportivi da ripristinare, con l’obiettivo di coinvolgere quanti più amici e conoscenti possibili.

Con il ripristino degli impianti,  i giovani della Città Vecchia avranno un luogo dove incontrarsi ed aggregarsi, sottraendosi alle insidie della vita di ogni giorno. Ne deriverà di conseguenza la loro crescita individuale e sociale.Tale crescita, peraltro, senza dubbio positiva, richiede sforzi notevoli da parte di chi sta loro vicino, sforzi che verranno ripagati col vedere i giovani impegnati ad emergere, mettendo in campo ideali, valori veri e sano spirito di sacrificio, elementi indispensabili per affrontare le competizioni della vita.

E questo è tanto più doveroso e gratificante in un’epoca come l’attuale in cui il tempo libero degli stessi soffre sempre di più l’influenza negativa di attività assai meno formative, quando non addirittura alienanti.

Il Comune è  vicino all’iniziativa, attraverso la fornitura di  patrocinio e attrezzature".

Nei giorni scorsi l'Associazione Belle Città aveva rivolto un appello all'arcivescovo mons.Santoro. 

domani, venerdì 26 settembre, a Tarantoultima giornata del #ceraunabuonavolta tour, il roadshow di sei tappe che il biscottificio Di Leo Pietro Spa - nato ad Altamura (BA) nel 1860, con sede a Matera – organizza coinvolgendo i cittadini di sei capoluoghi di Puglia e Basilicata nella realizzazione di un cortometraggio sui sapori della memoria.

 

Appuntamento in piazza Maria Immacolata, dalle 9,30 alle 21, dove sosterà il furgoncino d’epoca Di Leo (copia del primo furgone aziendale degli anni ’30), presso cui tutti i cittadini potranno assaggiare diversi tipi di biscotti e offrire la propria testimonianza video sui sapori autentici e semplici radicati nei loro ricordi; diventeranno così protagonisti del cine-documentario #ceraunabuonavolta che verrà diffuso in rete, sia tramite il sito dedicato ceraunabuonavolta.it sia attraverso i principali social network (Facebook e Twitter).

 

Al termine della giornata di domani, sempre in piazza Maria Immacolata, cinema all'aperto con la proiezione gratuita del film di animazione Ratatouille (ore 21).

 

Info sul sito www.dileo.it/ceraunabuonavolta

 

Il contemporaneo è qui, l’attualità pure. Sta sulla notizia la terza giornata di stArt up teatro. Gli spettacoli di venerdì 26 settembre: alle ore 18.30, a Palazzo Pantaleo, in prima nazionale, Ippolito Chiarello in Psycho killer - Quanto mi dai se ti uccido? di Ippolito Chiarello e Walter Spennato, regia Michelangelo Campanale, coproduzione Nasca Teatri di Terra - La luna nel letto/Associazione Tra il dire e il fare; alle ore 20, all'auditorium del TaTÀ, in prima nazionale, Crest - Teatri Abitati in Capatosta di Gaetano Colella, regia Enrico Messina; alle ore 23, allo spazio off del TATÀ, in prima regionale, Leonardo Capuano in Sa vida mia perdia po nudda, liberamente tratto da "Delitto e castigo" di Fëdor Dostoevskij, coproduzione 369 Gradi - Armunia 

Ancora nubi sulla sanità pugliese. Questa volta a nlanciare l'allarme e la segreteria regionale della Cgil Funzione pubblica che, in una nota, annuncia la sospensione della sperimentazione per abbattere le liste d'attesa.

"Davvero una brutta notizia- si legge nella nota- per la sanità pugliese l’interruzione della sperimentazione dell’abbattimento delle liste di attesa. Hanno vinto le lobby che vogliono continuare a gestire la sanità pugliese con i vecchi metodi. Dopo i segnali incoraggianti dei primi mesi che hanno evidenziato risultati significativi sulla riduzione dei tempi di attesa, nella fase finale della sperimentazione tutto si è fermato. I Direttori Generali delle ASL hanno mollato, sia per l’incertezza politica che regna in Regione, sia per il fatto che per la maggior parte di loro il destino è segnato.

L’area di disincanto e di rassegnazione che si respira in sanità è palpabile. Non c’è governo nelle politiche territoriali.

Chi gestisce le unità operative e che crea, spesso ad arte, l’allungamento delle liste per favorire l’intramoenia, l’extramoenia e le strutture private- prosegue la nota- hanno ripreso il timone di comando, cancellando tutte le regole che imponevano tempi e procedure sia sulle prestazioni ordinarie che sulle prestazioni aggiuntive, attenzionate anche dalla ispezione del MEF sulla ASL BA per gli anni precedenti.

Non ci stiamo a subire veti e tempi di chi vuole tenere la sanità sotto interessi poco limpidi.

E’ necessario riprendere il filo del discorso interrotto. Richiamare i vecchi e “nuovi Direttori Generali” che verranno e l’insieme del management alle loro responsabilità per intervenire nei sistemi organizzativi aziendali e sulle criticità che spesso, volutamente bloccano il regolare svolgimento delle prestazioni.

Non si può chiedere continui sacrifici ai pugliesi- sottolinea la Cgil regionale-dopo aver sopportato il peso del piano di rientro hanno necessità di vivere una fase di normalità e non di continue peripezie."

 

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