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Giornale di Taranto - Giornalista1

 

 

La Commissione europea accoglie le denunce presentate da decine di lavoratori iscritti alla FP CGIL Taranto, e apre una nuova procedura di infrazione NIF 2014/4231 contro lo Stato italiano per utilizzo abusivo dei contratti a termine e mancato riconoscimento di alcuni istituti contrattuali.

 

Alcuni lavoratori hanno denunciato alla Commissione europeacome la ASL Taranto, sulla scorta delle disposizioni impartite dall’ARAN, neghi loro il riconoscimento di alcuni istituti contrattuali, quali i permessi studio, per lutto, per l’aggiornamento professionale ecc, ponendosi in uno stato di flagrante violazione della direttiva europea 70/1999/ce.

I nostri iscritti, inoltre, hanno denunciato alla Commissione come la ASL Taranto abbia loro reiterato i contratti a termine, configurando un chiaro abuso, che si pone in contrasto con la giurisprudenza comunitaria. Si è segnalato anche come il Tribunale di Taranto, nonostante l’ordinanza “Papalia” e la sentenza “Mascolo” della Corte di giustizia, continui a negare sia il diritto alla conversione del contratto, che il risarcimento del danno, ai precari che ritenendo di essere stati abusati dalla Pa, hanno fatto ricorso alla Magistratura del lavoro.

Sulla scorta delle informazioni fornite dai nostri iscritti la Commissione europea ha aperto una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia, riservandosi nel breve tempo ulteriori decisioni sulle misure da adottare, tra cui il deferimento alla Corte di giustizia per inadempimento rispetto alla direttiva 70/1999/ce, tutto questo in attesa che le Sezioni Uniti della Corte di Cassazione, presumibilmente entro fine anno, individuino la sanzione adeguata per la Pa, che ha utilizzato illegittimamente lo strumento dei contratti a termine.

Dal 16 novembre al 5 maggio 2016al TaTÀ di Taranto

 

aperte le prenotazioni per le rassegne “La Scena dei Ragazzi” e"Scena futura”

 

Le matinée scolastiche. Definiti i tradizionali cartelloni teatrali destinati agli studenti tarantini, ovvero “La scena dei ragazzi”, rassegna destinata alle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di I grado promossa da Comune di Taranto e Teatro Pubblico Pugliese, in collaborazione con Crest, e "Scena futura”, rassegna riservata agli Istituti Superiori di Taranto e provincia, un progetto del Crest in convenzione con la Regione Puglia. Dal 16 novembre al 5 maggio, saranno ben ventidue gli spettacoli (e quarantacinque le repliche) in programmazione al TaTÀ di Taranto, in via Deledda ai Tamburi, con sipario alle ore 10.30. Informazioni e prenotazioni (aperte): tel. 099.4725780 (interno 3: ufficio scuola Crest, responsabile Cinzia Sartini) .

Quindici titoli, trentacinque repliche per “La Scena dei Ragazzi”.Il programma annovera le compagnie Tam Teatromusica (Padova) con lo spettacolo “Anima Blu” (16 e 17 novembre), Crest (Taranto) con “Ragazzi di via Pal” (30 novembre, 1 e 2 dicembre, 6, 7 e 8 aprile), Eccentrici Dadarò (Caronno Pertusella - VA) con “Peter Pan” (1 e 2 febbraio), Teatro dei colori (Avezzano - AQ) con “Storie di Kiriku e gli animali selvaggi” (8 e 9 febbraio), Crest (Taranto) con “La bottega dei giocattoli” (17, 18 e 19 febbraio), Teatro Popolare d’Arte (Lastra a Signa - FI) con “Marcovaldo” (22 e 23 febbraio), Quelli di Grock (Milano) con “Fuori misura” (25 e 26 febbraio), La Contrada (Trieste) con “Cenerentola e l’albero magico” (29 febbraio e 1 marzo), Teatro Biondo Stabile di Palermo con “Fa’afafine” (3 marzo), Drammatico Vegetale (Ravenna) con “Uno, due, tre” (7 e 8 marzo), Fratelli di Taglia (Riccione - RI) con ”Alice” (4 e 5 aprile), Teatri di Bari con “Il gatto e gli stivali” (12 e 13 aprile), Crest (Taranto) con “Sposa sirena” (19, 20 e 21 aprile), Bottega degli Apocrifi (Manfredonia - FG) con “Schiaccianoci Swing” (27 aprile), Crest (Taranto) con “La storia di Hansel e Gretel” (3, 4 e 5 maggio). 

Sette titoli, dieci repliche per "Scena futura”. Il calendario prevede le compagnie Crest (Taranto) con lo spettacolo “Capatosta” (16 e 17 dicembre), Koreja (Lecce) con “Il Matrimonio” (4 e 5 febbraio), Teatro dei Borgia (Corato - BA) con “Ci siamo innamorati” (11 febbraio), Quelli di Grock (Milano) con “Fuori misura” (24 febbraio), Tra il dire e il fare/La luna nel letto (Ruvodi Puglia - BA) con “Cinema Paradiso” (27 febbraio), Catalyst(Firenze) con “La Grande Storia del Teatro” (17 e 18 marzo), SciaraProgetti (Firenzuola D’Arda - PC) con “Padroni delle nostre vite” (9 aprile).

 

 
 

Dopo che l'Asl di Taranto ha interrotto il servizio di assistenza nel Comune di Statte, le mamme dei bambini diversamente abili da giugno vivono una situazione di estremo disagio. Ad oggi circa 30 famiglie sono costrette a recarsi presso l’Ospedale Moscati o in altri presidi,  per  avere l'assistenza ai propri figli con disagi che si ripercuotono sull'intero nucleo familiare. Alcune mamme si sono rivolte al servizio privato a pagamento ma non tutte possono permetterselo.
Gli attivisti assieme ai genitori hanno incontrato il consigliere regionale del M5S Marco Galante, al  quale hanno consegnato una relazione contenente la cronistoria della vicenda firmata da tutti i genitori. Il consigliere pentastellato dichiara: “ho inoltrato l'istanza scritta dei genitori ai dirigenti dell'Asl di Taranto. Questo è un disservizio che dimostra come la territorialità tanto auspicata in campagna elettorale diventa, allo stato attuale, un mero taglio di spesa”.
Nella relazione è emerso che si tratta di: “una situazione molto critica, dopo che l'ultima educatrice è andata in pensione a giugno e le mamme senza alcun preavviso si sono ritrovate sole, senza sostegno, a prendere atto dell'interruzione del servizio. Nel presidio di Statte, le assistenti erano due, ma già da due anni si era creato il disservizio con il trasferimento della prima logopedista. Secondo il racconto delle mamme i dirigenti dell'Asl non hanno mai mostrato particolare interesse circa le problematiche esistenti, tanto da non intervenire in alcun modo per superarle. Sia l'ex dirigente dell’Asl, Modeo, ormai in pensione, che l'attuale  dott. Pignatelli hanno risposto che quel Presidio non poteva continuare a lavorare per soli 10 bambini assistiti e che sarebbe stato accorpato a quello di un altro Comune. E’ importante sottolineare che questa condizione sta privando i piccoli pazienti del diritto all’assistenza sanitaria per la loro patologia e minando la serenità di tante famiglie già gravate da una condizione, che senza il sostegno adeguato può divenire insostenibile”.
  
  


 

 
 

Leggiamo una nota dei consiglieri regionali Renato Perrini (Oltre con Fitto), Marco Galante (M5S), Luigi Morgante (Mov. Schittulli), Francesca Franzoso (Forza Italia) che, preoccupati della difficile situazione in cui versa il territorio tarantino, hanno sollecitato la Regione ad interventi urgenti.

"In attesa che il Contratto Istituzionale di Sviluppo, previsto dalla legge nr. 20 del 2015, definisca gli interventi che il Governo Renzi ha finora solo annunciato per Taranto, ammesso che tale strumento produca poi effetti concreti,  - hanno scritto i Consiglieri - diventa urgente e improcrastinabile un intervento da parte del governo regionale per far fronte alle tante emergenze che affliggono il territorio ionico. La crisi della grande industria, che trascina con sé l'indotto e tutte le attività collegate, si aggrava ogni giorno di più, registrando una progressiva perdita di  importanti commesse, crisi di liquidità, aumento del ricorso agli ammortizzatori sociali. A ciò si aggiungano le difficoltà di altri comparti produttivi come quello della mitilicoltura, del commercio, per non parlare del porto, al momento privato anche dal transhipment. E' indispensabile a questo punto che si produca un momento di confronto con l'assessore Loredana Capone, ancor più oggi che assume le deleghe per la cultura e il turismo. Molti sono i temi aperti, che lo stesso presidente Emiliano, nella prima riunione di giunta tenutasi a Taranto, ha registrato, garantendo un impegno in tempi brevi. Chiediamo quindi espressamente un incontro a Taranto finalizzato ad una sollecita verifica dello stato dell'arte e delle iniziative che si intendono promuovere a sostegno del nostro territorio". /comunicato





 


 

 

Immagine associata al documento: E' convocato per martedì 27 ottobre presso il Ministero per lo Sviluppo Economico l'incontro richiesto dal presidente Emiliano per la vertenza dei lavoratori della Marcegaglia Buildtech di Taranto, impegnati in queste ore in una dura mobilitazione. Il presidente già lo scorso 2 ottobre aveva infatti inviato una nota ai Ministeri per lo Sviluppo economico e del Lavoro, esprimendo preoccupazione per la situazionale occupazionale e delle difficoltà connesse al rilancio del sito produttivo, e chiedendo un incontro.
In previsione dell'appuntamento romano, il prossimo 22 ottobre alle ore 14.00 si terrà presso la presidenza della Regione un incontro di preparazione convocato dagli assessori Capone (Attività Produttive) e Leo (Lavoro) supportati dalla Task force per l'occupazione.         

 

                                                                        Scuola Secondaria di I grado  “C. COLOMBO”

                                                                                                               Via Medaglie d’oro, 117 – 74121 Taranto – ITALY

 

 

 

 

 

 

Sarà presentato domani, gionedì 15 ottobre a partire dalle 18,  nell'auditorium "E.Costa" dell'Istituto scolastico  l'interessante manuale sulle spezie edito nel passato anno scolastico dai ragazzi della 2^B (oggi ovviamente terza classe) della scuola secondaria di 1° grado “C. Colombo” di Taranto,. Si tratta di un lavoro articolato che va oltre la semplice ricerca didattica e si impone come guida nel variegato e anche profumato mondo delle spezie presenti in tutti i continenti: un lavoro di équipe, coordinato dalle docenti di classe Boccadamo, Lo Barco e Cortese, da offrire a chi prova interesse per la materia e vuol saperne di più per l’innata voglia di conoscere.

Il manualetto s compone di 140 pagine ricche di immagini, approfondimenti, schede che approfondiscono il variegatomondo delle spezie dalla A di aglio alla Z di Zenzero, secondo un percorso conoscitivo che va dall’aspetto ed habitat delle piante alla storia e agli usi fitoterapici, dalle avvertenze sull’utilizzo  oggi sempre più diffuso in cucina e in farmacia alle curiosità e ai piatti tipici.

Davvero un lungo viaggio attraverso lungo l’antica via delle spezie, nato da un dialogo sull’Expo milanese e da alcune tematiche affrontate in classe nella quotidianità scolastica, come sottolinea nelle conclusioni la prof.ssa Boccadamo. Un lavoro fatto di collaborazione e di sinergia costruttiva, che potrebbe essere integrato in un futuro prossimo, una sorta di canovaccio su cui innestare nuovi interventi didattici, come sottolinea in premessa la prof.ssa Lo Barco.

Un esempio, afferma a sua volta il preside Romandini sorpreso dalla scelta dell’argomento, che vede al massimo la soddisfazione della scuola per le belle prove e realizzazioni dei suoi ragazzi disponibili, col fondamentale aiuto dei docenti, a compiere ricerche originali.

Richiesta in vista dell’assegnazione dell’industria di liquori.

Trenta: “Necessario anche implementare attività produttive e unità occupazionali”

 

Garantire continuità al lavoro nell’industria di “liquori Borsci” anche dopo il 22 ottobre, quando scadrà il contratto di fitto d’azienda. E ribadire che chiunque rileverà la fabbrica tarantina dopo questa data dovrà restare sul territorio.

Queste le richieste con le quali nei giorni scorsi la Uila Uil di Taranto si è presentata al tavolo del responsabile del servizio Controversie collettive della Provincia di Taranto, Michele Coviello, insieme alle altre organizzazioni sindacali di categoria.

Al confronto, richiesto dai sindacati, oltre alla curatela fallimentare della “Borsci” e all’attuale impresa che la gestisce, anche il consigliere delegato al Mercato del lavoro per la Provincia di Taranto, Vito Miccolis.

Tra le soluzioni individuate, la possibilità di una proroga di sei mesi per evitare l’interruzione delle attività produttive dello stabilimento in attesa che siano valutate le proposte pervenute.

“Di candidature - spiega Antonio Trenta, segretario generale della Uila Uil di Taranto - ne sono giunte tre. La curatela ci ha infatti informato che in Tribunale hanno avanzato la proposta di poter rilevare tutto il compendio aziendale tre importanti gruppi. Uno è di certo “Caffo”, produttore del noto “Amaro del Vecchio Capo”, che sta attualmente gestendo la “Borsci”. L’altro potrebbe essere il gruppo che fornisce l’“Amaro Lucano”. Del terzo candidato non sappiamo il nome, ma abbiamo la certezza che abbia presentato formale istanza”.

Adesso si apre dunque la fase di verifica dell’azienda i cui requisiti rispondono maggiormente alle esigenze della “Borsci” e delle sue attività produttive.

E’ per questo che entro la prossima settimana dovrebbe essere confermata la proroga: “Sarà quasi certamente l’ultimo rinvio perché, dopo, lo stabilimento dovrà essere assegnato definitivamente”.

Ed è in vista di questo momento che la Uila si sta attivando. “Chiunque rileva la “Borsci” - sottolinea Antonio Trenta - deve restare a Taranto ed adoperarsi per incrementare le attività dello stabilimento e le sue unità occupazionali, attualmente ferme a dieci”.

Una rassicurazione che il gruppo “Caffo” ha già reso. Ma il pressing del sindacato è soprattutto rivolto alle istituzioni.

“Facciamo appello alla Provincia - conclude il segretario della Uila - ed in particolare al consigliere Miccolis, perché vincolino l’assegnazione definitiva della Borsci ad una cordata disposta a proseguire le attività sul territorio. Questa al momento è la nostra principale preoccupazione”.

 

 

 

 

 

<<Gli atti dell’Agenzia delle Entrate devono essere sottoscritti dal direttore che legittimamente la rappresenta (art. 66, 67 e 68 del d.l.300/1999), le cui attribuzioni dirigenziali possono essere derogate solamente espressamente ed in forza di legge (art. 4, c. 3, del d. lgs. 165/2001). Il Regolamento di amministrazione dell’Agenzia delle Entrate stabilisce che l’Agenzia si conformi ai principi della l. 241/1990 e che gli avvisi di accertamento siano sottoscritti direttamente dal direttore provinciale – nell’esercizio delle proprie prerogative dirigenziali – o per sua delega, da altri dirigenti in sottordine o da semplici funzionari, a seconda della rilevanza e complessità degli atti. Alla illegittimità costituzionale dell’art. 8, c. 24, d. l. 16/2012, dell’art. 1, c. 14, d.l. 150/2013 e dell’art. 1, c. 8, d. l. 192/2014, dichiarata con la sentenza n. 37/2015 dalla Corte Costituzionale, consegue la decadenza di tutti gli incarichi dirigenziali illegittimamente conferiti in forza di tali decreti. Poiché l’art. 42, c. 1 e 3, d.p.r. 600/1973 e l’art. 56, c. 1, d.p.r. 633/1972 stabiliscono, a pena di nullità, che tutti gli atti impositivi devono essere sottoscritti da un dirigente, tali atti sono nulli, ai sensi e per gli effetti di cui agli artt. 21 septies e 21 octies della l. 241/1990, in quanto afflitti da violazione di legge e da incompetenza ove siano stati sottoscritti da un dirigente illegittimo>>.

E’ quanto ha affermato la Commissione tributaria regionale della Lombardia, con la sentenza n. 3699 del 31 agosto 2015, sezione prima, che in sostanza ha ritenuto che gli atti firmati dai dirigenti incaricati sono talmente nulli che la nullità può essere eccepita anche verbalmente in udienza. Peraltro, l’Agenzia delle Entrate non avrebbe nemmeno permesso al contribuente di accedere alla lista completa di tutti gli incarichi dirigenziali coinvolti nella dichiarazione di illegittimità costituzionale con nomi e retribuzioni.

Sul punto, si è detto e scritto parecchio negli scorsi giorni laddove sul fronte del contenzioso fiscale, già ora, a pochi mesi di distanza dalla decisione della Corte Costituzionale 37/2015, tale pronuncia va ad allinearsi con un’ondata di pronunce di merito che accolgono l’eccezione sul difetto di sottoscrizione del (o delega dal) capo dell’ufficio. (si veda anche Ctr della Lombardia sentenza n. 2184/13/15 depositata il 19 maggio).

Si tratta di una decisione che ha destato parecchio scalpore, considerato che è andata ad incidere nettamente su numerosissime posizioni dirigenziali dell’Agenzia delle entrate, nonché dell’Agenzia del territorio e di quella delle dogane, che negli anni erano state ricoperte in assoluto spregio dei principi costituzionali e legislativi, che regolamentano l’organizzazione e il buon funzionamento delle pubbliche Amministrazioni.

Con una pronuncia shock, la Consulta ha dunque timbrato come illegittimi un migliaio di manager pubblici, di cui 767 nella sola Agenzia delle Entrate: ragione, lo scatto di carriera ingiustificato, che era avvenuto, per costoro, senza un’adeguata partecipazione a una trasparente procedura di selezione interna come da normativa sui contratti pubblici.

Una sentenza che ha scatenato il panico negli uffici delle Agenzie fiscali, poiché in breve si è diffusa l’equazione che potrebbe mandare in fumo migliaia di atti e procedure di accertamento o verifica fiscale.

Se i dirigenti occupavano posizioni indebite, si è detto, allora anche gli atti da loro firmati o autorizzati,ivi compresi gli avvisi che hanno poi provocato l’apertura di cartelle da parte di Equitalia, saranno illegittimi.

Una conclusione a cui l’Agenzia delle Entrate ha subito cercato di porre un argine, sottolineando la validità dei documenti emanati dall’ente.

Ciò detto, è utile ricordare che in base all' art. 42 Dpr 600/73:

- "gli accertamenti sono portati a conoscenza dei contribuenti mediante la notificazione di avvisi sottoscritti dal capo dell'Ufficio o da altro impiegato della carriera direttiva da lui delegato" (primo comma);

- "l'accertamento è nullo se l'avviso non reca la sottoscrizione..." (terzo ed ultimo comma).

Di conseguenza, se l'avviso di accertamento è firmato da un non-dirigente, l'atto discrezionale e non vincolato è viziato da nullità assoluta, ai sensi dell'art.21 septies della Legge n.241 del 07 agosto 1990, che testualmente dispone: "E' nullo il provvedimento amministrativo che manca degli elementi essenziali, che è viziato da difetto assoluto di attribuzione, che è stato adottato in violazione o elusione del giudicato, nonché negli altri casi espressamente previsti dalla legge", come, appunto, prevede il citato art.42, terzo comma.

Giova ricordare che la Legge n. 241 del 07 agosto 1990 determina i casi di efficacia ed invalidità dei provvedimenti amministrativi:

1)Nullità assoluta del provvedimento (art. 21 septies ) “E’ nullo il provvedimento amministrativo che manca degli elementi essenziali, che è viziato da difetto assoluto di attribuzione, che è stato adottato in violazione o elusione del giudicato, nonché negli altri casi espressamente previsti dalla legge”.

In particolare, si tratta diuna nullità assoluta (c.d. inesistenza giuridica), che può essere eccepita in ogni stato e grado del giudizio, anche d’ufficio, come più volte stabilito dalla giurisprudenza (Cass., sent. n. 12104 del 2003, che se pur riguardi altra materia, va tenuta in conto per il concetto ben esposto (pagg. 13 e  14), relativo alla rilevabilità d’ufficio, in ogni stato e grado del giudizio, della c.d. inesistenza giuridica o nullità radicale di un provvedimento, come appunto nella fattispecie dei dirigenti illegittimi).

A questo punto, gli avvisi di accertamento firmati (anche su delega) da un dirigente che tale non è, per tutto quanto sopra esposto, rientrerebbero, in una delle suddette ipotesi di nullità assoluta:

  • perchè l’atto è viziato da un difetto assoluto di attribuzione, in quanto sottoscritto da un non-dirigente;

  • perché gli avvisi non legittimamente sottoscritti rientrano in una ipotesi di nullità espressamente prevista dalla legge (artt. 42, commi 1 e 3, D.P.R. n. 600 del 29/09/1973, e successive modifiche ed integrazioni, e 56, comma 1, D.P.R. n. 633 del 26/10/1972, e successive modifiche ed integrazioni).

    Sul punto, giova ricordare che, prima del mutamento del quadro normativo, la Corte di Cassazione aveva affermato che la dichiarazione iva non sottoscritta, non essendo riferibile ad alcun dichiarante, priva com’è di un elemento essenziale per la produzione degli effetti che la legge le ricollega, doveva essere considerata inesistente sul piano giuridico e non sanabile(Cassazione, sentenze n. 2662 del 1992 e n. 7957 del 1995).

    2) Annullabilità del provvedimento (art. 21 octies, comma 1) “E’ annullabile il provvedimento amministrativo adottato in violazione di legge o viziato da eccesso di potere o da incompetenza”.

    In particolare, si tratta di una nullità relativa, che deve essere espressamente eccepita dalla parte.

    Anche in questo caso, gli avvisi di accertamento illegittimamente firmati devono essere annullati:

  • perché adottati in violazione di legge (artt. 42 e 56 citati);

  • perché viziati da incompetenza, che si verifica quando l’atto amministrativo eccede dalla sfera di attribuzioni riservata all’organo preposto ed è, quindi, un vizio attinente al soggetto, soprattutto per quanto riguarda il grado (c.d. incompetenza per grado). (si veda Cass. sentenza n. 18448 del 18 settembre 2015).

    3) Annullabilità del provvedimento (art. 21 octies, comma 2)Non è annullabile il provvedimento adottato in violazione di norme sul procedimento o sulla forma degli atti qualora, per la natura vincolata del provvedimento, sia palese che il suo contenuto dispositivo non avrebbe potuto essere diverso da quello in concreto adottato. Il provvedimento amministrativo non è comunque annullabile per mancata comunicazione dell'avvio del procedimento qualora l'amministrazione dimostri in giudizio che il contenuto del provvedimento non avrebbe potuto essere diverso da quello in concreto adottato”.

Anche in questo caso, gli avvisi di accertamento illegittimamente firmati devono essere annullati:

- l’avviso di accertamento tributario, pur rientrando a pieno titolo nel novero degli atti amministrativi, non potrà essere, tuttavia, qualificato come “atto vincolato” nell’accezione prettamente amministrativistica del termine e, di conseguenza, non potrà soggiacere al principio di “non annullabilità per vizi di forma e/o del procedimento”.

A tal proposito, la Cassazione, sentenza n. 3142 del 12.02.2014ha escluso nettamente l’equivalenza “atto impositivo tributario - atto vincolato”, ritenendo assolutamente errata e, dunque, non condivisibile, la tendenza indiscriminata a ritenere vincolati tutti quegli atti che non siano espressione di potere discrezionale. L’atto accertativo tributario, invero, pur rivestendo natura vincolata rispetto all’an - nel senso del generale dovere dell’Amministrazione finanziaria di esercitare le proprie prerogative ai fini del recupero del credito erariale in presenza di un valido presupposto impositivo - implica, comunque, l’esercizio della “discrezionalità tecnica”.

Ed infatti chiariscono i giudici che l'atto impositivo, se certamente non da luogo ad esercizio di discrezionalità amministrativa, tuttavia non può ritenersi vincolato nel "quid" (tale cioè che, se il potere viene esercitato, il contenuto dispositivo dell'atto è conoscibile ex ante, in quanto già interamente predeterminato ex lege), salvo non banalizzare tale categoria dogmatica (i cui esatti limiti sono controversi in dottrina) riducendo l'elemento di vincolatività dell'atto, quanto all'"an", al generale dovere dell'Amministrazione finanziaria di esercitare le proprie attribuzioni svolgendo i controlli, le verifiche, ispezioni accessi necessari all'accertamento dei tributi, e quanto al "quid", agli effetti giuridici degli avvisi di accertamento e rettifica, quali strumenti idonei a costituire il credito erariale in presenza del presupposto impositivo: la pretesa tributaria formalizzata nell'avviso di accertamento o di rettifica, in quanto atto a contenuto "variabile" in relazione al diverso fatto economico presupposto, non pare quindi rispondere alla fenomenologia dell'atto a contenuto vincolato che "è configurabile allorchè non soltanto la scelta dell'emanazione o meno dell'atto, ma anche il suo contenuto siano rigidamente predisposti da una norma o da altro provvedimento sovraordinato, sicchè all'Amministrazione non residui alcuna facoltà di scelta tra determinazioni diverse" (Corte cass. Sez. U, Sentenza n. 5445 del 5/4/2012).

 

 

 

Lecce, 7 ottobre2015Avv. Maurizio Villani

                                                                                                                 Avv. Iolanda Pansardi


 

Al Sindaco di Taranto Dott. Ippazio Stefano

 

Ill.mo sig.Sindaco,

Taranto sta vivendo, ormai da troppo tempo, un lungo periodo della propria storia recente di

particolare difficoltà e di profonda crisi non solo economica e sociale ma anche di identità. Enormi

sono i problemi che la città è chiamata ad affrontare, difficilissime le sfide con cui la città è

chiamata a confrontarsi.

In questo contesto, come professionisti, oltre che come cittadini, assistiamo però ad una sensibile

difficoltà da parte della Sua Amministrazione a fare fronte con la giusta e opportuna efficacia non

solo a tali importantissimi appuntamenti ma anche alla semplice gestione del quotidiano e tutto ciò

penalizza enormemente lo sforzo che tutti facciamo per contribuire alla costruzione di una città

attiva, operativa e soprattutto vivibile. Senza entrare nel merito di una lunga serie di criticità che

attengono alla tangibile perdita di qualità di vita nella nostra città e a servizi pubblici che non

riescono a soddisfare gli standard minimi e le aspettative dei cittadini, ci preme mettere in evidenza

come alcuni settori della Sua Amministrazione siano in particolare difficoltà da troppo tempo e

senza che ne si veda all'orizzonte una rapida ed efficace soluzione.

Troppe le questioni in campo non risolte e per le quali non intravediamo una forte azione

dell'Amministrazione: la Città vecchia attende risposte urgenti di ripristino della vivibilità

quotidiana che non possono attendere ciò che con il Contratto Istituzionale di Sviluppo il Comune

di Taranto ha richiesto al Governo nazionale. Il Borgo umbertino sta scivolando inesorabilmente

verso una crisi strutturale e di identità mai vista prima. La testimonianza maggiore di ciò è lo stato

di abbandono del Palazzo degli Uffici del quale non conosciamo il suo destino e per il quale, allo

stato attuale, abbiamo difficoltà ad immaginare un suo futuro. Sulla questione aree demaniali

dismesse, il dibattito è fermo ormai da un paio di anni e non ci sembra che il Comune stia

governando un processo di rigenerazione urbana così indispensabile per riqualificare aree

assolutamente strategiche come quelle che la Marina Militare ha ceduto da tempo alla città.

Sulla questione riguardante la riqualificazione delle enormi periferie urbane vorremmo sapere se

l'Amministrazione abbia definito o meno un programma di interventi che possa dare risposte in

termini di nuove risorse a disposizione per interventi strutturali, anche cogliendo le opportunità che

possono nascere dal Piano nazionale per la riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane

degradate, previsto dal Governo Nazionale a cui il Comune dovrà aderire in tempi strettissimi.

A tutto ciò si aggiungano gli impegni sul fronte ambientale e delle bonifiche per il quale il Comune

è chiamato ad avere un ruolo determinante a supporto dell'opera del Commissario Governativo.

Ma tutto ciò è possibile se la macchina politico-amministrativa è adeguatamente strutturata rispetto

ai compiti cui è chiamata. A tale proposito non possiamo non rilevare come importantissimi e

strategici settori dell'Amministrazione siano in una situazione di criticità tale da comprometterne

addirittura la semplice operatività quotidiana.

Oltre alla perdurata assenza, da ormai cinque mesi, di un Assessore delegato alla pianificazione

urbanistica e all'edilità, settore assolutamente determinante per lo sviluppo del territorio e che ci

vede sensibilmente coinvolti come professionisti

del settore oltre che come portatori di interessi collettivi, tutti i settori tecnici dell'Amministrazione

stanno soffrendo una fortissima contrazione delle proprie risorse umane. Lo stesso accade per la

mancanza di figure dirigenziali in numero sufficiente a poter coprire ogni ambito

dell'Amministrazione. Assistiamo, pertanto, a dirigenti già in servizio che, magari con

specializzazioni non tecniche, sono chiamati ad occuparsi, anche se per periodi limitati, di settori

specificatamente tecnici, accollandosi così responsabilità e impegni oltre modo e rischiando così di

rallentare l'intera macchina amministrativa comunale. Urge pertanto che si affronti con

determinazione la questione della pianta organica del Comune di Taranto, ferma da troppi anni e

decisamente sottodimensionata per il carico di impegni a cui la città è chiamata e si proceda con

celerità alla soluzione di tali problemi che come cittadini e professionisti viviamo tutti

quotidianamente sulle nostre spalle.

Una ultima questione riguarda gli aspetti legati alla pianificazione di questa città. Dopo aver

convissuto con uno strumento urbanistico generale per oltre quaranta anni, ormai vecchio e

inadeguato, siamo in attesa di conoscere quali saranno le linee di indirizzo delle politiche

urbanistiche della città, rilevabili dal Documento Programmatico Preliminare al nuovo PUG che

l'Amministrazione Comunale ha avviato circa due anni fa. A tale riguardo, ill.mo sig. Sindaco, ci

preme formalizzarLe una richiesta di chiarimenti circa il Parere che l'Autorità Nazionale

Anticorruzione, a firma del suo presidente Raffaele Cantone, ha formulato in data 24 giugno 2015 e

depositato lo scorso 14 luglio relativamente all'affidamento dell'incarico da parte

dell'Amministrazione comunale all'ing. Dino Borri per la redazione del Documento Programmatico

Preliminare al Piano Urbanistico Generale e per il quale l'ANAC mette in dubbio la legittimità per

questioni attinenti la presunta incompatibilità del professionista con il suo ruolo di docente

universitario a tempo pieno. Vorremmo sapere, ill.mo sig. Sindaco, se tale pronunciamento

dell'Autorità abbia fondamento e se ciò possa mettere totalmente in discussione quanto fatto finora.

Se quanto affermato dall'ANAC dovesse rivelarsi corrispondente al vero, la città di Taranto avrebbe

perso ulteriori due anni e dovrebbe riavviare un processo che, seppure da noi fortemente criticato

nel merito e nel metodo perché povero di occasioni reali di confronto con il territorio e privo finora

di risultati tangibili, ha comunque segnato l'inizio di una fase nuova per la costruzione di un nuovo

futuro della nostra città.

Ill.mo sig. Sindaco, l'Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Taranto, nell'auspicare che

possa fornire risposte ai tanti interrogativi e alle tante sollecitazioni che Le sono stati sollevati, Le

rinnova, come sempre è stato, la propria disponibilità a partecipare a tutte le fasi che riguarderanno

il futuro del nostro territorio, mettendo a disposizione le proprie competenze e la propria capacità di

visione. A tale riguardo L'Ordine si farà promotore, insieme ad altri soggetti del mondo

professionale, sociale ed economico della città di una serie di iniziative che tenderanno a

coinvolgere le migliori risorse del territorio in una azione congiunta tesa a formulare proposte di

sviluppo condivise per una città che non può più permettersi di perdere altre occasioni o sprecare

ulteriore tempo. In questo ambito auspicheremmo che l'Amministrazione comunale possa divenire

un interlocutore privilegiato ed un facilitatore di processi.

In attesa di un cortese riscontro, il Consiglio dell'Ordine degli Architetti PPC della Provincia di

Taranto La saluta cordialmente e Le augura buon lavoro.

 

 

 

 


Il Presidente di Confindustria Taranto, Vincenzo Cesareo, ha incontrato assieme al pool di legali che stanno seguendo la vicenda le aziende dell’indotto Ilva.  Dopo la lettera a Matteo Renzi, in cui Confindustria prospetta al Premier la complessa situazione, gli imprenditori hanno condiviso un piano di iniziative congiunte,

fra cui le istanze di accesso agli atti e di richiesta

di anticipazioni sui crediti pregressi. A breve l’incontro con le organizzazioni sindacali  

 

 

 

Della complessità della situazione che le riguarda direttamente e le vede penalizzate da oramai un anno e mezzo le aziende dell’indotto Ilva di Taranto, che hanno incontrato il Presidente Cesareo ed il pool di legali, hanno già ampia contezza.

 

La crisi di liquidità che investe la fabbrica – con tutte le conseguenze immaginabili – la perdita progressiva di quote di mercato, la brusca frenata della produzione: tutti segnali di segno negativo che sono stati riportati nella lettera che lo stesso presidente di Confindustria Taranto ha inviato, pochi giorni fa, al Premier Renzi, (lettera caldeggiata proprio dalle imprese fornitrici*) rappresentandogli la preoccupazione di una platea di aziende con 150 milioni di euro di crediti (pregressi all’amministrazione straordinaria), alle prese con una situazione di totale impasse.

 

L’assemblea, apertasi con la trattazione degli argomenti già analizzati proprio nella comunicazione inviata al Premier, (in cui Confindustria rivendica un’anticipazione dei crediti pregressi per salvaguardare l’intero indotto oramai in ginocchio) è servita a fare il punto anche su altri aspetti di carattere meramente legale illustrati dagli avvocati presenti, che seguono le varie realtà imprenditoriali di Taranto e provincia nella complessa vicenda Ilva.

 

Fra le iniziative da assumere, gli imprenditori presenti (un centinaio quelli partecipanti ai lavori) hanno pertanto deciso, sentiti i legali, di avanzare una prima istanza di accesso agli atti, che consentirà in sostanza di avere contezza della procedura in corso ed allo stesso tempo di verificare se e quante imprese (va ricordato che l’indotto pur concentrandosi a Taranto pesa per 250 milioni di euro complessivamente a livello nazionale) hanno già ottenuto anticipazioni sul pregresso maturato.

 

Una seconda istanza, invece, sarà avanzata per chiedere al giudice delegato un’anticipazione sui crediti pregressi, (così come previsto dalla procedura di amministrazione straordinaria) cui far riferimento nei casi analoghi a quelli in cui versa l’indotto Ilva.

 

Entrambe le iniziative si rendono necessarie alla luce delle moltepliciincombenze di natura fiscale ed amministrativo- contabile relative all’esercizio commerciale in corso e all’approvazione e deposito dei relativi bilanci che evidenziano lo stato di profonda sofferenza delle imprese.

 

L’assemblea si aggiornerà a breve per tracciare un percorso successivo di iniziative da concordare anche con le organizzazioni sindacali, alle quali sarà chiesto a breve un incontro, partendo dalle comuni e profonde preoccupazioni già condivise -anche pubblicamente- non solo circa la situazione in cui versano le imprese ma anche rispetto alle sorti e alle reali prospettive di continuità dello stabilimento.

 

 

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