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Giornale di Taranto - Giornalista1

 Hanno perso il posto di lavoro, perchè è finito il progetto nel quale erano impiegati, alla vigilia dell’1 Maggio, festa del lavoro. Sono 98 lavoratori ex Taranto Isola Verde sino all’altro ieri utilizzati nel progetto “Green Passage” che ha riguardato la messa a verde di varie aree urbane. Il progetto ora è giunto al capolinea e i 98 sono senza più occupazione. “Che il progetto ‘Green Passage’ finanziato dalla Regione Puglia non sarebbe potuto essere riforaggiato da risorse regionali il Comune di Taranto lo sa già da due anni - hanno detto oggi i sindacati Cgil, Cisl e Uil di categoria -. Eppure nulla si è mosso in questi 24 mesi per salvare i 98 lavoratori dell’ex società in house della Provincia Isola Verde’, che da ieri sono ufficialmente senza occupazione”. “Il progetto è scaduto - dicono Paola Fresi di Filcams, Luigi Spinzi di Fisascat e Carmelo Sasso di Uil Trasporti - e fa impressione il lassismo con cui tutti gli assessori al ramo e presidenti Kyma Servizi (ex Infrataras) transitati in questi anni nei numerosi avvicendamenti al Comune di Taranto, abbiamo affrontato la questione, così drammatica per il futuro di quasi un centinaio di famiglie, procrastinando riunioni, richieste di incontro o sollecitazioni giunte proprio dal mondo della rappresentanza sindacale”. I sindacati hanno appreso che “si sta lavorando, a progetto scaduto, a una possibile soluzione che ancora una volta evoca ipotesi tampone, come se non fosse già abbastanza lungo e umiliante tutto quello subito da questi lavoratori dal 2013 in poi. Dieci anni di chiacchiere e di contentini senza dignità e che in molti casi non consentono, neanche oggi, di accedere ad ammortizzatori sociali adeguati”. I sindacati infine sottolineano che “molti di questi lavoratori avrebbero lavorato a saltelli o con un monte ore esigui” e oggi sono nella impossibilità di “contare su una Naspi dignitosa”, ovvero il trattamento di disoccupazione. 

Dal 1865 cambiano gli attori restano i tumori

le parole scritte sullo striscione poste alla base del palco insieme a antifascismo rappresentano il

manifesto di questo Uno Maggio

Taranto Libero e Pensante. Parole risuonate sul palco e tra il pubblico che ha letteralmente invaso l’area del parco archeologico delle Mura Greche. La manifestazione ha così confermato uno dei suoi tratti distintivi, emersi sin dalla prima edizione del 2013, e cioè chiedere la chiusura dell’acciaieria perchè inquinante per sostituirla con la bonifica ambientale e la riconversione economica del territorio. “Daspo a vita per chi ci inquina” hanno gridato dal pubblico e dal palco, dove sono saliti i rappresentanti del comitato Cittadini Liberi e Pensanti cui si deve l’organizzazione del concerto. Sul palco sono stati aperti due grandi striscioni con la scritta “Bambini mi rivolgo a voi perchè con i vostri genitori ho perso le speranze” con chiaro riferimento alla battaglia contro l’inquinamento. “Noi non abbiamo mai smesso di lottare - ha detto Simona Fersini del comitato -, questo 1 Maggio Taranto è un sogno collettivo di chi cerca da sempre di liberarsi dal destino segnato per Taranto. Questo è il palco dal quale chiameremo sempre alla lotta perché noi non lasciamo soli nessuno”. “Vogliamo rivolgerci anche a quel Governo che dimentica talmente spesso di essere antifascista che dobbiamo ricordarglielo noi. Da questo palco la parola d’ordine è sempre la stessa e questa resterà: siamo tutte antifasciste”. 

Tanti i messaggi lanciati dal palco nel susseguirsi di interventi che si sono alternati alla musica.

“È quando siamo tutti insieme che cambiano le cose, quando non stiamo a guardare le differenze tra di noi ma le cose che ci possono unire, quando non stiamo a costruire dei muri ma costruiamo dei ponti e lottiamo tutti insieme per la comunità che siamo, nel piccolo e nel grande, senza gradi di separazione”. ha detto, nel corso della sua esibizione  la cantante Francesca Michielin, per la prima volta all’evento. Prima della Michielin si sono esibiti altri artisti tra cui Serena Brancale e Brunori Sas. “Mi piace il vostro aggettivo libero - ha detto Michielin rivolgendosi al comitato organizzatore dei Liberi e Pensanti - soprattutto quando si parla di temi del lavoro, che devono essere liberi da ricatti e da mafie. E oggi si celebrano i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici”. 

“Ringrazio tutti i compagni del 1 maggio di Taranto. La vostra solidarietà e il vostro supporto mi sono di grande aiuto per affrontare la situazione in cui mi trovo”. Così Ilaria Salis, l\'italiana detenuta in Ungheria, in un messaggio che ha fatto recapitare agli organizzatori del concerto il padre Roberto, che ieri è salito sul palco del concerto per una testimonianza.

    “E grazie alla vostra solidarietà e supporto spero che presto finisca questo incubo” conclude Ilaria Salis.

 “Mia figlia non ha avuto nessuna possibilità di dimostrare la sua innocenza sinora perchè il processo è deciso a priori ed è veramente difficile riuscire ad avere una difesa”. ha detto Roberto Salis “Ci sono delle ingerenze fatte dal primo ministro ungherese che addirittura ha attaccato me personalmente attraverso il suo portavoce - ha proseguito il padre di Ilaria Salis -, c’é stata una ingerenza dell’ambasciatore ungherese in Italia. Un’altra volta è arrivato qui in Italia il ministro degli Esteri che, anche lui, ha portato avanti delle teorie sulla colpevolezza di mia figlia bypassando completamente lo stato di diritto come dovrebbe essere fatto in un Paese civile come l’Ungheria visto che appartiene alla UE”. Roberto Salis, che ha letto dal palco un messaggio di saluto della figlia alla platea e agli organizzatori dell’1 Maggio Taranto, ha detto che la figlia “rischia 24 anni di carcere per lesioni guaribili in cinque-sei giorni su dei nazisti che non hanno neppure sporto denuncia perchè hanno detto che loro si vogliono vendicare in strada. Tra l’altro - ha aggiunto - che Ilaria è stata arrestata” ma “non è stata colta sul fatto. Era in taxi con due cittadini tedeschi, per cui é tutto veramente molto poco reale come situazione”. 

“Ci sono stati 11 mesi in cui c’è stato il totale silenzio sul caso di mia figlia”. 

“Mia figlia è stata arrestata l’11 febbraio e sino al 16 dicembre 2023, non c’è stata alcuna comunicazione sulla stampa - ha detto Roberto Salis - . Il primo articolo che è apparso su Repubblica é datato 16 dicembre. In tutto questo lasso di tempo, normalmente, quando uno Stato vuole intervenire per una situazione come quella di Ilaria, ha tutto il tempo per intervenire soprattutto prima che venga formulato l’atto di accusa. Perchè nel momento in cui c’è l’atto di accusa, ovviamente il processo poi si deve fare. Prima era assolutamente possibile intervenire e la diplomazia italiana avrebbe dovuto lavorare molto meglio, così come gli organi consolari e l’ambasciata italiana avrebbero dovuto impedire quelle torture che ha subito mia figlia soprattutto nei primi otto giorni e poi sono perdurate per altri 35 giorni” .

 “Se Ilaria non venisse eletta, vuol dire che abbiamo provato un’altra strada. Se non viene eletta, se non ci sono problemi, non dovrebbe esserci nessuna difficoltà. Ilaria non è che sta facendo una cosa illegale. Lei ha tutta la possibilità di candidarsi, è assolutamente nei suoi diritti e si sta candidando. Nel momento in cui dovesse cambiare la situazione, vorrebbe dire che ulteriormente il Governo italiano non ha fatto quello che deve esser fatto per tutelare i diritti dei cittadini”. Ha sottolineato  il padre di Ilaria, a proposito della candidatura della figlia alle europee di giugno nelle liste di Alleanza Verdi e Sinistra (AVS). Salis ha specificato che Ilaria, attualmente detenuta in Ungheria, rischia “24 anni di carcere”.

Tra gli interventi quello della sociologa Francesca Coin che con il libro \'Le grandi dimissioni\', edito da Einaudi, ha vinto l’ottava edizione del premio intitolato ad Alessandro Leogrande, ideato e organizzato dall’associazione Presìdi del libro.

“Il problema del lavoro dovrebbe essere tutti i giorni sulle prime pagine dei giornali. C’è oggi, ma con due interpretazioni diverse: una ci dice che c’è la più elevata occupazione da tempo e l’altra ci dice quello che noi sappiamo”, e cioè la “precarietà” del lavoro. 

    “Taranto ce lo insegna - ha detto Coin - perché ha messo in contraddizione il lavoro e la salute e in un sacco di luoghi di lavoro, lavorare significa non arrivare nemmeno a fine mese. Ormai non è vero che non ci si può permettere di lasciare un lavoro, non ci si può permettere di lavorare con paghe così basse e con condizioni di sfruttamento così elevate. È il ricatto il modello di oggi - ha sostenuto - perché, inevitabilmente, chi potrebbe voler lavorare in queste condizioni di precarietà e di subappalto a cascata? Se guardiamo i dati sul malessere psichico, stanno crescendo in modo lampante. Il tentativo delle lotte sociali e di un sacco di intelligenza collettiva è di trovare un’altra via, una via di risposta a questo ricatto”. La cerimonia del premio Leogrande si è svolta sabato scorso. Il premio è intitolato alla memoria del giornalista e scrittore morto nel 2017 a 40 anni. 

 Sul palco del concerto è approdata anche la vertenza della ex Gkn di Firenze. Dario Salvetti, a nome del collettivo di fabbrica ex Gkn, ha detto: “Siamo in assemblea permanente da più di mille giorni. Vuol dire che con i nostri corpi presidiamo la fabbrica e facciamo quello che un intero sistema politico ed economico non sa e non vuole fare. Evitiamo la distruzione della fabbrica e contemporaneamente lottiamo per la sua reindustrializzazione e riconversione ecologica”.

    “Ancora una volta - ha proseguito - siamo da quattro mesi senza stipendio, costretti a licenziarci per disperazione e per recuperare un reddito, ma noi abbiamo un piano: la riconversione di una fabbrica dell’ex automotive, l’ex Fiat di Firenze, in una fabbrica che sia un polo delle energie rinnovabili, che produca pannelli solari, biciclette per una diversa mobilità sostenibile urbana. Siamo uno spiraglio di speranza”.

    “Noi rivendichiamo l’intervento pubblico - ha sostenuto Salvetti - che la fabbrica sia rilevata dal consorzio regionale, ma un intervento pubblico diverso da quello che normalmente avviene, non imposto dall’alto alle comunità e ai lavoratori e lavoratrici. Il 18 maggio torniamo a mobilitarci a Firenze con un corteo con tutta la dignità che abbiamo in corpo perchè non ci rimane molto tempo. Vogliono trasformarci come Gkn in un problema di ordine publico e di sicurezza negando i diritti sindacali e così questa diventa anche una lotta per i diritti democratici del mondo del lavoro”.

    Risale al 9 luglio 2021 infatti quando Gkn, di proprietà del fondo inglese Melrose, annunciò, con una pec, la chiusura dello stabilimento di Campi Bisenzio e il conseguente avvio della procedura di licenziamento di 422 persone. 

Lu.Lo. 

“Noi non vogliamo curarci, vogliamo vivere”. Sul palco del concerto del 1 maggio in corso a Taranto, promosso dal comitato \'Cittadini e lavoratori liberi e pensanti\', arriva la voce degli operai dell’acciaio, tra quelli di Acciaierie d’Italia e di Ilva, due società entrambe in amministrazione straordinaria (la prima da febbraio scorso, la seconda dal 2015) e con i dipendenti in cassa integrazione straordinaria. Tutti (1.600) per Ilva in as, 3.000 per Acciaierie d’Italia.

    “Far credere che senza quella fabbrica ci sarebbe solo disoccupazione, significa fare terrorismo mediatico - è stato detto dal palco della manifestazione - far credere che il problema a Taranto, sia risolto, significa mentire. La città vuole tornare a vivere nonostante le delusioni e le false promesse. Ci hanno tradito tutti, da destra a sinistra, parlando di decarbonizzazione, di idrogeno, di produzione verde. I sindacati negoziano solo la cassa integrazione, che è l’anticamera del sicuro licenziamento”.    

    “Dobbiamo essere pronti a sognare, a lottare - hanno aggiunto dal palco gli operai - a prendere i nostri diritti per un futuro diverso. Per questo abbiamo studiato e ci siamo sostituiti alle istituzioni. Abbiamo elaborato un piano Taranto che prevede un percorso di smantellamento, bonifica, decontaminazione, con l’attuale forza lavoro e con gli operai che verranno. Solo così possiamo restituire alla città lo sviluppo a cui ambire, puntando a tutte le risorse storiche, naturali, culturali, di cui dispone, liberandoci dell’unica modalità di sviluppo industriale”.

La lunga scia di morti sul lavoro non risparmia questo Primo Maggio. Sta li a ricordarci che siamo di fronte a un\'emergenza senza fine, giorno dopo giorno, incidente dopo incidente, mancanza dopo mancanza.

 \"Con profondo sgomento ho appreso la drammatica notizia del decesso di un nostro concittadino sul proprio posto di lavoro. A nome dell\'intera comunità di Gioia del Colle, esprimo tutta la mia vicinanza e il mio cordoglio ai familiari e a tutte le persone colpite da questo immane dolore\". Lo ha scritto sui social il sindaco della città del Barese, Giovanni Mastrangelo, dopo aver appreso della morte di un 58enne gioiese, nel corso della notte scorsa, in una ditta metalmeccanica sita lungo la provinciale 29 a pochi chilometri dal centro cittadino.

    Secondo quanto si apprende, l\'uomo era in servizio nell\'azienda specializzata in strutture prefabbricate in acciaio, quando sarebbe stato travolto dal materiale caricato sul muletto che guidava. Nonostante i soccorsi degli operatori sanitari del 118, l\'uomo non ce l\'ha fatta. Per stabilire l\'esatta dinamica dell\'incidente, sul posto, sono intervenuti i carabinieri e il personale dello Spesal. La salma è stata trasportata all\'istituto di medicina legale del policlinico di Bari, in attesa dell\'esame autoptico. 

“Vogliono cancellare, ribaltare la narrazione di questa città. Vogliono ribaltare tutto quello che noi abbiamo fatto in questi anni. Ecco perché l’1 maggio Taranto libero e pensante è ancora necessario”. Lo ha detto oggi, dal palco del concerto di Taranto, in corso nell’area del parco archeologico delle Mura Greche, l’attore e regista Michele Riondino, uno dei direttori artistici dell’evento, a proposito della situazione dell’ex Ilva.

    Riondino ha infatti raccontato di aver letto su un muro della città una scritta \'l’Ilva ha ucciso mia madre\'. Un grido “intimo sicuramente - lo ha definito - ma che diventa collettivo nel momento in cui si scrive su un muro. Quella scritta è stata cancellata, l’unica scritta cancellata su quel muro, che ha una macchia bianca ma che non è di pulizia”.

    Il comitato \'Cittadini e lavoratori liberi e pensanti\', che da 11 anni organizza il concerto dell’1 maggio a Taranto, è nato proprio sull’onda della vicenda che ha interessato l’acciaieria a luglio 2012, quando gli impianti dell’area a caldo furono messi sotto sequestro per inquinamento e danni ambientali da parte della magistratura al termine di una lunga inchiesta. Ancora oggi il comitato fa dell’ex Ilva la sua battaglia distintiva e chiede la chiusura dell’acciaieria con il reimpiego dei lavoratori nelle bonifiche per avviare una riconversione economica dell’area di Taranto.

 

“Capovolgere una fotografia significa anche capovolgere la realtà, certo, significa alludere, certo, e magari significa anche sbagliare anche i modi e i tempi, ma la realtà non cambia. Comunque la si giri, la foto è sempre quella ed è lì, nella sua immobilità definitiva, a raccontare oggi il nostro Paese”. 

    Con queste parole, Riondino ha ricordato l’episodio che lo ha riguardato nei giorni scorsi, quando sul proprio profilo Facebook, in occasione del 25 aprile, aveva pubblicato una foto capovolta  di un giovane Ignazio La Russa, l’attuale presidente del Senato, con altre persone accanto a una foto di Benito Mussolini e un mazzo di fiori davanti. 

 Riondino, che oggi sull’episodio ha detto “sono stato imprudente”, aveva accompagnato la foto con un post in cui si diceva tra l’altro: “Non ci sono più i fascisti di una volta, solo pecore”.

    La foto aveva sollevato molte proteste istituzionali e il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, aveva espresso la sua solidarietà a La Russa.

    Oggi, tornando sull’episodio, Riondino ha aggiunto: “Sia ben chiaro, io mai auspicherei violenza su qualcuno, tanto meno su chi ha vinto legittimamente elezioni democratiche. Non li ho votati, non condivido le loro idee e nel mio piccolo lotterò affinché la loro sconfitta politica avvenga il prima possibile”.

    Citando poi il presidente Sandro Pertini, Riondino ha affermato che “tutte le idee vanno difese e rispettate, tutte, tranne il fascismo, che è la morte di tutte le idee, che è il capovolgimento di tutti i principi democratici e di tutti i diritti”. E poi citando il professor Alessandro Barbero, ha concluso: “Se qualcuno che ha giurato sulla Costituzione antifascista, fa tanta fatica a dirsi antifascista, significa che è fascista”.

Hanno scelto un luogo insolito i sindacati Cgil, Cisl e Uil a Taranto per celebrare oggi la festa del lavoro: non una piazza della città o l’area di una fabbrica, o l’ex Ilva,  ma il piazzale antistante l’ospedale San Giuseppe Moscati alla periferia di Taranto Nord. Una scelta motivata col fatto che “salute e sicurezza sul lavoro sono le due emergenze meritevoli di urgente attenzione e mirati investimenti. Il sistema sanitario pubblico è al collasso e in Italia milioni di persone in povertà sono costrette a rinunciare alle cure”. “La drammatica carenza di personale, conseguenza di un lungo periodo di blocco del turn over va necessariamente superata con l’adozione di un piano straordinario di assunzioni per sopperire a pesanti carichi di lavoro che stanno gravando operatrici e operatori della sanità, già mortificati economicamente e professionalmente” dicono le tre confederazioni. Nel presidio in corso a Taranto, i sindacati hanno rammentato che “il 2 maggio del 2023 venne sottoscritto un protocollo d’intesa tra Regione Puglia e Cgil, Cisl e Uil, con cui si definiva un percorso di confronto e concertazione sulle soluzioni da condividere e adottare sul territorio per risolvere le emergenze”. Oggi i sindacati hanno rilanciato la piattaforma che individua “quattro tematiche specifiche di intervento legate alle maggiori emergenze” tra cui figura una “mappatura della rete sociosanitaria, al fine di avere contezza circa il numero totale e la distribuzione delle strutture presenti su tutto il territorio, quindi una mappa epidemiologica dello stato di salute”. “Nei diversi confronti periodici con il management dell’Asl - sottolineano le confederazioni -, la stessa direzione ci ha fornito diversi dati di studio legati al personale, ai reparti, ai posti letto, agli investimenti del Pnrr, ma non si è discusso nel merito di soluzioni esaustive per la risoluzione dei problemi. Il sistema sanitario pubblico meriterebbe investimenti maggiori e scelte più coraggiose di quelle che fino ad oggi sono state effettuate” e invece a Taranto, dicono i sindacati, “ci troviamo di fronte ad un gigantesco investimento pubblico sul nuovo ospedale San Cataldo, di cui ancora non si conosce la vera data di consegna e di funzionamento”.

Luce verde dalla Corte dei Conti per il decreto interministeriale che assegna 167 milioni di fondi pubblici a 27 impianti sportivi dei Giochi del Mediterraneo in programma nel 2026 a Taranto e in altri comuni pugliesi. Gli impianti sono quelli del primo master plan predisposto dal commissario di Governo, Massimo Ferrarese. Nelle ultime settimane, il decreto, inizialmente firmato dai ministri Fitto (Sud e Coesione) e Abodi (Sport), ha ottenuto anche la firma di Giorgetti, ministro dell’Economia, ed è poi andato alla Corte dei Conti per l’ultimo passaggio. Ieri il commissario é stato informato dai ministeri che dalla Corte è arrivato l’ok. Si sbloccano quindi le risorse e si può andare avanti con l’iter che dovrà portare all’appalto della costruzione delle opere a fine autunno, anche se il commissario sta cercando di guadagnare tempo rispetto a quest’ultima data con un percorso accelerato di gare basato sulla procedura negoziata. Di qui il confronto in atto con l’Avvocatura di Stato sulla legittimità e praticabilità di questo percorso. Infine, Invitalia ha spedito ieri a Ferrarese una proposta di accordo circa le verifiche che la società pubblica dovrà fare sui progetti stadio di Lecce e stadio del nuoto e centro nautico a Taranto, mentre per venerdì 3 è stato convocato il comitato organizzatore. All’ordine del giorno, l’organigramma che supporterà il direttore generale Carlo Molfetta. I Giochi possono contare su un budget di risorse pubbliche di 275 milioni, di cui 150 risalgono al 2022 e 125 alla legge di Bilancio per il 2024. 

 Sempre ieri Marina Militare e Capitaneria di porto hanno firmato  il definitivo trasferimento al Comune di Taranto dell’ex stazione torpediniere del Mar Piccolo, un’area che la stessa Marina ha usato per molti anni come propria base navale prima di ricollocarsi nella nuova base del Mar Grande. Il trasferimento dell’ex stazione torpediniere è funzionale alla costruzione del centro degli sport nautici, vela, canoa e canottaggio, uno degli impianti sportivi principali della ventesima edizione dei Giochi.

Il centro, che richiederà un investimento di 14 milioni, consentirà agli atleti non solo di allenarsi, ma anche di poter ormeggiare le proprie imbarcazioni nella stessa zona. Per il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, “questa intesa ha una duplice valenza: da un lato conferma il grande legame che la nostra città ha con la Marina Militare, dall’altro consente di assegnare a discipline sportive come il canottaggio e la vela una base fra le migliori che si potessero individuare. La Marina - ha detto il sindaco - deve essere considerata protagonista a tutti gli effetti in questi tempi di trasformazione della città. Il Comando Marittimo Sud e la Capitaneria non sono solo una presenza, ma interagiscono con la pubblica amministrazione, interagiscono con i privati e ci stanno dando una grande mano in questo percorso di transizione. Ciò che oggi stiamo vivendo dimostra una volta di più che il gioco di squadra è stato premiato”. La procedura istruttoria che ha previsto il passaggio dal demanio militare a quello marittimo ed, infine, al Comune di Taranto, è stata ultimata nel giro di un mese e venti giorni. 

Nel corso di una sobria cerimonia svoltasi a Palazzo di Città il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, ha avuto il piacere di salutare sei nuovi Maestri del Lavoro, riconoscimento che rappresenta il massimo onore che lo Stato può conferire a quanti si sono distinti per la loro opera di valorizzazione del lavoro. Nell’esprimere la sua più alta considerazione per questi lavoratori, che hanno dedicato la loro vita al servizio della comunità, spesso sacrificando il tempo con la famiglia, il primo cittadino ha dichiarato che \"questo riconoscimento è un segno di stima e di apprezzamento per l’impegno e la dedizione di persone che hanno rappresentato un esempio per tutti noi. Sono lavoratori che hanno dato il loro meglio, non solo per sé stessi, ma per la loro azienda, la loro comunità ed il Paese\".

Come ricordato dal Console provinciale dei Maestri del Lavoro di Taranto, Francesco Chiarappa, i sei nuovi Maestri del Lavoro sono stati insigniti del riconoscimento per la loro lunga e meritoria carriera, durante la quale hanno dimostrato di possedere le qualità più elevate di professionalità, di responsabilità e di impegno. Si tratta di Grazia Palmisano (Aeroporti di Puglia S.p.A.- Bari); Fabio Gemmato (Comes S.p.A.- Taranto); Francesco Gigante (Comes S.p.A.- Taranto); Giancarlo Lospinuso (Rete Ferroviaria Italiana S.p.A. Gruppo Ferrovie dello Stato); Antonio Marcone (Leonardo S.p.A.- Foggia); Salvatore Scialpi (Comes S.p.A.- Taranto).

\"Questo riconoscimento - ha aggiunto il sindaco - è un segno di speranza per il futuro del lavoro in Italia, che deve essere basato sulla valorizzazione del lavoro stesso e della produzione, sull\'innovazione e sulla formazione dei giovani\". Il sindaco Melucci ha anche manifestato la sua gratitudine per il contributo che questi lavoratori hanno fornito a Taranto e al suo territorio, sottolineando come il loro impegno e la loro dedizione siano stati fondamentali per lo sviluppo economico e sociale della città. \"Sono lavoratori che hanno dato il loro meglio per Taranto, e che hanno rappresentato un esempio per tutti noi. Spero che questo riconoscimento possa essere un segno di speranza per il futuro del lavoro in Italia e che possa ispirare altri a seguire il loro esempio \".

 

 Tutto pronto a Taranto per l’1 Maggio Taranto, il concerto promosso dal movimento Cittadini e lavoratori Liberi e Pensanti giunto alla sua undicesima edizione e divenuto ormai uno degli appuntamenti clou della giornata. L’evento prenderà il via domani dalle 14 al Parco delle Mura Greche di Taranto e sul palco si alterneranno sul palco artisti, musicisti, attivisti ed associazioni “per lanciare un grido di resistenza attraverso la musica e l’incontro”. Questa sera sono in corso le prove di cantanti e musicisti. Direttori artistici dell’evento sono il cantautore Antonio Diodato, il musicista Roy Paci e il regista e attore Michele Riondino.  Numerosi gli artisti che hanno scelto di aderire all’iniziativa a titolo gratuito: Area (in occasione dell’anniversario dalla scomparsa di Demetrio Stratos), Brunori Sas, Serena Brancale, Cristiano Cosa, Frenetik, Valerio Lundini e I VazzaNikki, Mannarino, Mama Marias & Don Ciccio, Marlene Kuntz, Gabriella Martinelli, Francesca Michielin, N.A.I.P., Emma Nolde, Willie Peyote, Selton, Terraross, Tre allegri ragazzi morti e i vincitori del contest Musica ControLeMafie, i Malvax. Presenteranno il concerto Valentina Petrini e Andrea Rivera e Martina Martorano e Serena Tarabini. Anche per questa edizione, dicono gli organizzatori, “la musica farà da amplificatore alla voce degli attivisti che interverranno dal palco per condividere e discutere dal vivo i temi politici intorno ai quali è nata la manifestazione. Tra questi, Francesca Corbo di Amnesty International che parlerà di violazione dei diritti universali; Roberto Salis parlerà della candidatura della figlia Ilaria, “ma soprattutto di quale Europa siamo, se quella di Orban o quella della civiltà del Mediterraneo”; Fridays For Future, Ultima Generazione e XR Puglia interverranno sull\\\'emergenza climatica e il fondo riparazione. Interverranno anche rappresentanti dei lavoratori delle fabbriche Gkn, Bagnoli ed ex-Ilva Taranto. Presente anche Francesca Coin, vincitrice giorni fa del premio letterario Alessandro Leogrande, la quale, “nel giorno della festa dei lavoratori, parlerà di lavoro e grandi dimissioni, le nuove generazioni e il desiderio di conciliare vita e lavoro diritti”. Oggi prove generali e sound check seguiti da un numerosissimo pubblico che ha apprezzato le esibizioni degli artisti in un\'atmosfera informale e coinvolgente. 

Domani, alle ore 15  il presidente nazionale della FISMO FEDERAZIONE ITALIANA SETTORE MODA CONFESERCENTI, dott. Benny Campobasso sarà a Taranto e parteciperà ad un incontro con i commercianti del settore Moda Abbigliamento, calzature, accessori, etc. 

In programma un intervento report  sulla situazione del settore e sulle attività della federazione.

 

L’incontro, che sarà coordinato dalla presidente di Confesercenti CasaImpresa Taranto Francesca Intermite, avrà luogo presso la sede dell’Associazione in via Dante n.236. 

 

E’ previsto anche un aggiornamento sulla campagna nazionale FISMO “Salviamo i saldi di Fine Stagione”, iniziativa che punta ad introdurre cambiamenti sostanziali alla regolamentazione di saldi. L’associazione tarantina, tra gli altri temi, prospetterà il programma 2024 2025 dei corsi di formazione gratuita per i dipendenti con l’utilizzo dei fondi professionali.

        

La FISMO FEDERAZIONE ITALIANA SETTORE MODA CONFESERCENTI per importanza politico – sindacale e per forza organizzata è uno dei sindacati di categoria più forti della Confesercenti, lo è per il numero di iscritti, oltre 24.500 su circa 165.500 imprese operanti in Italia, ed è stata costituita nel 1979.

La FISMO, che rappresenta le piccole e medie aziende che si occupano della distribuzione al dettaglio di articoli di abbigliamento, tessile, calzature, pelletteria e accessori moda, è presente con propri gruppi dirigenti organizzati in tutte le province italiane.

Negli ultimi anni si è caratterizzata in modo particolare rispetto ad alcune problematiche particolarmente avvertite dagli operatori:

 

iniziative volte a regolamentare in modo più equilibrato l’ingresso della GDO nel nostro settore;  elaborazione di politiche tese a valorizzare la presenza commerciale al dettaglio nei centri storici;  Ø  vendite di fine stagione; Ø  vendite straordinarie;  Ø  vendite promozionali;  la questione annosa e fondamentale per la categoria, della valutazione fiscale delle rimanenze di magazzino.

 

Compito della FISMO è anche quello di fornire alla categoria nuovi strumenti di analisi e di programmazione capaci di creare le condizioni e le opportunità per agire all’interno di un mercato sempre più globale, ma non globalizzante.

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