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Giornale di Taranto - Artigianato, Commercio & Agricoltura
Artigianato, Commercio & Agricoltura

Artigianato, Commercio & Agricoltura (138)

 

 

Le problematiche del comparto agricolo e zootecnico, al centro del consiglio provinciale di Coldiretti Taranto, tenutosi venerdì sera con l’intervento del neo assessore regionale all’agricoltura Donato Pentassuglia e del direttore Coldiretti Puglia Pietro Piccioni.

L’agricoltura è una valida risorsa di sviluppo per il territorio ionico e non può continuare a essere penalizzata dagli intoppi della burocrazia. Alfonso Cavallo, presidente Coldiretti Taranto, ancora una volta, ha denunciato i ritardi dei rimborsi per le calamità naturali. “E’ inaccettabile che gli agricoltori stiano ancora aspettando quelli per l’alluvione del 2013. Per le nevicate e le gelate del 2017 e 2018, poi, solo alcuni comuni colpiti sono stati beneficiati. C’è bisogno da una parte di velocizzare il più possibile l’accesso alle risorse e i tempi di erogazione delle stesse. Dall’altra, di avviare un ragionamento serio sulla riforma del sistema assicurativo, affinché possa garantire le aziende dai danni causati dai cambiamenti climatici”.

Sulla questione assicurazioni ha rincarato la dose Aldo Raffaele De Sario, direttore Coldiretti Taranto. “L’assicurazione di tutte le colture e non solo di alcune può diventare uno strumento di stabilizzazione del reddito degli agricoltori. Ma è un sistema che va adeguato, così come anche la normativa nazionale sugli interventi post calamità, che va rivista perché troppo ingessata”.

Questione acqua. Per Coldiretti Taranto “senza un piano di razionalizzazione dell’acqua non si potrà fare agricoltura. Servono intervertenti infrastrutturali per non disperdere l'acqua piovana e manutenzione ordinaria e straordinaria di canali di scolo, invasi e reti irrigue”. In questo contesto si inseriscono i Consorzi: vanno riformati per fare progettualità importanti in grado di portare investimenti futuri nel settore dell’acqua e della bonifica.

Analizzata anche la questione Xylella. Avanza come il Covid. “E’ un problema che deve diventare nazionale, perché è stato commesso l’errore di relegarlo non a una regione, la Puglia, ma a un angolo di essa, il Salento. Oggi deve diventare un problema non solo agricolo, ma sociale. E smettiamola di pensare che riguardi solo gli olivicoltori”, ha detto il direttore Piccioni. “Servono indennizzi per far fronte al mancato reddito – ha rimarcato Cavallo – ma anche una programmazione nuova per una diversificazione dell’assetto produttivo dei terreni colpiti, utilizzando varietà resistenti di olivo o anche altre colture come il mandorlo”.

Coldiretti Taranto chiede anche un piano agrumicolo regionale, un maggiore controllo del prezzo del latte e un sostegno più adeguato per il comparto zootecnico.

La Regione Puglia cosa può fare? “Non sono un tuttologo – ha detto l’assessore Pentassuglia – per questo ho bisogno di concertazione e massima collaborazione da parte di tutti. Puntare sulla piastra logistica del porto di Taranto per tornare a essere competitivi sui mercati è un punto di partenza”. Sulle calamità, la Regione ha chiesto 58 milioni di euro di danni, ma è stata destinataria dal fondo nazionale solo di 2,2 milioni di euro per il 2016 e 2017. “C’è una battaglia da fare, ma ai furbetti di turno va dato nome e cognome per evitare che si arrivi agli stessi disastri del Psr. Sulla xylella abbiamo fatto l’errore di sfiduciare la scienza. Oggi, come per il Covid, servono esami di laboratorio, che è altra cosa rispetto a una verifica visiva degli alberi”. Sul prezzo del latte partiranno controlli più serrati, ma serve anche capire come realmente risponde la filiera.

Controlli a Taranto contro la vendita abusiva di frutta e verdura. Polizia e vigili urbani hanno individuato diversi venditori sprovvisti di titoli autorizzativi. Sequestrati circa 90 chilogrammi di frutta e verdura, in parte donata ad alcune mense caritatevoli e in parte distrutta perché priva di tracciabilità, elevando un verbale da 5mila euro. Sono state contestate, inoltre, due violazioni al Codice della Strada per occupazione di suolo pubblico e una per assenza di documenti attinenti la circolazione stradale. Alle operazioni di controllo ha partecipato anche il personale del Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione dell'Asl Taranto, per le competenze sanitarie. 

 Le categorie commerciali ruotano attorno all’organizzazione e all’allestimento dei matrimoni sono in allarme dopo la stretta del Dpcm di ieri sera che riduce il numero degli invitati alle cerimonie. Per la categoria wedding di Confcommercio Taranto, di nuovo “è lockdown  per il settore wedding. Il nuovo Dpcm di ottobre richiude il settore”. “La limitazione delle feste a trenta partecipanti equivale ad un nuovo fermo del settore. Siamo di fronte ad una catastrofe annunciata” commenta Enea Fanelli, presidente della categoria Wedding Confcommercio Taranto. “La sospensione delle cerimonie per l’emergenza Covid, nel 2020 ha cancellato 17mila matrimoni e solo dalla scorsa estate il settore del wedding ha avviato una lenta ripresa, anche se buona parte delle coppie ha preferito rinviare la data delle nozze al 2021 - si afferma -.La ripartenza delle feste con più invitati (comunioni, lauree, diciottesimi, matrimoni) ha rimesso in moto per pochissimi mesi le attività di catering, le sale feste, le strutture di ristorazione per cerimonie e tutto l’indotto, anche se, secondo gli addetti ai lavori, il fermo-covid ha procurato al wedding pugliese perdite per un miliardo di euro”. 

 

 Per la categoria di Confcommercio Taranto, “la riapertura di primavera aveva, in parte, contribuito a far ripartire il settore non solo con i primi matrimoni già celebrati, ma soprattutto con la ripresa delle prenotazioni per il prossimo anno delle sale da cerimonia e feste, dei catering, dei viaggi di nozze. E’ chiaro - si sostiene - che le limitazioni imposte dal nuovo Dpcm di 30 partecipanti alle feste equivale ad un nuovo stop dei matrimoni e ad un nuovo blocco dell’indotto”. “Le sale ricevimenti sono attrezzate per accogliere anche 200 persone distanziate tra loro. Non si comprende perché  - afferma il presidente della categoria, Fanelli - la ristorazione possa continuare ad operare senza limiti sui numeri, mentre a quella organizzata per i ricevimenti viene posto il limite di 30 persone. Vorremmo comprendere se il problema è il ballo”. “Il nuovo Dpcm - prosegue - non ci aiuta certo a fare luce sulla possibilità del settore wedding di programmare una ripresa. Già nelle ore scorse, alcune strutture nostre associate Confcommercio hanno ricevuto le prime telefonate allarmate da parte della clientela e la disdetta di appuntamenti con gli sposi già programmati. Chiediamo al presidente Emiliano - conclude Fanelli - di valutare attentamente la possibilità di avviare un percorso che consenta di far ripartire serenamente le cerimonie”. 

 

Invasi a secco in Puglia dove mancano 90 milioni di metri cubi d’acqua, mentre è a singhiozzo l’erogazione dell’acqua in provincia di Taranto con i campi a secco e le colture a rischio dall’uva da tavola e da vino alla frutta come il melograno, dagli oliveti agli ortaggi tardivi. E’ quanto denuncia Coldiretti Taranto che segnala gli effetti della mancanza di acqua sulle produzioni agricole, ma anche sugli allevamenti con gravi disservizi a cui gli allevatori fanno fronte attraverso il ricorso alle autobotti con un notevole aggravio di costi.  

“Non si contano più le segnalazioni che stiamo facendo quotidianamente perché arrivi l’acqua e nei tempi giusti. Dall’invaso di San Giuliano in Basilicata dovrebbero essere erogati ogni giorni 1000 litri di acqua che spesso non arrivano proprio e l’erogazione viene chiusa in tarda mattinata, molto prima del tempo”, denuncia il presidente di Coldiretti Taranto, Alfonso Cavallo.

“Stiamo vivendo una siccità prolungata che si è manifestata già dall’inverno scorso e abbiamo denunciato per tempo il razionamento dell’acqua da parte del Consorzio di Bonifica Stornara e Tara, con la possibilità di irrigare solo 2 volte al mese ogni 14 giorni. Così i campi seccano e le colture muoiono, deve essere rivista necessariamente dal Consorzio la pianificazione della erogazione dell’acqua”, aggiunge il presidente Cavallo.

“Serve una pianificazione diversa del ‘bene acqua’ e  un piano infrastrutturale – conclude Cavallo – per la creazione di piccoli invasi che raccolgano tutta l’acqua piovana che va perduta e la distribuiscano quando ce n’è sia poca ai fini di regimazione della acque, irrigui, ambientali”.

In Puglia le aree a rischio desertificazione sono pari al 57% del territorio regionale – aggiunge Coldiretti Puglia - per i perduranti e frequenti fenomeni siccitosi, dove per le carenze infrastrutturali e le reti colabrodo viene perso l’89% della pioggia caduta. Uno spreco inaccettabile per un bene prezioso anche alla luce dei cambiamenti climatici che – continua la Coldiretti - stanno profondamente modificando la distribuzione e l’intensità delle precipitazioni anche sul territorio nazionale.

Servono – sostiene la Coldiretti – interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque, campagne di informazione ed educazione sull’uso corretto dell’acqua e un piano infrastrutturale per la creazione di invasi che raccolgano tutta l’acqua piovana che va perduta e la distribuiscano quando ce n’è poca. Gli agricoltori – conclude la Coldiretti - stanno facendo la loro parte con un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo, ma anche ricerca e innovazione per lo sviluppo di coltivazioni a basso fabbisogno idrico.

 Il Comune di Grottaglie, riconosciuta città delle uve e dove questa coltivazione rappresenta uno dei principali settori economici, attiverà a breve il Centro Servizi per l'agricoltura. Per Mario Bonfrate, assessore ad attività produttive e agricoltura del Comune di Grottaglie, la struttura vuole  “fornire un servizio a tutti gli agricoltori. L’amministrazione è riuscita a portare a termine il progetto attraverso un finanziamento regionale. Prossimamente inaugureremo il Centro direzionale”. “Nel 2016 il Centro Servizi per l’agricoltura risultava nell'elenco delle opere incompiute delle Regione Puglia con lavori bloccati dal lontano 2011 - afferma Ciro d’Alò, sindaco di Grottaglie -. Abbiamo quindi preso in mano la situazione e avviato tutte le procedure utili alla ripresa dei lavori e alla loro ultimazione a marzo 2020”. 

“Abbiamo candidato Grottaglie - prosegue il sindaco - per ricevere un importante finanziamento che sarà utile per mettere a disposizione della piattaforma logistica il nostro Centro Servizi per agricoltura, facendolo diventare così un'importante hub per la filiera agroalimentare”. “Agromed, società benefit interamente partecipata dalla Camera di Commercio di Taranto - rileva D’Alò -, si occuperà di ricezione, lavorazione e stoccaggio dei prodotti agricoli, offrendo alla provincia di Taranto, una piattaforma logistica interamente dedicata alla produzione della filiera agroalimentare”. Per il sindaco, “nel momento in cui il Governo stanzierà le risorse necessarie, Agromed e il Centro Servizi andranno di pari passo e Grottaglie potrebbe svolgere un ruolo importante avendo a disposizione l'aeroporto che, nella sua funzionalità cargo, permetterebbe la spedizione delle produzioni ortofrutticole verso mercati esteri”. Agromed è la piattaforma logistica dell’ortofrutta (tra ricezione e stoccaggio) che nascerà nello stabilimento ex Miroglio a Castellaneta utilizzando un finanziamento Cipe di circa 11 milioni. “L'occasione è importante - aggiunge il sindaco a proposito della sinergia tra le due strutture -. Si pensi solo al fatto che, grazie alla costruzione della rete Agromed, si potranno iniziare a movimentare merci per diversi milioni di euro. Questo significa sviluppo e occupazione ma anche riconversione. È un punto di partenza necessario per avviare quella riconversione economica che tutti attendono, puntando così alle produzioni locali, alla logistica e ai fattori di intermodalità che favorirebbero l'apertura verso nuovi mercati”. A Grottaglie, la produzione dell'uva da tavola è sviluppata su circa 2mila ettari con una produzione di 500mila quintali per un fatturato di quasi 38 milioni di euro. Tre le qualità: Vittoria, Apirene (che è senza semi) e Regina. 

Speciale appuntamento oggi, sabato 8 agosto 2020 con il mercato estivo Campagna Amica in una delle più gettonate zone balneari del Salento, frazione di Manduria.Dalle 18, nella nuova location in Piazza delle Perdonanze, vicino la chiesa di San Pietro, produttori agricoli, oltre alla vendita dei propri prodotti agricoli, daranno vita allo street food con prodotti da filiera cortissima. 

I consumatori - sostiene il presidente di Coldiretti Taranto Alfonso Cavallo  sono sempre più attenti alla loro salute. Questo significa saper scegliere e puntare su prodotti genuini, dalla tracciabilità certa come quelli del mercato Campagna Amica.

Sono mercati  continua Aldo Raffaele De Sario, direttore Coldiretti Taranto e Brindisi  in cui la qualità del prodotto si coniuga con la convenienza, mettendo d’accordo produttori e consumatori

Si potranno gustare varie pietanze: dalle orecchiette fatte in casa con sugo fresco e cacio ricotta ai panini con capocollo di Martina Franca e crema di carciofo Igp; dai panini con hamburger locale alle classiche bruschette, per arrivare agli spiedini di frutta fresca e succhi di frutta a chilometro zero. Non mancherà ovviamente il vino Doc locale, sua maestà il Primitivo di Manduria. 

I produttori agricoli daranno luogo, inoltre, a momenti di dimostrazione didattica come la produzione in diretta della mozzarella tipica da parte di un mastro casaro. Ci sarà anche l’arnia didattica con la dimostrazione da parte di un apicoltore di quella che è la vita delle api. Qualche informazione, poi, sui prodotti dellalveare con lassaggio delle varie tipologie di miele e la degustazione guidata di olio evo e vino.

Sarà possibile anche acquistare ortaggi e frutta di stagione rigorosamente a chilometro zeroIn vetrina carni locali e salumi nostrani, latticini e formaggi freschi o stagionati come il caciocavallo in grotta, ma anche prodotti da forno e agri-snack, miele, succhi di frutta, confetture e marmellate, paté e creme spalmabili. E, ancora, farine e legumi, succhi di melograno e mirtillo, miele, aceto di mele, uova di galline allevate all’aperto, vino e olio extra vergine di oliva.Quindici, in tutto, i gazebo allestiti.

Qui, a San Pietro in Bevagna il mercato estivo di Coldiretti ha già dueappuntamenti fissi settimanaliil martedì e il venerdì pomeriggio

Uniniziativa, questa, che vede la collaborazione della locale sezione di Coldiretti, presieduta da Salvatore Mero, del Comune di Manduria e dellUfficio Agricoltura. A coordinare il tutto, Pier Paolo Martano, responsabile Campagna Amica interprovinciale di Brindisi e Taranto.

E' stata intensificata, in questi giorni di saldi, a Taranto,  l’attività della Polizia Locale per verificare la regolarità delle svendite, con l’obiettivo di evitare da un lato raggiri ai danni degli acquirenti e dall'altro di mettere tutti gli esercenti nelle condizioni di operare a parità di condizioni. Lo rende nto il Comune. Agenti in divisa e in borghese stanno effettuando controlli sui prezzi esposti e sugli sconti praticati. «La Polizia Locale - fa sapere l’assessore al ramo, Gianni Cataldino - ormai da tempo sta effettuando controlli per verificare la corretta applicazione delle norme stabilite anche per il periodo antecedente ai saldi estivi. In ragione di alcune segnalazioni, una particolare attenzione è stata data alle gallerie commerciali dei due grandi centri cittadini: Ipercoop e Conad ex Auchan.  I consumatori possono rivolgersi tranquillamente al commercio cittadino senza timore di essere truffati, perché la correttezza è di fatto la cifra più riscontrata. Però continueremo i controlli: va tutelato il consumatore e i commercianti che si comportano correttamente, perché in tempi di crisi il loro sforzo non sia vano. Gli agenti dell’Ufficio Commercio - assicura - continueranno a controllare le vetrine fino alla fine dei saldi estivi nelle gallerie commerciali, nel centro storico e in periferia».

Il mercato Campagna Amica va al mare, ma non in vacanza e con l’arrivo dell’estate sbarca con i prodotti d’eccellenza della nostra terra anche nelle zone marinesi. Accade a San Pietro in Bevagna, una delle più gettonate zone balneari del Salento, frazione di Manduria, dove dal 14 luglio scorso il mercato di Coldiretti dà appuntamento ai residenti e ai turisti due volte a settimana, ogni martedì e venerdì dalle 17,30.

Nuova, quest’anno, la location scelta, Piazza delle Perdonanze al lato della chiesa di San Pietro, individuata dagli organizzatori per portare nel cuore della località turistica la vera agricoltura pugliese, offrendo al consumatore una ricca gamma di prodotti genuini e garantiti tra cui scegliere.

Così domani, venerdì 24, i dieci produttori che danno vita al mercato torneranno a mettere in vetrina ortaggi e frutta di stagione rigorosamente a chilometro zero compresi meloni, angurie, fioroni, albicocche e pesche. Sarà possibile acquistare carni locali e salumi nostrani, il capocollo di Martina Franca, latticini e formaggi freschi o stagionati come il caciocavallo in grotta, ma anche prodotti da forno e agri-snack, confetture e marmellate, paté e creme spalmabili. E, ancora, farine e legumi, succhi di melograno e mirtillo, miele, aceto di mele, uova di galline allevate all’aperto e olio extra vergine di oliva. E, a far da padrone di casa, sarà il vino Doc locale, sua maestà il Primitivo di Manduria.

“L’andamento positivo dei consumi che nel mese di giugno, per quanto riguarda la frutta, ha registrato un più 20 per cento - sostiene il presidente di Coldiretti Taranto Alfonso Cavallo - è legato alla sempre maggiore attenzione che i consumatori riservano al proprio benessere anche a tavola. Questo significa che stiamo imparando a saper acquistare ovvero a saper scegliere e, quindi, a saper consumare preferendo cibi di cui si può conoscere con certezza l’origine e la tracciabilità come quelli in vendita nei Mercati di Campagna Amica”.

“Mercati, questi - riferisce Aldo Raffaele De Sario, direttore Coldiretti Brindisi – che non sono solo luoghi materiali in cui recarsi per riempire la borsa della spesa, certi di aver fatto cosa gradita alla nostra salute, ma anche un momento di conoscenza e valorizzazione del territorio, delle sue eccellenze produttive e delle sue imprese. L’idea dei Mercati contadini nasce dall’esigenza di far incontrare i produttori e i consumatori in un mercato senza alcuna intermediazione al fine di calmierare i prezzi e creare maggiore potere di acquisto a beneficio dei consumatori”.

Costi troppo alti, estrema sfiducia nel sistema dei rimborsi, complessità nella sottoscrizione delle polizze.
Lo scenario apocalittico che ha lasciato dietro di sé l’ultima violenta ondata di maltempo, con gravi danni ai vigneti di uva da tavola e da vino, agli agrumeti e agli uliveti in provincia di Taranto, impone un cambio di passo immediato e risoluto nella gestione del rischio e delle assicurazioni. E’ quanto chiede Coldiretti Taranto all’indomani degli ennesimi fenomeni inaspettati e assolutamente dirompenti che hanno inferto l’ennesimo duro colpo al settore agricolo alla provincia jonico - salentina.
“Ora basta, la gestione del rischio e le scelte in tema di assicurazioni in agricoltura vanno profondamente riviste, perché incidono sulla redditività e sulla liquidità delle imprese agricole, insieme alla corretta programmazione e gestione aziendale. I fenomeni estremi, oltre ad azzerare le produzioni, danneggiano le piante, come nell’ultima violenta grandinata che ha rovinato gli agrumeti e i vigneti”, afferma con forza Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Taranto.
Negli ultimi 5 anni dal 2015 al 2019 – riferisce Coldiretti Puglia - il valore assicurato è sceso del 49% e il numero di aziende che sottoscrivono polizze assicurative del 43%.
“Le ragioni del basso ricorso alle assicurazioni – insiste il presidente Cavallo - è stato spiegato da un sondaggio di Ismea, costi troppo alti, estrema sfiducia nel sistema dei rimborsi, complessità nella sottoscrizione delle polizze con periodo di stipula non più rispondenti ai tempi e alla violenza dei fenomeni divenuti tropicali”, denuncia Cavallo.
La tropicalizzazione del clima con fenomeni violenti e controversi che si abbattono sulle campagne ha provocato 3 miliardi di euro di danni in Puglia negli ultimi 10 anni. “Lo sviluppo delle assicurazioni in agricoltura non può più prescindere – incalza il presidente Cavallo - da nuovi strumenti avanzati, dai satelliti ai sistemi previsionali, dagli indici di vegetazione alle nuove tecnologie e da una maggiore competitività dei prodotti assicurativi”.
Le evidenze climatiche di questi ultimi anni mostrano come soprattutto sulle colture più diffuse in Puglia, a partire da frutteti, uliveti e cereali, sono gli andamenti climatici (pioggia persistente, mancanza di acqua prolungata senza arrivare ad una siccità in senso tecnico, sviluppo conseguente di malattie ecc.) che determinano la diminuzione delle produzioni e quindi dei redditi.
Per questo è da rivedere a fondo il meccanismo del Fondo di Solidarietà Nazionale per le calamità naturali che così com’è non risponde più alla complessità, violenza e frequenza degli eventi calamitosi, ma anche il meccanismo assicurativo – conclude Coldiretti Puglia - deve essere ripensato, perché le polizze multirischio non coprono assolutamente le colture dagli eventi estremi che si stanno verificando a causa della tropicalizzazione del clima, oltre ad essere eccessivamente onerose.
 
 


 

In un momento in cui tutti i marchi hanno spazi sempre più  ampi sui social network, alcuni grandi  player dell’e-commerce, si stanno spingendo verso reti di negozi fisici. Amazon nel 2019 aveva  infatti annunciato l’intenzione di aprire 3.000 negozi entro il 2021. Ed anche Zalando con i suoi 10  punti vendita fisici conferma  questa tendenza.  Insomma, le nuove strategie  dell’e-commerce mostrano che il commercio fisico, lungi dall’essere superato, rimane fondamentale per aumentare le vendite. Il punto è  l’autenticità dell’offerta, la possibilità di  offrire una esperienza reale al consumatore perché comunque il contatto umano ha un ruolo importante.  La conferma viene  dai numeri, infatti  secondo una indagine di Ayming Lab:  Il 90% dei consumatori accede al negozio per il prodotto stesso (sensazione e tatto) ed il  50%, per provarlo, il  52% per  portarlo a casa subito,  pesa anche  il lato relazionale  39% ed in particolare i consigli dei venditori per il 25%.

Detto ciò, è un dato di fatto che durante il lockdown le vendite on line abbiano registrato un impennata (+ 80%), ha giocato il fattore necessità e probabilmente anche il fermo forzato, il timore di non avere scorte a sufficienza, considerato che c’è persino chi ha pensato bene di fare  scorte di acqua minerale.

E anche vero però che proprio in quei  70 giorni di blocco forzato delle attività del commercio abbiamo preso atto di tutti i limiti dell’e-commerce:  ci è mancato il  contatto umano, la possibilità di toccare e valutare da vicino la merce.  Soprattutto abbiamo capito quanto i negozi contribuiscano a rendere viva la  città, e quanto le attività di vicinato siano importanti per la sicurezza delle nostre città e  paesi perché creano relazioni umane e personali,  forniscono servizi importanti, specialmente per le persone che hanno una mobilità ridotta. Avere  dei  negozi nei luoghi dove si vive e si lavora  significa: comperare  la quantità necessaria; evitare gli sprechi; relazionarsi con un negoziante in grado di fornire consigli utili e personalizzati;   rispettare  l’ambiente poiché si limitano gli spostamenti; risparmiare tempo.

“La  crisi economica dell’ultimo decennio – commenta Leonardo Giangrande, presidente prov. di Confcommercio- ha di molto indebolito il  commercio di vicinato, e non da meno vi hanno contribuito  le scelte di sviluppo urbanistico spesso lontane da una corretta pianificazione. In particolare le scelte insediative dei grandi centri  commerciali che spesso hanno  generato   un uso degli spazi extra urbani   a scapito dei centri storici e delle aree a vocazione urbana. I distretti urbani del commercio si pongono proprio questo obiettivo: riaffermare il valore sociale e culturale del commercio tradizionale, attraverso  la costruzione di programmi e strategie che mettano in relazione istituzioni e imprese. I negozi diventano così uno strumento di rigenerazione urbana per combattere la desertificazione commerciale dei centri storici e dei quartieri e fornire servizi di prossimità alla popolazione residente.”

L’esperienza del Covid ha riportato al centro la questione del rilancio  del commercio di vicinato e della necessità  di organizzare e sostenere le imprese del  commercio, le piccole attività artigiane  ed i pubblici esercizi attraverso interventi di sistema  che incentivino  le polarità urbane, promuovano le risorse del territorio,  alimentino un clima di fiducia, stimolino i consumi.

“Abbiamo sino ad ora – afferma Giangrande- puntato su una strategia difensiva , di sopravvivenza per uscire dal Covid, ma è giusto ora  coltivare i fattori di rilancio che possono giocare a favore delle attività di prossimità. Dopo questa crisi vediamo un commercio più attento al servizio al cliente, più consapevole della necessità di lavorare per migliorare la esperienza emotiva e sensoriale del cliente  e della necessità di  usare tutte le leve del marketing moderno, per trovare soluzioni  e formule nuove di vendita. ConfcommercioTaranto lavorerà per sostenere le imprese del commercio  verso la fase tre della ripresa. Metteremo in atto i nostri strumenti e l’operatività della nostra struttura tecnica  per facilitare l’accesso al credito, ai servizi, alla formazione, alla digitalizzazione.  Avvieremo inoltre un percorso di comunicazione che  promuoverà il commercio di prossimità, parleremo ai consumatori per spiegare loro  il valore del negozio vicino casa e quanto sia, per noi commercianti, importante e stimolante  la considerazione del cliente. Già nei prossimi giorni lanceremo un hashtag che accompagnerà tutte le nostre iniziative sino a fine annoVogliamo stringere sempre di più il nostro patto di fiducia con i cittadini, che sono in assoluto i nostri più importanti interlocutori. ”

 

 

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