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Giornale di Taranto - Artigianato, Commercio & Agricoltura

Con un provvedimento firmato dal direttore generale Asl Taranto, Stefano Rossi, sanitario, Vito Gregorio Colacicco, e amministrativo, Andrea Chiari, sono stati disposti il trasferimento del reparto di Oncologia dall’ospedale Moscati di Taranto alla casa di cura Villa Verde da domenica prossima e del reparto di Ematologia dall’ospedale Moscati di Taranto alla casa di cura D’Amore. Entrambe le cliniche private - accreditate col Servizio sanitario nazionale - sono a Taranto. Il trasferimento è adottato “considerato che l’evolversi della situazione epidemiologica e l’incremento dei ricoveri  e dei controlli finalizzati all’accertamento, alla prevenzione e alla cura del contagio Covid 19,richiede l’adozione di immediate d urgenti misure necessarie ad evitare il diffondersi del contagio da Coronavirus”.

Al Moscati di Taranto, nella zona di Taranto Nord, sono infatti ubicati sia il reparto Infettivi che la Rianimazione dove vengono ricoverati i casi più critici di Coronavirus

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Sono 551 in Puglia le persone contagiate da coronavirus: il dato è stato fornito dalla Protezione civile nel consueto aggiornamento delle ore 18. Ieri il dato della Protezione civile parlava di 478 casi, quindi l'incremento nelle ultime 24 ore è stato di 73 casi.

Il dato è stato fornito dalla Protezione civile nazionale che ha sospeso la trasmissione dei dati epidemiologici sul coronavirus ai sindaci, in attesa di una definizione di nuove procedure da definire con Anci e Regioni. 

 

 

l sindaco Rinaldo Melucci ha firmato un’altra ordinanza che interviene su diverse attività ad alto rischio.

 

«La situazione nel Paese resta drammatica, permane ancora grande confusione rispetto alle misure da adottare per contenere la

diffusione del contagio, ma proseguiamo con un approccio restrittivo che, al netto delle successive evidenze scientifiche, attualmente

appare come il più efficace».

Con questo commento, il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci ha firmato un’altra ordinanza che interviene su diverse attività che

presentavano profili di rischio. La prima misura, adottata a seguito di un confronto con Ordine dei Farmacisti e Federfarma, riguarda

la chiusura di farmacie e parafarmacie dalle 18:30 alle 8:30, con eccezione delle farmacie di turno con apertura notturna, domenicale

e festiva. Tale disposizione sarà efficace da lunedì 23 marzo, fino al 3 aprile.

Ha effetto immediato, invece, il divieto di effettuare attività motoria all'esterno delle proprie abitazioni. L’uso della bicicletta e lo

spostamento a piedi saranno consentiti solo per le motivazioni previste dai decreti governativi, ossia lavoro, ragioni di salute o altre

necessità di sussistenza. Restano consentite le uscite per permettere agli animali da compagnia di espletare le proprie funzioni

fisiologiche, ma solo nella prossimità delle rispettive abitazioni.

Sospese con effetto immediato anche tutte le tipologie di gioco (per esempio slot machines, video lottery, scommesse, 10eLotto) che

comportino stazionamento o permanenza degli avventori nelle tabaccherie o altri locali autorizzati.

Una precisazione rispetto alle precedenti ordinanze riguarda l’apertura di edicole e rivendita di giornali e riviste nelle giornate

domenicali e festive: è consentita dalle 7:30 alle 13:30.

Questa ordinanza integra le precedenti, tra le quali ricordiamo le misure  più importanti per la comunità: chiusura di supermercati e

rivendite di generi alimentari dalle 18:30 alle 7:30 e per tutta la giornata nei festivi, chiusura totale dei distributori automatici

cosiddetti "H24" e chiusura dei parchi.

«Comprendiamo che il sacrificio richiesto è grande – ha aggiunto il primo cittadino –, ma in questo momento preservare la salute

pubblica è un obbligo al quale siamo chiamati tutti e che pone in secondo piano le ricadute di natura economica delle quali ci

occuperemo successivamente, con altri provvedimenti».



 

 I controlli in materia di Coronavirus effettuati in provincia di Taranto hanno riguardato quasi 20mila persone, 19.518 per l’esattezza. Lo comunica la Prefettura di Taranto tracciando un primo bilancio dei controlli interforze, effettuati cioè da Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizie Locali. I denunciati sono invece 650. Inoltre, 7.262 sono stati gli esercizi commerciali controllati, di cui tre sanzionati amministrativamente. Scattata anche una ordinanza di chiusura per cinque giorni. Per la Prefettura di Taranto, “l’incremento che si è registrato negli ultimi giorni sul numero di violazioni contestate, induce a ribadire ancora una volta l’assoluta necessità della collaborazione di tutti e di ciascuno nel rispettare le prescrizioni e limitare i contatti sociale per scongiurare ogni possibile occasione di contagio”.

Il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, e il presidente della Provincia di Taranto, Giovanni Gugliotti, chiedono “trasparenza sui dati e le attività legati all'emergenza sanitaria”. “Siamo tutti al lavoro - affermano in una dichiarazione congiunta - per questa emergenza Covid-19, ma anche se la macchina e le nostre città stanno rispondendo a dovere, qualcosa va ancora risolto. Ci appelliamo  dunque al senso di responsabilità e alla sensibilità di tutti gli attori istituzionali, locali e regionali, perché questa emergenza sta dimostrando un impatto devastante per la vita delle nostre comunità. Dobbiamo essere messi in grado di gestire correttamente anche l'informazione. Siamo certi che l'etica possa prevalere sopra ogni considerazione, affinché questa pandemia lasci in tutti una grande lezione di civiltà e un rafforzato senso della collettività”. Per Melucci e Gugliotti, “le autorità sanitarie sui nostri territori, cioè i sindaci, sono chiamati in questo momento a grandi sforzi organizzativi, a contenere le ansie e una grande pressione da parte dei cittadini, ma purtroppo non sempre ricevono in un tempo accettabile, o a volte non li ricevono affatto, i dati di questa emergenza, i cui numeri per ora e per fortuna restano ancora contenuti nella nostra provincia. Per altro una puntuale e dettagliata circolazione di questi dati sarebbe stata prevista, da ultimo, da una circolare di ieri sera del Viminale prodotta su sollecitazione dell'Anci”.

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha denunciato alla procura di Taranto il presunto caso di un medico dell'ospedale San Pio di Castellaneta, che sarebbe rientrato a lavorare dopo essere stato a Milano, nonostante avesse già i sintomi della malattia, e avrebbe contagiato sette tra medici e infermieri. “Ho appreso della vicenda riguardante l’ospedale “San Pio” di Castellaneta dal direttore generale della Asl Taranto Stefano Rossi, dal direttore del Dipartimento di prevenzione di Taranto dott. Michele Conversano, dal Direttore Sanitario dell’ospedale San Pio di Castellaneta dott. Emanuele Tatò - ha detto Emiliano - Ho anche avuto un’importante relazione telefonica sui fatti da parte del Sindaco di Castellaneta, Giovanni Gugliotti ,lui stesso esposto a rischi della condotta del soggetto che, dipendente dell’Ospedale San Pio, aveva proprio il compito di vigilare il rispetto da parte di tutti delle regole di igiene atte a prevenire l’estendersi del contagio. Per questa ragione ho telefonato subito al procuratore della Repubblica di Taranto, Carlo Capristo, per consentirgli di iniziare tempestivamente la sua doverosa indagine". 

Inoltre un procedimento disciplinare finalizzato  all’eventuale sospensione e successivo licenziamento del medico dell'ospedale di Castellaneta (Ta) positivo al coronavirus, che avrebbe contagiato alcuni colleghi, è stato avviato dall'Asl di Taranto. A darne mandato al direttore generale Stefano Rossi è stato il governatore Michele Emiliano. "A causa di quanto accaduto saranno probabilmente chiusi molti reparti dell’Ospedale e posti in quarantena moltissimi sanitari. Il danno provocato alla comunità è enorme". Emiliano ha anche sottolineato che "molto probabilmente queste condotte violano diverse norme penali che prevedono gravi conseguenze sull’autore dell’eventuale reato". In particolare, al medico potrebbe essere contestato il reato di diffusione colposa della malattia. L'inchiesta penale procederà parallelamente a quella disciplinare, che - ove i fatti ipotizzati venissero oggettivamente accertati - potrebbe concludersi con il licenziamento.

A causa di quanto accaduto, saranno probabilmente chiusi molti reparti dell’ospedale e posti in quarantena moltissimi sanitari. Il danno provocato alla comunità è enorme.

 

Sono in corso di effettuazione i tamponi a medici e operatori sanitari dell’ospedale San Pio di Castellaneta (Ta) dopo il caso positivo di Coronavirus riscontrato ad un dirigente medico di Medicina, attualmente ricoverato all'Ospedale Moscati di Taranto. Allo stato, risultano 7 casi positivi e 3 dubbi. Dei 7 positivi, 3 riguardano primari dell’ospedale e 4 tra infermieri e ausiliari. Il medico ora ricoverato aveva infatti avuto nei giorni scorsi diversi contatti con colleghi ora risultati positivi al Coronavirus. Nessun provvedimento è stato per ora preso circa l’ospedale di Castellaneta. La situazione è seguita oltreché dall’Asl Taranto anche dal Comune di Castellaneta.

 La Cisa, azienda di Massafra (Ta), ha donato dieci ventilatori polmonari all’ospedale San Giuseppe Moscati di Taranto come aiuto per combattere il Coronavirus. La donazione è stata fatta al responsabile di Pneumologia, Giancarlo D’Alagni. “L’impegno delle persone e delle imprese - annuncia la Cisa - non sempre si può misurare con il metro arido degli zeri che arricchiscono le donazioni. Nella difficile battaglia contro il contagio da Coronavirus ogni contributo fatto con entusiasmo ha un valore enorme, e in questi giorni le iniziative di cittadini e imprese per soccorrere mostrano un valore umano altissimo”. “Anche la Cisa, l'azienda di Massafra che si occupa di ambiente e condivide la consapevolezza che è necessaria una inversione di tendenza nell'impiego di risorse, ha voluto sostenere gli sforzi della sanità tarantina, nella lotta contro il Covid-19. La Cisa ha reso da subito disponibili 4 ventilatori polmonari, ordinandone altri 6 che saranno disponibili agli inizi della prossima settimana, per il reparto di pneumologia e malattie infettive dell'ospedale Moscati di Taranto allo scopo di dare un contributo concreto al nostro Paese in un momento di emergenza nazionale che non ha precedenti nella storia italiana recente”.

 

“Si tratta - afferma ancora l’azienda di Massafra - di una azione coerente con l’impegno quotidiano della Cisa di essere vicino alle persone attraverso la formula che, tramite l'unione delle diverse competenze e delle esperienze, permette di fornire risposte efficaci e di alta qualità, riducendo al minimo l'impatto ambientale ed ottimizzando i processi di produzione di energia”. “Ci sono cose nella vita più importanti di tutte - dice il presidente della Cisa, Antonio Albanese -. In un momento in cui tutti noi dobbiamo prenderci cura di chi è più vulnerabile, dobbiamo agire - aggiunge - con la massima responsabilità, seguendo le indicazioni delle autorità competenti”. “A nome della società - afferma Albanese - sono orgoglioso di sostenere, con questa donazione, gli sforzi ammirevoli messi in campo da tutti coloro che stanno lavorando per fronteggiare questa emergenza. La salute e la sicurezza dei nostri cari è la nostra massima priorità”. “Gli appelli dei medici si moltiplicano - conclude Albanese - ciascuno è chiamato a dare il proprio contributo a sostegno dell'intera comunità. Insieme ce la faremo”.

 Appello a tutta la filiera per una alleanza ‘Salva spesa Made in Puglia’ con la richiesta alla Regione Puglia di convocare immediatamente il ‘tavolo latte’ regionale per affrontare l’emergenza Coronavirus, garantendo regolarità delle forniture alimentari ai consumatori pugliesi e combattendo qualsiasi forma di speculazione sul cibo dai campi alle tavole. E’ quanto richiesto da Coldiretti Puglia che ha inviato al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, nella duplice veste anche di Assessore all’Agricoltura, affinché convochi in videoconferenza con urgenza il ‘Tavolo latte’ che metta insieme tutti gli attori della  filiera, dagli allevatori ai caseificatori, dai commercianti alla Grande Distribuzione Organizzata, al fine di sostenere le produzioni regionali e offrire tutte le forme di sostegno possibili a garantire il ritiro del prodotto ed il sostegno al prezzo.

 

“Non c’è tempo da perdere perché la situazione è critica”, dice Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia. “Stiamo attivando ogni iniziativa utile per garantire la tenuta del livello di prezzo del latte facendo appello alla GDO affinché, con senso di responsabilità, scelga prodotti lattiero-caseari pugliesi, all’industria casearia affinché ritiri solo latte pugliese, alle Istituzioni Ismea ed AGEA per aprire tutti i canali possibili per smaltire le produzioni, a partire dal ritiro per indigenti ed altro forme di sostegno da individuare di concerto con la Regione Puglia”, aggiunge il presidente Muraglia. Per affrontare l’emergenza Coronavirus, intanto, nasce l’alleanza salva spesa Made in Italy con agricoltori, industrie alimentari e distribuzione commerciale che si impegnano a garantire regolarità delle forniture alimentari agli italiani e a combattere qualsiasi forma di speculazione sul cibo dai campi alle tavole”.

 

Coldiretti ha promosso l’iniziativa insieme a Filiera Italia con l’adesione di Conad, Coop, Auchan, Bennet, Cadoro, Carrefour, Decò, Despar, Esselunga, Famila, Iper, Italmark, Metro, Gabrielli, Tigre, Oasi, Pam, Panorama, Penny, Prix, Selex, Superconti, Unes, Vegè. Coldiretti al contempo ha approntato “un vademecum di comportamenti virtuosi che permettano agli allevatori pugliesi – spiega il presidente di Coldiretti Taranto, Alfonso Cavallo - di continuare a produrre, evitando, però, in questa fase contingente e provvisoria, di immettere sul mercato quantità di prodotto che risulterebbero eccessive rispetto alla domanda, arrivando ad un lieve contenimento della produzione, così da scongiurare diminuzioni del prezzo del latte”. “Stiamo consigliando ai nostri allevatori – aggiunge nel dettaglio il presidente Cavallo - di aumentare la quota di foraggi nelle razioni, rimodulare la somministrazione di concentrati nelle vacche a medio-avanzato stadio di lattazione, anticipare di non più di 10 giorni l’asciutta delle vacche a fine lattazione e ridurre il numero delle mungiture delle vacche a fine lattazione, e nel caso di robot, limitare a 2 le mungiture della mandria”. Coldiretti Puglia consiglia ancora di anticipare l’uscita degli animali già destinati alla riforma e di alimentare i vitelli con latte munto. Infine, Coldiretti ricorda che deve essere riservata la massima attenzione da parte degli allevatori verso i loro salariati affinché siano assicurati elevati livelli di sicurezza e precauzione per evitare i contagi che, oltre ad avere ripercussioni sulla salute, metterebbero “fuori gioco” le stalle dato che, in assenza di personale, non si potrebbe garantire l’essenziale attività giornaliera.

L’ospedale di Castellaneta (Ta) ha già  rilevato “i nominativi di tutto il personale che può aver avuto un contatto stretto” col medico dello stesso ospedale San Pio risultato positivo al Coronavirus “prima e dopo la data del 7.3.2020”. La data del 7 marzo è quella in cui è cominciata “l’assenza dal lavoro del dirigente medico in questione”. Si tratta di dirigente medico di Medicina, con “accertata positività al tampone”, riferisce l’ospedale di Castellaneta, e “diagnosi di polmonite interstiziale”,  ora ricoverato nell’ospedale San Giuseppe Moscati di Taranto. Si dispone altresì, da parte del nosocomio di Castellaneta, per tutto il personale sanitario, amministrativo e di Sanità Service operante presso la direzione medica, l’esecuzione del tampone orofaringeo e la sospensione dal lavoro sino alla consegna del relativo referto. Un primo gruppo di tamponi è già stato effettuato il 18 marzo e un’altra serie sarà effettuata oggi.

 

Il medico risultato positivo a Castellaneta era andato nell’ospedale dal quale dipende per sottoporsi ad intervento avendo già febbre a seguito di Coronavirus e non transitando dal pretriage, come affermato oggi anche dal sindaco di Castellaneta, Giovanni Gugliotti. La disposizione per sottoporsi ai controlli riguarda ora “dirigenti responsabili e coordinatori infermieristici di tutte le unità operative del presidio ospedaliero San Pio  che nei giorni precedenti al 7 marzo hanno svolto riunioni di diverse ore” sia col medico in questione che con la dirigenza medica “nella saletta della direzione”. Riguarda inoltre alcuni addetti di Endoscopia digestiva per esecuzione di Egds e colonscopia allo stesso medico risultato positivo al Coronavirus; alcuni addetti di Oncologia per consulenza medica chiesta dallo stesso medico positivo al Coronavirus; il personale della Medicina accettazione e urgenza (Mecau) “per richiesta di prestazione” alle ore 1 del 13 marzo;  nonchè alcuni operatori di Radiologia “per esecuzione di rx torace nella notte del 13 marzo”. Si stabilisce inoltre che “quattro dirigenti medici della Medicina, attualmente risultanti ammalati, effettueranno il tampone il 23 marzo, prima data utile sulla base dei certificati di malattia inviati alla direzione”. “Tutti gli operatori sanitari - si legge infine nella disposizione del San Pio di Castellaneta - che presenteranno sintomi potenzialmente ascrivibili al Covid 19 devono richiedere l’esecuzione del triage presso la sorveglianza sanitaria”.

 "In Puglia il numero di nuovi casi è da qualche giorno costante": lo ha scritto su twitter l'epidemiologo Pierluigi Lopalco, consulente della task force della Regione Puglia, rilanciando il tweet con cui ieri sera il governatore Michele Emiliano spiegava che "Per tre giorni di seguito i casi positivi di Covid sono aumentati sempre intorno alla stessa cifra. La maggioranza dei pugliesi che si è chiusa in casa sta dando una risposta all’incremento del virus. Dobbiamo continuare così". Un invito rilanciato da Lopalco: "Sono giorni preziosi che ci permettono di preparare al meglio la risposta. Vi prego restate chiusi in casa!"

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