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Giornale di Taranto - Artigianato, Commercio & Agricoltura

“Oggi Taranto non è più interessata a perfezionare le cautele nei "wind days", oggi noi non siamo semplicemente più disponibili a vivere giorni di "wind days". Tutta Italia sta toccando con mano quanto sia complicato e doloroso restare ingiustamente segregati e privati delle più normali libertà ed attività“. Lo dichiara il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, circa lo studio effettuato da esperti e ricercatori a proposito della revisione dei criteri alla base dei “wind days”. Questi sono i giorni in cui le particolari condizioni del vento, spingendo verso la città le polveri minerali del siderurgico ArcelorMittal, ex Ilva, determinano la necessità di adottare precauzioni di sicurezza per la popolazione che risiede nei quartieri di Taranto più esposti perché più vicini all’impianto industriale.

 

Per il sindaco di Taranto, “ogni studio è interessante e forse utile, ma no, grazie. Cambiare gli orari di apertura delle finestre non è più in discussione - afferma Melucci -. Possiamo solo discutere dello stop delle fonti inquinanti e del ritorno ad una vita normale. Come vale per tutti i cittadini del mondo civilizzato”. E infatti dal 29 marzo scorso il sindaco ha dato esecuzione alla seconda parte della sua ordinanza sulle fonti inquinanti che prevede che ArcelorMittal, gestore della fabbrica, e Ilva in amministrazione straordinaria, proprietaria, fermino gli impianti entro 30 giorni perché non hanno adempiuto all’intimazione di individuare e rimuovere le stesse fonti inquinanti, che era il primo obbligo del provvedimento. Per il sindaco di Taranto, il Comune di Taranto, “che pure è un mero esecutore, aveva più volte richiesto l'aggiornamento della delibera regionale del 2012, che regolamenta le misure nei giorni definiti "wind days". E sulla assurdità di far vivere segregata, ancora nel 2020 e al tempo del coronavirus, una intera comunità nei numerosi giorni di vento dell'anno, piuttosto che intervenire con convinzione sulle fonti inquinanti, siamo tutti d'accordo”. “Ma ormai il tema, ancorché significativo dal punto di vista scientifico, sembra meno attuale”, afferma Melucci riferendosi al particolare momento determinato dal coronavirus. 

 

di Ingrid Iaci

A chi sostiene quanto è democratico il coronavirus, che questo male è come la livella perché colpisce tutti, bisogna dire: non è vero!

Il coronavirus non è democratico. È vero ha colpito altezze reali, capi di stato, attori e calciatori alla stessa stregua di centinaia di persone comuni. 

Ma non si racconti la favola che è la stessa cosa essere colpiti dal virus in Italia piuttosto che in Cina, in America piuttosto che Ecuador o India.

Le immagini che arrivano da questi angoli remoti del mondo rivelano in realtà ciò che già sappiamo, mettono ancora più in evidenza il grande divario tra i cosiddetti paesi industrializzati e i paesi del terzo mondo.  Non che si voglia qui affermare che nei paesi industrializzati si stia evitando il disastro che questa pandemia porta con sè, anzi!, ma è pur vero che il grado di civiltà quantomeno evita di vedere scene di sanificazione di massa come in India, per strada, con gettiti di disinfettante sulla folla o corpi buttati nei cassonetti o peggio ancora bruciati per strada come in Ecuador. 

Come era facilmente prevedibile, la diffusione del virus in queste aree del mondo crea ben altre preoccupazioni, non certo quelle relative ai posti letto, alle terapie intensive o ai dispositivi di protezione individuale. 

Qui siamo all’anno zero delle condizioni igieniche, delle condizioni minime di vivibilità.

E allora forse occorrerebbe fare una riflessione in più su ciò che è stata l’agire politico delle potenze mondiali di questi ultimi decenni. 

“Non ci siamo ridestati di fronte a guerre e ingiustizie planetarie, non abbiamo ascoltato il grido dei poveri, e del nostro pianeta gravemente malato” ha detto il Papa in preghiera nel mezzo di una deserta piazza San Pietro, sintetizzando in pochissime righe la politica internazionale degli ultimi decenni.

Forse è davvero arrivato il momento di rendersi conto che le nazioni non possono più permettersi di pensare per sè, questo male ha dimostrato quanto piccolo è questo villaggio globale chiamato Terra e che, come nelle comuni famiglie, è meglio trovare una formula che vada bene a tutti.

Una lezione, a questo punto, dovremmo averla imparata, e cioè capire che ciò che è accaduto in Cina non era poi tanto lontano da quello che di lì a poco sarebbe arrivato nelle nostre case e che, giammai, nella drammatica emergenza che stiamo vivendo, avremmo potuto fare a meno degli aiuti della Cina, della Russia, di Cuba e dell’Albania. 

Nè tantomeno Germania, Spagna, Francia, Inghilterra, o America, in un primo momento incredule e “distanti” rispetto a quanto stava accadendo in Italia, possono ora permettersi di non tener conto delle esperienze maturate in Italia o altrove in termini di terapie, distanziamento sociale e quant’altro.

Come noi per primi abbiamo tratto insegnamento dall’esperienza cinese, così gli altri Paesi stanno osservando con attenzione ed interesse a ciò che accade nello stivale.

Ecco, allora sarebbe auspicabile se diventasse prassi questo guardarsi gli uni con gli altri con gli occhi del reciproco aiuto, mettendo al centro degli interessi internazionali la salute delle persone, il ben-essere di tutti gli esseri umani. 

Senza falsa retorica, occorre riprendere in mano il destino del mondo senza dimenticare i problemi di sempre: povertà, fame e pace nel mondo.

L’appello è rivolto ai Paesi industrializzati, come sempre, alle grandi potenze che hanno abbandonato quei mondi meno sviluppati, nei decenni che hanno preceduto questa incredibile esperienza. Quei Paesi che oggi, con un bagno di umiltà, hanno dovuto piegarsi di fronte ad un essere infinitamente minuscolo, invisibile che ha messo in ginocchio le economie mondiali.

Quei Paesi che hanno dovuto ingoiare una pillola amara, prendere coscienza che era tutta una illusione, quella di credere di essere sani, forti, invincibili, in una società che, invece, era tutto “malata”. 

Se vai da solo vai piano ma tutti insieme si va lontano, recita un proverbio africano, che in questo momento suona come il migliore dei consigli.

di Ines Donatelli

Il desiderio di portare avanti l’idea di una lettura irriverente, divertente e innovativa e di non lasciare a “digiuno” i piccoli lettori curiosi in questi giorni così difficili, nasce a Taranto il “Libro d’Asporto”. 

La voglia di continuare a lavorare per un progetto in cui si crede fortemente ha condotto le due librarie, Francesca e Roberta, a reinventarsi nel giro di pochissimi giorni. Così grazie alla collaborazione di Daniele Marchetti, communication specialist e CEO di MIDA, creativo ed esperto in digital marketing,  è nato il nuovissimo sito web su base e-commerce che consente ai genitori di acquistare un libro e di farselo consegnare direttamente a casa nel giro di pochissimo tempo.

Inoltre  una sezione “Lab Online” ed un canale YouTube privato  integrano il sito permettendo così ai piccoli lettori e loro genitori di impegnarsi in attività divertenti e fantasiose e sulla pagina facebook quasi ogni giorno alle 18.30 è possibile seguire in diretta le video-letture. 

La libreria indipendente Ciurma nasce a Taranto con l’obiettivo di creare in città uno spazio aperto e punto di riferimento per i bambini e per le loro famiglie mixando divertimento, cultura e attenzione ai bisogni dei più piccoli con lo scopo di creare una rete sinergica in grado di porre i bambini al centro dell’attenzione. 

“La pandemia non butterà giù la Ciurma Libreria”, canticchiano sorridenti le libraie ai loro piccoli pirati! 

 

 

È possibile contattare Ciurma su : 

 

www.ciurmalibreria.it per seguire i laboratori on Line 

 

www.ciurmastore.it per la scelta dei libri o sala vetrina Facebook

Alla scadenza del decreto prefettizio    su ArcelorMittal il clima è quanto mai acceso. 

“Lasciassero in pace il prefetto di Taranto e si preparassero senza ulteriori indugi. Voglio proprio vedere se il Governo del 'green new deal' e del 'lockdown' questa volta si macchierà dell'onta di creare per loro deroghe inumane”. Lo dice il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, riferendosi ad ArcelorMittal. Circa l’azienda che si deve preparare, il sindaco si riferisce all’assetto impianti al minimo tecnico causa coronavirus. Mentre per quanto riguarda il Governo, il sindaco manifesta la sua contrarietà circa un possibile allentamento della stretta imposta da 26 marzo al 3 aprile all’azienda, ovvero il divieto di commercializzare la produzione tenendo in fabbrica gli impianti accesi solo per esigenze di sicurezza e salvaguardia con 3500 addetti al giorno sui tre turni. “Se non spengono tutto per il coronavirus - afferma il sindaco di Taranto riferendosi ad ArcelorMittal - lo devono fare per le emissioni inquinanti che ancora provocano e per effetto dell'ordinanza sindacale che pende sulle loro teste. Impianti in standby e lavoratori al sicuro a casa, con buona pace dei ricavi? Ben arrivata sulla Terra del 2020 ad ArcelorMittal - rileva il sindaco di Taranto -. Hanno finalmente scoperto la pandemia globale e compreso i sacrifici di qualunque impresa mondiale” 

 

I sindacati: l’unica soluzione è il minimo tecnico degli impianti 

 

Dopo comunicazione da parte di Arcelor-Mittal alle aziende dell’indotto sulla riduzione del 25% della forza lavoro a cui si è aggiunta, ulteriore comunicazione aziendale sulla sospensione e relativo posticipo, delle attività AIA che impegna circa 900 unità all’interno della fabbrica, auspichiamo che questi provvedimenti, portino ad una effettiva e significativa riduzione delle presenze in stabilimento.

Per quanto riguarda Arcelor Mittal, continuiamo a ritenere, che l’unica strada percorribile per poter diminuire la presenza dei lavoratori in fabbrica, al fine di ridurre al minimo il rischio di contagio da COVID-19 era e rimane, il minimo tecnico di marcia (salvaguardia impianti).  

Il minimo tecnico rappresenta quella condizione utile in cui l’azienda, in attesa delle restrizioni Governative, deve mettere in campo tutte le iniziative utili per una marcia che garantisca la salute e la sicurezza dei lavoratori.

Auspichiamo risposte concrete come da richieste inoltrate, da parte aziendale e da tutte le istituzioni coinvolte, a tutela della salute di tutti i lavoratori e le loro famiglie.

Nella riunione di oggi con il Prefetto abbiamo ribadito le nostre preoccupazioni su quanto elencato.

Un'ordinanza di requisizione di due macchinari per diagnosticare il coronavirus, prodotti dall'azienda Masmec di Modugno e destinati alla Regione Veneto, è stata firmata dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. Ne dà notizia l'edizione di oggi della Gazzetta del Mezzogiorno. L'ordinanza numero 195 è stata pubblicata il 1 aprile sul Burp (Bollettino ufficiale Regione Puglia) ma non ancora notificata alla ditta interessata. La Masmec ha già realizzato un primo esemplare di "tecnologia innovativa idonea a velocizzare la diagnosi della positività-negatività al coronavirus", è scritto nell'ordinanza, che è stato donato al Policlinico di Bari, dove è attualmente in funzione.

 

 Secondo Emiliano, "una sola strumentazione non è affatto sufficiente a colmare il delta amplissimo tra le analisi realizzabili in Puglia e quelle realizzabili in altre regioni". Contestualmente, chiarisce ancora l'ordinanza, esiste un'impossibilità "di acquistare immediatamente almeno due dei macchinari in pronta consegna", per l'indisponibilità sul mercato di tali strumentazioni, e questo "potrebbe comportare grave danno alla salute dei cittadini pugliesi, che non beneficiano attualmente di un numero di tamponi uguali a quelli di altre regioni, meglio rifornite di macchinari reagenti". Per questo motivo, il governatore ha prima chiesto la disponibilità dei macchinari alla Masmec e, di fronte alla notizie che "che tali strumentazioni risultavano già destinata a un'azienda" di un'altra regione, ha firmato l'ordinanza di requisizione, dando mandato ai carabinieri per l'esecuzione

La Regione ha potere di requisizione

 

 

“Il presidente della Regione è individuato quale soggetto attuatore" dell'ordinanza 630 del 20 febbraio 2020, con cui a Protezione civile ha disposto i Primi interventi urgenti di protezione civile in relazione all'emergenza coronavirus: è questa la base normativa su cui il governatore Michele Emiliano ha costruito l'ordinanza con cui ha disposto la requisizione di due macchinari della Masmec destinati al Veneto. Tale potere, nello specifico, sarebbe conferito tramite il Decreto legge 17 marzo 2020, sulla "Misure di potenziamento connesse all'emergenza epidemiologica da Covid19" e, in particolare, l'articolo 6, relativo a "Requisizioni in uso o in proprietà". La requisizione riguarda 2 strumentazioni tecniche complete (piattaforme automatiche e reagenti necessari) realizzate per la diagnosi della positività-negatività al coronavirus". Viene disposta la consegna delle strumentazioni requisite in favore dei laboratori, che saranno indicati dal direttore del Dipartimento Politiche della salute, Vito Montanaro. L'ordinanza dispone, infine, che alla Masmec "sia liquidata immediatamente un'indennità in misura equivalente al valore corrente di mercato della strumentazione".

 

 

Ora si cerca accordo 

 

 

“La requisizione non è avvenuta perché di fronte alle legittime esigenze della Puglia la ditta Menarini e la ditta Masmec si sono subito adoperate per trovare l’adeguata soluzione, che è in via di individuazione": lo dichiara il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano con riferimento agli articoli di stampa che riferiscono del provvedimento di requisizione di strumentazioni. L'ordinanza è stata firmata il 1 aprile e pubblicata sul Burp, per essere inviata ai carabinieri per l'esecuzione, ma non era ancora stata notificata alla Masmec, perché "si sta trovando un accordo". "Per tale ragione - spiega Emiliano - non era stata data ancora notizia del provvedimento”.

Degli 11 milioni e 500 mila euro che la Regione Puglia ha deliberato per contribuire ad alleviare i problemi di chi ha gravi problemi di sostentamento per soddisfare i bisogni primari delle famiglie, 

ben 1.617.252 euro sono stati destinati alla provincia di Taranto. Le risorse stanziate saranno ripartite tra i Comuni pugliesi nel rispetto dei criteri adottati dall’ordinanza della protezione civile n°658/del 29.03.2020:

- una quota dell’80% viene calcolata in base alla percentuale della popolazione residente in ogni comune rispetto a quella della popolazione complessiva regionale;

- la restante quota del 20% viene calcolata invece in relazione alla distanza tra il reddito pro-capite di ciascun comune e il valore medio nazionale.

 

Per l’assegnazione delle risorse ai singoli nuclei familiari i Comuni dovranno avvalersi della collaborazione dei COC (Centri Operativi Comunali) e del supporto dei rappresentanti locali delle organizzazioni sindacali, delle reti informali di solidarietà sociale, delle associazioni di volontariato e delle organizzazioni del terzo settore presenti nella comunità locale. 

Nell’ambito dell’attuale emergenza sanitaria connessa alla diffusione dell'epidemia di coronavirus Covid-19, il Comando carabinieri per la Tutela della salute, attraverso i dipendenti Nas, sta svolgendo controlli ispettivi e repressivi sulla regolarità delle attività distributive di prodotti medicinali e sanitari nonché all’accertamento di pratiche commerciali illegali o fraudolente, anche su canali on-line. Lo rende noto un comunicato che sottolinea che proprio Internet è diventato, contestualmente all’attuale fase di contenimento sociale, un’importante fonte di approvvigionamento di articoli, tra i quali si possono trovare prodotti con claims accattivanti asseritamente in grado di prevenire e curare patologie polmonari, in particolare, quelle causate dal Covid-19.   

   L’estensione dei controlli dei Nas alla vigilanza online, viene spiegato, ha permesso di individuare siti web ed inserzioni promozionali su social forum e piattaforme di vendita online utilizzati per promuovere e offrire in vendita farmaci falsamente vantanti proprietà anti Covid-19 e kit diagnostici privi di validità o non utilizzabili in autodiagnosi. 

 

 Il Reparto operativo del Comando dei carabinieri per la Tutela della salute, prosegue la nota, nell’ambito di attività info-investigativa condotta sul web per il contrasto al cybercrime farmaceutico, ha dato esecuzione ad un provvedimento d’inibizione all’accesso (oscuramento), emesso dalla Direzione generale dei dispositivi medici e del servizio farmaceutico del ministero della Salute nei confronti di un sito web collocato su server estero, sul quale venivano effettuate la pubblicità e l’offerta in vendita, anche in lingua italiana, di medicinali soggetti a prescrizione medica obbligatoria.    Gli accertamenti condotti hanno consentito di documentare telematicamente pratiche fraudolente come la messa in vendita di un medicinale antivirale a base di umifenovir, pubblicizzato "per la prevenzione e il trattamento negli adulti e nei bambini Covid-19 (sars-cov-2)", per il quale l’Agenzia italiana del farmaco ha già precisato l’assenza di autorizzazione per l’uso in Europa e USA, nonché la mancanza di evidenze scientifiche di efficacia nel trattamento o prevenzione della malattia da Covid-19. Inoltre, sul medesimo sito oscurato, erano offerti in vendita - viene spiegato ancora - una serie di farmaci contenenti principi attivi ad azione dopante a base di 'EPO-CERA', meldonio e clembuterolo, inseriti tra le sostanze proibite in uso sportivo e privi di autorizzazione, tutti destinati ad alimentare il mercato illegale del doping sportivo e nelle palestre.    Il Nas di Torino ha ottenuto dalla procura della Repubblica di Torino il decreto di sequestro preventivo con oscuramento di un sito riconducibile all’offerta in vendita di prodotti vantanti azione terapeutica e medicinale nei confronti dell’infezione virale Covid, configurando l’ipotesi delittuosa di tentata frode in commercio e vendita di medicinali pericolosi per la salute. Analoga richiesta di provvedimento è stata promossa per una serie di annunci pubblicitari, inseriti in una nota piattaforma di commercio on-line, di un farmaco asseritamente dichiarato anti-virale, risultato privo di autorizzazione all’immissione di commercio.    E ancora: i Nas di Bari e di Napoli, nonché la Sezione analisi del Reparto operativo dei Nas, hanno individuato vari siti web che offrono in vendita kit diagnostici in vitro destinati alla verifica ematica del titolo anticorpale dei virus Covid-19. Tali tipologie di prodotti non sono allo stato considerati come prove alternative per la determinazione dell’infezione - viene sottolineato - il cui riferimento rimane l’analisi molecolare effettuata sui tamponi rino-faringei. È in atto un monitoraggio sulle finalità d’impiego e sulle restrizioni d’uso di tali dispositivi, preclusi ad un utilizzo non professionale. 

Questa mattina durante una intervista radiofonica il capo della Protezione civile Angelo Borrelli ha annunciato che con molta probabilità gli italiani saranno chiamati a rimanere in casa anche il 1 di Maggio. Come è noto l’ultimo DPCM ha prorogato fino al 13 di aprile le restrizioni che ora alla luce delle dichiarazioni di Borrelli dovrà sicuramente essere aggiornato. La notizia delle dichiarazioni del capo della Protezione Civile sono state riprese dalle agenzie e dalle più importanti trasmissioni televisive nazionali.

Saranno consegnate oggi  al direttore generale della Asl di Taranto altre 10.170 mascherine FFP2 oggetto di sequestro a Taranto da parte della Guardia di Finanza. Lo annuncia la Prefettura di Taranto. Le mascherine sono state rese disponibili con un provvedimento del procuratore aggiunto della Repubblica di Taranto, Maurizio Carbone. La finalità, spiega la prefettura, è quella di consegnare “i dispositivi di protezione individuale nel più breve tempo possibile al personale sanitario al fine di fornire concreto aiuto e valido supporto agli operatori degli ospedali e del 118”.

Prorogate le sospensioni del pagamento della sosta e della rimozione coatta per lavaggio stradale. 

 

A seguito del Dpcm che proroga la validità dell’emergenza da Coronavirus al 13 aprile, il comandante della polizia Locale di Taranto ha emanato una ordinanza dirigenziale con cui prolunga fino al nuovo termine la sospensione del pagamento degli stalli di sosta. 

 

Con altro atto dirigenziale ha altresì prolungato, ugualmente fino al 13 aprile, la sospensione dei divieti di sosta con rimozione coatta previsti per il lavaggio notturno delle strade. Prosegue invece la sanificazione di tutte le strade.

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