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Giornale di Taranto - Cultura, Spettacoli & Società

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Assegnati i premi “Caravella” a Ernesto Galli Della Loggia (Corriere della Sera); Gennaro Sangiuliano (Rai TG1); Vincenzo Morgante (Rai TGR); Roberto Mastroianni (Rai News 24); Marco Tarquinio (Avvenire); Carlo Borgomeo (Fondazione con il Sud); Felice Uricchio (Università di Bari).

Meno di un mese al via dell’8° edizione del Festival Giornalisti del Mediterraneo, in programma a Otranto dall’6 all’11 settembre, dove, fra i numerosi eventi, si terrà la premiazione dei reportage del concorso “Giornalisti del Mediterraneo”, per le sezioni tematiche “Terrorismo internazionale” e “Libertà di stampa”. I premi “Caravella”, invece, sono stati attribuiti a Ernesto Galli Della Loggia (Corriere della Sera); Gennaro Sangiuliano (Rai TG1); Roberto Mastroianni (Rai News 24); Vincenzo Morgante (Rai TGR); Marco Tarquinio (Avvenire); Carlo Borgomeo (Fondazione con il Sud); Antonio Uricchio (Università di Bari). 

Formazione professionale. Numerosi workshop e seminari formativi si terranno dal 7 fino al 10settembre. I saloni del Castello Aragonese di Otranto ospiteranno, infatti, sette seminari tenuti da importanti firme del giornalismo internazionale, impegnate sul fronte del Mediterraneo e dei suoi scenari in continuo mutamento. Modera Tommaso Polidoro, Presidente del Gruppo Romano Uffici Stampa e Coordinatore Formazione e Innovazione dell'Associazione Stampa Romana.  È possibile iscriversi online attraverso la piattaforma Sigef dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti.

Promuovere il marketing territoriale. Saranno oltre 50 i giornalisti presenti, ospiti del Festival promosso dal Comune di Otranto in partnership con l’Associazione “Terra del Mediterraneo”. Non solo testimoni ma anche spettatori di un evento internazionale che rappresenta l’occasione per valorizzare i talenti del mondo del giornalismo e per rilanciare il patrimonio artistico e culturale di Otranto e del Salento.

“Il premio è un evento che arricchisce la Puglia - spiega Luciano Cariddi, sindaco di Otranto - e promuove la nostra Terra, ricca di storia. Per i giornalisti sarà l’occasione di confrontarsi con una comunità che promuove la fratellanza fra i popoli”. “La nostra missione è aggregare e valorizzare i talenti del giornalismo, aggiunge Tommaso Forte, event manager del Festival Giornalisti del Mediterraneo”.

I reportage. All’evento parteciperanno scrittori, giornalisti, editori, blogger, social media editor, economisti ed esperti dell’informazione. Otranto aprirà le sue porte alle grandi firme del reportage internazionale e sarà la culla di una kermesse di eventi, fra cui dibattiti, mostre e documentari dedicati al tema dei conflitti internazionali. Le iniziative prenderanno vita in Largo Porta Alfonsina e in Piazza Aldo Moro, per l’occasione trasformate in un salotto della comunicazione, adatto ad ospitare presentazioni di libri e numerosi dibattiti

 

Infotel: 346 82.62.198

email:  Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

www.terradelmediterraneo.it  

 

Prosegue l’Angolo della Conversazione, la rassegna organizzata da Yachting Club Porticciolo e BCC San Marzano con il grande comico televisivo.

 

Venerdì 12 agosto prosegue l'Angolo della Conversazione, la rassegna di letteratura, teatro e cabaret organizzata da Yatching Club Porticciolo e BCC San Marzano, con l'attore comico e cantante amatissimo dal grande pubblico Gene Gnocchi ed il suo spettacolo “S’concerto Rock”.
Gnocchi, accompagnato dal suo fedelissimo chitarrista, presenta al pubblico un esilarante spettacolo che vede il poliedrico artista nelle vesti di “The Legend”, anziana rock star tornata sul palco dopo anni di silenzio con la speranza di risolvere i suoi problemi economici.

"The Legend" torna sulla scena per quello che, nelle sue intenzioni, dovrebbe essere di nuovo un grande concerto celebrativo. La celebrazione, però, si trasforma ben presto in un autentico calvario: problemi audio, insubordinazione dei musicisti, giornalisti della stampa estera che lo mettono alla berlina, il traduttore che lo ridicolizza e il pubblico che gli contesta le scelte artistiche. Va da sé che la rock star, nel tentativo di salvare il salvabile, inanelli tutta una serie di piccole sconfitte che culmineranno nel disastro finale durante il quale, per cercare di portare a compimento in modo dignitoso la serata, il nostro tenta un’incursione tra il pubblico con esiti raccapriccianti.Interventi in scena di altri due personaggi come il poeta francese Jean Paul Beltont e l'acculturato poeta moldavo GiryKolar interpretati con grande maestria comica da Gene Gnocchi.

 

 

 

Inzio ore 21.30 – Ingresso €13,00 – Yachting Club Porticciolo – Via Ombrine 4, San Vito (Ta) Info 099 7331195 – 3356386685.

Pina Caiazzo: una lunghissima “Notte di Pizzica” all’insegna dell'allegria, del divertimento e del ballo sfrenato a suon di tamburelli.

 

 

 

Fragagnano (Ta) -  Sabato 30 Luglio 2016 alle ore 21.00 presso la Zona Industriale ( denominata  Zona P.I.P.) del Comune di Fragagnano, i fragorosi rintocchi dei tamburelli e il suono melodico delle castagnette sanciranno l’incipit della tanto attesissima “ Notte della Pizzica ”, giunta alla sua consueta e consolidata settima edizione, evento culturale di musica e danza popolare promosso dal Comune di Fragagnano guidato dalla neo Amministrazione Comunale targata Dott. Giuseppe Fischetti ed organizzato magistralmente dall’Associazione  Culturale e Musicale “ Terra Jonica Salentina ”. “ La Notte della Pizzica ” per la comunità fragagnanese, rappresenta ormai da sette  anni a questa parte, un evento di aggregazione sociale e culturale, una lunghissima notte in cui si fondono canti, balli, storia locale e soprattutto affascinanti esibizioni legate a pratiche e credenze popolari, che come tante piccole tessere litiche, costituiscono il grande mosaico della millenaria ed antica storia locale della Puglia Dauna, Pauceta e Messapica nonché Salentina. “La Pizzica” è quella tipologia tradizionale di espressioni della danza e dei canti di matrice salentina.  Storicamente parlando, non è possibile risalire ad un periodo ben preciso in cui collocarla.  Un rituale, dunque, praticato dalla gente più umile, dedita ai lavori più duri che nei momenti di festa si radunava, e ballando e cantando trascorreva le ore per dimenticare le estenuanti fatiche della vita quotidiana. E’ una danza di corteggiamento durante la quale i due danzatori prevalentemente uomo e donna,  si avvicinano ma non si toccano mai. Conduce il ballo la donna, che servendosi di piccole fughe, saltelli, repentine fermate e scatti improvvisi, stuzzica l’uomo ad inseguirla,  a braccarla delicatamente. Un leggero sfiorarsi, uno scambio di sguardi provocatori, una serie di gesti rimarcano il desiderio dell’uomo di entrare nelle grazie della donna e quello di lei di essere corteggiata dall’amato al quale però sfugge se questi prova ad avvicinarsi e baciarla. Una pratica sicuramente dettata dalle condizioni sociali di un epoca, quando le distanze tra uomini e donne dovevano essere sempre e solo rispettate, nonostante ciò risulta al contempo una scena attuale. Di centrale importanza è il fazzoletto in prevalenza di color rosso che la donna sventola in segno di elegante provocazione agli occhi dell’uomo, il quale però non può prenderlo se non con il consenso della donna amata. La danza di coppia è sostenuta dalla “ ronda ”, cerchio ideato dai danzatori, musicisti e spettatori, dunque, il cerchio rappresenta la perfezione e quindi l’energia esterna che si riversa sulla coppia. Con i suoi misteri e i suoi rituali oggi la pizzica ha il diritto di essere riscoperta e conosciuta da tutti coloro che vogliono far fluire in se stessi l’energia e la forza che tale danza sa sprigionare. Danza tramandata informalmente e direttamente per secoli, oggi studiata ed interpretata perché possa sopravvivere per sempre nella memoria e nella storia del popolo. Il “ rituale della  pizzica ”, nasce come musica terapeutica fatta suonare dagli uomini all’interno delle case  ed oggi nelle piazze per liberare le “ pizzicate ” dal morso della Taranta, termine salentino per indicare la Tarantola, ragno della famiglia “Lycosidae”, che aveva fama di pizzicare le donne sotto le vesti durante il periodo della mietitura. La musica da loro utilizzata, aveva la funzione di far ballare le donne fino all’estremo, in modo da allontanare il ragno col fazzoletto ed eventualmente ucciderlo liberando le fanciulle colpite dal malessere provocato dal morso. Questa danza è poi stata indicata come “ pizzica tarantata ” proprio per indicare il tipo di danza e da cosa veniva provocata. Oggigiorno rimane l’utilizzo di questo termine per indicarne la particolare danza provocata dalla tarantola, sebbene viene in realtà chiamata unicamente con il nome dell’animale che purtroppo ne provoca tristemente il movimento e il continuo spasmo indotto dal suo morso velenoso.

 Le antiche leggende pugliesi,  narrano che la fanciulla morsa o pizzicata dalla tarantola, cadeva in uno stato di possessione e tutto il paese si riuniva intorno alla sua dimora per aiutarla con un lungo rito di esorcizzazione. L’esorcismo collettivo veniva svolto successivamente all’interno della cappella della chiesa dedicata a San Paolo, a Galatina, proprio durante la festa del santo protettore della città, che secondo le antiche tradizioni invocando la sua indulgenza, il Santo in persona liberava l’anima della fanciulle pizzicate dalla tarantola.  A volte l’esorcismo iniziava  in camera da letto, dove i suonatori si riunivano per far danzare la pizzicata in modo da uccidere il ragno velenoso che l’aveva fatta ammalare, disponendo intorno al suo letto dei fazzoletti colorati del colore similare al colore del presunto ragno velenoso, a questo punto la fanciulla dopo esser caduta in uno stato di  profonda trance, scegliendo il fazzoletto  dello stesso colore del ragno artefice della trance, poteva rompere la maledizione esorcizzandosi. La leggenda legata a San Paolo narra che al tempo della diffusione del Vangelo di Gesù, i due discepoli, Pietro e Paolo, si erano recati in terra salentina. Il popolo dell’allora Galatina, accolsero con grande calore l’arrivo dei discepoli, e una donna offrì loro tutto ciò che aveva: cibo per potersi sfamare e un giaciglio sul quale poter dormire. San Paolo, toccato dalla gentilezza proferita dalla donna che si era dimostrata così generosa, volle ricambiare tanta cortesia e benedisse lei e la sua famiglia, concedendogli il potere di guarire tutti coloro che sarebbero stati morsi dagli animali velenosi presenti nelle loro terre. La famiglia della donna e tutti i loro discendenti sarebbero diventati immuni ai morsi velenosi, e avrebbero potuto aiutare coloro che invece ne cadevano vittime. Per far ciò consacrò l’acqua del pozzo che avrebbe dato un valido aiuto nell’annullare il potere malefico del veleno. Ad ogni modo, affinché ciò avvenisse, era necessario seguire un rito, memoria di antichi riti propiziatori,  da eseguire con  fedele precisione.  Sulla ferita del morso dell’animale si doveva tracciare il segno della croce, simbolo di benedizione cristiana, e il “pizzicato” doveva poi bere dell’acqua benedetta del pozzo                 presente  all’interno  della casa  della donna  consacrata  dal  Santo,  in modo da poter espellere tutto il male con il suo veleno.
Intorno alla fonte del pozzo, in seguito, è stata costruita una cappella, oggi Chiesa di San Paolo, dove le donne pizzicate venivano poi portate per l’esorcismo, che spesso durava giorni e giorni, finché la donna, stanca e spossata, lasciava andare via il male grazie all’intercessione di San Paolo.
La tradizione pugliese vuole che una delle tante varianti della pizzica sia, principalmente, una danza di corteggiamento dove la donna, muovendo i passi e saltellando al ritmo dei tamburelli, si lascia corteggiare dall’uomo. Questi, avvolto dalla sensualità della danza, della musica e dagli sguardi di lei, lascia alla donna il potere della scelta. Ed ella, fedele alla sua storia ancestrale, gestisce le redini del fato e del destino amoroso, scegliendo il proprio partner e lasciandosi scegliere nuovamente da lui. Sarà proprio il fazzoletto rosso, rosso come il sangue e la passione, rosso come l’istinto incontrollato che, sventolato dalle mani di lei, sceglierà il partner. Questi accetterà la scelta della donna e si avvicinerà a lei, nel vortice di una danza erotica e sensuale, fatta di leggeri sfioramenti e sguardi erotici. Il fazzoletto rosso sarà, quindi, strumento di invito per l’uomo, scelto ad unirsi al suo sì. Questo rituale del fazzoletto per la scelta del partner amoroso si ritrova ancora oggi non solo nel Salento, ma in tutta la regione e in alcune aree della Basilicata e della Campania. La tradizione fa risalire l’uso del fazzoletto a periodi molto antichi e lo vuole simbolo d’amore. Il rosso acceso della stoffa emerge tra i movimenti caldi della danza per disegnare vortici di corteggiamento e di amoreggiamenti, per esprimere la propria voce una volta che la donna ha scelto il suo uomo. Giunti a questo punto il fazzoletto diverrà simbolo dell’amore concesso al partner da parte della fanciulla, la quale dona quel fazzoletto, rosso come il suo cuore, a colui che l’ha conquistata.
Alcuni studiosi sostengono, oggi, che il fazzoletto non appartiene alla tradizione della danza, ma che sia stato aggiunto in seguito, a mo’ di ornamento. Le mani delle danzatrici si abbellivano del rosso della sua stoffa per aggiungere colore alla coreografia di una danza già di per sé travolgente. Quale che sia la sua vera storia, il rosso di quel fazzoletto è di sicuro simbolo emblematico di un sentimento forte ed istintivo come l’amore e la passione di cui si fa egregio rosso vessillo.

Ma questa è storia e leggenda concretizzate oggigiorno dalla presenza indiscussa dell’Associazione Culturale  “ Terra Jonica Salentina ”  che basa i propri lavori e progetti su codeste tematiche assai complesse come la “ Pizzica e la Taranta ”. L’Associazione, dunque, guidata dalla presidentessa fondatrice  Sig.ra Giuseppina Caiazzo in arte Pina e dalla vicepresidentessa cofondatrice e strumentista poliedrica Carmen Screti, nonché cuori pulsanti dell’intera macchina organizzativa, operano  in questo cotesto da anni immemori proprio perché come madre e figlia, la “pizzica e la taranta” sono parti integranti del loro codice genetico in quanto discendono da antenati che operavano in questo ambito fin da tempi antichi.  Codesta associazione, si chiama così in onore della Madre Terra, elemento naturale creatore proprio di quella vita, che molto spesso veniva spezzata dal veleno della tanto temuta Tarantola. Terra, dunque, bagnata dallo Ionio che abbraccia gli antichi usi e costumi del Salento.  In questa edizione, giunta ormai alla settima edizione, durante la “Notte della Pizzica ” si esibiranno  anche altri gruppi di musica popolare di egual fama come: i “Jazzabanna” guidati dall’artista Pietro Balsamo, gruppo di musica popolare  che ripropone canti della tradizione musicale delle province di Taranto, Brindisi, oltre a quelli della Provincia di Lecce, meglio conosciuti e largamente interpretati dalla maggior parte delle formazioni di riproposta, lo stesso nome “Jazzabanna” è espressione della volontà di riproporre la genuinità dell’espressione musicale popolare come era intesa decenni fa.JazzaBanna” infatti è il nome con cui venivano chiamati i complessini musicali da piazza, appunto “chiazza banna”. Altro gruppo partecipante, è il gruppo denominato i “Pizzicati int’allu core CJS” che rappresenta  la testimonianza di oltre vent’anni di tradizione popolare. Rappresentano un gruppo che dal 2007 in poi passa sotto la direzione artistica di Valerio Manisi e che, dall’acquisizione da parte della Compagnia del Teatro Jonico Salentino, raggiunge la sua ufficiale formazione e consolidazione dopo aver raccolto naturalmente le testimonianze dai vecchi cantori grottagliesi e conservata l’eredità.Nell’arco di queste meravigliose sette edizioni, alla kermesse sono stati invitati anche altri gruppi di musica popolare di una certa esperienza, come: “ I Cantacunti ” gruppo salentino di cantastorie di Manduria guidato da Maria Rosaria Coppola e Gianni Vico nonché musicisti ed attori di storie realmente accadute in tempi immemori rivisitate in chiave moderna, i “ Selva Cupina ” associazione culturale  salentina  composta  da musicisti locali della Provincia di Taranto guidata da  Aurora Abatemattei e Tony Altavilla i quali interpretano testi salentini, tarantini e irlandesi, i            “ Kiantati ” gruppo di musica popolare di Monacizzo, i “ Pizzicariddi ” di Carosino, i  “Camaci ” di Oria,  i “ Tamburellisti di Otranto ”, i “ Don Pizzicati ” di Grottaglie, i “Domus Tarantae” di Taranto, i“ Musici Medievali ” di Monteiasi, i “ Pizzicati Sotto Lu Pete ” di Villa Castelli,  i “ Cantori di Villa  Castelli ”,i “Mandatari” e il gruppo folk “Katundy Në Zëmbra” di San Marzano di San Giuseppe.Dulcis in fundo i “ Terra Jonica Salentina ” apriranno e chiuderanno l’evento culturale  come ogni anno a questa parte con la consueta presentazione, canti e soprattutto balli con cui la stessa Pina Caiazzo in persona aprirà le danze con tanto di “ Pizzica Salentina ” .

Dunque, tutti pronti per ballare, cantare e sciogliervi in pista? Cosa  aspettate? L’invito a presenziare all’evento culturale denominato “ La Notte Della Pizzica ” a Fragagnano (Ta) c/o Zona Industriale (P.I.P.) il 30 luglio dalle ore 21.00 fino a notte fonda, da parte dell’Associazione culturale e musicale “ Terra Jonica Salentina ”  è rivolto a tutti coloro i quali vorranno assistere alle diverse esibizioni della pizzica salentina, seduti comodamente su postazioni a sedere  in maniera totalmente gratuita. Inoltre, si potranno degustare piatti tipici della tradizione culinaria locale salentina, grazie alla presenza di alcuni stand allestiti in un percorso enogastronomico ricreato appositamente per la serata e acquistare dei piccoli souvenir della tradizione salentina direttamente da artisti locali.  

Spesa e presenza del pubblico relativi al Cinema nella Puglia nell'anno 2015. La SIAE fornisce una panoramica sull’andamento.

In particolare evidenzia i dati relativi a: Numero degli spettacoli, Ingressi, Presenze, Spesa al botteghino, Spesa del pubblico e Volume d'affari per Macroarea e Regione, nella Tavola 40 “Attività Cinematografica”. Da una elaborazione dei dati Siae (e raffrontati con Cinetel), curata da Apulia Cinema. si evincono i seguenti dati relativi alla zona della Puglia: Numero degli spettacoli: 169.565. Numero ingressi: 5.745.773. Presenze: 13.789.

Tutti in aumento risultano gli indicatori economici: la Spesa al botteghino fa segnare 32.229.357,91 Euro. La spesa del pubblico (comprende tutte le somme che il pubblico paga in occasione dello spettacolo insieme al prezzo del biglietto e dell’abbonamento: prevendita, prenotazione, guardaroba, consumazioni) è di Euro 35.757.176.96. Infine il volume complessivo d'affari è calcolato in Euro 35.946.799,93.

La Siae inserisce questi dati all'interno dell’Annuario dello Spettacolo 2015, il più grande data base del settore, e mette in rilevo come - a livello nazionale - nello stesso anno sia aumentata l’offerta di spettacoli (+2,86 percento); di ingressi (biglietti e abbonamenti cresciuti del 4,89 percento), mentre le presenze hanno fatto registrare +1,96 percento. La spesa al botteghino: +8,63 percento, la spesa del pubblico: +10,80 percento e il volume d’affari: +10,20 percento.

Box Office: il film campione d’incassi del 2015 a livello nazionale è stato Inside Out (Nella Foto) film di animazione distribuito da Walt Disney Pictures a partire da Settembre, con 4.289.675 biglietti venduti , evidentemente in quattro mesi. Da rilevare che lo stesso film - secondo dati Cinetel - ha incassato 25.385.910 Euro, pari a 4.074.658 presenze, secondo il rilevamento successivo (aggiornato al 18 Luglio 2016). Quest'ultima cifra è relativa ai biglietti venduti nelle sole sale rilevate da questa organizzazione specializzata (che copre oltre il 90 percento delle strutture nazionali).

Mesi di punta per le sale cinematografiche si confermano: Ottobre, Novembre, Dicembre (al secondo posto nell'anno); Gennaio (al primo posto con oltre 14milioni di ingressi in tutta Italia) e Febbraio. Mesi di magra risultano: Maggio, Giugno, Luglio (il peggiore in assoluto) e Agosto.

 


AL MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI TARANTO, il contesto stratigrafico e topografico dall'età romana al Medioevo.


Il Museo Archeologico Nazionale di Taranto – MArTA prosegue la sua programmazione culturale delle aperture straordinarie notturne dei “Giovedì del MArTA” del Museo, del “MArTA by night”, dei giovedì sera dalle ore 20.00 alle ore 23.00, dei “tesori mai visti” conservati nei depositi del MArTA.
Il “Giovedì del MArTA” del 21 luglio 2016, dal titolo “Le millle vite di palazzo delli Ponti. Il contesto stratigrafico e topografico dall'età romana al Medioevo”, vedrà protagonisti reperti rinvenuti negli scavi archeologici di Palazzo delli Ponti, ubicato nella “città vecchia” di Taranto, che saranno presentati ai visitatori dall’archeologa Dott.ssa Silvia De Vitis e dal personale del Museo.
I tesori “mai visti” verranno scoperti al pubblico con visite guidate limitate rigorosamente a gruppi di un massimo di 15 persone a visita. Si terranno tre visite: ore 20.00, ore 21.00 ed ore 22.00, con prenotazione obbligatoria.
L’archeologa Dott.ssa De Vitis, il personale restauratore ed il personale tecnico dei depositi del Museo dialogheranno con i visitatori svelando al pubblico i reperti archeologici e tutte le attività di conservazione e di movimentazione sottese a questo importante materiale archeologico.
In contemporanea, all’interno dello spazio espositivo del MArTA, nella sala della statuaria romana, si terranno delle dimostrazioni di attività di restauro. I restauratori presenteranno ai visitatori il lavoro “dietro le quinte” del MArTA. Una scoperta del MArTA tra restauro, conservazione e valorizzazione del patrimonio archeologico!
Una visita guidata alle ore 20.45 sui capolavori del MArTA sarà erogata dal concessionario Nuova Apulia con tariffa promozionale. Tariffa promozionale: ingresso + visita dei tesori mai visti o die capolavori del MArTA: € 7,50 (tariffa intera), € 5,00 (tariffa ridotta), € 2,50 (visitatori dai 12 ai 18 anni), gratis fino a 12 anni.
PRENOTAZIONI E INFO: Tel. 099.4538639 o mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Giuseppe Cassaro è un giovane tarantino compositore e produttore cinematografico, collaboratore musicale per prodotti audiovisivi e discografici; Laureato in Lettere e Filosofie presso l'università degli Studi di Pisa in discipline CINEMA e PRODUZIONI MULTIMEDIALI, con specifiche in suono e musiche per immagini. Nel 2012 fonda, insieme ai suoi più stretti collaboratori, ECHIVISIVI PRODUZIONE CINEMATOGRAFICA Srl, Società che si occupa di progettazione, realizzazione, finalizzazione e vendita di opere audiovisive (lungometraggi, film-documentari,..) per cinema, TV e web, di cui è Amministratore e Art Director. E' lui che ha prodotto e musicato, in collaborazione con Sky, il Film "Indro - L'uomo che scriveva sull'acqua" che sarà trasmesso venerdi 22 luglio prossimo su SkyArte, un pò fiction, un pò docufilm.

Il documentario "Indro. L'Uomo che Scriveva sull'Acqua" di Samuele Rossi, su Indro Montanelli con Roberto Herlitzka e Domenico Diele, sarà trasmesso su Sky Arte in occasione del quindicennale dalla morte dello scrittore ed avrà una circuitazione nelle sale d’essai in autunno.
Un viaggio di una delle voci più discusse ed autorevoli del giornalismo italiano: Indro Montanelli, uomo controverso uomo  coraggioso, e spericolato, costantemente al centro di critiche. Un giornalista che ha raccontato le vicissitudini del lungo e tormentato secolo Italiano, dagli anni '30 fino alla propria morte nel luglio del 2001, rispondendo sempre ad un unico obbligo: “poter fare, soltanto, una cronaca di fatti e di parole veri”. Il film indaga sulla complessa personalità di Indro Montanelli mettendo in luce i motivi che lo hanno reso una figura spesso al centro di animate discussioni fino ad essere posto ai margini di un'Italia in cui più non si riconosceva verso la fine della propria vita.

Gli italiani sempre al primo posto tra le popolazioni migranti seguiti da portoghesi, spagnoli e greci. Un Paese che non riesce a rappresentare un’opportunità per crescere e realizzarsi. 

Se la matematica ed i numeri non sono un’opinione il Rapporto del Centro studi ImpresaLavoro, realizzata su elaborazione di dati Eurostat non lascia spazio a dubbi: la crisi inverte i flussi migratori e l’Italia da Paese dell’immigrazione sta diventando Paese non più attrattivo e addirittura d’emigrazione. A sostenerlo, Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, nel commentare lo studio statistico che rappresenta una fotografia sui movimenti migratori in uscita dall'Italia nel decennio compreso tra il 2005 e il 2014. Negli ultimi dieci anni gli italiani emigrati all’estero sono stati complessivamente 896.510, di cui 136.328 soltanto nel 2014 (+8,42% rispetto all’anno precedente): una cifra più che raddoppiata rispetto ai 65.029 connazionali che avevano lasciato il Paese nel 2005. È il dato principale che emerge da una analisi del Centro studi ImpresaLavoro, realizzata su elaborazione di dati Eurostat. Nel periodo 2005-2014 ben 114.341 connazionali si sono trasferiti in Germania (17.236 nel 2014, +25,74% rispetto all’anno precedente), 84.955 nel Regno Unito (14.991 nel 2014, +6,65% rispetto all’anno precedente), 62.902 in Francia (10.334 nel 2014, +8,62% rispetto all’anno precedente), 73.613 in Svizzera (11.051 nel 2014, +4,88% rispetto all’anno precedente) e 39.687 in Spagna (4.701 nel 2014, +3,61% rispetto all’ anno precedente). Nello stesso periodo di tempo 44.528 nostri connazionali hanno invece preferito stabilirsi negli Stati Uniti (5.951 nel 2014), 19.305 in Cina inclusa Hong Kong (2.944 nel 2014), 11.510 in Australia (1.873 nel 2014) e 9.479 in Canada (1.307 nel 2014). A trasferirsi all’estero nel 2014 sono stati soprattutto giovani tra i 15 e i 34 anni: in tutto 51.906, con un incremento del 10,33% rispetto al 2013 e in numero più che raddoppiato rispetto al 2005 (quando erano stati 24.832). Le loro mete preferite sono state il Regno Unito (7.675 emigrati, +4,65% rispetto al 2013), la Germania (7.453, +27,49%), la Svizzera (4.242, +8,08%) e la Francia (3.714, +3.80%) e gli Stati Uniti (2.162, +10,48%). Alla luce dei dati fin qui elencati, cresce costantemente negli ultimi anni il numero degli emigrati italiani e quel che preoccupa è l’elevato numero di giovani che scelgono di costruirsi un futuro lontano dal nostro Paese. Negli ultimi dieci anni il numero di italiani under 35 che cercano fortuna altrove è più che raddoppiato: è certamente un segno di un mondo sempre più globale ma anche e soprattutto di un Paese che non riesce a rappresentare un’opportunità per crescere e realizzarsi.

Antonio Notarnicola

PALAGIANELLO –Arte e Sport. Un binomio che fin dall’antichità evoca elaborazione e studio del corpo umano nel cogliere l’attimo in cui l’armonia del movimento pare arrestarsi, prima di sprigionare tutta la sua energia. Mirone, per esempio, seppe cogliere,fermando,l’attimo in cui il Discobolo in procinto di lanciare il disco. Oppure, più vicino a noi, Lisippo, nella sua scultura, Apoxyomenos, la prima in 3D conquista spazio tempo, raffigura la gestualitàdell’atleta che si deterge il corpo, con la “striglia”, da olio e sudore in eccesso, prima della gara di lotta.Nel suo piccolo anche il pittore palagianellese, Pietro Carrieri, ha evocato in un suo dipinto il gesto del podista in piena azione mentre spinge per affrontare una delle tante asperità che si frappongono in una gara di maratona su strada. Quadro a sua volta donato dall’artista palagianellese all’associazione di appartenenza, Società di Atletica “San Giovanni Bosco”. Il momento della donazione è avvenuto presso la stessa sede dell’associazione sportiva, ex casello FS, alla presenza del presidente, Claudio Notarangelo e di numerosi soci iscritti alla societàpodistica palagianellese molto conosciuta negli ambienti sportivi non solo nazionale, in quanto annovera tra i suoi 55 iscritti, l’atleta di punta, Vito Todaro, campione del Mondo Fidalcategoria SM/70. Il quadro realizzato da Pietro Carrieri si può quindi definire un dipinto tra talento e passione in quanto si eleva l'arte che allieta lo sguardo in una specie di fermo-immagine di natura sportiva. Ad affiancare il presidente Notarangelo tanti iscritti e simpatizzanti della società d’atletica “S.G.Bosco” i quali nel corso della cerimonia di donazione non hanno fatto mancare i complimenti e ringraziamenti personali, per il non comune gesto sostenuto da Pietro Carrieri, svolto nella duplice veste di artista e podista.

Si tratta, come si può notare nella foto, di un quadro realizzato su tela, 80x100cm, con tecnica a olio in cui è raffigurato il momento nel quale l’azione dell’atleta è concentrata nello sprigionare la massima potenza ma anche massima attenzione nel superare una tra le più temute insidie del maratoneta: la caduta. Per molti atleti, ma anche per semplici appassionati podisti, cadere in una gara ha segnato la fine della carriera sportiva, se poi la cosa si verifica ad una certa età si può realizzare il danno articolare senza dubbio ma anche la beffa di dover abbandonare definitivamente l’idea di praticare qualsiasi sport,se non quello della passatella.

 

 

Inizierà il  5 luglio con il film "Perfetti Sconosciuti".

OCCORRONO - DICE IL RAPPRESENTANTE SINDACALE - EFFICACI  POLITICHE DI ACCOGLIENZA

 

 

 

Riprendere i temi che alcuni giorni addietro, ricorrendo la Giornata mondiale del Rifugiato 2016, sono stati al centro del dibattito comunitario può costituire occasione ulteriore per farci riflettere su come implementare e migliorare non soltanto generiche prese di coscienza ma, soprattutto, sentimenti di condivisione seguiti da impegni concreti ed esigibili verso queste persone che scappano dalle proprie terre di origine, a causa di guerre, violenze, dittature, persecuzioni, fame. Implacabili, come è noto, le cifre di questo drammatico esodo del terzo millennio: 65,3 milioni di persone in fuga nel mondo, una su 113 è richiedente asilo o sfollato interno o rifugiato, ogni minuto almeno 24 persone sono costrette ad abbandonare le proprie case, 7 mila purtroppo sono risultati i minori non accompagnati, dato registrato qualche giorno fa, anche a Brindisi dove tra i 653 migranti sbarcati, oltre a 81 donne c’erano ben 65 minori non accompagnati. Numeri allarmanti sui minori anche su scala nazionale, dove migliaia di loro sono letteralmente scomparsi e, dato ulteriormente drammatico, solo nei primi cinque mesi del 2016 si valutano complessivamente in 2.800 i morti nel tentativo o di raggiungere o di attraversare il Mediterraneo, ostaggi di trafficanti criminali.L’Italia, che con gli altri Paesi europei sottoscrisse a suo tempo la Convenzione di Ginevra (1951) - ovvero la Convenzione dell’Onu sullo Statuto dei rifugiati – e che bene sta operando con il Migration Compact, è però messa da tempo sotto scacco sociale da un altro fenomeno strettamente legato al tema dell’immigrazione anche extracomunitaria e dell’accoglienza: l’altrettanto drammatica ed inaccettabile illegalità dello sfruttamento di manodopera, pressoché in tutti i settori produttivi.Se ne uscirà, di fatto, scongiurando emarginazioni o ghettizzazioni; favorendo per i minori, servizi strutturati di ospitalità e di protezione; operando per l’integrazione degli adulti con servizi di accoglienza efficienti e nel mercato del lavoro garantendo parità di condizioni con i lavoratori comunitari; dando impulso a politiche nazionali, regionali, territoriali, capaci di declinare insieme diritti e doveri civili; investendo nei servizi pubblici e nella crescita economica e sociale a vantaggio delle comunità, in particolare qui nel Mezzogiorno; attivando protocolli nazionalispecifici come quellosottoscritto qualche giorno fatra il Ministero dell’Interno e Confindustria per l’avvio al lavoro di rifugiati accolti in Italia; promuovendo un welfare finalizzato alla positiva convivenza multiculturale e multi religiosa nel reciproco rispetto, non sottovalutando neppure che nel 2015 il contributo degli immigrati è stato di circa l’8.7% del Pil. Anche per queste ragioni la Cisl Taranto Brindisi è presente con il proprio Gruppo dirigente alla manifestazione nazionale unitaria organizzata dalle Federazioni Agricole ed Agroalimentari di Cisl Cgil Uil sabato 25 giugno a Bari, per sollecitare il Governo a contrastare concretamente il fenomeno mafioso del caporalato, così come lo sfruttamento di tante donne e uomini extracomunitari e comunitariche lavorano nel settore agricolo.Taranto che con il suo porto è da non molto tempo sede di hot spot, così come  Brindisi che per storia e natura è porto di accoglienza nel Mediterraneo, ci inducono come Cisl Taranto Brindisi a renderci conto sempre più dello stato dell’accoglienza sul nostro territorio: è lì che testimonieremo, nelle prossime settimane, a nome di tutti i nostri associati e ancora una volta la nostra idea di solidarietà, di  integrazione e di inclusione.

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