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Giornale di Taranto - Cultura, Spettacoli & Società

Con il rito delle Quarantore, Taranto, con la storica Arciconfraternita del Carmine, si prepara alla Quaresima che introduce ai riti della Settimana Santa, importante e partecipato evento della città pugliese. Il rito delle Quarantore verrà introdotto domani sera da una messa celebrata alle 18.30 nella chiesa del Carmine e terminerà nel tardo pomeriggio di martedì. Ad animarlo saranno i confratelli del Carmine che, in abito di rito, saranno in preghiera davanti all’altare dove sarà esposta l’Eucarestia. La preghiera sarà effettuata domenica da dopo la messa sino alle 24 e lunedì dalle 7, in modo ininterrotto, sino a poco prima delle 18.30 di martedì. Nella nottata tra lunedì e martedì la chiesa del Carmine sarà aperta. I confratelli impegnati nelle “Quarantore” sono gli stessi che poi, nelle domeniche di Quaresima, animeranno la Via Crucis solenne al Carmine ma, soprattutto, i riti del Giovedì e Venerdì Santo. Questi consistono nel pellegrinaggio ai Sepolcri (gli altari della Reposizione allestiti nelle chiese del centro di Taranto e della città vecchia) dalle 15 del giovedì sino alla prima mattinata di venerdi e nella processione dei Misteri. Questa esce dal Carmine alle 17 del Venerdì Santo per rientrare il mattino successivo in un arco orario compreso tra le 7.30 e le 9. Le ore impiegate dal corteo sacro per percorrere un tragitto non eccessivamente lungo nel centro sono dovute alla caratteristica, lentissima andatura degli stessi confratelli. Pellegrinaggio ai Sepolcri e processione dei Misteri vengono compiuti dai confratelli del Carmine a piedi nudi. Eccetto i portatori delle statue dei Misteri, i confratelli sono incappucciati. Due delle statue più importanti dei Misteri, Gesù Morto e l’Addolorata, nel 2015 hanno compiuto il 250esimo anniversario della donazione al Carmine da parte dei nobili tarantini Calò. Nei giorni scorsi, in preparazione alla Settimana Santa, l’Arciconfraternita del Carmine ha organizzato la terza edizione della mostra 'Facies Passionis', i volti della Passione, che da mercoledì sera a domenica scorsi é stata visitata da quasi 13mila persone. Esposte, in questa edizione 2020, dieci statue dell’Addolorata provenienti da altrettante confraternite di Puglia che portano questo simulacro nelle loro processioni della Settimana Santa. Il bilancio triennale della mostra allestita nella chiesa del Carmine registra oltre 30mila visitatori. 

Una sala affollata in ogni ordine di posto, nonostante il tempo inclemente e la location periferica, e un nutrito parterre di autorità nelle prime file: è stato un successo la manifestazione “Taranto in rosa: Donne per la città”!

L’iniziativa, con cui è stato inaugurato l’anno sociale 2020 del Club per l’Unesco di Taranto e dell’Associazione Marco Motolese, due sodalizi dei quali è presidente Carmen Galluzzo Motolese, si è tenuta (mercoledì 19 febbraio) presso la Biblioteca “Marco Motolese, in via Lisippo al Quartiere Tamburi.

La serata, anche allietata da un intermezzo musicale della flautista Alma di Gaetano e del chitarrista Ciro Galeone, è stata condotta da Nicla Pastore che ha intervistato alcune delle tante donne impegnate in città che hanno ricevuto simbolicamente una rosa.

Tra queste Antonella Bellomo, già Prefetto di Taranto, Bina Santella, Presidente Tribunale per i Minori di Taranto, Antonella Montanaro, Procuratore della Repubblica per i Minori, Anna Cammalleri, Direttore Generale URS della Puglia, Claudia Sanesi, Segretario generale della Camera di commercio di Taranto, Vera Corbelli, Commissario Straordinario Bonifica Taranto, Rossella Fiore, Dirigente Ufficio Immigrazione della Questura di Taranto, e Beatrice Lucarella, Presidente Sezione Alimentare, Turismo e Cultura Confindustria Taranto e Coordinatrice regionale Fondazione Marisa Bellisario.

Erano presenti in sala anche numerose donne impegnate nelle Forze Armate e nei vari settori istituzionali della città, del mondo della scuola e del mondo del volontariato.

Introducendo la serata Carmen Galluzzo Motolese ha spiegato che «c’è un forte legame tra i settori e gli ambiti in cui sono state realizzate nel tempo le attività per la comunità del Club per l’UNESCO di Taranto e dell’Associazione Marco Motolese, e quelli che vedono ogni giorno impegnate le donne che stasera sono intervenute alla nostra manifestazione. Come la salvaguardia dell’ambiente, anche con interventi nelle scuole della provincia di Taranto sui cambiamenti climatici e sui parchi e gravine. O come gli interventi con le adozioni a distanza di bimbi di altri paesi o l’adozione in vicinanza di famiglie bisognose, o le borse di studio per premiare studenti particolarmente meritevoli, o le azioni di volontariato presso il Reparto di Pediatra del S.S. Annunziata di Taranto».

«Abbiamo voluto riconoscere le capacità di queste donne che si impegnano nella nostra città – ha poi detto la Presidente dei due sodalizi, Carmen Galluzzo Motolese – per sottolineare l’importanza del loro ruolo affinché migliorino sempre più le condizioni di vita del genere femminile».

«Sono convinta – ha concluso Carmen Galluzzo Motolese – che le donne assumeranno un ruolo di cambiamento sempre più importante nella crescita delle nostre società, tanto che sarà fondamentale riuscire a creare una rete che le veda unite contro ogni pregiudizio».

 

 

Fin dallo scorso anno l’impegno del Club per l’Unesco di Taranto e dell’Associazione Marco Motolese è per l’Agenda 2030 nell’attuazione dei vari obiettivi.

L’Agenda 2030 è un evento storico, sotto diversi punti di vista. tutti i Paesi, infatti, sono chiamati a contribuire allo sforzo di portare il mondo su un sentiero sostenibile, senza più distinzione tra Paesi sviluppati, emergenti e in via di sviluppo, anche se evidentemente le problematiche possono essere diverse a seconda del livello di sviluppo conseguito. l’attuazione dell’Agenda richiede un forte coinvolgimento di tutte le componenti della società, dalle imprese al settore pubblico, dalla società civile alle istituzioni filantropiche, dalle università e centri di ricerca agli operatori dell’informazione e della cultura.

In occasione della inaugurazione dell’anno sociale, in particolare, il Club per l’UNESCO di Taranto e l’Associazione Marco Motolese hanno pensato di sottolineare l’Obbiettivo 5 dell’Agenda 2030, che recita “realizzare l’uguaglianza di genere e migliorare le condizioni di vita delle donne.

 

Avrebbe dovuto esibirsi il 28 febbraio sul palco del Teatro Orfeo di Taranto con il suo spettacolo “E pensare che ero partito così bene”. Di Flavio Bucci, però, resterà soltanto il ricordo.

L'attore, conosciuto al grande pubblico soprattutto per l’interpretazione di Ligabue e per il personaggio di Don Bastiano nel Il Marchese del grillo, è scomparso oggi, 18 febbraio, all'età di 73 anni.

Il suo arrivo all'Orfeo era attesissimo dal grande pubblico, che avrebbe certamente apprezzato con entusiasmo il racconto di Bucci dei momenti più belli di cinema e teatro, senza trionfalismi e senza vergogna. Questo racconto a quattro mani, scritto dallo stesso Bucci con Marco Mattolini, voleva far conoscere ai meno vecchi un periodo storico vivace e un protagonista straordinario.

La proprietà del Teatro Orfeo esprime il suo cordoglio e si riserva di comunicare quanto prima a chi ha acquistato il ticket e agli abbonati in che modo sarà sostituito lo spettacolo.

 

di Andrea Loiacono

 

 

 

L'evento instore presso La Feltrinelli di via Appia Nuova a Roma ha visto come protagonista il fresco vincitore del 70° Festival della canzone italiana conclusosi la settimana scorsa. Parliamo naturalmente di Antonio Diodato che, dopo il trionfo sul palco dell'Ariston con “Fai Rumore”, è in tour per lanciare il suo ultimo disco che si intitola “Che Vita Meravigliosa”, brano che fa da colonna sonora all'ultimo film del regista Ferzan Ozpetek “La Dea Fortuna”.

 

Il cantante tarantino ha risposto alle domande dei tanti fans, con i quali ha condiviso l'esecuzione live dei suddetti brani, prima di procedere al firmacopie degli album, in cd e vinile: “Questa popolarità che sto vivendo adesso la vivo in maniera molto serena, anche perché la gente durante questo mio percorso musicale ha capito il mio modo di essere e fino ad oggi non ho avuto nessun approccio eccessivo o problemi di sorta. La prima cosa che mi hanno chiesto in sala stampa dopo la proclamazione a Sanremo è stata la domanda sulla partecipazione all'Eurovision Song Contest e io ho risposto subito che ci andrò. Gli stessi giornalisti mi chiedevano se canterò la mia canzone in italiano e naturalmente ho risposto di sì. In questi giorni sto cominciando a vedere i video in rete e, sentendo la mia canzone cantata in ucraino, questo mi ha fatto effetto. Ho tanto entusiasmo per questo Eurovision; all'estero rispetto all'Italia è più sentito e sono contento che la mia musica mi porti in giro per l'Europa. Sarà un grande onore per me esserci e rappresentare l'Italia. Nella produzione di “Che vita meravigliosa” ho messo tutto me stesso; devo ringraziare la Carosello Records e Tommaso Collivo, il mio staff e soprattutto tutte quelle persone, alcune delle quali sono presenti anche oggi, che mi hanno sostenuto quando non tutti conoscevano chi ero e la mia musica; penso a quando strimpellavo con la chitarra dentro casa e i miei amici mi dovevano sopportare. Nessuno vince da solo, tutta questa gioia è anche per loro. Ogni passo è il risultato di quello che è stato.”

 

Diodato prosegue poi rispondendo a chi gli chiede della sua capacità di trattare temi importanti con parole semplici: “Sono sempre stato un osservatore. Ho passato tanti giorni qui, tra questi scaffali ad osservare le persone. Con la musica cerco di capire cos'è un essere umano con le sue semplicità. Non mi sono mai riconosciuto nei prevaricatori. Le mie canzoni, i miei rumori cercano di distruggere le distanze tra la gente. Ora penso che il tentativo stia riuscendo, forse il segreto è stato il non avere ansia di arrivare. Da quando faccio i live sono anche più libero nel rapporto con la platea e il pubblico, mi sono aperto di più. Per questo motivo ho chiesto di farne qualcuno in più. La canzone “Che vita meravigliosa” è nata proprio dopo un live e dopo essere stati a cena con la band in armonia. Sono tornato in albergo, nel silenzio della mia camera ho preso la chitarra e ho iniziato a provare i primi accordi, le prime note. Ho ancora il file salvato sul telefono. Quando il mio editore mi ha detto che Ozpetek stava programmando un nuovo film, dopo aver letto la sceneggiatura, ho terminato il brano e ho chiesto all'editore di farglielo pervenire. Il resto lo sapete già: lo stesso Ozpetek ha detto più volte che, appena ha ascoltato la canzone, ha stoppato la registrazione e ha deciso che sarebbe stata la colonna sonora del film.”

 

Non poteva mancare una domanda sulla partecipazione a Sanremo e su quale sia la canzone che avrebbe votato, togliendo la sua: “Sono sincero, le canzoni non ho ancora avuto modo di sentirle tutte. Quando sei lì in quei giorni non riesci a renderti conto di quello che accade. Tutto quello che riesci a vedere è magari qualche esibizione prima della tua o sentire parte dei brani durante gli spostamenti. Comunque, devo dire che ci sono diverse canzoni belle; penso a quelle di Elodie, Gabbani, Levante, Tosca, Rancore... Con Elodie ho stretto una grande amicizia. La sera della proclamazione hanno portato noi finalisti in una stanza molto piccola e preparavano gli strumenti per ognuno di noi. Quando ci avvisavano, ognuno pensava di aver vinto e gli altri si congratulavamo. Poi ci siamo resi conto che capitava per ognuno di noi; sono stati momenti esilaranti e allo stesso tempo ricchi di suspense. Non mi aspettavo tanto calore nei miei confronti e anche l'affetto e la stima tra tutti noi cantanti penso si siano visti anche dalla televisione. Ora lo posso dire, la vita è davvero meravigliosa!”

 La Fivi, Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, terrà a Grottaglie (Taranto) il suo consiglio nazionale. È stato annunciato oggi. I lavori si terranno l’1 marzo nel convento dei Cappuccini. Alla Fivi fanno capo oltre mille soci del territorio italiano. La gestazione della Fivi è iniziata nel 2006, due anni prima della costituzione. Presidente, rieletta nel 2019, è Matilde Poggi, vignaiola in Veneto. In occasione del consiglio nazionale a Grottaglie, in un evento collaterale ad hoc saranno presenti 40 vignaioli Fivi provenienti da Basilicata, Calabria, Campania e Puglia, i quali, si annuncia, “faranno conoscere ai visitatori - sommelier, esperti del settore, ma anche appassionati del mondo del vino – le proprie etichette, valorizzando l’etica e la filosofia green che accompagna la filiera di produzione del vino, in piena sintonia con il motto di Slow Food: buono, pulito e giusto”. “Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti,si sottolinea, “promuove la qualità e autenticità dei vini italiani e raggruppa viticoltori che coltivano le proprie vigne, imbottigliano il proprio vino, curando personalmente il proprio prodotto e vendendo tutto o parte del raccolto in bottiglia, con il proprio nome e la propria etichetta”.

    “Il vignaiolo Fivi - dichiara la Federazione nazionale - segue precisi criteri etici: rinuncia all’acquisto dell’uva o del vino a fini commerciali, limita l’uso di additivi inutili e costosi, concentrando la sua attenzione sulla produzione di uve sane. E le storie di 40 vignaioli indipendenti, dalla scelta etica di produzioni sostenibili al contributo per valorizzare il territorio, saranno le protagoniste della manifestazione di Grottaglie con oltre 150 etichette in degustazione”. Per Franco Peluso, della condotta Slow Food “Vigne e ceramiche” di Grottaglie, “insieme ai delegati regionali, abbiamo deciso di imbarcarci in questa avventura e portare a Grottaglie 40 vignaioli e far parlare direttamente loro e vivere le loro esperienze fatte di amore, impegno e tanta passione. La loro - afferma Peluso - è una figura centrale e un’alleanza tra i vignaioli e i consumatori è un obiettivo strategico dei Vignaioli Indipendenti”. 

S’intitola “PERIFERIE INFINITE. Dalle periferie locali alle periferie mondiali”e, prendendo il nome da un verso del poeta Vittorio Bodini, intende partire da una periferia nel sud dell’Italia per guardare alle periferie del mondo e integrare le persone sia native che immigrate nel cuore dello sviluppo culturale, sociale ed economico delle comunità territoriali.

È il progetto a cura del Teatro delle Forche, società cooperativa capofila della rete costituita con l’associazione culturale “Il Serraglio” di Massafra, il Circolo Arci “Svegliarci” di Palagiano e la Cooperativa Sociale “Il Sole” di Statte, vincitrice dell’avviso pubblico “Periferie al Centro - l’intervento di inclusione culturale e sociale della Regione Puglia – Assessorato all'Industria turistica e culturale Assessorato al Bilancio e alle Politiche giovanili e coordinato dal Teatro Pubblico Pugliese, presentato questa mattina in conferenza stampa al Teatro Comunale di Massafra.

All’incontro sono intervenuti: il presidente del Teatro delle Forche Giancarlo Luce; il direttore artistico dell’associazione culturale “Il Serraglio” Vincenzo Madaro; la presidente del Circolo Arci “SvegliArci” di Palagiano Angela Surico; in rappresentanza della cooperativa sociale “Il Sole” e presidente dell’associazione “Spazio Teatro” di Statte Luana Spadaro; il consigliere regionale Michele Mazzarano; il sindaco di Massafra Fabrizio Quarto; l’assessore alle Politiche Sociali e all’Istruzione del Comune di Massafra Maria Rosaria Guglielmi.

Il progetto, come sottolineato dal presidente del Teatro delle Forche Giancarlo Luce, prevede una ricca e articolata offerta artistica e culturale, da febbraio a maggio, nei Comuni di Massafra, Palagiano e Statte, con l’obiettivo di mettere e ri-mettere in gioco le persone delle zone periferiche interessate che, per ragioni di collocazione geografica, etnica, economica e culturale, sono relegate ad una marginalità che non consente la piena valorizzazione delle loro potenzialità e il pieno sviluppo dei luoghi in cui vivono.

Il programma prevede:

- quattro spettacoli teatrali ispirati a testi che incrociano il tema delle periferie e delle migrazioni: il 15 marzo “Chico Mendes: La Stagione delle Fiamme” della compagnia Onirica Teatro, la cui scrittura scenica non si è limitata alla biografia del sindacalista, politico e ambientalista brasiliano ma alla lotta ancora oggi in essere dei raccoglitori della gomma e degli indios, volta ad arrestare la distruttiva attività di deforestazione dell’Amazzonia finalizzata a scopi speculativi che è seria minaccia per la sopravvivenza stessa degli abitanti della foresta; il 30 aprile, “Come tu mi vuoi” del Teatro delle Forche, da due racconti di Christian Raimo e Tommaso Pincio, riguardanti il lavoro e la condizione di precarietà sociale della vita nelle periferie, spettacolo vincitore del bando nazionale dell’Arci “In Scena”; il 3 maggio, “Nel mare ci sono i coccodrilli” Storia vera di Enaiatollah Akbari, tratto dall’omonimo libro di Fabio Geda, con Christian Di Domenico, una magnifica parabola che rappresenta uno dei drammi contemporanei più toccanti le migrazioni di milioni di individui in fuga da territori devastati dalle guerre, in cerca di un miraggio di libertà e di pace; il 28 maggio, “Kanu” di Piccoli Idilli, spettacolo di teatro ragazzi di narrazione con musica dal vivo, vincitore di In-Box dal vivo 2019.

due laboratori esperienziali con interventi di danza e musica, il primo “Play Brecht” nel quartiere Gesù Bambino di Massafra rivolto ai ragazzi, il secondo a Palagiano “La foresta dei mille demoni”, rivolto a maggiorenni under 35, già iniziato e organizzato in collaborazione con il Circolo Arci “SvegliArci”, che si occupa da una decina d’anni d’immigrazione e di gente proveniente dalle periferie del mondo, come sottolineato dalla presidente Angela Surico.

Le attività nel quartiere Gesù Bambino di Massafra incroceranno gli interventi di carattere sociale e di inclusione sociale pensati dall’Assessorato comunale alle Politiche Sociali, come affermato dall’assessore Guglielmi, che ha illustrato i servizi già intrapresi, soffermandosi sulle attività destinate ai minori di supporto allo studio e animazione, in collaborazione con le associazioni che operano nel quartiere e il plesso dell’Istituto Comprensivo “San Giovanni Bosco”.

Ad arricchire il cartellone del progetto “Periferie infinite”, incontri ed eventi culturali che si terranno nei Comuni di Massafra e Statte.

A Massafra, l’iniziativa “Periferie: istruzioni per il ri-uso”, a cura dell’associazione culturale “Il Serraglio”, che da anni sviluppa il tema delle periferie con il festival “Vicoli Corti_Cinema di Periferia”, come evidenziato dal direttore artistico Vincenzo Madaro.

La due giorni, in programma il 2 e il 3 maggio, si svolgerà in un luogo d’eccezione, l’ex Chiesa di Sant’Agostino, la cui architettura barocca offre uno scenario fantastico, purtroppo in stato di abbandono.

Una bella occasione per rilanciare un attrattore unico, attraverso incontri di approfondimento sul tema delle periferie, declinato in differenti segmenti: la scoperta dei luoghi di periferia che proprio grazie alle attività culturali, musicali e spettacolari donano nuova vita agli spazi e rianimano i quartieri in cui insistono, le nuove forme d’espressione artistica, esperienze terze a confronto.

In programma la presentazione del libro “La rivoluzione perduta dei poeti” di Andrea Semplici, giornalista e fotografo, l’incontro con Stefania Zepponi, danzatrice e coreografa anconetana, direttore artistico dell’associazione Hexperimenta, e un ospite speciale.

A Statte, invece, come spiegato da Luana Spadaro, un ciclo di tre incontri di promozione della lettura “Leggere … arma d’istruzione di massa”, nella Biblioteca Civica di Statte, legati tra loro dal tema dell’inquinamento ambientale, della valorizzazione del territorio e del concetto “del bello” da difendere e valorizzare.

Un percorso di scritture al femminile, che accompagnerà il pubblico alla scoperta dei contenuti e al dibattito costruttivo, finalizzato all’emersione di idee nuove. Le presentazioni saranno curate dall’associazione “Spazio Teatro” e saranno arricchite da momenti di drammatizzazione con il coinvolgimento dei ragazzi del Centro Polivalente “MagiColori", gestito dalla Cooperativa "Il Sole" di Statte.

Gli appuntamenti: il 20 marzo, incontro dedicato alla poesia di Silvana Pasanisi con i libri “Il rimedio”, “Babel” e “La preparazione all’aria”; il 27 marzo, presentazione del libro “Sogni e altiforni: Piombino – Trani senza ritorno” di Gordiano Lupi e Cristina De Vita; il 3 aprile, presentazione del libro "Corso Due Mari: Taranto tra amore e guerra” di Carla Dedola.

Il sindaco di Massafra Fabrizio Quarto ha espresso il sostegno al progetto da parte dell’Amministrazione comunale, definendolo “molto interessante per l’impatto che può avere nel contrasto a margini di degrado nel centro storico, congiuntamente a tutte le azioni che l’Amministrazione sta adottando per contrastare questa situazione di abbandono e per valorizzarlo”.

Ha concluso l’incontro il consigliere regionale Michele Mazzarano, soffermandosi sugli obiettivi del bando “Periferie al Centro - l’intervento di inclusione culturale e sociale della Regione Puglia”: “caratterizzare le periferie come un tema di importanza sociale e culturale e come la cultura può essere d’aiuto al problema sociale che rappresentano le periferie”. “È un bando molto importante – ha aggiunto - perché consente alle realtà associative di estrinsecare la propria progettualità - e il Teatro delle Forche lo fa da tempo con grande professionalità e protagonismo a livello regionale - e al tempo stesso consente alle istituzioni di alzare di più i riflettori sulle periferie sociali, sui loro problemi e su come queste attività possono andare di pari passo: la cultura per un verso e l’affrontare da parte delle istituzioni  il problema di una maggiore inclusione di chi è ai margini dall’altro”.

Il progetto “Periferie Infinite” prevede anche azioni innovative di audience development e empowerment del pubblico, animazione territoriale e coinvolgimento delle comunità, tra le quali attività di mappatura emotiva del territorio a cura della compagnia veneta exvUoto teatro.

Intende infine interessare e coinvolgere soggetti e strutture che operano in prima linea sul fronte dell’integrazione, dell’accoglienza e della promozione artistica e culturale, che possono aderire ad una rete allargata, sostenuta già in fase di progettazione da alcune associazioni dei Comuni interessati.

 "Sono anni che lotto per la mia Taranto, che vorrei fosse la nostra Taranto. All'ex Ilva c'è situazione inaccettabile per il nostro Paese, da quando sono direttore artistico del Primo Maggio di Taranto ho capito ancora di più di quanto la musica possa essere cassa di risonanza per certe questioni, far sentire i tarantini meno invisibili, e forse non accetti di farti calpestare in quel modo. Ci metto l'anima ogni anno" nell'organizzazione. Così Diodato in conferenza stampa all'Ariston. Tarantino, Diodato è in gara al festival di Sanremo con il brano "Fai rumore", brano che celebra l'abbattimento dei muri della incomunicabilità. 

"Ho passato momenti molto duri da ragazzino ed ho creato barriere intorno a me, la musica è stata una grande terapia che mi ha aiutato a buttare giù il muro, avevo questo blocco emotivo. Devo ringraziare la musica, mi ha salvato la vita, voglio invecchiare facendo musica, senza rincorrere le mode e senza dedicarmi all’ansia di prestazione, utilizzando invece la musica come crescita umana". Ha detto ancora Antonio Diodato in conferenza stampa . "Quando ti avvicini a qualcun altro capisci quante cose hai in comune". E non a caso aggiunge che oggi "c'è un'attitudine molto social che in realtà di sociale ha molto poco...". In sala stampa il suo staff distribuisce piccoli tamburi con scritto sopra 'fai rumore' e lui invita appunto a fare rumore, mentre accenna con la chitarra 'Vita meravigliosa', brano contenuto nell'ultimo album dallo stesso titolo e che è parte della colonna sonora di 'La Dea Fortuna', film di Ferzan Ozpetek.

 

   E' ovviamente contento del consenso che respira intorno a sé, sia in sala stampa che tra i radioascoltatori, il suo brano ha successo. "Speravo in tutto questo, non vengo per fare la gara ma cerco di portare me stesso, spero che continui questa ondata di entusiasmo nei miei confronti, questo essere riconosciuti, capiti, e questo è già un grande premio". Nella serata delle cover, ha eseguito con Nina Zilli "24mila baci", e dice che "era un onore rendere omaggio a Celentano, ci ho messo tantissimo in quell’arrangiamento, ho voluto giocare e devo ringraziare Nina che è stata molto complice". E racconta che con un sms Claudia Mori e Adriano Celentano gli hanno espresso fatto sapere di aver apprezzato la versione proposta.

Domani 8 alle ore 11, presso il Teatro Comunale di Massafra (TA), sito in Piazza Garibaldi, avrà luogo la conferenza stampa di presentazione del progetto “PERIFERIE INFINITE. Dalle periferie locali alle periferie mondiali”, a cura del Teatro delle Forche, società cooperativa capofila della rete costituita con l’associazione culturale “Il Serraglio” di Massafra, il Circolo Arci “Svegliarci” di Palagiano e la Cooperativa Sociale “Il Sole” di Statte, vincitrice dell’avviso pubblico “Periferie al Centro - l’intervento di inclusione culturale e sociale della Regione Puglia – Assessorato all'Industria turistica e culturale Assessorato al Bilancio e alle Politiche giovanili e coordinato da Teatro Pubblico Pugliese.

All’incontro interverranno i rappresentanti degli Enti coinvolti e dei soggetti della rete del progetto che, prendendo il nome da un verso del poeta Vittorio Bodini, intende partire da una periferia nel sud dell’Italia per guardare alle periferie del mondo e cercare di integrare le persone nel cuore dello sviluppo culturale, sociale ed economico delle comunità territoriali, coinvolgendo soggetti e realtà che operano in prima linea sul fronte dell’integrazione, dell’accoglienza e della promozione artistica e culturale.

In programma, una ricca e articolata offerta artistica: spettacoli teatrali, laboratori esperienziali, interventi di danza e musica, iniziative culturali e di promozione della lettura, con ospiti nazionali e locali, azioni di mappatura del territorio e coinvolgimento delle comunità, con l’obiettivo di mettere e ri-mettere in gioco le persone, sia native che immigrate, delle zone periferiche interessate.

Il cartellone degli eventi e maggiori dettagli sul progetto saranno resi noti durante l’incontro, aperto alla comunità.

 

 

Tre giorni di formazione col meglio della ristorazione italiana (16-18 febbraio – Castello Aragonese) 40 masterclass, 20 moderatori, 90 ospiti


Taranto, per tre giorni, con 
Ego Festival diventa capitale della cultura enogastronomica. E riparte dalla sua identità, il mare.

Il più imponente evento enogastronomico del sud Italia quest’anno dal 16 al 18 febbraio sbarca nella Città dei Due Mari dove si celebrerà la quintessenza della formazione con l’ambizione di avviare il confronto sui temi del futuro: dall’enogastronomia all’arte, passando dalla musica e dalla letteratura, con un taglio formativo e didattico in una forma di congresso rivoluzionato e rivoluzionario, interattivo e dinamico.

 

C’è la cucina, c’è la sala, ma anche la pizza, il pane, la comunicazione e lo storytelling. E poi, ancora, champagne, spirits, metodo classico e la birra. Si ripete il format che punta sulla formazione professionale in un settore che proprio in Puglia costituisce uno dei motori principali dell’economia, ovvero accoglienza e ristorazione. 

 

Sono 40 le masterclass, 20 i moderatori, 90 gli ospiti, quattro i loro Paesi di provenienza, dalla California all’Inghilterra, dalla Francia alla Danimarca. Cuochi stellati e di grandi trattorie, uomini e donne di sala, le donne del pane e ci sarà la prima “orizzontale di pizze”, ci sono i pasticceri e tanta stampa nazionale. Due i party esclusivi e un convegno di apertura (16 febbraio alle 17,30) su com’è cambiata la comunicazione nel mondo dell’enogastronomia con un’analisi fondata sul recupero di etica e poetica, con lo sguardo di chi ha il compito di raccontare i territori e di chi deve modulare la propria offerta televisiva proprio seguendo o anticipando quei cambiamenti. 

 

In quale direzione sta andando la ristorazione italiana? E qual è il suo futuro? Quali le sue parole d’ordine?. È questo il quesito che si pone il direttore scientifico di Ego Festival Martino Ruggeri, pugliese di nascita e attualmente head chef di Ledoyen Pavillon 3*. Ed “Ego Festival, che è l’idea di EnogastroHub l’associazione nata per essere interprete dei bisogni del territorio e strumento per trasformare gli stessi in opportunità̀ – continua Monica Caradonna, presidente dell’associazione – vuole essere una scatola, un contenitore dinamico e fluido in cui avviare una discussione intellettuale proprio su dove sta andando la cucina italiana”. 

 

 

 

 

E saranno, tra gli altri, proprio i cuochi a farsene promotori. Sostenibilità, radici, territorio, sperimentazione, poetica del gusto e quel recupero visionario di ciò da cui si è partiti, insomma, in una parola, ritrovare la propria identità. Questi i temi che affronterà Ego, uno scambio di idee e di prospettive sul mondo della ristorazione che cambia e richiede nuovi strumenti di lettura. 

 

A ospitare l’evento è il Castello Aragonese, simbolo di un passato ambizioso in cui oggi, grazie al grande lavoro della Marina Militare e del Comune di Taranto, si salvaguarda un passato importante e si è creato un dinamico contenitore culturale.  

“Siamo felici di ospitare eventi di questo pregio e con simili potenziali ricadute per la nostra comunità. Taranto sta progressivamente tornando un luogo e un sistema altamente attrattivo, la nostra idea di diversificazione produttiva e riposizionamento dell’immagine della città sta incominciando a dare frutti importanti. – afferma Rinaldo Melucci,sindaco di Taranto - Siamo certi che la nostra filiera enogastronomica saprà cogliere questa opportunità e continuerà a investire in qualità e promozione della nostra bella Taranto. EGO sarà una grande festa, lavoreremo perché tutto sia perfetto e perché questo festival possa mettere radici in riva allo Ionio.”

 

Associati ad EGO Festival, anche quest’anno, il Premio San Marzano Best Sommelier per il miglior sommelier di Puglia sostenuto dall’azienda vinicola presieduta da Francesco Cavallo, e che metterà in palio un’esperienza in uno chateau ed EGO Match, ovvero l’occasione per far incontrare domanda e offerta. Tornano anche quest’anno le magiche EGO BOX e il 16- 17 e 18 febbraio al Castello Aragonese sarà possibile consegnare il CV per chi cerca lavoro nel mondo della ristorazione, oppure le richieste di professionalità da parte di chi cerca personale specializzato. Sul sito, nella sezione dedicata, è possibile scaricare la modulistica da consegnare.

 

Tutte le informazioni e i dettagli sulla partecipazione e sull’elenco dei seminari è disponibile sul sito www.egofestival.it

 

Il Festival di Sanremo sta per cominciare e c’è grande attesa per l’esibizione di Diodato, che canterà proprio nella prima serata. Sarà infatti il quarto artista a calcare il palco dell’Ariston di questa 70ma edizione. 

Il suo pezzo “Fai rumore”

si è già guadagnato un importante riconoscimento, il Premio Lunezia che alla vigilia della kermesse viene assegnato ai migliori testi dei big in gara e dei giovani. Stefano De Martino, Dario Salvatori, Loredana D Anghera e Beppe Stanco hanno reso nota  la loro scelta che ha premiato “Fai rumore”. «La struttura e l’intensità del testo annunciano un emozionante appuntamento con la musica»,  afferma il patron De Martino. Per il critico musicale Dario Salvatori, membro della Commissione del riconoscimento «Diodato sembra suggerire l'arte del conversare smooth. Riproporsi in amore è quasi un gesto dovuto. Ma non avvicinatevi troppo e cercate il contatto visivo senza esagerare. Nessun imbarazzo. Un intonarumori sussurrato».

“Fai rumore”,  è contenuto nel nuovo album di inediti “Che vita meravigliosa", in uscita il 14 febbraio per Carosello Records. Il testo è scritto dallo stesso Diodato, il quale ha anche composto le musiche con la collaborazione di Edwyn Roberts.

   L'artista tarantino racconta così l’intento all’origine del brano, la sua vera essenza: "'Fai rumore' è un invito ad abbattere i muri dell’incomunicabilità. È un invito a farsi sentire, a non soffocare nel silenzio delle incomprensioni, del non detto, dove muore ogni umanità. È un atto di ribellione che ha l’amore come finalità, nel senso più ampio possibile".

   “Che vita meravigliosa" è il terzo album di inediti di Diodato, anticipato dal nuovo singolo omonimo che il cantautore ha scritto per “La Dea Fortuna”, il film campione di incassi di Ferzan Ozpetek. Il nuovo album, prodotto da Tommaso Colliva, arriva a distanza di tre anni dall’uscita di “Cosa siamo diventati” (Carosello Records, 2017) e dopo le partecipazioni al Festival di Sanremo in gara con Roy Paci nel 2018 e in qualità di ospite di Ghemon nel 2019.

   Quest'anno Diodato sarà live per la prima volta all’Alcatraz di Milano (22 aprile) e all’Atlantico di Roma (29 aprile). Per sostenere Diodato si è mobilitata la rete attraverso un gruppo su facebook “Diodato @Sanremo2020” creato da Sabrina Morea, esperta di musica e organizzatrice di eventi e spettacoli musicali e sua grande supporter. Forza Diodato, in bocca al lupo!
Noi per augurare buon anno ai nostri lettori scegliemmo il magnifico pezzo che l’artista porto’ a Sanremo nell’edizione 2018 “Adesso” eseguito magistralmente durante un concerto all’alba a Lido Gandoli organizzato da Sabrina Morea che incanto’ letteralmente il pubblico presente.

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