NATALE SI AVVICINA/ A Pulsano arriva il Paese delle meraviglie
Scritto da Giornalista1Nella lontana e fredda Lapponia ogni anno Babbo Natale, aiutato dai suoi elfi, legge milioni di letterine che i bambini di tutti il mondo gli affidano...
Gli amici dell’Associazione Pulsano d\'A mare, hanno pensato di ridurre, almeno per un po\', le distanze tra la nostra realtà e la lontanissima Lapponia, dando vita a un luogo magico, in cui Babbo Natale e i suoi aiutanti elfi prepareranno minuziosamente ogni regalo, cercando di realizzare i desideri di tutti i più piccoli.
\" Il Natale delle Meraviglie\" ideato dall\' Ass.ne Pulsano d\'A mare con il patrocinio del Comune di Pulsano, nell\' ambito dell\' evento \" Natale con Noi\", giunto alla sua ottava edizione, anche quest\' anno, sarà tra le più attese iniziative natalizie della comunità pulsanese.
Allestito nelle suggestive sale del Castello De Falconibus di Pulsano, un originale fabbrica di Babbo Natale in cartapesta, accoglierà i bambini con le loro famiglie, rendendoli protagonisti di un\'esperienza a tutti gli effetti magica: un viaggio nell\'infanzia, nella magia del Natale e delle emozioni ad esso legate.
Viaggio che continuerà a \"Meravigliare,\" grandi e piccini nell\'allestimento di una delle più amate fiabe della tradizione Disney, che per il momento restera\' top secreat ma si garantisce, saprà , letteralmente catapultarvi in un mondo fantastico, surreale, dove tutto può cambiare forma o dimensione in un attimo e dove vi imbatterete in situazioni imprevedibili circondati da personaggi stravaganti e bizzarri.
La fiaba si animerà grazie alla collaborazione della Compagnia Teatrale \"Meuschi\" e grazie alla partecipazione dell\' attore teatrale Salvatore Borracino, che intratterranno con giochi e recitazione.
Anche quest\' anno , dunque, la creatività dell\' iniziativa non deluderà le aspettative dei sempre più numerosi visitatori, portando con sé le emozioni e le nobili intenzioni che sono alla base del progetto di cui ci parla il presidente dell\' Associazione Massimo Nicolardi: - \"Il Natale delle Meraviglie\" è per noi un evento che mira a portare magia e gioia nella nostra comunità durante la stagione natalizia. Come ogni anno proponiamo nuovi scenari e una favola diversa fra quelle che più hanno saputo affascinare i bambini di tutte le generazioni. Questo approccio permette di immergersi sempre più profondamente nello spirito del Natale, offrendo a ogni visitatore un\'esperienza unica e indimenticabile.
L\'edizione 2023, in particolare, nasce dal profondo impegno e dedizione dei membri associati e non solo: bambini/e, ragazzi/e, artigiani e gente semplicemente appassionata dell\' antica arte della cartapesta, che nonostante, gli impegni lavorativi a tempo pieno si sono uniti a noi per portare avanti questa iniziativa nei loro preziosissimi momenti liberi, vogliosi ed entusiasti di creare qualcosa di speciale per tutti.
Inoltre, l\'organizzazione dell\' evento ha permesso a tutta la comunità di essere coinvolta, unendosi per donare materiali di riciclo per la creazione dei capolavori in cartapesta, dimostrando di rispondere al nostro costante impegno alla salvaguardia dell\'ambiente ma anche alla creazione di un forte senso di aggregazione.
E sulla base di quest\' ultimo valore, siamo orgogliosi di annunciare: un\' apertura straordinaria, tutta dedicata ai bambini \" speciali\" che avranno l\' opportunità di vivere un momento straordinario, in un ambiente completamente adatto alle loro esigenze, dove potranno immergersi nel magico mondo natalizio, in modo confortevole, sicuro ed inclusivo. -
L\' evento \" Il Natale delle Meraviglie\" sarà inaugurato il 2 dicembre alle ore 17.00, alla presenza del sindaco: il Dott. Pietro D\' Alfonso.
Le date successive saranno: il 3, 8, 9, 10, 16, 17, 26 dicembre dalle 17.30 alle 20.30.
Si concluderà in occasione dell\' Epifania il 6 gennaio dalle 17.30 alle 20.30.
BILANCI POSITIVI/ Il Be Green Film Festival è una scommessa vinta
Scritto da Giornalista1Si è chiusa la seconda edizione della manifestazione organizzata da Armamaxa e Comune di Crispiano. Il corto inglese “The Stupid Boy” è stato premiato come miglior film di finzione, il portoghese “Ice Merchants” vince tra quelli di animazione. I direttori artistici: “Questo festival è importante per la comunità”
Si è conclusa fra applausi scroscianti e i sorrisi sinceri dei tanti ragazzi presenti al cinema teatro comunale di Crispiano la seconda edizione del Be Green Film Festival, la manifestazione che dal 23 al 25 novembre ha portato nel paese delle Cento Masserie (e da quest’anno anche a Ceglie Messapica) il meglio dei cortometraggi internazionali incentrati sulle tematiche legate all’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Il festival è organizzato da Armamaxa e Comune di Crispiano, all’interno di Apulia Cinefestival Network 2023 (iniziativa realizzata da Regione Puglia, Apulia Film Commission e AReT PugliaPromozione), con il sostegno della Fondazione Banco di Napoli e dell’assessorato alla Cultura e Ambiente del Comune di Ceglie Messapica.
Una scommessa vinta per i direttori artistici Gaetano Colella e Andrea Simonetti, dopo il promettente debutto dello scorso anno. Tra i meriti della manifestazione vi è quello di aver saputo coinvolgere tanti ragazzi adolescenti e preadolescenti, sia come giurati sia in un percorso di formazione, ma anche come collaboratori dell’evento. A tal proposito, è risultato molto interessante l’esperimento della Be Green Factory, un gruppo di ragazzi che nei mesi antecedenti al festival ha cominciato a incontrarsi e a generare idee e contenuti per l’iniziativa.
Miglior film di finzione di questa edizione è stato decretato The Stupid Boydel regista inglese Phil Dunn, “per l’incisività della storia, la delicatezza con la quale trasmette un messaggio potente. Grazie a questo corto improvvisamente non si è più schiavi delle paure, intimoriti dalle fragilità”. Così si legge nella motivazione della giuria dei giovani. È stato premiato invece come miglior film di animazione del festival Ice Merchants del regista portoghese João Gonzalez. Questa la motivazione dei ragazzi: “Per la delicatezza della storia, per la semplicità con cui descrive la forza dell’amore tra genitori e figli, per la bellezza dei colori e dei disegni che sono simboli efficaci nella narrazione. E per il finale a sorpresa che ci ha colpiti ed emozionati”.
Ha colpito molto anche il film breve 68.415 di Antonella Sabatino e Stefano Blasi, che si è aggiudicato il Premio Miglior Sceneggiatura (assegnato dai ragazzi della Be Green Factory by Serveco), il Premio Migliore Interprete all’attrice Francesca Valtorta e il Premio Giuria Tecnica (composta dalla presidente del Premio Solinas Annamaria Granatello, dal responsabile serialità di Rai Fiction Leonardo Ferrara e da Massimo Modugno di Apulia Film Commission). Il Premio Speciale Vicoli Corti è stato assegnato dalla direzione artistica del festival partner del Be Green a Ice Merchants. Due le menzioni speciali: la prima da parte degli alunni delle scuole di Ceglie Messapica a Ice Merchants e la seconda da parte della direzione artistica a Sorte Nostra del regista di Michele Sammarco.
Tra i vari momenti del festival, ha riscosso grande interesse la masterclass con l’attore e regista Marco D’Amore che si è raccontato al pubblico nella serata finale. Un vero e proprio successo è stata la notte al cinema gestita dal Circolo Arci “Mariella Leo”, che ha coinvolto una trentina di bambini in attività e laboratori notturni all’interno del cinema di Crispiano. Molto intensi sono stati anche gli incontri con lo scrittore Fulvio Ervas (curato dall’associazione Volta la carta), con la giornalista Rajae Bezzaz e con il regista Alessandro Valenti, del quale è stato proiettato il lungometraggio “Oltre il confine”. Le serate sono state condotte impeccabilmente dall’attrice Antonella Carone, che ha anche incontrato in un talk i fan di Perfidia, da lei interpretata nei film “Me contro Te”.
I direttori artistici Gaetano Colella e Andrea Simonetti non nascondono la felicità: “Da parte nostra la soddisfazione è massima. Siamo contenti del livello di partecipazione che ha già raggiunto il festival e di come sia diventato importante per la comunità. L’obiettivo di coinvolgere i ragazzi è stato centrato ed è un aspetto che in futuro potrà solo crescere. Noi non vogliamo un festival fatto soltanto di nomi illustri, ma una realtà che possa unire la qualità della proposta artistica e il coinvolgimento del territorio. Proprio a proposito di qualità, crediamo di aver raggiunto un livello alto, tale da auspicare di poter competere, nelle prossime edizioni, con i migliori festival cinematografici italiani. Abbiamo abbracciato, sia con i film in selezione sia con i vari appuntamenti in programma, tantissimi temi legati all’Agenda 2030, che costituisce la guida di questo progetto”.
Il maltempo ha costretto gli organizzatori ad annullare l’appuntamento con l’orchestra di fiati “Città di Crispiano”, che avrebbe suonato per le vie del paese le migliori colonne sonore del cinema, e la festa finale prevista in piazza San Francesco. Ma per questo e tanto altro ci sarà spazio nelle prossime edizioni del Be Green Film Festival.
[Ideata e organizzata dall’associazione culturale Armamaxa e dal Comune di Crispiano, la seconda edizione del Be Green Film Festival è all’interno di APULIA CINEFESTIVAL NETWORK 2023, un’iniziativa realizzata da Regione Puglia, Apulia Film Commission e AReT PugliaPromozione nell’ambito dell’intervento “Promuovere la Puglia del Cinema 2023” a valere su risorse del POR Puglia 2014/2020 - Asse VI - Azione 6.8. Realizzata col sostegno di Fondazione Banco di Napoli - Contributo Avviso 2/2022 e Comune di Ceglie Messapica.]
ANNIVERSARI/ Crest, da 45 anni il teatro sotto le ciminiere di Taranto
Scritto da Giornalista1Una compagnia teatrale nata 45 anni fa alla fine dei «rivoluzionari» anni Settanta, ostinata a operare in una città del Sud difficile come Taranto, dominata dallo stabilimento siderurgico ex Italsider, ex Ilva, ex ArcelorMittal, ora Acciaierie d’Italia. È il Crest, la cui vicenda narrata nel libro «Un teatro sotto le ciminiere» (Titivillus) dal saggista e critico teatrale Massimo Marino, tarantino trapiantato a Bologna, docente al Dams di Bari e premio speciale Ubu 2022 per il suo volume su Giuliano Scabia, ha ispirato una serie di incontri che si sono svolti nella giornata di ieri all’Auditorium TaTà, al quartiere Tamburi. Partendo dal libro di Marino, è stata raccontata l’esperienza del Crest in periferia per la quale la compagnia presieduta da Clara Cottino ha appena ricevuto a Torino un premio speciale dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro.
Della vicenda Crest si è parlato, dalle ore 10 alle 13, durante un incontro condotto dalla giornalista Antonella Gaeta al quale sono intervenuti Rinaldo Melucci (presidente della Provincia di Taranto e sindaco di Taranto), Aldo Patruno (dirigente del Dipartimento Turismo e Cultura della Regione Puglia), Grazia Di Bari (consigliera delegata alla Cultura della Regione Puglia), Annamaria Candela (dirigente sezione Tutela e valorizzazione del patrimoni culturali), Fabiano Marti (assessore allo spettacolo del Comune di Taranto) e Paolo Ponzio (presidente del Teatro pubblico pugliese).
Nel pomeriggio, dopo un trasferimento in autobus e una passeggiata nei luoghi abitati dal Crest in città, ritorno al TaTà per parlare del disagio del fare teatro in periferia con lo stesso Massimo Marino, con Alessandro Toppi, che è direttore responsabile della rivista culturale La Falena, con Vincenzo Bellini, presidente del distretto Puglia Creativa, con Giuseppe Basilotta, presidente dell’Associazione delle compagnie e dei teatri d’innovazione, e con Silvia Godelli, che da assessore alla Cultura e Turismo della Regione Puglia ai tempi della giunta Vendola seguì nel 2009 l’apertura del TaTà al quartiere Tamburi grazie al progetto Teatri abitati. Un obiettivo raggiunto dal Crest dopo anni di nomadismo alla ricerca di un luogo stabile, per poter meglio creare e agire sul territorio, spiega Marino, raccontando la vocazione del Crest al teatro per le nuove generazioni, al lavoro nelle scuole e nei quartieri di una città frammentata, smarginata, una città «groviera», come la definì Alessandro Leogrande.
Marino rivela un teatro nato nelle periferie culturali d’Italia, dimostrando quanto siano vitali le esperienze svoltesi lontano dai grandi centri, anche sotto le ciminiere pestilenti di una fabbrica ingombrante, coinvolgendo il lettore attraverso spettacoli per i più piccoli, favole e storie di iniziazione che spesso assomigliano a incubi. Ma pure parlando di narrazioni sulla storia e il presente di Taranto e creazioni rivolte a un pubblico adulto o senza limiti di età, come «Ultimo round», il nuovo spettacolo di Gaetano Colella e Andrea Simonettisulla storia del pugile sinti Johann «Rukelie» Trollmann presentato al pubblico in anteprima come evento di chiusura dell’iniziativa.
PALAZZINA LAF/ Michele Riondino: Caterino Lamanna un Fantozzi nero, la mia critica feroce alla città
Scritto da Giornalista1di Luisa Campatelli
<Ha avuto coraggio Michele Riondino a mettere le mani su una realtà che nessuno vuole toccare>
Giovanni faceva il sindacalista, mercoledì non ha voluto perdere l anteprima di Palazzina Laf, al Savoia Cityplex di Taranto. Lavorava all Ilva Giovanni, ne è uscito a 49 anni. Era giovanissimo quando entrò nella più grande acciaieria d Europa e quel fabbricato scorticato e con le erbacce davanti non se lo dimentica.
<Io una volta li vidi quelli della Palazzina Laf, passando, ma non riuscivo a guardarli, stavano lì, seduti, con le mani in mano, dietro una scrivania vuota, spogliati di tutto, mi sentii male>.
L opera prima di Michele Riondino è un film che ti commuove e che ti fa incazzare. A Taranto, dove è ambientato, dove risiede la ferita, ancora di più. Perché ci fa vedere come siamo, con quale mostruosità abbiamo a che fare, a chi abbiamo dato l anima, scambiando una condanna per un regalo.
Erano 79, i confinati della Palazzina Laf, acronimo di laminatoio a freddo. Settantanove persone costrette a stare in un edificio in disuso a fare niente, ridotte a inutilità, invisibilità,silenzio Erano i lavoratori scomodi che non potendo essere licenziati finivano al purgatorio, nel limbo, in un luogo dove l orologio segna sempre la stessa ora. Quello della Palazzina Laf fu il primo caso riconosciuto di mobbing di massa in Italia.
<Ciò che accadde fu talmente paradossale, incongruo - sottolinea Michele Riondino durante l incontro con il pubblico, insieme al critico cinematografico Massimo Causo- ma non tanto diverso da quello che accade ora, con la cassa integrazione e i lavoratori costretti anche loro a non fare niente, sospesi>. Accanto a Riondino anche Claudio Virtù memoria vivente e filo del racconto che il racconto ce l ha scritto sulla pelle.
Nel film, ogni personaggio è disegnato con minuziosa attenzione ai dettagli: parole, silenzi, colpi di tosse, attese, sguardi, vite che si intrecciano con quella della fabbrica che col suo suono incessante, i suoi ritmi martellanti scandisce ogni momento, cambiando ognuno nel profondo. La fabbrica, che divora tutto, anche la capacità di distinguere il bene dal male, la vittoria dalla sconfitta, in una dimensione grottesca tale da suscitare reazioni contrastanti che vanno dal riso all indignazione.
Michele Riondino è Caterino Lamanna operaio della cokeria dall ingenuità colpevole ma anche disarmante, che si stupisce delle carezze che riceve.
<Caterino è un Fantozzi nero - dice il regista- la mia critica feroce alla città, quella che non reagisce, quella che ha ceduto la dignità per un illusorio posto in un paradiso che non esiste>.
Di fronte ha Giancarlo Basile, dirigente Ilva, interpretato da Elio Germano.
<Basile - sottolinea il regista- è un Caterino che ce l ha fatta>.
Su sponde opposte, ma uguali, i due stringono una sinistra alleanza. Perché la verità si svela nei contrast.
La Palazzina Laf sembra la trasposizione del manicomio di Qualcuno volò sul nido del cuculo, con rituali che si ripetono sempre uguali, figure spente che si aggirano nei corridoi domandandosi <ma io che ci faccio qui?>, in una realtà parallela, la realtà del reparto confino. C è anche Capo Brondem, l uomo con gli occhi a fessura che passa le giornate a guardare il vuoto e poi, spiazzando tutti, rompe il silenzio. Palazzina Laf è un film di denuncia e impegno civile, un film politico.
<I politici continuavano a ripetermi di pensare a fare il
mio mestiere- sottolinea Riondino- ed è quello che ho fatto parlando di loro>.
Nei sette anni che sono serviti per preparare il film, Michele Riondino si è nutrito di testimonianze, di incontri, di letture, di riflessioni, la più preziosa è sicuramente quella lasciata dallo scrittore Alessandro Leogrande nelle sue pagine. Nel film c è anche un omaggio allo scrittore Cosimo Argentina. Una scena del film si ispira a Dall Inferno, il racconto dell ingresso in fabbrica, in una notte di pioggia, di Umè il ragazzo senza nome convocato per fare affiancamento. E allo spettatore che assiste alla sequenza arriva immediata la certezza che una cosa così sta accadendo davvero, che proprio in quel momento, da qualche parte della fabbrica c è un ragazzo innocente che vaga da un girone all\\\'altro e al quale nessuno dà una risposta.