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Giornale di Taranto - FESTIVAL DELLA POESIA CIVILE CONTEMPORANEA/ Si parlerà d’amore il 10 luglio, ultimo appuntamento prima della pausa estiva
Lunedì, 04 Luglio 2022 08:39

FESTIVAL DELLA POESIA CIVILE CONTEMPORANEA/ Si parlerà d’amore il 10 luglio, ultimo appuntamento prima della pausa estiva In evidenza

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Ultimo appuntamento prima della pausa estiva di “Primo” Festival Internazionale di Poesia Civile e Contemporanea del Mediterraneo e di Taranto -organizzato da Associazione Contaminazioni-, domenica 10 luglio, presso la Chiesa di Sant’Andrea degli Armeni, Piazza Monteoliveto, Città Vecchia.

 La rassegna, che durerà fino ad ottobre, nasce da un’idea e dal progetto della direttrice Tiziana Magrì ed è organizzata dall’Associazione culturale Contaminazioni ed è parte del progetto La Restanza.

Primo Festival Internazionale di Poesia Civile e Contemporanea del Mediterraneo e di Taranto quest’anno assume il titolo di VII Cielo. Poetry & Experience Sense, in onore di Dante e con l’auspicio di poter scalare anche noi la scala dorata, trovando un nuovo modo di osservare il mondo e rinnovandoci come umani.

Inizio, dunque, previsto per le ore 20:00 con la presentazione e il reading poetico della raccolta In comode rate. Poesia d’amore di Beatrice Zerbini, Interno Poesia.

Intervento a cura di Gabriella Grande, curatrice d’arte e poeta.

 

Beatrice Zerbini è nata il 17 gennaio 1983 a Bologna. Nel 2006, ha aperto la pagina online di racconti tragicomici e di poesie “In comode rate”, “In comode rate. Poesie d’amore” (ed. Interno Poesia di Latiano) è la sua opera prima in versi, ad oggi alla VII ristampa. Dall’inizio del 2020, si dedica ad un progetto a sostegno dei malati di Alzheimer e delle loro famiglie, diventato nel 2021 uno spettacolo teatrale di musica e poesia. A giugno 2021 è uscita “Mezze Stagioni”, una piccola raccolta di suggestioni poetiche (collana Piccole Gigantesche Cose, ed. AnimaMundi di Otranto).

 

 

Alle ore 20:40, invece, è previsto il reading poetico di testi inediti di Giuseppe Semeraro <<sull'apocalisse silenziosa della mia terra, uno sguardo poetico e politico che attraversa gli ulivi, Taranto, il turismo di massa, il deserto che avanza e tutto ciò che di marcio è nascosto sotto il tappeto buono della festa.>>.

Musica di Leone Marco Bartolo.

 

A seguire, è previsto lo SPOKEN WORD “BE POEM”, un Microfono aperto alla poesia (in musica, perfomance, rap, hip pop) autoriale, o di altri poeti/poete

Solo 5 minuti per sorprendere il pubblico!

Per partecipare è necessario scrivere all’indirizzo di posta elettronica  Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. , con oggetto “microfono aperto”, allegando una bio e specificando il titolo del proprio componimento. Quello del 10 segue il bell’appuntamento del 30 giugno.

 La serata è stata coordinata dalla direttrice di Radio Cittadella Marina Luzzi. A portare i saluti dell’amministrazione comunale di Taranto è stato l’Assessore Lavori Pubblici e Mobilità sostenibile Mattia Giorno.

Intermezzi musicali e di danza di La Vale Pizzicata, giovanissimo talento pugliese, in cui storia, tradizione e futuro si intrecciano per mettere in dialogo poesia e musica, così come già nell’alba greca.

Il festival, tenutosi presso il Museo Diocesano di Taranto, sito nel cuore della Città Vecchia, ha avuto inizio con un giovanissimo salentino ai suoi esordi, Giacomo Giancane.

Giancane, introdotto e intervistato dalla blogger Stella Pulpo, ha presentato la sua raccolta Malesciana (Edizioni Esperidi). Una poesia molto legata alla sua terra, come dimostrano i versi di “Morte di un contadino”, ma anche intrisa di una riflessione di ampio spazio esistenzialista, che pone domande sull’essere e su interrogativi di antico respiro. Una poesia che ha ragione di esistere perché moglie, mai imposta, ma scelta e amata ogni giorno, così come la propria terra, posto in cui permanere e radicarsi.

In seguito, si è tenuto il reading di Luca Crastolla e Rita Greco a cura di Silvana Pasanisi, poeta e scrittrice.

Pasanisi ha tenuto a ribadire come tutto abbia sempre inizio da un viaggio. che richiede coraggio ed è un atto di responsabilità di fronte a domande e spinte interne. Le spinte di Rita Greco hanno radici nella sua più tenera età, fatta di letture, nell’edicola dei propri genitori. Poesia come libertà, nata dalla “necessità di farsi minatori di se stessi”. E in questo viaggio traghetta splendidamente Silvana Pasanisi, abile nocchiere. Un viaggio che continua con Crastolla, fra la terra madre, la Puglia abbandonata sino ai dieci anni. Una terra di passaggio, in quel periodo, la terra delle estati passate con i nonni, come molti pugliesi ancora oggi costretti a trasferirsi altrove. Una terra lontana dalla cartellonistica e in cui si profila l’idea di incanto.

In sottofondo si odono i richiami dei principi del mar, del Mediterraneo: i gabbiani, venuti anche loro a portare la propria musica.

Mentre la musica torna a catturare gli spettatori e a portarli nel mondo della sospensione, dell’incanto pugliese del ritmo cadenzato di tamburi e passi, con La Vale Tarantata, avanza il poeta Davide Rondoni in dialogo con il poeta e medico Alessandro Faino.

Rondoni, ospite di risonanza nazionale, è poeta e scrittore, ha pubblicato diversi volumi di poesia: con i quali ha vinto alcuni tra i maggiori premi di poesia. È tradotto in vari Paesi del mondo in volume e rivista. Collabora a programmi di poesia in radio e tv (RAI, tv2000, San Marino RTV) e come editorialista per alcuni quotidiani. Ha fondato il Centro di Poesia contemporanea dell’Università di Bologna e la rivista «clanDestino». Ha curato numerose antologie poetiche, tiene corsi di poesia e master di traduzione. 

 

“I poeti non parlano solo dell’invisibile, parlano eccome dell’invisibile. Dante ha scritto la Commedia perché ha visto Beatrice. […] La poesia l’arte della parola con cui si cerca di mettere a fuoco la natura”, ha esordito così Rondoni, facendo riferimento a Leopardi e a quell’inesprimibile naturale che sfuggono alle letture della matematica. Il tempo non è solo durata, ma anche significato. Una riflessione con echi bergsoniani, quella di Rondoni, che manifesta una conoscenza della letteratura e della filosofia radicata nel tempo e nel suo cammino esperienziale, oltre a una padronanza della parola e del palco di cui pochi altri sono capaci.

Non a tutto si può dare un limite. Non tutto si può definire. Questo è ciò che conosce la poesia. Questo è ciò che conosce il poeta. Questo è ciò che emerge dalle parole di Rondoni.

In “Cos’è la Natura? Domandatelo ai poeti”, un saggio-narrazione, Rondoni si sofferma proprio su tutto questo. D’altronde, è dall’osservazione e dalla contemplazione della natura che nasce Anna Karenina. Alla domanda di Faino, se esista un’urgenza in natura e un’urgenza della poesia, Rondoni risponde tracciando un itinerario da Greta Thunberg al bio e ai grandi del pianeta, su quella retorica imperniata sul semplicismo e sul main-stream che in realtà si serve della Natura, ma non la conosce e non l’osserva.

Ma soprattutto cos’è la nostra natura rispetto alla Natura? Questo è l’interrogativo che avvolge gli astanti.

Il profondo e articolato intervento di Rondoni coinvolge gli animi dei presenti, innesta in loro dubbi, fa nascere interrogativi, che è poi un po’ ciò che la letteratura ha il compito di fare: indurre gli uomini a riflettere sulla loro natura, sulla Natura, sul sistema Terra, sull’esistenza.

È giunto poi il momento dello Spoken Word Be Poem, un microfono aperto della durata di cinque minuti dedicato a chi vuole far conoscere i propri testi.  Primo ad esibirsi è Roberto Vampo, diciottenne tarantino che incentra i propri versi sulla noia e il legame al mare.

Infine, un ritorno alla musica con Rione Junno. Un inno continuo sulla restanza, sulle radici. Un’onda emozionale che colora l’animo e trasporta in una Puglia arcaica, in una tela intinta di oro come il grano e di azzurro come il cielo limpido e sconfinato.

Chiusura conviviale, in collaborazione con Nadia Giannico - presidente Confindustria Laterza- e la Tenuta Brigante di Torricella, fra quelli che il festival ha definito gli ori di Puglia, cioè pane di Laterza, olio EVO e vino del territorio, bianco, rosso e rosato. Proprio come durante un simposio, il cibo è stato accompagnato dalla poesia Buenos Aires di Borges, dialoghi e danze che hanno portato tutti i presenti ad unirsi coralmente entusiasti sul palco e a farsi travolgere dalla musica dei Rione Jummo.

Prossimo incontro prima della pausa, il 10 luglio.