"Vorrei ricordare che due anni di pandemia non hanno mandato in soffitta le altre malattie, anzi a molte hanno dato forza". Lo scrive sul suo profilo Facebook l'epidemiologo Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene alla Facoltà di Medicina dell'Università del Salento, che esorta a tenere alta la guardia soprattutto contro il morbillo. "In questi due anni sono moltissimi i bambini e gli adolescenti - sostiene il professore - che hanno mancato o fortemente ritardato il loro appuntamento con le vaccinazioni. Ci sono malattie, ed il morbillo è la prima fra queste, che non fanno sconti. Appena si crea una minima falla nella immunità di comunità il virus ci si infila e dilaga".
Lopalco ricorda come l'emergenza sanitaria legata al Covid abbia avuto forti ripercussioni sulle normali attività ospedaliere e ambulatoriali. "L'intasamento delle strutture sanitarie legato alla pandemia - rileva l'epidemiologo pugliese - ha infatti rallentato tutte le attività sanitarie e a soffrirne di più sono state quelle di prevenzione. Primo perché ritenute meno 'urgenti', poi - conclude - perché i dipartimenti di prevenzione sono state fra le strutture maggiormente sovraccaricate dalla pandemia, fra contact tracing e vaccinazione".
"Vorrei ricordare che due anni di pandemia non hanno mandato in soffitta le altre malattie, anzi a molte hanno dato forza". Lo scrive sul suo profilo facebook l'epidemiologo Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene alla Facoltà di Medicina dell'Università del Salento, che esorta a tenere alta la guardia soprattutto contro il morbillo. "In questi due anni sono moltissimi i bambini e gli adolescenti - sostiene il professore - che hanno mancato o fortemente ritardato il loro appuntamento con le vaccinazioni. Ci sono malattie, e il morbillo è la prima fra queste, che non fanno sconti. Appena si crea una minima falla nella immunità di comunità il virus ci si infila e dilaga". Lopalco ricorda come l'emergenza sanitaria legata al Covid abbia avuto forti ripercussioni sulle normali attività ospedaliere e ambulatoriali. "L'intasamento delle strutture sanitarie legato alla pandemia - rileva l'epidemiologo pugliese - ha infatti rallentato tutte le attività sanitarie e a soffrirne di più sono state quelle di prevenzione. Primo perché ritenute meno 'urgenti', poi perché i dipartimenti di prevenzione sono state fra le strutture maggiormente sovraccaricate dalla pandemia, fra contact tracing e vaccinazione".