Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator
Preferenze sui cookie
Giornale di Taranto - EMERGENZE/ Campagna “L’ultimo concerto?” a raccolta 90 live club, “Spazioporto” di Taranto in prima linea
Mercoledì, 03 Febbraio 2021 15:28

EMERGENZE/ Campagna “L’ultimo concerto?” a raccolta 90 live club, “Spazioporto” di Taranto in prima linea In evidenza

Scritto da 
Vota questo articolo
(0 Voti)

Alle ore 11 del 28 gennaio scorso un’immagine inquietante con un grande punto interrogativo è apparsa contemporaneamente sulle pagine social di novanta live club italiani, sette in Puglia tra cui il nascente “Spazioporto” di Taranto, contenitore multiculturale sito a Porta Napoli per opera dell’Associazione AFO6.

     In copertina, le foto delle facciate, dei palchi e delle porte di ingresso dei novanta locali, sparsi in tutta Italia che negli anni sono stati i luoghi che hanno dato vita a concerti ed eventi. Nell’immagine, oltre al logo della sala, compaiono l’anno di nascita della location e il 2021, indicato come il possibile

 anno di chiusura a causa delle incertezze sul futuro e alle conseguenze della pandemia da Covid-19, che nel 2020 ha portato alla chiusura obbligata dei locali, oltre che di cinema e teatri.

Niente musica, nessuna condivisione reale, nessun evento esattamente da un anno, dal 27 febbraio scorso per essere precisi. Silenzio e futuro incerto per tutto il comparto culturale, con tanti lavoratori fermi in stato d’indigenza, tante spese ed oneri da pagare (nonostante tutto) per gli esercenti ed i gestori, tanti progetti e sogni fermi come nel caso del contenitore di Taranto, che era pronto a partire proprio dalla fine dello scorso anno.

Un caso ancor più paradossale quello di “Spazioporto”, insieme ad altri pochissimi esempi nascenti identici in Italia, per aver messo in piedi un progetto di imprenditoria privata, nato in tempi non sospetti e che in queste condizioni non sa esattamente come e quando potrà partire.

“L’ultimo Concerto?” è un’iniziativa voluta, organizzata e promossa da: KeepOn Live, Arci e Assomusica, con la collaborazione di Live DMA ed è stata lanciata con un hashtag che si potrebbe interpretare come se l’ultima esibizione dal vivo ci fosse già stata, con un punto interrogativo che lascia un grande amaro in bocca e che ha scatenato la curiosità degli utenti e la vicinanza al comparto, cosa che non è mancata in questo lungo periodo ma che praticamente ha portato a poco. Infatti, la scomparsa delle sale è già una triste realtà causata dalla pandemia soprattutto per la mancanza di azione e volontà politica che in questo momento non è abbastanza consapevole dell’importanza di questo settore tra i più colpiti dalla crisi, che potrebbe portare ad un impoverimento e desertificazione culturale generale, con conseguenze irreversibili.

«Quando parliamo di Live Club – si legge nella nota stampa diffusa da KeepOn Live, Arci e Assomusica, promotori dell’iniziativa – dobbiamo pensare anzitutto a un insieme di strutture da mantenere, a uno staff composto da numerose persone che investono energie ed impegno

 costanti per offrire una proposta legata alla musica contemporanea di qualità. Parliamo di spazi che si trovano oggi in una situazione di assoluta emergenza, senza alcuna certezza sul futuro e sulla effettiva possibilità di riuscire a superare questa lunga fase di crisi. Parliamo di palchi che negli anni hanno ospitato e cresciuto artisti di ogni genere, compresi quelli che oggi vengono acclamati negli stadi e nei grandi festival nazionali e internazionali e di spazi che hanno formato le figure professionali più affermate e riconosciute di questo settore. Sale concerto e live club sono fucine di cultura. Luoghi che permettono ai musicisti di esprimersi, di creare e diffondere arte, di incontrare il pubblico. Ben lontano dall’essere meri punti di ritrovo, queste realtà si distinguono dai tanto discussi protagonisti della movida per la loro capacità di veicolare aggregazione e socialità creativa e sicura nei territori. Sono spazi che, nella maggioranza dei casi, sono rimasti in rigoroso e rispettoso silenzio da ormai un anno».

«Tutti insieme – prosegue la nota – si sono presi per mano per mandarci un segnale, aderendo a

 quella che a tutti gli effetti si intuisce essere una campagna di carattere nazionale: creando una mappa di punti interrogativi che costellano l’intero Stivale I live club e le sale concerto siciliane portano sulle spalle il peso di quasi un anno di chiusura. L’iniziativa porta a riflettere sulla condizione in cui si trovano i live club e le sale concerto. Attualmente, nonostante il ruolo enorme che questi spazi hanno in termini di creazione, promozione e diffusione di cultura, e il loro indiscutibile valore sociale, si può dire che siano stati pressoché ignorati dai numerosi decreti susseguitisi in questi mesi. Provvedimenti che hanno sì citato cinema e teatri in tema di spettacolo, ma non hanno dedicato la dovuta attenzione a queste realtà che rischiano di scomparire. L’impatto di queste oltre novanta foto e i relativi interrogativi, decisamente, però non è trascurabile. Quale sarà il prossimo passo?».

In attesa del prossimo passo di questa iniziativa, tutti ci chiediamo e speriamo che non sia per davvero l’ultimo concerto.