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Giornale di Taranto - EMERGENZE/ Il violinista Alessandro Quarta “serve una rivoluzione, pubblico in teatro ma anche in streaming”
Martedì, 05 Maggio 2020 17:59

EMERGENZE/ Il violinista Alessandro Quarta “serve una rivoluzione, pubblico in teatro ma anche in streaming” In evidenza

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Nuovo grido d'allarme dal mondo della musica, settore attorno a cui lavorano oltre 600mila persone,  per la chiusura di teatri e l'impossibilità di fare spettacoli. A farsene protagonista è il violinista e compositore Alessandro Quarta che si è rivolto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al ministro dei Beni e delle Attività culturali, Dario Franceschini. Intervistato dalla sua casa di Lecce dal quotidiano online IlMohicano (www.ilmohicano.it), Quarta sostiene che, per affrontare l'attuale momento, occorre fare una "vera rivoluzione" e "non possiamo lottare da casa, non possiamo farlo in silenzio: le rivoluzioni non si fanno stando seduti sul divano”.     Una rivoluzione ovviamente pacifica "che dovrebbe però muovere le coscienze della gente. Non sopporto coloro che stanno zitti aspettando che gli altri scendano in campo. Mi infastidisce anche il fatto che molte persone che hanno uno stipendio fisso mensile non stiano lottando con noi. 

 

 ‘Armiamoci e partite’ - osserva - è troppo facile”.     Ecco quindi che, secondo Alessandro Quarta, i prossimi mesi possono e devono essere fondamentali per una ripartenza: “se vogliamo trovare un aspetto positivo in tutta questa vicenda - spiega - è che possiamo approfittare dei mesi estivi per organizzarci in vista della stagione invernale, quando riapriranno i teatri. Bisogna sfruttare questo periodo per preparare per l’inverno i 4.500 teatri che ci sono in Italia. Se in un teatro da 1.000 posti se ne mettono a disposizione solo 400 ecco allora che lo streaming, in questo caso, può essere sì fondamentale: gli altri possibili 600 spettatori potrebbero acquistare un biglietto per assistere allo spettacolo da casa".      “Dietro ad ogni artista -spiega - si muovono decine e decine di persone, lavoratori anonimi che hanno famiglia e che devono poter contare su uno stipendio e che ora sono fermi e non hanno neppure gli ammortizzatori sociali. Il presidente del Consiglio deve rendersi conto che il mondo dello spettacolo è una vera e propria industria che deve poter ripartire quanto prima”.     Secondo Quarta “la cultura, come il turismo, è una macroeconomica e come tale va tutelata anche per il bene di questo Paese”. Il Governo sembra aver recepito il messaggio anche se, sottolinea Quarta “credo alle parole ma finché non vedo i fatti ho sempre paura”.