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Giornale di Taranto - SVILUPPO - Taranto punta sulla via Francigena. Liviano: "Vogliamo essere costruttori di futuro"
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Lunedì, 05 Dicembre 2016 19:21

SVILUPPO - Taranto punta sulla via Francigena. Liviano: "Vogliamo essere costruttori di futuro" In evidenza

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Taranto è sempre stata un importante nodo viario, attraversato da flussi di pellegrini diretti verso la Terrasanta. Vi afferivano infatti cinque strade: la via Appia da Roma, la via Appia per Brindisi, la mulattiera per Bari, la via per il Salento e quella per il Bruzio. Inoltre un lungo tratto della via Francigena coincide con la via Appia (Roma-Taranto-Brindisi), considerata l’asse principale di tutte le comunicazioni dell’Impero Romano, che conservò il suo ruolo di arteria di comunicazione durante tutto il Medioevo.

Insomma, basterebbe solo questo per legittimare l’inclusione di Taranto nel percorso delle vie Francigene. Ed è quanto avvenuto con l’approvazione all’unanimità della mozione che sull’argomento ha presentato il consigliere regionale Gianni Liviano; un atto che ha riequilibrato una situazione che, in principio, vedeva l’area jonica esclusa mentre veniva inserita, sempre con provvedimento approvato dal. Consiglio regionale, la provincia di Lecce fino a Santa Maria di Leuca.

E la documentazione messa a disposizione, e inglobata nel testo della mozione, dal gruppo di lavoro del Comitato per la qualità della vita è così copiosa che sta a testimoniare, qualora ce ne fosse ancora bisogno, l’importanza e la strategicità della città di Taranto sulle strade che portano ad Oriente. 

Dell’importanza che i Cammini hanno per la riscoperta dei territori e di quanto possa giovare per un territorio esserne inclusi se ne è parlato, nel corso della tavola rotonda, organizzata dall’associazione Le città che vogliamo sul tema “Taranto in cammino - Le vie Francigene del Sud”, tenutasi venerdì sera nella sala della ex biblioteca nel Palazzo della Provincia di Taranto. Relatori il consigliere regionale Gianni Liviano, promotore di una mozione approvata all’unanimità dal Consiglio regionale con la quale Taranto è entrata a farne parte, il presidente dell’associazione europea vie Francigene, Massimo Tedeschi, il direttore del dipartimento Turismo e Cultura Regione Puglia, Aldo Patruno, il delegato al turismo della Provincia di Foggia, Gaetano Cusenza, Carmine Carlucci del Comitato per la qualità della vita, l’archeologa Patrizia Guastella.

“Taranto - ha spiegato Gianni Liviano - è sempre stata un importante nodo viario, attraversato da flussi di pellegrini diretti verso la Terrasanta. Vi afferivano infatti cinque strade: la via Appia da Roma, la via Appia per Brindisi, la mulattiera per Bari, la via per il Salento e quella per il Bruzio. L’approvazione della mozione, tra l’altro avvenuta con voto unanime del Consiglio, -  ha concluso Liviano - consentirà alla Giunta regionale di includere nel percorso individuato nell’ambito degli Itinerari culturali del Consiglio d’Europa l’area jonica, che potrà così partecipare alle misure di valorizzazione, promozione e recupero destinate a tali itinerari. Vogliamo continuare ad essere costruttori di bellezza e felicità”. 

Riferimenti a Taranto come tappa dei pellegrini si rinvengono nell’ “Itinerarium Bernardi monachi Franci”, documento storico di grande importanza che attesta le tappe di viaggio di un monaco bretone dell’Abbazia di Mont Saint- Michel che compì un pellegrinaggio in Terrasanta tra l’867 e l’870, imbarcandosi proprio da Taranto. 

Questo percorso è entrato nella tradizione come “Francigeno”. Lo dimostra anche l’itinerario in Terrasanta del nobile Dauferio nell’817, ricco di dettagli topografici. Da Benevento, seguendo la direttrice Traiana, anche questa più tardi nota come strada “Francisca”, i pellegrini pervenivano prima alla grotta di San Michele sul Gargano, poi a Bari “civitas Sarracenorum” e, infine, attraverso la Via per compendium, a Taranto, dove s’imbarcavano alla volta di Alessandria per raggiungere la Terrasanta.

Insomma, i requisiti ci sono tutti per fare di Taranto uno snodo centrale sulla via dei Cammini.

Requisiti che Carmine Carlucci, a nome del gruppo di studio (Maria Rosaria Piccinni, Salvatore Marzo, Antonio Fornaro e Anna Maria La Neve) che ha approfondito le tematiche relative alla presenza di Taranto nelle vie Francigene, ha illustrato.

“Ora - ha fatto presente Carlucci - bisogna lavorare per definire il tracciato che valorizzi il territorio attraverso anche il coinvolgimento delle Soprintendenze e dei Comuni ionici che saranno interessati dal percorso. L’importante è cominciare a ragionare in tema di distretti turistici. Queste vie - ha concluso - erano importanti vie di pellegrinaggio e di scambi commerciali per cui ponevano anche Taranto in una posizione strategica”. 

Ma non soltanto la via Francigena perché Taranto,  ha aggiunto Patrizia Guastella illustrando una serie di slide, “era terminale di cinque strade: la via Appia, la mulattiera per Bari rimasta intatta, la via per il Salento e quella per il Bruzio Calabria, la Altamura-Gravina chiamata del Tarantino perché Taranto era il terminale di numerosi pellegrinaggi sulla via di Santiago di Compostela”. La processione dell’Addolorata del Giovedì santo altro non è che la perpetuazione “del pellegrinaggio proprio verso Santiago di Compostela”.

Chi dovrà certificare l’inclusione di Taranto nel cammino della via Francigena sarà l’associazione europea delle vie Francigene (cha ricomprende 118 Comuni italiani)  e Massimo Tedeschi, che ne è il presidente, ha sottolineato come importante, adesso, è “che la Regione Puglia apra il dossier sui cammini che includono Taranto, ma anche Santa Maria di Leuca, in modo da sottoscrivere l’accordo propedeutico al pieno riconoscimento sotto l’egida del Consiglio d’Europa che, per far conoscere l’Europa agli europei, decise di implementare gli itinerari culturali partendo, proprio, dalla riscoperta e rivalorizzazione della via Francigena. Quello che va fatto è l’infrastrutturazione, la cartellonistica e la sicurezza dei sentieri in modo da essere pronti, nel 2019, all’esame del valutatore del Consiglio d’Europa per il definitivo via libera”. 

Foggia costituisce “La porta d’ingresso della via Francigena del sud”, ha spiegato Gaetano Cusenza, delegato al turismo della Provincia di Foggia. E l’esperienza foggiana “racconta come i Cammini oggi siano mete molto frequentate, e il camminatore ha le stesse esigenze dei pellegrini di allora. Per questo abbiamo cercato di mettere in sicurezza il percorso attraverso i tratturi. Il problema, a mio avviso, è che il turismo religioso in Puglia sia messo un po' all'angolo nonostante la forte richiesta”. 

Palla, dunque, alla Regione Puglia. E Aldo Patruno, direttore del dipartimento Turismo e Cultura Regione Puglia, l’ha subito raccolta sottolineando come la Francigena e l’Appia rappresentano “un valore immateriale che ha bisogno di un riconoscimento culturale e certificato. L’aspirazione è che la Francigena da Canterbury arrivi fino al capo di Leuca. Adesso ci tocca sottoscrivere il protocollo d’intesa tra le cinque regioni del Sud attraversate dalla Francigena. Ma serve un masterplan che veda queste regioni fare rete in modo da canalizzare in maniera efficace i finanziamenti che la Regione Puglia è pronta a investire. Serve, in sostanza, un modello di gestione di governance e servono collegamenti interni che, attualmente, non sono all’altezza se non inesistenti. Convocherò i colleghi delle altre quattro regioni (Lazio, Campania, Molise e Basilicata) e ho chiesto al Ministero di utilizzare i 18 milioni di euro, messi a disposizione, per macro progetti regionali centrati sugli itinerari culturali. Attiveremo tutte le misure per realizzare investimenti che realizzino pezzo per pezzo l’itinerario culturale che, insieme a quello religioso, è al centro del piano strategico del turismo della Regione Puglia. Il mio obiettivo - ha concluso Patruno - è portare in Giunta il protocollo d’intesa sottoscritto con le altre regioni interessate”. 

 

 

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