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Giornale di Taranto - Massafra e Statte: Operazione “PAY AND GO”. Carabinieri di Massafra arrestano tre persone per spendita banconote false. Contestato anche tentativo di estorsione. Anche sette indagati a piede libero.
Domenica, 12 Giugno 2016 07:34

Massafra e Statte: Operazione “PAY AND GO”. Carabinieri di Massafra arrestano tre persone per spendita banconote false. Contestato anche tentativo di estorsione. Anche sette indagati a piede libero. In evidenza

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Alle prime luci dell’alba, in Massafra e Statte, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Massafra hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Taranto, Dr. Giuseppe TOMMASINO, su richiesta del P.M., Dr. Raffaele GRAZIANO, nei confronti di tre persone accusate, in concorso tra loro, di falsificazione, spendita e introduzione nello Stato di banconote falsificate, truffa e tentata estorsione. Si tratta dei pregiudicati ROMANO Giuseppe, 47 anni, originario di Statte e residente a Massafra, FUGGIANO Mario, 47 anni, di Massafra e MAROTTA Fiorentino, 39 anni, residente a Statte. Con loro risultano indagati anche altri 7 soggetti, a vario titolo responsabili di numerosi episodi di spendita di banconote contraffatte.

L’indagine, denominata “PAY AND GO”, in ragione della particolare rapidità e disinvoltura evidenziata dagli indagati nel “rifilare” banconote falsificate ad ignari commercianti, veniva avviata nel mese di marzo 2015 e si è svolta con intercettazioni telefoniche ed ambientali, servizi di osservazione e sequestri. Nel corso dell’attività investigativa, i Carabinieri hanno ricostruito una rilevante spendita di banconote contraffatte, da parte del gruppo, facente capo al pregiudicato Giuseppe ROMANO, gravato anche da una condanna per associazione mafiosa, da MAROTTA e FUGGIANO. Quest’ultimo, come emerso dalle intercettazioni, mostrava di avere ampia disponibilità di banconote da 50, 20 e 5 euro, conseguita verosimilmente grazie a contatti con soggetti di Taranto. Le banconote venivano occultate dal FUGGIANO in nascondigli di campagna e poi cedute a vari acquirenti, che provvedevano alla loro immissione in circolazione in frode di ignari destinatari. Le attività tecniche hanno consentito ai  militari dai accreditare che in una circostanza il FUGGIANO proponeva al ROMANO la cessione di ben 25 banconote da 20 euro al prezzo di 9 euro cadauna.

Le banconote contraffatte, descritte come “uguali a quelle vere”, venivano “spacciate” in attività commerciali della provincia di Taranto (sovente in Massafra, Crispiano e Statte).

Autori dell’intensa attività di spendita sono risultati ROMANO Giuseppe e MAROTTA Fiorentino, destinatari della misura cautelare, che spesso si avvalevano del contributo di amici e familiari, alcuni dei quali indagati nel procedimento in disamina.

I destinatari delle banconote contraffatte venivano scelti con cura e generalmente si identificavano nei gestori e commessi di piccoli esercizi commerciali, fra cui persone di età avanzata, che secondo i correi difficilmente si sarebbero accorti del reato di cui erano vittime e le modalità esecutive della spendita venivano concordate preventivamente dai due indagati: in particolare, ROMANO indicava di acquistare articoli di basso valore commerciale e di pagare con una banconota falsificata preventivamente contrassegnata, ma comunque tenendo sempre a portata di mano una genuina, qualora il commerciante avesse rilevato la falsità di quella consegnatagli. Talvolta gli indagati hanno effettuato ricariche su carte prepagate, intestate a anche a  persone vicine. 

In una circostanza è emerso che il ROMANO indicava al MAROTTA che il taglio preferibile per l’illecita spendita è quello da 50 euro, atteso che, diversamente dalle banconote da 20, consentiva un guadagno netto di ben 30 euro, lasciando così intendere che il costo di acquisto di una banconota contraffatta per i sodali era di 20 euro.

Le indagini hanno consentito altresì di evidenziare che ROMANO in una circostanza consegnava 5 banconote contraffatte da 20 euro ad un soggetto di Crispiano (anch’egli indagato), proponendogli anche quelle da 50 euro, ma che quest’ultimo si mostrava disinteressato, affermando che le stesse “sono più pericolose”, per il maggiore livello di attenzione da parte delle potenziali vittime. In una circostanza, invece, ROMANO asseriva di avere la possibilità di approvvigionarsi anche di un “carnet” di numerose banconote da 5 euro, ma di preferire comunque quelle da 50 euro, che garantivano più lauti guadagni.

Non sempre il consolidato metodo di spendita si rivelava efficace, perché in alcuni casi i commercianti si accorgevano della non genuinità della carta moneta e rifiutavano la transazione, restituendola. In quei casi ROMANO e MAROTTA, per non destare sospetti sulla loro buona fede, pagavano con banconote genuine. In altre occasioni gli esercenti, dopo l’uscita dei due, hanno attivato i Carabinieri, consentendo il  sequestro delle banconote; l’analisi delle immagini di videosorveglianza di alcune attività commerciali, integrata dal contenuto delle intercettazioni, consentiva conclusivamente ai militari di accertare le modalità esecutive del fatto e la responsabilità degli indagati, a carico dei quali, in poco più di due mesi di indagine, venivano accertati ben 44 episodi di spendita.

Dalle attività investigative è inoltre emersa una tentata estorsione posta in essere da ROMANO Giuseppe e MAROTTA Fiorentino, in concorso con altro soggetto di Statte indagato a piede libero, ai danni di due commercianti ambulanti di frutta e verdura e, quindi, concorrenti di MAROTTA, anch’egli fruttivendolo.

In dettaglio, MAROTTA chiedeva l’intervento di ROMANO per intimorire i due commercianti e quest’ultimo, facendo leva sul suo notorio carisma criminale, non esitava a minacciare i due ambulanti, ordinando all’amico MAROTTA finanche di appropriarsi del loro autocarro e di pretendere un corrispettivo in denaro o in merce.

Le solide risultanze dell’attività investigativa condotta dai Carabinieri di Massafra, venivano fatte proprie dal P.M. inquirente che richiedeva e otteneva dal GIP l’odierna misura restrittiva.

Il G.I.P. infatti, condividendo la ricostruzione e la qualificazione giuridica formulate dalla PG e dal PM ha emesso l’ordinanza ed i tre indagati destinatari della misura sono stati condotti presso la Casa Circondariale di Taranto, a disposizione dell’A.G..

Nel contesto dell’odierna operazione, a cui hanno partecipato oltre 20 militari della Compagnia di Massafra, sono state eseguite numerose perquisizioni domiciliari, anche  a carico degli indagati a piede libero.  

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