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Giornale di Taranto - IL CRAC - PeaceLink: "Il tribunale di Milano ha accertato un indebitamento di Ilva per 2 miliardi 900 milioni"
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Venerdì, 30 Gennaio 2015 19:23

IL CRAC - PeaceLink: "Il tribunale di Milano ha accertato un indebitamento di Ilva per 2 miliardi 900 milioni" In evidenza

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"Il 2 settembre scrivevamo: "L’Iva è in coma farmacologico e viene mantenuta in vita con decreti legge che hanno solo un effetto palliativo. Ora il crack è avvenuto: 2.913.282.282 euro è l'indebitamento complessivo dell'Ilva accertato dal Tribunale di Milano". Alessandro Marescotti gonfia il petto. La sua previsione è stata quanto mai azzeccata. Del resto, le cifre snocciolate in tempi non sospetti da Peacelink si basavano su dati concreti. 

"Fino a ieri - dice Marescotti - Cgil, Cisl, Uil e il sindaco di Taranto, Ippazio Stefàno, non si erano accorti che i commissari Ilva erano venuti a Taranto a mani vuote e senza alcuna proposta. Sindacati, sindaco e i parlamentari di governo hanno continuato con la politica dello struzzo, nascondendo la testa sotto la sabbia per non vedere la realtà di una fabbrica che si inabissava fra i debiti. Abbiamo vissuto mesi di promesse non mantenute. Il governo ha solo prodotto inconcludentemente decreti che nascondevano un fallimento imminente. Ora il fallimento esplode fragorosamente".

A Marescotti, inoltre, giungono informazioni  dallo stabilimento tarantino secondo le quali mancano le materie prime e diversi impianti si stanno fermando. "E questo significa - sottolinea il presidente di PeaceLink - un inesorabile aumento delle perdite mensili, oltre i cento miliardi di euro. Un costo assolutamente insostenibile". E PeaceLink, "in questo momento di massima gravità", ripropone l'urgenza del piano B per i lavoratori e per la città di Taranto. "Occorre - dice ancora Marescotti - trasformare la bomba sociale in una forza positiva che porti a reclamare futuro e lavoro per tutti: la città di deve unire per esigere una svolta e una riconversione. Ilva, lo hanno dichiarato i giudici di Milano, non riesce a far fronte ai debiti con mezzi normali. Gli interventi previsti dal Piano ambientale, approvato con il decreto del presidente del consiglio del 14 marzo 2014, fa presente il leader ecologista - per i giudici di Milano diventano irrealizzabili, e questo nonostante fossero stati ulteriormente diluiti i tampi. Per l'esattezza il Tribunale di Milano precisa che Ilva «presenta un indebitamento complessivo pari a 2.913.282.282 euro».

Ecco perché, secondo Marescotti, dal 2012 "non venivano resi pubblici i bilanci Ilva. E nessun parlamentare aveva avuto il buon senso di fare un'interrogazione per chiedere a quanto ammontasse il buco. Ma erano mesi - ricorda Marescotti - che PeaceLink calcolava la perdita di esercizio in 90-100 milioni al mese utilizzando i dati della stampa specializzata. E il totale adesso torna: oltre 2 miliardi e 900 milioni di indebitamento complessivo accertato. Occorre, dunque, rilanciare il piano B che PeaceLink da tempo aveva presentato per i lavoratori e per Taranto".

Ovvero, "i soldi, che fino ad ora venivano spesi per far continuare in modo fallimentare la produzione dell'Ilva, vanno da questo momento in poi investiti per ridare lavoro sicuro agli operai dell'Ilva in un vasto piano di bonifiche e di risanamento ambientale. PeaceLink chiede che non venga licenziato un solo lavoratore e che tutti siano reimpiegati in un programma di riqualificazione riconversione sostenuto con fondi europei. I cittadini diTaranto, vittime di un piano pervicace di annichilimento e di razzismo ambientale, hanno ora diritto ad un risarcimento economico che deve consistere nella messa a disposizione di un piano economico di sviluppo per il reimpiego della forza lavoro in sovrappiù. Invitiamo i lavoratori e i cittadini - conclude Marescotti - a unirsi per rivendicare uno sviluppo in cui lavoro e salute vengano garantiti con fondi europei di riconversione per una nuova economia sostenibile e pulita".