Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator
Preferenze sui cookie
Giornale di Taranto - SVILUPPO - Indotto Ilva, massiccia protesta a Roma. La Fiom non condivide l'iniziativa di Confindustria
×

Attenzione

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 170

Lunedì, 19 Gennaio 2015 13:12

SVILUPPO - Indotto Ilva, massiccia protesta a Roma. La Fiom non condivide l'iniziativa di Confindustria In evidenza

Scritto da 
Vota questo articolo
(0 Voti)

"Industria, ultima fermata". Con questo slogan le ditte dell'indotto Ilva hanno  manifestato ieri mattina in piazza Montecitorio, a Roma. I tempi di avvio dell’amministrazione straordinaria dello stabilimento siderurgico sono imminenti e, come già detto, a meno di garanzie dirette da parte del Governo (che segue la delicata questione dell’indotto con grande attenzione), la gran parte delle aziende dell'indotto Ilva, grandi e piccole, impegnate da diversi lustri al servizio della grande fabbrica, rischia di scomparire, sommersa da un’esposizione debitoria senza precedenti. Di qui la decisione di autoconvocarsi a Roma e di far sentire forte la propria voce.

Un'inizaitva, che, però, non è stata condivisa dalla Fiom-Cgil. "L’iter parlamentare, appena avviatosi per la conversione in legge del decreto su Taranto e Ilva, - sottolinea Donato Stefanelli, segretario generale della Fiom - deve modificarne il testo in parti fondamentali che abbiamo già indicato. Fra questi le garanzie per i livelli occupazionali di tutti, diretti Ilva e lavoratori delle imprese degli appalti. Affinchè ciò avvenga è indispensabile che il Governo individui in tempi rapidissimi gli strumenti per salvaguardare, in regime di amministrazione straordinaria che partirà la prossima settimana, il sistema degli appalti che altrimenti verrebbe drammaticamente travolto se tagliato fuori dal percorso di salvataggio dell’Ilva. Il passaggio è molto stretto - aggiunge Stefanelli - ed è per questo che le azioni di ogni soggetto in campo devono essere ponderate e all’insegna del senso di responsabilità. Per questo non è in alcun modo  condivisibile quanto annunciato da Confindustria di Taranto di sospensione delle attività nello stabilimento e di messa in libertà dei lavoratori dipendenti dalle imprese degli appalti. Una forma di protesta sbagliata e autolesionista che può portare allo spegnimento degli impianti dando così il colpo di grazia a tutto e a tutti, irresponsabile perché soffia sul fuoco della paura e della rabbia, e che qualora venisse assunta davvero ci indurrebbe ad attivare tutte le azioni, anche di natura giudiziaria,  a tutela dei lavoratori coinvolti, anche perché per la messa in libertà non vi è alcun presupposto, tantomeno di natura giuridica. Chi semina vento raccoglie tempesta, ma non è di questo che Taranto ha bisogno. Rivolgo al Presidente di Confindustria di Taranto - conclude Stefanelli - l’invito ad intervenire affinchè agli annunci non faccia seguito alcun atto unilaterale da parte dei datori di lavoro degli appalti. Si torni immediatamente e responsabilmente a riporre la situazione nel confronto fra le parti, e ovunque sia necessario, per individuare gli strumenti utili a  gestire una fase tanto delicata e difficile".