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Giornale di Taranto - SVILUPPO - Decreto Ilva, i dubbi della Cgil e della Fiom di Taranto
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Sabato, 17 Gennaio 2015 14:32

SVILUPPO - Decreto Ilva, i dubbi della Cgil e della Fiom di Taranto In evidenza

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"La strada tracciata dall’intervento dello Stato su Taranto, e sull’emergenza ambientale e produttiva prodotta dall’Ilva, indica un punto di partenza ma resta ancora molto fumosa sulla meta da raggiungere"

Giuseppe Massafra e Donato Stefanelli, segretari generale rispettivamente della Cgil e della Fiom, sono dubbiosi sull'efficacia del nuovo decreto che il governo Renzi ha emanato per l'area di Taranto pur essendo stati strenui sostenitori di una idea di Stato che si assumesse l’impegno di agire in prima persona su una questione così delicata ma, dicono, il decreto così com’è "rischia di lasciare irrisolti alcuni dubbi di nodale importanza".

Ciò che preoccupa Massafra e Stefanelli è il rifermento agli adeguati livelli occupazionali. "Ci preoccupa - spiegano - sul piano della tenuta dell'attuale situazione occupazionale dello stabilimento. Se non si affronta concretamente la questione della capacità produttiva dello stabilimento e, dunque, se non si affronta il tema di quale piano industriale si doterà la nuova Ilva, continueremo ad esprimere perplessità e a non dirci tranquilli".
Tema non trascurabile, fanno presente il segretario della Cgil e quello della Fiom, anche in vista di un cambio di assetti della società Ilva "che, con l’avvio dell’amministrazione straordinaria, potrebbe mettere in discussione la continuità del contratto di solidarietà per i lavoratori diretti e qualsiasi garanzia occupazionale per i lavoratori dell'appalto. Nel decreto poi, non vi è alcun riferimento alla new.co., alla tempistica riferibile alla sua costituzione e alla sua dotazione finanziaria, fattori, a nostro parere, fondamentali per la prospettiva dello stabilimento".

C'è poi il tema delicatissimo del processo di ambientalizzazione per il quale, aggiungono Massafra e Stefanelli, "mancano i riferimenti temporali alla realizzazione dei lavori Aia ma, ancora più importante, un riferimento alla tipologia dei lavori strutturali quali batterie, agglomerato, altiforni, parchi minerali. Dire genericamente che si devono svolgere l'80% dei lavori non equivale a dire che quei lavori siano quelli più importanti o come dire quelli maggiormente impattanti con la salute e l’ambiente della comunità. A nostro giudizio si rende necessario esplicitare i riferimenti temporali già contenuti nel precedente decreto, con cui veniva adottato il piano ambientale e sanitario".

Perplessità rimangono anche sul reperimento delle risorse per il risanamento e l'esercizio dello stabilimento di Taranto anche attraverso l'utilizzo delle somme sequestrate alla famiglia Riva, "come ha già del resto rilevato il procuratore Greco in sede di audizione parlamentare. Inoltre non è stata prevista alcuna garanzia per i crediti dei lavoratori e del sistema dell'appalto,  anche di natura risarcitorie, ai quali non è stato fornito alcuno strumento di tutela come invece era già stato precedentemente previsto per le banche attraverso la prededucibilitá".

Ultima questione riguarda il fatto che l'intervento dell'amministrazione straordinaria trasferirebbe tutte le competenze presso il tribunale di Milano. "Una questione - concludono Massafra e Stefanelli - che travalica i tecnicismi per assurgere a ruolo di punto nevralgico dal forte valore simbolico per un territorio che deve rimanere centrale non solo nella passività delle azioni previste, ma anche nell’importante funzione di difendersi ed ottenere giustizia e ristoro".