"Abbiamo certamente apprezzato le dichiarazioni giunte dalla Presidenza del Consiglio sull’importanza del settore siderurgico nell’economia nazionale, così come accogliamo con piacere un’eventuale visita del presidente del Consiglio a Taranto, per valutare di persona la situazione. Tuttavia riteniamo che, proprio in virtù di tale, riconosciuta importanza, si debba accelerare il passo e passare con decisione dalle parole e dagli annunci ai fatti concreti, per restituire speranza ai tanti lavoratori diretti e dell’indotto dell’Ilva, da troppo tempo abbandonati in balia degli eventi, assieme a un’azienda che stenta a ritrovare la via maestra, smarrita tanto tempo fa, all’epoca della sciagurata cessione, per un pugno di lire, alla famiglia Riva, cessione che ha portato solo fallimenti, nonché a un clamoroso tracollo industriale e occupazionale del quale stiamo pagando il conto, salatissimo, in questi ultimi anni".
Così Aldo Pugliese, segretario generale Uil di Puglia e di Bari-Bat, in una lunga lettera indirizzata al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e al commissario Ilva, Pietro Gnudi, il quale spiega che "per rilanciare lo stabilimento siderurgico più grande d’Europa", che quotidianamente garantisce un reddito a circa 17mila famiglie, "occorrono investimenti ingenti. Il miliardo e 200 milioni sequestrato ai Riva dalla magistratura milanese, e richiesto con forza dal commissario Gnudi, è sicuramente un ottimo punto di partenza ma non basta per sgombrare il campo dai dubbi e per garantire tutti quegli interventi necessari a rimettere a regime l’attività produttiva dello stabilimento in un ambito, finalmente, di sostenibilità ambientale e di rispetto per la salute dei cittadini e dei lavoratori. Abbiamo ripetuto in più frangenti - ricorda Pugliese - che, anche nel caso di vendita a una cordata di privati, occorrerebbe una solida garanzia a favore dello Stato e, quindi, dei cittadini, a cominciare da un rappresentante nel consiglio di amministrazione che vigili con attenzione sull’effettiva messa in campo degli interventi utili all’ambientalizzazione dello stabilimento e all’applicazione dell’Aia".
Per il segretario generale Uil Puglia, dunque, ben vengano gli investitori italiani o stranieri: "un aumento del capitale sociale, in questa fase, - sottolinea Pugliese - è fondamentale per poter guardare al futuro con ritrovato ottimismo. Come UIL di Puglia, però, siamo stati sempre favorevoli a un processo di nazionalizzazione dell’Ilva o quantomeno di forte partecipazione statale. Lo Stato e il Governo, piuttosto che sfidarsi quotidianamente sulle riforme della Costituzione, dovrebbero, in certi casi, limitarsi ad applicarla. L’articolo 42, infatti, è fin troppo chiaro nel disporre l’esproprio del privato per interessi generali: ebbene, l’Ilva è sicuramente un caso di interesse nazionale, un’azienda trainante nel settore, in grado di offrire lavoro, tra diretti e indiretti, a 17mila lavoratori, perno dell’economia e dell’industria italiana. Restiamo fermamente convinti - conclude Pugliese - che la mano dello Stato debba agire direttamente, procedendo quindi alla nazionalizzazione dell’Ilva e garantendo le disponibilità finanziarie per coniugare al meglio salute, tutela dell’ambiente e lavoro, ridando così solidità all’impresa e rendendola nuovamente operativa al cento per cento e competitiva sul mercato".