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Giornale di Taranto - Anche Vendola scrive a Renzi sul porto. Ma il dramma di Taranto non si risolve con le... "letterine"
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Giovedì, 25 Settembre 2014 09:16

Anche Vendola scrive a Renzi sul porto. Ma il dramma di Taranto non si risolve con le... "letterine" In evidenza

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Nichi Vendola Nichi Vendola

Sarà intasata la buca delle lettere del presidente del consiglio a Palazzo Chigi. Più o meno contesutalmente al sindaco di Taranto, Ippazio Stefàno, anche il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, ha impugnato la penna ed ha vergato di suo pugno una "vibrata protesta" indirizzata a Matteo Renzi sul futuro del porto di Taranto. Grazie sindaco, grazie presidente ma da voi pretendiamo di più. La pantomima della letterina, francamente, ha stancato. C'è un territorio da ricostruire, da riprogettare. E, invece, da Palazzo di città a Via Capruzzi, fino a Palazzo Chigi, non un'idea, non un contributo se non l'affannosa corsa a salvare un modello industriale ed economico ormai logoro. Logoro come la classe politica che lo ha spalleggiato e sostenuto, non a caso finita sotto inchiesta. Siate seri! Non più di dieci giorni fa, caro Stefàno e caro Vendola sedavate fianco a fianco con il Matteo nazionale e cosa avete fatto? Gli avete posto con urgenza il disastro della grande industria? Avete esternato il dramma di una città senza lavoro e senza salute? Avete sbattutto i pugni sul tavolo per le bonifiche, per il porto, per l'aeroporto, per le aree demaniali dismesse? Niente di tutto ciò. Pacche sulle spalle e la solita minestra sulla centralità dell'acciaio, del petrolio di Tempa Rossa e della Marina Militare. Un bla... bla... bla sentito mille volte. Per piacere, cari Stefàno e Vendola, scrivete di meno e operate di più in favore di Taranto. Grazie.

Siccome la cronaca va sempre fatta salva, vi proponiamo il testo integrale della lettera di Vendola al presidente Renzi.

"Caro Presidente,

come Le è noto, le vicende legate al rilancio dell’attività del porto di Taranto, per le quali nel febbraio del 2012 è stato nominato un Commissario straordinario per l’attuazione di opere infrastrutturali di importanza strategica, hanno maturato nel tempo un preoccupante ritardo.
Non è questa la sede in cui ripercorrere i motivi e le ragioni per le quali le iniziali previsioni di esecuzione delle opere hanno subito una dilatazione dei tempi che nella migliore delle ipotesi verrà consuntivata in almeno 24 mesi, quanto evidenziare come le ultime interlocuzioni tra l’Autorità Portuale di Taranto, le Organizzazioni Sindacali ed il Concessionario terminalista TCT, stiano assumendo toni preoccupanti per il futuro del porto e della città di Taranto. Le agitazioni dei lavoratori ormai in Cassa Integrazione da più di due anni, la decisione del terminalista di spostare anche l’ultima rotta transoceanica dal Porto di Taranto al Porto del Pireo, interrompendo di fatto qualsiasi attività operativa sul Terminal, le “comprensibili” istanze dell’Autorità Portuale di porre al Terminalista “condizioni” e “garanzie” di operatività, stanno determinando delle frizioni che potrebbero facilmente degenerare in una irreversibile rottura.
Sul punto, la scelta di TCT di dirottare ieri, verso il Porto di Trieste, l’ultima nave transoceanica attesa a Taranto, ha contribuito ad esasperare ancora di più i rapporti già compromessi. Per questa ragione pur a conoscenza dell’iniziativa che il Presidente dell’Autorità Portuale di Taranto Prof. Avv. Sergio Prete ha intrapreso per convocare in Prefettura a Taranto, la Presidenza del Consiglio, le OO.SS e la TCT SpA, per un incontro finalizzato alla sottoscrizione di un ulteriore accordo tra le parti, Le chiedo di valutare l’opportunità di una urgente convocazione a Roma, delle parti coinvolte (ApTA, TCT SpA, le OO.SS e la Regione Puglia) ed esercitare una quanto mai incisiva azione di mediazione a recupero della normalità in un quadro di rispetto dei reciproci obblighi assunti dagli attori della vicenda.Obiettivo inderogabile sarà quello di confermare la volontà comune a proseguire nel percorso intrapreso, attraverso la rassicurazione che le legittime aspettative di tutti verranno soddisfatte attraverso l’impiego delle ingenti risorse disponibili, fondamentali per il rilancio della crescita e dello sviluppo di una realtà già pesantemente colpita".