di Nicolò Gianciotta
La perdita di capitale umano giovanile nella nostra città, che persiste da ormai numerosi anni, è un fenomeno complesso e significativo che richiede attenzione e una tempestiva azione che deve coinvolgere tutti.
Con la sua storia e le sue sfide uniche, la città offre un quadro eloquente di questo problema.
Taranto, una volta fiorente centro, ha subito una serie di difficoltà economiche e ambientali che hanno contribuito alla fuga di giovani talenti dalla città. L\\\'emergere di crisi industriali, quali la crisi dell\\\'ILVA, ha portato a una diminuzione delle opportunità di lavoro e a un aumento incessante della disoccupazione, quasi obbligando loro a cercare opportunità altrove.
Inoltre, le preoccupazioni riguardanti l\\\'inquinamento e la salute pubblica hanno influenzato drasticamente le decisioni dei giovani riguardo la loro permanenza e il loro futuro a Taranto. La presenza di industrie ad alto impatto ambientale ha sollevato timori legittimi riguardo alla qualità dell\\\'aria e dell\\\'acqua, mettendo in discussione la sostenibilità e la sicurezza a lungo termine della vita nella città.
La perdita di capitale umano giovanile ha conseguenze significative per Taranto e per l\\\'intero Sud Italia. La fuga di cervelli priva inevitabilmente la città di risorse vitali per la sua rinascita e il suo sviluppo. Per di più, la mancanza di giovani talenti può compromettere l\\\'innovazione e la competitività di Taranto, rendendola meno attraente per gli investimenti e l\\\'insediamento di nuove imprese.
Per affrontare questo problema in modo efficace, è necessario un impegno coordinato e multilivello. Le istituzioni locali, regionali e nazionali devono lavorare per creare un ambiente economico più favorevole, favorire ed educare i cittadini all’impresa, e creare nuove opportunità di lavoro per le future generazioni. Allo stesso tempo, è essenziale affrontare le questioni ambientali e di salute pubblica, garantendo che Taranto sia un luogo sicuro e sostenibile in cui vivere e lavorare.
Investire nell\\\'istruzione e nella formazione professionale è un altro tassello fondamentale su cui le a
le istituzioni devono necessariamente battersi, poiché ad oggi Taranto possiede il secondo tasso più alto di Italia di neet (Giovani di età tra i 15 e i 29 anni che non studiano né lavorano), pari al 38,3% (tasso rilevato da indagini statistiche del 2021).
Creare reti e collaborazioni tra istituzioni educative, imprese e organizzazioni della società civile potrà sicuramente aiutare a risolvere il gravissimo problema della disoccupazione giovanile che affligge la Città dei Due Mari.
Solo attraverso un impegno congiunto tra cittadino e autorità sarà possibile invertire il trend e creare opportunità di crescita e prosperità per le generazioni future.