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Giornale di Taranto - EX ILVA / Mittal via da Taranto! Tremila in corteo. I sindacati : situazione insostenibile, urge intervenire
Lunedì, 29 Gennaio 2024 09:47

EX ILVA / Mittal via da Taranto! Tremila in corteo. I sindacati : situazione insostenibile, urge intervenire In evidenza

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“Via da Taranto!” é il grido che sta accompagnando più di tutti gli altri il corteo in corso per l’indotto di Acciaierie d’Italia, ex Ilva, con la protesta comune di lavoratori, sindacalisti e imprenditori. Stanno sfilando attorno alla fabbrica circa 3mila persone. A seguire anche camion, mezzi e auto delle imprese appaltatrici dell’ex Ilva con un “concerto” assordante di clacson. Il riferimento univoco di cori, slogan e urla é la multinazionale ArcelorMittal, azionista di maggioranza di Acciaierie, e l’amministratore delegato Lucia Morselli. “Meloni caccia via i franco-indiani che stanno distruggendo questo stabilimento. Ministro Urso datti da fare. Siamo venuti sin qua per vedere cacciare Mittal” urlano gli operai. E ancora: “L’amministratore delegato non ha fatto altro che spegnere questo stabilimento. Migliaia di persone sono in cassa integrazione e la multinazionale continua a non pagare. Oggi i lavoratori chiedono il lavoro, non ammortizzatori sociali, ma soprattutto chiedono di mandare via ArcelorMittal. Non ci avrete mai come volete voi, noi saremo sempre contrari alla multinazionale ArcelorMittal che ha fatto solo disastri, ArcelorMittal è pregata di andare via immediatamente”. 

 In testa al corteo ci sono bandiere e striscioni sindacali, accesi anche diversi fumogeni colorati, azzurro per la Uilm, verdi per la Fim e rossi per la Fiom. “La situazione è ormai insostenibile, non c’é Paese civile dove i lavoratori effettuano le prestazioni e non vengono pagati - ha detto oggi Piero Cantoro, della Fim Cisl, con la manifestazione in corso -. Le aziende sono al collasso, tutti gli ammortizzatori sociali sono in dirittura di arrivo e la multinazionale ancora non risarcisce tutti gli scaduti. Il Governo deve intervenire e fare pressioni sulla multinazionale affinché le liquidità correnti siano ripristinate - ha proseguito Cantoro riferendosi ad Arcelor Mittal, azionista di maggioranza di Acciaierie d’Italia -, o quantomeno sulle banche per riaprire i crediti e avere finalmente la ripresa delle attività manutentive straordinarie per tenere in piedi lo stabilimento siderurgico. Gli elementi di rischio sono ormai diventati tantissimi, gli stipendi scarseggiano ed é ora che si intervenga e si vada all’epilogo finale di questa vicenda. È tutto un territorio che sta soffrendo questa crisi”. Per Franco Rizzo, dell’Usb nazionale, a proposito della protesta comune, “noi siamo stati chiari. Abbiamo detto che nostro interesse e salvaguardare gli oltre 4mila lavoratori degli appalti ex Ilva. È forse la prima volta che tutti insieme si manifesta. É un atto dovuto dal nostro punto di vista perché la situazione é talmente critica che da qui a qualche ora si rischia non solo di chiudere la fabbrica ma di lasciare a casa migliaia di lavoratori. Lavoratori, quelli degli appalti, che guadagnano pochissimo, meno di 1.200 euro al mese, per lavorare in uno stabilimento che in questo momento é assolutamente insicuro”.