Il 17.11 è oggi ed è la data di uscita del bellissimo brano di Diodato, La mia terra, composti dall\\\'artista tarantino per Palazzina Laf, l\\\'opera prima del regista Michele Riondino.
Ed è proprio Riondino che dalla sua pagina fb da\\\' il benvenuto ad un pezzo che arriva dritto al centro di chi lo ascolta e che è prima di tutto e soprattutto un atto d\\\'amore.
<La stima, l’amore e la passione che ci lega ormai è risaputa -scrive Riondino- e non fa più notizia. La vera notizia di oggi è che presto sarà per tutti disponibile una delle sue ultime creature: la mia terra.
Questo brano - scrive Riondino- non è semplicemente stato donato al mio film palazzinalaf, questo brano è parte integrante della sceneggiatura.
Questo inno alla nostra terra è il ponte tra noi che abitiamo i fatti di oggi e la storia che il film racconta, che è ambientata negli anni 90. Ma è anche il ponte che unisce noi figli della modernità e il mito di Falanto, con le origini della nostra città.
Questo brano va ascoltato dalla prima all’ultima nota, dalla prima all’ultima parola.
Parla di pioggia, di lacrime e di tamburi che battono un ritmo di guerra. Ma parla anche di fiori bellissimi e di un amore infinitamente grande.
Come quello che da anni ormai proviamo anche noi per il nostro Diodato.>
Il brano è stato eseguito dal vivo anche alla Festa del Cinema di Roma, sul palco insieme all\\\'attrice Vanessa Scalera e all\\\'amico Michele Riondino. Un inno alla terra ionica, come un ponte tra gli accadimenti di oggi e quelli narrati nel film: gli anni Novanta, quando un gruppo di operai del Siderurgico si trovò isolato in un edificio lontano dal cuore della produzione. Erano 79 i confinati dell\\\'Ilva di Taranto la cui vicenda configurò il primo caso di mobbing di massa in Italia. Queste le parole di Antonio Diodato durante un incontro con i giornalisti in occasione della presentazione di Palazzina LAF
(...) \'La mia terra\' è una canzone che parte dal mito della fondazione di Taranto, dal re dei Parteni che viene esiliato da Sparta a cui l\'oracolo dice: troverai la tua terra quando vedrai piovere col cielo sereno. Arrivato dopo tanto peregrinare nel porto di Taranto il re si addormenta sulle gambe della moglie e questa, ripensando a tutto quello che avevano passato, inizia a piangere. Lui quindi si risveglia con queste lacrime che confonde con la pioggia e, guardando il cielo sereno, pensa di aver trovato la sua terra. Queste lacrime a ciel sereno è un po\' come se ci avessero segnato. È il destino a cui sembriamo essere condannati noi tarantini. Ma da qualche anno nella nostra città c\'è una sorta di rivoluzione e deve molto all\'impegno di Michele. E in questa canzone volevo unire i due mondi, il mito della fondazione e ciò che è accaduto e continua ad accadere a Taranto. Nella canzone ripeto più volte la parola \'amore\' perché è basata su quello, sull\'amore per una terra che è stata contaminata da scelte scellerate fatte in passato. Ma chi la ama conserva in sé la speranza per un futuro migliore per cui però bisogna lottare.
Lu.Lo.