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Giornale di Taranto - ESTATE MARTINESE/ Festival della Valle d’Itria: il 60% dei biglietti venduto all’estero
Lunedì, 17 Luglio 2023 17:33

ESTATE MARTINESE/ Festival della Valle d’Itria: il 60% dei biglietti venduto all’estero In evidenza

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È alla soglia dei 50 anni il Festival della Valle d’Itria di Martina Franca, evento internazionale di musica belcantistica del ‘700 e di pagine rare. A pochi giorni dalla prima (il 18 luglio alle 21) il 60% dei biglietti risulta già venduto in prevendita ad acquirenti provenienti da 9 Paesi europei oltre a Giappone, Canada e Stati Uniti. Il Festival, definito oggi “tra gli appuntamenti di musica colta più importanti in Europa e nel mondo”, tra i suoi fondatori annovera Paolo Grassi, di origini pugliesi, che è stato presidente della Rai, sovrintendente del teatro La Scala di Milano e ideatore del Piccolo Teatro di Milano insieme a Giorgio Strehler. La quarantanovesima edizione del Festival parte nell’atrio del Palazzo Ducale di Martina Franca. Nel cartellone, 5 titoli d’opera e di teatro musicale e 12 tra appuntamenti sinfonici e recital. Si apre il 18 con “Il Turco in Italia” di Gioacchino Rossini, nell’edizione critica di Margaret Bent, con la direzione di Michele Spotti per la regia di Silvia Paoli. A seguire, “Il paese dei campanelli” di Carlo Lombardo e Virgilio Ranzato, con la direzione di Fabio Luisi per la regia di Alessandro Talevi. E ancora tre prime rappresentazioni: la prima in tempi moderni de “L’Orazio” di Pietro Auletta, con la direzione di Federico Maria Sardelli per la regia di Jean Renshaw, la prima italiana in tempi moderni de “Gli uccellatori” di Florian Leopold Gassmann, con la direzione di Enrico Saverio Pagano per la regia di Jean Renshaw, e, infine, la prima assoluta in Italia de “L’adorable Bel-Boul” di Jules Massenet su libretto di Paul Poirson, con la direzione di Francisco Soriano per la regia di Davide Garattini. Direttore artistico del Festival é Sebastian Schwarz, già sovrintendente e direttore artistico (sino allo scorso anno) del Regio di Torino.

 

. - “Si parla di qualcosa di magico che poi magico non è - afferma Schwarz - perché dietro ci sono centinaia tra artigiani e artisti e così via che contribuiscono con la loro competenza e la loro qualificazione che hanno ottenuto nel corso di tanti anni di vita professionale, una confluenza di tutte queste competenze che porta al risultato. Con questa iniziativa è proprio lo sguardo di Paolo Grassi che ci sta guardando perché era proprio lui a promuovere all\'epoca il lavoro nelle periferie. Presenteremo cinque titoli di opere nel Festival della Valle d\'Itria, sono titoli per la maggior parte dimenticati, scomparsi dai cartelloni, però sono il nostro patrimonio che vogliamo e dobbiamo tenere unito”. Michele Punzi, presidente della Fondazione Paolo Grassi, indica i numeri della 49esima edizione: “20 giorni di festival, 25 spettacoli, 2 giorni di conferenza internazionale sull’operetta e 2 talk di presentazione delle opere, 5 produzioni operistiche originali, 13 location diverse tra chiese, masserie, chiostri, palazzi e teatri a cui si aggiungono un’altra produzione e 4 luoghi di spettacolo che ci permetteranno di andare nelle contrade e nelle periferie. E poi, 403 persone coinvolte nell’organizzazione tra artisti, maestranze, personale amministrativo e di sala”. Sono infine 12 i Paesi di provenienza degli artisti impegnati nella rassegna e 4 i complessi orchestrali coinvolti. Il 60% dei biglietti risulta già venduto in prevendita ad acquirenti provenienti da 9 Paesi europei oltre a Giappone, Canada e Stati Uniti.