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Giornale di Taranto - SOS DELL’INDOTTO/ Ex Ilva, un gruppo di aziende chiede un’audizione in Parlamento
Martedì, 20 Dicembre 2022 07:11

SOS DELL’INDOTTO/ Ex Ilva, un gruppo di aziende chiede un’audizione in Parlamento In evidenza

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Un gruppo di aziende dell’indotto siderurgico ex Ilva, Acciaierie d’Italia, ha scritto ai presidenti di sei commissioni parlamentari tra Camera e Senato chiedendo un’audizione sul grave stato dell’azienda e sollecitando soluzioni. Le commissioni a cui le aziende si sono rivolte sono Finanze e Ambiente del Senato e Finanze, Ambiente e Attività produttive della Camera. “È ormai chiaro a tutti - scrivono le imprese - che risulta urgente e fondamentale un supporto finanziario che consenta di superare la fase attuale dl difficoltà. In questo contesto ci rendiamo disponibili a fornire alle commissioni il nostro punto di vista sulla situazione, anche confrontandoci con l\'azienda”. Per le aziende, che hanno ritenuto di muoversi autonomamente rispetto a Confindustria, che non risulta firmataria della nota ai presidenti delle commissioni parlamentari, “Acciaierie d\'Italia, partecipata dallo Stato attraverso lnvitalia e dal principale produttore di acciaio globale ArcelorMittal, sta attraversando una fase particolarmente delicata a causa del notevole incremento del prezzo dell\'energia e più in generale della congiuntura economica internazionale determinatasi quest\'anno con la guerra in Ucraina”. A giudizio delle aziende dell’indotto, il percorso “strategico di ambientalizzazione oggetto del piano ambientale 2018-2023 è ad oggi a quanto ci risulta quasi del tutto completato (e anche in questo caso I\'indotto di Taranto ha avuto un ruolo fondamentale)”.

 

Inoltre, aggiungono, “iI percorso di decarbonizzazione ha già preso avvio con la realizzazione delle analisi, dei piani necessari e delle prime sperimentazioni, anche in collaborazione con partner italiani ed europei di primario standing internazionale e con noi imprenditori del territorio pronti a fare la nostra parte, anche investendo, come abbiamo sempre fatto”. “Con un assetto operativo e gestionale pari a quello attuale, nel 2021, anno della ripartenza dopo un 2020 caratterizzato dall’esplosione della pandemia Covid 19, la società ha prodotto oltre 4 milioni di tonnellate di acciaio generando un utile netto di più di 300 milioni”. Con un altro documento, le stesse aziende chiedono “risposte concrete e definitive. Lo Stato faccia la sua parte e ci permetta di lavorare”. “Ora chiediamo e lo chiediamo tutti insieme - imprenditori che investono, lavoratori che producono, professionisti che operano con le aziende e ogni altra categoria investita del problema - che il nuovo Governo rispetti e faccia rispettare gli impegni presi nel 2020 da Invitalia, riconfermati quest’anno, e che finiscano le diatribe all’interno di quest’azienda composta da Stato e privato”. In quest’ulteriore documento, le imprese dicono che “invece di scagliarsi contro i livelli di produzione, che non potevano certo restare uguali al 2021 con quell’incremento del costo del gas, il Governo deve intervenire subito per far entrare quei fondi. Sono già stanziati ed è previsto tutto, dagli accordi firmati e rifirmati e dalla legge che li stanzia che entrino velocemente, con un finanziamento che basta autorizzare Invitalia a fare. Poi i soci si accorderanno su altro, ma intanto che entrino i soldi, che già ci sono”.